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Racconti EroticiTradimento

Rebecca cap 5: il ritorno in ufficio

By 17 Agosto 2023No Comments

Il lunedì tornai in ufficio al mio solito lavoro, l’affare era stato concluso per cui non avevo motivo di restare con Bruno. Le colleghe volevano sapere tutto, non per quello che riguarda il lavoro bensì il contorno, la villa la gente che c’era i vestiti delle signore. La pausa caffè volò via così ed un paio di colleghe mi invitarono (ed offrirono) il pranzo per avere più dettagli. Qualcuna mi chiese se era successo qualcosa, ovviamente dissi nulla e che effettivamente seppur Bruno fosse molto affascinante non ci aveva minimamene provato. Era stato un gentiluomo trattandomi con i guanti e si era creato un certo affiatamento ma che la cosa era finita li. Ero sposata e Bruno aveva molti anni più di me.
La settimana trascorse con il solito tran tran e così quella successiva. La terza era settimana di paga ed ero ansiosa di capire quanto alla fine avrei preso netto in busta paga di più rispetto al solito.
Poco prima che ci venisse inviata la mail con il cedolino fui chiamata dal personale, entrando in ufficio trovai Bruno ed il direttore delle risorse umane (il socio anziano). Il titolare mi fece un bel pistolotto ringraziandomi per la disponibilità e la professionalità, dicendomi che Bruno aveva insistito particolarmente per andare oltre quello che era stato pattuito in quanto il contributo che avevo dato era stato ben oltre quello che la ditta si aspettava da me. “Oggi riceverà due mail, la prima con il cedolino che contiene il pagamento delle ore fatte comprese quelle del weekend in cui c’è stato l’affare ed un’altra con una che spiega l’erogazione una tantum per il grande contributo”. Non si sbilanciò sulla cifra.
Tornata al mio posto trovai la busta paga con quasi 7000€. Erano state conteggiate tutte le ore che avevo fatto, probabilmente di più e con tutte le maggiorazioni del caso. Il mio stipendio era moltiplicato per quasi 4 volte. Già così sarei stata soddisfatta, quando aprii la seconda mail col premio una tantum sbiancai. La cifra era pari a 15.000€ lordi che con le trattenute del caso erano 10.000€. La mia collega si accorse della ma espressione e mi chiese se stavo bene. Le risposi di sì ma non dissi nulla al riguardo di quanto era il contenuto.
Mentre tornavo a casa telefonai a mia suocera chiedendo se poteva tenere i bambini ed alla sua risposta affermativa una volta arrivata a casa mi feci una doccia, mi cambiai, mi vestii sexy con calze e reggicalze e tacco alto oltre ad un vestito particolarmente corto. Sedendomi si sarebbe vista la balza della calza ma non mi importava anzi. Quando mio marito arrivò a casa gli dissi che saremmo stati fuori a cena e gli dissi il nome del ristorante molto noto e caro in città. Trasalì ma gli dissi di non preoccuparsi di farsi una doccia e che dovevamo festeggiare. Solo allora si accorse del mio look e mi disse che la festa sarebbe stata molto piacevole visto il preambolo del mio vestiario, feci una risata e lo attesi non ci mise molto alle 20:30 eravamo al ristornate, per l’occasione Fortunato si era messo giacca e cravatta. All’ingresso il maître ci accolse con un sorriso ed un caloroso “benvenuti”. Era un posto dove prenotare era difficilissimo ma una volta visto il netto del premio avevo dato uno squillo a Bruno ed aveva prenotato senza problemi essendo un cliente abituale.
La cena fu fantastica, Fortunato già su di giri per il posto in cui eravamo nel momento in cui gli dissi l’importo complessivo dell’impegno che era costato sacrifici anche a lui sbiancò almeno quanto me.
Cena a base di pesce, occhio di riguardo e tavolo in ottima posizione al momento del conto, il cameriere che ci aveva servito, ci disse che era tutto pagato e che il signor Bruno aveva detto che eravamo suoi ospiti. Non avrebbe dovuto e non sapevo che lo aveva fatto, gli avevo semplicemente chiesto il favore di prenotare.
Fortunato disse “wow, ma quanto hanno guadagnato da questo affare, devi essere stata proprio brava per meritarti tutto questo!”. Povero non immaginava nemmeno lontanamente che io ero stata a letto con Bruno. La cosa che tormentava me invece era la domanda “se non fossi andata a letto con Bruno avrei avuto la gratifica speciale e tutto questo? Bruno sperava che tornassi da lui?”.
Ovviamente non avevo risposta ma la serata era stata splendida e non volevo rovinarmela con questo tipo di angosciose questioni, volevo dedicarmi a mio marito e fare l’amore con lui in modo un po’ più forte rispetto al nostro solito. Salimmo in macchina ed io cominciai ad allungare la mano sinistra sulla patta di mio marito. La reazione fu immediata sia sopra che sotto. Sopra Fortunato mi disse “ma cosa stai facendo, siamo in pieno centro potrebbero vederci, non siamo più due ragazzini aspetta che siamo a casa”. Sotto il suo membro alla seconda carezza era già in semitiro e visto che non smisi nonostante le poco convinte lamentele di mio marito alla 4 strofinata era pronto per penetrarmi. Smisi e, guardandolo negli occhi mentre eravamo fermi ad un semaforo, presi la sua mano e me la misi in mezzo alle gambe facendogli sentire il calore del pezzo di coscia fra calza e slip. Non tolse la mano, aiutato anche in questo dal cambio automatico dell’auto che non necessitava dell’uso contemporaneo di due mani. Fece un po’ più fatica a sterzare ma continuò a tenere la mano li insinuandosi sempre di più. Io ovviamente non stavo ferma e ricambiavo il massaggio che mi stava facendo. Mi ero bagnata moltissimo e Fortunato se ne accorse e passò dal ditalino su cui si era concentrato fino a quel momento ad infilare un paio di dita nella mia vulva fradicia di umori. Cominciai ad ansimare, essere in mezzo al traffico mentre venivo sditalinata e penetrata da due dita in pieno centro, mi fece partire per la tangente cominciai a godere ed a stento mi trattenni dall’urlare. Intanto la mia mano viaggiava sul cazzo di Fortunato che aveva girato in una via secondaria poco illuminata e frequentata fermandosi lontano dalla luce dei lampioni seppur non in zona completamente buia. Appena si fu fermato gli aprii la cerniera, gli tirai fuori il cazzo e diressi la testa sul suo membro. La prima sorpresa di Fortunato lasciò il posto al piacere e subito emise un gemito di godimento. La cosa diede nuovo impulso alle mie azioni. Da ragazzi gli avevo fatto qualche pompino in auto ma sempre fuori città lontani dalla possibilità di essere pizzicati. Era però troppo infoiato e mi ve nne in bocca gemendo rumorosamente. Mi ripulii dal suo seme e gli dissi: “andiamo a casa che il meglio deve ancora venire”.
Qualcosa di più forte con lui era perciò già successo. Il tempo di arrivare a casa ed il cazzo di mio marito era già quasi pronto. Io mi ero tolta le mutande ed appena entrati mi sedetti sul divano e gli feci segno con l’indice di avvicinarsi, quando fu a portata di mano lo presi per i capelli e lo trascinai verso la figa dicendogli “leccami che sto impazzendo”. Ero già molto bagnata e lui, nonostante fosse già venuto, me la leccò per bene. Io gli schiacciavo la testa contro quasi a fargli mancare il respiro ma lui non smetteva nel suo “lavoro”. Dopo 5 minuti di questo trattamento ero pronta per essere scopata.
Lo mollai e mi misi a pecorina, Il cazzo di Fortunato era pronto, appoggiò la cappella all’ingresso e scivolò dentro in un attimo. Prese a pomparmi attaccandosi ai fianchi dandomi colpi sempre più forti. Era un sacco di tempo che non mi scopava con tale veemenza. È anche vero che a causa dei bambini e della stanchezza raramente ci eravamo concessi una serata con notte completamente libera ed io non mi ero vestita come una porca per uscire. Venni dopo circa 10 minuti mentre Fortunato resisteva. Lo feci allora sedere sul divano e montai sopra di lui. Volevo tutto e mentre lui era intento a leccarmi i capezzoli e stropicciarmi le tette guidai il suo uccello verso il buco del culo, Lo strofinai per bene per spargere gli umori e lubrificare il mio ano e quindi feci pressione, La cappella scivolò dentro e Fortunato si accorse che era nella porta di servizio. La cosa non lo sconvolse mi disse solo “stasera sei una gran porca”. Per lui era già una cosa spinta. Per incoraggiarlo cercai delle parole spinte ma senza scendere troppo nello scurrile, quello che venne fuori fu “ti voglio dentro tesoro sono certa che ti piacerà”. Con tutti i limiti di una persona che non si era mai lasciata andare ad un linguaggio troppo forte, Fortunato gemendo mi disse “mi piace il tuo culo, te lo voglio riempire”. Non ci risparmiammo nulla cambiando posizione almeno 3 volte ma sempre col suo cazzo saldamente piantato in culo fino a che lui venne ed io ebbi un orgasmo anale. Quando cominciò ad ammosciarsi mi sfilai, gli presi l’uccello in bocca e lo ripulii per bene quindi lo baciai sulle labbra, lui non rifiutò quel bacio anzi mi disse “sei stata fantastica ma non mi aspettavo che tu mi dessi il secondo canale”. Mi resi conto che ero andata un po’ oltre i nostri limiti abituali e gli spiegai che volevo far fare un passo avanti nella nostra relazione per non cadere nella noia perché lo amavo. Gli dissi che parlando con le donne che avevo conosciuto durante il weekend dell’affare, molte escort d’alto bordo, mi avevano raccontato pratiche che nemmeno immaginavo ma che mi avevano incuriosito e se lui fosse stato d’accordo le avrei volute provare insieme.
Fortunato trasalì un attimo ma la cosa non gli dispiacque. “Dobbiamo accordarci con mia mamma perché almeno una volta alla settimana ci tenga i bambini a dormire, mi hai molto incuriosito ma non raccontarmi nulla, sorprendimi, mi piaceranno sicuramente tutte le cose che anche tu vuoi scoprire”.
Facemmo la doccia insieme in modo molto dolce e sensuale senza però ricominciare, ci lavammo la schiena a vicenda poi andammo a letto e parlammo.
Iniziai io, “stasera mi sono proprio divertita, la sera perfetta, una mega cena per di più gratis ed una fra le scopate migliori della mia vita, dissi ridendo”
”Come una delle migliori, con chi hai scopato meglio di così?” rispose Fortunato ridendo anche lui.
“Hai ragione, la migliore”. In fondo non era la migliore che avessi mai fatto con lui ma quella sulla Posche con Bruno era stata troppo particolare, migliore per alcuni aspetti anche se scomoda.
Ci addormentammo rilassati, forse le corna che gli avevo fatto avevano portato un beneficio al mio matrimonio. Non dovevo più temere di apparire troppo disinibita, ora Fortunato apprezzava il mio essere vacca con lui.

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