Skip to main content
Racconti Erotici Lesbo

Ho chiesto un favore e…

By 24 Giugno 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

sono passati quasi sei anni dalle storie precedenti e , nel frattempo, ho variato leggermente il mio primo lavoro, la vendita di mobili, e ho intrapreso, perch&egrave i soldi non bastano mai, un’attività aggiuntiva: questa mi porta a dover “indagare” e dover ottenere informazioni ,quali visure, certificati e altro, comunque cose che richiedono a volte oltre il tempo anche il denaro ( almeno da anticipare e a proprie spese).
Ma veniamo al sodo: siccome mi occorrevano delle informazioni fiscali su una persona e su internet erano vaghe, mi sono rivolta a un amico/conoscente ( il distinguo a seconda delle zone geografiche e gli usi e costumi &egrave obbligatorio) che ,quando avevo il negozio con Marco mio marito, avevo servito e gli avevamoarredato lo studio di rappresentanza e tutto il resto (tende , luci e scaffali). Mi ero rivolta a lui perch&egrave la di lui moglie, anche se a me cordialmente antipatica, era ed &egrave un pezzo grosso in una pubblica amministrazione ove si sa tutto di tutti ( se si vuole e con le dovute cautele: del tipo leggi e poi distruggi tutto e ancora IO NON TI HO DETTO NIENTE).
E così telefonai a Franco che mi disse che era in partenza ma che se volevo potevo andare da Claudia, sua moglie, a nome suo: e aggiunse che poi non c’erano problemi perch&egrave se un favore te lo può fare te lo fa: e aggiunse maliziosamente “ma perch&egrave non vieni con me e mi fai compagnia?”
Lasciai perdere e non abboccai ricordando come mi guardò quando andai per incassare i soldi della fattura e gli dissi , magari quando torni ci vediamo ok? e lui sì sì Monica ciao.
Chiudo la telefonata e mi reco nel suo ufficio, che si trova ai piani alti di uno stabile centrale: dopo aver fatto un po’ di anticamera si apre finalmente la porta e lei mi riceve con un sorriso e mi tocca una spalla accompagnadomi all’interno del suo megastudio: era proprio diventata un “pezzo grosso” in tutti sensi ; aveva 55 anni ben portati ed era più tettona di me e io la battevo forse solo nel culone ma credo “ai punti” e ..dipende anche dai giudici.
Esordì dicendo :Franco mi ha avvertita che avresti bisogno di me: sù dimmi cara che cosa posso fare per te?
e io di rimando ecco Claudia vedi mi serve sapere se “tizio &egrave vivo cosa sta facendo eccetera eccetera”
perch&egrave vedi io ho queste informazioni e le porsi un foglio.
Lei lo guardò e disse: ma queste sono informazioni di due anni fa? in due anni ne succedono di cose… ti chiamo io domani verso mezzogiorno va bene?
Mi accompagnò alla porta e ,con mia sorpresa mi accarezzò i capelli come se accarezzasse i capelli di una bambina e mi salutò ancora con un ” a presto”.
L’indomani mi ero anche quasi dimenticata della cosa, in quanto per me &egrave un lavoro secondario questo,
quando squillò il telefonino con un numero che sembrava quello di un centralino+l’interno quanto era lungo: risposi ed era Claudia che mi diceva che aveva quelle informazioni ,o meglio aveva cercato e voleva che farmi vedere ciò che aveva trovato: per cui mi disse : senti vieni a casa mia ,tanto sai dove abito, verso le 21. io che la trovavo antipatica e un po acida, le dissi : non posso venire da te in ufficio
che so dopopranzo? e lei no Monica sono cose riservate ed &egrave già molto che ne parliamo anche ora al telefono: se le vuoi aggiunse vieni da me alle 21 e prima no perch&egrave non ci sono. E chiuse il telefono.
Esclamai a voce alta “stronza” e una ragazza si girò e mi disse “tu e tua madre” e io lasciai perdere perch&egrave non volevo dare spiegazioni.
Mi recai comunque da lei puntuale: suonai e mi venne ad aprire : dopo che fui entrata mi invitò a togliermi la giacca e mi fece accomodare in cucina. Pensai ma per consegnarmi dei fogli e dirmi quello che mi dirà ci vuole tutto questo trambusto?
Mi mostrò i fogli e mi fece vedere i dati discordanti che aveva trovato, e , ovviamente, mi raccomandò di distruggere il tutto entro 24 ore: prendi appunti se vuoi ma getta via tutto.
Stavo per alzarmi quando mi bloccò con una mano il braccio invitandomi a stare seduta: vuoi restare con me a cena? Franco non c’&egrave e sono sola ti va? ci mangiamo una pizza perch&egrave non ho voglia di cucinare dai rimani. Mentre si allontanava per raggiungere il telefono disse a voce alta “margherita va bene?” e io le dissi sì sì benissimo.
Tornò e mi disse 10 minuti e sono quì calde calde.
Vieni mi disse ti faccio vedere una cosa: e mi guidò verso la camera da letto , aprì un cassetto del comò e mi fece vedere un vibratore e poi un’altro ancora di quelli che si legano intorno alla vita. Mi disse che Franco a volte sta via anche 10 o 15 giorni e lei,ormai da vent’anni li usa. Mi chiese se li usavo anch’io ma risposi di no, certo le dissi li conosco,li ho visti qando con Marco avevamo fatto dei viaggi all’estero eravamo entrati nei sexyshop ( perch&egrave tanto lì non ci conoscevano di persona e non avrebbero spettegolato).Suonò il campanello e lei disse ecco i viveri e mi disse vai in cucina che ti raggiungo subito.
arrivò subito dopo e preparò il tavolo e mangiammo con piacere le gustose margherite.
terminato il tutto mi chiese se volevo il caff&egrave ( tanto c’&egrave la macchinetta con le cialde) e dissi di sì:
mentre sorseggiavo il caff&egrave le dissi :come posso sdebitarmi con te? sai sono ancora nel campo dei mobili e questo &egrave un secondo lavoro …i soldi non bastano mai.
E lei mi disse: appunto conservateli Monica e vieni in camera così ti spiego come puoi sdebitarti con Claudia.
Mi prese per mano e tornammo in camera da letto: la seguii come una bambina quando &egrave tenuta per mano dalla mamma.
Mi fece sedere sul letto e cominciò a sbottonarmi la camicia e , dopo avermela tolta si tolse anche lei la felpa mostrando due seni da paura ( per me che ho una quarta) lei aveva almeno una quinta abbondante. si tolse il reggiseno liberando quello che tanti uomini chiamano “grazia di dio” e io feci altrettanto: mi invitò a togliermi anche il resto, così mi sfilai le calze mentre lei rapidamente si era già liberata della canadese e delle mutande, mostrandomi così un pube quasi del tutto rasato e un sedere con cui, in una ipotetica gara a chi lo ha grosso, avrei dovuto fare i conti.
quando anch’io fui nuda lei venne e mi toccò le cosce all’interno procurandomi dei brividi molto piacevoli:erano anni che non venivo toccata da una donna e soprattutto perch&egrave in precedenza vi ero stata costretta: ora , &egrave vero che in parte lo ero, ma ero anche io che lo volevo anche se non sapevo ancora che piega avrebbe preso la serata.
Cominciai a capirlo quando lei riprese dal cassetto i vibratori e uno , bello consistente ( non so dirvi i cm di lunghezza o di spessore) e più grande di un cazzo vero, e lo infilò pian piano ma con decisione all’interno della propria figa depilata: si vedeva che faticava ad entrare , sia per la lentezza dei movimenti e sia per l’espressione un po’ sofferente del suo viso.
Ma alla fine riuscì nell’impresa e, sedutasi nel letto a gambe larghe, mi invito a muoverglielo io e a leccare il clitoride: lo feci e nelllo stesso tempo lei mi toccava i seni e mi accarezzava: nessuno lo aveva mai fatto o meglio nessuno mi aveva accarezzato in quel modo, quasi con amore.
quando mi inondò la bocca con il liquido del suo piacere mi strinse a s&egrave e mi baciò in bocca riprendedosi un po dei succhi che io ,con sapienza ma anche con naturalezza le avevo appena portato via dalla figa.
Dopo si tolse il grosso vibratore dalla vagina e mi fece mettere a pancia in giù sul letto e allargandomi i grossi glutei inziò a leccarmi i due buchini uno dei quali , per mia fortuna, erano anni che non veniva più usato , n&egrave da uomo n&egrave da donna. li leccava procurandomi piaceri che manifestavo con leggeri sospiri e gemiti, dei continui ah ah ah ah : lei a un certo punto si adagiò sulla mia schiena e così potei sentire il “peso del suo grosso seno” e i duri capezzoli induriti che si sfregavano su di me.
aprì un cassetto del comò e prese l’altro vibratore che avevo visto in precedenza e se lo legò velocemente alla vita, per non farmi perdere l’eccitazione, e poi lo guidò nella mia figa che non aspettava altro che di essere presa da quel grosso arnese: uno scatto in avanti mi fece ricordare che le dimensioni “del coso” non erano usuali a quelli degli uomini che mi avevano posseduta in passato ma una spinta di Claudia unita al suo peso vinse ogni resistenza e il ahhhhhhhhhhh fu di dolore e non di piacere: cominciò a muoversi dietro di me come un uomo con una donna e furono almeno una decina di ah ah ah che uscirono a fatica dalla mia gola: uscì dalla mia figa e mi fece girare e mi mise come lei prima a gambe larghe e , preso l’altro vibratore, me lo porse dicendomi:infilatelo e toccati come hai fatto con me:e ubbidii e provai pian piano piacere anche da sola: non lo avevo mai fatto per me sola, per me stessa , ma capii che ne valeva la pena e che mi ero persa, nei miei 44 anni qualcosa di bello da fare.
lei si sedette sul letto e si avvicinò alle mie labbra baciandomi e poi, ponendosi dritta mi invitò a prendere in bocca il grosso vibratore che aveva legato alla vita: aprii la bocca e a stento e fatica entrò.
sentii il mio sapore nella mia bocca, nella lingua, una sensazione strana e nuova ma piacevole: sapevo cosa voleva dire leccare e succhiare un cazzo o una figa ,ma sentire il proprio sapore beh era diverso.
dopo questo succhiare venni allorch&egrave lei mi ricambiò il favore e si mise a leccare e stimolare il mio clitoride: pensai fosse finita ma mi disse: hai bel culone ma ilbuchino &egrave stretto, e poi disse ancora, sai quante volte ho fantasticato di prendertelo sia io che Franco: non sai quanto gli tira il cazzo quando gli dico, pensa se invece di me stessi facendo il culo a quella dei mobili ( scusa perch&egrave fino a ieri non ricordavo il tuo nome me lo ha ricordato Franco che, come vedi non ti ha mai dimenticata): mettiti a bordo del letto a pancia in giù come prima e poi se ti va mi metterò anche io così come te e avrai il piacere di incularmi anche tu , ti va l’idea: sì sì se proprio devo subire anche questo…
e lei mi disse: quelle informazioni non valgono forse così tanto? non sono scema Monica
e cosi mi piazzai come voleva lei ma…un impulso a scappare mi guidò verso l’uscita della stanza e raccatai i vestiti e corsi verso la porta di casa quando una voce mi sorprese e due mani fermarono la fuga: dove credi di andare belloccia? fermati ! era una voce femminile:
Martina &egrave mia sorella sai , disse Claudia , e viene quì a dormire con me tutte le volte o quasi che Franco parte ed &egrave via.
Ho visto quasi tutta la serata ci disse e lavorate bene, anche lei Monica non &egrave male : su torniamo di là:
si spogliò anche lei e mise in mostra un po di forme , meno della sorella ma sempre appettibili : si mise a gambe larghe sul letto e, prese con decisione la mia testa e si fece leccare: la sorella era un angelo in confronto quanto a delicatezza e passione: ma ormai, ripensandoci , potevo anche stare ferma li col culone all’aria e pronta al martirio: infatti Claudia che era dietro di me , cominciò la preparazione con maestria e slinguettò a lungo il buchino stimolandolo a dovere: fece come fanno a volte i maschi e ci mise anche un bel po di saliva: avvicinò quindi il grosso vibratore e allargò ancora le grosse chiappe aiutata anche da Martina che spingeva muovendosi di continuo il suo sesso contro la mia bocca e quasi mi soffocava: ecco che arrivava la penetrazione che non avrei mai immaginato subire: ahhhhhhh
ahhh uscirono lo stesso dalla mia gola anche se filtrate dal sesso bagnato di Martina. Ma non era finita perch&egrave Claudia ci provava gusto ed entrava e uscivada col vibratore proprio per volermelo martoriare
il culone: le mie sofferenze sembravano finite quando Martina venne tra le mie labbra, forse perch&egrave la leccai bene o frose perch&egrave compiaciuta nel vedermi aperta in due dalla sorella: disse infatti a Claudia e adesso tocca a me aprirla un pochino: e preso il vibratore alla sorella si piazzò dietro e trovò la strada un po aperta ma io ero sempre dolorante: mi disse Martina : “toccati stupida ” anzi disse a Claudia dai leccale un po la passera sù che aspetti: e mentre Martina mi prendeva come un uomo , strizzandomi il seno e facendomi urlare, Claudia da sotto cercava il mio clitoride e ora lo trovava e ora lo perdeva, perch&egrave la sorella mi stava “sbattendo con violenza”: soddisfatta delle sue perfromances Martina si tolse la cintura del vibratore che abbandonò però nel nio deretano ormai slargato dalle due penetrazioni.
Trovai il coraggio di togliermelo e ,con mia sorpesa mi raggiunse un ceffone da parte di Martina che mi disse: cosa fai scema?
ma subito intervenne Claudia che la rimproverò dicendole: non sai chi &egrave n&egrave perch&egrave &egrave quì chiedile scusa.
e Martina si scusò e mi venne, incredibile!, ad abbracciare e baciare: scusa ma sai noi a volte giochiamo a giochi strani ecco… e disse ancora senti se vuoi inculami tu ok? lo hai mai fatto ?
no ma oggi non mi va vorrei andare via: Claudia noi siamo pari vero?
Certo Monica siamo pari .
E me ne andai in bagno a rivestirmi e mentre chiudevo dietro di me la porta sentii Claudia che diceva alla sorella : stronza!

Leave a Reply