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Racconti Erotici Lesbo

Incontro dal parrucchiere

By 4 Ottobre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

La storia con Paola andò avanti per molto tempo, cercavamo di vederci in ogni occasione, non sempre era facile vederci a casa di una o dell’altra allora la nostra alcova era la mia piccola Smart, e su quei sedili abbiamo vissuto momenti indimenticabili ma purtroppo scomodi, gli incontri più belli li passavamo a casa, quando una delle rimaneva sola. Ci spogliavamo di tutti gli abiti subito per non perdere tempo, poi ci abbracciavamo e ci perdevamo in lunghi e appassionanti baci, le lingue avide l’una dell’altra mentre le mani esploravano i nostri corpi. Era sempre Paola a prendere l’iniziativa, la sua bocca lasciava la mia e scivolava lungo il mio corpo, leccava e mordeva i miei capezzoli mentre la mano aperta si insinuava fra le mie cosce, spingeva il palmo della mano contro le mie labbra che si gonfiavano per l’eccitazione, era una carezza rotatoria, senza alcuna penetrazione ma era stupenda. La bocca lasciava le mie tette quando i capezzoli erano così turgidi che mi facevano male, mi leccava il ventre e scendeva al pube, lentamente il suo corpo si sovrapponeva al mio, la testa fra le cosce che io aprivo alla sua bocca, il suo ventre sul mio viso, la fica bagnata spinta a forza contro la mia bocca. Istintivamente la mia lingua si infilava dentro la sua fica, ripeteva quel che lei faceva dentro di me, le mie dita carezzavano le sue due aperture, mentre la sua lingua stuzzicava il mio clitoride ed il suo dito indice penetrava nel mio sfintere sino in fondo, quello era il momento i cui sentivo i primi tremiti dell’orgasmo, la stimolazione del dito nel mio intestino era intensa ma la sua lingua era una meraviglia, staccavo le labbra dalla dolcezza della fica e emettevo gridolini sempre più forti. Io era sempre la prima a godere, inarcavo il ventre spingendolo contro il suo viso gridando la mia gioia mentre tutto il mio corpo era scosso da un fremito violento, poi era lei a godere ma senza emettere suoni, solo spingendo le dita nel mio corpo in maniera più violenta e inarcando anche lei le reni in un movimento a singhiozzo. Dopo quei momenti inebrianti rimanevamo l’una accanto all’altra respirando affannosamente e carezzandoci il corpo con movimenti languidi. Ma volevo provare esperienze diverse, ormai la mia natura si era svelata, guardavo le donne con sguardo diverso, quando una donna mi interessava la guardavo sfacciatamente, immaginando il corpo nudo e le mie mani che lo carezzavano, in molti casi le persone che guardavo in quella maniera volgevano il viso altrove imbarazzate, in altri sembravano interessate a me ma poi risultavano sforzi inutili fino a quando dal parrucchiere mi ritrovai seduta vicina una donna sui quarant’anni, ai miei occhi bellissima, indossava una gonna che le lasciava scoperte le ginocchia e quando accavallava le gambe delle stupende cosce abbronzate e tornite, la maglietta fasciava un seno abbondante ed eretto, ai miei sguardi insistenti la vidi rispondere con un sorriso, la lingua che guizzava nella bocca rosea. Finì prima di me ma vidi che si attardava a parlare con la proprietaria del negozio, chiesi alla ragazza che mi stava asciugando i capelli di affrettarsi, ci ritrovammo insieme alla cassa, pagammo contemporaneamente ed uscimmo insieme, mi sorrise e mi chiese se avevo tempo per un caff&egrave, accettai con il cuore in tumulto, andammo in piccolo bar vicino che sul retro aveva dei tavoli appartati, ci portarono i caff&egrave, bevemmo parlando della bravura della parrucchiera, lei si avvicinò e mi poggiò una mano sul ginocchio, sentii un brivido e le sorrisi facendo guizzare la lingua fuori delle labbra, lei rispose con un sorriso complice e alla fine mi disse
– Vieni a casa mia, abito qui vicino, lascia la macchina poi ti riaccompagno con la mia.
Senza parlare mi alzai e la segui, mi accompagnò alla sua auto, aveva una Mercedes classe A nera , il tragitto fu molto breve, non scambiammo una parola sin dentro casa, appena chiusa la porta lei posò la borsetta su una poltroncina e mi abbracciò, il viso pericolosamente vicino al mio
– Sei bellissima, lasciati baciare
Le sue labbra furono sopra le mie, le mani sui miei fianchi i seni schiacciati contro i miei, le bocche si fusero, le labbra aperte e gustare il sapore dell’altra, le lingue si incontrarono e fu come una scintilla di passione, il bacio fu lungo e dolce intervallato dai mugolii di piacere di entrambe, lei sollevò la mia maglietta e me la tolse dal capo, le sue mani impastarono le mie tette, continuando a baciarmi, sollevò anche la sua maglietta, la gettò lontano insieme al reggiseno, prese le mammelle con le mani a coppa e le strofinò contro le mie, al tocco dei suoi capezzoli i miei divennero di marmo, sollevai le mani che sostituirono le sue, strinsi i seni morbidi sotto le mie dita, intanto continuavamo a baciarci con ferocia, i denti cozzavano contro, la saliva scivolava lungo i nostri menti, lei la leccava e riprendeva a baciarmi. Si scostò da me, mi prese per mano e mi trascinò sul divano, mi sollevò la gonna, mentre io mi abbassavo le mutandine sino alle ginocchia, prese a carezzarmi l’interno delle cosce mentre io le baciavo i seni lattei, era morbida e la sua pelle era liscia e dolce sotto la mia bocca. La sua mano divenne più insistente, le sue dita abili, cominciarono ad aprire le labbra delle fica, trovarono il clito e lo strinsero prima con leggerezza poi sempre con maggior foga, poi si alzò e scivolò in ginocchio avanti a me, allargò le mie gambe con le mani sulle ginocchia e la bocca fu sul mio pube, la lingua leggera cominciò a leccare le grandi labbra mentre con le dita le teneva aperte, cominciò a lappare i miei umori, le misi le mani sul capo spingendola verso di me come un invito a mangiare il mio sesso, e mi abbandonai poggiando il capo sullo schienale, persa in quell’esplosione di sensi, non so dire quando tempo passò , mi scossi solo quando sentii i lombi fremere, spinsi le reni in fuori, l’orgasmi mi esplose improvviso, il mio corpo fu scosso dal piacere urlai tenendola stretta a me, poi mi abbandonai ansimante e distrutta, mentre lei continuava a leccare gli umori che continuavano a sgorgare dalla mia fica in fiamme.

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