Skip to main content
Racconti Erotici Lesbo

Adriana incontra Monica

By 13 Marzo 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Non sarei dovuta tornare a casa ma passandoci molto vicino durante i mie giri avevo deciso di salire per mangiare qualche cosa e rinfrescarmi, considerato che la giornata era molto calda. Appena entrata avevo poggiato all’ingresso il portatile, avevo gettata la borsa su una sedia e scalciati via i sandali, mi piaceva sentire il freddo del marmo sotto i piedi, andai subito in cucina, lavate le mani, affettai il pane e presi dal frigo del burro e una confezione di salame, mi accingevo a prepararmi un panino, quando sentii suonare al citofono
> ‘ Signora mi scusi, dovrei lasciare dei plichi all’architetto dell’interno 2 ma non mi risponde, posso lasciarli a lei per non tornare.
> ‘ Va bene salga l’aspetto
> Quando aprii la porta mi trovai davanti una donna della mia età non troppo alta, i capelli castani lisci ben curati, occhi di un verde abbagliante, il seno grande a stento trattenuto dalla leggera maglietta scollata che lasciava intravedere le grosse areole scure, portava due grosse scatole di campionari, le dissi di lasciarli sulla sedia all’ingresso, lei lo fece, poi con un sorriso mi chiese se poteva avere un bicchiere d’acqua, le dissi di venire in cucina, mentre la seguivo non potei non ammirare le sue forme, le cosce tornite e i glutei ben formati, le versai l’acqua e mentre gliela davo vidi che guardava il mio panino semipronto con sguardo avido.
Mi stavo preparando un panino ne vuole uno anche lei ?
Non vorrai arrecarle troppo disturbo, prima i pacchi, poi l’acqua adesso anche il panino.
Ma non &egrave nulla in fondo &egrave più piacevole mangiare in compagnia
Tagliai dell’altro pane, lo imburrai e lo imbottii con il salame, la feci sedere vicino al tavolo della cucina, glielo porsi con un tovagliolo di carta, presi il mio e mi appoggiai vicino al tavolo mangiando, intanto la osservavo, nel vedere le sue labbra i piccoli denti bianchissimi, la lingua rosea che guizzava fuori la bocca, un brivido mi percorse la schiena. La guardai con interesse, la gonna le era salita sulle ginocchia lasciandomi vedere l’inizio delle cosce bianche e invitanti, la maglietta ben riempita dal seno lasciava trasparire lo scuro delle areole e i capezzoli, non trattenuti da alcun reggiseno, risaltavano scuri contro la stoffa. I capelli le erano scivolati sul viso, nell’addentare il panino una ciocca le era andata sulle labbra, la scostò con un movimento grazioso della mano, continuò a mangiare, la ciocca ribelle riscese sulle labbra, stavolta fui più veloce di lei, le mie dita la sfiorarono, ebbi un tuffo al cuore quando la sentii sollevare la mano prendere la mia e stringerla sulla sua guancia, rimanemmo per un attimo così poi io come in trance mi chinai e posai le mie labbra sulle sue, erano fresche e dolci, le carezzai con lingua, lei le schiuse offrendomi la sua piccola lingua rosea, ci leccammo a vicenda poi il bacio divenne più violento, avevo posato il panino sul tavolo, le bocche si erano fuse e le lingua guizzavano come serpenti allacciandosi. La mia mano scivolò sul suo seno, il palmo aperto, sentii il capezzolo duro sotto le mie dita, lo strinsi, roteando la mano. Un brivido, sentii la sua mano fra le mie cosce, continuando a baciarci, mi accarezzava la pelle sensibile dell’interno della coscia, salì lentamente sino a toccare il bordo delle mutandine già umide.
Le nostre bocche si staccarono, ansimavamo tutte e due, gli occhi verdi erano magneticamente fissi sui miei, la presi per le braccia e la feci alzare, ci abbracciammo, automaticamente lei si tolse la maglietta e io mi strappai via la camicetta ed il reggiseno, rimasi ammaliata dai sui seni, grandi ma tonici, le aureole erano grandi e scuri, i capezzoli eccitati svettavano come grosse ciliegie rosse. Ci abbracciammo di nuovo, stavolta i seni si schiacciarono contro, i capezzoli si strofinarono fra di loro, sentivo i miei duri come pietre, quasi doloranti. Stingendoci l’una all’altra continuammo a baciarci, ora il nostro bacio era più profondo, un rivolo di saliva ci bagnava il viso, fra risucchi e linguate. Sentii le sue mani scivolare di nuovo fra le cosce, sollevare la gonna, le bocche si staccarono, mi fece voltare, mi poggiai al bancone della cucina, lei sollevò la gonna sulla schiena, sentii le sue mani leggere sulle natiche, poi la sua lingua che disegnava arabeschi sulla mia pelle, scostò le mutandine, le sue dita esplorarono i miei buchi segreti eccole, sull’ano, carezzarono in tondo lo sfintere, seguite dalla lingua avida, poi dentro la fica, anche qui la lingua le seguì, mi esplorò leccando dapprima le grandi labbra poi penetrandomi, la sentii piacevolmente dentro, eccola sul clito, mi chinai ancora di più e lei lo strinse fra le labbra, ero un fiume di umori che lei leccava, succhiava, bevevo, avrei voluto gridare il mio godimento invece mi morsi le nocche delle dita. Non ne potevo più volevo lei e lei voleva me, mi scostai la presi per mano.
Vieni, vieni qui con me
Ti trascinai fino in camera da letto, lungo il corridoio ci strappammo via gli ultimi indumenti. Sul letto avevo messo delle lenzuola azzurre, la feci sdraiare, il suo corpo bianco ed invitante risaltava in maniera stupenda. Mi sdraiai accanto a lei, ancora un lungo bacio, poi i nostri corpi scivolarono con naturalezza nella posizione che ambedue desideravamo, di fianco, il capo dell’una fra le cosce dell’altra e viceversa, le lingue già pronte a darci vicendevole piacere”.
Sentivo il calore del tuo corpo, il tuo respiro all’interno del mio sesso glabro che aspettava e quasi voleva risucchiare la tua lingua e come una morsa pulsava e cercava il contatto. Quando ciò avvenne fu quasi una scossa per me che risvegliata dalla tua lingua quasi mi richiamava tra le tue cosce che ammiravo con soddisfazione: inebriata dal tuo profumo assaporavo il tuo piacere e altrettanto ne riversavo io nelle tue dolci labbra.
Per maggiore soddisfazione mia e tua mi aiutai con le dita, quasi volessi rubarti il sesso e portarmelo via nei mie lunghi viaggi solitari, quasi a voler compagnia.
Un sospiro cadenzato aiutava a tenere un ritmo che forse non avrei voluto, forse volevo godere subito o forse cercavo sensazioni nuove: e tu intrducendo due dita nel mio ano mi feci quasi sobbalzare e allontanare per la sorpresa. Quella tua mossa, quell’introduzione nel mio ano (non certo vergine) mi fece risvegliare il desiderio di quella penetrazione un tempo proibita e quasi mai praticata da mio marito: così mi muovevo con il bacino alla ricerca delle tue dita e della tua lingua.
Avrei voluto renderti il piacere ma il mio egoismo nella ricerca del piacere mi impedì di frugare il tuo buchino: a un certo punto per soddisfare il mio piacere strinsi con le gambe e le cosce la tua testa sul mio sesso e muovendo il bacino cercavo di aggiungere qualche istante in più di piacere raggiunto il quale ti allagai la bocca e il viso e mi dedicai completamente a te.

Nota: Adriana o Adry45 &egrave stata una valida scrittrice che almeno a me piaceva e con cui ho avuto una breve corrispondenza nel 2007. Questo &egrave il nostro possibile incontro visto da lei .Il finale lascia porte aperte e infatti avevo tre o quattro soluzioni e tutte e realizzabili, per cui,se piacerà come storia, avrà un seguito che scriverò volentieri.

Leave a Reply