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Racconti EroticiTradimento

L’animatore dell’albergo

By 15 Maggio 2020Maggio 17th, 2020One Comment

Dopo aver dato l’esame estivo e l’ennesima delusione ai mondiali Francesi di calcio, partì per la mia nuova destinazione estiva, un albergo 4 stelle sulla riviera marchigiana frequentato da famiglie e non. La struttura, seppur avendo il mare a poche centinaia di metri aveva una piscina, sempre e comunque molto frequentata specie nelle giornate ventose  intorno alla quale ruotava la giornata di noi animatori, dal risveglio muscolare del mattino fino agli spettacoli serali…era di fatto il nostro covo ed io, in virtù del brevetto di bagnino ottenuto anni prima, gestivo in totale autonomia buona parte delle attività in acqua come acquagym, lezioni di nuoto per bambini ecc. I colleghi intanto preparavano i giochi aperitivo e l’animazione pomeridiana alle spalle del palchetto realizzato li nei pressi.

Un giorno di calma assoluta,  una signora poco più che quarantenne mi chiese di farle delle lezioni di nuoto. Siccome il piccolo Alessio era partito il sabato precedente avevo piena disponibilità della piscina a profondità crescente nella fascia oraria dedicata alle lezioni di nuoto. Acconsetì non sapendo che quel mio si avrebbe dato una svolta alla mia estate. Avevo lasciato la mia ragazza dell’epoca al mio paese, con la quale non ero andato oltre il petting , assicurandole in maniera convinta, che presto sarei tornato da quel “lavoro estivo”. Escludevo pertanto qualsiasi coinvolgimento sessuale nonostante la mia giovane età…ed il doppio mestiere di bagnino ed animatore in quello che si sarebbe rivelato un covo di donne assetate. Chiesi, con la gentilezza del caso, alla signora,  di sistemarsi. Indossava infatti un copricostume che copriva il suo corpo. I lunghi capelli neri, nonostante la calura estiva, erano ancora sciolti sulle spalle. Io sarei intanto entrato in acqua per riscaldare i muscoli e prendere le misure relative alla profondità dell’acqua. La signora, più bassa  di me di venti centimetri, corpo tonico e morbido allo stesso tempo indossava solitamente un costume blu. L’avevo vista sempre a bordo piscina, sola, e si bagnava solo alle docce senza entrare in acqua. Seppure non avessi secondi fini eravamo soliti, tra colleghi, riconoscere le persone con il capo di abbligliamente più utilizzato specie quando restavano in disparte senza partecipare attivamente alle nostre attività. Tornò invece con un costume da bagno con fantasia floreale, i capelli legati da una bandana rosa che le scoprivano il collo.La chiamerò quindi Rosa per il resto del racconto. Chiesi a Rosa di indosssare la cuffia come richiedeva il regolamento ed obbedì senza problemi.Presa una tavoletta di plastica mi raggiunse in acqua lasciando un gridolino gettandosi nell’acqua fredda.Nonostante l’acqua fosse profonda appena un metro intimai di liberarsi le mani da quell’aggeggio…l’avrei seguita come un’ombra ed in ogni momento avrebbe potuto afferrare la mia mano. Mi parve strano che, appena in acqua, avesse portato la tavoleta sotto il seno per sostenersi, segno di certa disinvoltura e confidenza con l’acqua. Per rompere il giaccio le chiesi se avesse già seguito lezioni di nuoto, considerato lo slancio in avanti per tuffarsi ed una certa dimestichezza in quell’ambiente non soliti in un neofita che vuole imparare a nuotare. Vidi che arrossì…sfuggendo timidamente al mio sguardo capì che era era un tentativo di stare in mia compagnia in una area solitamente tranquilla della piscina. Assecondai…chiedendole quindi quale stile preferisse…Dalla posizione capiì che la sola per lei familiare era lo stile rana…la feci quindi “muovere” in acqua seguendola accanto nell’acqua dove lei potesse toccare il forndo. Ebbi quindi conferma della sua abilità a galleggiare anche se restava contratta e poco rilassata. Dalla mia posizione vedevo per intero la sua figura, asciutta con muscoli tonici, appena velati dal sottile strato di grasso che conferivano morbidezza che tanto adoro nelle donne. La schiena era divisa in due dal reggiseno annodato ed i glutei erano tonici per l’attività fisica che la signora sicuramente faceva in inverno. All’altezza dei fianchi due fossette ben marcate si appaiavano accanto alla spina dorsale. La posizione, inarcata per tenere la testa fuori dall’acqua, mi ricordava la mia posizione sessuale preferita ed il continuo ansimare mi ricordava un penetrazione anale tanto spesso desiderata ma mai realizzata con le precedenti partner stabili. Quella vista, lo sciabordare dell’acqua e i gemiti ansimanti inizarono a farmi eccitare, e per nascondere la mia erezione mi abbassai in acqua allungando le mani verso di lei come a sostenrla in caso di necessità.

Un “Basta!” netto e distinto di una voce di donna, mi rinsavì…ere per fortuna il suo che  mi chiedeva una tregua. Ci appoggiamo quindi al bordo vasca per riprendere le energie e fare due chiacchere…ne approfittai per chiederle quanto si sarebbe trattenuta…ancora due giorni e sarebbe ripartita per casa dove la aspettava la madre anziana. Un altro tassello si aggiungeva al mosaico, se viveva con la madre quindi era li  veramente da sola? E Nella vita? Le chiesi come sarebbe rientrata…mi disse che era venuta in macchina da sola. BINGO…nessun altro che potesse quindi mettersi tra me e lei…se proprio dovevo svuotarmi le palle quella era la donna giusta e disponibile.Ma dovevo verificare la sua disponibilità…le chiesi quindi di riprendere l’attività in acqua, stavolta saremmo andati in acqua  più profonda dove io avrei toccato il fondo e lei invece no.

Per infonderle maggiore sicurezza (anche se evidentemente non ne aveva bisogno) le spiegai che le sarei stato di fronte, e muovendomi all’indietro,  avrei avuto le  braccia protese verso di lei qualora volesse un… attracco ! Da quellla posizione li nostri sguardi si potevano incrociare, i suoi occhi grandi e tipicamente mediterranei avevano i riflessi della donna che desidera ma che apparentemente lo cela. Mi lanciava, furbescamente , frasette tipo “mi fido di te” oppure “ non lasciarmi scendere” talvolta anche allusive ed il suo sorrisetto parlava più di ogni altra cosa…io mi lasciai andare ad osservare i suoi seni tondi e sodi anche per effetto dell’acqua, il costume, imbarcando ad ogni bracciata acqua, sembrava allentarsi a aprirsi sempre di più. Mi guardai intorno per essere certo che non ci fosse nessuno dei miei colleghi ne tantomeno altro personale della struttura. Anche se  i tradimneti estivi sono  noti, non volevo beghe di alcun genere. Eravamo solo  noi e una coppia di signore a prendere al sole con cappello calato sugli occhi…a quel punto senti le mie mani, protese verso di lei, essere prese avidamente. Pensai che stesse andando giù in acqua ed anche gli schizzi lo facevano immaginare ma la mie stesse mani furono portate al seno…piuttosto che stringere i pugni per prenderla,  allora ruotai i polsi verso i suoi seni che scopri piacevolmente morbidi e pieni…una goduria! Contemporaneamente il suo corpo, continuando a galleggiare, si avvicinò con uno scatto e restando con le gambe aperte, si avvinghioò al mio  stringendomi tra le gambe in una posizione estremamente sensuale ed erotica…tutti i buoni propositi di inizio soggiorno si erano disciolti in quell’ acqua clorata.  Ma non volevo farlo li…accennai quindi un “NO” lasciandola di sasso ed allontanadosi da me…Sussurrai quindi “NON QUI” . Lei sorrise maliziosamente capendo che ormai ero caduto nella sua trappola acquatica…Fece finta di essersi spaventata e mi chiese di uscire perche era stanca….”Va bene, come primo giorno può bastare….I crampi sono frequenti appena si comincia” risposi, alludendo ad un suo problema per giustificare quello che qualcuno avrebbe potuto vedere. La aiutai ad uscire, avendo modo, dal basso della scaletta, di guardarle nuovamente il sedere a mandolino mentre lei usciva. Le porsi l’asciugamano e le dissi “102” alludendo alla mia camera….volevo rimettere in sesto la cosa facendole capire che la voglia era anche mia e che volevo comunque tenere le redini di quel gioco erotico…Annuì. Osservai intorno, le due signore distese a prendere il sole ancora li immobili, speravo che dormissero o quanto meno non avessero visto l’evidenza. Andai quindi verso il banco del bar dove lasciavo soilitamente le chiavi della camera che dividevo con Salvo un mio collega, che mi vide ancora gocciolante, prendere l’asciugameno. Ci bastò uno sguardo, era giunto per lui il momento di rendermi la cortesia fatta nelle settimane precedenti di lasciare la camera libera. Mi voltai, ed appena tolto l’asciugamano dal viso vidi Rosa guardare il portachiavi… aveva capito chiaramente il luogo dell’appuntamento e che non stavo mentendo. La feci andare avanti e andai in camera a fare la doccia. Lavandomi,  con il mio cazzo tremendamente in tiro ricordai di non avere preservativi…ed adesso? Potevo fare un salto al tabacchino a prenderli ma se poi Rosa fosse passata? Ne avrei preso uno “ in prestito da Salvo”! Usci, accessi la tv  per far capire che ero in camera e mentre cervi di trovare i preservativi di Salvo…senti bussare! Aprì di slancio! Era la signore della pulizaia che voleva chiedermi come organizzarci per sistemare la camera…” passi nel pomeriggio” le intimai. Avrebbe potuto cambiare le lenzuola  “sporche” di quell amplesso che avrei consumato da li a poco.

Richiusi la porta sperando che la presenza delle inservienti non avessero fatto desistere Rosa dal raggiungermi… per fortuna, data l’ora di pranzo, avevano concluso il giro e tornavano verso il loro ripostiglio. Il cigolio delle ruote del loro carrello  era appena  cessato quando, dall’ala opposta senti arrivare dei passi…TOC TOC ed apri con calma, memore di quanto vissuto poco prima. Riconobbi Rosa che con un filo di trucco ed i capelli leggermente umidi…Con i capelli sciolti e senza quella assurda cufiieta della piscina era ancora più bella e sensuale.Si affacciò in camera e vidi che indossava ancora il copricostume della piscina ed il costume blu solitamente indossato…pensai che non avrebbe dato assolutamente nell’occhio se qualcuno l’avesse incrociata nel corridoio. Chiusa la porta a chiave si sincerò di essere al sicuro, avute le mie rassicurazioni, si lancio al collo per baciarmi. Mi tirai indietro raggiungendo il letto …non so perchè ma mi sembrava troppo intimo come gesto ma la desideravo. Le strinsi le mani ai fianchi e le osservai, con occhi nuovi, il seno che, anche fuori dalla piscina aveva mantenuto il suo tono e volume. La abbracciai e dicendole nell’orecchio come desiderassi scoparla, le slacciai il reggiseno. Erano evidenti i segni dell’abbronzatura di quei giorni di soggiorno, i margini netti dell’abbronzatura  sugli eburnei globi confermavano come amasse quel costume che , per metà, indossava fino a pochi momenti prima. I capezzoli, rosei e turgidi apparivano come corti piccioli di una frutto pronto da mordere e gustare. Lei di contro mi abbasso i pantaloncini fluo “ di ordinanza” dell’animatore che avevo tenuto. Il mio membro, turgido da tempo, si sollevò appena l’elastico fu abbasssato. Sfilai la T-Shirt ed iniziò una fellatio avida e vogliosa che accompagnai con carezze sensuali che partivano dlla guancia per arrivare sulla nuca ancora bagnata dal precedente bagno…stavo già per venire quando la bloccai e solleavandola, le chiesi, con tutta la gentilezza e cortesia che avessi in quel momento, cosa avrebbe gradito. “ Penetrami “ disse “ sono mesi che non vengo scopata”. Pochissime parole che mi fecero capire quanto fosse vogliosa e desiderosa di essere sottomessa. Presa in un abbraccio deciso e delicato, ruotammo di 180 gradi e quasi la spinsi sul letto ancora disfatto dal risveglio. Messe le mani dietro le sue  natiche, afferrai il lembo degli slip appena sgambati come la moda del tempo, e tirato verso di me, vidi la sua vulva perfettamente depilata e profumata già bagata dal desiderio. L’odore, gradevole, mi fece avvicinare chinadomi sul quel triangolo di pelle bianca, ed inserito il dito medio nella piccole labbra , verificai ancora una volta la sua calda  eccitazione. Diedi una ulteriore scossone e risentì il gridolino soffuso dato poco prima in piscina e le pieghe più intime di quel corpo, bagnate, non opponevano alcuna resistenza al mio andare avanti ed indietro. Rosa, posandosi sugli avambracci e divaricando le gambe,  inarcò la testa all’indietro e l’intero busto, seguendola, in quel voluttuoso movimento, sollevava i seni precendentemente contemplati ma neache sfiorati. Li titillai con la lingua e confermarono tutta la loro proromente e sensuale turgidità fino a poco tempo prima celata dal bikini indossato. Continuavo a sollecitarle il clitoride e lei, allungato il braccio tra i nostri addomi abbronzati, raggiunse il mio pene ancora bagnato dalla sua saliva segandomelo con colpi decisi e dati dalla calda mano. Lasciai la sua fighetta per sistemarmi sopra di lei e raggiungere nuovamente il collo e l’orecchio dove sussurrare parole di fuoco precedentemente gradite, e lei, aperte le gambe, indirizzo il mio membro nella sua vagina, mi irrigidi ricordando di dover ancora cercare il profilattico di Salvo.

Glielo dissi e chiarmanete non ne fu entusiasta…sbottando mi fece capire che avrebe colllaborato in quella ricerca, alzatasi dal letto, chinata su comodino, inizio a rovistare . La posizione mise ancora una volta il suo culetto in mostra, che stavolta appariva completamente nudo. Mi alzai e mi avvicinaia lei, qualsi a volerla penetrare come immaginato in piscina, e lei, nuovamente riluttante, si scansò quasi avesse paura…ricordai allora di aver visto, nel beaty di Salvo una confezione bianca e blu molto familiare. Andai in bagno e preso il beauty, trovai quello che cercavo. Tornai da lei esibendolo quasi con fierezza, Rosa me lo strappò di mano ed aperto dismostrò quasi spudoratamente quanto fosse infoiata. Ripreso tra le mani lo indossai con le dovute accortezze e le chiesi “dove eravamo rimasti”, si rimise in posizione e la penetrai in un attimo. Diede un nuovo gridolino e dalla sua espressione di fastidio immaginai che  avessi fatto male, nonostante il lattice mi fasciasse il pene anche io senti una certa resistenza alle pieghe del mio membro turgido. Nonostante la lunga attesa  giustificasse il mio impeto (erano mesi che non vivevo certe sensazioni rispettando la mia giovane ragazza del tempo) decisi di dosare la foga e ritornato indietro con il bacino, la penetrai più lentamente. Ora i suoi gemiti tornaro ad essere piavevoli al mio orecchio che le porgevvo per cogliere  ogni atomo di quell’ansimare. Mi raccomandai di non fare alcun rumore, non so come la struttura avrebbe preso una simile situazione e lei sorridendomi con complicità mi incitò a continuare e di spingermi ancora più in fondo…stavo per venire ma non potevo .Dovevo resistere, crollai allora sul suo seno per ritrovare i suoi capezzoli simili a due patelle attaccate allo scoglio dei suoi seni ballonzolanti fino a pochi istanti fa. Li rimisi in bocca  assaporandone il sapore salato del sudore della sua pelle madida…mi torno in bocca il sapore del mare che da tempo non mi bagnava ma Rosa era un vero oceano di sensazioni ed anche io ne ero completamente immerso.  Al suo “ non fermarti” ripresi con la foga di poco prima e aumentando frequenza e intensita la penetrai fino a farla godere. Continuai ancora per poco  cogliendo i suoi sciabordii intorno al mio pene ancora pieno di voglie. Rallentai il ritmo per farle riprendere il fiato e scivolato al suo fianco la girai in un tenero abbraccio da dietro. Avrei voluto sodomizzarla e glielo sussurrai all’orecchio…” ti piace l’anale?” le chiesi con la spavaderia dei mie vent’anni. “Meglio di no” rispose…”non mi sento ancora rilassata per farlo”. Immagino si riferisse al lungo tempo di astinenza e alla mancanza di idonei lubrificanti ma non andai a fondo, preoccupato di prendermi la mia parte di piacere. Avvinghiandomi ancora a lei senti le lenzuola bagnate sotto il mio fianco, segno di una copiosa sborrata femminile mista ai nostri sudori di quela calda giornata estiva. La vidi rialzarsi come per andare a a lavarsi e ne rimasi quasi deluso….la mia voglia era intatta e dovevo ancora godere…rimase carponi , Sorrise e guardandomi negli ochhi mi invitò, con una cenno a mettermi dietro di lei. “ Solo vaginale” disse aggiungendo” ho visto come mi osservavi in piscina” , non risposi, era ormai evidente il mio desiderio di dominarla come una docile pecora .Scattai sul materasso, mi avvicinai a lei che, invitato  il mio cazzo all’apertura delle piccole labbra, si lascio penetrare da dietro. Per sostenere le mie spinte sempre più profonde, posi le mie mani sulla piega delle anche e, contemplai ancora quelle fossette lombari che mi facevano impazzire. Spostai le mani dalle natiche per posare i miei pollici in quelle piccole cavità…lei contemporanemante abbassò il suo seno al materasso ed allungo il bracio in avanti affiche la stimolassi più a fondo. Le spostai a capelli sulla spalla e poi, ruotando il polso, glieli tirai come segno di una dolce sottomissione. Gradì molto e  mi chiese “Vieniamo Insieme”. Era il momento giusto, la mie gambe erano compleatamente bagnate  dei nostri umori, e tesa la mia schiena per una decina di volte, sborrai copiosamente. Le sue gambre cedettero ed anche io, per non interrompere quell’unione carnale, la segui cadendo su di lei. Restammo madidi di sudore per interminabili minuti, mi preoccupai solo di afferrare il preservativo ed trattenerlo. Mi girai sulla mia schiena anche per asciugare il sudore che scendeva prercorrendo la mia schiena. Anche lei scostò i capelli dal viso e con no sguardo complice mi sorrise aggiungendo “ A saperlo…” “che cosa?” chiesi, “A saperlo prima!” e si coprì il viso con un misto di vergogna e soddisfazione! Capi che era piaciuto ad entrambi segno evidente che le cose vanno chieste per non vivere di rimpianti! Mi piacque osservarla ancora per qualche minuto, poi le dissi “ non ho fame e resterei qui con te” anche se ricordavo che sarebbero passate le inservienti dopo poco. Le invece si alzò, mi  disse francamente “ Vado a farmi un giro al ristorante, non vorrei che qualcuno vedendoci in piscina e non vededoci giù capisse”. Aveva ragione, ma desideravo concludere un altro appuntamento. La segui in bagno per aiutarla a fare la doccia, e ne approfittai per rassicurarla “ in piscina c’erano soltanto i miei colleghi, di cui possiamo fidarci, e due signore che  prendevano il sole”. “Appunto” disse “hai capito a chi mi riferisco!” E poco dopo sparì nella doccia. Cercai di capire cosa volesse dire ma mi riproposi di chiederglielo dopo o l’indomani. La giornata riprese come di consueto e rividi  Rosa solo la sera, stupenda in un belllissimo abito di seta bianca che celava quel corpo che poche ore prima avevo potuto contemplare in ogni centimetro. Ero purtroppo sul palco a fare il solito cabaret del venerdi e non riusci a parlarle.

L’indomani mattina raggiunsi tardi la piscina, il sabato  era solitamente il giorno di partenze ed arrivi quindi salutavo i clienti che andavano via ed accoglievo i nuovi arrivi.  Sapevo che Rosa sarebbe rimasta ancora ma come non avevo avuto modo di capirlo. Andai in piscina e la trovai vuota come il giorno precedente a causa del giorno di cambio solo le due signore ,quelle del giorno prima era al loro consueto posto cn il grande cappello calato sul viso. Dopo un po vidi scendere Rosa dal vialetto, con capelli sciolti, degli short e una maglietta. “ Strano” pensai ed alta voce ” Oggi niente lezione?”. “No!” Rispose seccata “ Riparto oggi pomeriggio! Sono venuta a salutarti” Rimasi di stucco perche’ confidavo nella sua piacevole compagnia ancora per qualche ora nonchè per il tono piccato! Le chiesi se fosse tutto ok, e mi rispose “Te ne  accorgerai presto ” disse allungandomi una bustina per le lettere. “ questo è un pensiero per te” Speravo ci fosse un messaggio che chiarisse tutto oppure il suo numero di telefono per essere ricontattata ma vidi, inpiegabilmente, delle banconote da diecimila lire.  “Perchè?” chiesi! “Mi hai fatto stare veramente bene e serviranno per i tuoi studi”. Le risposi “ li accetto solo per quello, Il mio lavoro mi piace e lo faccio con piacere con tutti”. Mi sussurrò allora “ Ma non  farlo con tutte…” e mi guardo maliziosamente  per l’ultima volta. Ero stato il suo gigolo’!

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