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Racconti di Dominazione

week end

By 13 Ottobre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

L’idea di passare un fine settimana intero con lui mi dava i brividi dalla gioia’.malgrado in alcuni attimi io fossi totalmente succube delle sue fantasie e perversioni, nei mesi il nostro rapporto era cresciuto notevolmente, fino a divenire praticamente ufficiale.
Eravamo ormai complementari l’uno per l’altra, il rispetto e la voglia di confronto erano divenuti fondamentali e sempre più spesso lui mi portava a parlare di una vita assieme’
La mia vita, tanto organizzata e composta nella normalità’eppure così priva di regole e limiti in un’intimità che all’apparenza era sempre meno mia, ma che mi aveva rapita dentro.
A volte, pensando a ciò a cui mi sottoponevo quando ero nuda, in suo possesso, avevo quasi un barlume di ribrezzo, sentendomi sfruttata e umiliata’poi però capivo che ogni cosa, seppur così apparentemente voluta da lui, era altrettanto voluta da me’
Pensavo e intanto preparavo la borsa per partire ricordando le sue parole ‘porta ciò che vuoi’è il nostro week end, lo sfrutteremo come piace a noi” .
Non avevo portato molto, un vestito, un jeanz e 2 maglie pesanti. Per l’intimo invece mi ero lasciata andare’avevo indossato sotto il vestito un completino nero di velo molto particolare’reggiseno e perizoma non erano del tutto indipendenti ma dall’uno e dall’altro partivano dei cordoni di raso che fasciavano il busto quasi a dare l’impressione che fossi legata.
Poi misi in borsa un baby doll e un altro completino più hard, con reggiseno che lasciava scoperti i seni e perizoma privo della stoffa nella zona più intima.
Mi fai uno squillo sul cellulare, chiudo tutto e ti raggiungo sotto casa mia.
Hai voluto togliere la cappotta della macchina, oggi c’è un bel sole ma l’aria è fresca’sto per obiettare ma lo vedo sorridere e infilare gli occhiali da sole’e non dico più nulla.
Alex ha una bella baita sui monti più prossimi alla nostra città. In questo periodo ancora la neve non cade ma strada facendo l’aria si fa sempre più pungente, forse anche perché il sole lentamente sta calando.
Arriviamo a X alle 18:30, ormai è buio ma guardandomi intorno resto comunque meravigliata dalla bellezza di quel posto.
La casa è immersa in un bel giardino e gli spazi sono notevolmente diversi da quelli della città. Non ci sono auto né voci a disturbare la quiete.

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‘qui si può evadere’ mi dici quasi intuendo i miei pensieri e da dietro mi cingi con un braccio e con le dita cerchi il mio capezzolo che al tatto e con il freddo non ha stentato ad indurirsi.
Entriamo e ci sistemiamo nella stanza, scendi e accendi il caminetto, poi riempi 2 bicchieri di vino e mi chiedi di mettermi in piedi di fronte a te. Sei in accappatoio e mi sorridi.
‘Ristabiliamo un po’ i ruoli, spogliati per me”
Mi sfilo lentamente i vestiti e resto fasciata nell’intimo di velo nero e decolté nere.
Mi fai mettere a quattro zampe e mi chiedi di gattonare per avere una visione più completa del mio corpo.
‘mi eccita tutto questo raso, sembri legata come una brava schiavetta’xò sono troppo larghi non trovi?’ e, senza attendere risposta ‘dai, togli tutto che rimediamo’
Tiri fuori dalla solita valigia nera delle corde molto lunghe e cominci a passarmele per tutto il corpo. I primi minuti sembra che tu stia avvolgendo inutilmente le funi intorno al mio corpo con scarsi risultati. Poi, quando ti fermi e mi intimi di restare immobile, in piedi con braccia e gambe divaricate, capisco che era stata solo una preparazione.
Cominci a tirare le funi più alte con entrambe le mani, le corde si stringono attorno ai mie seni e li stringono alle basi.
L’altra corda mi stringe il busto e si incunea tra le mie gambe come e sostituire il perizoma che indossavo prima. Con le dita faciliti il suo passaggio e fai in modo che si posizioni tra le grandi labbra e sfreghi il clitoride.
Strattoni tutte e 3 le corde e mi dai un sussulto.
Poi mi leghi strette le mani dietro la schiena e mi porti accanto alla valigia. Estrai due piccoli cappi legati da una cordicella. Applichi i cappi ai miei capezzoli e li stringi ‘ahi’ mi sfugge e tu rispondi con una sculacciata fortissima.
Agganci un’altra corda alla cordicella per usarla a mo di guinzaglio.
Un attimo dopo mi trascini fuori, al freddo pungente e mi fai fare il giro della casa. I capezzoli restano immobili sotto le morse ma il freddo acuisce il dolore. Ti seguo senza fiatare’.sono nuda al freddo col terrore che qualcuno possa vedermi. Le corde tra le mie gambe mi stimolano il clitoride e lentamente sento i miei umori cominciare a fuoriuscire.
Il mio corpo è percorso da brividi mentre ci riavviciniamo per entrare. Apri la porta, entri, fissi il guinzaglio ma mi lasci fuori. Chiudi la porta. Il modo in cui le corde sono bloccate dalla porta mi impediscono di muovermi, quindi sono costretta a restare in piedi li, al freddo.
‘se il tuo corpo si raffredda un po’ è meglio per quello che dobbiamo fare” mi dici da dietro la porta, quindi aspetto.
Dopo qualche minuto apri tiri il guinzaglio e mi riporti dentro. Mi prendi per i capelli e mi porti sul tavolino del salotto legandomi in modo da lasciare ben in mostra il mio culetto infreddolito.
Ti siedi dietro di me e velocemente mi liberi la parte inferiore dalle corde lasciando solo i miei seni ancora costretti.
Mi sculacci ferocemente con una paletta di legno fino a provocarmi un dolore continuo e bruciore su entrambe le natiche.
Poi mi divarichi di getto le gambe e inizi il tuo divertimento, una sferzata mi arriva diretta sulla figa, facendomi saltare. Poi un’altra e un’altra ancora.
‘basta per favore’ non riesco a trattenere.
La tua risposta mi gela ‘ma ti rendi conto di quello che dici? Basta? Credi che non sia abbastanza buono con te? Credi che dopo averti legata come un salame, avere il tuo culo e la tua figa a disposizione tutti sarebbero magnanimi come me?’. Poi ti fermi un attimo, infili velocemente 3 dita nella mia figa e continui ‘vedi…io ti do piacere, ti tratto come tu vuoi essere trattata, quindi non chiedere mai pietà e non dire mai basta, o sarò costretto a punirti”
Non avevi mai parlato di punizioni e in un certo senso la cosa mi mette ansia.
Mi liberi completamente dalle corde, togli i cappi dai capezzoli e vai in cucina, prendi altro vino e rientrato in salotto accendi la tv.
‘amore” ti dico.
‘basta Sara, se non stai al gioco non ha senso continuare, altrimenti, a questo punto avrei dovuto farti vedere chi conduce e chi ubbidisce’
‘Alex, sai che ti consento di fare tutto’è stato solo un momento..’
‘sei sicura?’
‘certo’
‘sei disposta a dimostrarmelo?’
‘si’
‘bene, allora, visto che io non voglio punirti, per questa volta farai tu una sorta di penitenza, però la prossima volta non la passi liscia’
Sorrido, già immagino che mi costringerai a succhiartelo per ore e ad ingoiare tutto, di solito la chiami ‘punizione’ scherzando.
Invece ti allontani un attimo e torni con spazzolino e dentifricio.
‘dovrai lavarti la bocca’
Non puoi davvero volere che mi lavi i denti’
Mi fai sedere sul tavolino e ti siedi di fronte a me.
Azioni lo spazzolino elettronico e me lo porgi
‘vai’
Lo prendo e un po’ allibita lo avvicino alla bocca
‘Ah ah’ma davvero credi che intenda questo?? Ma no cara, per bocca intendo la fonte delle tue perversioni’
Senza controbattere allargo le gambe e avvicino lo spazzolino, lo passo sulle grandi labbra, poi lo spingo all’interno della figa verso il clitoride, quando lo sfioro sussulto’tu mi aiuti allargandola e rendendo facile il passaggio.
‘ora inseriscilo dentro, scopati..’
Sollevo il bacino e mi penetro’mi rendo conto che mi piace eseguire i tuoi ordini mentre mi guardi. E poi, la vibrazione dell’oggetto è decisamente eccitante.
Mi fermi, riprendi lo spazzolino e lo cospargi di dentifricio.
‘stessi movimenti di prima, senza fiatare’
Eseguo, ma il bruciore della menta è subito fortissimo.
Quando mi penetro stavolta il piacere è vinto dal dolore’..
Tu sei di fronte a me’.ti masturbi guardandomi, capisco che stai per venire.
Mi chiedi di fermarmi e di aprire la bocca ma senza ingoiare. Mi vieni sulla lingua.
‘ora lo spazzolino lo voglio in bocca, passati la sborra ovunque’e poi raggiungimi in camera da letto”

Come al solito’.eseguo

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