Skip to main content
Racconti di Dominazione

Una fidanzata gelosa

By 7 Novembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Tutto cominciò l’ultimo anno di università. Ormai da 6 mesi stavo con Laura, una ragazza molto bella, alta 1,75 (5 cm più di me) slanciata, fisico tonico e asciutto, seno abbondante e un culo a mandolino da sballo, capelli lunghi scuri, un fisico da modella, ma molto gelosa. Io al contrario, non sono proprio il prototipo di maschio da sogno, ma il mio viso pulito e un aspetto giovanile che mi faceva mostrare meno dei mie 25 anni, mi garantiva un certo successo con le ragazze. Ero simpatico e spigliato, dalla battuta sempre pronta, e amavo passare il mio tempo in mezzo a loro, anche se non era l’attrazione sessuale che mi spingeva a questo, anzi, non sono mai stato un grande amatore e non ho mai avuto grande attività sessuale, né avventure. Al sesso sono arrivato tardi, Laura è stata la prima con cui ho fatto sesso e l’unica con cui l’ho fatto in modo completo. Nonostante questo non si fidava, il vedermi sempre circondato da ragazze accendeva la sua gelosia ed era causa di continui litigi tra di noi, accusandomi di cornificarla con tutte. Io l’amavo molto, non volevo che questi continui litigi portassero alla rottura del nostro rapporto. Navigando su internet trovai quella che mi apparve come una soluzione ai nostri problemi. Una cintura di castità maschile. Rinchiuso in gabbia, con le chiavi nelle sue mani, non avrebbe avuto più nulla da temere, e finalmente avremmo potuto avere un rapporto più sereno. Ordinai via internet una gabbietta in acciaio. Le feci la sorpresa, e per la festa di S. Valentino mi presentai a lei con il regalo indossato, offrendole le chiavi della mia sessualità. La sorpresa fu grande, e dopo un primo momento di perplessità, ne fu felice, mi abbracciò e mi disse che questa era la più grande dimostrazione di amore che potessi darle. Mi fece un sacco di domande su come funzionava, quanto avrei potuto indossarla, se mi dava fastidio ecc.. Io risposi con le informazioni che avevo letto su internet, e le dissi che, stando a quanto avevo letto, dopo un primo periodo di adattamento, avrei potuto indossarla 24/7, che lei, disponendo delle chiavi, sarebbe stata la sola che mi avrebbe potuto “liberare”, che non avrei più potuto nemmeno masturbarmi e che quindi sarebbe stato disponibile solo per lei. Avremmo provato e poi deciso. Le consegnai le chiavi e la invitai a inserirne una nella catenina che portava al collo, per poterla avere sempre a portata di mano. Quella sera facemmo l’amore in modo incredibile. L’idea di avere il completo controllo sul mio cazzo, di non temere più che lo usassi con altre, che mi donavo completamente a lei, rinunciando anche alla masturbazione, la mandò in estasi. Mi chiese di spogliarmi nudo, cosa che feci prontamente. I suoi occhi erano catalizzati dalla gabbia in metallo. Cominciò a massaggiarmi le palle per vedere cosa succedeva. Il mio cazzo cominciò a gonfiarsi, riempiendo dolorosamente la gabbia. Laura mi guardava incuriosita, cercando di interpretare tutte le mie sensazioni, interessandosi per capire se sentivo dolore, se era una cosa insopportabile. Mi stuzzicava i capezzoli e mi massaggiava le palle, con le dita mi sollecitava il glande e il buchino de prepuzio che spingevano disperatamente contro le pareti della gabbia trasbordando dove possibile. Mi fece sdraiare sul suo letto e mi fece uno strip tease da infarto, lento, con continui sfregamenti sul mio corpo. Si mise a cavalcioni sulla mia faccia offrendomi la sua figa fradicia di eccitazione da leccare. Non l’avevo mai vista così eccitata, mi schiacciava le sue labbra grondanti contro il viso quasi soffocandomi, vi infilai la lingua cominciando a martellarla come se fosse un cazzo. Gemeva e muoveva il bacino con sempre maggior veemenza, poi si allungò sul mio cazzo in un fantastico 69. Lo succhiava attraverso la gabbia, infilandoselo tutto in bocca, stringendomi e sfregandomi le palle. Me lo sentivo esplodere, intensificai l’azione sulla sua vagina cominciando a succhiare la sua clitoride. Il suo orgasmo arrivò improvviso e devastante, inondandomi la bocca di umori. Si tirò di lato per riprendere fiato, sempre tenendo stretta, nella sua mano, la base del mio pene. Si sollevò e si portò con la figa sopra il mio cazzo, cominciando a sfregarcela sopra. Mi sentivo esplodere, la pressione sulla gabbia era insostenibile e dolorosissima. La supplicavo di liberarmi perché mi faceva male, ma lei mi guardava con occhi mielosi e con la vocina dolce e compassionevole dicendomi:” poverino, ti sta scoppiando questo bel pisellino, non ne può più vero… vorresti che te lo liberassi e che gli permettessi di entrare nella mia passerina vero!” Io la supplicavo dicendole che si, lo volevo, che la desideravo, che mi stava facendo impazzire. Mi tormentò per altri 10 minuti, mostrandomi in continuazione la chiave che pendeva in mezzo alle sue tette, prendendola in mano avvicinandola al lucchetto, lasciandola poi cadere come se ci avesse ripensato. Mi tormentò a lungo prima di liberarmi, poi con calma, avvicinò la chiave ed aprì il lucchetto. E’ stata una delle cose più eccitanti della mia vita. Laura con gli occhi fissi nei miei, voleva cogliere il mio piacere nel sentirmi finalmente libero. Svettò immediatamente nei suoi 13 cm di lunghezza, con tutte le rughe della costrizione. Laura lo massaggiò dolcemente con calma, poi lo prese e se lo infilò dentro. Bastarono pochi colpi e venni copiosamente insieme a lei. Ero esausto, svuotato e straordinariamente appagato. Restammo lì abbracciati per un po’scambiandoci coccole affettuosamente. Infine ci dirigemmo in bagno per una doccia insieme. Laura si prese cura di me lavandomi per bene. Quando fu il momento di rivestirmi, sorridendo mi blocco:” Non dimentichi niente?” mi domandò maliziosa, facendo oscillare sotto i miei occhi la gabbietta. Assentendo mi sdraiai sul letto e Laura cominciò a trafficare con la il mio pene per metterlo in gabbia. Dovette trafficare un po’, ma alla fine riuscì a bloccarlo. Soddisfatta mi disse che ora potevo andare, mi baciò con trasporto e mostrandomi la chiave che teneva al collo mi disse: “Ora ti ho in pugno mio caro”. Da quel giorno la mia vita sarebbe cambiata.

CLICCA QUI PER ACCEDERE ALLE CAMS GIRL ITALIANE

Free porn videos

IL GIORNO DOPO

Il sesso era stato fantastico, ma poi, tenere addosso la gabbia non si è rivelato essere così semplice. La 1° notte è stata un vero inferno. Ogni accenno di erezione era un vero supplizio. Non ricordo quante volte sono andato in bagno nella speranza di ridurre la pressione nella gabbia, di fatto passai una notte pressoché insonne. Addio erezione mattutina e sega di risveglio, erano stati sostituiti da dolore e supplizio. Eppure la cosa aveva anche aspetti eccitanti. L’erezione negata diventava a propria volta fonte di eccitazione e ricerca di nuova erezione. Era un circolo vizioso, dovetti impegnarmi a concentrarmi su altro per cercare di uscirne. Solo verso l’alba crollai in un sonno comunque leggero e tormentato.
Al mio risveglio mi sentivo un po’ meglio. Durante il giorno, il disagio, era sicuramente inferiore. Se si esclude la sensazione di una palla schiacciata o il solito gonfiore dello scroto, pur percependone di continuo la presenza, la gabbietta di castità non dava particolarmente fastidio.
Decisi di fare visita a Laura.
Fortunatamente era in casa da sola. La sua compagna di camera era tornata a casa per festeggiare con il fidanzato, e sarebbe rientrata solo a fine week end. Si era appena alzata e girava per casa, con una canotta dei Lakers che le copriva solo mezzo culo, e non indossava nulla sotto. Mi accolse buttandomi le braccia al collo elettrizzata, tastando con una mano il mio pacco, quasi per volersi accertare che la gabbia fosse sempre al suo posto. Il mio cazzo ebbe un sussulto, ma una fitta dolorosa e frustrante mi ricordò la mia condizione. Mi disse che la sera precedente era stata fantastica e che era stata la più bella (anche sessualmente) da quando eravamo insieme, e mi ringraziava per il regalo stupendo che le avevo fatto. Lo diceva sfoderando un sorriso radioso, mentre con la mano faceva roteare la collanina, con la chiave, che stava alloggiata all’allacciatura dei suoi seni. Il mio pene fu trafitto da un nuovo brivido. Mi chiese come mi sentivo, mentre mi faceva accomodare sedendosi in grembo su di me. Il suo culetto nudo sfregava sulla mia gabbia, solleticando le mie palle e generando in me continue spinte verso le pareti. Ero eccitato senza sfogo, e questa frustrazione mi stava facendo impazzire. Le raccontai della notte difficile che avevo passato e delle sensazioni che mi stava causando ora, dell’eccitazione, del dolore e della frustrazione che mi causava. Mi chiese di abbassarmi i pantaloni perché voleva vederlo con i suoi occhi ed io eseguii. Mi sentivo un po’ ridicolo, con i pantaloni alle caviglie e la gabbietta che mi imprigionava.
Laura si abbassò a guardarlo curiosa. La pelle del mio pene strabordava dalle spire metalliche, quasi a voler scoppiare. Laura avvicinò la sua mano, raccogliendo le palle per accarezzarle. Il mio pene ebbe un guizzo, e nel tentativo di ergersi, alzò il blocco gabbietta.
“Povero piccolo, sembra proprio voler scoppiare, guarda come è gonfio, ti fa male?”
Emisi un gemito soffocato, “Sì, …. Insomma… non so come dire… fa male ma è anche eccitante…”
Laura guardava affascinata, carezzando e smuovendo, mentre mugugni di piacere misto a dolore uscivano dalla mia bocca. Avvicinò la sua bocca e cominciò a leccare le mie palle, poi le inghiottiva risucchiandole una ad una per poi rilasciarle e leccarle.
“Così va un po’ meglio?” mi chiese lanciandomi uno sguardo malizioso
“Mi stai facendo impazzire… perché non lo liberi che ci divertiamo un po’?”
“Aspetta, non ancora, voglio vedere cosa succede…”
Stava diventando una vera e propria tortura. Con le unghie mi sollecitava la base dello scroto, per poi risalire lungo il tronco del mio pene. Con un dito si mise a solleticare il buchino e a giocare con il prepuzio. Con lo sguardo cercava di cogliere le mie reazioni, studiare le mie smorfie e i miei gemiti.
“Vediamo se così và un po’ meglio”. Aveva cominciato a percorrerlo con la lingua, senza staccare i suoi occhi dai miei e mantenendolo ben saldo per le palle.
Quello che usciva dalla mia bocca era un cupo lamento di piacere. Chiusi gli occhi assaporando questa condizione nuova di estasi e dolore insieme. Poi lei lo prese in bocca per intero e cominciò un lento pompino.
“Ti prego… ti prego… liberalo che giochiamo un po’ insieme.”
Laura godeva della mia situazione di impotenza disperata, e faceva del suo meglio per cercare di accentuarla. Maliziosamente mi stava facendo impazzire.
“E io cosa ci guadagno? Se vuoi la libertà devi meritartela, te la devi guadagnare”.
“Tu cosa vorresti? Potrei scoparti alla grande…!”
“Quello sarebbe per il tuo piacere, non per il mio. Potresti cominciare con lo spogliarti completamente nudo e chiedermelo per favore in ginocchio, potresti cominciare ad eccitarmi e tentarmi con massaggi carezze e baci, vedi tu il modo… stupiscimi e conquistati il diritto!”.
Voleva giocare con me, voleva farsi desiderare e farmi impazzire di desiderio per lei.
Era un gioco nuovo, ma dolorosamente intrigante.
Seguii il suo consiglio, denudandomi completamente e mettendomi in ginocchio per chiederle cosa avrebbe desiderato che le facessi.
“Un bel massaggio ai piedi potrebbe essere un buon inizio, poi si vedrà.”
La feci accomodare sul divano e mi accucciai ai suoi piedi.
Cominciai un po’ goffamente a massaggiarle un piede, era una cosa che non avevo mai fatto e che non sapevo fare. Laura mi guidava con la voce, dandomi indicazioni su come muovermi, mentre, con l’altro piede, tormentava il mio cazzo in gabbia. Mi misi a passare i polpastrelli sulle piante del suo piede, a titillarle le dita, stirandole e baciandole, per poi succhiarle una a una come piccoli cazzi. Lei era stesa con faccia sognante, mugolando e godendosi il piacere che le stavo regalando, continuando a tormentarmi le palle con l’altro piede, con carezze e leggeri calcetti.
Contrariamente a quanto avessi mai supposto, mi stavo eccitando in maniera esagerata. Il cazzo premeva sempre con maggior pressione nell’inutile tentativo di erigersi.
Mi infilò tutto insieme il piede in bocca, e lo baciai e succhiai quasi come se fossero un enorme cazzo. Ingoiai le dita, poi percorsi la pianta salendo e scendendo con la lingua Usai la saliva che ne colava come lubrificante per il massaggio della pianta.
“Sei bravo a succhiare, sembri proprio una puttana vogliosa di cazzo…, a giudicare da come sta scoppiando il tuo cazzo direi che ti piace anche…”
Risposi con maggior trasporto e impegno.
Laura mi porse l’altro piede, su cui mi buttai con il massimo impegno. Gemeva languidamente per il piacere che ne stava traendo. Continuai per almeno 10 minuti.
“Bravo, visto che sei così bravo con i piedi, vediamo come te la cavi con il resto del corpo”.
Prendendomi per la gabbia, come un cane al guinzaglio, mi trascinò fino in camera sua. Si spogliò della canotta e mi apparve in tutto il suo splendore. Il suo seno sodo e la sua passerina ordinatamente depilata mi si presentarono in tutto il loro splendore. Feci per abbracciarla, ma mi respinse.
“Non ancora”
Mi indicò dove teneva dell’olio per massaggi e si sdraiò sul letto a pancia in giù.
Il suo stupendo culetto era in bella mostra, e tra le gambe leggermente divaricate facevano capolino anche le sue grandi labbra così tonde e carnose. Una tentazione enorme.
Rassegnato, sparsi un po’ di olio sulle sue gambe che massaggiai con dovizia fino all’inguine. Poi passai alle spalle e cominciai a massaggiare. La sentivo godersi ogni singolo movimento delle mie mani sul suo corpo. Ben presto scesi al suo culetto, lo lubrificai per bene e comincia a massaggiarle i glutei, poi comincia a passare la mano nella scanalatura, il suo respiro si accorciava sempre più. Scesi con una mano in mezzo alle sue cosce e la sentii aprirsi invitante. Lubrificai ulteriormente e comincia a farla scorrere sempre più in profondità. Con le dita mi stavo aprendo un varco nella sua fessura, che ad ogni passaggio sprofondava sempre di più. Lei istintivamente aveva cominciato ad inarcare il sedere alla ricerca di un contatto sempre più profondo. Vi infilai due dita e la sentii fradicia. Cominciai a scivolare sulle sue grandi labbra arrivando a sfiorare il clitoride. Ormai gemeva di piacere, mentre il mio cazzo scoppiava sempre più. Comincia un lento ditalino da dietro con carezze leggere al suo clitoride. Le divaricai ulteriormente le gambe e penetrai più a fondo. La stavo portando al culmine.
Con voce roca e profonda mi fermò e si girò a pancia in su. Mi guardò con occhi pieni di desiderio e con una mano impugnò le mie palle massaggiandole.
“C’è ancora tutto il davanti da fare” mi disse con gli occhi pieni di desiderio.
Capii il messaggio, non aveva fretta e voleva prolungare al massimo il suo piacere e la mia agonia. Ripartii dalle gambe, di nuovo fino all’inguine, soffermandomi sull’interno coscia, facendo attenzione di sfiorare solo quasi casualmente le sue grandi labbra piene di desiderio. Poi passai alla parte alta, collo, spalle e seno. Qui mi soffermai gustandomi il suo seno pieno e rigoglioso, tormentandole i grossi capezzoli, esageratamente turgidi ed eretti.
Raccoglievo a coppa i suoi seni strizzandoli dolcemente per finire a strizzare i suoi capezzoli. Era straordinariamente eccitata e si vedeva, e a me faceva un male cane.
Scesi al suo pube, indugiando intorno alla fessura, poi con sempre maggior decisione cominciai ad avvicinarmi e a penetrarla. Con due dita mi ero infilato nella sua fessura, cominciando un movimento avanti e indietro lento e profondo, mente con l’altra mano carezzavo il clitoride indurito. Con le anche aveva cominciato a seguire il mio movimento. I gemiti di piacere aumentavano sempre più. Io accelerai il ritmo inarcando leggermente le dita alla ricerca del suo punto G, accompagnandolo dal movimento sempre più rapido sul suo clito. Il suo orgasmo esplose violento e improvviso, si inarcò con tutto il suo corpo ed emise un grugnito profondo. Fu scossa da 5 o 6 convulsioni, e con la mano cercò di bloccare la mia azione per il piacere troppo intenso che le provocavo.
Mi arrestai senza uscire da lei. La lascia calmare qualche secondo e ripresi con la stessa foga. In pochi secondi arrivò il suo secondo orgasmo. Di nuovo mi bloccò la mano che non tolsi, di nuovo pochi secondi di attesa per lasciarle recuperare respirazione e calma, quindi un terzo ed ultimo forcing con risultati sorprendentemente maggiori di prima. Questa volta, oltre alle convulsioni che la scossero, ci fu anche un improvviso allagamento della sua figa con fuoriuscita di liquidi, non un vero e proprio schizzo ma un’abbondante secrezione. Questa volta tolsi le mie dita, e mi avvicinai con la bocca baciandole il pube. Leccai dolcemente le sue grandi labbra bagnate del suo piacere e con la lingua mi intrufolai nella sua fessura, poi risalii a tormentarle il clitoride. Era ancora duro e sensibile. Con la lingua lo accarezzai, prima dolcemente, poi con sempre maggior pressione. Riprese a mugolare tremando tutta. Forzai la mia azione intensificando il ritmo, fino a portarla ad un nuovo orgasmo, meno selvaggio dei precedenti, ma assolutamente appagante.
Laura si lasciò andare come sfinita. Io mi staccai e mi avvicinai alla sua bocca baciandola con passione.
“Me la sono guadagnata l’ora di libertà?” domandai ironico.
“Direi proprio di sì, non sei mai stato così bravo e non ho mai goduto così tanto da quando siamo insieme. Penso che questo gioco ci divertirà molto…”
Mi fece avvicinare e con la chiave ancora attaccata alla sua collanina mi liberò dal lucchetto.
Non mi sembrava vero di potermi togliere la gabbia. Erano solo poche ore che la stavo usando e già mi sembrava di impazzire.
La gabbietta scivolò facilmente dal pene, ma per l’anello era un po’ diverso. Ero troppo eccitato, e dovetti aspettare che il mio pene tornasse flaccido per poterlo fare uscire.
Laura ebbe così il tempo di riprendersi un po’. Quando fu finalmente libero cominciò a massaggiarlo con una lentezza estenuante. In 10 secondi l’avevo duro come il marmo. Laura però non aveva fretta, voleva giocarci un po’ prima, dopotutto era reduce da ben 4 orgasmi ed aveva bisogno di un attimo di tempo per riprendersi. Lo lubrificò notevolmente e cominciò un massaggio leggero lungo tutta l’asta del mio cazzo. Ogni tanto si avvicinava con la bocca, lo copriva di baci e slinguazzate, accelerava il ritmo del massaggio per qualche colpo, e quando si accorgeva che ero prossimo al limite rallentava. Io ero in estasi, anche se avrei desiderato completare con un orgasmo più rapido l’azione.
Laura cogliendo la situazione si avvicinò al mio orecchio sussurrando “Tieni duro, non venire, voglio che prolunghiamo al massimo questa scopata, abbiamo tutto il tempo che vogliamo…” Si divertì a portarmi al limite più e più volte, mi fece sdraiare sul letto e si mise a cavalcioni su di me. Cominciò a passarsi il mio cazzo disperato sulla fessura colante, senza mai farlo entrare completamente, lo sfregò e lo batté sul clitoride ancora duro, poi si abbassava prendendolo in bocca in profondità pompandolo con passione.
Io ero al limite e non resistevo oltre.
Laura capì e se lo fece scivolare dentro. “Stai fermo, lascia che faccia io, resisti fino a quando te lo dico io”. Cominciò a muovere lentamente e sinuosamente i suoi fianchi, accompagnandoli da un lento movimento su e giù. Nel frattempo comprimeva le pareti della vagina come per risucchiarlo.
Non so come stavo riuscendo a controllarmi, ho sempre sofferto di eiaculazione precoce, in pochi minuti solitamente arrivavo, ma quella volta ci stavo riuscendo.
Stavo sentendo l’orgasmo salire dal profondo dei mie piedi, quando successe una cosa inaspettata.
Squillò il telefono di Laura, interrompendo la nostra azione. Lei rispose e la vidi rispondere preoccupata ed incupirsi. Si sfilò da me e si precipitò in bagno. Era sua madre che le aveva comunicato che la nonna aveva avuto un infarto e l’avevano ricoverata in gravi condizioni in ospedale.
Mi disse di rivestirmi che doveva andare. Io deluso e frustrato non osai contraddirla. Avevo una necessità disperata di venire, ma non sarebbe stato delicato chiederle di finire prima quello che stavamo facendo, oppure di completarlo da solo con una sega. Sarei sembrato un insensibile. Si fece una doccia veloce e tornò in stanza per rivestirsi.
E lì mi stupì. “Cosa fai ancora nudo, rimettilo in gabbia e rivestiti che io devo correre da mia nonna, non penserai che ti lasci libero in quelle condizioni, saresti capace di andare a farti qualche stronzetta del tuo harem!” .
Frustrato e deluso obbedii senza obiettare, a fatica riuscii a fargli perdere consistenza e a rinchiuderlo in gabbia. Il tutto avvenne sotto la sua supervisione attenta.
“Riprenderemo il discorso da dove l’abbiamo lasciato quando ritornerò, pensi di poter resistere fino ad allora?”

CLICCA QUI PER ACCEDERE ALLE CAMS GIRL ITALIANE

Free porn videos

RITORNO

Laura sfruttò il tempo passato ad assistere la nonna, informandosi sulla castità. Ripensò a quanto successo con me nei giorni precedenti. Dopo la la sorpresa dei primi approcci, Laura pensò fosse opportuno raccogliere informazioni sull’argomento. Internet era uno strumento formidabile e discreto per ottenere tutte le informazioni che le servivano. Le sensazioni che aveva provato la notte di san Valentino e il giorno successivo, l’avevano turbata, ma anche intrigata. Era come se avesse scoperto una parte di lei che le era sconosciuta, che la eccitava sessualmente ed intellettualmente. Forse era l’ebbrezza del potere, del controllo, forse la situazione insolita che non aveva mai considerato. Ogni volta che ci pensava si sentiva molto eccitata, e ebbe modo di confessarmelo quando ci incontrammo di nuovo. Ma voleva saperne di più. Per prima cosa mi aveva chiesto di cambiare il lucchetto ‘non vorrei che al di là del bel gesto di darmi la chiave tu ti sia in realtà tenuto una copia di scorta per continuare a farti gli affaracci tuoi!’. Lo sostituì con uno con una serratura a suo dire più sicura. Poi cominciò a navigare alla ricerca di informazioni.
Su internet, i siti che trattano l’argomento castità maschile si possono raggruppare in 3 tipologie di fondo, con qualche interazione possibile. Ci sono i siti gay, che approcciano l’argomento esclusivamente dal punto di vista omosex, quelli s/m e quelli con teorie FLR (Female Leads Relatinonship) sulla supremazia femminile. Di contorno ci si imbatte con più o meno intrecci in cuckholding, black, femminilizzazione, bisessualità, umiliazione. L’intreccio &egrave molto legato all’approccio della parte dominante (femminile) alla questione.
Laura rimase molto intrigata ed elettrizzata dalla filosofia FLR, che teorizza la supremazia femminile da ottenere attraverso il controllo della sessualità del maschio sottomesso con l’utilizzo di eccitazione e successiva negazione del suo piacere.
Spesso condivideva con me le informazioni che raccoglieva, altre volte leggeva con grande interesse alcuni blog che narravano le esperienze di coppie che attuavano quelle pratiche. Sempre più spesso, condivideva con me, vignette relative a maschi ‘bloccati’, umiliati nei modi più svariati, dalle compagne dominanti. Con semplici domande, cercava di capire cosa fosse che mi eccitava e cosa mi spaventasse, cercando la strategia migliore per piegarmi ai suoi desideri. Stava assumendo consapevolezza del potere che le avevo regalato.
Nel volgere del tempo ho notato come cominciasse a desiderare di sperimentare con me ogni nuovo aspetto della questione. Sicuramente la cosa la eccitava molto, diceva che il sesso tra noi sarebbe molto migliorato. Io non sono mai stato un grande amatore, sia per quanto riguarda l’aspetto fisico che per quello ‘tecnico’. Il mio pene non si poteva definire ‘grosso’, 13 cm di lunghezza in erezione e circa 3 cm di diametro, ed ero dotato di scarsa resistenza, di fatto soffrivo di eiaculazione precoce. Consapevole di questo, ho sempre cercato di compensare le mie carenze con grande attenzione ai preliminari. Ma Laura sembrava trasformata.
Ci volle poco più di una settimana prima che la nonna si rimettesse in sesto. 10 giorni in totale, e per tutto quel tempo rimasi chiuso in gabbia. Non sto a descrivervi la mia sofferenza, io, masturbatore cronico, che mi facevo 2 ‘ 3 seghe al giorno, rimanere per 10 giorni senza possibilità di un’erezione e di un qualsiasi sfogo. Tra i dolori notturni e le tentazioni diurne stavo andando fuori di testa. Le palle erano gonfie e mi facevano un male boia. Quando finalmente ci incontrammo, ormai ero al limite della resistenza. Io speravo che mi avrebbe liberato immediatamente per darmi la possibilità di sfogare tutto il mio desiderio. Invece, Laura, aveva altri progetti, e si era messa in testa di sperimentare con me qualche cosa di quello che aveva letto su internet durante i suoi giorni di assenza. Voleva verificare se fosse vero che l’astinenza rende il maschio più servizievole e devoto. Per tutta la giornata mi tenne sulla corda, mettendomi alla prova e ogni volta io ubbidivo come un cagnolino. Il mio desiderio di compiacerla, per ottenere la mia libertà sessuale, e poter finalmente avere l’orgasmo così a lungo negato, mi portava ad accettare qualsiasi cosa senza obiezione. Quando finalmente ci trovammo soli in camera sua, pronti a fare sesso, mi sentivo la testa esplodere dal desiderio. Lei invece, con calma assoluta, continuava a prendere tempo. Volle che mi spogliassi nudo per vedere quanto i 10 giorni di astinenza avessero inciso sul mio corpo. Io eseguii immediatamente, anche se il fatto di essere nudo davanti a lei completamente vestita, con la gabbietta addosso, mi creava un certo imbarazzo. Laura rimase affascinata dalle dimensioni dei miei testicoli. Non ricordava di averli mai visti così gonfi. La gabbietta che imprigionava il mio cazzo era circondata da queste due sfere che le facevano da cornice. Cominciò a palpeggiarle, soppesandole e strizzandole leggermente. Le piaceva maneggiarle, lo si vedeva dal voto soddisfatto e dal sorriso che aveva dipinto. Guardava i miei testicoli e guardava me, voleva vedere le mie reazioni, capire quanto fossi eccitato e sconvolto. Il mio pene tentava disperatamente di rizzarsi, ma la gabbia faceva egregiamente il suo lavoro. Era una battaglia già persa in partenza. Io mi sentivo esplodere. Non ero mai stato così tanto tempo senza venire, e non riuscivo più a resistere. Il mio pene sporgeva sempre più, allungando la distanza tra le palle e il mio corpo. Non potendo avere un’erezione vera e propria, il mio corpo compensava così la mia eccitazione. Laura continuava a giocare con me e con la mia eccitazione. Si liberò della gonna e della camicetta restando in reggiseno e mutandine. Questo diede un nuovo impulso alla mia eccitazione. Gocce di precum cominciavano a bagnare il mio glande. Se ne accorse divertita. ‘Poverino, non ne puoi proprio più, queste povere palline così piene’, quanto tempo &egrave che non le svuoti?’ ‘LO sai benissimo, sono 10 giorni, e sono tutte piene di sborrina per te!’ ‘Bravo piccolo, vedo che ti sono proprio mancata,

EVOLUZIONE

La nostra relazione era in continua evoluzione. Ogni nuova esperienza non era mai un punto di arrivo, ma un nuovo punto di partenza. Laura aveva apprezzato talmente tanto il fatto di farsi leccare lo sperma dalla vagina che la cosa prese nuovi sviluppi. ‘Vedo che stai prendendoci gusto a leccare la sborra dalla mia fighetta! Sai che mi fa impazzire come lo fai? Non ho ancora capito se mi eccito di più io o tu, ma una cosa la so, quando c’&egrave di mezzo la sborra me la lecchi in modo divino, meglio di quando me la lecchi a secco. Lo si capisce anche da come riempi la gabbia, il tuo cazzo sembra esplodere da quanto &egrave eccitato. Meno male che &egrave robusta, altrimenti la deformeresti tanta &egrave la pressione che eserciti con il tuo cazzo’. Mi sussurrava queste parole accomodata a cavalcioni sulla mia bocca, mentre mi faceva leccare il seme che avevo scaricato nella sua vagina. Nel frattempo mi massaggiava le palle stuzzicando con il polpastrello il mio glande congestionato. Ormai prediligeva scoparmi ancora ingabbiato, godendo dei miei orgasmi frustrati e non appaganti. Adorava portarmi alla soglia dell’orgasmo senza darmi soddisfazione, tenermi in quella sensazione di desiderio acceso, che mi stimolava ad eseguire al meglio il mio lavoro di pulizia con la bocca, speranzoso in una ricompensa che diventava sempre più rara.
Quella sera, sembrava che il mio intenso lavoro di lingua avesse avuto effetto, perché, Laura, aveva deciso di liberarmi, facendomi promettere di non venire. Lei, aveva già goduto 3 volte: grazie alla mia lingua in fase di preparazione, sfregandosi sul clitoride e scopando il mio cazzo ingabbiato, infine durante la mia opera di pulizia. A quel punto aveva deciso che mi ero meritato un po’ di ‘stretching al cazzo’. Mi aveva liberato dalla gabbia ed aveva cominciato a masturbarmi molto lentamente, ungendolo abbondantemente con del lubrificante, per farlo scivolare nelle sue mani senza un minimo attrito. Accentuava la pressione in fase di salita, allentando la presa in fase di discesa Questo le consentiva di prolungare all’infinito la mia sofferenza, dando al contempo a me, la sensazione di essere pieno fino al bordo. Mi sentivo esplodere, la sborra che avevo scaricato in lei (e che mi ero leccato fino all’ultima goccia), non mi aveva per niente appagato, in quanto, non c’era stato orgasmo e il mio cazzo rimaneva rigido come se nulla fosse avvenuto.
‘Vedo che ormai sei diventato un buon orsetto lavatore, che non fai più storie e mi ripulisci dalla sborra con gusto. C’&egrave una cosa che però non ho ancora capito, se &egrave la sborra che ti eccita o la situazione. Io vivo 2 condizioni contrastanti: amo quando mi lecchi la sborra dalla vagina, &egrave molto eccitante il pensiero di te che ingoi lo sperma, ha un che di perverso, ma amo anche vederti con le palle gonfie. Trovo che non ci sia niente di più eccitante di un cazzo in gabbia su due enormi palle piene di sborra pronte a scoppiare. La sola idea me la fa bagnare di nuovo, mi sento tutta un lago!’ La sua mano scorreva lenta, dalla base al glande, mentre con il medio mi titillava la punta scoperta del prepuzio, insinuandosi dentro al buchino, per poi scendere a strizzare le mie palle doloranti.
‘Sai, ci ho pensato a lungo e mi &egrave venuta un’idea che potrebbe permettermi di pigliare 2 piccioni con una fava. Io ti spiego la mia idea, ma la realizzeremo solo se tu sarai d’accordo.’
Laura si era stesa al mio fianco e mi guardava negli occhi seria. Solo le sue mani continuavano il loro movimento lento sul mio cazzo, poi si fermò stringendomi alla base delle palle.’ Ecco la mia idea, se, invece della tua, fosse quella di qualcun altro, la sborra che tu dovresti ripulirmi dalla figa? Come prenderesti la cosa? …’ La sua domanda a bruciapelo mi lasciò scioccato. Non mi aspettavo una proposta del genere. La guardai sorpreso e sbigottito, sopraffatto dal terrore che questa sua affermazione fosse il preludio ad una sua decisione di abbandonarmi per qualcun altro. Con un peso sullo stomaco e un senso di soffocamento che mi opprimeva, la guardai cercando di capire. Mi guardava scrutando le mie reazioni, tranquilla e sicura di se. Non riuscivo a capire. Ma come, lei così gelosa, che si agitava se mi vedeva anche solo scherzare con un’altra ragazza! Lei, la ragione per cui mi ero rinchiuso in una cintura di castità, veniva a propormi candidamente di diventare un cornuto consenziente, che oltretutto l’avrebbe servita ripulendo il piacere che qualche altro uomo le avrebbe dato?
‘Mi vuoi forse lasciare? Cos’&egrave un modo soft per chiudere la nostra relazione?’ le chiesi terrorizzato di ricevere una risposta affermativa.
‘No, assolutamente no, io ti amo ancora più di prima. Proprio per questo mi sono sentita libera di farti questa proposta. So che anche tu mi ami, e tanto. So quanto ti costi ridurti in castità per me, che la tua condizione &egrave un regalo del tuo amore per me, che &egrave il tuo modo di dimostrarmi quanto io sono più importante di te stesso nel tuo amore, mi sembra però di capire che tu cominci ad amare questo tuo donarti completamente a me, per farmi felice e per darmi piacere. Allora potrebbe essere giusto provare ad alzare l’asticella e accentuare questa forma di donazione che mi stai facendo. Mettere ulteriormente alla prova il tuo amore per dimostrarmi ancor di più quanto sia grande. Da parte mia, questa tua assoluta dedizione a me, sta facendo aumentare ancor di più il mio amore per te, perché &egrave un atto di condivisione spirituale molto elevato. Io potrei amare e scopare altri uomini, ma tu resteresti il solo e unico amore della mia vita. Nessuno potrebbe darmi più di te in senso spirituale. Anche se potrebbero darmelo da un punto di vista fisico ed emozionale, non potrebbero mai soppiantarti nel mio cuore. Potrei scopare con 1000 uomini, e con te non fare più sesso, ma solo tu resteresti il mio vero amore.’
Ero rimasto senza parole, avevo la testa in subbuglio. L’immagine di Laura che si faceva scopare da cazzi enormi davanti ai miei occhi mi sconvolgeva, ma al tempo stesso mi accorsi che mi stava anche eccitando. La risposta gli arrivò direttamente dal mio cazzo, che si irrigidì più di quanto già non lo fosse. ‘Non so come la vedi tu, ma lui, da come ha reagito, mi sembra d’accordo, e lui non mente mai.’ Mi fece notare con una risatina maliziosa’ ovviamente, tu, continuerai a restare rinchiuso in gabbia a mia completa disposizione’ Anzi, per avere le palle belle gonfie come piacciono a me, la godrai sempre meno. Vedrai che, comunque, non mancherò di eccitarti in continuazione. Anzi, sarai sempre più spesso in tiro, anche se’rinchiuso.’ Fu come una scossa che mi giunse al cervello. La mia eccitazione era al massimo, quasi che fossero le parole che avrei da sempre voluto sentire uscire dalla sua bocca. Le palle ed il cazzo mi facevano male tanto erano in tiro, e il mio cervello era in pappa. Il cuore mi pulsava a mille, mettendomi in una situazione di ansia e eccitazione come raramente mi era successo. Non risposi, ma fui costretto a supplicarla di rallentare in quanto ero prossimo ad esplodere. Era un’implicita accettazione del mio nuovo ruolo.
‘Poverino, non ne puoi più, ti sei eccitato talmente tanto all’idea di vedermi scopare da altri maschi e di leccare il succo del loro piacere, da non riuscire più a controllarti? Guarda, hai cominciato a colare’.’ Una goccia di precum aveva inumidito il mio glande, seguita un filo di liquido seminale. Laura interruppe per un attimo il movimento della mano e mi strinse alla base delle palle. Gemetti disperato. Erano 10 giorni che non mi concedeva un orgasmo completo, e anche se poco prima avevo scaricato il mio sperma nella sua vagina, l’averlo fatto rinchiuso in gabbia, non mi aveva per niente appagato. Avevo un bisogno disperato di soddisfare il mio piacere, ma Laura giocava abilmente con il mio cazzo a suo piacimento.
‘Sai, non sarà facile per me andare con altri uomini, non sono una puttana io, ma amo vedere la tua dedizione per me e il tuo farmi dono del frutto della tua castità, per questo ho bisogno del tuo sostegno e del tuo incoraggiamento. Così, per motivarti e al tempo stesso farmi motivare da te, ho deciso che non potrai avere nessun orgasmo fino a 2 giorni dopo che mi sarò fatta scopare da qualcun altro. In altre parole, dovrai aiutarmi nella scelta del soggetto adatto e nel creare le condizioni perché tutto questo avvenga.’
Ero sempre più smarrito, la mia eccitazione era alle stelle. Il mio cazzo si ergeva orgoglioso per tutti i suoi 13 cm. In quella condizione avrei fatto qualsiasi cosa per un orgasmo, e Laura l’aveva capito bene. Non mi imponeva nulla, ma sapeva che in quel momento non avrei potuto dirle di no. Lubrificò abbondantemente il mio cazzo e riprese con il movimento lento della mano. Era quasi mezz’ora che me lo menava ininterrottamente e con 10 giorni di astinenza alle spalle vi lascio immaginare in che condizione fossi. Le mie palle erano sempre più gonfie.
‘Bene, vedo che hai capito, si comincia da subito. Penso che per un po’ la tua sborrina dovrà restarsene dentro queste belle palline, le voglio vedere diventare enormi di desiderio, voglio vedertela uscire dagli occhi tanto sei pieno. Dovrai fare fatica a camminare con le palle così gonfie, ma sarà un regalo bellissimo per me. Per adesso lo rimettiamo in gabbia, poi ti occuperai della mia passerina, tutti questi discorsi mi hanno fatta eccitare e non sono io quella che non deve avere orgasmi’, anzi, dovrai darti da fare per me!’

Leave a Reply