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Racconti Erotici Lesbo

le mie esperienze 6

By 29 Aprile 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Ciao a tutti, sono di nuovo io la Silvietta! Vi è piaciuto il mio racconto precedente?Per chi non l’avesse ancora letto (vergogna) mi ripresento: ho 22 anni, è da un po’ di tempo che mi frulla in testa l’idea di scrivere quelle che sono state fino a ora le mie esperienze col sesso e le mie fantasie erotiche; e finalmente eccomi qui ;) Sono una ragazza che abita in una cittadina costiera della Sardegna, sono alta 1.72 e ho i capelli e gli occhi castani. I capelli mi arrivano alle spalle e mi piace raccoglierli in una coda con un elastico dietro la nuca. Peso 55 kg, ho un bel culo sodo e porto una quarta abbondante di reggiseno, inutile aggiungere che è la parte che i ragazzi preferiscono leggermente miope e qualche volta indosso dei leggeri occhiali da vista ma ne faccio volentieri a meno. Di carattere ero molto timida, ma dopo varie esperienze mi sono trasformata in una vera e propria troia, il bello è che mi piace sentirmi chiamare così ! infatti ho provato quasi tutte le porcate possibili, scopate, orge, sesso a pagamento, esibizionismo, pompe a non finire, mi sono fatta rompere il culo che ero ancora al liceo, lesbicate, farmi palpare in pubblico, o accontentare un professore maniaco, farmi chiavare da extracomunitari o da ragazzini più piccoli di me. Accidenti mi sto eccitando al solo ricordarlo e voi?

L’estate finì e incominciammo il liceo, nuove persone, nuove cose da fare.

In particolare Cri voleva farlo, pensavo gli fosse passata la voglia, visto che dalla volta a casa sua ne avevamo parlato sempre meno, ma ora si era rifatto insistente, non volendo deluderlo gli dissi che l’avremmo fatto, ma solo se si faceva come dicevo io.

Passarono due mesi ed eravamo entrambi nervosi perché non riuscivamo a trovare il posto o l’occasione giusta. Io lo ero soprattutto perché temevo che mi lasciasse così decisi che l’avrei accontentato anche se non si sarebbe presentata la situazione ideale.

Finalmente ci furono i preparativi per la sua festa di compleanno, sapevo che rischiavo a concedermi come regalo, ma non potevo aspettare oltre. I nostri rapporti si erano fatti tesi e litigavamo per ogni cavolata.

La festa non era un granchè, troppa gente, musica di merda, molti ubriachi, Cristian compreso, che non mi si filava per niente. Riuscii a trascinarlo nella camera da letto dei genitori dove avevamo messo i giubbotti di tutti.

Non era molto reattivo e mentre mi baciava sentivo il sapore di tutto quello che si era bevuto.

Stavamo distesi in mezzo ai giubbotti baciandoci, ora con un po’ più di foga. Mi teneva le braccia aperte tenendomi per i polsi e mi baciava come un forsennato sul collo in bocca e sui seni.

Non me lo ero immaginato così. Mi abbassò i pantaloni e le mutandine fino alle cosce senza sfilarmeli così che non potevo aprire le gambe.

Troppo ubriaco e infoiato per rendersene conto si era già abbassato i suoi, mettendo in mostra il cazzo bello dritto. Si stese sopra di me guidandolo verso la mia figa.

Ora tenevo gli occhi chiusi. Avevo paura.

Sapevo che faceva male la prima volta e oltretutto non ero molto bagnata, anzi.

Iniziò a premere contro la mia micetta. Mi ritrassi un po’. Infastidita da quel rapporto così poco romantico.

-stai ferma- borbottò biascicando le parole
Quasi mi misi a piangere quando me lo disse.

Spinse.

Sentii qualcosa fare resistenza a quella intrusione. Asciutta com’ero mi faceva un gran male.

Spinse ancora.

E ancora. Sentii qualcosa lacerarsi. Lui grugnì qualcosa come per manifestare la sua vittoria e iniziò a pompare.

Cercai di rilassarmi un po’. Focalizzai l’attenzione oltre la sua spalla, sul lampadario, mentre lui si affannava sopra di me. Mi sentivo frugata nella mia intimità. Si stava divertendo. Per un attimo l’idea di essere un oggetto sembrò eccitarmi.

Ansimavo

‘o gemevo??

Non riuscivo più a guardare il lampadario qualcosa mi appannava la vista. Erano lacrime.

Ripensai alla ragazza che veniva violentata in quel manga su cui tanto mi ero eccitata.

E venne. Non tentò di uscire, e anche se tutto successe in pochi attimi non era una cosa troppo improvvisa. Mi resi conto che non avevamo mai parlato di precauzioni. Tentai di allontanarlo ma era troppo pesante e mi sentii inondare il ventre di sperma caldo. Nonostante la brutta esperienza e la paura di una gravidanza venni anche io. Più che altro venne il mio corpo quasi come reazione a quegli spruzzi dentro di me.

Mi stava sopra troppo stanco per parlare o spostarsi. Lo spinsi via raccogliendo tutte le mie forze. Mi rialzai mutandine e pantaloni ma appena fui in piedi sentii che mi stava colando fuori.

Mi portai una mano in mezzo alle gambe. Non mi ero resa conto che mi faceva ancora male e quando guardai le dita vidi che erano sporche di sperma misto a sangue. Mi spaventai.

Ignorai Cristian che stava tentando di dirmi qualcosa. Cercai di tamponare la fuori uscita con un fazzolettino di carta e scappai dalla camera da letto e dal rumore della festa.

Tutto mi sembrava confuso. E ci misi un po’per capire che qualcuno mi stava parlando sull’uscio di casa.

Riconobbi la mia compagna di giochi Giulia. Scoppiai a piangere. Lei mi abbracciò e mi portò per strada.

L’aria era fredda. Non mi chiese spiegazioni. Mi cullava mentre piangevo.

Iniziammo a camminare lei mi diede il suo giubbotto visto che il mio era ancora nella camera da letto di Cri. Mi portò a casa sua. Mi fece spogliare e mi aiutò a farmi la doccia e a ripulirmi. Non so come, ma aveva capito quale fosse il problema. Ma non fece nessun commento né ebbe atteggiamenti che mi potessero infastidire o ferire. Mi diede una vecchia tuta e ci infilammo a letto.

Senza che me lo chiedesse gli raccontai tutto. Avevo la testa sul suo seno e mi cullava. Gli chiesi se ci sarebbero stati problemi con i suoi genitori. Mi disse di non preoccuparmi, oltretutto non avevo altro posto dove andare. Le chiavi di casa erano assieme al giubbotto e se avessi svegliato i miei sarei stata obbligata a dare una spiegazione.

Non riuscivo a prendere sonno.

– Giulia?- sussurrai
– Cosa?-
Non sapevo come ringraziarla, era stata sempre gentile e disponibile con me e ora volevo che capisse quanto glie ne fossi grata.

Chiusi gli occhi e premetti le labbra contro le sue. Esitò un attimo. Poi la sua lingua si avviluppò alla mia per qualche minuto ci baciammo, poi lei si fermo.
– non vuoi?- le chiesi
– no, lo vorrei davvero, ma mi vedo con una ragazza- si scusò lei
– ti prego ne ho bisogno ‘
Mi stesi sulla schiena e accarezzandola su un fianco gli feci capire la mia disponibilità. Ricambiò le mie carezze. Mi alzai la parte superiore della tuta offrendogli i seni.
– ce le hai sempre avute più grandi delle mie-
commentò mentre iniziava a baciarmele con delicatezza. Mi abbandonai alle sue carezze. Iniziò a scendere. Timorosa la fermai.
– no sotto no-
– calma non ti preoccupare-
Sussurrò mentre senza accendere la luce aprì il cassetto del comodino per estrarne un oggetto. Mi bacio il pube poi l’interno coscia continuò a stimolarmi le carni tenere senza toccare il clitoride ancora dolorante per il rapporto avuto poco tempo prima.

Passava leggera con la lingua sulle labbra della micetta.

Iniziai a bagnarmi; entrò con un dito, e sentii solo un leggero fastidio.

Aspettò lo mosse un po’dentro e tornò indietro per ricominciare. Mi stimolo così per un tempo che mi sembrò infinito. Avevo voglia di godere e la esortavo a farmi venire.

Estrasse di nuovo il dito, io intanto mi contorcevo stirando la schiena e premendo le mani sui seni. Sentii penetrarmi con un oggetto più grande.

Avvertì la mia tensione e mi rassicurò
– shh ci sono io qui- e con una mano prese a palparmi un seno con un movimento circolare. Strizzava e lasciava, strizzava e lasciava. Aveva la mano umida dei miei umori e mi infilò un dito in bocca che io prontamente mi misi a succhiare come un piccolo capezzolo.

Mi penetrò con l’oggetto che teneva con l’altra mano chiusi gli occhi e soffocai un gemito. Era grande, più o meno come il pene di Cristian, elo moveva avanti e indietro poi me lo faceva ruotare dentro la figa oppure me lo muoveva a destra e a sinistra come se mi volesse aprire la figa iniziai a tremare da quanto godevo, ma ogni volta si fermava prima di farmi venire. Non so per quanto continuò ma alla fine venni. Lo feci come non ero mai venuta fino a quel momento e nonostante la implorassi di farla godere io le continuò fino a farmi venire altre due volte.

La mattina dopo la svegliai con un bacio.

Se avete commenti, suggerimenti o volete dirmi qualcosa su di me o sui i miei raccpnti scrivetemi a la_mitica83@yahoo.it

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