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Racconti di Dominazione

Zabaione

By 13 Luglio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Notte.
Mi piace farlo di notte.
Lei lo sa già.
Sa che arriverò anche questa notte. Con la mia valigetta anonima. Sembro uno di quei killer professionisti dei film, quelli che hanno il fucile in una custodia da violino, che quando vengono inquadrati hanno in sottofondo la musica del violino, lenta, allusiva’Il manico del violino’.bello!! Non ci avevo mai pensato. Col ricciolo. E le chiavi per tirare le corde’fantastico, liscio e ruvido al tempo stesso.. Ah, mi eccita solo a pensarci!
Sì, avete capito bene. Mi piacciono gli oggetti, mi fanno eccitare. Mi piace usarli al posto del mio uccello su di lei. Lei è Stefania. A lei piace quanto a me.
Sa che arrivo quando è buio, è tardi. Le tiro via le lenzuola, la bendo, la imbavaglio e le lego mani e piedi al letto, ogni volta in posizione diversa. Lei è sempre nuda. Poi apro la valigetta. Non sa cosa ho preparato. Non può vedere, solo sentire, con corpo e col suo sesso che cosa ogni volta tiro fuori dalla valigetta.
Abbiamo iniziato con cosine innocenti. Verdure. Un vibratore. Una serie di pennarelli. Poi una chiave inglese’Stasera le ho procurato una chicca. E’ un attrezzo da cucina. E’ una frusta, di quelle per fare lo zabaione. So che d’ora in poi quando vi capiterà di mangiare lo zabaione ripenserete a quello che vi scrivo: visto? Siete un po’ come me anche voi’ in fondo le cose, gli oggetti vi eccitano.
Eccomi qui. Lei è legata. Ha le mani legate assieme sopra la testa. E i piedi legati assieme. Può girarsi di lato, con le ginocchia sollevate, oppure sulla schiena e allargare le ginocchia, con i piedi uniti.
Ecco qui il mio aggeggio. E’ di acciaio. E’ gelato. Glielo appoggio sul ventre facendole sentire il manico, dal quale sporge un anello. Ha un brivido. I capezzoli si irrigidiscono e si raggrinziscono. Scendo. Appoggio il manico e il suo anello tra le sue gambe chiuse. Le aggancio il clitoride, sul quale lei ha un piccolo piercing, con l’anello. Tiro, appena appena. Lei geme e il mio fallo inizia a montare su, diventando robusto ed eretto. Sento la pelle delle palle contrarsi, mentre il cazzo ormai diritto ha dei piccoli fremiti, che lo fanno appoggiare a più riprese contro il mio ventre. Ora sto muovendo insistentemente in cerchio il suo clitoride. I gemiti sono sempre più forti. Ha aperto le ginocchia e mi mostra la vulva. So che si sta bagnando, che i suoi liquidi hanno iniziato a formare un rivolo dentro di lei. Ecco, all’ingresso della vulva arriva un po’ di muco: è liscio, trasparente e filante. Ne prelevo un po’ con un dito, stando attento a non penetrarla. L’assaggio. Dolce e salato assieme, e tiepido. Delizioso.
Sgancio l’anello e le affondo il manico in vagina, mentre inizio a menarmi l’uccello furiosamente. Lei si inarca, come a voler far entrare l’attrezzo più a fondo. L’accontento. Spingo sempre più in fondo. Ora si lamenta, l’oggetto ha incontrato la resistenza dell’utero. Io insisto; mi piace provocarle un po’ di dolore: è come un’anticamera che la costringo a subire per pagare pegno. Il pegno del piacere. Muovo il manico in su e in giù. Non solo avanti e indietro. Mi eccita da morire il fatto che lei non ha ancora capito di cosa si tratta, non si aspetta quello che sto per fare, mentre mi masturbo osservando l’ingresso della sua vagina tra le grandi labbra farsi sempre più rosso, bagnato e bollente.
Di colpo estraggo il manico e le inserisco la parte larga della frusta. Nonostante le abbondantissime secrezioni e la forma ovale della parte larga faccio non poca fatica: effettivamente nel punto più largo il diametro della frusta è circa otto centimetri’.sta urlando come un’ossessa, si sente sfondata senza pietà. Le ho infilato di peggio per forma e dimensioni ma forse stavolta, chissà'”Mi fermo?” Scuote la testa: le piace farsi scarnificare la figa con il mio aggeggio, vuole gorderselo tutto quanto, la maiala! Sono eccitatissimo. Comincio a frullarle la frusta in corpo, spingendogliela in fondo e conferendo al manico un movimento circolare e rotatori insieme. LE STO FRULLANDO LA FIGA! Il mio glande comincia a bagnarsi di muco trasparente, Devo smettere di segarmi il cazzo se no non ce la farò ad aspettare il suo orgasmo. Sta per godere anche lei, lo vedo da come rovescia indietro la testa e spinge avanti le tette. La interrompo, non voglio che goda subito.
Adesso le estraggo leggermente la frusta. Le chiudo le ginocchia e la sdraio su un fianco. So che in questa posizione si sentirà ancor più invasa; torno a spingerle in fondo la frusta, lei mugola più forte. Intanto le massaggio il buchetto con le dita, lo inumidisco a dovere, usando il mio muco. Poi mi sdraio accanto a lei e la inculo con il mio membro, con un colpo secco. Anche se le ho infilato di tutto per romperle quel fantastico culetto, l’invasione improvvisa e profonda la fa sempre gemere e divincolare, muovendo deliziosamente le chiappe attorno alla mia verga che vi scompare del tutto. E’ una sensazione incredibile ogni volta sentire le pareti del suo intestino appena umide stringermi e fasciarmi il cazzo. E’ sconvolgente sentire oltre la sottile parete di carne la forma dell’altro oggetto che la sta sfondando. Ma è solo una preparazione.
Velocemente, molto velocemente sfilo la frusta e l’uccello dal suo corpo e la inculo con la frusta, facendo forza perché entri tutta. Lei sta urlando senza smettere e mentre l’aggeggio in metallo le dilania il buco del culo inizia a godere in maniera inarrestabile e incontenibile. Vedo la sua vagina aprirsi e chiudersi aritmicamente squassata dalle contrazioni dell’orgasmo che monta. Ho ripreso a segarmi e vengo con lunghi getti di sborra centrando la sua figa che ancora sbatacchia la sua apertura oscenamente spalancata. Il mio uccello è ancora duro.
Lei si ferma, come svenuta. Le estraggo la frusta, facendo piano. Le slego i piedi, le allargo le gambe. La penetro col mio membro. Il contatto con il mio uccello, come sempre la fa venire di nuovo, fortissimo. Sento le pareti della sua vagina bollenti e fredde insieme contrarsi spasmodicamente. Godo con lei, adesso, intensamente al ricordo di quanto le ho fatto fino a poco fa con il mio aggeggio.
Finito. Per stanotte è finito. L’ho slegata, le ho tolto il bavaglio e la benda. L’ho coperta con il lenzuolo. Non abbiamo scambiato nemmeno una parola. Dorme. Si è addormentata subito.
Fino alla prossima notte. Fino al prossimo aggeggio.

Qualcuno può dirmi dove trovare un violino a buon mercato?

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