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Racconti di Dominazione

Una padrona a Parigi

By 15 Aprile 2024No Comments

Ho cominciato a scherzare con la nuova collega con innocenti battutine un po’ equivoche. Una cosa tira l’altra e attraverso i messaggini di whatsup si è svelata la mia natura di sottomesso. Lei si è incuriosita e per un po’ è stata al gioco. Io i messaggi li dovevo cancellare spesso, altrimenti la mia ragazza si accorgeva e sarebbe stati problemi.
Dopo alcuni mesi questo gioco è diventato anche verbale, con battutine alla macchinetta del caffè, i soliti riferimenti sessuali sulle dimensioni del pisello. Dagli altri racconti sapete già che io sono poco dotato per davvero, ma finchè nessuno vede, ci si può scherzare.
Una sera, che ero in trasferta, quindi in un hotel, abbiamo chattato un po’ più intensamente, tanto da instaurare il gioco che io la chiamavo padrona e lei a me mi chiamava schiavo. Il gioco delle domande a cui rispondere per forza mi ha fatto confessare che il mio pisello era di soli 12 cm da eretto, che amavo essere deriso, che ero feticista e mi piaceva l’umiliazione degli sputi, della derisione, dell’umiliazione. Ho un debole per i piedi delle donne.
lei invece no, niente perversioni. Un fidanzato ben dotato, che la soddisfava. Io ho anche confessato che mi sentivo inadeguato, che non soddisfacevo di sicuro la mia ragazza, anche se lei non me lo faceva pesare. Lei però era curiosa e l’idea di un perdente come me l’intrigava. Inutile dirvi che finita la chat, umiliato com’ero stato a confessare le mie fantasie, mi sono masturbato fino a riempirmi i boxer.
Poi tranne le battutine, tutto come prima, niente più riferimenti a quella sera.
Passati dei mesi è venuto il momento di un’altra trasferta, una fiera a Parigi. Questa volta, Giulia sarebbe venuta anche lei alla fiera. Si trattava di due notti. La prima serata tutto bene, cena in centro, giro della città, e alle 11’00 in hotel. Io sono stato fortunato perché avevo una stanza con la sauna e la vasca idromassaggio, un puro colpo di fortuna. Appena l’ha saputo ha voluto vederla e mi si è presentata alla porta della mia camera. Per fortuna non mi ero ancora spogliato, ho pensato. Infatti appena aperto è entrata con la sua solita gentilezza professionale senza attendere che le dicessi di entrare. Ci siamo guardati negli occhi. Avevamo bevuto un po’, a sufficienza per osare scherzare.
“si accoglie così la tua padrona? schiavo mettiti in ginocchio subito”
Non credevo alle sue parole, dove voleva arrivare? Non me lo sono fatto ripetere, mi sono eccitato all’istante. Lo volevo anche io.
“non penserai mica di potermi avere, schiavetto, voglio solo divertirmi un po’. Ora accompagnami a quattro zampe fino alla sauna e vediamo com’è”
Io ho camminato a 4 zampe e le ho indicato la stanza. Ha atteso un po’ in silenzio, per poi darmi un ordine che mi ha fatto trasalire:
“bacia il pavimento dove cammino schiavo”
e così ho fatto. Mi piaceva molto quella situazione.
Si è poi fermata e guardandomi dall’alto al basso, raccogliendo i suoi lunghi capelli neri e lisci, si è concentrata facendo una piccola smorfia con la bocca e ha lasciato scivolare giù un fiocco schiumoso bianco di saliva che ha schioccato quando ha raggiunto il pavimento:
“leccalo schiavo”
“si padrona”
“bravo, ti piace il mio sputo vero? Ora sei uno schiavo e non puoi stare così vestito. Voglio che ti spogli nudo.”
“ma come? Ti spogli anche tu”
“ma cosa hai capito? io sono la padrona. Non mi vedrai mai nuda. E poi non faremo mai sesso. Mi voglio solo divertire a trattarti da schiavo. Se poi mi va magari mi tocco da sola. Su spogliati”
Mi sono tolto tutto tranne i boxer. Si vedeva appena il mio pisellino duro. E’ vero che mi ero confessato, ma quando lo avesse visto avrebbe avuto conferma.
“no no anche quelli, subito. Anzi no quelli li tolgo io”
Mi ha abbassato i boxer facendo un sorrisino. Io dalla vergogna mi sono diseccitato e il mio pisello è apparso davvero insignificante.
“allora è vero che ce lo hai piccolissimo. Non posso crederci. Toccatelo un po’ che voglio vederlo da duro. Guarda c’è un righello qui. Ecco bravo ora è duro. Vediamo. Bugiardo, è 10 cm non 12 come dicevi. Ora ti dovrò punire. Stai sempre in ginocchio. Ora devo fare pipì, aspettami fermo a quattro zampe”
Ho sentito il suono della sua pipì, eccitandomi sempre di più, ma non ho sentito lo sciacquone.
“oh mi sono dimenticata di tirare l’acqua. Vai tu schiavo”
Nel water c’era la sua pipì, ne sentivo l’odore e senza che se ne accorgesse ho baciato la tavoletta dove lei di sicuro aveva appoggiato le gambe nude. Non c’era la carta nel water, quindi non si era pulita, che strano.
“mi sono asciugata con la mano perchè non trovavo la carta. Schiavo leccami la mano subito”
Questa cosa mi ha mandato fuori di testa. La sua pipì non era del tutto amara come quella della mia ragazza. Ma mi mandava in estasi. Le ho leccato le dita. mi piaceva tantissimo. Lei rideva. Si è tolta le mutandine che erano ovviamente fradice e me le ha messe in bocca.
“non serve che parli, basta che obbedisci”
Si è seduta in una poltrona tipo poang ikea e ha chiuso gli occhi.
“Schiavo sono stanca. Abbiamo camminato tutto il giorno. Toglimi le scarpe. Ecco bravo. Anche i calzini. Non sono proprio profumati. ma a te non dà fastidio, anzi. Hai il pisellino coperto. Non si scappella tutto? che sfigato che sei. Scappellati con la mano”
Io ho cominciato a mugolare.
“Cosa c’è? dammi. togli un attimo”
“Ti prego padrona non posso, sono così eccitato che sbrodolerei immediatamente”
Mi ha rimesso le mutandine in bocca
“Ti svelo un segreto. Questo potere che ho su di te mi sta eccitando. Vieni qui avvicinati”
Mi ha dato un bacetto sulla guancia e velocemente con la mano mi ha scoperto il glande. Come prevedevo ho sentito subito che non sarei riuscito a trattenermi e dopo pochi secondo di sforzo immane ho sentito che stavo per venire. Senza pensarci mi sono richiuso la cappella e tenendo il prepuzio chiuso sono venuto tramando.
“Che fai?”
Ho mugolato per farmi togliere le mutandine di bocca.
“Scusa padrona non ho reistito”
“ma sei venuto?”
“eh sì. Mi spiace”
“a me non dispiace. E’ più per te che magari ora sei meno convinto. Togli subito la mano di lì”
“No padrona ti prego”
“ti do una sberla che ti lascio le cinque dita sul viso. Conto fino a tre. Togli subito la mano e non saprà mai niente nessuno”
Ho obbedito. Dalla punta del piesello mi è gocciolato giù tutto sul pavimento.
“Ma non ti vergoni? Capisco che la tua ragazza ti mette le corna. Ora non te la cavi così. Lecca tutto. Ora puoi scapellarti senza paura. Ma guarda cosa hai fatto, tutto sbrodolato senza neanche toccarti.
“Mi hai toccato tu”
“ti ho appena sfiorato. dai lecca. Gnam Gnam. Quasi quasi ti piace frocetto. Ora riprendiamo il discorso di prima. Comincia a leccarmi i piedi. Voglio un bel massaggio. Bravo”
Così le ho leccato bene i piedi. Mi piaceva così tanto che mi è di nuovo ritornato duro, ma non sensibile come prima, quindi riuscivo a tenerlo scoperto.
“vediamo un po’ bene questo pisellino. E’ davvero piccolo. Secondo me hai filetto qui un po’ corto, per questo sbrodoli subito. Ma mi eccita questa cosa. Così comando io. Intanto mica volevo scopare con te. Ora devi chiudere gli occhi perchè mi voglio toccare io. Anzi ti bendo. Ecco. fermo lì.”
Sentivo il rumore delle sue dita dentro di lei, la sentivo respirare forte. A pochi centimetri dal mio viso. Mi ha preso la testa e l’ha avvicinata a lei
“Non puoi leccarmela. non puoi baciarmela. Non puoi vederla. Ecco ora sto per venire. Non ti ho mai detto che io schizzo tantissimo”
Sono stato inondato da lei. è stato bellissimo. Tantissimo.
“Pulisci tutto qui a terra con la lingua schiavo. Ora andiamo a dormire. Dimenticati tutto e domani non ricorderai più nulla. Ridammi le mutandine. Vado. Non segarti. Ah domani mattina prima di colazione passo a salutarti”
Ho faticato a non toccarmi ma ci sono riuscito. La mattina prima di colazione è davvero venuta a salutarmi.
“Ho deciso di andare in bagno qui per non sporcare il mio”
E’ stata 10 minuti in bagno e poi è uscita per tornarsene nella sua stanza a lavarsi.
“Schiavetto non ho tirato lo sciacquone. Pensaci tu. pulisci bene ahahaha”.
E mi ha dato un bacetto. Mi ha aveva lasciato un bel regalino. Aveva fatto la cacca. Uno stronzo perfetto, Poggiato su un po di carta in fondo al water.

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FantaCSSFF

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