Prima di tornare da Marisa indossai un reggiseno e uno slip di pelle nera, per darmi un tocco da dominante in più.
“Hai sistemato lo sfigato ?” le chiesi appoggiandomi languidamente allo stipite della porta.
“Si manca solo la benda.” mi rispose mentre finiva di legare un polso del marito al bracciolo della sedia “Ha un bel plug nel culo e credo che il cazzetto gli stia esplodendo dentro quel guscio.”
Presi la sciarpa che avevo indossato a casa, e con quella bendai Patrizio lasciandogli il solo senso dell’udito.
“Andiamo di la.” dissi a Marisa dopo averle dato un piccolo bacio in bocca “Ho in mente tanti giochini divertenti da fare con te.”
Le feci fare quei pochi passi che dividevano il salotto dalla camera tenendola per mano, poi una volta arrivate davanti al letto, le tolsi la camicetta e la bendai come avevo fatto poco prima col marito.
“Tieni le mani lungo i fianchi .” le dissi prima di baciarla in bocca e sul collo “Ricordati che devi solo ubbidire senza prendere alcun’iniziativa.”
Fra un bacio e una carezza le raccontai quello che avevo fatto a suo marito, e di come lui avesse goduto nel sottomettersi a me. Quando la mia mano scivolò dentro i suoi slip, Marisa era già tanto eccitata che quasi cadde non riuscendo più a stare bene in piedi.
“Ma sei proprio una zoccola !” le dissi scivolandole dietro “Sei già un lago ai preliminari.”
Le scoprì il seno per poi pizzicarle senza troppa forza i capezzoli, senza mai smetterle di descrivere ogni singolo azione di dominazione a cui avevo sottoposto Patrizio, quasi volessi metterla in competizione col cornuto.
“Sai tuo marito è proprio una troia da culo.” le dissi sfilandole la minigonna “Ma scommetto che tu non sei da meno.”
Presi un paddle e con quello le colpii diverse volte le natiche, prima di farla mettere carponi sul pouf per poterla sculacciare con maggior comodità.
“Non hai niente da dirmi ?” le chiesi facendo passare lentamente le dita sul suo pube.
“Il mio nuovo capo mi scopa tutti i giorni.” mi rispose quasi fosse una liberazione, facendo in modo che anche il marito l’ascoltasse “Quando vuole ci chiudiamo nel suo ufficio e gli svuoto i coglioni facendogli pompini o dandogli fica e culo.”
“Almeno ha un bel cazzo ?” domandai mentre mi fissavo un grosso strap-on alla vita.
“Sì ma soprattutto è un porco senza limiti. Pensa che quando mi chiama prima d’andare da lui mi tolgo le mutandine perchè altrimenti c’è il rischio che me le strappa. Poi mi viene sempre dentro e vuole che torni a casa senza essermi pulita, così il cornuto sa che mi ha scopata.”
“Allora fammi vedere come sei diventata brava a usare la bocca.” le dissi mettendomi davanti a lei.
Marisa non perse un attimo ed iniziò a leccare e succhiare il fallo che avevo fra le gambe, anche quando ripresi il paddle per continuare a batterle le chiappe. Si fermò solo quando mi m’accucciai dietro di lei e, dopo averle tolto le mutandine, le infilai due dita nella fica e altrettante nel culo, usando ben presto anche l’altra mano per aprirla ancora di più.
“Scommetto che non vedi l’ora che ti scopi.” le dissi dandole due sonori ceffoni sulle chiappe.
“Sì ma solo se mi sbatti come fa il mio capo, sai com’è ormai mi sono abituata bene.” mi rispose con un sorriso.
Non persi un solo istante e le infilai tutto il fallo dentro la passera senza quasi trovare alcuna resistenza, ma non le diedi il tempo di godere di quella penetrazione che mi tirai indietro lasciandola coll’amaro in bocca.
“La tua fica la lascio a chi s’accontenta, ora te lo metto nel culo come merita una troia del tuo calibro.”
Poggiai la punta dello strap-on sul suo buchetto che poi allargai usando i pollici, mentre lei ben sapendo cosa l’aspettava cercava di rilassarsi il più possibile. Nonostante ciò Marisa urlò quando la sodomizzai usando tutta la forza che avevo addosso, ma non cercò neanche un attimo di tirarsi indietro.
“Di solo una parola e ti lego al posto del cornuto e mi scopo lui tutta la notte.” le dissi ben sapendo che era una minaccia senza senso.
“E se dico che non ti devi fermare ?” mi rispose con uno sguardo carico di perversione.
La scopai pensando a quanto godevo io quand’ero al suo posto, perchè era innegabile che ormai provavo un piacere smisurato mentre qualcuno mi sodomizzava. Pensavo a tutti gli uomini che mi avevano posseduta analmente, ma soprattutto a Stefano che era stato il primo a far uscire la troia che era in me, quasi violentandomi nell’atrio del mio vecchio appartamento. Subito l’avevo odiato per quello che m’aveva fatto, ma quando lo rincontrai compresi che on fondo aveva fatto ciò che dentro di me volevo da tempo, essere una donna pronta a tutto pur di godere.
“Domani vado da lui e me lo scopo tutto il giorno.” dissi fra me e me mentre tiravo Marisa per i capelli per sbatterla con ancora più forza.
Per un attimo mi vidi al suo posto, con Stefano dietro di me che m’inculava come stavo facendo io con Marisa, e la fica mi si riempì d’umori. Poi la mente corse a quello che era successo poco prima con Patrizio, e nacque in me il desiderio irresistibile d’umiliarlo un’altra volta.
“Andiamo dal cornuto, voglio fargli esplodere il cazzo, sempre che ce l’abbia ancora.” dissi a Marisa per poi prendere un fallo da un cassetto.
Come arrivai da Patrizio gli tolsi subito la benda dagli occhi, ed iniziai ad insultarlo dandogli anche degli schiaffetti in faccia.
“Allora mio bel cornuto, hai sentito cosa fa in ufficio tua moglie ? Ogni giorno svuota i coglioni ad un vero uomo visto che tu non vali un cazzo ! Adesso in mancanza di un bel maschio ma la scopo io, e tu potrai guardare, così magari dopo se è brava ti concede di farti una sega.”
Feci piegare Marisa davanti a suo marito e ripresi a sodomizzarla, questa volta se era possibile con ancora maggior foga. La mia mente tornò subito a Stefano, ed era come se sentissi le sue mani sui fianchi mentre m’inculava dandomi della poca di buono. Finii coll’eccitarmi tanto d’avere quasi un orgasmo, fra i gemiti di Marisa e la mia voglia incontrollata di un uomo.
L’orgasmo l’ebbe invece lei che quasi si piegò sulle ginocchia, per poi riprendersi quasi all’istante e insultare il marito.
“Scommetto che se ti tolgo la gabbietta che hai al cazzo sborri all’istante.!”
“Ma ti piace vincere facile.” le dissi sfilandomi da lei per poi accarezzarla da dietro “Sai invece cosa dovresti fare ? Domani inviti a cena il tuo capo e vi fate servire come cameriere dal cornuto. Poi te lo porti in camera e ti fai una sana scopata sul letto. Però prima fai spogliare il senza cazzo così lui vede che razza di mezzo uomo ti sei sposata. Magari ti fai sborrare dentro così dopo il becco ti pulisce o lo umili in qualche altra maniera.”
“Questa è una grande idea non è vero cornutello ? Ora lascia che ti faccia godere perchè so che non desideri altro.”
Marisa si girò per poi inginocchiarsi davanti a me e sfilarmi le mutandine, per poi farmi sentire la sua lingua che scorreva dentro la mia fica.
“Aspetta un attimo che mi metto comoda.” le dissi prima di sedermi sulle gambe di Patrizio.
Non appena mi fui sistemata lei divenne quasi una furia, non solo mi leccò ogni lembo del mio sesso, ma iniziò a penetrarmi con un numero sempre maggiore di dita. Quando la sua lingua arrivò al mio buchetto, le dita erano diventate quattro, ma soprattutto si muovevano ad una velocità forsennata, quasi innaturale.
Per l’ennesima volta pensai a Stefano, e come il giorno seguente mi sarei presentata da lui in modo scandaloso, tanto da volerlo quasi costringerlo a dominarmi col suo gran cazzo.
Marisa invece non aveva che il fallo che avevo portato, ma lo usò con tale maestria da non farmi quasi sentire la differenza con un vero membro.
“Mm fammi godere mia dolce amica. Sai anch’io domani andrò da un uomo che sa come far godere una donna, di quelli che quando ti scopano ti fanno provare sensazioni uniche, e non vorresti che smettesse mai.”
“Io invece mi farò scopare dal mio capo davanti a questo cornuto che poi leccherà la sua sborra, se non vuole che lo sputtani col mondo intero dicendo che è di fatto impotente.”
Arrivai all’apice del piacere proprio mentre Marisa “spiegava” al marito come l’avrebbe sottomesso, facendo però sì che l’uomo s’eccitasse al solo pensiero delle sue prossime umiliazioni.
Liberai il pene di Patrizio per permettergli di masturbarsi, ma com’era facilmente prevedibile, lui durò pochissimo prima di riempirsi la mano del suo stesso sperma.
“Pulisciti la mano schifoso che non sei altro.” gli disse la moglie mentre gli chiudeva di nuovo il pene dentro la cintura di castità “Monica che dici gli lascio il culo pieno ?” mi chiese poi ricordandosi che lui aveva ancora un plug nell’ano.
“Direi di sì tanto è frocio e gli piace.” le risposi dando un colpetto ad una chiappa dell’uomo.
Li congedai dando un bacio alla donna ed un ultimo insulto a lui, per andare subito dopo a farmi una doccia e quindi mettermi a letto.
Prima d’addormentarmi pensai a come avrei potuto sconvolgere Stefano il giorno dopo, ma nulla di ciò che mi passava per il cervello mi sembrava abbastanza audace. Solo ripensando a come aveva mandato a casa Patrizio ebbi l’idea giusta, e con quella ben salda in mente caddi in un lungo sonno ristoratore.
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
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Complimenti per la facile lettura e presa diretta
ciao cara,ho letto attentamente il tuo racconto ad alto contenuto erotico, e debbo dirti, per quanto possa sembrare raro, che…
Davvero incredibilmente eccitante, avrei qualche domanda da farvi..se vi andasse mi trovate a questa email grossgiulio@yahoo.com
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le tue storie mi eccitano tantissimo ma avrei una curiosità che vorrei chiederti in privato: è possibile scriverti via mail?