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Racconti Erotici Lesbo

Le corsare delle Antille e l’isola delle sirene – estratto 1

By 3 Marzo 2023No Comments

Estratto – Leccata di fica

La Vedova si avvicinò alla prigioniera, accennando alle sue sottoposte di scostarsi.
Era agitata da sentimenti contrastanti verso donna Dolores: da un lato, il bigottismo
di cui questa era permeata le risultava intollerabile; dall’altro, lei aveva sempre
provato un piacere sottile nello scandalizzare un bigotto, e più ancora nel
costringerlo a compiere atti che quello considerava immorali. In conclusione,
riteneva che con donna Dolores avrebbe avuto la sua bella razione di divertimento.
Le mostrò dunque il suo sorriso più gioviale. – Lasciate che provveda io, viscontessa.
Queste due non hanno mai indossato un corsetto simile.
– Per fortuna! – esclamò la gabbiera.
– Io invece l’ho portato, cara Van Dart. Devo dire che sono molto scomodi – affermò
la Vedova, mentre tastava le stecche. – Vedete? Ce n’è sempre una che permette di
allacciare e slacciare.
– Mi sembravano tutte uguali – ribatté l’olandese.
– Perché non hai sensibilità. E voilà, il corsetto è aperto.
Donna Dolores sorrise sarcastica. – Quale onore! Ora ho come dama addetta alla
mia toletta addirittura una marchesa. Sono forse diventata la regina di Spagna?
– No, siete sempre duchessa – replicò Van Dart.
Belle tettine, pensò la rossa. Non grandissime, ma in linea con il corpo piuttosto
magro della viscontessa. Le areole, molto piccole e di colore scuro, spiccavano come
due chicchi di caffè sulla pelle chiara. La prigioniera non stava tentando di coprirsi i
seni con le mani, come si sarebbe aspettata la Vedova; al contrario, sembrava
piuttosto a suo agio. I capezzoli, poi, erano inturgiditi.
Come se avesse letto nel pensiero della rossa, l’inglese afferrò le mutande ricamate
di donna Dolores, e gliele fece passare attraverso le gambe, questa volta stando
bene attenta a non strappare nulla. La vagina della spagnola era rasata
accuratamente. Non che questo stupisse troppo la Vedova: anche qualche sua
marinaia amava depilarsi la fica. Semmai, ciò che non si era aspettata era di vedere
donna Dolores bagnata nella zona inguinale. Che cosa la stava eccitando? Il fatto di
essere nuda, e di stare trasgredendo una delle sue regole bigotte, oppure…

– Eh, secondo me state commettendo peccato, duchessa – osservò Taylor in tono
canzonatorio. – State avendo pensieri impuri. Allora dovrete a lungo pregare,
digiunare, macerarvi la carne, e forse Dio vi perdonerà.
– Sì, dopo. Dopo provvederò a tutto questo. Il pentimento segue sempre il peccato,
non lo precede. Ed è logico. Se non ci fosse il peccato, di cosa ci si dovrebbe pentire?
– Adesso è il momento del peccato? – chiese la Vedova.
– Sì – affermò con solennità donna Dolores.
– Eh, molto comodo per voi papisti – constatò Taylor. – Voi fate tutto quello che vi
pare, poi arriva il pentimento, cioè un bel colpo di spugna, e riprendete a fare quel
che vi pare.
– Ho sempre trovato molto ipocrita questo atteggiamento – confermò la Vedova.
– Nessuna ipocrisia – ribatté la spagnola. – Siamo tutti peccatori. Occorre avere
l’umiltà di riconoscerlo. E il pentimento deve essere sincero. Il sesso fuori dal
matrimonio è peccato, lo so bene. I pensieri impuri sono peccato. Posso dire che il
mio sforzo è volto a peccare sempre meno. Non peccare in alcun modo è solo dei
santi.
La rossa rise. – Vedrete che, quando sarete vecchia decrepita, non peccherete più,
perché non ne avrete più la voglia.
– Avere una santa vecchiaia sarebbe una grande consolazione – confermò donna
Dolores.
– E non vi dà fastidio essere nuda in pubblico? – domandò la capitana.
– Ci sono gli alberi a chiudere alla vista da tutti i lati questa radura. È come se fosse
un’alcova.
– Un’alcova nella giungla? E poi saremmo noi quelle che vedono il mondo alla
rovescia! Bah! – replicò la Vedova. Non riesco a capire, pensò. Lei e le sue marinaie
erano state a seno scoperto fino a quel momento, e donna Dolores non aveva dato
l’impressione di interessarsene. O era brava a fingere, oppure l’aveva davvero
eccitata qualcos’altro. La Vedova voleva saperlo. Quella spagnola un po’ la intrigava.
Si slacciò i pantaloni e abbassò le mutandine di pizzo, quindi posò una mano sulle
spalle della prigioniera perché abbassasse il volto a livello della sua vagina. – Il
vostro servitore non ha leccato la fica della mia gabbiera. Ora voi leccherete la mia
per emendare quell’affronto.
Donna Dolores ridacchiò. – Credo di sapere perché non gliel’ha leccata. È pelosa?

– Sì – confermò la bionda.
– Rafael è abituato a leccare quelle rasate, come la mia e quelle delle cameriere.
– Rafael però ha detto che fate di tutto per impedirgli di andare con le cameriere.
Perché? Lo volete tutto per voi? – chiese Van Dart.
– Così vi ha detto? Che bugiardo.
– Va bene. Basta parlare – intervenne la Vedova, tornando a sospingere il viso della
prigioniera verso il suo sesso. Voleva una risposta.
Donna Dolores sbuffò. – Volete proprio scimmiottare gli uomini fino in fondo?
– Che c’entrano gli uomini? Vi ho solo chiesto di leccare la mia gemma più segreta.
– Dubito che sia così segreta. Mi sa che la conoscono in tanti. Comunque, ho detto
che scimmiottate gli uomini, perché agite proprio come loro. Quello che non
possono avere con le buone, se lo prendono con la forza. Non è questo il vostro
comportamento? Non importa che in mezzo alle gambe non abbiate una verga da
succhiare. La mentalità è la stessa.
La Vedova Rossa tolse le mani dalle spalle dell’ostaggio. Se l’avesse obbligata, non
avrebbe avuto una risposta chiara. Si tolse il tricorno piumato ed eseguì un lieve
inchino. – Vogliate scusarmi, viscontessa, mi accorgo che non posso costringere una
prigioniera del vostro lignaggio ad atti che non gradisce. Siete libera di scegliere. Se
deciderete di conoscere la parte più intima di me, ne sarò onorata.
Donna Dolores alzò gli occhi, fissandoli in quelli verdi della Vedova. – Scuse
accettate, marchesa. E vi assicuro che l’onore è tutto mio, benché vi debbo
confessare che avrei preferito l’assenza di peli.
La spagnola si inginocchiò sull’erba, come se fosse davanti a un confessionale, e
abbassò il capo. Sfiorò appena con le labbra il monte di Venere, quasi un bacio
furtivo, quindi scese, aumentando un pochino la pressione. La rossa sentì un brivido
lungo la schiena. La viscontessa ci sapeva fare, per lei era già una risposta. E sì, era
azzeccata la postura del confessionale, perché cos’era quella se non una
confessione? Era la confessione di amare le donne; nella fattispecie di amare lei, la
Vedova Rossa.
Adesso non era più un mero contatto della bocca che bastava appena a inumidire, la
viscontessa aveva iniziato a leccare. Percorse tutto l’ovale delle grandi labbra con la
lingua, lenta, metodica.

La Vedova sentiva che già si stava bagnando in mezzo alle gambe. Lanciò appena
un’occhiata alle sue marinaie, che capirono al volo. Van Dart infilò il dito medio nella
vagina dell’ostaggio, ma con dolcezza, come per solleticarla. Taylor invece, con in
mano il dildo, alzò lievemente le natiche della spagnola. Il dildo scomparì, rapido.
– È entrato senza sforzo, non ho dovuto neppure spingere – affermò compiaciuta la
quartiermastro. – Il buco è già dilatato al punto giusto. Vi piace prenderlo nel
didietro, eh?
La viscontessa discostò la bocca dal sesso della Vedova, che provò subito un senso di
perdita. – Sì, ma mio marito non mi ha mai penetrato lì – replicò donna Dolores, con
voce un po’ ansimante. – Con lui avevo ben pochi rapporti. Non che se ne curasse,
del resto. Aveva i suoi trastulli.
La prigioniera tornò a posare la bocca sui genitali della Vedova, questa volta sulle
piccole labbra. Erano già irrorate e ben separate da quelle grandi.
Nessuna donna, nessuna delle mie marinaie sa usare la lingua tanto bene, pensò la
rossa. E gli uomini che ho conosciuto… forse un paio hanno fatto di meglio, non di
più. Ma non era solo un fatto di tecnica, era una questione di passione, di
sentimento, di immaginazione, di arte. Lo avvertiva che la spagnola ci stava
mettendo l’anima e il cuore.
E ora finalmente stava arrivando al clitoride. La lingua lo lambiva senza investirlo
direttamente, andava a formare un cerchio, come se danzasse attorno a un totem.
La rossa già pregustava l’istante in cui il suo organo erettile sarebbe stato colpito
con una forza irresistibile, brividi deliziosi la pervadevano tutta. Ma all’improvviso la
lingua si staccò da lei, e il suo clitoride venne aspirato, ritrovandosi a navigare nella
bocca della spagnola come una nave in mezzo all’oceano. La saliva lo inondava e
forte correnti di risucchio lo agitavano. E proprio come un veliero in balia di una
tempesta emerge sulle acque sottostanti per la spinta di un’onda, per poi
risprofondare un attimo dopo, così il clitoride veniva espulso dalla bocca, ma
l’istante successivo ne era inghiottito di nuovo.
La Vedova Rossa urlò per il piacere, all’unisono con donna Dolores, la quale aveva
tuttora la vagina stimolata dal dito di Van Dart e l’orifizio anale dal dildo di Taylor.
Non ci furono parole tra l’ostaggio e la comandante. Solo uno sguardo di mutua
riconoscenza.
– E adesso, le vostre marinaie – disse la spagnola. Entrambe annuirono, calandosi gli
indumenti onde mettere a nudo i loro sessi. Donna Dolores affondò la lingua ora
nell’una ora nell’altra, frenetica; mentre la Vedova lavorava con il dildo della
quartiermastro sul posteriore della viscontessa. Alla fine, a giudicare dalle loro
espressioni e dai loro ansiti, anche l’inglese e l’olandese furono pienamente
soddisfatte.

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