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Racconti Erotici Lesbo

VISITA GINECOLOGICA

By 2 Aprile 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Una settimana dopo quel folle incontro con Chiara e le successive telefonate in cui ci rinnovavamo il nostro piacere di esserci incontrate e di esserci amante in quel modo con la promessa di rivederci presto, mi stavo chiedendo dentro di me cosa avrei dovuto dire a Manuela, se mantenere il segreto o se confessarle tutto col rischio di perderla per sempre; ma d’altra parte non potevo fare a meno di pensare a Chiara col desiderio di rivederla al più presto.
Questo dilemma mi fece cadere in uno forte stato ansioso che mi fece anche perdere l’appetito con preoccupazione di mia madre; oltretutto mi ero portata dietro degli strascichi di quel pomeriggio passato con Chiara: la mia vagina infatti mi bruciava assai e un dolore all’utero persistente spinse mia madre a prenotare la visita ginecologica per il lunedì. Era la mia prima visita ginecologica! Oltretutto la ginecologa era amica di mia madre. Un’ansia ulteriore mi prese. Quella stessa sera avevo anche l’appuntamento con Manuela; una giornata quindi molto densa per me.
Quel giorno prima di andare alla visita, mi feci un’accurata doccia; poi mi preparai mettendomi normali slippini neri col reggiseno, i jeans, una camicetta e scarpe basse.
Arrivate nello studio della ginecologa, amica di mia madre, ci sedemmo nella sala d’attesa; non c’era nessuno, solamente una paziente in studio, quindi l’attesa sarebbe stata breve.
Mia madre prendendomi la mano mi disse:
– Allora, finora non mi hai detto nulla, ma ora dalla ginecologa dovrai parlare, dovrai rispondere alle sue domande. E non pensare che io me ne vada; io resterò lì ‘ mi disse con tono severo.
Io non risposi nulla, feci solo un cenno con la testa.
Dieci minuti dopo si aprì la porta dello studio, uscì la paziente e la ginecologa ci fece cenno di entrare.
Mia madre e la sua amica si abbracciarono, dopo di che mi presentò.
– Ecco, mia figlia che ha bisogno di te!
– Ciao, piacere, sono Angela, tua mamma mi ha parlato di te; sedetevi prego.
Angela aveva un aspetto rassicurante, sui 40 anni, curata nei capelli, truccata quel poco che serve, vestita sobriamente sotto il camice bianco.
– Allora, visto che &egrave la tua prima visita ginecologica, iniziamo con un’anamnesi della tua storia clinica.
Rivolgendosi prima a mia madre:
– Come hai partorito? Cesareo o naturale?
– Naturale.
– Hai allattata tu o biberon subito?
– L’ho allattata io.
– Che malattie infantili ha avute?
– Varicella e morbillo.
– Ha subito operazioni chirurgiche?
– No nessuna.
Poi rivolgendosi a me, cercando di rassicurarmi mi disse che una visita ginecologica deve essere considerata come una visita di routine, come quella del dentista, fatta soprattutto per prevenire eventuali malattie e non per curarle quando ormai ci si &egrave ammalate.
– Quando hai avuto il menarca?
– A 12 anni.
– E’ regolare?
– Si abbastanza
– Ogni quanto?
– Piu o meno ogni 30 giorni.
– Sei vergine?
Arrossendo per questa domanda così privata, le risposi di no.
Mia madre sapeva che non ero vergine.
– Conduci una vista sessuale regolare?
– B&egrave no’ dissi con titubanza.
La ginecologa, guardandomi con l’aria di chi la sa lunga, fece finta di credermi.
– Ti masturbi con regolarità?
La guardai stupita per quella domanda cosi intima e arrossendo le dissi:
– Sì di solito si.
Non mi voltai nemmeno a guardare mia madre, sapevo che era così prevenuta su questi fatti riguardanti la sessualità.
– Allora, continuò la ginecologa, che problemi hai?
Io le spiegai un po confusamente sul bruciore che mi perseguitava da quel giorno, e del dolore all’utero.
– Ma hai avuto rapporti sessuali prima di accusare il bruciore e il dolore?
– No nessuno, le risposi.
– Va bene, spogliati adesso che così controlliamo.
Non sapendo bene cosa dovevo fare, mi alzai per andare vicino al lettino ginecologico; la ginecologa, sorridendo, mi prese per mano e mi condusse nel separ&egrave e mi invitò a spogliarmi completamente per poi sedermi sul lettino a fianco di quello ginecologico.
Mentre mi stavo spogliando sentivo che mia madre a bassa voce parlava con l’amica informandosi su quali potevano essere le cause del mio disturbo e Angela le disse che mi avrebbe fatta una visita completa per poter fare un’analisi seria del mio stato di salute. Mentre mi stavo spogliando mi stavo immaginando come mi avrebbe visitata e una strana sensazione mi pervase anche se cercavo di scacciarla via perché mi vergognavo anche per la presenza di mia madre.
Mi spogliai abbastanza lentamente e, una volta nuda, uscii timidamente dal separè la ginecologa sorridendo mi invitò a mettermi sulla bilancia per pesarmi. Nuda com’ero, con i peli molto radi, mi stavo rendendo conto che le mie labbra erano completamente scoperte mentre solamente il mio monte di Venere era leggermente ricoperto della rada scura peluria. Questa mia intima nudità e la consapevolezza che la ginecologa poteva vederla creava in me nello stesso tempo vergogna e eccitazione; cercavo di far pressione dentro di me per non provare eccitazione, ma più ci pensavo più sentivo il calore aumentare dentro di me e l’umidità della mia vagina aumentare poco a poco.
Dopo avermi pesata e avermi fatta sedere sul lettino medico, Angela mi fece la classica visita medica, misurandomi la pressione, palpandomi il seno, guardando il fondo dell’occhio, auscultandomi i polmoni e il cuore.
Terminata questa prima fase della visita, mi fece accomodare sul lettino ginecologico.
– Ecco, metti i piedi in queste staffe.
Eseguii l’ordine e mi ritrovai così ‘oscenamente’ a gambe semiaperte davanti alla ginecologa; l’aspetto asettico dello studio e la professionalità finora dimostrata della donna non contribuirono a far scemare la mia eccitazione che mai avrei immaginato di provare durante una visita.
Angela, messi i guanti in lattice, accesa la luce e posizionata davanti alla mia vagina, iniziò ad esplorare con attenzione la consistenza delle mie labbra tastandole leggermente per poi toccare con la punta del dito il mio clitoride che già era ben visibile; a quel gesto feci uno scatto involontario col bacino, sentendo uno scatto elettrico dentro di me dovuto all’eccitazione.
La ginecologa mi guardò con un celato sorriso; aveva capito e percepito tutto, dall’alto della sua esperienza; forse stava anche iniziando a capire le cause del mio malessere vaginale.
Continuò ancora per qualche istante a manipolare le mie labbra e il clitoride per poi passare alla visita interna con lo speculum.
– Non preoccuparti, mi disse, non sentirai nulla.
Il contatto con il freddo dello strumento che mi stava allargando leggermente le labbra, mi fece venire la pelle d’oca, ormai ero bagnata dei miei umori, la mia vergogna aumentava e speravo che almeno mia madre non si accorgesse di nulla.
Due dita della ginecologa entrarono lentamente nella mia vagina per tastare il collo dell’utero e le pareti vaginali; sapeva bene come comportarsi, sia professionalmente ma anche per farmi eccitare ancora di più; un movimento lento dentro di me, mi stava facendo ansimare a bassa voce.
– Stai tranquilla, mi disse la ginecologa. Ti faccio male?
– No ..no..
L’altra mano appoggiata sull’addome per tastare meglio l’utero, mentre le due dita stavo impietosamente lavorando dentro la mia vagina in una sorta di masturbazione professionale. Ero all’apice e simulando il fastidio per il piacere, ebbi un sordo orgasmo, per fortuna poco abbondante.
La ginecologa estrasse le due dita i cui guanti erano imperlati dei miei umori e con dei fazzolettini imbevuti prese ad asciugarmi la vagina.
– Rivestiti pure.
– Cos’ha, chiese mia madre.
– Non preoccuparti, disse, ora vi spiego tutto.
Quando mi fui rivestita, tornai al tavolo.
– Masturbarsi, iniziò Angela, fa sempre bene cara, disse con voce suadente, ma devi stare attenta a non farti male.
– Cosa vuoi dire, disse mia madre.
– Che tua figlia si &egrave masturbata con troppa foga e si &egrave fatta male; ora le prescrivo questa lavanda vaginale e tutto andrà posto in pochi giorni.
Ci salutammo, con la mia promessa di farmi rivedere dopo un mese per una visita di controllo e, prima di chiudere la porta, Angela mi fece l’occhiolino’

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