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SensazioniTradimento

Maria e Giuseppe parte 2: la prima esperienza

By 11 Dicembre 2023No Comments

Due giorni dopo ricevetti una nuova telefonata da Gaspare. Disse che il servizio che avevo fatto era il migliore di tutti e che quindi avevano deciso, se avessi accettato di lavorare ancora per loro, di alzare il compenso a 500€.
Nei due giorni trascorsi a mente fredda avevo ragionato, avevo si portato a casa 300€ ma a che costo? Avevo visto un uomo masturbarsi davanti a me, mi ero vestita da mignotta e mi avevano palpeggiato ovunque.
Tornare, pensavo, avrebbe avvallato il loro modo di fare, l’aumento di compenso avrebbe fatto ritenere loro di poter andare oltre quello che avevano già fatto. No, non ci sarei andata.
Telefonai a Gaspare e gli dissi chiaramente che non accettavo ed i motivi. Ero una donna onesta e semplice, mi avevano attirato con l’inganno in una trappola approfittando di me. Gaspare si scusò, non avevano intenzione di esagerare e nell’aiutarmi quando ero caduta si erano lasciati andare folgorati dalla mia sensualità. Mi propose di fare un’altra sessione solo con altre modelle presenti e con vestiti non così “hot”.
Mi sembrava poco bello dirgli subito di no, i soldi mi servivano, se fossi arrivata ed una sola delle condizioni non fosse stata confermata, me ne sarei andata via. Gli dissi che ci avrei pensato.
Mi fece decidere la lavatrice che si ruppe. Era già abbastanza vecchia, ce la avevano regalata gli amici dell’oratorio per il nostro matrimonio insieme ad altri elettrodomestici. Ora, dopo parecchi anni, si cominciavano a rompere in serie.
500€ era il prezzo della lavatrice nuova, ne avevamo 200 e per prenderla avremmo dovuto fare delle rate solo che ne avevamo già diverse di attive per cui non ci avrebbero fatto ulteriore credito. I 300€ guadagnati la volta precedente riuscirono a coprire i soldi mancanti ma poi, il giorno stesso, arrivò la gita scolastica ed anche il forno si ruppe. Ero disperata, mancavano i soldi per tutto, certo la lavatrice aveva la priorità, si poteva stare per un paio di mesi senza forno ma mi dispiaceva che il Matteo dovesse rinunciare alla gita.
Chiamai Gaspare, misi bene in chiaro le condizioni, no a collant con aperture o vestiti da poco di buono, no a slip inesistenti od a togliermi il reggiseno per far risaltare meglio un vestito. Gaspare ci pensò e mi disse, a questa condizioni purtroppo non posso confermarti i 500€ perché li dovrò spendere per una modella che indossi i vestiti più osé se ti va torniamo ai 300€ e ti faremo indossare solo vestiti casti.
Accettai e ci accordammo perché andassi al capannone il giorno successivo.
Questa volta per rafforzare la mia immagine di donna casta, non indossai il completino nero con i pizzi ma reggiseno e mutandine comode bianche. Arrivata al capannone c’era un certo viavai, sul set c’erano 4 modelle di taglie diverse con lo stesso vestito ma di colori diversi. Era molto carino ed anche sexy. Un tubino stretch in nero, bianco rosso e verde acqua. Aveva una bella scollatura ed una lunghezza non troppo corta, tre dita sopra il ginocchio. Mi dispiacque un po’ non essere stata sul palco ad indossarlo per via del mio proposito di mostrarmi salda nei miei principi.
Andai nel camerino ed al solito trovai 5 sacchi ognuno con un completo. Mi portarono un collant velatissimo nero, stavolta senza buchi ma con talloniera e cucitura. Il primo abito da indossare (insieme ad altre tre modelle) era un completo in tinta unita. Camicetta di seta vagamente trasparente nera, giacca e gonna sopra il ginocchio con uno spacco non troppo pronunciato dietro. Le altre avevano un completo uguale con gli stessi colori del servizio precedente.
Il secondo pacco conteneva un outfit da esterno con un lungo cappotto di piumino. Il terzo un anonimo 100 grammi con una gonna di jeans ed una camicetta bianca. Intanto una parte delle ragazze se ne andò.
Per il quarto pacco restammo solo in due. Io ed una ragazza molto giovane sui 20 anni, molto bella con diversi tatuaggi e piercing sparsi per il corpo. Il suo camerino era di fianco al mio. Quando aprii il pacco scoprii che non era poi così casto. Una camicetta scollatissima con la quale il mio reggiseno proprio non c’entrava nulla ed una gonna a portafoglio su dei tacchi 12 a spillo.
“Vestito da sera” disse Salvo, quando dal camerino di fianco uscì Samantha (la ragazza tatuata con i piercing) pensai che mi vergognavo per come era vestita. Indossava una canotta strettissima, corta, scollata e con la schiena quasi inesistente da lì il suo seno (una 4 ad occhio) strabordava ovunque. Ovviamente non indossava reggiseno ed aveva bene in evidenza il piercing all’ombelico ed il tatuaggio tribale sul fondo della schiena. Indossava una gonna a mezza coscia a vita bassa di pelle nera chiusa davanti con degli automatici di cui la metà erano aperti. Da dietro oltre al tatuaggio tribale spuntava lo slip rigorosamente microscopico.
“Abbiamo voluto far vedere il contrasto fra una mise più da serata importante elegante e sexy con una da discoteca e da sballo. Rappresentate entrambe benissimo ognuna la sua parte. Maria però quel reggiseno non si può vedere, rovina tutto il servizio. Vai in camerino che te ne porto uno adatto”.
Non sapevo che torto dargli così accettai senza fare storie anche se era contro i patti. Aspettai però a spogliarmi memore della volta precedente. Stavolta però prima di entrare Gaspare chiese permesso, mi diede il reggiseno. Intanto sul set Samantha stava facendo una valanga di foto da solo. Il reggiseno era di pizzo nero, ben scollato e fatto in modo che spuntasse un po’ del bordo di pizzo dalla scollatura. Sexy ma non volgare. Certo se lo avesse visto Giuseppe non gli sarebbe piaciuto.
Appena arrivata sul set cominciarono a scattare foto, ci fecero mettere vicine per “amplificare il contrasto”. Samantha si strusciava addosso a me con fare esperto, io non capivo il motivo ma cercavo di fare come lei seguendo le indicazioni del fotografo.
Al solito dietro le luci non si vedeva ne sentiva, data la musica sul palco, cosa stesse succedendo.
Finito il quarto vestito tornai al camerino per l’ultimo.
Gaspare mi disse che per l’ultimo vestito sarei stata da sola sul palco ma che per rispettare i patti Samantha sarebbe rimasta li a seguire tutto il tempo.
Rinfrancata da questa indicazione entrai nel camerino ed aprii l’ultimo pacco mentre Gaspare mi diceva “Togliti il collant nero che non è adatto per l’ultimo vestito”.
Trasecolai, c’era un vestito rosso fuoco coperto di paiettes con uno spacco anteriore he arrivava al pube. La parte superiore non consentiva di indossare reggiseno.
Chiamai Gaspare e gli dissi che quel vestito da Jessica Rabbit non era nei patti e che potevano farlo indossare da Samantha perché era troppo sexy.
Gaspare mi disse che la taglia era la mia (Samantha era alta quasi 10 centimetri più di me) se non volevo indossarlo ovviamente potevo farlo ma che avrei dovuto rinunciare a 100€ perché avrebbero dovuto cercare un’altra modella.
“Facciamo così” chiosò Gaspare, “te lo provi, ti controlli allo specchio nel camerino e se ritieni di non sentirtela ti cambi e te ne vai”. Mi sembrava una proposta ragionevole così lo provai senza reggiseno anche se Gaspare me ne aveva portato uno a fascia. Capivo da sola che avrebbe rovinato l’effetto così indossai il tutto, mi guardai allo specchio e mi vidi diversa. Il vestito era uno schianto, spuntava però la mutandina bianca. Feci un colpo di testa e la levai. Un conto era venire ingannata, un altro scegliere.
Uscii dal camerino, i quattro uomini erano tutti lì e mi guardarono estasiati. Un paio fischiò di approvazione.
“Patti chiari” dissi. “Per far venire bene il servizio non ho messo né slip né reggiseno, non è un invito ma una cosa professionale. Pretendo però che non mi si facciano fotografie da angolazioni strane. Da sotto per esempio. Macchina sul cavalletto, decido io le pose, prendere o lasciare”. Anche Samantha mi fece i complimenti, “sei uno schianto, se ti trovassi da qualche parte ci proverei con te”.
Rimasi un po’ sconvolta dalla frase ma salii sul palco e cominciammo il servizio. Samantha invece si diresse dietro le luci. Presi spunto da film romantici dove i vestiti da sera facevano la loro parte, diedi anche un tocco in alcune pose mostrando abbondantemente la gamba aprendo lo spacco senza però mai arrivare a mostrare le parti intime. Mi mossi con delicatezza in modo che il seno non uscisse dal vestito come la volta precedente e dopo 10 minuti il fotografo disse che poteva bastare. Quando si spensero le luci restai di sale.
Samantha era accovacciata su Salvo che le stringeva le tette completamente fuori dal top, intanto succhiava il membro di Gaspare e gli altri due uomini erano ìi con i pantaloni abbassati ad aspettare il proprio turno.
Samantha andava su e giù e sembrava godere, ma come mi dissi, aveva appena detto che ci avrebbe provato con me.
Si interruppe un attimo, “Ne vuoi un po’ anche tu?”. Non dissi nulla, quella scena da film hard non la avevo mai vista, vedevo però che Samantha sembrava aver piacere alla porzione multipla di membri. Non le staccavo gli occhi di dosso. Mi scosse il fotografo dichiaratamente gay. “Carina deciditi, o ti butti anche tu o te ne vai, non credo che i nostri datori di lavoro ti lascerebbero scampo se ti fermassi”.
Mi allontanai con lui, mi diressi al camerino mentre la musica cessò e la colonna sonora divenne quella dei rumori di sesso di Samantha con gli uomini.
Mi spogliai il più velocemente possibile mentre negli occhi avevo impressa l’immagine degli uccelli dei 4 uomini. Soprattutto quello di Salvo era di dimensioni che non avrei mai immaginato. Mi ero appena tolta il vestito quando Gaspare aprì la tenda.
“Non ti sarai mica scandalizzata per quello che hai visto?”, istintivamente mi misi una mano sui seni ed una sulla natura.
“Se ti fermi con noi avrai un premio di 500€ per il prossimo servizio” mi propose.
“Non sono una troia, per chi mi avete presa. Fate l’amore con Samantha che mi sembra molto collaborativa. Quindi tirai la tenda spingendo fuori Gaspare. Ma non desistette.
“Senti non avrai pensato che per il tuo bel visino ti diamo tutti questi soldi? Le modelle le paghiamo 100€, tu ci piaci e ti vogliamo scopare tutti”.
Ero imbufalita anche perché Gaspare era senza pantaloni con l’uccello nudo davanti a me. Gli diedi un calcio nelle palle lasciandolo a terra dolorante. Mi infilai i vestiti raccogliendo le mie cose e scappai fuori dal capannone.
Ci ero cascata ancora una volta, che stupida. La mia topina però diceva un’altra cosa. La scena di Samantha impalata su Salvo e le dimensioni dell’uomo mi avevano fatta bagnare. Avevo ancora un’ora di tempo, potevo decidere di tornare dentro e dare sfogo al mio istinto o continuare a fare la brava ragazza bloccando il numero di telefono di Gaspare. Mi accingevo a farlo quando mi arrivò un messaggio WA con alcune fotografie. Erano della volta precedente e mi riprendevano nell’ultima sessione. Le mani degli uomini su di me, i seni generosamente esposti facevano sembrare che stessi facendo sesso con tutti e 4. Il messaggio che accompagnava le fotografie diceva “ti sei già dimenticata della volta scorsa?”.
Ero nei pasticci.

Cosa dovevo fare? Se fossi andata a casa da Giuseppe anche ammesso che mi avesse ascoltato e creduto, non mi avrebbe mai perdonato. I soldi sarebbero serviti eccome e non ultimo ero fradicia. Decisi però di far fruttare la cosa.
Rientrai nel capannone e trovai i 4 impegnati con Samantha che impalata su di uno di loro ciucciava un cazzo e segava gli altri due.
Salvo mi guardò e disse “hai cambiato i dea?”
Parlai tutto di un fiato, se mi avessero interrotto avrei perso il filo.
“DI fatto mi state ricattando, non ho alternative per cui cedo ma le condizioni le dico io. Non ho mai fatto all’amore se non con mio marito, 4 insieme non se ne parla proprio. Tirate a sorte ma soddisferò solo uno e soltanto dopo aver avuto in mano i vostri telefonini e cancellato tutte le fotografie anche dai salvataggi nel cloud. Inoltre voglio un foglio in cui mi scrivete che se dovesse saltare fuori in qualsiasi modo anche una sola fotografia mi darete 1 milione di euro come rimborso per i danni morali”.
Presi fiato.
Salvo mi guardò con occhi sbalorditi: “E brava, li sai fare i tuoi affari, per me va bene, ma ci scoperai tutti e 4 uno alla volta” fu la controproposta. Gli altri continuando a godere dei favori di Samantha, fecero di si con la testa.
Avevo la palla in mano, uno o quattro che differenza avrebbe fatto? Stavo per tradire mio marito per la prima volta e se anche solo per una questione di ricatto lo stavo facendo.
“Ok” e cominciai a spogliarmi, “Salvo seguimi di là con tutti i telefoni, non voglio esibirmi davanti a tutti quanti”.
Salvo prese i 4 telefoni e mi seguì nel retro dove c’era quella specie di discoteca.
“Visto quello che ci costi vestiti almeno un po’ sexy” mi disse porgendomi un calza collant con apertura in mezzo ed un paio di scarpe da mignotta con tacco 12 a stiletto praticamente importabili da quanto il tacco era sottile.
“Girati” e mi spogliai sentendomi molto vacca per l’abbigliamento, il senso di colpa stava lasciando il posto alla libidine. Una volta giustificata non aveva più senso restare rigida, tanto valeva provare a godermi del sano sesso.
“Resta girato mentre cancello le foto”. Presi i 4 telefoni ed uno ad uno cancellai le fotografie. I porci le avevano condivise su un gruppetto loro. Le cancellai anche dai salvataggi su Google Foto.
Una volta terminato dissi a Salvo che poteva girarsi.
Nonostante fossero passati diversi minuti Salvo aveva ancora una piena erezione. Sospettavo che avesse preso qualcosa perché, data l’età, era improbabile che il suo membro non stimolato potesse resistere così a lungo.
Si avvicinò e mi disse. “Cerchiamo di partite con il piede giusto, dato che non sei una troia vorrei baciarti e fare le cose con delicatezza, sei d’accordo?”
Gli feci cenno di si con la testa, prese il mio mento e si abbassò baciandomi dolcemente sulle labbra. Cominciò poi con la lingua a darmi leggeri colpettini forzando, senza fatica, la mia bocca. Una volta che ebbi aperto la sua lingua si insinuò ma senza fretta, dolcemente avvicinandosi alla mia ed avvolgendola in un bacio che trovai molto sensuale. Non amavo quell’uomo, anzi lo ritenevo un depravato ma in fatto di sesso, per la mia scarsissima esperienza, era maledettamente bravo. Mentre mi baciava mi cingeva con le braccia e spinse il suo pube verso di me. Essendo molto più alto, il suo grosso membro si strofinava sulla pancia, sembrava vivere di vita propria, fremeva mentre mi baciava e quanto più il bacio diventava profondo, tanto più il cazzo si induriva e si muoveva sul mio ventre.
Fu un attimo si staccò leggermente prese una mia mano e la appoggiò sul cazzo. Con mio marito per aiutarlo lo segavo leggermente per farlo indurire prima dell’amplesso. Cominciai un movimento lento strappando dei gemiti a Salvo.
“O cazzo, mi sono dimenticata di far firmare il foglio ai 4”. Pensai che dovendo gli altri tre scoparmi avrebbero firmato prima di farsi sotto e mi abbandonai. Ero fradicia di umori. Salvo mise un dito fra le grandi labbra e cominciò a muoverlo portando gli umori sul clitoride rendendo così il massaggio piacevole. Più lui mi toccava più mi bagnavo, sentivo un calore salire. Con mio marito gli orgasmi erano molto saltuari e veloci. Si staccò nuovamente.
“Ti conviene leccarmelo un po’ così entrerà meglio, da quello che sento con le dita non sei per nulla larga”.
Mi staccai e mi inginocchiai davanti a lui
“Non ho mai fatto un pompino in vita mia”
Non è difficile, immagina di leccare un bel cono gelato partendo dal basso perché il gelato si sta cominciando a sciogliere” quindi spinse con dolcezza la mia testa all’altezza delle palle che erano completamente depilate.
“Prendile in bocca senza però schiacciarle, fai come se mangiassi una ciliegia a cui vuoi togliere il nocciolo solo succhiando”.
Feci come mi aveva detto e dai gemiti che emetteva sembrava che non andassi male.
“Ora passa all’asta, qui usa anche i denti, mordicchia sempre gentilmente e lecca”.
Feci quello che mi aveva detto, la cosa mi intrigava molto e continuavo a bagnarmi anche se il calore dell’orgasmo, mancando la stimolazione tattile, era calato.
Risalii fino alla cappella, era circonciso per cui spuntava tutta, la presi in bocca a fatica perché era grossa come una grande albicocca, che differenza con Giuseppe. Quasi mi soffocavo ma mi piaceva tanto leccarla.
“Calma non devi mangiarla, credo tu sia pronta”. Mi sedette su di un divanetto e mi fece accovacciare sopra di lui, quindi guidò il cazzo verso le mie labbra strofinandolo e ricominciando a provocarmi delle sensazioni di piacere. Quindi spinse su un pochino e l’albicocca entrò. Mi sentii piena con la sola cappella.
“Ora calati piano piano fino a che non è entrato tutto”
Feci esattamente quello che mi aveva chiesto, non ci misi molto ad essere completamente riempita dal suo membro. Ora si che mi sentivo piena.
Restammo così per una trentina di secondi poi lui mi disse
“Ora fai su e giù a piacere tuo, concentrati su di te e sul tuo piacere, tanto vale che te la godi anche se te la abbiamo strappata”.
Cominciai a salire e scendere, il primo orgasmo fu squassante. Non avevo mai goduto così, durò una trentina di secondi e gemetti addirittura urlando il mio piacere.
“E brava” lo tirò fuori, mi sollevò di peso e mi mise alla pecorina con il volto rivolto verso la spalliera del divano e le ginocchia a contatto con lo stesso. SI mise dietro e questa volta fu meno delicato.
“Visto che ormai sei aperta e fradicia adesso ti sbatterò per bene”.
Appoggiò l’uccello e con un colpo secco entrò fino in fondo con le mani appoggiate ai miei fianchi per tenermi ferma e scoparmi con più comodo.
Il colpo mi lasciò senza fiato, i successivi sembrarono una grandinata. La mia topina invece di ribellarsi si allargava per prendere più possibile quell’enorme uccello.
Salvo staccò le mani dai fianchi e prese a tormentarmi le tette ed i capezzoli che pizzicava provocandomi dolore ed eccitazione al tempo stesso. Non avevo mai avuto i capezzoli così in fuori, si mi ero eccitata a volte ma in questa occasione era di un altro livello.
Nei 10 minuti che seguirono ebbi un altro orgasmo e presi a dire a Salvo di non smettere e di continuare così.
“Non venirmi dentro, sbattimi ma non venirmi dentro” urlai quando sentii che il membro si stava ingrossando. Quella sensazione, seppure con dimensioni diverse, la conoscevo.
Salvo estrasse l’uccello, mi spostò e me lo mise davanti alla bocca segandosi, istintivamente socchiusi le labbra ed i fiotti si sperma mi colpirono sul volto ed in parte in bocca.
“Succhialo vacca” furono le parole di Salvo. Non mi sentii offesa bensì gratificata, gli ero piaciuta tanto se si esprimeva in quel modo.
Crollammo entrambi sul divano. Salvo andò a prendere dei tovaglioli di carta e me li porse.
“Devo andare è tardissimo” dissi, mi fiondai nel camerino giusto in tempo per vedere Samantha coperta di sborra che si dirigeva alla doccia.
“Ti ammiro, sei riuscita a sfruttare la situazione a tuo vantaggio” mi disse mentre a incrociavo. Non sapeva che non avevo ancora raccolto le firme ma non avevo tempo per fermarmi a scambiare due chiacchiere. Mi lavai e mi vestii in fretta poi scappai verso casa.

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