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Racconti Erotici Lesbo

Valentina parte II

By 10 Dicembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

La mano di mia zia era appoggiata sul mio seno; sentivo le sue dita affusolate sopra il capezzolo, col polpastrello lo premeva leggermente procurandomi dei piacevoli brividi; con l’altra mano prese l’altro mio seno e iniziò un leggero massaggio ora avvicinandomi i seni ora allontanandoli, mentre i miei capezzoli si stavano inturgidendo a contatto col calore delle dita di mia zia.
La stavo guardando con occhi sognanti, e mia zia, con quel suo viso dolce incastonato da capelli castano chiari riccioluti impreziositi dagli occhi scuri e allegri, mi guardava senza dire niente ma con un fare rassicurante e questo mi metteva a mio agio e mi stava facendo passare quel naturale imbarazzo che stavo provando.
Avvicinò la testa alla mia e un fugace bacio sulla mia bocca mi consentì di sentire e apprezzare la morbidezza delle sue labbra carnose; feci appena in tempo a ricambiare il suo bacio, che le sue mani erano già sul mio torace, sulla mia pancia, a lambire il mio ombelico, mentre con la bocca stava ora assaporando i miei capezzoli, passando con voracità dall’uno all’altro; il mio respiro si stava facendo piu affannoso mentre sentivo i capezzoli che si stavano sempre piu inturgidendo stretti nella morsa delle sue labbra; li mordicchiava di tanto in tanto, per poi riprendere a succhiarli come se fossero un biberon, mentre con la mano stava accarezzando il mio ombelico e alternativamente me la passava lungo i fianchi, facendomi venire la pelle d’oca.
Dopo qualche minuto di questa estasi, la sua mano riprese ad esplorare piu in basso il mio corpo, scivolando dall’ombelico verso il mio monte di Venere, mentre la sua bocca, la sua lingua lambivano il mio torace per arrivare all’ombelico, oggetto ora delle attenzioni dell’avida lingua; le dita della mano erano ora arrivate finalmente a sentire il calore della mia vagina, prima il clitoride, poi sapientemente scorrevano ai lati delle labbra, sentendo già distintamente il bagnato della eccitazione dovuta sia alla mia solitaria masturbazione sia alle attenzioni di mia zia.
Un dito si stava facendo spazio tra le mie labbra mentre l’altro stava stuzzicando il clitoride che ormai si era gonfiato e rizzato, aumentando il flusso delle secrezioni vaginali che ormai avevano permeato la mia vagina; lo scorrere del dito tra le mie labbra e poi, in maniera alternata, all’interno della vagina, produceva quel classico suono dell’attrito del dito col bagnato umorale, che mi creava sconquassi ormonali; ero all’apice del mio piacere, l’orgasmo stava per esplodermi e questo mia zia lo sapeva bene avendo percepito le contrazioni della mia vagina sempre piu frequenti; smise in quel momento di masturbarmi per farmi aumentare la voglia del piacere, tornò a baciarmi in bocca senza non avermi prima messo dentro la bocca il suo dito bagnato dei miei umori e avermelo fatto leccare; non che non lo avessi mai fatto da sola, ma la sensazione strana di avere il dito di mia zia in bocca col sapore misto salato dei miei umori mi fece sentire quel classico vuoto allo stomaco che si prova quando una forte emozione ci invade.
La sua lingua stava esplorando la mia bocca, si univa alla mia lingua, la succhiava e mordeva, le nostre salive si erano ormai unite e ce le succhiavamo a vicenda; quando la sua bocca era ormai impastata della mia saliva, improvvisamente scese lungo il mio corpo e si portò in mezzo alle mie gambe e iniziò a succhiarmi il clitoride e a bagnarlo con la mia e sua saliva; abilmente con gli indici delle mani mi allargò le labbra e fece scivolare dalla bocca un getto di saliva che mi entrò direttamente nella vagina e poi col dito la introdusse dentro completamente iniziando nuovamente a masturbarmi mescolando i miei umori con le nostre salive, mentre con la bocca riprese a torturarmi il clitoride che sembrava volesse scoppiare.
Un tremito fortissimo mi prese in tutto il corpo quando l’orgasmo, preceduto da tre fortissime contrazioni della vagina che quasi fecero prigioniero il dito di mia zia all’interno, mi prese tutta quanta; un fiotto di umori uscì dalla vagina per impiastricciare dito e mano della zia e andarsi a depositare sia sulle mie cosce che sul lenzuolo del letto.
Mia zia non volle lasciar perdere quel ben di dio e si mise a leccare la mia gelatina biancastra e, dopo non averne lasciata neanche una goccia, mi baciò in bocca trasmettendomi tutto il gusto del mio orgasmo.

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