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Racconti Erotici Lesbo

la vicina di casa ammalitrice

By 21 Aprile 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Ogni qual volta che incontravo la signora che abitava all’ultimo piano rimanevo ammaliata dal suo portamento, e catturata da quello sguardo magnetico, in poche parole mi metteva in soggezione. Non me ne capacitavo a me piacevano i ragazzi, avevo un fidanzato, ma quando la incontravo non riuscivo ad essere me stessa. Bastava che mi rivolgesse la parola che non riuscivo più a emettere un suono ed avvampavo di rossore. Mia madre diceva che era la tipica donna in carriera. Quando iniziai ad andare in palestra, scoprii che la frequentava anche lei, infatti la vidi agli attrezzi inguainata in quelle tutine aderenti, la maggior parte degli uomini sbavavano e facevano di tutto per parlarci assieme ma non dava confidenza a nessuno. La spiavo di nascosto, non intenzionalmente, la seguivo con lo sguardo quando era negli spogliatoi e si cambiava, ammiravo quel corpo scolpito dalla palestra in modo non eccessivo, e mi sentivo come un brutto anatroccolo nei suoi confronti. Mi sentivo sgraziata, volevo assomigliare a lei. Un giorno che pioveva a dirotto dovevo rientrare dalla palestra, aspettavo che diminuisse di intensità; sentii la sua presenza e quella sua voce ferma ma femminile:” seguimi che ti porto a casa, altrimenti ti prendi un malanno”. Una volta in macchina balbetto un grazie per il passaggio, e mi concede un sorriso che le illumina il viso. Imbottigliati nel traffico, perch&egrave si era allagata la strada lei prende il cellulare e mi chiede il numero di casa, sento che parla con mia madre e che le dice che sono con lei visto che pioveva, ma che eravamo inbottigliati nel traffico. Chiude la telefonata e si gira verso di me:”inganniamo un po’ il tempo, come va a scuola? so da tua madre che va bene…e mi ha detto che hai un amichetto… anche se &egrave un po’ preoccupata visto che ormai sei più una bambina ma una giovane donna..”. Sento il viso di color porpora, come si era permessa mia madre di raccontare quelle cose così personali, cercai di rispondere nel modo più naturale possibile. Scateno la sua ilarità mentre mi dice che non sono sua madre e che posso rispondere anche in modo meno telegrafico a meno che non vada contro la mia timidezza, e rincarò la dose dicendomi che forse aveva vissuto prima di me i problemi della mia età. Volevo scavarmi la fossa seduta stante, mi scusai e cercai di riformulare la mia risposta, mentre evitavo di incrociare il suo sguardo. Per evitare ulteriore imbarazzo gli dico che ha un’abbronzatura meravigliosa, e li mi mi accorgo di aver fatto un errore. Lei guardando la strada mi dice che quando può prende il sole in terrazza a casa e come avevo notato in palestra non gli piace il segno del costume. Mi si secca la gola, ha capito che la fisso, ma non lo faccio apposta… eccosi arrivati a casa. Davanti a casa mia parla con mia madre che ringrazia e lei gli dice che finalmente per sabato e domenica &egrave previsto sole e bel tempo quindi si dedicherà due giorni per se stessa senza ospiti sulla terrazza e che se voglio posso andare da lei almeno non sembro una mozzarella ambulante. Per quattro giorni cerco di convincere mia mamma perch&egrave vorrei prendere un po’ di sole e certo non posso prenderlo sul nostro balcone di casa o andare al solariun e farmi fuori fuori il mio budget settimanale. Venerdì sera, dopo cena mia madre mi dice che posso andare dalla signora Claudia a prendere il sole visto che lei deve lavorare tutto il giorno e che le ha già parlato ma che mi devo comportare bene. Sabato alle 10.30 suono alla sua porta ed entro, mentre mi dice di venire sulla terrazza. Lei &egrave la già distesa mentre mi indica il lettino libero. Gira la testa verso di me, mi fissa e mi dice “togliti quel costume orripilante tanto qua nessuno ti vede, e mettiti tanta crema sul seno che &egrave delicato” mi vergogno come una ladra ma non ho il coraggio di dirgli di no. In un batter d’occhio sono li sul lettino già cosparsa di crema, mentre lei &egrave li immobile continuo a fissarla. Quando si alza per girarsi distolgo lo sguardo cercando di dissimulare, con una mano prende la crema e mi dice di pettergliela che non vuole scottarsi. mi alzo verso lei prendo la crema e sto per spruzzarla sulla pelle quando mi dice:” che fai &egrave fredda, mettine un po’ sulle mani e poi spalmala bene ed in modo uniforme, mettine un po’ di più sulle parti delicate, hai capito!” un si scusi esce flebile. Le mie mani scivolano sulla sua pelle, che strana sensazione, spalle, braccia, schiena, gambe. Sono imbarazzata esito davanti al suo fondoschiena, mentre mi dice guarda che anche li prende il sole. Spalmo la crema sentendomi strana un rimescolare lo stomaco, le mie dita scivolano quasi nel solco, vedo le sue intimità completamente depilate. ho caldo, non per il sole, mi sento umida. deglutisco e le dico che ho finito. fuggo sul mio lettino, perturbata, mi chiedo che cavolo ho, sembra che non abbia mai messo una crema ad una amica al mare, per di più mi sembra di essere nello stato in cui quando con il mio fidanzato ci baciamo e ci tocchiamo. Le rivolgo la parola cercando di pensare ad altro con una battuta stupida su come &egrave bella la giornata rispetto a quando eravamo in macchina. Iniziamo a parlare, scivolando su discorsi sempre più personali, le confido i miei problemi e le mie paure con i ragazzi e con il mio fidanzato. Più distesa mi giro a pancia sotto, dopo poco vedo la sua ombra e prendere il flacone di olio abbronzante. Continua a parlarmi, mi irrigidisco mentre le sue mani scivolose spalmano l’olio, mi batte il cuore a mille mentre sento le sue mani spalmare l’interno coscia quasi lambendo le mie labbra.Le sento poi risalire prendendo una chiappa per mano e sentendo i pollici percorrere il solco con una costante pressione. senza rendermene conto inarco la schiena e socchiudo maggiormente le gambe. Mi sfugge un mugolio, sento una sua risatina mentre mi dice se mi piace come mi sta massaggiando. Sono in estasi le rispondo di si e quando mi chiede se si deve fermare un no conferma il mio stato. Le chiedo di continuare ma lei mi dice di riformulare meglio la mia supplica, ti prego non fermarti. mi sembrano mille tentacoli mille sensazioni mille scosse elettriche. Si insinua ovunque anche aiutata dall’olio sino a scatenarmi un piacere così forte da lasciarmi annientata e percorsa dagli spasmi del piacere. Quando mi riprendo lei si sta dirigendo verso l’interno della casa dicendo che &egrave ora di mangiare e che il sole ora &egrave troppo forte. Un’insalata fresca e poi mi versa un bicchiere di vino bianco. Non eccepisco, lo bevo chiedendomi se quello che era successo era reale o un colpo di sole. Vado a farmi una doccia per destarmi un po’ dal torpore. Quando ritorna anche lei dalla doccia mi si avvicina e mi chiede perch&egrave la fisso così imbambolata, perch&egrave anche in palestra continuo a spiarla mentre la sua mano mi accarezza teneramente il viso. Le rispondo che non lo so, mi attira a se e mi abbraccia, il contatto con la sua pelle mi fa sciogliere e un ti amo mi esce dalla bocca.

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