Skip to main content
Racconti Erotici Lesbo

Potrei rubarti l’anima…

By 8 Aprile 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

è una festa. Festa strana, un misto tra carnevale e una festa di compleanno. Entro vestita di nero nel locale gremito di gente, come se fossi una ladra, con solo una mascherina nera a far risaltare il verde dei miei occhi. Stasera mi sento un po’ ladra; anzi diversa, mi sento di sfidare tutto e tutti. Niente potrà farmi cambiare stato d’animo, stasera voglio dare stupore al mondo e a me stessa.
C’è molta gente che conosco, ma non m’importa, la mascherina e i capelli acconciati diversamente rendono dubbia la mia identità. Non che m’importi molto di nascondermi, ma è per proteggere qualcuno’
Mi butto in mezzo alla pista, dove i giovani scatenati si sballano aiutandosi con alcol e fumo. Ballo anche io, lasciandomi trascinare dalle note di qua e di là. La birra mi fa girare un po’ la testa, ma è l’unica cosa che ho trovato che mi permetta di avere più coraggio e di farmi restare in piedi.
Mi trovo a ballare in mezzo a un gruppo di ragazzi che si strusciano su di me, ma io li scosto. E poi d’improvviso appari tu. Sulle note di una musica etno ti avvicini e mi saluti. Io ti conosco, ti ho riconosciuto e forse era proprio te che ho sempre cercato dall’inizio della serata o della vita’tu non mi hai riconosciuto, ma anche tu mi cercavi senza saperlo da quando sei nata.
Iniziamo a ballare, la musica ci avvicina e i ragazzi fanno cerchio intorno a noi per vederci mentre ci stringiamo sempre più, le mani che scorrono sul corpo e lo sguardo che corre dentro agli occhi.
Bella’sei bella sotto la luce offuscata del pub. è un lento che ci fa abbracciare dolcemente, quella dolcezza mai trovata in mani maschili sul mio corpo; non esiste nulla intorno a noi, non la folla che balla e non i ragazzi che ci guardano eccitati, solo noi e la musica.
Le mani sul corpo e il respiro sul collo tra i capelli, tra il profumo lieve che inebria più dell’alcol, tra l’abbraccio che mi stringe il collo e la pelle rosea della guancia che sfiora la mia. Le mie mani sui fianchi accarezzano la seta della tua camicia, e più sotto la seta della tua pelle e le curve dolci che si disegnano da sé, senza bisogno di guardarle.
Il tuo seno aderisce al mio, il tuo ventre respira con me intimamente; sento le tue labbra sfiorare la mia pelle, ti volti verso il mio sguardo che era celato fin ora dal velo delle palpebre e mi parli. Non so come posso udirti tanto chiaramente tra le note e gli urli della folla, probabilmente ti leggo sulle labbra o negli occhi ciò che dici. Sussurri appena ‘come ti chiami?’. Non te lo dirò, non posso dirtelo, ti deve prendere il mio sguardo e il mio tocco, non il mio nome.
Sorrido appena, alzando un sopraciglio e il tuo respiro si fa più vicino, anima tra le labbra discoste che sanno lievemente di birra. Ti bacio. Mi baci.
è un attimo chiudere gli occhi e trovarsi nei tuoi, le labbra rosee e tiepide premute sulle mie, la tua lingua che cerca la mia bocca e si insinua tra le mie labbra violandole con forza; la folla di ragazzi si è fatta più compatta e urla sempre più parole sconce, ma non scalfiscono il nostro piccolo universo di lingue che si intrecciano.
Sento la tua pelle fremere sotto i vestiti, sento le tue curve affannarsi nel cercare un contatto, seppur fugace contro il mio corpo o contro le mie mani. Non ti voglio dare soddisfazione, voglio accrescere la tua voglia fino al limite, fino a quando sarai schiava delle mie carezze e del mio sguardo.
Le tue mani mi accarezzano, accarezzano i capelli e il collo, le guance, dolce tocco vellutato e la schiena, ma si soffermano sui fianchi, impazienti di continuare la loro corsa tra i miei segreti. Non so se vorrò davvero concederti questo privilegio, voglio essere io a scoprirti e farti vibrare, non voglio cadere nella mia stessa trappola. Poi sarei costretta a togliermi la maschera.
Le mie mani si fanno più audaci, e lo gradisci, lo capisco dai capezzoli che spingono contro i miei al di sotto della camicia e da come ti strusci contro di me. Ti accarezzo il sedere, beandomi della sua perfezione e uno dei ragazzi si avvicina provando a toccarci.
Ti stacchi e con sguardo di fuoco gli mostri il dito medio. Bella. Bella e guerriera. Mi hai già preso qualcosa nel fondo dei sensi, qualcosa di più di quello che avevo previsto.
Mi prendi per mano e mi trascini verso i divanetti che costeggiano la sala; ti faccio, cambiare direzione, so io dove andare per soddisfare ciò che vuoi, molto più di qualche tocco rubato.
Mi avvicino al banco e ordino una birra, mentre ti stringo la mano per dirti di stare al gioco. La cameriera si allontana e io infilo una mano sotto al bancone e rubo la chiave di una saletta privata, sgusciando poi tra la folla per sparire dalla vista.
Ridi della mia bravata; ci sentiamo ladre, e questo aumenta la tua eccitazione, lo sento da come stringi la mia mano e sfreghi la pelle del mio polso con il pollice.
Entriamo nella saletta e chiudo la porta a chiave; la stanza ha al centro un divano ed è rischiarata dalla luce di un lampione, fuori. Ti bacio e finalmente posso toccarti e ti concedo di sfiorarmi un poco, senza abbandonarmi troppo a te.
Ti slaccio la camicetta, scoprendo il tuo seno sodo, svettante con i capezzoli rigidi e graziosi. Ti tocco, e lo sfiorarti mi provoca un’enorme eccitazione. Le lingue si incrociano di nuovo, con più passione, poi la mia scende lentamente ad aiutare le mani e circonda i capezzoli, ci gioca; ti succhio con trasporto, mordendoti delicatamente. So che ti piace, piacere e dolore, dolore e piacere’
Sento il tuo respiro farsi più profondo, mentre continuo a toccarti e a leccarti; una mano scende verso il tuo sedere, così perfetto e sodo e stringe la carne, accarezza pienamente la sua rotondità e si spinge anche più sotto. Ti slaccio i pantaloni e li sfilo, ammirando le tue curve e sentendo vago il tuo profumo. Ti spingo verso il divanetto e ti sdraio sui cuscini, liberandoti da ogni indumento, comprese le mutandine intrise dei tuoi umori. Mi lusinga il vederti così bagnata, e continuo il mio lavoro. Ti bacio, cercando dentro di me tutta la dolcezza e la passione di cui sono capace; credo di non aver mai baciato così un uomo. Le mie mani ti esplorano e si chiudono a coppa sul tuo seno, stringendolo con forza e schiacciando il capezzolo tra due dita. Ti sento gemere quando la mia lingua ridiscende in mezzo alle mammelle e la mia mano scivola più in basso, sotto l’ombelico accarezzando la pelle più liscia lì che altrove. Sfioro i tuoi peli folti e profumati con le dita, non toccandoti ancora ma passando oltre, sulle gambe e all’interno cosce. Ti apri; mentre mi avvicino al centro del tuo piacere ti apri, aspettando solo il mio gesto, ma io so regolarmi, so quando è il momento, so ascoltare i segni di una donna. Così le mie dita giocano con la pelle del ventre e delle cosce e con i riccioli del pube, mentre la lingua si spinge dietro l’orecchio.
Sospiri più forte, sei quasi mia. Risalgo con le labbra la linea del mento e mi fermo a un soffio dalle tue labbra socchiuse. ‘Qual è il tuo nome?’ ti respiro in bocca; apri gli occhi, grandi gocce di piacere e mi accarezzi i bordi della mascherina che ancora indosso. Mi entri dentro quando lo dici, posso distinguere il preciso istante in cui divento tua, e tu mia.
Ti guardo negli occhi e la mia mano prosegue la sua discesa, sfiorando i peli e entrando tra le tua labbra, sulla piccola erezione che vi è nascosta, gonfia. Richiudi gli specchi della tua anima, salvandomi e aprendo le labbra ad un invito.
Ti bacio mentre inizio ad accarezzarti in mezzo alle gambe, sul clitoride per portarti all’estremo del piacere prima di penetrarti, per donarti il Piacere. Conosco il momento, ho esperienza del corpo femminile, acquisita nei miei viaggi solitari; so quant’è importante giocare per bene con il piccolo bottoncino prima di penetrare. So anche quanto gli uomini snobbino questa accortezza, nella loro voglia assurda di sentirsi avvolti. Non c’è nulla di più dolce di una donna che accarezza un’altra donna. I tuoi respiri si fanno più spezzati e le tue mani cercano i miei seni, mentre la mia mano ti accarezza piano, lentamente, sentendoti sempre più umida, sempre più aperta.
Ora sei pronta, stai perdendo contatto con il mondo. Il mio dito sonda la tua apertura, sentendo il tuo succo segreto scendere copioso. Apro la tua fessura e lascio scivolare dentro un dito, con delicatezza, assaporando la sensazione delle pareti della vagina che si aprono facilmente, tanta è la tua eccitazione.
Gemi più forte, mentre inizio a masturbarti delicatamente, come se stessi suonando il piano, come se stessi dipingendo, come se stessi morendo. Presto segue il secondo dito, che entra ed esce facilmente dal tuo sorriso segreto e bagnato, mentre con il palmo sto bene attenta a stimolarti il clitoride, portandoti un piacere forte, ma calmo. Un altro piccolo trucco imparato in solitudine, mentre mi mordo le labbra e chiudo gli occhi’
La mano accelera la sua corsa, e la mia lingua scende sulla tua pelle; al ritmo sostenuto della masturbazione accosto quello calmo, voluttuoso della lingua sul tuo corpo, bevendo ogni centimetro di te, ogni tua piccola imperfezione. Arriva lì, sull’ombelico la lingua e si sofferma ‘ dentro e fuori le dita ‘ un bacio dolce e sensuale sul piccolo punto ‘ dentro e fuori, movimento esperto e bagnato ‘ gioca la lingua lasciando la sua scia sul tuo ventre e scende ‘ dentro e fuori, fuori e dentro spingono le mie dita verso l’alto dentro di te, scossa di piacere ti fa sussultare sentendoti scoperta anche nel tuo anfratto più nascosto.
Giunge la mia bocca sul tuo sesso, soffermandosi per riempirsi del tuo odore, odore selvaggio e dolce prima di unirsi e baciarti sul sorriso nascosto, già invaso dalla mia mano.
Lecco il clitoride, con movimenti circolari, ti esploro completamente, gustando il tuo miele abbondante che mi invade i sensi; sei oscenamente aperta a me, i tuoi gemiti si fanno sempre più alti, sempre più alti’
Mi implori di non smettere, di non smettere mai, e so che ora nulla potrà più dividerci, so che mi riconoscerai dagli occhi che ti fissano nell’anima da sopra il tuo sesso caldo, e ti lecco.
Chiudi gli occhi e ti tocchi i seni, straziandoli per cercare ogni atomo di piacere, mentre le mie dita si fanno più violente e vanno a cercare un punto di contatto con la mia lingua attraverso la pelle della vagina.
Sussulti e urli quando lo trovo, trovo il punto tanto agognato e mai capito da un uomo, lo trovo e ora non lo mollo più, ora la mia lingua vortica sul tuo clitoride furiosamente e le mie dita spingono verso l’alto, veloce, sempre più veloce, dentro e fuori con violenta dolcezza’
Ti mordi le labbra per non urlare e ondeggi il bacino, non riuscendo più a contenerti, sei mia, solo mia, potrei rubarti l’anima in questo momento e mi lasceresti fare.
Ci sei quasi, sento dalle vibrazioni del tuo ventre che l’orgasmo sta giungendo e non mi fermo, continuo e tu urli, incapace di trattenerti e ti muovi sulle mie dita come se ne andasse della tua morte, e urlando il tuo piacere al cielo vieni, inondandomi la bocca del tuo sapore. Continuo rallentando, per farti godere fino in fondo l’orgasmo.
Apri gli occhi e mi guardi da sopra il tuo seno. Risalgo le valli del tuo corpo e ti bacio. Tu succhi la mia lingua per assaporarti, e le tue mani mi toccano, sento che sei desiderosa di ricambiare il favore e vorresti sfilare la mascherina che protegge la mia identità, ma non posso lasciartelo fare.
Mi perderei’
Mi ricompongo e esco correndo, per farti perdere le tracce. Riconoscerai i miei occhi, ovunque andrai’

Leave a Reply