La musica vibrava nell’aria, avvolgendo la stanza in un’atmosfera elettrizzante, quasi ipnotica. Grazie a un incantesimo, le note restavano confinate tra quelle mura, mentre il resto del castello riposava nel silenzio della notte. Tutti avrebbero dovuto trovarsi nei dormitori, ma la tentazione di quella festa clandestina era stata irresistibile.
Neville, poco incline ai festeggiamenti, si era offerto di fare la guardia, scrutando il corridoio per avvistare Gazza o Mrs Purr. Intanto, dentro la stanza, l’energia cresceva come un incendio. Harry ballava con foga accanto a Ron, mentre Ginny, sciolta dalla burrobirra, si muoveva al ritmo con un sorriso spensierato. I gemelli Weasley, sempre al centro del caos, ridevano mentre improvvisavano intrugli alcolici, porgendo bicchieri pieni a chiunque osasse accettare la sfida.
Cali, attratta dalla vivacità della festa, si avvicinò al tavolo per prendere da bere. Fred, con il solito sorriso che prometteva guai, le porse una fiala di liquido scintillante.
“È il nostro ultimo esperimento,” disse con un occhiolino. “Forte come uno Stupeficium. Ti consiglio di condividerlo con Padma.”
Cali lo ringraziò con un sorriso civettuolo e si allontanò verso la pista da ballo, dove sua sorella si muoveva con una grazia ipnotica.
Le due sorelle avevano scelto abiti che univano tradizione e provocazione: vestiti ispirati ai loro sari, ma corti e con la schiena completamente scoperta. Cali indossava un arancione luminoso, che catturava e rifletteva ogni bagliore soffuso della stanza, mentre Padma sfoggiava un rosso intenso, ardente come una fiamma.
La seta aderiva ai loro corpi con una precisione maliziosa, esaltando ogni curva con una sensualità sottile ma travolgente. Le schiene nude dichiaravano con audacia l’assenza di qualsiasi reggiseno, un dettaglio che non passava inosservato. Gli occhi degli invitati seguivano ogni loro movimento, ipnotizzati, mentre l’aria sembrava farsi più densa, intrisa di desiderio.
Cali si avvicinò a Padma con passo lento, sinuoso, la fiala stretta tra le dita. Il liquido scintillante rifletteva le luci soffuse, mentre i suoi occhi si fissavano su quelli della sorella. Quando gliela mostrò, uno scintillio di complicità accese i volti di entrambe, trasformando le loro espressioni in sorrisi maliziosi. Non c’era bisogno di parole: i loro pensieri viaggiavano sulla stessa onda, un’intesa che andava oltre il linguaggio.
Padma prese la fiala con eleganza, portandola alle labbra con un gesto studiato, lento, quasi provocatorio. Cali osservava ogni movimento, gli occhi che seguivano il liquido scivolare nel collo della sorella. Poi, senza rompere il contatto visivo, Padma le passò la fiala. Il vetro era caldo, quasi vivo al tatto, e Cali fece lo stesso, bevendo un sorso che le incendiò il petto, accendendo qualcosa di viscerale dentro di lei.
Al ritmo ipnotico della musica, i loro corpi iniziarono a muoversi in perfetta sincronia, sempre più vicini, come se una forza invisibile le spingesse l’una verso l’altra. Le dita si sfioravano, prima per caso, poi con intenzione, e ogni tocco sembrava caricare l’aria di un’energia palpabile.
I loro movimenti si fecero più fluidi, quasi magnetici, come se la musica avesse preso il controllo. L’atmosfera si addensava, carica di una tensione erotica che sembrava emanare da loro. Cali e Padma erano diventate il fulcro della stanza, due figure che catturavano ogni sguardo con la loro sensualità sfacciata. I loro corpi ondeggiavano al ritmo della musica, le curve accentuate dalla seta aderente che sembrava dipinta addosso.
Il calore che ardeva in loro cresceva a ogni secondo, ogni battito del cuore più forte, ogni respiro più profondo. La fiala aveva scatenato un incendio, un desiderio che le consumava dall’interno. Cali percepiva i suoi capezzoli indurirsi sotto il tessuto sottile, sensibili al punto da amplificare ogni minimo sfioramento. Lo stesso accadeva a Padma; i loro sguardi si incontravano, intensi, carichi di promesse non dette.
Il tessuto delle loro mutandine, ormai umido, le stringeva con una dolce tortura, amplificando il piacere a ogni passo, a ogni minimo movimento. Ogni sfioramento sulle cosce nude era un brivido che le percorreva fino in fondo all’anima. Il liquido della fiala non era soltanto un afrodisiaco: era una magia che amplificava ogni sensazione, legandole in una danza di desiderio puro e incontrollabile.
Le loro mani, inizialmente esitanti, cominciarono a esplorare. Un tocco sulla schiena scoperta, un dito che seguiva il profilo del collo. L’elettricità nell’aria era insostenibile, mentre i loro corpi si avvicinavano sempre di più, ignorando ogni altra presenza nella stanza.
Intorno a loro, l’odore dolciastro dell’alcol si mescolava al calore crescente. Le candele, ormai consumate, proiettavano ombre danzanti sulle pareti, amplificando la magia di quell’istante. I ragazzi più grandi si erano radunati attorno, occhi famelici puntati sulle sorelle, incantati da ogni loro movimento. Cali e Padma, con i loro corpi che si sfioravano in una danza sempre più intima, erano l’incarnazione del desiderio, un invito alla perdizione a cui nessuno riusciva a resistere.
Era iniziato come un gioco innocente, ma l’atmosfera si era rapidamente trasformata, impregnata di una tensione carnale che rendeva l’aria quasi irrespirabile. Quando uno dei ragazzi, con il sorriso spudorato e lo sguardo famelico, lanciò la sfida, tutto si fermò.
“Vogliamo un bacio vero,” disse, la voce calda e carica di desiderio. “Non uno tra sorelline… uno che ci faccia venire duro solo a guardarvi.”
Padma rise, il suono morbido e sfacciato che fece accendere altri sguardi su di lei. Sembrava perfettamente a suo agio, quasi divertita dalla situazione. Si voltò verso Cali, il sorriso malizioso che rivelava una perversa eccitazione. Si avvicinò lentamente, le movenze calcolate, ogni passo studiato per attirare l’attenzione. “Ti stai agitando per nulla, sorellina,” mormorò, la voce bassa, appena un sussurro che solo Cali poté sentire. “Tranquilla… non è niente di che… solo un bacio.”
Cali abbassò lo sguardo, il viso in fiamme. Sentiva ogni occhio su di loro, i ragazzi che non si perdevano un singolo dettaglio. Il cuore le batteva forte, quasi fuori controllo, mentre il calore delle guance si diffondeva lungo il collo.
“Ma ci stanno guardando così…” bisbigliò, la voce sottile e tremante, quasi soffocata dall’imbarazzo.
Padma rise di nuovo, ma questa volta la risata era più profonda, sensuale, una vibrazione che sembrava accarezzare la pelle di Cali. Si avvicinò ancora di più, fino a sfiorarla, il calore dei loro corpi che si mescolava. Con le dita delicate, tracciò una linea lungo il braccio della sorella, un tocco lento, quasi impercettibile, che fece rabbrividire Cali.
“E allora?” mormorò, gli occhi che scintillavano di pura malizia. “Lasciali guardare. Sai quanto li stiamo facendo impazzire? Domani saremo nei loro sogni più sporchi. Saremo le più popolari… si parlerà solo di noi…”
Cali cercò di protestare, ma la sua voce morì in gola. Padma si avvicinava ancora, il respiro caldo che le accarezzava il collo, la bocca pericolosamente vicina alla sua.
“Non dirmi che non l’hai mai immaginato…” continuò Padma, la sua voce una lama affilata di desiderio. “Baciare qualcuno che ti somiglia così tanto… Sentire il sapore della tua carne… il sapore di tua sorella sulla lingua…”
Il corpo di Cali reagì prima della mente. Sentiva il calore crescere tra le gambe, rendendo ogni respiro più difficile. La seta del vestito si incollava alla sua pelle, amplificando ogni sensazione.
“Non lo so…” balbettò, ma Padma non le lasciò scampo, con un dito, le zittì le labbra, un tocco delicato, quasi possessivo.
“Sì che lo sai,” sussurrò Padma, i loro volti ormai vicinissimi. Le sue labbra sfiorarono appena quelle di Cali, un contatto che bruciava come fuoco. “Ammettilo. L’idea ti piace… So cosa stai pensando. Io e te siamo uguali, Cali… posso sentire i tuoi pensieri… come quando eravamo piccole. So quanto puoi bagnarti al pensiero di essere osservata, di eccitare… di lasciarti andare mentre tutti ti guardano…”
Quelle parole furono la scintilla finale. Cali, tremante, incapace di resistere, lasciò che Padma prendesse il controllo. Padma non perse tempo: si avvicinò lentamente, i suoi occhi fissi su quelli della sorella, carichi di una malizia che prometteva di spezzare ogni limite. Il respiro caldo di Padma sfiorò le labbra di Cali, un anticipo che le fece rabbrividire fino al midollo. Quando finalmente le loro bocche si incontrarono, il contatto fu morbido, ma solo per un istante.
Il bacio si trasformò subito in qualcosa di più: una fame, un bisogno che nessuna delle due sembrava riuscire a contenere. Padma spinse la lingua contro le labbra di Cali, che si schiusero quasi con timore. Ma quel timore svanì subito, dissolto dal piacere inebriante di quel contatto. Le loro lingue si intrecciarono in una danza lenta e sensuale, umida e carica di sapori: l’alcol, la pelle calda, il desiderio che si mescolavano in una combinazione travolgente.
Padma premette i suoi fianchi contro quelli di Cali, le mani che scivolavano sicure lungo la sua schiena scoperta, accarezzandola con dita calde e decise. Ogni tocco sembrava incendiare la pelle di Cali, che iniziò a gemere piano, il suono soffocato dalla bocca della sorella. Cali, ancora esitante, ma ormai completamente persa in quel vortice di sensazioni, lasciò che le sue mani si muovessero, scivolando lungo le spalle di Padma, aggrappandosi a lei per trovare un equilibrio che non riusciva più a mantenere.
Il pubblico attorno a loro non esisteva più, eppure ogni sguardo era inchiodato su di loro. I ragazzi fissavano ogni movimento, i loro respiri trattenuti, i volti arrossati dall’eccitazione. L’atmosfera era così carica da sembrare palpabile, un’onda di desiderio che li circondava.
Padma diventò più audace: mordicchiò il labbro inferiore di Cali, tirandolo con un gesto deciso, quasi possessivo. Cali rispose con un gemito strozzato, il calore che le scorreva nel corpo diventava insostenibile, il liquido tra le sue gambe un richiamo evidente del suo stato di eccitazione. La seta sottile del vestito si incollava alla pelle, amplificando ogni sfioramento, ogni tocco.
Le mani di Padma si fecero più esplorative, scivolando lungo i fianchi di Cali, poi risalendo fino a stringerle il seno, premendolo con una sicurezza che strappò un altro gemito alla sorella. Cali si abbandonò completamente, le sue labbra che succhiavano dolcemente la lingua di Padma, mentre i loro corpi si muovevano come in un’unica danza, cercandosi, premendosi l’una contro l’altra con una crescente urgenza.
Il pubblico era ipnotizzato. Nessuno osava interrompere quella scena di pura lussuria. I ragazzi, con i volti accesi di desiderio, osservavano ogni dettaglio: le mani che si stringevano, le bocche che si divoravano, i corpi che sembravano fatti per completarsi a vicenda.
Quando finalmente si staccarono, entrambe ansimavano, le labbra gonfie e lucide, i volti arrossati. Gli occhi di Cali erano dilatati, pieni di confusione ma anche di desiderio. Padma sorrise, il suo viso illuminato da un’espressione trionfante.
“Ora lo sai,” mormorò, facendo scorrere una mano lungo il fianco di Cali, le dita che si fermavano provocatoriamente sul bordo della sua coscia nuda. “Quanto è bello lasciarsi andare…”
Un applauso soffocato esplose nella stanza, un rumore distante per Cali e Padma, ormai perse nel vortice di emozioni che le legava. Il resto del mondo sembrava dissolversi, lasciandole sole in una bolla di calore, eccitazione e complicità. Quello che era iniziato come una semplice sfida si era trasformato in qualcosa di molto più profondo, lasciandole con il cuore in gola e un languore che bruciava sotto la pelle.
Cali sorrise lentamente, un sorriso pericoloso, soddisfatto. I suoi occhi scintillavano di una nuova sicurezza, un desiderio che non si sforzava più di nascondere.
“Hai ragione, sai… Forse…” sussurrò, avvicinandosi di nuovo a Padma, il respiro caldo che sfiorava il suo viso. “Forse dovremmo farlo ancora.”
Le parole furono come benzina su un fuoco già ardente. Padma rimase senza fiato per un istante, poi un sorriso malizioso si allargò sulle sue labbra, la sua eccitazione palpabile. I loro corpi erano ancora vicini, i capezzoli tesi che premevano contro il tessuto sottile, sensibili al minimo movimento.
Ginny, dall’altro lato della stanza, le osservava con un’espressione che voleva sembrare di disgusto, ma che tradiva qualcosa di più profondo. La tensione nei suoi occhi, la linea sottile delle sue labbra, raccontavano una storia diversa. Dentro di sé, lottava con un desiderio che non poteva più ignorare. Il calore dell’alcol le scorreva nelle vene, sciogliendo ogni freno inibitorio, lasciando spazio a pensieri che aveva sempre cercato di reprimere.
Il cuore di Ginny batteva più forte. Aveva sempre saputo, nel profondo, che le ragazze la attraevano tanto quanto i ragazzi, ma quella sera era diverso. Cali e Padma, con la loro bellezza esotica, la loro pelle liscia che brillava alla luce soffusa, i movimenti sensuali che sembravano fatti apposta per incantarla, erano una visione che non poteva ignorare.
Chiuse gli occhi per un istante, ma la sua immaginazione prese subito il sopravvento. Si vide con loro, distesa su un letto sconosciuto, morbido e soffice, le candele che proiettavano ombre danzanti sulle pareti. I corpi nudi delle due sorelle, perfetti nella loro sinuosità, brillavano sotto quella luce calda. La loro pelle era vellutata, profumata di fiori selvatici, i capezzoli scuri spiccavano come piccoli gioielli contro i loro seni pieni e invitanti.
Ginny sentì un languore invaderla, un desiderio che cresceva inarrestabile, insinuandosi in ogni fibra del suo corpo. Immaginava le mani di Cali e Padma su di lei, le loro bocche che esploravano ogni centimetro della sua pelle. La sensazione delle loro lingue morbide, lente, che seguivano percorsi infiniti sul suo corpo nudo. Ogni pensiero era un’esplosione di piacere, un invito a perdersi senza rimpianti.
Aprì gli occhi e le trovò ancora lì, al centro della stanza. Padma aveva appena sussurrato qualcosa a Cali, e le loro labbra si cercavano di nuovo, lente e deliberate. Il bacio era languido, le lingue che si muovevano in una danza ipnotica, un movimento che sembrava una carezza invisibile sul corpo di Ginny. Ogni volta che quelle bocche si incontravano, Ginny sentiva un brivido attraversarle, una spirale di desiderio che si faceva sempre più incontrollabile.
Era lì, come un’ombra, fingendo indifferenza, ma i suoi occhi non riuscivano a staccarsi da loro. Ogni movimento delle sorelle era una tortura dolce, un invito che penetrava i suoi pensieri più segreti. Ginny sentiva l’umidità crescere tra le gambe, il calore che le rendeva difficile respirare. Sapeva che non avrebbe mai potuto dimenticare quella scena, né il modo in cui il suo corpo stava reagendo a ogni minimo gesto delle due sorelle.
La musica continuava a fluire, insinuandosi nei corpi che si muovevano sulla pista come in una danza segreta, ipnotica. Le candele magiche, sospese nell’aria o posizionate sui tavoli, iniziavano a spegnersi una dopo l’altra, trasformando la sala in un luogo di ombre e penombre, un rifugio intimo dove i confini tra il lecito e il proibito si dissolvevano lentamente. L’oscurità sembrava una complice silenziosa, un invito a osare, a lasciarsi andare senza remore.
Era stata un’idea di Fred e George, gli instancabili artefici di ogni festa indimenticabile. “Un po’ di privacy per i ragazzi,” avevano detto con sorrisi maliziosi, spostando divani e poltrone in angoli strategici, lontano dagli occhi indiscreti. “Sai… per chi vuole momenti speciali.” Il loro tono allusivo, accompagnato da occhiate compiaciute, non lasciava spazio a fraintendimenti.
Ora, nella sala semibuia, l’atmosfera era quasi palpabile, carica di elettricità e desiderio. Sulla pista, i corpi si muovevano stretti, sfiorandosi e cercandosi con gesti sempre più audaci. Mani che si posavano sui fianchi, labbra che si avvicinavano pericolosamente, respiri che si mescolavano nell’aria calda e densa di eccitazione. Ogni passo, ogni movimento sembrava guidato da un ritmo segreto, un linguaggio condiviso solo dai corpi.
Lungo i bordi della sala, sui divani disposti con cura, la situazione era ancora più esplicita. Le ombre proteggevano ma non nascondevano del tutto. Mani esploravano sotto i tessuti, labbra si cercavano con avidità, sussurri e risate soffocate tradivano gesti proibiti. La penombra era l’alleata perfetta, un velo sottile che accendeva l’immaginazione più di quanto nascondesse.
Ginny era immersa nei suoi pensieri, un vortice di immagini sempre più esplicite che la facevano tremare di desiderio. Le sue guance arrossate tradivano l’apparente tranquillità del suo viso, mentre la sua mente correva verso scenari che non avrebbe mai osato confessare. Cali e Padma erano il centro di quelle fantasie, creature di una sensualità irresistibile, devote al suo piacere come ancelle obbedienti.
Si immaginava distesa su un letto, la pelle nuda che brillava alla luce soffusa delle candele, il corpo avvolto dal calore di quelle due figure sinuose. Le loro mani si muovevano su di lei, esplorandola senza timore, mentre le bocche si alternavano, divorandola con una fame insaziabile. Ginny sentiva le loro lingue incontrarsi, intrecciarsi per un istante, un gioco perverso per condividere il sapore del suo piacere.
Cali si chinava più in basso, le labbra che si chiudevano attorno al suo clitoride con una forza che le strappava un gemito profondo, incontrollabile. La lingua di Cali si muoveva lenta e decisa, tracciando cerchi che la facevano tremare, mentre Padma, con un ghigno soddisfatto, affondava ancora di più. La lingua di Padma esplorava ogni centimetro, spingendosi più in profondità, strappandole gemiti sempre più disperati.
Ginny si vedeva afferrarle per i capelli, i movimenti decisi delle sue mani che guidavano le sorelle con una disperazione che le bruciava dentro. I suoi respiri spezzati riempivano la stanza, amplificando il suono di quelle bocche che si alternavano su di lei, lingue che esploravano ogni centimetro con lentezza esasperante. Cali e Padma si scambiavano baci maliziosi, assaporando ogni traccia del suo piacere, i loro occhi pieni di complicità e desiderio.
Ma nella realtà, Ginny si muoveva con un’apparente tranquillità, anche se dentro di sé il fuoco del desiderio la consumava senza pietà. Sentiva la sua fica pulsare incessantemente sotto la gonna corta, ogni passo amplificando quella dolce tortura. Le mutandine, ormai completamente inzuppate, si appiccicavano alla sua pelle, il tessuto impregnato che la sfiorava con ogni movimento, un promemoria costante della sua eccitazione.
Sapeva che, se non avesse fatto qualcosa, avrebbe sentito i propri umori colarle lungo le cosce, un piacere che stava diventando impossibile da ignorare. Ogni passo era una scossa, un tormento che la faceva stringere le gambe nel tentativo futile di trovare sollievo.
Decisa, si diresse verso la zona del bar, il cuore che batteva furiosamente nel petto. Cercava di mantenere un’aria rilassata, come se niente fosse, ma i suoi occhi si muovevano rapidi, cercando un luogo appartato. Alla fine, lo trovò: un angolo più buio, nascosto dietro una pila di casse accatastate. Con un respiro profondo, si infilò in quello spazio segreto, lontano dagli occhi indiscreti.
Lì, nell’oscurità complice, il desiderio prese il sopravvento. Con un gesto deciso, Ginny infilò le mani sotto la gonna. Le sue dita tremavano leggermente mentre afferrava i bordi delle mutandine, il tessuto bagnato che aderiva alla sua pelle. Quando le sfilò completamente, la sensazione della stoffa umida che scivolava lungo le sue gambe le strappò un sospiro profondo, quasi un gemito.
Ora libera, sentì un’ondata di sollievo, ma anche una scarica di audacia che la fece sorridere tra sé. Guardò le mutandine tra le mani, la stoffa così impregnata del suo piacere che sembrava quasi grondare. Era una prova tangibile della tensione che la stava consumando, un promemoria di quel momento proibito.
Con un gesto sfrontato, perverso, le gettò in un angolo buio, come se volesse lasciare una traccia del suo desiderio in quel luogo segreto. La stoffa atterrò morbida, quasi invisibile nell’ombra, un frammento di lei lasciato lì come un peccato confessato solo alle tenebre. Ginny si passò una mano tra le cosce, sentendo l’umidità che continuava a colarle lungo la pelle, un piacere che non accennava a fermarsi.
La sua mano, ormai guidata solo dal desiderio, scivolò con lentezza tra le sue gambe nude e le dita trovarono subito la sua fica, pulsante, calda, bagnata. Ogni piega sembrava accoglierla, ogni millimetro della sua pelle un invito al piacere. Ginny trattenne il respiro mentre un dito scivolava lungo tutta la sua lunghezza, raccogliendo i suoi umori densi e scivolosi in un movimento languido e deciso. Un brivido la percorse dalla testa ai piedi, facendole chiudere gli occhi mentre la sua schiena si arcuava leggermente contro la parete.
Quando ritirò il dito, il bagliore della luce fioca illuminò il liquido lucido che lo rivestiva. Ginny si morse il labbro, un sorriso malizioso sulle sue labbra gonfie. Portò il dito alla bocca, leccandolo lentamente, assaporando ogni goccia del suo piacere. Il gusto salato e dolce del suo desiderio le inondò la lingua, un sapore che sembrava accendere un fuoco ancora più intenso tra le sue cosce. Un gemito soffocato le sfuggì, le labbra che si socchiudevano in una silenziosa supplica di più.
Il respiro affannoso riempiva lo spazio ristretto, ma Ginny si impose di fermarsi. Sapeva che non poteva abbandonarsi completamente lì, anche se ogni fibra del suo corpo chiedeva il contrario. Con un gesto deciso, sistemò la gonna, ma l’assenza delle mutandine sotto il tessuto leggero la fece tremare. Era un segreto perverso che solo lei conosceva, una consapevolezza che la faceva sorridere tra sé, un sorriso pieno di malizia.
Quando tornò verso la folla, ogni passo sembrava un’esplosione di sensazioni. La stoffa della gonna sfiorava la pelle nuda delle sue cosce, una carezza sottile ma incessante che le ricordava la sua audacia. Ogni movimento amplificava il calore tra le sue gambe, e il pensiero che qualcuno potesse accorgersi del suo stato la faceva mordere il labbro, trattenendo un gemito che minacciava di sfuggirle.
Ginny si muoveva con un’aria di falsa tranquillità, ma dentro di sé il desiderio ribolliva. Ogni passo, ogni piccolo sfioramento dell’aria contro la pelle umida la faceva rabbrividire. Si chiedeva se qualcuno, avvicinandosi abbastanza, avrebbe potuto sentire l’aroma pungente della sua eccitazione, un segreto che sembrava impregnare l’aria intorno a lei.
Mentre ballava tra la folla, cercando di apparire rilassata, la sua mente vagava. Ogni movimento del suo corpo era un promemoria della sua scelta audace, un invito costante al piacere. Ma i suoi occhi, quasi senza controllo, iniziarono a cercare Cali e Padma. Il pensiero di loro era come una fiamma che le bruciava l’anima.
Non erano più dove le aveva viste l’ultima volta. Un’ondata di ansia e delusione la attraversò, facendo tremare le sue mani per un istante. Ma poi, spostandosi verso un’area più buia della sala, il suo sguardo le trovò. Cali e Padma erano lì, in un angolo appartato, appena visibili sotto le luci soffuse che rendevano la scena avvolta in un’aura di intimità e mistero.
Non stavano solo ballando.
Ginny avanzò lentamente, come ipnotizzata, ogni passo un richiamo irresistibile verso quel vortice di desiderio che sembrava inghiottirla. Il buio crescente della sala, accentuato dalle candele che si spegnevano una a una, rendeva tutto più intimo, più proibito. Era come se l’oscurità stessa proteggesse quel momento, rendendolo un segreto condiviso solo tra loro.
Superando un gruppetto di ragazzi che ballavano distrattamente, Ginny si ritrovò a pochi metri da loro. Il cuore le batteva forte nel petto, quasi dolorosamente, mentre il respiro le si bloccava in gola. Ora era abbastanza vicina per vedere tutto, per cogliere ogni dettaglio di quella scena che sembrava uscita dai suoi sogni più proibiti.
Cali e Padma erano fuse in un abbraccio carico di desiderio, i loro corpi che si sfioravano con movimenti lenti e studiati, come se ogni tocco fosse stato calcolato per sedurre. Ogni gesto era un’esplosione di sensualità, una danza oscena che non conosceva confini.
Ginny, nascosta nell’ombra, non riusciva a staccare gli occhi da loro. Cali aveva il vestitino sollevato fino alla vita, il tessuto arrotolato che lasciava scoperta la sua pelle liscia e nuda. Le mutandine, abbassate fino alle caviglie, pendevano come un simbolo di resa totale. Ginny trattenne il fiato quando lo sguardo le cadde sulle dita di Padma. Due dita si muovevano con audace sicurezza tra le labbra gonfie e umide di Cali, affondando nella sua fica con un ritmo deciso, quasi feroce. Il suono sfrontato dei loro movimenti era amplificato dalla penombra, un’eco che si mescolava ai gemiti sommessi di Cali.
Cali sembrava perduta, completamente sopraffatta. Gli occhi erano chiusi, il volto un quadro di pura estasi. La bocca, aperta in un gemito continuo, lasciava intravedere la lingua che tremava leggermente sotto il piacere che la invadeva. Ogni ingresso, ogni spinta delle dita di Padma la faceva inarcare verso di lei, come se volesse offrirle ancora di più.
Padma non si fermava. Il suo sguardo era fisso su Cali, un misto di dominio e piacere perverso che increspava le sue labbra in un sorriso soddisfatto. Le dita acceleravano, il loro ritmo sempre più insistente, penetrando Cali con una forza che parlava di intimità profonda, priva di qualsiasi inibizione.
Poi, come se volesse aumentare il tormento di Ginny, Padma si chinò su Cali. Le loro bocche si incontrarono in un bacio famelico, un’unione di labbra e lingue che sembrava voler consumare ogni resistenza. Padma catturò la lingua di Cali con la propria, succhiandola e mordendola con una passione che si riversava nei suoi movimenti. Ogni bacio era un invito a perdersi, una dichiarazione silenziosa di possesso.
Ginny sentì il suo corpo tradirla. Le sue gambe tremavano, e il calore tra le sue cosce era ormai insostenibile. Si sentiva completamente sopraffatta dalla scena davanti a lei, il respiro spezzato e il cuore che le martellava nel petto. Ogni spinta, ogni gemito, ogni bacio sembrava penetrarle nell’anima, accendendo un desiderio che non riusciva più a contenere.
Ginny era paralizzata dal desiderio, il respiro spezzato e irregolare mentre osservava la scena che si svolgeva davanti ai suoi occhi. Ogni movimento di Cali e Padma era un colpo diretto al suo autocontrollo, un invito silenzioso che le strappava ogni residuo di resistenza. Sentiva la sua fica pulsare furiosamente, un ritmo incessante che sembrava richiamare l’eco dei gemiti sommessi delle due sorelle.
I suoi capezzoli, duri e doloranti, sfregavano contro il vestito, ogni minimo movimento del tessuto era un colpo di piacere che la faceva tremare. Era una tortura sublime, un’esplosione di sensazioni che bruciavano dentro di lei senza pietà. Ginny sentiva il suo corpo tradirla, incapace di resistere alla tensione che la consumava.
Con un respiro spezzato, le sue mani si mossero quasi da sole. Le dita tremanti scivolarono lungo il suo ventre, fermandosi un istante sul bordo della gonna, come se cercassero un ultimo motivo per fermarsi, poi scesero ancora. Poi incontrarono la sua fica bagnata, calda, palpitante di piacere. La prima carezza fu un’esplosione silenziosa, un’onda di piacere che la fece sussultare, le gambe che vacillavano leggermente.
Con il respiro corto e il cuore che batteva all’impazzata, Ginny sussurrò un incantesimo che aveva imparato solo pochi giorni prima, le parole appena udibili che lasciavano le sue labbra tremanti. La magia fluì da lei, invisibile ma potente, un filo di energia che si intrecciò direttamente con le menti di Cali e Padma. Era un incantesimo proibito, uno che proiettava i desideri più oscuri e segreti di chi lo lanciava direttamente nella mente del destinatario.
L’immagine che Ginny inviò era così vivida da sembrare reale: Cali e Padma inginocchiate ai suoi piedi, i loro occhi pieni di devozione e desiderio, i loro corpi pronti a servirla. Le loro mani la tenevano aperta, le dita che accarezzavano le sue cosce con una delicatezza esasperante, mentre le bocche si avvicinavano inesorabilmente.
Sentiva il calore delle loro lingue, morbide e insaziabili, che si muovevano con precisione tra le sue pieghe bagnate. Cali tracciava cerchi intorno al suo clitoride, il ritmo lento che sembrava progettato per farla impazzire, mentre Padma si spingeva più in basso, la sua lingua che esplorava il confine proibito del suo culo.
L’immagine si scolpì nelle menti di Cali e Padma come una scossa elettrica, una vibrazione carica di desiderio che sembrava accendere ogni fibra dei loro corpi. Ginny osservava con il fiato spezzato, il suo petto che si alzava e abbassava mentre il calore del potere che aveva esercitato le si riversava addosso, alimentando un desiderio sempre più insostenibile.
Padma si fermò di colpo, le dita ancora immerse nella fica bagnata di Cali. Il movimento si interruppe bruscamente, e il respiro della sorella si spezzò in un gemito interrotto che sembrava sospeso nell’aria. Cali, con gli occhi socchiusi nel piacere, li aprì lentamente, come risvegliata da un sogno profondo e proibito.
Le due sorelle si scambiarono uno sguardo. All’inizio sorpreso, quasi confuso, ma poi le loro espressioni mutarono. La malizia si fece strada sui loro volti, un sorriso lento e peccaminoso che sembrava scolpirsi sulle loro labbra. Era un linguaggio muto, un’intesa perfetta che solo loro potevano condividere.
Cali si avvicinò a Padma, le labbra a un soffio dall’orecchio della sorella, sussurrando con una lentezza esasperante. Il suo sguardo, colmo di complicità e desiderio, brillava sotto le luci soffuse, mentre Padma annuiva appena, il sorriso che si allargava sulle sue labbra in risposta. I loro occhi si scurirono, la loro intenzione diventò palpabile, densa, quasi tangibile nell’aria.
Poi, come mosse da un pensiero comune, iniziarono a scrutare la sala. I loro sguardi vagavano tra i corpi in movimento, finché non si fermarono. Ginny sentì il cuore fermarsi per un istante e poi riprendere a battere furiosamente quando capì: stavano cercando lei.
Le loro pupille si inchiodarono su di lei, brillando di una fame spietata, un desiderio che non cercava di nascondersi. Ginny tremò, sentendo un’ondata di calore attraversarla, bruciarle la pelle, accendere ogni centimetro del suo corpo. La consapevolezza di essere al centro dei loro pensieri, l’oggetto del loro desiderio, la fece rabbrividire.
Nella sua mente, la scena proibita che aveva inviato si mescolava con la realtà. Poteva quasi sentire le mani di Cali e Padma su di lei, dita che la tenevano aperta, bocche che esploravano ogni angolo del suo corpo, lingue che la divoravano con una devozione totale. Il loro sguardo, ora puntato su di lei, era un preludio a quella fantasia, una promessa che sembrava farsi sempre più concreta.
I suoi occhi incontrarono quelli di Cali e Padma per un istante, il tempo sufficiente per farle sentire il loro sguardo bruciare sulla sua pelle. Ginny tolse lentamente la mano dalla sua fica, il calore ancora pulsante che le bruciava le dita e con un movimento lento e sensuale, portò le dita alla bocca, leccandole una a una.
Il sapore dolce e salato del suo piacere sulla lingua le diede il coraggio di muoversi, il respiro ancora spezzato mentre avanzava tra le ombre della sala. Passò accanto a loro, a pochi metri di distanza, il suo cuore che batteva furiosamente, la fica fradicia sotto la gonna che sfiorava la pelle nuda. Sapeva di essere osservata, e questo pensiero la fece rabbrividire.
Si diresse verso un angolo ancora più buio della sala, un rifugio dove le ombre sembravano accogliere ogni desiderio inconfessabile. Le candele fluttuanti erano ormai quasi del tutto spente, lasciando una penombra intima, complice. Ginny si fermò, chiudendo gli occhi per un istante, e iniziò a ballare da sola.
Poi lo sentì. Un calore alle sue spalle, una presenza che la fece tremare leggermente. Non si voltò, il respiro che si accelerava mentre cercava di lasciarsi trasportare dal momento. Ma quando percepì un secondo corpo davanti a lei, il cuore le mancò un battito.
Le loro vicinanze erano palpabili. Ginny sentiva il respiro caldo che si mescolava con il suo, il calore dei loro corpi che le avvolgeva. Poi due mani si posarono delicatamente sui suoi fianchi, un tocco sicuro ma incredibilmente sensuale. Il respiro le si bloccò in gola mentre apriva lentamente gli occhi.
Davanti a lei c’era Cali, così vicina che il suo respiro le sfiorava le labbra. I suoi movimenti erano ipnotici, una danza lenta e fluida che sembrava fatta per trascinarla in un vortice di piacere. Gli occhi scuri di Cali erano fissi nei suoi, uno sguardo carico di desiderio e malizia che la faceva sentire come se fosse già stata spogliata, esplorata.
Il sorriso di Cali era pericolosamente malizioso, un invito che non lasciava spazio a fraintendimenti. Le sue mani sui fianchi di Ginny la guidarono in un movimento lento, i loro corpi che si sfioravano appena, ma abbastanza da mandare una scarica attraverso di lei. Ginny si sentiva ipnotizzata, il suo respiro irregolare, il cuore che le martellava nel petto mentre il calore si accumulava tra le sue gambe.
Poi sentì un altro tocco, diverso, leggero ma deciso. Padma era dietro di lei, il suo corpo che si avvicinava lentamente fino a farle sentire il suo petto premere contro la schiena. Ginny chiuse gli occhi, un gemito sommesso che le sfuggì dalle labbra mentre sentiva le mani di Padma scivolare lungo i suoi fianchi, un movimento che la fece rabbrividire.
Prima che Ginny potesse dire qualcosa, sentì un sussurro caldo sfiorarle l’orecchio, una voce che la fece rabbrividire fino al midollo.
“Ti stai divertendo?”
Il tono basso e seducente, appena un soffio, apparteneva a Padma. Il respiro caldo che accarezzava la sua pelle nuda era come una scintilla che le fece tremare ogni fibra del corpo. Le mani di Padma, ferme sui suoi fianchi, iniziarono a muoversi lentamente, seguendo il ritmo della musica. Il loro tocco sembrava innocente, ma nascondeva un’intenzione precisa, un messaggio che Ginny sentiva vibrare dentro di sé.
Cercando di mantenere il controllo mentre il desiderio la stava consumando, Ginny sorrise con un languore studiato, lasciando che le sue parole uscissero morbide e cariche di sottintesi.
“Sì… ma potrei divertirmi di più…”
Davanti a lei, Cali non si staccava con lo sguardo. I suoi occhi scuri, pieni di complicità e desiderio, sembravano scavare dentro di lei, leggerne ogni pensiero. Il corpo di Cali si muoveva in perfetta armonia con quello di Ginny, una danza che diventava sempre più intima, sempre più carica di tensione.
Dietro, Padma si avvicinò ancora di più, fino a far aderire il suo petto alla schiena di Ginny. Il calore della sua pelle la avvolgeva, un contrasto tra il freddo sottile dell’aria e il fuoco che irradiava dal contatto. Le mani di Padma si strinsero sui fianchi di Ginny, guidandola con una dolcezza decisa, mentre le sue labbra si avvicinavano sempre più al suo collo.
Ginny chiuse gli occhi per un istante, il respiro spezzato quando sentì il primo bacio di Padma sulla sua pelle, un tocco leggero ma carico di promesse. Davanti a lei, Cali accorciò ulteriormente la distanza. Ora il loro respiro si intrecciava, i volti separati solo da un soffio.
“Anche noi…” sussurrò Cali, la sua voce bassa e vibrante. “Sai… Abbiamo avuto una certa fantasia.”
Il cuore di Ginny sembrò fermarsi per un istante. Ogni parola di Cali la faceva vibrare più intensamente, il corpo che rispondeva a quel desiderio palpabile che sembrava circondarle. Padma, dietro di lei, aggiunse con un sussurro appena udibile, che sembrava un sospiro sul suo collo: “Una fantasia molto eccitante.”
Ginny riuscì a rispondere solo con un filo di voce, le guance in fiamme, il corpo che pulsava.
“Quale fantasia?”
Cali sorrise, un sorriso lento, pericolosamente malizioso, mentre la sua mano le sfiorava la guancia con una carezza leggera, quasi reverenziale. I suoi occhi, scuri e pieni di bramosia, si fissarono nei suoi.
“Vuoi saperla?” mormorò Cali, il suo respiro che sfiorava le labbra di Ginny.
Non aspettò una risposta. Con un movimento fluido, Cali catturò le labbra di Ginny in un bacio profondo che sembrava divorare ogni resistenza.
Dietro di lei, Padma si muoveva con una sicurezza disarmante. Le mani risalirono lungo i fianchi di Ginny, sfiorandola appena, un tocco che sembrava una carezza e una provocazione insieme. Lentamente si spostarono sul ventre, il calore delle sue dita che accendeva ogni centimetro di pelle. Padma si avvicinò di più, le labbra che sfioravano il collo di Ginny con baci umidi e delicati, interrotti da lievi mordicchiature che lasciavano il segno di un desiderio crescente.
Ginny gemette contro le labbra di Cali, il suo corpo che si tendeva, incapace di resistere. I baci di Padma erano un tormento sublime, e davanti a lei, Cali non le lasciava tregua. Le mani di Cali sollevarono la gonna con una lentezza esasperante, le dita che scivolarono sulla pelle nuda delle sue cosce, esplorando con una delicatezza studiata che la fece tremare.
Ginny si sentiva consumata dal desiderio. Le labbra di Cali erano morbide, ma il bacio che condividevano era deciso, quasi possessivo. Quando le dita di Cali raggiunsero la sua fica, già calda e bagnata, Ginny trattenne il respiro. Cali la toccava con maestria, alternando carezze leggere a pressioni più profonde, giocando con il suo piacere in un crescendo che le faceva perdere il controllo.
Le mani della sorella invece salirono ancora, trovando il seno di Ginny attraverso il tessuto. I polpastrelli pizzicarono i capezzoli tesi, un gesto che le fece inarcare la schiena. Ogni pizzico, ogni pressione era un colpo di piacere che si irradiava in tutto il corpo, mentre il contrasto tra la dolcezza delle dita di Cali e l’intensità del tocco di Padma rendeva ogni sensazione devastante.
Ginny si sentiva intrappolata tra i loro corpi, il calore che la avvolgeva completamente, le mani che esploravano la sua pelle con una maestria devastante. Ma non era una prigionia che voleva spezzare. Al contrario, vi si abbandonava con ogni fibra del suo corpo, un piacere travolgente che spazzava via ogni pensiero razionale.
Cali si staccò dalle sue labbra con una lentezza esasperante, gli occhi scintillanti di desiderio puro, un sorriso perverso che danzava sulle sue labbra gonfie. Le dita, ancora umide dei suoi umori, si mossero piano, accarezzando le pieghe lucide e pulsanti della sua fica. Cali non si fermò finché non raccolse un’altra scia di piacere, portandosi poi le dita alle labbra e succhiandole con una lentezza torturante, il gesto carico di un’intenzione che fece tremare Ginny.
“Sei così incredibilmente bagnata e dolce,” sussurrò Cali, la voce un soffio malizioso che sembrava accarezzarle la mente.
Padma, alle sue spalle, si chinò ancora di più, le labbra che si avvicinarono al suo orecchio, il respiro caldo che la fece fremere. Il tono basso della sua voce era una promessa oscena:
“Sorellina… Forse dovresti gustarla meglio… con la lingua.”
Ginny rabbrividì, il corpo scosso da un brivido che le fece vacillare le gambe. Era completamente esposta, il suo piacere così evidente che non c’era modo di nasconderlo.
Il sorriso di Cali si trasformò in qualcosa di ancora più oscuro, carico di pura perversione. Senza staccare gli occhi da Ginny, si abbassò lentamente sulle ginocchia e la sorella fece lo stesso.
Le mani di Padma raggiunsero il bordo del vestito, e con movimenti deliberati iniziarono a sollevarlo. Ogni centimetro di pelle nuda che veniva rivelato sembrava accendere l’aria intorno a loro. Ginny sentiva l’aria fresca accarezzarle la pelle, il tessuto che scivolava via finché la sua fica lucida e gonfia di desiderio fu completamente esposta, insieme alle sue natiche perfette, che brillarono sotto la luce soffusa.
Il respiro di Cali si fece più caldo contro la sua pelle quando la sua bocca si avvicinò alla sua intimità. La lingua, morbida e umida, scivolò tra le pieghe gonfie della sua fica in un primo tocco che fece sobbalzare Ginny. Un gemito profondo le sfuggì dalle labbra, riempiendo l’aria attorno a loro.
Padma osservava, i suoi occhi che brillavano di soddisfazione mentre seguiva ogni movimento della sorella. Ma non rimase a guardare. Le sue mani trovarono nuovamente i fianchi di Ginny, stringendoli con fermezza mentre le labbra iniziarono a posarsi sulla sua schiena, sul retro delle sue cosce ed infine sulle natiche: baci caldi e affamati che la facevano tremare di più.
Cali, con una devozione quasi adorante, spinse la lingua ancora più in profondità, ogni movimento un’esplorazione studiata per far vibrare ogni fibra del corpo di Ginny. Alternava colpi decisi a carezze lente, la punta della lingua che indugiava su ogni piega bagnata, ogni angolo che la faceva gemere più forte.
“Si… sei proprio deliziosa,” mormorò Cali, la voce bassa e roca, carica di malizia e desiderio. Con un gesto provocante, portò le dita lucide dei suoi umori alle labbra, leccandole lentamente mentre guardava Ginny con uno sguardo che sembrava penetrarla fin dentro l’anima.
Il corpo di Ginny tremò, scosso da un brivido di piacere e consapevolezza. Era completamente esposta, ogni resistenza cancellata da quel desiderio che le scorreva nel sangue.
Padma, dietro di lei, si mosse, facendo scivolare le mani lungo le sue gambe fino al culo e stringendo poi con forza le natiche per di separarle. Il suo respiro caldo sfiorò la pelle sensibile di Ginny, mentre la sua voce si abbassò in un sussurro rauco:
“Vediamo se il tuo culo è dolce quanto la tua fica…”
Ginny, incapace di trattenersi, gemette forte, il respiro spezzato e la voce che usciva come una supplica.
“Oddio… sì… ti prego…”
Con una mano, sollevò ancora di più il vestito, offrendosi completamente, mentre con l’altra si aggrappava alle spalle di Cali, cercando equilibrio nel vortice di piacere che la stava consumando.
Cali, inginocchiata davanti a lei, strinse le cosce di Ginny per tenersi stabile. Ogni movimento della lingua diventava più insistente, più esperto. Si concentrava sul clitoride, alternando colpi rapidi e precisi a pressioni lente che sembravano assaporare ogni reazione. I gemiti di Ginny si fecero più profondi, il suo corpo che si tendeva verso di lei, cercando ancora più piacere.
Dietro, Padma si chinò ulteriormente, le mani che tenevano saldamente le natiche di Ginny aperte. La lingua scivolò fuori, calda e morbida, iniziando a tracciare cerchi lenti e umidi attorno al suo buchino più segreto. Ogni tocco era un invito, un’esplorazione che alternava dolcezza a una sicurezza che fece piegare Ginny in avanti, intrappolata tra il piacere intenso che riceveva da entrambe le sorelle. La combinazione era devastante.
Le labbra di Cali lavoravano con una precisione devastante, mordicchiando delicatamente e succhiando con una voracità che lasciava Ginny senza fiato. La sua lingua entrava e usciva con un ritmo perfetto, alternando colpi profondi a movimenti più lenti e provocanti che sembravano accarezzarle ogni nervo. Ogni gesto era studiato per farla tremare, per strapparle gemiti che riempivano l’aria densa di eccitazione.
Dietro di lei, Padma si muoveva con la stessa sicurezza. La lingua tracciava cerchi attorno al buchino di Ginny, umidi e lenti, un tormento dolce che sembrava sfidarla a resistere. Poi, con una determinazione decisa, premette la punta di un dito contro l’apertura, spingendo con una lentezza esasperante mentre Ginny si tendeva, incapace di trattenere un gemito profondo che le sfuggì dalle labbra.
“Oh, sì… ti prego… di più…,” implorò Ginny, la voce rotta dal piacere, mentre il suo corpo si piegava tra di loro. Cali, davanti a lei, non si fermava. Intensificò i movimenti della lingua, concentrandosi sul clitoride con colpi rapidi e decisi, alternati a succhiotti che sembravano risucchiare ogni goccia del piacere di Ginny. Le mani di Cali stringevano le cosce di Ginny con fermezza, le dita che affondavano leggermente nella carne morbida, mantenendola esattamente dove la voleva.
Padma, dietro di lei, aumentò l’intensità. Con un sorriso perverso, fece scivolare un secondo dito accanto al primo, le sue spinte che diventavano più profonde, più lente, quasi ipnotiche. Ogni movimento sembrava disegnato per strapparle urla di piacere, per farle perdere completamente il controllo.
“Ti piace essere aperta così, vero?” sussurrò Padma, la voce bassa e carica di perversione, mentre le dita si muovevano con sempre maggiore sicurezza, penetrandola più a fondo.
Ginny ansimava con un’intensità crescente, il corpo stretto tra il calore ardente delle due sorelle che la divoravano da ogni lato. Il piacere era una marea impetuosa, un’ondata incessante che montava senza pietà, strappandole gemiti sempre più profondi.
“Oddio, sì… così… ancora,” gemette, la voce rotta dall’estasi, il corpo che si inarcava verso di loro, perdendosi in un vortice di piacere che la faceva sentire come se stesse esplodendo e rinascendo nello stesso istante.
“Ah sì? Allora, goditelo troietta…” sussurrò Padma, la voce bassa e velata di malizia, un soffio caldo che si sciolse contro la pelle accaldata di Ginny. Sorrise, gli occhi pieni di desiderio crudele, mentre le sue dita affondavano più a fondo nel suo culo, con spinte lente ma implacabili che facevano tremare Ginny. Ogni movimento era deciso, un ritmo che sembrava scandire il suo controllo assoluto.
Ginny si arrese completamente, il corpo che tremava mentre il piacere si accumulava con una velocità devastante. “Oh, sì… sono una troia… usatemi, fatemi godere,” ansimò, le sue parole un respiro spezzato, la voce carica di desiderio e resa.
Cali non si fermò, il suo sguardo malizioso che si sollevava per incatenare quello di Ginny, mentre due dita scivolavano dentro di lei con una lentezza esasperante, affondando fino in fondo. Le dita iniziarono a muoversi con una precisione disarmante, trovando la parete più sensibile della sua fica e colpendola. La lingua continuava a lavorare sul clitoride, alternando colpi rapidi a carezze morbide e succhiotti profondi che la facevano urlare di piacere.
Un pensiero improvviso attraversò la mente di Ginny come una scossa elettrica, tanto surreale e distante quanto irresistibilmente eccitante. Harry, il suo perfetto ragazzo, il “salvatore” di Hogwarts, stava ballando ignaro nella stessa sala, inconsapevole che la sua dolce, impeccabile Ginny fosse in quel momento completamente persa, trasformata in una troia lasciva tra le mani di due sorelle perverse ed incestuose.
Poi, nella sua mente, Harry si dissolse per un istante, lasciando spazio a un’immagine ancora più audace: Hermione. La ricordava mentre si cambiava una volta, quella visione accidentale della sua fica nuda, morbida e perfetta. La voleva, lì e ora, sotto la sua lingua, assaporarne ogni piega, perdercisi completamente. E mentre quella fantasia si accendeva, si immaginò Harry, lo stesso eroe impeccabile, seduto di fronte a loro, che la guardava trasformarsi in una cagna, incatenata ed inginocchiata tra le cosce spalancate di Hermione, mentre lui si masturbava e la trattava come meritava.
Si sentiva così, ed era proprio ciò che la faceva impazzire. Una troia disposta a tutto, consumata dal piacere, senza vergogna, senza regole. Non c’era nient’altro che importasse in quel momento se non il godimento assoluto, l’abbandono totale.
Senza nemmeno accorgersene, portò le mani ai suoi capelli, tirandoli con forza, un gesto istintivo per cercare di gestire l’ondata di piacere che stava per farla esplodere.
I suoi capelli rosso fuoco si scompigliarono, ricadendo in ciocche disordinate che incorniciavano il suo viso in estasi. Gli occhi socchiusi brillavano di lussuria, le labbra leggermente schiuse mentre ansimava, il corpo che si inarcava verso il culmine. Poi accadde.
L’orgasmo arrivò come un’esplosione feroce, un’onda inarrestabile che la travolse, facendola urlare. Il suo corpo tremò, i muscoli che si contrassero mentre veniva con una forza brutale, perdendo ogni controllo. Ginny si abbandonò completamente a quel piacere, lasciandosi consumare dall’intensità dell’orgasmo.
Cali, inginocchiata tra le sue gambe, non si fermò. La sua lingua continuava a muoversi con insistenza, raccogliendo ogni goccia che sgorgava dalla fica di Ginny. Il suo viso era lucido, bagnato dei suoi umori, e i gemiti sommessi che uscivano dalla bocca di Cali vibravano contro il clitoride sensibile di Ginny, amplificando ogni sensazione.
Sopraffatta dall’orgasmo, Ginny si aggrappò disperatamente alla testa di Cali, le dita che affondavano nei suoi capelli con una forza che sembrava volerla spingere ancora più a fondo.
“Oh, sì… così… non fermarti… bevi troia, bevi tutto…” ansimò Ginny, la voce spezzata e carica di lussuria. Il suo corpo tremava, un altro spasmo che la percorse mentre Cali non smetteva di lavorare, leccandola con una voracità che sembrava non avere fine.
Il respiro di Ginny si spezzò in gemiti irregolari mentre il piacere si attenuava, lasciandola tremante e vulnerabile. Le sorelle ritirarono le dita con una delicatezza che la fece sentire esposta, ma viva come mai prima. Si alzarono con movimenti sinuosi, i loro corpi che trasudavano ancora lussuria. Con un’occhiata complice, si avvicinarono l’una all’altra e si baciarono profondamente, le lingue che si intrecciavano in un gioco perverso, scambiandosi i suoi umori.
Ginny le osservava, il cuore che batteva forte, mentre quel bacio disegnava sul loro viso la traccia del suo piacere. Padma si avvicinò per prima, le mani che incorniciarono il volto di Ginny. Il bacio fu vorace, la lingua che entrò con decisione, mescolando il sapore del piacere appena vissuto con un controllo assoluto. Quando si staccò, Cali la seguì, il suo bacio più selvaggio, le mani che sfiorarono i suoi fianchi come una promessa di perversione.
Ginny tremò sotto di loro, ogni gesto un nuovo richiamo al piacere, il suo corpo che rispondeva istintivamente, desiderando ancora di più.
La musica si stava abbassando gradualmente, le candele illuminarono di nuovo la sala, dissolvendo le ombre che avevano celato i loro segreti. Ginny si ricompose in fretta, anche se il suo corpo bruciava ancora per ciò che era accaduto. Padma e Cali, con la loro disarmante eleganza, sistemarono i vestiti, ma i loro sguardi parlavano chiaro. Non c’erano bisogno di parole: l’avevano marchiata, e Ginny lo sentiva.
Tornarono sulla pista, i loro corpi vicini, i movimenti apparentemente innocenti agli occhi altrui. Ogni tocco, ogni sfioramento, per Ginny era un ricordo vivido del piacere che le avevano regalato. Quella notte erano sue, ma lei sapeva di appartenere a loro ancora di più.
Quando arrivò il momento di salutarsi, Ginny mantenne un’aria composta, il suo sorriso un velo che nascondeva il caos dentro di lei. Due baci sulle guance: gesti ordinari, ma carichi di un’intensità che nessuno poteva immaginare. Cali si chinò vicino al suo orecchio, il respiro caldo che le accarezzava la pelle.
“Passa a trovarci presto,” sussurrò con malizia.
Padma seguì, il suo avvicinarsi aveva una calma quasi predatoria. Le labbra sfiorarono le guance di Ginny, ma si fermò, il suo respiro che la fece rabbrividire.
“La prossima volta,” mormorò, un sorriso perverso sulle labbra, “voglio sentire la tua lingua… nel mio culo.”
Ginny non esitò, il suo sorriso pieno di una nuova sicurezza, gli occhi che brillavano di sfacciataggine.
“Non vedo l’ora,” rispose, la voce bassa ma carica di desiderio. Era una resa consapevole, e le sorelle lo sapevano.
Allontanandosi, il cuore le batteva forte, ogni passo un promemoria indelebile di ciò che era successo. Pensò brevemente di cercare Harry, ma scosse la testa. Era troppo stanca, troppo sopraffatta. Avviandosi verso il dormitorio, la sua mente era ancora intrisa di immagini di Padma e Cali, una promessa di piacere che l’avrebbe seguita fino a notte fonda.
Dall’altra parte della sala, Padma osservò Ginny allontanarsi, un sorriso soddisfatto e carico di malizia che giocava sulle sue labbra. Si voltò verso Cali, i loro sguardi che si incontravano in una complicità silenziosa ma eloquente. Cali, altrettanto divertita, annuì con un accenno di sorriso. Non c’era bisogno di parole; il legame quasi telepatico che condividevano come gemelle diceva tutto.
L’effetto della pozione di Fred e George era ancora ben presente, ogni tocco e ogni desiderio amplificati a dismisura, spingendole oltre ogni limite. La tensione tra loro era palpabile, una corrente invisibile che le univa in un bisogno che non potevano più ignorare. Non erano sazie. Non ancora.
Camminando nel corridoio, le loro menti erano colme dello stesso pensiero perverso. Padma voleva sentire il sapore della fica di Cali sulla lingua, voleva assaporarla, divorare ogni goccia dei suoi umori mentre le sue dita si muovevano dentro di lei. Cali desiderava lo stesso: toccare, esplorare e scoparsi sua sorella senza più trattenersi, sfogando finalmente quella tensione che si era accumulata per anni.
Padma ricordava tutte quelle volte in cui aveva spiato Cali compleltamente nuda mentre si cambiava nella loro stanza, ignara dello sguardo famelico della sorella. Era sempre stato un segreto oscuro, un desiderio che le faceva bagnare la fica al punto di dover scappare in bagno per masturbarsi. Ogni volta, la sua mente la riportava a quella scena: Cali nuda, il suo corpo perfetto e inconsapevole, e lei che si toccava, immaginando quanto fosse proibito e perverso volere la propria sorella.
Ma ora, tutto era diverso. Ora, finalmente, poteva avere ciò che desiderava. Il letto di Padma sarebbe stato il luogo ideale per realizzare quella fantasia. Per sfogarsi. Per vivere ciò che avevano sempre represso, ma che quella sera non potevano più ignorare.
Senza parlare camminavano le due sorelle, i loro passi rapidi e decisi, i corpi che sembravano già vibrare in attesa del contatto. Non si voltarono indietro ne si guardarono; non c’era spazio per esitazioni. Ogni respiro, ogni battito del cuore era un preludio a quello che stava per accadere, un piacere che sapevano sarebbe stato feroce e indimenticabile.
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Questa fanfiction di Harry Potter è un’opera di fantasia creata esclusivamente per scopi di intrattenimento. I personaggi, gli eventi e le situazioni descritti sono immaginari o ispirati a opere esistenti, e non sono intesi a rappresentare la realtà o persone reali. Tutti i diritti sui personaggi originali appartenenti a opere di terze parti restano di proprietà dei rispettivi creatori. L’autore non si assume responsabilità per eventuali fraintendimenti o interpretazioni del contenuto. Ogni elemento è stato scritto nel rispetto della creatività narrativa e senza intento offensivo o dannoso.
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Notevole! Questo era davvero eccitante. Non che gli altri non lo fossero, ma qui stanno saltando fuori cose veramente stupefacenti!