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Racconti CuckoldTradimentoTrio

Gli amori di Antonella (parte dodicesima)

By 6 Gennaio 2022No Comments

Dopo il mio incontro con Martina andai al lavoro, ero un po’ sconvolto, non tanto per come mi aveva umiliato, ma per il fatto che in fondo la cosa mi era piaciuta. E’ vero che mi sentivo pesantemente in colpa con lei e le sue “vendette” mi alleggerivano l’animo, ma è vero, anche se non volevo ammetterlo, che questo suo dominarmi e umiliarmi mi provocava una forte eccitazione.
Avevo due donne che mi amavano infinitamente. Due donne molto diverse per due rapporti unici…e io le amavo entrambe. Mia moglie che mi adorava e si sottometteva con piacere alle mie voglie, ma amava anche concedersi ad altri uomini e Martina, la mia amante che, dopo che io non avevo lasciato mia moglie per lei, si era comunque trovata un marito e non aveva voluto interrompere la relazione con me, ma l’aveva trasformata in un rapporto di dominazione attraverso il quale io dovevo espiare le mie colpe che in sostanza erano quelle di non aver lasciato una moglie puttana per una donna che mi avrebbe amato e rispettato per la vita.
Ero anche un po’ preoccupato per mia moglie che non era stata bene nel fine settimana. La chiamai nella pausa pranzo, ma fu abbastanza sbrigativa quando le chiesi come stava e se era stata dal medico. Mi rispose: “Tutto benissimo, non preoccuparti, però ti dico tutto stasera”.
Non insistei, anche perché avevo fretta di riprendere il lavoro…era una giornata densa di impegni.
Al mio rientro a casa la trovai ad attendermi sulle scale, cosa abbastanza inusuale, con uno splendido sorriso. Mi abbracciò e mi baciò poi mi guardò con un’espressione dolcissima e mi disse:
“Amore, ho capito la causa del mio malessere di questi giorni…sono incinta!”
Ne fummo immensamente felici, tanto che ci inventammo una scusa per nostro figlio che stava guardando i cartoni animati alla TV e ci chiudemmo in camera per fare l’amore.
Prima che nostro figlio venisse a bussare alla porta reclamando la cena, le chiesi:
“E con Marco cosa pensi di fare?” Mi rispose: “Se a te non dispiace, con tutte le cautele del caso, vorrei continuare ad andarci a letto, sempre che a lui non dispiaccia scopare una donna gravida…del resto tu continui a scoparti Martina che è quasi di 9 mesi”.
“Certo amore, cosa potrei dirti? Però mi farebbe piacere tu me lo presentassi”
“In realtà ci abbiamo già pensato, gli ho detto che potremmo farlo tutti e tre assieme, come facevamo con Roberto, però lui è un po’ titubante, conto su di te per convincerlo…sai che adoro due maschi nel letto…e poi finalmente non lo obbligherò più a usare il preservativo”
“Amore, ma non ti viene mai il pensiero di essere un po’ troia?”
“Sì, spesso. Sono orgogliosamente puttana, ma sai che non ti tradirei mai, non farei mai qualcosa di nascosto o qualcosa che potesse darti fastidio. Mi piace molto Marco e mi fa godere da matti, però sai che se in qualsiasi momento tu mi dicessi di chiudere la relazione lo farei senza nemmeno chiederti il perché”.
“Glielo hai detto che sei incinta?”
“No, l’ho invitato a cena da noi, glielo diremo insieme”
Così il sabato successivo Marco sarebbe venuto a cena da noi, portammo Luca dai nonni e lo lasciammo a dormire lì col pretesto di una cena dalla quale saremmo rientrati tardi.
Marco arrivò puntuale, con un mazzo di fiori per mia moglie e una bottiglia di vino per me, non credo avesse ben capito il rapporto che c’era fra me e Antonella per cui si limitava a fare la parte dell’amico, soprattutto senza parlare del recente week-end che lui e mia moglie avevano passato insieme. Dopo la cena ci mettemmo sul divano in salotto a berci un caffè e Antonella mise al corrente il suo amante che era incinta e naturalmente il figlio era mio…precisazione che sicuramente poteva sembrare superflua. Si alzò per portare le tazzine in cucina, ma io la fermai, le sollevai il vestitino fino a scoprire il pancino ed esclamai: “Per adesso non si vede niente, forse sembra solo che hai mangiato di più…tu che dici Marco?” Poi lo tirai ancora più su fino a scoprire il seno, come sempre nudo sotto il vestito e aggiunsi: “Forse però il seno è un po’ cresciuto, tu che dici? Senti un po’…”
L’amante di mia moglie allungò timidamente la mano e accarezzò quelle tette che conosceva bene, fece il viso rosso e abbassò lo sguardo, ma non ritirò la mano.
Dissi ad Antonella di lasciar perdere le tazzine e di sedersi in mezzo a noi, ormai si era del tutto tolta il vestito e indossava solo delle mutandine di pizzo bianche.
Poi disse a Marco che se voleva poteva fumarsi una sigaretta, non era un accanito fumatore, ma una sigaretta dopo pranzo se la faceva volentieri e a lei, nonostante il suo stato, il fumo non dava fastidio…lei era bellissima e molto disinvolta senza vestiti. Lui si accese la sigaretta e ne offrì una anche a noi. Sia io che Antonella avevamo fumato un po’ da giovani, poi avevamo smesso, io perché il fumo non si confaceva con la mia attività sportiva e lei poi lo aveva fatto per compiacere me…però una sigaretta ogni tanto la accendevamo. Ne prendemmo una da fumare insieme tanto per fargli compagnia.
Lei si divertiva a stuzzicare il nostro ospite, baciava me, poi faceva una tirata di sigaretta e si avvicinava alle sue labbra quasi per baciarlo e poi gli soffiava il fumo in faccia…poi lui fece la stessa cosa, ma lei, prima che tutto il fumo uscisse dalla sua bocca, lo baciò.
Senza interrompere il bacio lui si passò la sigaretta nella mano sinistra e allungò l’altra tra le cosce di mia moglie. Lei si staccò dal bacio e gli disse: “Ehi…come siamo intraprendenti!”
Lui ritirò immediatamente la mano, ma lei sorrise dicendo “Dai, sto scherzando…” Gli afferrò la mano e se la mise questa volta sul seno e poi lo baciò di nuovo.
Io intanto le avevo messo una mano fra le cosce per avere conferma che fosse già bagnata…se mai ce ne fosse stato bisogno. Avevamo spento le nostre sigarette e Antonella ci deliziava a turno con i suoi baci mentre noi esploravamo il suo corpo con le nostre mani. Poi slacciò i pantaloni di Marco e infilò la sua mano negli slip, altrettanto fece con me (ma i pantaloni dovetti slacciarli io) e ci disse: “Forse staremmo più comodi sul letto, che dite?” Quindi si alzò e si diresse verso la camera e noi la seguimmo in silenzio tenendo su i pantaloni con le mani. Ci spogliammo e prendemmo posizione sul letto. Si sedette in mezzo mentre noi eravamo in ginocchio davanti a lei; iniziò a spompinarci a turno poi rivolta a me disse: “Dai, adesso fai quello che ti riesce meglio”.
Si sdraiò e allargò le gambe, io affondai la mia faccia lì in mezzo e cominciai a leccarla e a stimolarla con le dita mentre leccava e succhiava il cazzo di lui. Raggiunse un primo orgasmo, ma ben lungi da essere sazia disse a Marco: “Se ti va scopami…adesso non c’è più bisogno del preservativo”. Aprì le gambe e io le allargai con le mani le labbra della sua figa depilata invitando il suo amante a penetrarla. Era diventato quasi un rito e la cosa ci eccitava da matti…io che offrivo la figa di mia moglie al suo amante.
Mentre lui montava con foga Antonella io le regalavo baci e carezze…era bellissimo vederla godere. Ad un certo punto invitò Marco a cambiare posizione, lo fece sdraiare sotto di lei, montò sopra di lui facendosi penetrare di nuovo e poi disse rivolta a me: “Dai, prendimi da dietro”. Così la penetrammo entrambi e lei esclamò: “Belli i miei maschi, vi vorrei sempre insieme dentro di me…sarebbe bello venire tutti insieme”.
Non andò proprio così, lui venne per primo e Antonella, eccitata dal sentirsi per la prima volta riempita di sperma dal suo amante lo seguì dopo poco. Io ci misi un po’ di più, complice anche la posizione non comodissima in cui mi trovavo. Poi ci sdraiammo, Antonella indugiò a leccare le nostre cappelle raccogliendo le ultime goccioline di sperma, poi si mise in mezzo a noi. Nessuno diceva niente, stavamo lì a fissare il soffitto finché lei ruppe il silenzio: “Beh…adesso non mi bacia più nessuno, vi fa schifo vero?”. Ci pensai un attimo, non era la prima volta che la baciavo dopo che aveva tenuto in bocca il cazzo di un altro e poi…dopo quello che era successo con Martina…La baciai con desiderio e con trasporto e dopo di me lo fece anche lui (che bei tempi quelli…il Covid non era nemmeno ipotizzabile e ci si scambiava baci a piacimento). Rimanemmo un po’ così a scambiarci tenerezze finché Antonella mi disse: “Dai, adesso vai a dormire di là, fa caldo per stare qui in tre e poi devo parlare un po’ con lui prima di fare ancora sesso”. Salutai mia moglie con un bacio e dissi al suo amante di trattarmela bene e soddisfarla come meritava, quindi andai a dormire.
Sapevo cosa doveva dirgli Antonella, lui sarebbe stato il suo fidanzato ufficiale, poteva venire a trovarla quando voleva, che io ci fossi oppure no, poteva portarla in giro dove voleva e io avrei facilitato in tutti i modi i loro incontri, magari occupandomi di nostro figlio e ovviamente potevano scopare anche se io non c’ero. L’unica cosa che doveva essere chiara era che lei comunque era mia e il loro non poteva essere niente di più che un rapporto di amicizia e di sesso, in pratica sarebbero stati due trombamici, anche se a quell’epoca il termine non era ancora stato coniato. Inoltre era tenuto alla massima riservatezza sul rapporto che avevano, per tutti lui era un caro amico di famiglia.
La mattina mi alzai per primo e attesi che anche loro si svegliassero…avevano dormito poco, immaginai. Mandai un messaggio a Martina chiedendole di chiamarmi appena possibile, volevo essere io a dirle della gravidanza di mia moglie.
Appena glielo ebbi comunicatomi disse: “Così hai messo di nuovo incinta la puttana? Che bastardo…la odio profondamente…anzi no, le voglio bene, è la mia migliore amica…vorrei solo che non fosse tua moglie, oppure non fosse così zoccola”.
Cercai di farle capire che comunque Antonella era una donna molto buona e altruista con tutti e anche una persona sincera e intelligente. Solo le piaceva molto (troppo) il sesso…Ma era inutile, avevamo visioni completamente diverse della vita.
Le dissi che avrei voluto vederla per stare un po’ insieme e lei mi diede un appuntamento a casa sua per la fine della settimana, suo marito andava fuori città e io potevo prendermi almeno una mezza giornata di permesso al lavoro…Non fu possibile, la sera prima fu ricoverata in ospedale e il giorno in cui dovevamo vederci nacque Sara, sua figlia.

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