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Racconti Erotici Lesbo

il numero

By 5 Maggio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Se quel dannato fruttivendolo non si sbriga a portarmi olive, capperi e prezzemolo, non riuscirò mai a farcire il tacchino in tempo per la festa di Natale di domani.



Ho talmente tante cose da fare che mi manca solo il suo superfluo e inutile ritardo.



Non vedo l’ora che sia domani: io adoro il Natale: la casa &egrave tutta addobbata, con tanto di lenzuola rosse. Ho messo anche le luci intorno alla casa.



Eh, se non ci pensa una donna a queste cose’



Chissà se in paese l’hanno notato.



Beh, lo scoprirò domani alla messa, quando si stabilirà chi ha addobbato meglio.





Ora che Filippo &egrave a scuola e Arturo in ufficio, posso finalmente dedicarmi all’impacchettamento dei loro regali. Speriamo di aver preso abbastanza carta per impacchettare la bici di Filippo. Potrei impacchettarla tutta e lasciar fuori solo il campanello. Del resto, sfido davvero chiunque a regalare una bici senza non farla sembrare tale.





Ecco &egrave suonato il timer: ho preparato tanto di quel pane in questi giorni che potrei tranquillamente fare concorrenza al Mulino Bianco. Fare il pane mi ha sempre divertita: quello che non mi divertirà per nulla sarà la cena di domani con i miei suoceri. Quella vecchia strega non perderà sicuramente l’occasione per commentare il completo che ho regalato ad Arturo. Già la sento: userà le sue solite espressioni da Perpetua, e concluderà la scenetta con un bel segno della croce, non appena le dirò quanto mi &egrave costato. Quella donna deve aver concepito mio marito senza aver compiuto peccato. Peccato”






‘Consuelo, cara, potrebbe gentilmente portarmi quella e-mail di aggiornamento che le ho chiesto di scrivere questa mattina? Sì, quella da mandare all’avvocato Granado, circa la causa di risarcimento. Ah, e già che c’&egrave, mi porterebbe per favore anche il fascicolo contenente la causa Scotti contro Ratti? Poi le prometto di lasciarla libera presto, così potrà ultimare i suoi acquisti natalizi.



No: non la cartella azzurra. L’altra!



Ecco: benissimo, grazie.



L’aspetto nel mio ufficio.’






‘Bene: finalmente ho finito di impacchettare tutti i miei regali. Sono un efficientissimo aiutante di babbo natale. Ora devo solo terminare questo benedetto tacchino e poi posso rilassarmi. Nel pomeriggio magari potrei prendermi un th&egrave, e sentire un po’ quali sviluppi amorosi ha da raccontarmi Benedetta. Quella ragazza &egrave talmente bella e affascinante che può avere ogni uomo che vuole. Sono arrivata al punto che ormai non le chiedo nemmeno come si chiamano”






‘Consuelo! Vieni subito nel mio ufficio! Ora!



Indovina un po’ cosa ho trovato nella mail che mi hai portato poco fa?



Esatto. Ci sono ben tre errori. Non uno, non due: tre. Ti rendi conto?



Per tua fortuna non l’ho inviata. Ma tu credi forse di lavorare in uno studio legale di serie C?



No, appunto. Muoviti. Ti sto aspettando.



Chiuditi la porta alle spalle quando entri.



No: non ho detto a chiave.



Bene. Ora vieni al centro della stanza, dove sono io.



Cosa c’&egrave ai miei piedi?



Chi ti ha detto di venire al centro della stanza camminando? Giù! In ginocchio!



Allora cosa c’&egrave ai miei piedi?



La mail, brava. Con tre cerchi rossi. I tuoi imperdonabili errori.



Vieni più vicino e tirati su quella gonna. Stai attenta, Consuelo, non farmi vedere le tue inutili


mutande. Ora blocca la gonna con l’elastico della tua stupida biancheria.



E inizia a leggere. Ad alta voce.



No! Comincia dalla data.



Che giorno sarebbe oggi? Chi lavora secondo te, Consuelo, il 25 dicembre?



– Prima sculacciata.



Molto bene. Ora che sappiamo che &egrave il 24, vai avanti. Anzi ricomincia.



– Seconda sculacciata.



Chi sarebbe l’avvocato Granano, scusa? Ero proprio convinto che la mail fosse per l’avvocato Granado. O vuoi dire che sono io che mi sbaglio?’


– Terza sculacciata.






‘Suonano alla porta: sia lode al fruttivendolo, che, tra le altre cose, &egrave anche un bell’uomo. Peccato che non abbia nessuna intenzione di flirtare con me. Io ammicco e con alterigia gli sculetto davanti, facendogli strada in corridoio, ma lui non da segni d’interesse.



Peggio per lui. Certo, mi avrebbe fatto piacere: oltre che efficiente mi sarei sentita anche super sexy. Una donna perfetta, direi.



Vabb&egrave, ancora un’ora di questo inferno e poi arriva Be per il the”






‘Ricomincia. Dall’inizio ti ho detto!



– Quarta sculacciata.



Consuelo! Devo dubitare del tuo curriculum? Non hai fatto le elementari? Hai qualche strano problema di dislessia di cui non mi hai informato? Quante zeta ci sono nella parola ‘informazioni’? Una! Brava. E perché qui ce ne sono due?



– Quinta sculacciata



Non ci sono giustificazioni per i tre imperdonabili errori presenti nella prima parte. Ora prenda immediatamente la mail. Senza mani. La metta sulla mia scrivania, a sinistra, sopra le altre con i segni rossi.



E non la stropicci tutta di saliva, come le altre.



Riprenda un aspetto decente e torni al suo posto.’






‘Benedetta, tesoro! Evviva una persona, finalmente! &egrave tutto il giorno che non faccio altro che preparare, preparare, preparare. Ti rendi conto? Guarda come sono ridotta’



No, lo splendore sei tu, come sempre. E, come sempre, sei adorabilmente originale, vestita così di nero, quando tutti indossano il rosso.



Ma, scusami, sei dimagrita di nuovo? Ah, capisco’&egrave il tuo nuovo amante che ti sta dando da fare. Raccontami tutto.



Intanto sai cosa potrei fare? Ti scoccia se mi preparo un bagno d’acqua calda?



Ho proprio voglia di rilassarmi un po’. Tu mi racconti, io mi fingo interessata, e intanto mi distendo.





Belle vero le candele nuove?



Sapevo che ti sarebbero piaciute.



Sì, anche io avrei preferito rosa, però, sai &egrave Natale’



Mi dai per favore una mano a slacciarmi la zip? Ho le braccia talmente indolenzite che non riesco a muoverle. Così, mentre mi sfili il vestito prendi nota se ti sembro ingrassata.



Non ho preso neanche un etto? Dici?



Eppure a me sembra che le mie coscie non siano mai state così’



Il vestito di prima non &egrave mai stato così aderente.



Secondo me tu mi dici che sono bella per abitudine’



Sì, lo so che non &egrave vero.



Ma dai raccontami, che muoio di curiosità. Intanto mi infilo nella vasca.



Dopo la cena dove ti ha portato?



Adoro quel locale.



E avete cominciato a pomiciare come gli adolescenti sui divanetti?



Non riesci mai a evitarle queste scene, vero?



No, ti prego. Non mi dire che gliel’hai succhiato.



Come hai fatto a non farti vedere?



Ah, ok, non te ne importava.



E come ce l’ha?



Come sarebbe a dire normale?



Ti ci stava tutto in bocca?



Allora no, tesoro, non &egrave nella norma.



Hai fatto quel trucchetto che ti ho detto io, di metterti a succhiargli solo la punta, finch&egrave lui non ti spinge la testa?



E l’ha fatto?



Lo sapevo, ne ero matematicamente sicura.



Vedi che la tua amichetta ti da sempre i consigli giusti?



Roba da cronometro. Lo devi fare solo quando hai poco tempo.



Far prendere a loro in mano la situazione gli dà quel retrogusto di potere, che li fa rilasciare il superfluo.



Beh, visto che sei stata tutto il giorno a rilassarti, dopo le fatiche di ieri, cosa ne diresti di lavarmi la schiena? &egrave tanto che non mi lavi più.


Va bene, d’accordo, mi siedo sul bordo della vasca così non ti bagno la manica del vestito.


Ah, adoro quando qualcuno si prende cura di me. Che bello.


Sento tutti i muscoli della schiena che si rilassano.


Accipicchia, sei diventata proprio forte che ogni volta che mi passi sulle scapole mi spingi in avanti.



Oh, grazie, anche le braccia, sì.



Ma sei sicura di averne voglia?



Aspetta: se tiro su le braccia fai meno fatica.



Sembro wonder woman prima di volare.



Mi lavi anche davanti? Che carina”






‘Signorina, sono le cinque.



Venga da me che le impartisco i compiti per questi giorni di festa. E non si dimentichi di portarmi la mia racchetta da ping pong.



Chiuda la porta, Consuelo.



Bene. Ora si metta con la pancia sulla scrivania. Si tiri su la gonna, ma non osi farmi vedere i suoi disgustosi slip, e allarghi le gambe. Ora, mentre la sculaccio, lei prenda nota dei suoi doveri.



– Prima racchettata.



Domani dovrà vestirsi in ginocchio. Le suggerisco quindi di mettersi la gonna.



– Seconda racchettata.



A pranzo dovrà mangiare solo cose verdi.



No. Non mi interessa cosa. Ho detto verdi. Chiaro?



– Terza racchettata.



Dovrà scartare solo il quinto regalo e se ne avrà meno di cinque non li aprirà fino alla sera.



– Quarta racchettata.



Dovrà andare a letto entro le nove.



E non si dimentichi di spogliarsi in ginocchio.’



– Quinta racchettata.






‘Dai, lo sai che soffro il solletico: vai veloce sulle ascelle.



Si dai no va bene: sto ferma.



Guarda che brava, sono immobile.



Esatto: sono proprio brava.



Come ti sembra il seno, dopo l’allattamento?



&egrave ancora pieno, vero? E rotondo?



Hai sempre fatto fatica a prenderlo tutto con una mano.



Hai le mani piccole, per essere così alta. &egrave l’unica parte sproporzionata del tuo corpo.



Hai visto che ho mantenuto la promessa che non si sarebbe rovinato?



Mmm, che bello quando lo schiacci tra le mani e unisci i seni.



Ecco. Hai visto? Hai fatto troppo forte, mi dispiace, ed &egrave schizzato un po’ di sapone sul tuo bel vestitino.



Cosa vuoi fare? Io non rischierei di bagnarlo tutto, no?



Beh, vedo che piace ancora far scorrere i miei capezzoli sulle tue dita. Vuol dire che il mio seno non si &egrave rovinato.



Mmm’



D’accordo, mi giro così me le puoi guardare meglio.



Non ti stanchi mai di stringertele tra le mani e di tirarmi i capezzoli.



Puoi fare anche più forte, sai? Sono a prova di allattamento.



Ahi!



Ecco adesso mi sono bagnata.



Sì, già da prima. Ma adesso di più.



Mi toccherà rientrare nella vasca.



Come no?



Ma no dai Be non stare lì a’



Ma no, dai lascia.



Mmm, che bella lingua che hai.



Si dai ti prego, facciamo quel gioco che mentre mi lecchi e mi succhi, giochi a mettermi piano un dito alla volta e io devo indovinare a quanto stiamo.



Ahhh… Lo prendo per un sì, allora’



Aspetta che allargo meglio le gambe.



Ecco così brava, dai succhiami.



Leccami tutta.



Mi piace sentire quel tuo ditino in perlustrazione che sembra perso alla ricerca di un posto sicuro. Siamo a quota due, vero?



Ecco adoro quando fai quel movimento di pressione verso l’alto.



Sì, così.



Sì mi hai fatto bagnare un sacco. E se continui così’



Tre. Non penserai mica che solo perché ho fatto figli ora non senta niente?



E adesso ancora uno.



Come ho sbagliato?



Tre, ancora?



Adesso quattro.



Brava continua così con la lingua.



Non provarci nemmeno a smettere.



E adesso direi cinque’ah’



Sì, mi piace quando mi riempi con tutta la mano.



La sento dentro che si sta chiudendo e aprendo.



Immagino che ora si vedrà soltanto il polso.



Fai piano.



Aspetta. Fammi bagnare ancora un po’ e continua a leccarmi.



Ehi ma cosa stai facendo con l’altra mano?



No ti prego no’lo sai che così vengo subito’



Anche un dito li dentro?



Come siamo già a due?



Ah no, però il terzo lo sento.



Mi sento tutta tirare. Sì, brava muovile insieme.



Nessuno mi riempie come te.



Temo proprio di venire.



Come sarebbe a dire: no, non posso?



Ti prego, ti prego. Ti prego, non smettere, fammi, sì, sto per venire’



Sì, la lecchi meglio tu di mio marito.



No, non c’entra proprio niente. Mi piace di più farlo con te.



No, ti prego un quarto dito non ce la faccio.



Ecco sto’Ahhhh”






‘Adesso, mentre io volterò la faccia dall’altra parte, lei si leverà le sue inutili mutande e mi farà vedere il rosso del suo culo in fiamme.



Ecco, da brava, si allarghi un po’ le labbra in modo che io possa vedere bene tutti e due i buchi.



Bene, almeno vedo che si &egrave depilata.



Ora me lo prendo in mano e inizio a toccarmi.



Mmm, se avrà la pazienza di attendere le metterò qualcosa di lenitivo sul suo bel culetto in fiamme.



Ecco: allarghi ancora un po’ le natiche.



Di più. Fa male? Allora un po’ di più. Così.



Si vede che quel buchino non ha mai assaggiato quello che io ho qui tra le mani.



Quello che sente muoversi vicino al suo culo.



Quello che sto toccandomi.



La sente la mia mano che va su e giù. Ahh’



Ho una ragionevole esperienza per pensare che il suo culo non resterà così a lungo.



Le ho detto: larghe le natiche.



Per sua fortuna ho una mano libera per afferrargliene una.



Sì ha decisamente un buco dove qualcuno starebbe stretto.



Ahh’



Tenga le mani ferme sulla scrivania.



Ma, cosa sta facendo? Sta colando?



Non osi sporcarmi il tappeto.



Non capisco perché mi debba sempre far arrabb’



Ahhh.



Ecco.



Ora si spalmi tutto dove le brucia e mentre io mi ricompongo, si rimetta a posto anche lei.



Su, su, non faccia quella faccia’ha visto che la lascio andare prima delle sei?


Così può finire i suoi acquisti.




Può andare.



Ah, aspetti. Ho un pensiero per lei da parte di mia moglie.



Tante care cose. Buon Natale.’






‘Be, ti prego fai in fretta’



Sono stata troppo tempo a leccarti e non mi sono resa conto di quanto fosse tardi.



Adoro vederti depilata.



Sembra di farlo con una bambina. La mia lingua si perde in tutto questo rosa, e io non riesco a trattenere la sete.



Hai proprio un buon sapore. Sai di fragole e panna.



Mi piace quando ti metti a fare questi gridolini.



Non urlare, Be. Sennò smetto’



No: non intendo stringerti di meno i capezzoli.



Già sono piccoli e mi pare doveroso considerarli un po’, strizzandoli.



Ti piace? Lo so, sai? Hai visto che non ho perso la memoria?



Ecco da brava muoviti così sulla mia mano.



Va bene faccio più forte.



Così ti piace? Ancora più forte? Non ti farò male? Ancora più forte?



Sì, ancora.



Stai per venire. Lo sai che lo sento.



Dai brava, vieni.



Siediti sopra la mia faccia che non voglio perdermi neanche una goccia.





Ora di corsa.



Ti devo salutare, che mio marito arriverà a momenti.



Prima di uscire, passa sotto l’albero: c’&egrave un pacchetto nero con un fiocco rosso. &egrave per te.



Tante care cose. Buon Natale.’





Domande? Commenti? Scrivimi: pu.pa@hotmail.it

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