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Racconti Erotici Lesbo

Serena Prima Sera

By 11 Settembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Serena si sentiva strana, molto strana. Era da tempo che non usciva, dopo la nascita della bimba, e quella sera aveva bevuto decisamente troppo.
Meno male che guidava la sua amica Silvana, già vedere le luci sfrecciare le dava un po’ di nausea, e non osava pensare cosa sarebbe voluto dire prendere la macchina in mano. Ma una serata fuori così ci voleva per rompere la noia degli ultimi mesi.
Certo che nel disco-bar i commenti sulla sua scollatura si erano sprecati. Forse avrei dovuto mettere un’altra camicia ‘ pensava, e guardava nella scollatura. Si vedeva il solco tra i seni, erano un po’ più cadenti dopo la gravidanza, ma sempre abbonanti, e questo attirava molti sguardi. Tra i molti pensieri che le giravano nella testa pensava se forse non avesse messo quella camicia apposta per avere qualche attenzione in più ‘ ma in fondo ognuno può vestirsi come vuole ‘ e in quel bar c’erano ragazze di dieci anni più giovani che facevano vedere ben altro ‘ certo che quelle luci correvano di fianco alla macchina, forse era meglio guardare avanti.
‘Hai visto quei due mori come ci guardavano?’
Non si aspettava domande, e ci volle qualche secondo per articolare una risposta.
‘Beh, ci hanno spogliate con lo sguardo’
‘A te avevano gli occhi puntati sulle tette, specialmente quello più alto, sembrava ipnotizzato’
‘Beh, e a te l’altro ti ha pure toccato il culo ‘ si vedeva che non aspettava altro che metterti le mani addosso’
In effetti quei due erano stati gentili e molto affabili. L’unico errore era stato allungare quella mano, che aveva indispettito Silvana che aveva voluto lasciare subito il locale.
Certo che aveva avuto una reazione esagerata, in fondo l’aveva fatto scherzando. Un altro pensiero usciva dalla confusione della testa: e se l’avesse fatto a te? E se invece di averti sfiorato il culo avesse infilato una mano nel reggiseno? E se la mano l’avesse infilata nelle mutandine? In fondo era un bel ragazzo. In fondo si scherzava, mica era una cosa seria. In fondo ne aveva voglia. E si sentì un languore nel basso ventre e qualcosa che si bagnava.
‘Avresti preferito continuare con loro?’
Serena non era brava a dire bugie, ma in questo caso la parvenza andava pure salvata.
‘Ma va là, erano due ragazzini’
Giovani così chissà che voglia avevano. Chissà cosa le avrebbero fatto. Magari tutti e tue ‘ Scrollò la testa come per mandare via i pensieri, come se fossero mosche che girano fastidiose.
‘Beh, siamo arrivati’
Che bella notizia ‘ Serena non vedeva l’ora di scendere, respirare un po’ d’aria fresca e fondarsi nel suo bel lettone.
‘Mi offri l’ultimo drink?’
Accidenti ‘ beh, non poteva certo rifiutare l’ultima cortesia all’amica, dopotutto l’aveva anche scarrozzata in macchina. Poi in casa non c’era nessuno, marito e bimba in montagna, e in fondo l’idea di fare tardi come una sedicenne le piaceva.
‘Dai vieni su’
L’aria fresca le faceva bene, si sentiva proprio come quando era più giovane e tornava tardi, ma la testa girava ancora parecchio.
Si ritrovò seduta sul divano. A momenti non ricordava neppure come avesse fatto ad aprire il portone, a scendere le scale, ad aprire la porta di casa. E non ricordava neppure di aver versato da bere a Silvana e a lei. E che cazzo aveva versato? Lo assaggiò ‘ nocino, ne era rimasto ancora! Pensava di averlo finito tutto quella sera che si era perfino vomitata addosso, ma quanto tempo era passato? Certo che poteva scegliere qualcosa di più leggero, questo picchiava forte, meno male che era già a casa.
Però si stava bene così, sul divano, a chiacchierare ‘ era proprio una bella serata.
‘E poi da ginecologo come &egrave andata?’
In fondo era una domanda come un’altra, e poi era sempre Silvana a tirare fuori l’argomento. Sembrava che andasse dal ginecologo spessissimo, per una sacco di rogne femminili.
‘Ah’ ‘ e si fermò un po’ ‘ ‘Mi ha detto che dovrei fare dei massaggi ”
Era strana la faccia con la quale l’amica la guardava. Sentiva quegli occhi nocciola che la trapanavano per tanto intensamente la guardavano. Silvana bevve una lunga sorsata.
‘Massaggi in che senso’
‘All’utero’
La risposta la lasciò di stucco. Una cosa del genere non l’aveva mai sentita, e non riusciva a capire se l’amica scherzasse o no.
‘Scusa? Come andrebbero fatti?’
‘Con le dita, massaggiando l’utero per favorire l’ovulazione’
Beh, come spiegazione ci stava, certo che una cosa così con l’aveva mai sentita
‘E chi te li dovrebbe fare?’
‘Magari trovassi qualcuno ”
Lo sguardo di Silvana si faceva sempre più strano. Forse era il nocino, ma sembrava quasi languido. Certo che era una serata strana. E in un certo modo eccitante, come tutte le cose strane.
‘Me lo faresti?’
Serena sentì come se le avessero buttato dell’acqua gelata lungo la schiena.
‘In che senso???’
Era più un mormorio che una risposta.
‘Me lo massaggeresti?’
Quegli occhi ormai le stavano perforando la nuca. Ma cosa voleva? Però in fondo, era un aiuto che a chi altro poteva chiedere? Erano amiche da tanto tempo.
‘Ma come faccio”’
L’ultimo sorso di nocino fu l’ultima cosa che Serena ricordò prima di visualizzare che Silvana era senza mutandine, a gambe aperte, e che le stava leccando le dita.
Era bella nera sotto ‘ ma curata, rasata ma non troppo corta, ma anche bella aperta con tutte le labbra di fuori, e lei non aveva ancora avuto bambini ‘
‘Non ti faccio male?’ Riuscì appena a mormorare mentre sentiva due sue dita entrare dentro a qualcosa di caldo e bagnato. Oddio ‘ aveva due dita dentro la sua amica. Non fece tempo a realizzare il pensiero che le dita diventarono tre.
‘Arrivi a toccarlo?’
Aveva la lingua secca come carta. Era lì con tre dita piantate dentro alla vagina della sua amica. E in più non sentiva l’utero. Stranamente in quel momento pensava a come fare il suo compito ‘
‘Devi entrare di più’ Silvana aveva gli occhi fissi, quasi fuori dalla testa. Quando prese il polso di Serena e si cacciò dentro tutta la mano lo fece quasi con violenza.
Serena si ricordava quando suo marito volle provare a metterle la mano dentro. Anche con litri di lubrificante non ci fu verso, solo una gran fatica e un gran male, anche per i giorni seguenti.
Ma adesso era entrata tutta dentro a Silvana, praticamente a secco, fino al polso, e anzi lei spingeva ancora ‘ dove voleva che arrivasse? In gola?
Se lo trovò in mano. Sembrava un po’ un salsicciotto umido, ma non troppo lungo, appena un 5-6 centimetri. Sembrava pulsare come una cosa viva.
‘Oh mio dio ”
Aveva l’utero della sua amica in mano.
‘Adesso massaggialo ”
Non sembrava che Silvana volesse repliche, e così iniziò a stringerlo piano, poi più forte, poi lo accarezzò, dio mio ‘ era tutta dentro a lei, fino al polso, si sentiva stringere, non sapeva se uscire o rimanere. Sulla punta dell’utero aveva un buchetto che cedeva con un dito, si ricordò di quando aveva partorito, sentì uno spruzzo caldo sulla faccia e cadde lì in un sonno profondissimo.
L’ultima immagine che le si fissò in testa era un ventre di donna con un braccio piantato dentro, che si muoveva e dimenava, urla di piacere e schizzi di liquido caldo ed odoroso.
La mattina seguente si svegliò con un caldo aroma di caff&egrave e un potentissimo mal di testa.
I ricordi erano confusi e frammentari.
‘Dio che mal di testa, ho bevuto troppo’
‘Sei una viziosa’
L’unica cosa che sentiva ancora erano gli occhi nocciola della sua amica che la passavano da parte a parte.
‘Beh, fai un bel riposo e ci vediamo domani’
E se ne andò.
Che strani ricordi, che strane fantasie passavano nella mente di Serena. ‘Devo bere di meno’ pensò. Avvicinò la tazza di caff&egrave e si appoggiò con la faccia alla mano.
Ci sono tanti odori che si possono confondere ‘ ma alcuni no ‘
Continuò ad annusare la mano, il polso ‘
Restò lì per molto tempo, non sapendo che fare o pensare ‘
Ma era certa che quello che le passava per la testa non erano solo allucinazioni dovute all’alcool.

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