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Racconti Erotici Lesbo

La violinista

By 15 Gennaio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Questa &egrave una storia vissuta dal mio grande amore e tradotta per voi.

La mia storia comincia un tranquillo venerdì pomeriggio dopo che ho staccato dal lavoro.
Come d’abitudine me ne vado con i miei colleghi a bere qualcosa nel nostro solito bar quando la vedo per la prima volta. Avrà più o meno trent’anni come me solo che sembra quasi Morticia Addams con quei capelli lunghi e neri,quel colorito pallido messo ancora più in risalto dal suo abito nero.
Se ne sta in un angolo quasi in disparte,da sola a bere il suo long-drink sorseggiandolo lentamente.
Mi fissa quasi con insistenza anche se io cerco di non guardarla i nostri sguardi si incontrano spesso, ma sono sempre io a toglierlo.

Il venerdì successivo la scena si ripete e così per diverse settimane.
Sembra quasi che quel tavolo se lo sia prenotato,però man mano che passa il tempo i nostri scambi di sguardo diventano sempre più lunghi e intensi fino a oggi.
Devo andare in bagno e dopo aver lasciato la borsetta sulla sedia mi dirigo ai servizi delle donne.
Dopo aver urinato,mi pulisco ed esco dal bagno per andarmi a lavare le mani.
Ma me la trovo di fronte quasi ad impedirmi di uscire.
“Allora Ingrid cosa vogliamo fare.” – ha un tono sensuale e provocatore allo stesso tempo
“Ma come conosci il mio nome ? E poi chi sei tu ?”
“So tante cose di te che non ti puoi immaginare.”
“Dimmene una.”
“Questa:”
Mi prende il viso fra le mani e porta la sua bocca contro la mia.
Le sue labbra sono umide e carnose,quando sfiorano le mie sento un lungo brivido corrermi lungo la schiena.
Mi sto baciando con una sconosciuta in un bagno,ma la cosa mi sembra del tutto normale nonostante non rientri certo nelle mie abitudini.
Quando sento che mi sta aprendo la bocca con la sua non oppongo nessuna resistenza e assaporo a lungo la sua lingua contro la mia.
Quando si stacca da me ho ancora gli occhi chiusi e il cervello in tilt.
“Allora Ingrid vuoi venire con me ?”
“Si,subito,lasciami riprende la borsa.”
“Ti aspetto fuori,sono su una Saab cabrio nera.”
Esce dal bagno lasciandomi ancora inebetita per un solo bacio.
Per un attimo cerco di mettere a fuoco quello che mi &egrave successo,ma mi &egrave impossibile.
Quella donna mi ha come stregata e non posso che raggiungerla il più in fretta possibile.
Torno dai miei colleghi e con una scusa banale lascio i soldi per il mio drink ed esco in strada.
Lei &egrave li sul marciapiede opposto che mi aspetta.
Quasi mi faccio mettere sotto per attraversare la strada,ma riesco a salire incolume in macchina.
“Sapevo che saresti venuta.”
“Come potevo non farlo.”
“Allora andiamo da me,sono solo dieci minuti da qui.”
“Va bene,ma almeno dimmi il tuo nome.”
“Elsa.”
Non dice altro e partiamo attraversando il centro città.
Dall’autoradio esce la musica di un violino,il suo suono &egrave triste,quasi struggente per certi versi mette una grande malinconia,ma nello stesso tempo &egrave bellissimo.
Durante il viaggio nessuna delle due parla,ma sentiamo entrambe la musica quasi in religioso silenzio.
Una volta arrivate nel parcheggio di un vecchio palazzo nobiliare,spegne la macchina e mi invita a seguirla.
“Scusa Elsa,ma chi &egrave che suona così bene quel violino ?”
“Non l’immagini piccola mia ?”
“Non saprei.”
“Sono io.”
Rimango immobile stupita dalla sua bravura nel suonare quello strumento così difficile da imparare.
“Abito al primo piano,facciamo le scale,sai ho un po’ paura di questo vecchio ascensore.”
Mentre sale leggera le larghe scale in marmo,non posso che da dietro ammirare le sue forme sinuose. Non che io sia brutta,tutt’altro,solo che lei &egrave incredibilmente armoniosa,una vita fine all’inverosimile accompagnata da un seno non prorompente ma adatto alla sua persona,come del resto il fondoschiena. Anche se coperte da una gonna sotto il ginocchio,le gambe sono lunghe e asciutte,le caviglie fini nobilitano ancora di più la sua persona.
Arriviamo davanti a una porta senza alcuna targa riconoscibile solo per il numero tre dipinto sul muro in stile elisabettiano circondato da piccole rose bianche.
Appena entro in casa resto stupita dalle sue dimensioni soprattutto confrontandole col mio piccolo bilocale.
“Vieni ti mostro la casa.”
La seguo attraverso una biblioteca ricca di libri perfettamente sistemati su scaffali in legno intarsiato che ricoprono ogni parete,poi &egrave la volta della camera da letto al centro della quale vi &egrave un letto a baldacchino con degli angeli a sovrastare le quattro colonne.
Finiamo in una stanza,la più grande di tutte,abbastanza soglia,ci sono alcuni quadri impressionisti di nature morte ai muri,un grande divano con una poltrona abbinata,uno sgabello e un leggio proprio in mezzo,quasi a significare che quelli siano gli arredi più importanti.
“Questo &egrave il mio studio,&egrave anche il luogo dove mi esercito col mio violino.”
“Hai una casa grandissima,ma ci vivi da sola ?”
“Si,non amo troppo la compagnia,ma tu sei una piacevole eccezione.”
Dopo averlo detto si avvicina a me e mi bacia stringendomi a se.
Come nel bagno del bar mi sciolgo sentendo le sue labbra sulle mie.
Sento le sue mani sulla schiena che tirano giù la chiusura del vestito che cade a terra lasciandomi col solo intimo.
La sua bocca scivola sul mio viso per arrivare alle orecchie,mi prende i lobi fra le labbra e inizia a succhiarli mentre la lingua si sfiora leggera.
“Fatti spogliare Elsa,voglio vedere il tuo corpo.”
Lei fa un passo indietro e inizia ad aprirsi la giacca mostrandomi il suo seno.
Ma rimango ancora più stupita quando si sfila la gonna,sotto non porta nulla ed &egrave nuda davanti a me.
Sono senza parole e la fisso come inebetita.
“Ingrid di qualcosa,non ti piaccio vero ?”
Anche se &egrave praticamente piatta con un seno piccolo e il sedere poco sporgente &egrave bellissima.
Mi slaccio il reggiseno e mi avvicino a lei per baciarla.
Ora sono io stringerla a me mentre le nostre lingue si intrecciano in un dolcissimo gioco sensuale.
Mi toglie gli slip e finiamo sul tappeto,lei si sdraia su di me che sento il suo corpo sul mio.
Apro le gambe per accogliere le sue,siamo tutte due già bagnate e ci strusciamo l’una contro l’altra.
Lentamente il suo corpo scivola in basso,la sua lingua &egrave ora sul mio collo,mi tira un po’ la testa all’indietro per allungarlo e ricoprirlo meglio di baci.
Quando arriva al seno i capezzoli sono turgidi,ma lei riesce a farli quasi uscire fuori con piccoli morsi e lunghi giri di lingua mentre le mani mi accarezzano le mammelle.
Sono completamente rapita da lei,sembra che il tempo non esista più,i suoi movimenti sono lenti,ma nello stessa maniera eccitanti.
La usa bocca scende verso il basso lasciando una scia di saliva che arriva fino all’ombelico.
Vorrei prenderle la testa e spingerla sul mio sesso per placare la mia voglia,ma non sarebbe giusto,e poi questo gioco mi piace anche se non vedo l’ora di godere.
Quando finalmente arriva in mezzo alle gambe &egrave un’esplosione di piacere.
Inizia a baciarmi l’interno delle cosce avvicinandosi sempre di più alle grandi labbra,ma come le sfiora si allontana facendomi salire se possibile,ancora più la voglia.
Le prendo poi a baciare dall’esterno,lasciando che coli i miei umori fino a formare una piccola pozza sul tappeto.
All’improvviso partendo da quasi il buchetto parte con una lenta slinguata che mi apre in due il sesso che mi fa quasi venire. Inizia allora a leccarmi come una furia,il primo orgasmo &egrave quasi immediato,mi coglie quasi di sorpresa non aspettandomi quel suo nuovo fare.
Le sue labbra succhiano tutto ciò che trovano mentre la lingua non mi da tregua,esplorando ogni piccolo spazio della mia intimità.
Quando con un dito inizia a sfiorami la passera la supplico mi metterlo dentro,ma lei rincomincia a farmi aspettare ciò che desidero in quel momento. La sua mano mi massaggia dolcemente la passera,facendo risalire l’eccitazione,avrei voglia di fare da sola,ma non sarebbe giusto,e poi questa attesa anche se snervante &egrave piacevole.
Come prima con la lingua,anche adesso con le dita passa dall’estrema dolcezza a una frenesia senza pari,mi penetra con due dita che mi scorrono dentro rapidamente e bagnata come sono,non trovano nessun attrito. Mentre mi masturba avvicina le labbra alle mie,il suo bacio mi toglie quasi il respiro,ma la sua lingua sa di me e questo mi piace incredibilmente.
Quando vengo di nuovo lei si rimette sopra di me,la sua fica si struscia contro mia scambiandosi gli umori,mentre il mio respiro si fa sempre più regolare.
“Ora ti voglio io.” le dico con lo sguardo voglioso fissandola negli occhi.
“Lasciami prendere il mio strumento di piacere.”
Credo che vada a prendere un vibratore o qualcosa di simile,invece prende il violino e si mette a gambe larghe su uno sgabello.
“Vedi Ingrid solo suonando riesco ad arrivare all’orgasmo.”
“Non c’&egrave problema,saprò come soddisfarti.”
M’inginocchio davanti a lei che inizia a suonare un pezzo classico.
Non sapendo come muovermi sul suo corpo mi butto subito fra le sue cosce aperte.
Appena sente la mia lingua,la musica si fa più allegra e sale in crescendo man mano che la lecco sempre di più.
Quello che mi sembra incredibile &egrave che anche se presa dal piacere,rimane dritta e continua a suonare il suo violino,anzi più si avvicina all’orgasmo e maggiormente la sua musica sale d’intensità.
La voglio veder godere e inizio a masturbarla con le dita mentre le succhio il clito.
E’ molto stretta,sembra quasi vergine,ma non oso chiederglielo,e mi muovo con cautela per paura di farle male.
Alla fine lascia il violino e mi viene in bocca,il frutto del suo orgasmo &egrave abbondante e dolce e non ne lascio cadere una goccia.
Con una mano mi prende la testa e l’avvicina alla sua,ci scambiamo un lungo bacio dove tutti i sapori dei nostri corpi si mischiano in un cocktail dal gusto unico.
Finiamo abbracciate sul tappeto perdendo la cognizione del tempo.
Quando mi alzo per rivestirmi lei mi dice che il giorno dopo partirà per una tournee,e che si farà viva quando torna.
Sto ancora aspettando quella telefonata,ma di certo non dimenticherò mai quella violinista.

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