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Racconti Erotici Lesbo

Non più sole

By 14 Aprile 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

All’istituto magistrale la mia classe era composta quasi esclusivamente da ragazze. A dir la verità, la presenza maschile all’interno dell’istituto era assai modesta.
Come sempre accade, nelle varie classi si formano i “gruppi”: quelli delle secchione, quello delle fichette, quello delle normali.
Io facevo parte di quest’ultimo: non ero né secchiona e neppure tanto sexy. Ero insomma una di quelle che i ragazzi ignoravano.
Non venivo mai invitata alle feste e tantomeno ai gruppi di studio che venivano organizzati prima delle prove.
La mia unica amica era Clara. Anche lei, come me, era una ragazza “normale”.

Durante la ricreazione, ascoltavamo meravigliate le altre ragazze della classe raccontare le loro avventure, descrivere come sapeva baciare bene quello o come sapeva toccare magnificamente quell’altro.
Io e Clara, non sapevamo mai che dire. Noi di esperienze non ne avevamo. Noi potevamo solo ascoltare e invidiare le protagoniste di quelle storie.

I pochi ragazzi della classe, che noi guardavamo di nascosto come start, si dedicavano interamente alle “belle”. Prima dei temi anche le secchione avevano il loro breve momento di gloria e potevano sperare in qualche carezza, o se fortunate addirittura in qualche bacio, in cambio di suggerimenti o bigliettini. Noi, invece, niente.

Io e Clara ci trovavamo spesso il pomeriggio per studiare insieme. Finito di studiare poi, potevamo ascoltare un po’ di musica, o chiacchierare o magari uscire in città con la speranza di essere notate da qualche ragazzo.

Quel pomeriggio, a casa mia, dopo aver finito di ripassare quelle noiose pagine di storia, cominciammo a parlare.
“Quella stupida della Serena, proprio non la sopporto. Oggi ha continuato per tutta l’ora di italiano a chiacchierare con Bruno”
“Hai ragione è proprio un’oca. Non capisco cosa ci trovi un figo come Bruno in quella cretina”
“Si… e poi hai sentito ieri nello spogliatoio come raccontava quello che hanno fatto a casa di lui?”
“Secondo me si inventa tutto”
“Anche secondo me… però… bhe, forse qualche cosa hanno fatto…”

Io Clara ci stavamo guardando.
“Senti Clara, tu… insomma, hai mai fatto qualche cosa di quelle cose lì?”
“Io, bhe… una volta… cioè… no. Non ho mai avuto un ragazzo. E un po’ mi vergogno. E tu?”
“Neppure io Sabry….”
I nostri volti si arrossarono, e i nostri sguardi caddero a terra. Fu Clara a riprendere il discorso:
“Ma tu qualche volta ti tocchi?”
Restai di sasso.
“Io… a volte… e tu?”
“Anch’io… ma solo qualche volta però!”

Il discorso cominciava ad eccitarmi. Sentivo il mio sesso che si inumidiva. In quel preciso momento avrei voluto essere distesa sul mio letto ad accarezzarmi le labbra e a sfiorarmi il clitoride.
Ci guardammo, eravamo rosse in viso. Clara continuò:
“Certo che farlo da sole è proprio una… solitudine….”
Ero sempre più eccitata. Evidentemente anche Clara lo era.
“…però mi sa che se fossi a casa mi metterei sul letto e…”
“Siamo sole in casa Clara, se vuoi, potremmo… bhe insomma… magari tu qui e io in camera…”
“O magari insieme…”
Ci spostammo velocemente in camera mia e ci sedemmo sul letto. Ci togliemmo i pantaloni e le magliette. Restammo solo con il reggiseno e le mutandine. Ormai mi sentivo fradicia tra le gambe.
Eravamo titubanti, ma terribilmente eccitate.
Guardai Clara e le dissi con un sorriso:
“Io spoglio te e tu spogli me?”
Clara annuì, portai le mani sul suo reggiseno e lo slacciai, mentre lei faceva lo stesso col mio.
I nostri seni restarono scoperti. I capezzoli già turgidi. Sfiorai quei “bottoni” splendidi della mia amica con le dita.
Quando anche lei iniziò ad accarezzarmi i seni sentì un fremito lungo tutto il corpo. Scesi e lentamente le sfilai le mutandine, guardando il pube che si scopriva. Scoprii che anche Clara era eccitatissima e che i peli della sua vagina erano imperlati di umori.
Avvicinai il mio viso a quel prato, annusai quel profumo di sottobosco. Mi tolsi in fretta le mutandine e risalii verso il viso della mia amica. Le nostre gambe si incrociarono. Sentivo la mia coscia sul suo pube fradicio e la coscia di Clara sul mio. Eravamo distese di fianco, avvinghiate, abbracciate. Clara mi strinse a sé tirandomi per le natiche e iniziò a baciarmi e intanto continuava a ondeggiare sulla mia gamba.
Mi lasciai andare anch’io. Le nostre lingue cominciarono a danzare davanti ai nostri visi. Sentivo i capezzoli di Clara spingere contro i miei. I nostri sessi si sfioravano, i nostri bacini ondeggiavano, noi stavamo godendo.
Il primo orgasmo ci scosse, ci stavamo stringendo fino a farci male, le nostre lingue impazzite non sapevano più dove andare.
Mi ripresi un attimo. Baciai ancora una volta Clara sulla bocca, poi scesi verso i seni. Con la lingua torturavo i capezzoli e poi ancora giù, verso il ventre, l’ombelico e i primi peli del pube.
Cominciai a baciarle l’interno delle gambe. Pian piano mi dirigevo verso quel fiore che lasciava intravedere i suoi petali. Mi leccai i due indici, aprii le grandi labbra e iniziai a leccare quella rosa spaccatura, umida, calda e pulsante. Sentivo gli umori di Clara sulla mia lingua. Mi avvicinai al clitoride, gli girai intorno con la lingua, lo riempivo di saliva, cercavo di masturbare Clara nello stesso in cui mi piaceva toccare me stessa.
‘Sabry sei fantasticaaaa, ahhh, continuaaa’.’
E così Clara esplose nuovamente.
Adesso ero io ad aver bisogno di ‘cure’. Senza dire nulla Clara si girò, si avvicinò alla mia bocca mi leccò le labbra umide dei suoi umori. La mia lingua cercò la sua, ma in vano, perché Clara era ormai davanti alla mia figa e cominciò a leccarla.
Provai una sensazione meravigliosa, mi stavo contorcendo, non potevo restare ferma senza fare nulla. Allora mi rigirai verso il sesso di Clara. Era iniziato il nostro primo 69.
I nostri sessi stillavano miele. E noi stavamo nutrendoci di quel dolce succo.
Restammo abbracciate ancora per un po’, scambiandoci carezze e baci.
‘Clara, con te non mi manca nulla ”
‘Hai ragione Sabry, che ci frega di quegli stronzi di compagni di classe’
‘A ripensare a quello che ha raccontato quell’oca di Serena, credo proprio che si sia inventata tutto”
‘Credo proprio di si Sabry, ormai anche noi abbiamo una certa esperienza”
E ridendo iniziammo nuovamente a baciarci con passione.

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