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Racconti CuckoldTradimento

Troia…..finalmente!

By 16 Agosto 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Si sente molto parlare dei cambiamenti cui vanno incontro le donne con l’arrivo della menopausa: rilassamento dei tessuti, calo della libido, secchezza vaginale …. tante piccole catastrofi che ci si aspetta segnino l’inizio della fine di ogni attività sessuale: devo ammettere che ero preoccupato di come sarebbero cambiate le cose per una donna come mia moglie, 50 anni ad ottobre, che non essendo mai stata quella che si dice “una tigre da letto” temevo sarebbe diventata completamente disinteressata al sesso, che a me invece, pur di qualche anno più anziano, continuava a interessare eccome … confesso che ero già rassegnato all’idea di dover ricorrere a qualche professionista prezzolata, mentre con mia grande sorpresa e, non lo nego, soddisfazione, ho finito per trovarmi in una situazione di tutt’altro genere: infatti, quella che oggi è a tutti gli effetti una grandissima troia, una volta raggiunta la menopausa aveva inaspettatamente manifestato un soprendente aumento del desiderio sessuale, tanto da prendere spesso l’iniziativa e da farmi capire che avrebbe gradito qualche novità nel nostro rapporto, novità che per i primi tempi fu rappresentata da un discreto assortimento di cazzi finti, tutti accomunati da una caratteristica: le dimensioni, che nei mesi avevano continuato a crescere fino a diventare, a dir poco, imponenti.
Confesso che Franca, mia moglie, ha sempre rappresentato il mio ideale femminile: pur essendo alta non più di 1,60, è sempre stata dotata di un “davanzale” cospicuo, che negli anni era aumentato di volume fino a raggiungere le dimensioni di una notevolissima “coppa DD”, invidiabile anche da parte di una porno star siliconata, cui faceva da contrappeso un “lato B” sicuramente un po’ abbondante, ma che, a meno di non essere degli appassionati del “sederino a mandolino” non era poi così fastidioso, il tutto accompagnato da un viso con un’espressione un po’ arrogante che un amico aveva definito “da puttana navigatissima”….
Forse vi sorprenderà sentire che uno che si prendeva la libertà di descrivere mia moglie con dei termini così crudi io lo definisca “un amico”, ma a questo punto è bene spendere due parole sul mio, appunto, amico Fulvio: pressappoco coetanei, lui da sempre scapolo, una volta pensionato, si era trasferito in Kenia dove se la spassava con le bellezze locali e non solo. Ci eravamo conosciuti sul web, perché entrambi appassionati frequentatori di certi siti i cui partecipanti amano mostrare le mogli in atteggiamenti tra l’esibizionistico e lo sconcio, sollecitando i commenti dei vari “guardoni”: anch’io avevo postato qualche foto di mia moglie, foto di almeno una 20ina di anni prima, scattate, le prime con una storica Polaroid e più tardi con una primissima digitale, un aggeggio che mi era costato 300mila lire, con una risoluzione di 3 Mega Pixel…meno del più economico smartphone odierno!
Le vecchie foto avevano riscosso un certo successo, ma scontavano il fatto di essere state scattate in un’epoca in cui non si badava a certi particolari: niente depilazione intima, niente trucco “forte” con ciglia finte e ombretti sofisticati, anche l’intimo era piuttosto datato…comunque chi aveva dimostrato il maggior gradimento per il mio contributo era stato proprio questo Fulvio, tanto che mi aveva contattato in “privato” facendomi i complimenti per la porcaggine che le foto di Franca lasciavano trasparire e chiedendomi di pubblicarne altre: gli spiegai che non avevo altre foto di quando era giovane, e che quelle più recenti non mi sembrava il caso di pubblicarle, un po’ perché le foto di una quasi cinquantenne non mi sembravano molto appetibili, ma anche perché ero abituato, con le vecchie foto, a non nasconderle il viso, ritenendo che dopo 20 anni fosse decisamente difficile che qualcuno, per strada o al supermercato, potesse riconoscere nella Franca cinquantenne la giovane donna in deshabillè che aveva visto sdraiata su un letto a gambe larghe in una foto del 1995…comunque sapendo che il mio interlocutore viveva all’estero decisi di correre il rischio e gli mandai alcune foto che avevo scattato un paio d’anni prima con un telefonino: Fulvio apprezzò molto il segno della mia fiducia, e si lasciò andare a commenti decisamente forti: lodò la faccia di Franca, che come ho già detto aveva definito “da troia navigatissima”, le sue grosse tette, che avrebbe desiderato vedere sobbalzare mentre veniva scopata selvaggiamente, e si espresse in termini ancora più entusiasti quando ricevette la foto di mia moglie mentre si tirava le gambe sul petto, mettendo in mostra una figa lucida di umori e di un suggestivo rosa acceso: in effetti il riflesso lucido del flash era dovuto ad una robusta dose di gel lubrificante e l’aspetto arrossato ed aperto della figa di mia moglie era dovuto all’uso, che nel tempo era diventato abituale, di quei grossi cazzi di gomma che ormai da un po’ di tempo Franca gradiva sia come preludio ad essere penetrata dal mio modesto cazzetto, sia come conclusione “post coitum”, quando, evidentemente non totalmente saziata dalle mie modeste prestazioni, prolungava il suo piacere facendosi letteralmente sfasciare la figa da cazzi finti che erano la copia, forse anche esagerata, del cazzo di qualche noto re del porno: pian piano era diventata la norma che, dopo aver fatto godere me, Franca si facesse infilare uno di questi cazzi smisurati e, dopo averlo accolto dentro di sé e essersi fatta letteralmente sfinire dagli orgasmi che l’oggetto le procurava, finisse per crollare addormentata con il cazzone ancora saldamente sprofondato dentro di lei che, ovviamente, si risvegliava al mattino con la figa in condizioni a dir poco deplorevoli: ci fu perfino un risvolto semicomico quando Franca si recò dal ginecologo che la conosceva dai tempi delle gravidanze, che con un certo imbarazzo le chiese se “le sue abitudini sessuali fossero radicalmente cambiate”, alludendo ad un possibile nuovo partner, viste le dimensioni che la sua vagina aveva raggiunto, con appena un principio di prolasso che lasciava perplesso, ma forse non troppo, il serio professionista.
Quando spiegai a Fulvio il motivo dell’aspetto della figa di Franca l’amico si entusiasmò ancor di più, dichiarando che lui c’aveva visto giusto, che “quella” era una vera troia e che sicuramente si sarebbe potuto portarla, assecondando le sue naturali inclinazioni, a fare cose ancora più eccitanti…
Quando gli chiesi cosa intendessi mi rispose senza nessun giro di parole che secondo lui “quella troia” avrebbe sicuramente gradito qualcosa di più di un cazzo di gomma, che, sempre secondo lui, e se a me non fosse dispiaciuto, con i dovuti modi, sarebbe stato possibile farle fare esperienze con partner superdotati in carne ed ossa e che tanto per cominciare le avrebbe fatto omaggio di un formidabile nuovo giocattolo: un cazzo finto gonfiabile, in grado, a suo dire, di portarla a fare un vero scempio della sua figa, rendendola talmente larga da potervi accogliere un’intera mano, finendo per raggiungere orgasmi talmente potenti da farla diventare una vera maniaca del sesso.
Confesso che se in tutta la mia vita non ero mai stato particolarmente geloso di mia moglie, più che altro perché non me ne aveva mai dato motivo, nel mentre che Fulvio mi prospettava per lei un futuro di trasgressione mi resi conto di essere eccitato…ma che dico eccitato, il cazzo mi si era indurito fino a farmi male, lo sentivo rigido come un pezzo di legno, come ormai non mi veniva più tranne, ma forse nemmeno, che con robuste dosi di Viagra: come è noto il sangue che affluisce all’uccello….proviene dal cervello e io, in quella per me nuova situazione, non ero più in grado di ragionare: finii per dirgli che certo, ero d’accordo, che mi mandasse il cazzo gonfiabile, che l’avrei usato per allargare la figa a Franca finchè non mi sarebbe stato possibile “fistarla” correntemente, e che poi…. Non sapevo proprio cosa sarebbe potuto succedere poi…ma nella mia eccitazione mi immaginavo scene confuse in cui mia moglie era al centro delle attenzioni di maschi nudi ed eccitati, dotati come asini, che la possedevano trattandola senza alcun riguardo, ma facendola godere come mai prima.
Rimanemmo d’accordo che il giocattolo sarebbe stato spedito direttamente dal fabbricante americano, che le spese di dogana sarebbero state a mio carico mentre lui avrebbe pensato al costo dell’oggetto e della spedizione: in cambio Fulvio mi chiedeva solo di potere vedere qualche foto di mia moglie mentre si beccava il formidabile manufatto che io avrei dovuto gonfiare il più possibile e in un secondo tempo girare anche un video in modo di poter apprezzare il famoso movimento delle tettone oltre che il sonoro particolarmente eccitante, che secondo lui avrebbe sicuramente accompagnato la performance.
Ci vollero diverse settimane perché il pacco arrivasse e il portinaio egiziano si dimostrò alquanto perplesso quando dovette pagare quasi 20 euro di dazio e Iva per un pacchetto misterioso proveniente dagli States, ma la sua curiosità se la sarebbe dovuta tenere per un bel po’!
Nell’attesa della consegna del pacchetto Fulvio, su Skype, continuò a scrivermi, descrivendomi gli scenari, certe volte davvero esagerati, che secondo lui Franca avrebbe finito per apprezzare se si fosse dimostrata quella che lui era convinto che fosse e io continuai ad eccitarmi alle sue previsioni, finendo per rivelarne alcune, presentate come mie fantasie, a Franca stessa mentre si sgrillettava freneticamente con la figa occupata dai suoi abituali compagni di letto.
Appena lo ebbi aperto provai a gonfiarlo: con 4 o 5 pompate l’aggeggio, imballato completamente sgonfio, si irrigidì, assumendo più o meno le dimensioni di uno dei giocattoli a cui Franca si era abituata, ma quando provai a dare altre 3 o 4 pompate mi resi conto che mia moglie avrebbe finalmente trovato il cazzo, sia pure finto, in grado di soddisfare il suo bisogno di sentirsi veramente “piena”: con una quindicina di pompate la lunghezza sfiorava i 23 cm, ma a spaventare era la circonferenza, di 8 cm di diametro, e non mi sembrava che ci sarebbero stati problemi se avessi voluto gonfiarlo ancora di più: insomma si trattava di un formidabile oggetto che non solo avrebbe potuto soddisfare la proprietaria della figa più sfasciata, ma anche contribuire ad aumentarne le dimensioni se la signora avesse voluto, con un uso costante,spingersi oltre i suoi limiti.
La sera stessa, quando ci ritrovammo a letto, mia moglie manifestò una certa disponibilità, dopo i soliti preliminari, giusto il minimo indispensabile per farle bagnare la figa, Franca, con il suo tono più innocente mi chiese “un giocattolino”, e ovviamente io non mi feci pregare, rifilandole subito il nuovo arrivato: mia moglie si accorse subito che si non si trattava di uno dei suoi soliti “amici” e mi chiese: “Abbiamo un nuovo amico? Non sembra male…forse un po’…”leggerino”…”
Visto che la porcona sembrava a suo agio decisi di farle capire in che cosa consistesse la “dote nascosta” del suo nuovo “amico” e diedi un paio di pompate: Franca fece un leggero sobbalzo…
“Ehi, ma…CRESCE!”
Mi volevo togliere subito la soddisfazione di vedere mia moglie finalmente alle prese con un cazzo, sia pure finto, che le facesse abbassare la cresta, e quindi diedi altre due pompate dicendole con tono innocente “Ma va? Si vede che glielo fai tirare…” frase seguita da altre due pompate: se i miei conti erano esatti la nerchia che Franca si stava godendo era già più grossa di qualunque altro aggeggio si fosse presa fino ad allora.
“Argh…ehi, vacci piano, questo me la sfascia….”
“Ma senti senti la signora … hai trovato il cazzo che ti ci voleva…goditelo porcona, mi sembra già di notare che la figona ti si stia aprendo…si vede che lo apprezza…”
“Si, sì, non sembra male..ma vacci piano con quella pompetta….pompa solo quando te lo dico io….”
Il fatto che Franca avesse detto “quando” e non “se” me lo fece diventare di marmo, per un pò lasciai perdere la pompetta, limitandomi a muoverglielo sempre più energicamente dentro e fuori, in modo che se lo sentisse bene in fondo alla figa e contemporaneamente lo sentisse entrare ed uscire: infoiato come un toro ovviamente non aspettai che mi dicesse di pomparlo e diedi tre o quattro ulteriori gonfiate: con la mano destra spingevo il cazzone dentro e fuori, e lo potevo sentire crescere impercettibilmente ad ogni pompata, diventando oltre che più largo sempre più lungo, oltre che duro, e con una forma ovale, con la parte centrale decisamente più larga delle estremità: …Franca era letteralmente in delirio, si sgrillettava ferocemente, ansimava, e continuava a ripetere “Sìì, sìì, così, sìì, sìì ancora non ti fermare…sìì, sfondami la figa gran cazzo, siì, cosìì, così….aah ahh…sìì…ancora, ancora, non fermarti…..”
Per un bel dieci minuti continuai a sbatterla con il cazzone, che ormai facevo fatica ad estrarre e a ri-infilare da tanto era grosso al centro, ma una volta che la parte più grossa era dentro veniva quasi risucchiato in fondo alla abnorme cavità che era diventata la figa di mia moglie: quando dopo una serie incalcolabile di orgasmi Franca disse “Basta, non ce la faccio più, toglilo ma prima….” la troia avrebbe voluto aggiungere “sgonfialo” ma io volevo vedere con calma, e far vedere anche a lei, che cosa si era appena presa, quindi afferrai saldamente per il tubo di gonfiaggio il diabolico arnese e lo tirai fuori di forza: “AAAAARGH…..noooo…….” la gran vacca si lamentò dopo che per almeno cinquanta o sessanta volte in tre minuti io glielo avevo fatto uscire e rientrare: per gratificarla le inondai la figa ancora spalancata di gel lubrificante fresco, mentre mi “complimentavo” con il nuovo articolo per signora: “Bravo il nostro amico, è finalmente riuscito a farti sentire bella piena, vero porcona? Beh, vedrai che d’ora in avanti non sentirai più il bisogno degli altri aiutanti, scommetto che ti sei già innamorata di questo, mi sbaglio?”
Franca era ancora stravolta, ma io non ero intenzionato a darle tregua ( e volevo anche sentire come le aveva conciato la figa il giocattolo…) così mi piazzai tra le sue gambe e senza tanti complimenti le ficcai dentro il mio modesto cazzetto, che poteva vantare solo la durezza tipica di chi, preso un Viagra un’ora prima, si è poi goduto lo spettacolo della propria moglie in estasi sotto i colpi di un notevole simulacro di “bull”.
Com’era facile prevedere … non c’era granchè da sentire: primo perché la lunghezza dell’aggeggio aveva letteralmente sfondato la figa della troia, rendendo impossibile, a chi non fosse stato dotato in maniera asinina, di arrivare a toccarle il collo dell’utero, secondo perché le pareti, dilatate da quella specie di pallone da rugby erano rimaste liscissime e lontane tra loro, infine anche nell’ultimo possibile punto di contatto dove la muscolatura è più robusta, con termine tecnico la vulva, era stata talmente aperta dai rudi passaggi del giocattolo da presentarsi spalancata come una bocca priva di denti…i succhi vaginali e la dose supplementare di gel lubrificante contribuivano poi a dare veramente la sensazione di una cavità infinita, dove solo la punta del mio cazzo si immergeva in un laghetto osceno, che dava letteralmente la sensazione della figa di una porno star appena uscita da una gang bang!
Per cercare di “caricarmi” abbastanza da poter aggiungere la mia sborra a quel laghetto non mi rimaneva che il sesso parlato, per cui gratificai la porca con una serie di complimenti vari:
“Mmmm..senti che roba…ma da chi ti sei fatta montare, stasera, da un asino? Ma lo sai vero che stavolta te l’hanno sfasciata del tutto…non ci torni più come prima…sei dilatata permanentemente, resterai aperta vita natural durante…e mi sa che metterai a dura prova anche quel cazzone che è riuscito a conciarti così al primo incontro!!”
Mentre facevo questi complimenti a mia moglie, la porcona era in evidente imbarazzo, visto che era abituata il mio cazzo, almeno un pochino a sentirlo, ma stavolta … letteralmente non sentiva … un cazzo! La poverina cercava di contrarre i muscoli della figa ma con poco risultato, allora la troia prese a fare dei movimenti a pendolo del bacino, facendomi strusciare con il cazzo alternativamente a destra e a sinistra, la cosa più spassosa era che non sapeva cosa ribattere alle mie “rimostranze”, ma quando finalmente riuscii a venire, la troia si mise una mano sulla figa per cercare di capire come le era diventata! Io avevo ancora una cosa da fare: fotografarla per far vedere a Fulvio che il giocattolo che mi aveva mandato aveva già avuto un notevole successo.
Con le cosce spalancate, le due mani a tirarsi le grandi labbra, la figa di Franca era un tunnel roseo, grondante di umori e con il tipico rivoletto di sborra che finiva sul buco del culo: rispetto ad un tempo poi, il fatto che, dopo molte insistenze da parte mia, si fosse decisa a farsela depilare contribuiva a darle un look da professionista del porno, categoria tra “Mature” e “Granny”.
“Ecco fatto, mia bella porcona, adesso abbiamo un documento certo: se il tuo nuovo amichetto continuerà a farti visita ne vedremo delle belle”.

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(SECONDA PARTE)
Franca non sembrava ancora tornata in sé, si massaggiava la figa con una mano ma con l’altra aveva preso il cazzone in mano e lo guardava con uno sguardo misto di incredulità e libidine, poi non seppe trattenersi:
“Accidenti che affare…e questo da dove è saltato fuori? “
Non potevo certo dirle che le sue foto in rete avevano scatenato le fantasie comuni mie e di uno sconosciuto, ma nemmeno arrogarmi il merito della fornitura, così scelsi una via di mezzo:
“Ho cercato su internet nella categoria “figone insaziabili” e mi hanno consigliato il giocattolo che hai in mano….”
“Come sarebbe “mi hanno consigliato…” chi te l’ha consigliato?”
“Mah, sai , su internet si trova di tutto…chi me l’ha consigliato non lo so esattamente, immagino sia qualcuno collegato al fabbricante….”
“Vabbè, è un giocattolo interessante, quindi va bene così, però adesso mi piacerebbe sentirlo ancora un po’ dentro…ma sgonfialo un po’, prima….”
Era fatta, la troia che dormiva dentro mia moglie si era risvegliata, Fulvio aveva ragione, con un po’ di insistenza l’avrei portata a fare cose che non mi ero mai nemmeno sognato di fare con lei… le rimisi dentro il nuovo amico e mentre Franca si girava sul fianco dandomi le spalle mandai la foto appena scattata con un whatsapp al mio complice: “Preso il cazzone: gonfiato di brutto e goduto come una vacca in calore, adesso ci dorme!”
Purtroppo dove l’amico abitava era già decisamente tardi, essendo un fuso orario prima del nostro e la risposta arrivò solo alle 8 della mattina successiva:
“Bel lavoro, figa aperta che non si chiuderà più…devi lavorare per farci entrare la tua mano e, contemporaneamente direi di cominciare a lavorarle il buco del culo…. Se dovrà essere condivisa bisogna che sia abituata al sesso anale, ti pare? Comincia con un dito, usa un sacco di lubrificante ma soprattutto infilaglielo solo quando è già partita con il nuovo giocattolo che gliela devasta, vedrai come ci divertiremo!”
Dopo un po’ al mio amico dovette venire un’altra idea, perché mi arrivò un altro whatsapp: “Ho trovato un altro articolo che la farà impazzire…solita divisione delle spese? “
Non potevo certo tirarmi indietro, anche perché mi stavo domandando che razza di affare mi sarebbe arrivato, e quindi risposi con un laconico “Per me va bene!”
Sinceramente non è che la cosa della “condivisione” mi girasse tanto giusta…per carità, non ero mica geloso, ma che mia moglie potesse “disinibirsi” al punto da andare a letto con un altro maschio mi pareva già troppo, con due alla volta poi….
Intanto sentivo Franca che russava leggermente: era un atteggiamento tipico: dopo il sesso, e tanto più presto quanto più aveva goduto, si addormentava e dormiva per almeno un paio d’ore, poi di solito si svegliava, andava in bagno, faceva la doccia, e poi tornava a letto, a volte continuando a tenersi dentro il cazzo finto con cui si era divertita, a volte poi durante la notte lo buttava fuori, ma secondo me il cazzone gonfiabile che si era beccato quella sera, data la forma particolare non sarebbe uscito da solo…soprattutto se “qualcuno” gli avesse dato un paio di gonfiatine notte tempo…
Ero troppo eccitato per dormire, guardavo la foto che avevo mandato a Fulvio, e me lo menavo lentamente inseguendo le fantasie che avevo condiviso con Fulvio: in effetti l’idea di “condividere” mia moglie non mi era mai passata per la testa, anche se dovevo ammettere che mentre la facevo godere con i cazzi finti me la vedevo scopata da un maschio “in cazzo e ossa”, però, adesso che Fulvio mi aveva messo la pulce nell’orecchio dovevo ammettere che l’idea cominciava a stuzzicarmi…
Cercavo di esaminare la situazione freddamente: Franca, nonostante i suoi 50 anni aveva ancora un aspetto gradevole, da qualche tempo aveva cominciato a manifestare un interesse per il sesso che non aveva quando era molto più giovane….insomma cominciavo a persuadermi che Fulvio c’avesse visto giusto dicendo che con Franca “ci sarebbe stato da divertirsi”.
Durante la notte, mentre mia moglie dormiva profondamente, mi presi il gusto di dare qualche pompatina al gingillo che era saldamente infisso nelle rosee profondità della sua figa: sarebbe stata un vero spettacolo la mattina seguente….
Quando Franca si svegliò la prima cosa che fece, o meglio cercò di fare, fu di sfilarsi il cazzone che si era tenuta dentro sei ore, ma data la forma e le dimensioni non ci riuscì: “Ehi, aiutami qua…’sto affare non esce!”
Sicuramente lei si aspettava che io glielo sgonfiassi abbastanza da permettere che scivolasse spontaneamente fuori, ma me ne guardai bene: replicando quanto avevo fatto la sera precedente mi limitai ad afferrarlo per il tubo dell’aria e a tirarlo, ma questa volta non di colpo, ma con la giusta calma, perché la porcona gustasse ogni cm di quel cazzo enorme, che mentre usciva le spanava la figa preparandola ad inserimenti sempre più cospicui.
“Aaaargh…nooo…non così…me la sfascia….sgonfialo!!!”
“Troppo tardi, porcona, ti sei tenuto dentro tutta notte un cazzo grosso come quello di un asino e adesso lo puoi anche vedere in tutto il suo splendore, sgonfiandolo non lo avresti potuto apprezzare…”
Il giocattolo di Fulvio era enorme e con quella forma abnorme faceva pensare al cazzo di un extraterrestre, Franca non aveva gradito la mia mossa, ma ormai ero partito, volevo spingerla verso la trasgressione, verso il sesso estremo, dove dolore e piacere si uniscono indissolubilmente, dove la donna diventa un oggetto di piacere per gli uomini che hanno la fortuna di incontrarla, e il primo avrebbe dovuto essere proprio Fulvio, l’amico lontano che tutto aveva saputo prevedere.
Franca mi tenne il muso per tutta la mattina, ma ora di mezzogiorno l’incazzatura le era passata, anche se non era particolarmente “cordiale” e ogni tanto si passava una mano sul cavallo dei pantaloni…
Una paio di sere dopo, appena a letto, iniziai le solite manovre per far venire un po’ di voglia alla porcona, Franca non si oppose, disse solo: ” Guarda che l’ultima volta quel coso me l’ha veramente sfasciata, devi andarci piano, quando cresce è veramente…devastante!”
“Ok, gli dirò di andarci piano, ma mi sembra che ti abbia anche fatto godere, in modo “devastante”….”
“Sì, è notevole, ma non mi piace quando esce in quel modo…se non mi prometti di sgonfiarlo quando te lo dico non lo voglio più prendere!”
“Va bene, padrona, obbedisco…”
Ricominciammo il solito rituale: un po’ di strusciamento con la mano, poi tre dita dentro, un po’ di lubrificante…e l’invito di metterle “il cazzone gigante”… : glielo presentai già piuttosto grosso, poi una volta servita mia moglie si piazzò con le gambe flesse ben aperte, iniziando a sgrillettarsi: dopo meno di dieci minuti cominciava ad ansimare: “dai, gonfialo adesso…solo un pochino però….”
Ovviamente non mi feci pregare, diedi tre pompate consecutive e lei cominciò a mugolare… dopo poco mi chiese di gonfiarlo ancora un po’: nell’ipotesi che mi obbligasse a sgonfiarlo tenevo conto di quante pompate gli stavo dando: dieci, tanto per fare cifra tonda, le avevo date prima di metterglielo dentro, adesso erano altre cinque… le dimensioni dell’aggeggio dovevano essere ormai notevoli, infatti facevo un po’ fatica a farlo andare dentro e fuori, la resistenza della figa di Franca era notevole, nonostante la strapazzata di due giorni prima… quando la porcona era al limite del parossismo diedi altre due pompate anche se non richieste, la risposta fu un orgasmo fulminante, della durata di vari secondi, cui fece seguito la richiesta di tirarlo fuori: “Basta, non ce la faccio più, toglilo …” Tenendo il cazzone ben piantato dentro di lei chiesi: “Così o lo sgonfio?” temevo la risposta, ma con mia gran meraviglia la porcona rispose: “No, fallo uscire lentamente, voglio gustarmelo centimetro per centimetro mentre esce….”
Era fatta!! La troia cominciava già ad apprezzare le dimensioni esagerate del giocattolo, la manovra che solo un paio di sere prima l’aveva fatta arrabbiare stasera era apprezzata e richiesta…Fulvio aveva ragione, Franca aveva iniziato ad apprezzare lo stretching della sua già cospicua figona… nuovi orizzonti si stavano aprendo insieme alla sua vulva!
Come avevamo progettato con Fulvio avevo anche cominciato a lavorare mia moglie a livello del buco del culo: negli anni scorsi i miei tentativi di abituarla anche al sesso anale erano sempre stati respinti con musi vari, ma a quanto pareva l’atteggiamento di Franca nei confronti di questa piccola trasgressione era radicalmente cambiato: i primi approcci con uno e poi due dita non diedero origine a nessuna reazione sfavorevole e quindi presi l’abitudine, mentre la facevo godere con il suo cazzone preferito, di infilare fino a tre dita nel suo buchetto posteriore, che a mano a mano che ci ravanavo non solo diventava sempre più malleabile, ma sentivo chiaramente che a Franca piaceva sentire che le mie dita “cercavano”, attraverso le sottili pareti dell’intestino e della vagina il cazzone gonfiabile che era diventato il vero padrone della figa di mia moglie. Insomma, nel giro di un mese convinsi Franca a concedermi il suo a lungo agognato buco del culo: fu qualcosa di molto particolare: abituato com’ero a scoparla in quella caverna che era diventata la sua figa entrare nello stretto pertugio anale mi sconvolse: mi feci anche male, perché davo dei colpi piuttosto violenti e mi scappellavo il cazzo con tale forza che me lo ritrovai sanguinante per uno strappo al frenulo (il “filetto” per intenderci…) devo dire che l’idea di essere riuscito a convincere mia moglie a darmi il culo mi eccitava più per l’idea in sé che per il gusto di sodomizzarla: dopo qualche settimana che si faceva inculare infatti la convinsi a provare a farlo mentre aveva la figa piena del cazzo gonfiabile: l’esperienza fu, a dir poco, illuminante, per entrambi: appena glielo ebbi piantato nel culo infatti, cominciai a gonfiare il cazzone che aveva davanti: Franca cominciò ad andare su di giri, mi incoraggiava a ficcarglielo dentro sempre più forte e intanto io gonfiavo l’altro aggeggio: durai pochi minuti, ma intanto mi spinsi a dirle: “Godi troia, godi con due cazzi dentro … che ti sfondano davanti e idietro…” e lei non fu da meno: “Siiiì, siiiì..sono una troia, sfondatemi tutta….”
Per me era fatta: se Franca cominciava ad entrare nel personaggio di una che si fa due maschi alla volta non ci sarebbe voluto molto perché la fantasia si trasformasse in realtà: ovviamente avevo tenuto Fulvio al corrente dei progressi che facevo sulla strada dell’imputtanimento di mia moglie e anche lui fu concorde sul fatto che eravamo arrivati ad un punto critico: se la tranquilla mogliettina cominciava ad apprezzare certi trattamenti e mi veniva dietro fantasizzando che mentre la inculavo con un cazzo finto nella figa fossero due cazzi veri a scoparla…il più era fatto, si trattava di passare finzione alla realtà, ma la cosa non era proprio facilissima, dovevo creare una situazione che facesse scivolare Franca nella trasgressione quasi senza accorgersene.

Per parecchi giorni, in attesa che il secondo giocattolo ordinato da Fulvio arrivasse, ce la spassammo con il giocattolo gonfiabile, e quando ormai era diventato per me impossibile sentire qualcosa quando infilavo il cazzo nella figa sfasciata di Franca, mi venne l’idea che avrebbe cambiato il corso della nostra vita coniugale: una sera, dopo che si era presa il solito aggeggio, che ormai arrivavo a gonfiare fino a venti pompate, decisi che era ora per un ulteriore passo in avanti sulla strada della trasgressione: presi uno dei vecchi cazzi di gomma che ormai mia moglie disdegnava e glielo infilai di colpo nella figa sfasciata, Franca mi guardò con aria interrogativa, e io, con tono indifferente: “Oramai qui hai posto per due, stai ferma e lascia fare!”
Con qualche difficoltà riusciì ad infilare il mio cazzo dietro a quello di gomma: la sensazione era forte, lo spazio disponibile minimo, ma finalmente potevo sentire qualcosa anch’io…: quando cominciai a muovermi dentro e fuori mia moglie ebbe un sussulto: i miei movimenti le spingevano dentro il cazzo di gomma in maniera decisamente energica e nonostante fino a due minuti prima avesse avuto la figa occupata dal cazzo gigante la sensazione doveva essere decisamente notevole anche per lei…”Ecco fatto, bella figona, adesso te ne stai prendendo due assieme di cazzi…così non si sentirai più vuota…”
Franca dimostrò di apprezzare la novità: “Oddio…ma veramente posso prenderne due assieme…ma…ma… è incredibile…mi è diventata enorme….non è possibile…”
Non seppi resistere e risposi: “Altrochè, se è possibile, porcona…stiamo scopandoti in due..e ci stiamo anche comodi…”. In realtà non era vero, ma così suonava anche più eccitante…
Purtroppo tra lo spazio ristretto e l’eccitazione, amplificata dai discorsi che andavo sibilando nelle orecchie di Franca, non resistetti che pochi minuti, sufficienti però a scatenare un ultimo orgasmo nella mia signora, che non si sentì minimamente oltraggiata dall’essere stata riempita in cotal maniera.
Quando, una volta ripreso il fiato ci fummo rivestiti, mia moglie confessò che non si era mai sentita così vacca come nei cinque minuti precedenti e io non potei fare a meno di risponderle che era proprio quello che speravo, e che secondo me lei era nata per certe cose e non poteva che assecondare la sua natura troiesca; Franca rimase un po’ perplessa alla mia risposta, ma era esausta e si addormentò subito, senza però chiedermi di rimetterle dentro il cazzo gigante, io approfittai del suo sonno per aggiornare Fulvio con un whatsapp: “Piccolo cambio di programma, la porcona ha scoperto la doppia penetrazione vaginale, che ha molto gradito, non solo fisicamente ma anche mentalmente, credo sia il caso di impegnarsi perché si spinga a realizzarla con due veri cazzi, cosa ne dici?” Nonostante l’ora tarda la risposta arrivò quasi subito: “Cosa intendi per “anche mentalmente?”” Spiegai la faccenda del essersi sentita “vacca” e ottenni il benestare di quello che ormai era diventato il nostro “sexual personal trainer”: “Ok, se si convince di essere predestinata a certe prestazioni tanto meglio, continua così, ma per farle capire che ormai la strada è quella dei due cazzi insieme, sospendi l’uso del gonfiabile, per prima cosa falle sempre prendere due cazzi di gomma assieme e scopala sempre mentre ne ha uno dei due ancora infilato dentro, poi quando sarà arrivato quello nuovo ne riparliamo”
L’indomani andai a recuperare i vari cazzoni di gomma con cui mia moglie si era divertita fino all’arrivo di quello gonfiabile e in base alle dimensioni di ognuno organizzai le accoppiate: trattandosi di cazzi che dovevano imitare quelli di famosi pornoattori erano tutti cospicui, e immaginare di fargliene prendere due alla volta mi sembrava abbastanza impegnativo anche adesso che si era fatta allargare la figa in quel modo, ma come si dice, indietro non si torna e quindi … sempre avanti!
Dopo il solito intervallo di un paio di giorni Franca mi fece capire con il suo solito sistema di aver voglia, per prima cosa le diedi una bella sleccazzata, non tanto per lubrificargliela, quanto per capire se era effettivamente aumentata di dimensioni anche prima di ricevere i suoi giocattoli, stabilito che la figa era tutt’ora bella aperta presi un primo cazzo di gomma, il che la meravigliò: “ma come, il cazzone gonfiabile non me lo dai più?”
“Se farai la brava te lo darò dopo, adesso pensa a goderti questi due amici….”
E così dicendo le infilai il secondo cazzo di gomma: La manovra non fu precisamente facile, anzi Franca cercò di sottrarsi alla seconda introduzione, ma io ero troppo determinato oltre che infoiato per concederle un ripensamento: con un movimento a vite riuscii a far superare il punto più ristretto al cazzone numero due, mentre mia moglie cacciava uno strillo e cercava di sfuggirmi, ma ormai era fatta: con l’aiuto del lubrificante il secondo uccello si era guadagnato il suo “spazio vitale”: per un paio di minuti tenni fermi i due giocattoli, poi iniziai a fare dei leggeri movimenti alternati: ne tiravo fuori uno mentre spingevo bene dentro l’altro, per un po’ mia moglie si limitò ad accompagnare con leggeri movimenti del bacino le mie manovre, poi allargò le gambe il più possibile e iniziando a sgrillettarsi mi disse chiaramente: “Muovili più forte….voglio sentirli entrare del tutto tutti e due assieme….sìììì, così, così….”
La faccenda andò avanti per una decina di minuti, poi Franca si arrese:
“Basta, mi stanno spaccando in due, toglili ti prego, non ce la faccio più….”
Obbedii a malincuore, ma lasciandole il più grosso dentro: visto che Franca non protestava dopo un po’ manovrai per mettermi tra la sue cosce e glielo misi dentro: se la volta prima, con il più piccolo dei cazzi finti ci ero stato stretto, stavolta, insieme ad uno di medie dimensioni, ci stavo abbastanza comodo: evidentemente la figa di mia moglie si stava adeguando alle esigenze di quella che, passo passo, stava diventando una vera troia scatenata: “Ah, siì, così, ficcatemelo dentro tutti e due…così…sììì, spaccatemi la figa, spaccatemela….voglio cazzo…cazzo…”
Sfido chiunque a resistere per più di cinque minuti con una colonna sonora del genere e quindi me ne venni, forse troppo in fretta, ma a me quello che in quel momento più interessava era vedere la mia tranquilla mogliettina trasformarsi in una troiona scatenata che si rivolgeva a due ipotetici amanti incoraggiandoli a spaccarle la figa: la mia domanda era: quanto tempo ci sarebbe voluto perché dai cazzi di gomma si passasse a quelli di carne?

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view post Inviato il: 4/12/2017, 21:59 CancellaModificaCitazione

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Via whatsapp aggiornai Fulvio sui progressi fatti la sua risposta fu immediata: “se la troia si è lasciata trascinare nella trasgressione così in fretta non devi perdere tempo: hai qualcuno sottomano che possa farti da spalla?”
Risposi che non avevo la più pallida idea di chi potesse essere interessato a una cosa del genere e la risposta di Fulvio fu praticamente istantanea: “Devi portarla in una discoteca, di quelle dove vanno gli sbarbati..lì c’è sempre qualcuno che cerca “la tardona”… se lasci la troia da sola per un quarto d’ora vedrai che qualcuno le si avvicinerà … se è pronta coglierà l’ occasione! Un’altra cosa, visto che se continua a progredire dovrà mostrare il suo lato migliore, falle cambiare tutto l’intimo che ha sostituendolo solo con cose sexy: deve accettare il fatto che nell’arco delle 24 ore lei deve presentarsi nella forma migliore, quindi via i collant, via le mutande di cotone, non deve essere sciatta nemmeno quando è in casa da sola…e deve imparare a truccarsi in modo da avere quel non so chè di torbido, di allusivo … deve sempre avere un look che richiami su di sé gli sguardi degli uomini che la incontrano e dare un’idea di disponibilità fin dal primo istante”
Già, l’amico me la faceva facile … né io né Franca eravamo mai andati in discoteca, ai nostri tempi non si usava, se avessi proposto di farlo adesso sarei passato per matto, ma il destino aveva in serbo uno di quei colpi che possono fare la differenza: da diversi anni frequentavamo un gruppo di amici che facevano viaggi molto particolari: Corno d’Africa, Sahara, Rajasthan…insomma posti dove non è che ci vadano in tanti… tra questi amici ce n’era uno che, essendo ormai in pensione, stava via per periodi lunghissimi, di tre, quattro o anche sei mesi: Andrea, il viaggiatore estremo, era appena tornato in Italia e il gruppo Whatsapp di cui facevamo parte si era subito messo in moto per organizzare una festa all’amico appena tornato dall’Etiopia: ci saremmo visti il giovedì successivo in un locale in provincia di Como, non una discoteca ma comunque un posto sempre affollato, che apriva alle sei del mattino e chiudeva alle due di notte e la cui clientela cambiava drasticamente con il passare delle ore: alle nove di sera, quando arrivammo con gli altri amici, il parcheggio era pieno di macchine: VW Golf e Audi A3 erano le più rappresentate e dentro al locale, in mezzo a un casino pazzesco, ci saranno stati almeno 150 ragazzi e ragazze tra i 17 e i 22 anni
Appena dentro vidi subito Andrea, che ovviamente abbronzatissimo, stava già chiacchierando con un paio di amici: io e Franca ci unimmo al gruppo e per un’oretta restammo a chiacchierare con lui: a mano a mano che altri amici si univano a noi succedeva che il racconto di Andrea ripartiva da capo…il che era abbastanza noioso, specie per Franca, per cui mia moglie si allontanò cercando un posto dove sedersi, trovandolo su un divano a una decina di metri da dove Andrea teneva banco.
Il locale era affollatissimo, e i posti a sedere scarseggiavano per cui se anche avessi voluto sedermi anch’io avrei dovuto rivolgermi altrove, rimasi quindi insieme agli altri, anche se senza farmi notare tenevo d’occhio Franca: vidi così che di fianco a mia moglie c’erano due ragazzi: sui vent’anni, camicia bianca e pantaloni scuri, taglio dei capelli alla moda, parevano quasi gemelli: i due stavano chiacchierando tra loro ma ad un certo punto uno dei due si rivolse a Franca: la distanza era troppa per capire cosa le avesse detto, ma il fatto che subito dopo il giovanotto si fosse alzato per tornare dopo pochi minuti con un vassoio su cui si vedevano tre mojitos rendeva chiaro che avesse offerto qualcosa da bere a mia moglie, la quale, con mia grandissima sorpresa aveva accettato …. e adesso la signora avrebbe pagato le conseguenze della sua audacia: un Mojito infatti contiene una quantità di alcool superiore a quello che mia moglie consuma in un mese, se poi si aggiunge che aveva mangiato giusto qualche assaggio dei piattini dell’happy hour e che si era messa delle scarpe per lei insolite, con un tacco 10… prevedevo guai!
Avevo anche notato che il ragazzo, tornato con i beveraggi, non si era seduto come prima accanto al suo amico, alla sinistra di Franca, ma si era piazzato alla destra di mia moglie, che, dato l’affollamento del locale, si trovava letteralmente “strizzata” tra i due giovanotti che, chiacchierando tra loro e con lei non si facevano problemi a far scivolare le loro mani sulle sue spalle oltre che lungo le sue cosce, che la gonna, stando sul basso divanetto aveva abbondantemente scoperto.
Dopo una ventina di minuti, complice il caldo, Franca e i due ragazzi avevano terminato le loro bevande: senza dire nulla l’altro ragazzo si alzò, andò al bar e dopo pochi minuti tornò con altri tre Mojitos: e qui la faccenda si faceva spessa, per mia moglie: il caldo che si sentiva nel locale costringeva a bere e il mojito, con tutto quel ghiaccio, era proprio la bevanda giusta…ma l’ alcool di questo secondo cocktail immaginavo che avrebbe messo ko Franca.
Verso le undici il locale era una vera bolgia, con centinaia di persone che si agitavano, parlavano a voce altissima, con un sottofondo musicale che rendeva veramente difficile comunicare, io poi ero ancora bloccato dalle chiacchiere del mio amico esploratore e quindi mia moglie, unica over 50 seduta su quel divano poteva veramente passare per la “tardona”, come l’aveva definita Fulvio, e dove c’era una tardona dovevano sicuramente esserci dei cacciatori di “mature
Quando dopo un pò Franca cercò di alzarsi in piedi, brilla com’era, la manovra non le riuscì, e lei finì per ricadere pesantemente sul divano, rotolando da una parte e finendo addosso al giovanotto che le stava di fianco: con mossa sicuramente collaudata i due si alzarono e, afferrandola per le braccia, l’aiutarono a mettersi in piedi: Franca li ringraziò con un sorriso un po’ ebete per poi cercare di girare su se stessa e dirigersi verso i bagni, ma era evidente che da sola non ci sarebbe mai riuscita e i due giovanotti furono lieti di darle una mano, quindi le si piazzarono uno per parte e, sorreggendola, la pilotarono verso le toilette.
A quel punto non potevo certo rischiare di perdermi il seguito della manovra, con una scusa mollai l’esploratore che oramai aveva un folto pubblico e mi fiondai anch’io verso la “pipì room”.
Nell’antibagno c’era un casino pazzesco, i due ragazzi dovevano aver spedito mia moglie nei bagni femminili fermandosi ad aspettarla in quella zona neutra: li vedevo parlottare tra di loro, uno doveva avere chiesto qualcosa all’altro che rispondeva con grande convinzione toccandosi una tasca: quando Franca fece la sua ricomparsa i due furono velocissimi a metterla in mezzo per poi uscire dalla zona bagni, senza però tornare dove erano seduti, dove del resto i loro posti erano subito stati occupati da altri clienti, ma puntando invece verso una delle uscite del locale: ovviamente li seguii: appena fuori mia moglie fu colpita dall’aria fresca e sembrò rianimarsi, ma seguì comunque i due ragazzi che la fecero sedere su un dondolo in una zona poco illuminata: per avvicinarmi senza essere notato girai tutt’attorno al locale, incrociando numerose coppie che si erano isolate all’esterno per fumare e non sempre si trattava di tabacco: quando giunsi alle spalle del dondolo dove mia moglie era seduta insieme ai due ragazzi vidi che uno dei due stava trafficando con una scatolina: in quattro e quattr’otto preparò una canna che accese e dopo un paio di tiri passò a Franca, che la prese e cominciò a fumare: due o tre minuti dopo mia moglie, completamente fatta, appoggiava la testa sulla spalla del ragazzo, mentre l’altro ne approfittava per palpeggiarla senza ritegno e soprattutto senza suscitare in lei nessuna reazione: i due si alzarono dal dondolo e con qualche difficoltà fecero alzare anche mia moglie e sorreggendola da entrambi i lati si diressero verso il parcheggio: nel buio vidi le frecce di una Golf bianca lampeggiare e le luci dell’abitacolo accendersi: mentre uno dei ragazzi si sedeva alla guida, l’altro spingeva Franca sul sedile posteriore, sedendosi anche lui dietro: appena la portiera si fu chiusa l’auto si mise in moto: io corsi a mia volta alla mia auto, saltai su e li seguii: il guidatore doveva avere un’idea precisa di dove andare perché l’auto viaggiava ad una discreta velocità, fortunatamente il colore bianco rendeva più agevole riconoscerla nel traffico: dopo un paio di km percorsi lungo la provinciale si accesero gli stop e l’auto svoltò in una strada asfaltata che portava ad una zona industriale: non potendo infilarmici anch’io senza essere notato parcheggiai la mia auto subito dopo l’incrocio e imboccai a piedi la strada che costeggiava i capannoni: la Golf era ancora visibile perché la presenza di mucchi di macerie e rifiuti abbandonati costringeva il guidatore a procedere a passo d’uomo: dopo un centinaio di metri la vidi svoltare a sinistra tra due capannoni : in pochi minuti fui all’altezza della stradina, giusto in tempo per vedere le luci che si spegnavano: il guidatore scese, facendo accendere la luce nell’abitacolo, poi girò sulla destra dell’auto e aprì la portiera opposta alla sua: approfittando della totale oscurità mi avvicinai fino ad arrivare ad una ventina di metri dall’auto, appoggiandomi al tronco di una pianta selvatica cresciuta su un mucchio di terra nella cunetta: con una certa fatica riuscivo a distinguere un certo movimento all’interno dell’auto: il ragazzo che era in piedi con le braccia appoggiate una al tetto e una alla cornice della portiera si era chinato per guardare all’interno e potei sentire i suoi commenti:
“Ma guarda che pompinara la signora …. Brava, brava, ma mi raccomando, quando Faustino ti sborrerà in gola manda giù tutto, non vorrai mica sporcarmi i sedili, vero, porcona?”
Con qualche difficoltà potei sentire parte della risposta dell’amico: “tranquillo, le pomperò un litro di sborra direttamente nell’esofago…ahahahah”
Era ovvio che mia moglie non potesse in alcun modo partecipare alla conversazione, ma era anche chiaro che stesse collaborando con i due giovanotti in maniera per me inaspettata.
Non ci volle molto perché Faustino giungesse alla conclusione, e rese subito nota al mondo la cosa:
“Aah, ecco, sì, sborro …. sborro…ingoia, troia, ingoia tutto….”
Da quel che potevo capire mia moglie aveva ubbidito alle raccomandazioni dei due ragazzi e dopo un minuto o due potei intravedere la testa di Franca illuminata dalla plafoniera dell’auto: nel frattempo l’altro ragazzo, sempre in piedi fuori dalla macchina, si era abbassato i pantaloni e se l’era tirato fuori:
“Bene, adesso occupati del mio cazzo, porcona, voglio venirti in gola anch’io … “
Così dicendo aveva affondato le mani nei capelli di mia moglie e l’aveva costretta a prenderglielo in bocca, per poi scoparla letteralmente in bocca con colpi violentissimi che le provocarono dei violenti conati di vomito oltre che qualche protesta, resa comunque piuttosto blanda dalla sbarra di carne che le invadeva la cavità orale: “Mmpf … aargh … noo..mmpf .. così non … posso…perpfavor..urgh..” evidentemente il ragazzo rese meno violenti i colpi così Franca riuscì a riprendere fiato, ma il cazzo del giovanotto continuò ad andare avanti e indietro dalla sua bocca, fino a che anche lui non si scaricò in quella bocca, con la raccomandazione di rito: “Ingoia tutto, troia … “
I ragazzi avevano impiegato meno di dieci minuti per raggiungere un primo orgasmo, e a quel punto volevano cominciare a “fare sul serio”: mentre Franca era ancora seduta nell’auto i due iniziarono a spogliarla: dal mio punto di osservazione potei vedere mentre le sfilavano dalla testa la camicetta e la gonna, quando fu il momento dei collant per semplificare la manovra si limitarono a strapparli insieme alle mutandine, anche il reggiseno le venne tolto senza perdere tempo a slacciarlo:
“Forza troia, mettiti a pecora che adesso ci divertiamo…”
I due fecero piazzare mia moglie a quattro zampe sul sedile posteriore con la gambe che sporgevano fuori dall’auto e il primo che se l’era goduta in bocca, stando in piedi dietro di lei manovrò per metterglielo dentro:
“Aaah…ma senti come è bagnata ‘sta vacca …. Di la verità, porcona, era da un pezzo che non avevi tanta carne cruda a disposizione! E adesso ti facciamo il pieno! “
Così dicendo il ragazzo prese a montare Franca a grandi colpi: non potevo vedere mia moglie, ma se veramente era bagnata voleva sicuramente dire che il rude trattamento a cui i due giovanissimi la stavano sottoponendo le era gradito, a dimostrazione che quando, dopo essersi presa due cazzi (finti) assieme aveva detto che si era sentita vacca come mai prima, diceva la pura verità: adesso ero curioso di vedere se avrebbe avuto il coraggio di chiedere ai due di metterglielo dentro in contemporanea …
Il giovanotto che aveva fatto mettere a pecora Franca si agitava dentro di lei ma secondo me cominciava a capire di essere finito in un buco abituato a ben altre dimensioni…, infatti nel silenzio irreale che avvolgevo quel luogo degradato riuscii a sentire i suoi commenti, rivolti prima al suo complice e poi direttamente a mia moglie:
“Cazzo..ma lo sai che sta troia c’ha la figa larga e sfondata come quella di una vacca? Dì un po,’ porcona, ma da chi ti fai scopare, da un cavallo? Scommetto che qua dentro ci si potrebbe stare in due !”
Un brivido mi corse lungo la schiena: cazzo, quello sbarbato aveva detto una cosa assolutamente esatta!
Quello che avevo sentito chiamare Faustino si bloccò, poi rivolto all’amico disse:
“ Marco, ho un’idea, vieni qua e sdraiati sotto alla troia…”
L’altro ragazzo non se lo fece ripetere, si sfilò i pantaloni e manovrò per infilarsi sotto a mia moglie, poi contorcendosi adeguatamente riuscì a farglielo entrare in figa, Faustino non aspettava altro e con un colpo secco le infilò a sua volta l’uccello nella figa fino alla base:
“Aaaahhh … siiiiì, siiiiì cosiiì….” Mia moglie non fece mistero del fatto di gradire il trattamento….
Non potevo sapere cosa sentissero i due, ma immaginavo che con un sonoro del genere non avrebbero resistito a lungo, nemmeno considerando che pochi minuti prima Franca li aveva spompinati entrambi.
Infatti non erano passati cinque minuti che Faustino diede una fila di colpi violentissimi a Franca per poi emettere un verso che faceva chiaramente capire che era arrivato al climax: in conseguenza di ciò il cazzo gli scivolò fuori dalla figa di Franca, che con un solo cazzo dentro …. se la ritrovò mezza vuota.
Poco dopo anche l’altro ragazzino venne e si ritrovò mia moglie, stravolta dagli eventi, a peso morto sopra di lui:
“Ehi, alzati, troia, mi stai schiacciando, razza di maiala … aiutami Fausto che questa mi si è addormentata sopra…”
Con non poca difficoltà i due riuscirono a far sollevare Franca quel tanto da permettere al ragazzo di sfilarsi da sotto di lei, quando furono di nuovo fuori dalla macchina i due si accostarono al muro e fecero una lunga pisciata, poi si accesero una sigaretta e si allontanarono dalla macchina venendo verso di me, parlottando:
“Cazzo, ci siamo trovati una porca di prima classe, ma adesso cosa facciamo? Con questa possiamo divertirci per ore…ma non in macchina…e non da soli…questa potrebbe prendersi cazzi per tutta la notte! Torniamo al bar, chiamiamo Sandro e Luigi e la portiamo a casa di uno di loro!”
Tanto mi bastava, appena i due ritornarono alla macchina io corsi alla mia e puntai sul bar da dove eravamo partiti: dopo poco vidi i fari allo xeno della Golf nello specchietto retrovisore, parcheggiai e mi piazzai davanti all’ingresso fumando una sigaretta: un attimo dopo la Golf arrivava nel parcheggio: i due scesero puntando decisi verso l’ingresso, lasciando Franca nella macchina: a quel punto c’era una sola cosa da fare: mi fiondai dove avevano parcheggiato, aprii lo sportello posteriore trovando mia moglie che cercava di infilarsi la gonna, la presi per un braccio dicendole:
“Filiamocela alla svelta, sennò si mette male!”
Evidentemente mia moglie non si aspettava di trovarsi faccia a faccia con suo marito: la grandissima troia non si era nemmeno resa conto di essere stata via per più di un’ora: evidentemente alcool e erba l’aveva rincoglionita per bene: comunque, benché decisamente in disordine scese dall’auto, mentre incespicava sul tacco dieci, riuscii a pilotarla alla mia auto, dove la buttai letteralmente sul sedile di dietro, ordinandole di stare sdraiata: quando i due ragazzi arrivarono alla loro macchina con i due amici io stavo già uscendo dal parcheggio a luci spente, dirigendomi senza perdere altro tempo verso Milano.
“Allora, tutto bene lì di dietro?”
“S-sì ..credo di sì … ma …. Tu …. Come ..?”
“Visto tutto, mia cara! Non penserai che ti avrei lasciata in mano a due perfetti sconosciuti, vero? Spero che ti sia divertita, ma spero anche che se vorrai trasgredire ancora lo farai in condizioni di maggiore sicurezza e non con due sbarbatelli su una macchina nella zona industriale più degradata della Brianza!”
“Mi hanno fatto ubriacare…e poi anche fumare qualcosa…”
“Ecco, appunto, eri in condizioni che escludevano qualunque capacità di controllo, eri da sola in un posto dove avreste potuto essere sorpresi da chiunque, e, tanto perché tu lo sappia, quando siete tornati al locale i tuoi due cavalieri avevano intenzione organizzarsi per portarti nella casa di un loro amico…capisci cosa sarebbe successo?”
“Sì, ci arrivo anche da sola….ma ero proprio in bambola…”
“per carità, l’ho visto…e secondo me questo non è il modo giusto per fare certe cose…oltre a tutto tutto in spregio al sesso sicuro….”
Era incredibile, chiacchieravo con mia moglie che avevo visto adoperata da due perfetti sconosciuti … e non le davo della zoccola, della troia, della puttana, … le dicevo pacatamente che non era quello il modo di fare certe cosette … eccerto, io volevo vederla all’opera con qualcuno scelto da me … in casa nostra … e la signora mi aveva appena offerto il destro per organizzarle qualche incontro ravvicinato “con qualcuno di cui potevamo sicuramente fidarci”…

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Lo confesso, erano ormai due ore che ero eccitato come un mandrillo e nella mia mente (malata) si affollavano, mescolandosi, le immagini di mia moglie in auto, adoperata dai due ragazzi e lei, vestita da zoccola con calze e reggicalze, mentre io e l’amico Fulvio ce la scopavamo in camera da letto….
Appena arrivati a casa lasciai che Franca si infilasse sotto la doccia e me ne andai a letto, dove l’attesi menandomelo lentamente: non volevo che mi si ammosciasse nell’attesa, volevo che mi trovasse pronto a scoparla, anche per farle capire che, ben lungi dall’essere arrabbiato, avevo apprezzato quello bel teatrino che aveva combinato.
Quando mia moglie mi raggiunse a letto per prima cosa le piazzai una mano in mezzo alle gambe e palpandogliela senza riguardo, valutai ad alta voce le condizioni della figa:
“Mmm … sembra che qui ci si sia divertiti … non mi sbaglio, vero? Senti, senti … dimmi un po’ … come la spieghi questa figa sfasciata?”
“Se come dici hai visto tutto…lo sa già com’è andata….”
“Sì, ma vorrei sentirmelo dire dalla diretta interessata, sai, magari qualche particolare potrebbe essermi sfuggito…era così buio….”
“Eh, vabbè…te l’ho detto…mi stufavo, eravate tutti intorno all’Andrea a farvi raccontare i suoi viaggi pazzeschi e io mi sono trovata come una scema lì da sola…due ragazzini si sono seduti vicino a me, poi uno mi ha offerto da bere…e intanto chiacchieravamo del più e del meno..poi quando sono andata in bagno si sono accorti che mi girava un po’ la testa e mi hanno accompagnato… quando sono uscita mi han portata fuori, lì uno ha preparato una sigaretta…sì cioè…una canna….l’abbiamo fumata assieme…e a un certo punto ero in macchina con loro…mi han portata in un posto isolato…mi hanno spogliata, me l’hanno messo in bocca, prima uno, poi l’altro…e dopo… e dopo volevano scoparmi…”
“E non gliel’hai permesso?”
“Beh..insomma uno aveva cominciato…ma mi ha detto che non sentiva niente perché ce l’avevo troppo larga…”
“Oddio…che figuraccia! E come hai rimediato?”
A quel punto Franca era tornata del tutto sobria, ma io continuavo a pastrugnarle la figa, che si era palesemente bagnata solo a raccontare la serata appena trascorsa:
“ma dai … vuoi proprio farmi passare per una troia… e va bene, gli ho detto che potevano provare a mettermelo dentro tutti e due assieme, ecco, l’ho detto … e loro….”
“E loro?”
“Eh, loro l’hanno fatto … cosa credevi? Me l’hanno messo dentro in due, come fai tu quando entri assieme al giochino di gomma….”
“Ahaa… allora alla fine ti sei presa due cazzi veri assieme …. ecco com’è che te la ritrovi ancora aperta… e sono stati contenti i due giovanotti di questa tua performance?”
“Beh … penso di sì… almeno a giudicare dalla velocità con cui sono venuti…”
“E tu, tu sei venuta? “
“Sì”
Il tono non era troppo baldanzoso, ma io sapevo di potere ancora ricavarci subito qualcosa da quella serata:
“Bene, allora adesso farai venire anche me… spero…”
Dicendo così avevo afferrato il solito cazzo di gomma e gliel’avevo ficcato dentro, mia moglie fece un piccolo sobbalzo, più che altro per la differenza di temperatura del giocattolo, dopo di che manovrai per ficcarglielo dentro anch’io, e facendoglielo anche pesare!
“Toh, prenditene altri due, porcona, stasera devi fare il pieno…quattro cazzi, di cui uno finto, ma tre veri…dimmi, ti piace, ti senti la vacca che sei?”
“S..ì, sì, sono una vacca e mi piace… prendersi due cazzi duri insieme è stato…fantastico…sì, dai, dai, sfondatemela….così, così, ancora, dateci dentro…sono la vostra vacca…sborratemi la figa….”

Sentire quella ex santerellina scatenarsi invitandomi a sfondarle la figa me lo fece diventare di marmo: comincia a pistonarla con autentica ferocia, cercavo di spingere il mio cazzo e quello di gomma il più in dentro possibile in quella figa ormai ridotta ad una cavità senza fondo, scivolavo dentro e fuori come se fosse stata piena di sborra e non potevo nemmeno escludere che qualche residuo delle sborrate dei due ragazzi non mi stesse aiutando a scivolare in quel modo…
“Toh, toh, prendi, prendici tutti dentro…fatti sfasciare la figa del tutto…dopo stasera non tornerà più come prima…d’ora in avanti avrai sempre due cazzi alla volta da soddisfare .. e non saranno di gomma….”
Così dicendo mi svuotai i coglioni dentro di lei, rimasi ancora dentro per qualche secondo godendomi gli spasmi dei suoi muscoli vaginali, poi quando mi si fu ammosciato mi lasciai cadere su un fianco, ma con una mano badai bene ad impedire che il cazzo di gomma potesse scivolare fuori: volevo che se lo tenesse dentro il più a lungo possibile, che la sua figa abusata si abituasse ad essere piena e che i due cazzi alla volta diventassero una necessità assoluta, veri o finti che fossero.
Quando la mattina di venerdì ci svegliammo mia moglie aveva ancora il cazzo di gomma dentro la figa e quando si alzò le cadde fuori, finendo per terra:
“Opss…è scivolato fuori…”
“Che porcona sei diventata… te lo sei tenuto dentro tutta notte e manco lo sentivi… e adesso è riuscito a scappare fuori…devi avercela bella stretta…ehehehehe…”
Franca non ribattè, si alzò e andò in bagno, io intanto preparavo il caffè: saranno state le dieci quando suonò il citofono: guardai chi era e vidi il peruviano di BRT, aveva un pacco per me: mi ricordai che Fulvio aveva ordinato un altro giocattolo per “la nostra porcona” come ormai chiamavamo mia moglie, quindi afferrai il portafoglio e scesi in vestaglia e pantofole: il pacco era bello grosso e mi costò 50 euro tra spedizione, Iva e dazio, maledissi l’invio dagli States e me ne tornai di sopra: feci appena in tempo a nascondere il pacco che mia moglie uscì dalla doccia: “Ho sentito il citofono…chi era?”
“No, niente, i soliti rompiscatole delle agenzie immobiliari che chiedono se ci sono appartamenti in vendita…”
Franca si infilò in cucina e io ne approfittai per aprire il pacco: quando vidi il contenuto rimasi di sasso: un cazzo di gomma che riproduceva la forma – e le dimensioni – del cazzo di un cavallo: a parte i 10 pollici dichiarati di lunghezza ad impressionarmi era il diametro, almeno 6 cm, come una lattina di cocacola: oltre all’aspetto a dire poco realistico: la nerchia equina era marezzata con macchie rosa e nere e la cappella era aperta a fungo: una forma che avrebbe reso abbastanza problematica l’introduzione ma anche più difficile la sua uscita: a completare l’impressionante strumento due pompette: una per farlo gonfiare e una per scaricare nella figa della signora un adeguato quantitativo di un liquido denso, contenuto in una bottiglia di plastica che accompagnava il cazzone….
Mi domandai se Franca avrebbe gradito un simile ospite dentro di lei, ma ripensando alla notte appena trascorsa mi dissi che l’avrebbe sicuramente apprezzato.
In attesa che fosse pronto il pranzo mi preoccupai di avvertire l’amico Fulvio sui progressi della nostra porcona, scrivendogli un messaggio su whatsapp:
“Ieri sera la vacca si è fatta montare da due sbarbati in macchina: visto che non la sentivano causa larghezza ha chiesto che la pompassero in figa in contemporanea: servita sul posto ha dichiarato di aver molto gradito! Segnalo anche l’arrivo del nuovo, impressionante, giocattolo: stasera glielo farò prendere, poi ti dirò: confermi tuo arrivo per il 23 c.m.?”
La risposta arrivò mentre io e Franca eravamo a tavola, per cui mi toccò aspettare un quarto d’ora prima di leggerla:
“Cosa ti avevo detto? La troia che è in lei ha preso il sopravvento: falle prendere il cazzone del cavallo: ti faccio una facile previsione: se le piace ne vorrà uno vero, come ha fatto passando dai cazzi finti a quelli veri… ;-) cerca di farle capire che la sua troiaggine è il suo destino…non può tornare indietro, deve diventare la nostra troia disposta a tutto…vedrai, le faremo fare cose che nemmeno sapeva esistessero! Confermo che arriveremo a Milano il 23, con l’aereo da Roma delle 18:30”
Cominciavo a capire perché Fulvio avesse manifestato tanto interesse verso una donna che non era poi ‘sta gran figa: a lui interessava esercitare il suo potere su di lei (per ora tramite me) per spingerla alla depravazione più totale: ma eccitato com’ero la cosa non mi dispiaceva, se mi era piaciuto vedere Franca in auto con i due sbarbati, vederle fare cose ancora più porche sarebbe stato ancora meglio, nel frattempo non mi restava che farla abituare al nuovo giocattolo.
Quella sera, solo 24 ore dopo che si era presa contemporaneamente in figa i cazzi dei due ragazzotti, appena Franca venne a letto iniziai a lavorarmela: senza tanti complimenti iniziai a pastrugnarle le tettone in modo abbastanza energico: gliele impastavo, gliele strizzavo, tiravo i capezzoli al limite del dolore: lei si lamentava sommessamente ma non era certo il caso di impietosirsi: in fin dei conti era stata in mano a due sconosciuti per più di un’ora e non poteva sperare di cavarsela con un trattamento meno che rude! Quando mi fui stufato di strapazzarle le tette passai alla figa: anche la sua ormai larghissima cavità, che trovai notevolmente bagnata, ricevette un trattamento decisamente energico: con tutte e due le mani presi a tirarle le grandi labbra in direzioni opposte, una volta che ebbi la figa bella aperta le infilai quattro dita, mentre col pollice mi dedicavo al clitoride, che sentivo durissimo sotto ai polpastrelli, con l’altra mano strizzavo le piccole labbra tirandole e torcendole come avevo fatto poco prima con i capezzoli: mia moglie cominciava ad ansimare e cercava di intervenire sul clitoride con la sua mano destra: era il momento buono per piazzarle dentro il cazzo simil-equino: mi girai e lo presi, gli spalmai sopra una buona dose di lubrificante e glielo appoggiai alla figa: Franca, che si stava sgrillettando si aspettava che ad entrarle in figa fosse il solito gonfiabile e con due dita della mani sinistra cercò di aiutarmi, ma si trovò davanti una bella sorpresina: la cappella a fungo del cazzone era molto più larga della cappella a punta del cazzo gonfiabile, ma non fece a tempo a chiedermi cosa fosse il nuovo giocattolo che io glieli spinsi dentro: la sentii dimenarsi, facendo ondeggiare il bacino per facilitare l’ingresso del nuovo “amico”, anche se mi chiese: “ma…non è il solito … ma che forma … strana … che ha …. È … enorme anche … aaahh…”
Con una bella spinta ero riuscito a far penetrare il cazzone equino per una buona metà … e non sarebbe uscito tanto presto … almeno non senza aver dato un’ulteriore slargata alla figa da troia di mia moglie:
“Goditelo questo nuovo amico …è quello che te la modificherà definitivamente….” E intanto lo spingevo il più possibile dentro.
“Ma è gigantesco…non si muove nemmeno….uurgh..basta, basta…me la sfondi!”
In effetti con quella forma pazzesca era stato un po’ problematico farlo entrare, ma adesso il problema era che non riuscivo a farlo tornare indietro: la cappella a fungo faceva da “paracadute”, e se “chiudendosi” un po’ era riuscito ad entrare, quando cercavo di farlo arretrare tendeva a riallargarsi, forzando sulle pareti vaginali: per riuscire a farlo muovere in realtà una soluzione c’era: bisognava gonfiare la parte centrale, in modo che l’asta del cazzone allargasse la figa di Franca e la cappella a fungo non si piantasse più.
Diedi due pompate in rapida successione e sentii mia moglie irrigidirsi:
“Ehi….ma si gonfia anche questo? Nooo, noo…è già troppo grosso…”
“Stai buona e goditelo … che poi ti piacerà…e quando lo vedrai capirai cosa intendo…e poi non sarà mica più impegnativo dei due cazzi dei tuoi amichetti di ieri sera!”
Franca si era ammutolita: dal tono con cui avevo parlato aveva capito che non ammettevo storie: aveva nella figa un cazzo gigantesco e le conveniva abbozzare e farselo piacere piuttosto che opporre resistenza: la sentivo sgrillettarsi ferocemente e ansimare sempre più forte: approfittai del momento di relativa tranquillità e cercai di estrarre di qualche centimetro la nerchia equina: Franca inarcò la schiena emettendo un sonoro sospiro: “Aaaahhh….oddio…me la sfascia…fai piano…”
Ma io ormai ero in pieno delirio zooerastico, e quindi senza alcuna delicatezza le spinsi di nuovo il cazzone tutto dentro: l’oggetto sbattè sul fondo della figa di mia moglie che emise un nuovo, più forte lamento: “Nooo…basta…me la sfondi…non…fare…così…nooo…” ma io diedi un paio di pompate supplementari, ormai, nell’ordine, volevo: slargarle la figa in maniera definitiva, sentirla godere con il simulacro del cazzo di un cavallo e infine farle sapere che di lì a pochi giorni avrebbe conosciuto il mio amico che mi aveva aiutato a trasformarla , tutto il resto mi era indifferente.
In quel momento mi tornò in mente quando, più o meno trent’anni prima, andavamo in vacanza in una cascina in Brianza: era una di quelle costruzioni settecentesche che per due secoli avevano ospitato numerose famiglie di contadini, ma negli anni ’80 erano rimasti solo un marito e moglie che producevano latte con una trentina di vacche: a lui, Tino, piaceva averci in torno, due sbarbatelli che sapevano ben poco di agricoltura e che lo ascoltavano pendendo dalle sue labbra e visto che noi, a parte scopare come ricci, non avevamo granchè da fare, gironzolavamo spesso nelle stalle: oltre alle vacche il Tino aveva un paio di cavalli, e un pony, un buffo cavallino grassoccio con una frangia e una criniera bionde e un muso che pareva avere un sorriso un po’ ebete … era di buon carattere, anche perché castrato, ma come spiegava il Tino, anche se non era in grado di procreare era comunque in grado di avere un’erezione: e infatti una sera, mentre gli dava da mangiare della biada, il cavallino mostrò il suo bel cazzone: una sbarra di carne rosea e lucidissima lunga una trentina di centimetri, con un diametro di 4/5…un po’ malignamente il Tino chiese a Franca se lo volesse toccare: lei, studentessa di biologia, per dimostrare che non era una schifiltosa allungò la mano, afferrandolo e, credo istintivamente, accennando appena a menarlo: appena lo ebbe in mano Franca, un po’ ingenuamente, esclamò “Uh, come è caldo!” il Tino rise, guardandomi con uno sguardo che pareva dire “..pensa se lo avesse dentro come lo sentirebbe caldo …” Franca rise anche lei un po’ imbarazzata e la cosa finì lì …. almeno per lei, perché per me rimase uno di quei momenti indimenticabili oltre che tremendamente eccitanti!
E proprio mentre le stavo sfasciando la figa col cazzo di cavallo in silicone decisi di ricordarle il lontano episodio: “dì, porcona, te lo ricordi il pony del Tino…quello rosso e biondo …. Quella sera che eravamo nella stalla … e gli era venuto duro … “ silenzio totale da parte di Franca…un silenzio che diceva che la troia doveva essersi ricordata quell’episodio … “Te lo ricordi, vero, che gliel’avevi preso in mano … “ Franca doveva sentirsi in imbarazzo, però bisbigliando rispose
“sì….”
“E ti ricordi com’era?”
“Sì, caldo … caldissimo …”
“Certo, caldo … oltre che duro … vero?”
“Sì, duro…”
“E grosso, bello grosso…”
“Sì, grosso … era molto …dotato!”
La troia era completamente partita: si sgrillettava a tutta forza, mentre io le sfasciavo la figa con quel cazzone gigantesco e rispondeva alle mie domande provocatorie con un filo di voce:
“Ed era lungo, vero ? … “
“Sì, lungo … molto lungo…”
“Pensa … adesso ce l’hai dentro quel cazzone … : caldo, duro, grosso e lungo … e che ti sfascia la figa mentre tu godi … e tra poco te la riempirà di sborra … tanta sborra bollente che ti sgocciolerà fuori appena cercherai di alzarti … perché te l’ avrà aperta de-fi-ni-ti-va-men-te ….”
Mentre parlavo gonfiavo piano piano il cazzone, ormai la cappella svasata non faticava più a muoversi e il dildo scivolava dentro e fuori come se niente fosse … segno che il simulacro del cazzo di cavallo aveva realmente “posseduto” mia moglie, stampandole dentro la sua forma, ad imperitura memoria!

Continuai, nonostante i suoi lamenti e le sue implorazioni a fare piano, a muovere il cazzo equino dentro di lei: sfruttando il serbatoio del lubrificante che le spruzzava gel all’interno della figa riuscii a creare le condizioni per effettuare un movimento di va e vieni pressoché continuo e quando sentii che Franca cominciava ad apprezzare il trattamento, diedi un altro paio di pompate e scoprii le carte:
“Allora, porcona…mi sembra che cominci a piacerti il tuo nuovo amico…mi fa piacere, è enorme, ma è quel che ci vuole per una troia come te … che ha la figa a due posti, e si fa sbattere da due ragazzini in macchina … ma ormai altro che ragazzini…la prossima settimana ti presenterò ad un amico…speciale!”
Franca non reagiva alle mie parole: le uniche cose che le riusciva di fare era sgrillettarsi e ansimare come se stesse correndo i 1500 metri: ogni tanto biascicava qualcosa simile ad un siii, ma aveva talmente poco fiato che usciva solo un sibilo, di sicuro c’era solo che se ne stava a gambe spalancate con l’aggeggio che le entrava e usciva dalla figa di pochi centimetri e ogni volta che ritornava dentro le dava un colpo sul fondo che la faceva sobbalzare: andammo avanti così per dieci minuti buoni, finche quella troia di moglie non cominciò a gridare “ Siiiì, siiiì, ancora, ancora, sfondami la figa, sono una troia, sfondamela che lo voglio dentro tutto……”
Diedi ancora due pompate che fecero allargare il simulacro di cazzo di cavallo di almeno un altro centimetro e martellai mia moglie con una raffica di violentissimi “dentro e fuori” finchè Franca, facendo contrarre i poveri muscoli vaginali messi a dura prova dal membro equino, non riuscì a spararlo fuori mentre facevo svuotare il serbatoio del lubrificante: per qualche interminabile secondo la cappella affungata rimase bloccata dentro mia moglie, poi il peso stesso del grosso del cazzone le liberò la figa abusata dal gigantesco aggeggio: Franca era sdraiata a gambe larghe con una mano sulla figa per tapparsela, ma io volevo vederla e soprattutto fotografargliela, per il mio piacere e la meraviglia di Fulvio: in effetti quando il flash del cellulare scattò lo spettacolo era impressionante: un buco rosa di almeno 5 centimetri da cui colava un rivolo di gel del colore dell’orzata: confesso che tra menare il cazzone e dire quel che avevo detto a mia moglie anch’io ero venuto senza nemmeno toccarmelo, per cui non avevo nemmeno la possibilità di scoparla, per cui mi toccò limitarmi a sondargliela prima con quattro dita, ma sentendola talmente cedevole da farmi entrare fino alle nocche: da anni sognavo di fistare la figa di Franca e ci stavo quasi arrivando, proprio quando mia moglie aveva appena sperimentato cosa significasse avere dentro di sé, sia pure come simulacro, il membro di un cavallo e avevo anche capito che, passato il primo momento di disagio, aveva molto apprezzato il cospicuo aggeggio: dovevo ammettere ancora una volta che Fulvio aveva ragione: Franca era diventata una vera vacca insaziabile e le prospettive che la cosa faceva prevedere, mi piacevano sempre di più.

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whitefeather

view post Inviato il: 19/12/2017, 11:58 CancellaModificaCitazione

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Ormai si avvicinava il giorno dell’arrivo di Fulvio dal Kenia, e io dovevo ancora preparare mia moglie alla novità…: decisi che il metodo diretto era quello migliore, e quindi la sera del 22, mentre ero occupato nei “preliminari” dissi chiaro e tondo:
“Domani viene a trovarci un mio amico…anzi, a voler essere precisi viene a trovare te…”
Come era ovvio Franca si irrigidì e con uno strano tono nella voce chiese:
“Cosa intendi con “viene a trovare te?”
“Che questo mio amico sa che sei diventata un insaziabile porcona … ed è curioso di conoscerti … e non so dargli torto!” conclusi, mentre le strizzavo il clitoride
“No, scusa, non ho capito … questo sa che io eccetera eccetera e vuole “conoscermi”? Immagino che lo sappia perché gliel’hai detto tu … razza di porco … ecco perché ti sei dato tutto questo da fare, con giocattoli nuovi, portandomi fuori e mollandomi da sola nel bar, convincendomi a vestirmi come una zoccola … e no, caro mio, io sarò diventata quello che sono, ma l’ho fatto grazie a te e per te … mica per essere data in pasto al primo che passa … che poi se è un tuo “amico” e gli hai raccontato di me … chissà che razza di maiale pervertito sarà … non se ne parla neanche, te lo dico chiaro … “
Come era facilmente prevedibile Franca mi spinse via la mano con cui la stavo stuzzicando e si girò su un fianco dandomi la schiena, ma io non mi arresi e senza più toccarla ripresi a perorare la causa:
“Beh, ma scusa, con i due sbarbatelli mai visti prima in un angolo buio della Brianza industriale sì e a casa tua con tuo marito e un tipo sicuro no?”
“Senti, non è questione di sicurezza o meno, l’altra sera ero ubriaca, fatta di erba, in pratica non ero in grado di intendere né di volere, oggi sono a casa mia, ho bevuto solo acqua minerale e ti dico che non ho nessuna intenzione di andare a letto con un tale che non ho mai visto solo perché tu l’hai invitato a casa nostra, magari dicendogli che gli avresti fatto scopare quella zoccola di tua moglie ….”
“Beh, io questo non gliel’ ho mai detto, voglio solo che tu lo incontri, perché secondo me è una persona interessante, vive in Africa da qualche anno, non è sposato e quel poco che sa di te è che sei una moglie che è diventata molto calda negli ultimi tempi, cosa che secondo lui è insolita e notevole … non viene certo su dal Kenia per fare sesso con te … ma indubbiamente gli interessi … “
Mi rendevo conto di stare raccontando un sacco di fregnacce, ma non avevo nessuna voglia di mettermi a litigare con Franca: secondo me Fulvio, di cui non conoscevo l’aspetto, ma solo che aveva più o meno la mia età, aveva dimostrato una notevole bravura a capire che tipo di donna fosse Franca e uno così non avrebbe avuto difficoltà a portarsela a letto, ma se la resistenza che Franca opponeva era nei MIEI confronti non c’erano speranze che finisse a letto con Fulvio, ma comunque il dado era tratto e non restava che vedere cosa sarebbe successo quando avessi portato a casa nostra Fulvio.
L’indomani pomeriggio presi con l’auto e andai a Linate, l’aereo di Fulvio era, stranamente, in orario e quando lui uscì dalla zona sbarchi con un trolley al seguito lo identificai subito, sul metro e settanta, abbronzato, con la testa rasata, occhi azzurro chiaro, magro ma con le movenze di chi fa sport ed è abituato a tenersi in forma, ma ciò che mi lasciò di sasso fu che quando guardò verso di me subito dopo si voltò verso un negro colossale che lo seguiva: un colosso che doveva essere alto quasi due metri, con una stazza di almeno 130 kg, sui 35 anni poi si avvicinò dicendo: “Eccoci finalmente faccia a faccia: molto piacere di conoscerti Andrea, io sono Fulvio e questo è il mio amico Kevin…spero che non ti dispiaccia se mi sono permesso di invitarlo…sai gli piacciono molto le signore bianche, vero Kevin?”
Il nero sorrise con aria cordiale, mi porse una mano che era il doppio delle mie e con una strana pronuncia disse, in un italiano un po’ incerto: “Molto biacere, signore, sono Kevin, l’aiutante del sig. Fulvio”
Eravamo a posto, pensai…questo non solo è arrivato con una chiara idea, quella di imputtanire mia moglie ancor più di quello che è già, ma si porta anche dietro uno stallone di colore … vabbè, se doveva andare tutto in vacca tanto valeva che ci andasse subito così la storia finiva lì e tanti saluti…Larochefoucauld diceva “non bisogna rimpiangere le illusioni”: finchè mi ero illuso di vedere Franca comportarsi da ninfomane scatenata ero stato perennemente eccitato, se la cosa non avesse avuto un seguito … pazienza!
Ci stringemmo la mano dopo di che guidai i miei DUE ospiti verso l’uscita, la mia auto era a poche decine di metri nel parcheggio per soste brevi: caricate le valigie gli chiesi: “dove si va?”
“Dipende … ” rispose lui, “dipende da cosa hai detto alla vacca: sa che è in arrivo il nuovo trainer o non lo sa ancora? Se lo sa andiamo a casa tua, se non lo sa portaci in un albergo vicino a casa e poi combiniamo per vederci domani a pranzo…”
“In realtà sai che arriva un amico che la vuole conoscere … ma non sa che gli amici sono due…”
“Ah, pensi che la presenza di Kevin potrebbe sconvolgerla? Allora non ci sono più dubbi: a casa tua, subito!”
“Però c’è un problema…abbiamo una sola camera degli ospiti…”
“Guarda, secondo me sarà più che sufficiente… se le cose andranno come io prevedo ci dormirai tu, mentre io e Kevin ci occuperemo della tua porcona … vero Kevin?”
“Beh, signor Fulvio, lei mi ha fatto vedere la moglie del suo amico, e mi sembra una bella figga, (proprio così, con due g) ber me non ci sono broblemi … se la signora è d’accordo…”
I due sembravano molto sicuri di sé, se la cosa da un lato mi irritava, dall’altro me lo faceva venire duro: mentre guidavo nel traffico la mia testa stava già immaginando Franca scopata da Kevin … se Fulvio se l’era portato dietro era facile immaginare il motivo della scelta … l’amico doveva essere dotato come il proverbiale asino … altro che due cazzi alla volta: uno solo, ma di un colosso di colore … mmmmmm roba da non credere!
Dopo un’ora di battaglia nel traffico arrivammo a casa mia: scesi nel box sotterraneo e da lì io e Fulvio salimmo al nostro piano, Kevin avrebbe dovuto seguirci con le valigie al seguito, date le ridotte dimensioni dell’ascensore: quando aprii la porta chiamai mia moglie col classico “Cara … siamo qui…”
Per non dare adito a dubbi sulla sua posizione Franca uscì dalla cucina: grembiule ben allacciato, pianelle di stoffa, senza trucco … un disastro totale, i suoi 50 anni sbattuti in faccia a me e a Fulvio come uno scudo anti molestie: rimasi malissimo, ma Fulvio fu assolutamente impagabile, perché si inchinò leggermente mentre prendeva la mano di Franca e accennava ad un bacio:
“Signora Franca … che piacere … suo marito mi ha parlato tanto di lei … “
Franca non si fece cogliere impreparata e rispose, ridacchiando .
“Ah sì? E cosa le avrà mai detto? “
“Innazitutto che è un’ottima cuoca …”
Il marpione evidentemente non voleva tirare il colpo troppo presto, ma Franca commise l’errore di voler sfruttare la sua posizione solo apparentemente di vantaggio e con un tono provocatorio aggiunse:
“E poi?”
“Beh, mi ha anche detto che sei una grandissima troia …”
Ci fu un attimo di gelo, il passaggio dal lei al tu e la parola troia colpirono Franca come uno schiaffo: mia moglie avrebbe probabilmente voluto replicare ma in quel momento il campanello suonò: doveva essere Kevin con le valigie: ci voltammo tutti verso la porta, io andai ad aprire mentre Fulvio con un sorrisino innocente restava piantato davanti a Franca, che a sua volte si girò verso la porta, con aria interrogativa: quando la massa di Kevin comparve con le due valigione l’espressione di mia moglie da interrogativa si trasformò in assoluto stupore: eravamo in tre nel piccolo disimpegno del nostro appartamento e non è che fossimo larghi, ma quando Kevin entrò tutto sorridente il locale sembrò restringersi improvvisamente: Kevin, con un sorriso a 32 denti mollò le valigie e stese la mano destra verso mia moglie dicendole:
“Biacere bella signora, io sono Kevin!”
Credo che mia moglie avrebbe voluto svanire in una nuvoletta, ma in quei pochi metri quadrati non aveva modo nemmeno di arretrare un po’: a sua volta allungò la mano e a me venne da ridere vedendo la sua manina scomparire letteralmente nella zampa gigantesca di Kevin: inutile negarlo: in quel momento io immaginai il cazzo di Kevin penetrare nella figa di Franca aprendola come solo i giocattolo a forma di cazzo di cavallo era riuscito a fare … Fulvio si godeva lo spettacolo dell’imbarazzo di Franca mentre Kevin la guardava come un leone guarda la gazzella: mi domandavo se e quando la tensione di quel momento sarebbe sfociata in un qualunque gesto, in un senso o nell’altro, ma inaspettatamente fu proprio Kevin a rompere il momento topico, dicendo:
“Mmm, che cosa c’è di buono da mangiare? Hai cucinato tu, signora? Ho broprio fame … siamo in viaggio da dodici ore e in aereo non ci hanno dato granchè…”
Fulvio ridacchiò guardando Kevin e commentò il comportamento del suo aiutante:
“Abbi pazienza, Franca, Kevin è notoriamente insaziabile …”
Ovviamente il tono lasciava pesantemente capire che non si riferiva all’interesse di Kevin per il cibo, ma ormai la tensione era crollata, mia moglie rientrò in cucina, mentre Fulvio ed io andavamo in sala da pranzo e Kevin in bagno a lavarsi le mani: mentre io aggiungevo un coperto in tavola Fulvio mi bisbigliò in un orecchio:
“Ti andrebbe una piccola scommessa? 50 euro che domattina quei due saranno diventati mooolto amici!”
“Andata … ma come pensi che succederà?”
“Amico caro, tua moglie è una troia e io ho anche avuto la delicatezza di dirglielo, tu pensi che dopo essersi fatta scopare con mega giocattoli che le hanno aperto la figa come quella di una madre di mezza dozzina di figli, dopo essersi fatta sbattere in auto come una ragazzina in calore dai cazzi di due sbarbatelli, aver apprezzato il cazzo di gomma horse style, insomma dopo essere diventata la sponsor mondiale del “Le dimensioni contano, eccome se contano!” si farà scappare la possibilità di appurare se è vero che “i negri c’hanno una nerba tanta” e Kevin che è pure grande e grosso di suo non sarà chi glielo dimostrerà per primo? Impossibile … vedrai!”
Franca portò una teglia di pasta al forno in tavola, Kevin la seguiva con gli occhi fissi sul culone di mia moglie, prendemmo posto intorno al tavolo e iniziammo a mangiare: quando il piatto di Kevin fu vuoto Franca gli chiese se ne volesse ancora e l’uomo accettò ringraziando: dopo un’oretta la cena si era conclusa, Kevin si offrì di aiutare mia moglie a sparecchiare, Fulvio mi spinse verso il balcone con la banale scusa di fumare una sigaretta senza inquinare con il fumo la casa: appena fuori mi disse:
“Come vedi Kevin ci sa fare, vedrai che non torneranno il salotto: tua moglie si impalerà da sola sul suo cazzone … la guardavo a tavola: mangiava ma la sua testa era martellata da un solo pensiero: “Ma quanto ce l’avrà grosso ‘sto bestione … sarò in grado di prendermelo tutto o dovrò implorarlo di fare piano?” Le conosco le donne come tua moglie, sono delle sante finché hanno il timore di una gravidanza o di essere buttate fuori da casa dal marito, allora si frenano, ma quando queste due pregiudiziali vengono a cadere non si fanno più problemi … tutt’altro!”
Avevamo finito di fumare e io interrogai con lo sguardo Fulvio, come a chiedergli cosa dovevo fare: lui guardò in strada e mi chiese:
“ il balcone gira attorno alla casa, vero? Andiamo dall’altra parte …”
Con il cuore in gola camminai lungo il balcone fin dietro l’angolo della casa: la finestra della cucina era chiusa, ma attraverso la finestra potei vedere una scena degna del più classico film porno: mia moglie era sdraiata sul tavolo della cucina, le gambe larghe sollevate sul petto mentre il cazzo nero di Kevin si muoveva con un ritmo indiavolato dentro e fuori di lei: ad ogni colpo il tavolo sbatteva contro la parete e Franca emetteva un rumore simile a quello che fanno quei giocattoli di gomma per bambini che hanno un fischietto: “Hi, hi, hi… ogni colpo di Kevin faceva uscire una piccola quantità di aria dai polmoni di Franca, piccola perché evidentemente mia moglie, con quel ritmo, non riusciva mai a fare un respiro completo: la scena si prolungò per dieci minuti buoni, ma quando mi sarei aspettato che il gigantesco nero concludesse inondando la figa di Franca con una sborrata da record mi resi conto di aver sottovalutato le capacità amatorie del giovanottone: con la facilità con cui io avrei potuto sollevare un sacchetto della spesa, Kevin fece passare le sue enormi mani sotto al culo di Franca, per poi sollevarla di peso e continuando a tenerle il cazzo piantato nella figa, camminò con mia moglie appesa con entrambe le braccia al collo fino a raggiungere la nostra camera da letto: mentre Fulvio ridacchiava, dicendo sottovoce “Che ti avevo detto? Era inevitabile…” ci spostammo per percorrere i pochi metri di balcone che ci separavano dalla finestra della camera da letto: purtroppo la tapparella era abbassata anche se non chiusa del tutto e con qualche sforzo si poteva dare un’occhiata dentro: non che ci volesse chissà che sforzo di fantasia per immaginare cosa stesse accadendo: nel buio si intravvedevano le gambe chiare di mia moglie allacciate intorno al corpo scurissimo di Kevin, che alternava momenti in cui si muoveva con esasperante lentezza a momenti in cui sottoponeva Franca ad autentiche raffiche di va-e-vieni: la signora dimostrava tutto il suo gradimento accompagnando i movimenti dell’uomo con un sottofondo di mugolii d’incoraggiamento: dopo parecchi minuti di quel trattamento Kevin diede qualche colpo violentissimo che lasciò Franca senza fiato per poi bloccarsi dentro di lei irrigidito nell’orgasmo, poi con un gesto quasi atletico si tirò indietro per poi rimanere sdraiato sul letto di fianco a lei.
Rientrai con Fulvio in soggiorno, dove con in mano un bicchiere di whisky, facemmo alcune considerazioni:
“Vedi, tua moglie ormai ha perso ogni freno inibitore, non ha nemmeno bisogno di essere un po’ brilla o di essere in un ambiente particolare: in casa sua, dopo essersi fatta trovare vestita come una povera casalinga che ha lavorato tutto il pomeriggio per preparare la cena al marito e ai suoi amici non appena si è trovata da sola con un ragazzone mai visto prima, ma che rappresenta l’immaginario del “toro da monta”, si è immediatamente concessa a lui, senza alcuna remora … a proposito, stai tranquillo, Kevin non ha nessuna malattia sessualmente trasmissibile, è sempre sotto stretto controllo sanitario anche giù in Africa … l’unico problema è che è veramente mooolto dotato, anche per gli standard africani e se la tua porcona si abitua al suo cazzo sarà dura per lei quando ce ne saremo andati…”
Ero in uno stato d’animo tra l’allibito e l’eccitato, avrei voluto andare in camera da letto per vedere cosa stava succedendo, ma Fulvio mi trattenne:
“Lasciali giocare ancora un po’, dopo li raggiungerò io e allora per tua moglie verrà il momento di imparare qualcosa di nuovo, come puoi ben immaginare fisicamente non sono nemmeno lontanamente paragonabile a Kevin, ma ho una notevole esperienza oltre ad una fantasia sfrenata: lasciaci soli per una mezz’oretta, poi entra pure”

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view post Inviato il: 21/12/2017, 21:10 CancellaModificaCitazione

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Dopo una decina di minuti tranquillamente passati guardando un programma di giochi a premi in tv Fulvio terminò il suo whisky e si alzò dalla poltrona avviandosi verso la camera da letto da dove proveniva un silenzio irreale, lungo il tragitto afferrò una delle due valigie e se la portò in camera, chiudendo la porta dietro di sé.
Aveva detto che non voleva che io lo seguissi subito e quindi non mi rimase che prendere una sedia dalla cucina e piazzarmi in corridoio ad ascoltare.
“Tutto bene, signora? Cosa ti avevo detto? Sei la classica troia bianca che davanti ad un grosso cazzo nero non capisce più niente … beh, meglio così, ci sarà da divertirsi con te, mia cara e anche se quando siamo arrivati hai cercato, con il tuo abbigliamento, di scoraggiarci, sono sicuro che ti faremo divertire… vedo che il buon Kevin ha aggiunto un’altra tacca al suo fucile: ti sei tolta lo sfizio del cazzo nero, vero porcona? Kevin ti ha soddisfatto, spero…”
Non sentivo parlare Franca, ma evidentemente doveva aver annuito, perché Fulvio continuò:
“ Bene, mi fa piacere, ma adesso si comincia a fare sul serio: mi risulta che hai molto apprezzato i giocattoli che ho mandato a tuo marito, il primo che si gonfiava e il secondo che aveva la forma del cazzo di un cavallo…”
Franca, fino ad allora silenziosa, a quel punto della conversazione non riuscì più a trattenersi: “Ah, allora c’era lei dietro tutte queste novità…”
“Sì, per servirti, mia grandissima vacca! Quando ho visto le foto che tuo marito ti scattava ho capito subito con che razza di troia potenziale avevamo a che fare e ho agito di conseguenza: devo dire che hai risposto magnificamente alle mie aspettative, direi anche al di là delle più rosee previsioni e stasera, quando ti ho vista all’opera con Kevin ho capito che avevo visto giusto e che la tua troiaggine non ha praticamente limiti, ma questo ai miei occhi è un pregio…ovviamente!”
Mia moglie non ribatteva, evidentemente in imbarazzo dopo ave scoperto che Fulvio non solo aveva visto le sue foto ma sapeva perfettamente quanto avesse gradito i giocattoli che proprio lui le aveva inviato…
“Senti un po’, porcona, dove tieni la biancheria che ti ho fatto comprare da tuo marito?”
Franca doveva aver indicato il cassetto in cui aveva ammucchiato tutta la roba con cui le avevo fatto sostituire la sua biancheria “da suora”: perché sentii Fulvio commentare:
“Mmm, molto bene, vedo che l’Andrea non ha badato a spese per addobbarti a dovere … adesso mettiti queste calze … con il loro bravo reggicalze … poi voglio vedere i tuoi buchi degnamente incorniciati con queste belle mutandine aperte … ah, dimenticavo: ci vogliono anche delle scarpe adeguate … dove le tieni?”
Questa volta non a Franca non bastò indicare con un dito: le scarpe erano in un armadio nel ripostiglio, e sentii mia moglie dare indicazioni verbali:
“non le ho qui, sono nello sgabuzzino … in fondo al corridoio…”
“ottimo, Kevin, per favore, pensaci tu…”
Era probabile che Fulvio stesse cogliendo l’occasione per farmi vedere la “dotazione” di Kevin: quindi spinsi via la sedia che avevo piazzato vicino alla porta e cercai di darmi un contegno appoggiandomi allo stipite della porta del soggiorno: quando Kevin uscì dalla camera de letto, con addosso solo una t shirt xxxl che su di lui sembrava striminzita, mi guardò con aria allegra, non doveva essere precisamente la prima volta che si trovava a “svezzare” la moglie di un “biancuzzo”: non seppi resistere e buttai l’occhio sulle “parti basse”: tra due cosce colore cioccolato ondeggiava un aggeggio impressionante, che ancora non totalmente ammosciato, arrivava quasi a metà coscia, con un diametro che mi ricordava il mattarello con cui mia suocera stendeva la pasta, il tutto sormontato da una cappella di un marrone ancora più scuro: non potei trattenermi dall’immaginare cosa quell’affare, in tiro, avesse potuto fare nella sia pure già abbondantemente slandrata figa di mia moglie…: Kevin indifferente alla mia espressione mi chiese:
“Dove scarpe di signora?”
Gli indicai lo sgabuzzino in fondo al corridoio, ma quando aprì la porta, si girò a guardarmi perplesso: il casino del nostro ripostiglio era proverbiale e anche cercare un paio di scarpe richiedeva conoscenze che il giovanotto non poteva avere: molto probabilmente in quei due metri quadrati c’era più roba di quella che Kevin avrebbe posseduto in tutta la vita, quindi mi infilai nel microscopico stanzino e quando dopo un paio di minuti riemersi con in mano un paio di sandali di vernice nera con strass sul tacco 12: Kevin se ne impadronì e rientrò in camera.
Qualche minuto dopo sentii di nuovo la voce di Fulvio:
“Eccoti finalmente nella divisa che ti compete! Adesso possiamo cominciare a fare sul serio: forza, mettiti a quattro zampe sul letto, voglio vedere una cosa … e tieni le ginocchia bene aperte, mi raccomando … “
Franca continuava ad obbedire a Fulvio senza fiatare, ma a quel punto ero troppo curioso di vedere cosa stava succedendo: silenziosamente entrai in camera da letto, dove mi trovai di fronte ad una scena di rara oscenità: Franca, a pecora sul letto, con calze nere e scarpe col tacco, in ginocchio sul letto davanti a lei Kevin, il cui cazzone si stava rapidamente rianimando, mentre Fulvio, dopo aver messo un guanto in lattice sulla mano sinistra e averla lubrificata con un gel trasparente, si accingeva ad infilarla nella figa di mia moglie:
“Ferma bene, porcona, che adesso valutiamo le condizioni della tua figa …”
Così dicendo aveva infilato quattro dita poste a formare un cuneo nella figa di Franca, che non si muoveva: Fulvio ne approfittò per appoggiare anche la punta del pollice accanto alle altre dita, per poi iniziare un lento movimento di “avvitamento” della mano: ero alle spalle di Fulvio, a meno di mezzo metro dal perineo di Franca e potevo vedere le grandi e le piccole labbra tendersi fino a diventare due sottili linee pallide, in quel momento Franca emise un lamento e cercò di spostarsi in avanti per sottrarsi a quella penetrazione, ma Kevin, che probabilmente doveva avere già “assistito” il suo capo in circostanze simili, fu velocissimo a metterle le manone sulle spalle, impedendole qualsiasi movimento: a quel punto Franca non aveva scampo e Fulvio, completando la torsione del polso fece sì che tutta la sua mano scivolasse dentro mia moglie, che emise un sonoro “Aah…” Per qualche secondo Fulvio rimase immobile, lentamente Franca si rilassò, la schiena che poco prima aveva inarcato si raddrizzò, mentre la testa si abbassava … finendo a trovarsi con la bocca esattamente all’altezza della punta del cazzo di Kevin, che non aspettava altro: afferrandole la testa con una manona se la piazzò davanti alla cappella: mia moglie non esitò a spalancare la bocca e Kevin le infilò dentro almeno metà del suo mostruoso uccello: a quel punto Franca era letteralmente messa allo spiedo: più per istinto che per volontà cercava di muoversi avanti e indietro con la testa per servire al meglio quel cazzo maestoso che fino a pochi minuti prima le aveva rovistato a fondo la figa, mentre all’estremità opposta Fulvio aveva cominciato a muovere la mano, ormai dentro ben oltre il polso, con un lentissimo e millimetrico avanti e indietro: a voce bassissima Fulvio si rivolse a me:
“Bisogna fare pianissimo, muovere solo la punta delle dita, mantenendole strette, in modo da stimolarla il meno possibile, la troia deve abituarsi pian piano a questa cosa … il fisting è la più formidabile forma di possesso, richide tempo per poter essere praticato, ma vedrai che in breve tempo sarà la pratica erotica che apprezzerà di più: in questo momento tua moglie ha appena fatto il primo piccolo passo verso tutta quella serie di esperienze che il fisting permette: non so se la mia visita, forzatamente breve, potrà portarla a toccare certi livelli ma una cosa è certa: seguendo i miei consigli l’hai portata ad essere la troia che sta dimostrando di essere, quindi secondo me non ci saranno limiti a quello che farà … o meglio le faremo fare!”
Mentre diceva così Fulvio aveva iniziato ad estrarre la mano dalla figa di mia moglie, provocandone un immediato mugolìo, solo in parte soffocato dalla presenza in bocca della nerchia di Kevin, della cui presenza, concentrato com’ero sulle manovre di Fulvio, mi ero completamente dimenticato: a questo punto devo ammettere che già da parecchio avvertivo, dentro i pantaloni un certo movimento … che oramai si era trasformato in una quasi dolorosa erezione…
“Buona porcona, lo capisci che non posso mica lasciarti la mano per un’ora dentro la figa … scotta, sai? E meno male che ho messo il guanto, perché con tutto quello che ti ha pompato dentro Kevin me la facevi lessa…” mentre parlava Fulvio continuava a sfilare la mano dalla figa di mia moglie , ma appena il polso fu fuori la strinse a pugno ritirandola bruscamente: l’urlo di Franca fu immediato, ma proprio in quel momento – e forse proprio grazie a quell’urlo – Kevin sborrò nella bocca spalancata di Franca, che cominciò a tossire, mezza soffocata dal fiotto che, inaspettato, le era arrivato diritto in gola.
Fulvio non si fece commuovere dalle oggettive difficoltà di mia moglie e con assoluta indifferenza lubrificò l’altra mano:
“Vedi, la mia mano sinistra è leggermente più piccola della destra, e quindi infilarla nella figa della troia è stato relativamente facile, ma adesso bisogna battere il ferro finché è caldo e quindi … “
Mentre, sempre sottovoce, faceva queste considerazioni, Fulvio ripetè le manovre di pochi minuti prima: la brusca uscita della mano chiusa a pugno doveva aver definitivamente stirato la muscolatura di Franca perché la sua mano destra fece meno fatica della sinistra ad entrare, il mio amico-ispiratore commentò favorevolmente la cosa:
“Ah, bene, vedi come sono entrato facilmente stavolta? La figa di tua moglie si adatta facilmente … in parte è anche merito tuo..che l’hai fatta abituare a quei grossi cazzi finti … ma ad essere disponibile a tutto è lei .. la vacca….”
Intanto che parlava Fulvio aveva iniziato a muovere la mano aventi e indietro: usciva lentamente e altrettanto lentamente la rispingeva dentro
“Vedi,” continuò sussurrando Fulvio “adesso è il momento giusto per farla diventare una “fisting addicted”, una viziosa che non si accontenterà più di un cazzo o due…adesso chiudo a pugno la mano dentro di lei…le pareti della vagina si dilatano quasi come durante il parto … dipende da quanto è grosso il pugno … considera che solo dopo tre parti i tessuti di una donna restano permanentemente dilatati, quindi se non continuerai a fistarla tornerà com’era pochi minuti fa … dovete decidere voi …”
Intanto i movimenti che Fulvio faceva conla mano dentro a mia moglie erano diventato più importanti, Kevin, comodamente seduto con la schiena appoggiata alla testata imbottita del letto si godeva lo spettacolo delle tette di Franca che ondeggiavano dolcemente avanti e indietro a secondo che Fulvio spingesse la mano o la retraesse, ogni tanto allungava le sue enormi mani, così nere sul dorso ma con le palme rosee e afferrando le due tettone le stringeva dolcemente per poi rilasciarle ma dedicandosi a tirare delicatamente i capezzoli che si intuivano duri come piccoli cazzi; mia moglie, sottoposta a stimolazioni così intense cominciava ad ansimare: sentivo il suo respiro farsi sempre più affannoso, Fulvio, dal suo “punto di osservazione” privilegiato bisbigliò:
“La troia comincia a godere, sento gli spasmi della figa che cerca di stringersi sulla mano … per sentire di più … figurati … ha il mio pugno infilato venti centimetri dentro di lei e cerca di sentirlo il più possibile … cazzo, se ci fossimo conosciuti prima … “
Fulvio non terminò il discorso, perché Franca aveva cominciato a fare una serie di versi che non le avevo mai sentito fare, nemmeno quando le avevo fatto prendere il simulacro del cazzo di cavallo…poi cominciò a dire:
“Aaaarghhh…oooddio….siiiiìì così, così…sfondami la figa aaah… siiiì, così, così … sono una troia … sono la sua troia signor Fulvio, mi sfondi del tutto..”
Sentire Franca perdere il controllo in quel modo mi eccitò al punto da dovermi toccare da sopra i pantaloni e così provocai il danno: venni al semplice contatto della mia mano attraverso la stoffa, fortunatamente Fulvio non se ne rese conto, il grandissimo puttaniere era troppo impegnato a rovistare la figa di mia moglie: ormai entrava fino a metà avambraccio, e ogni volta arretrava quasi fino a tirare fuori del tutto la mano: ogni volta potevo vedere la nocca del pollice fermarsi al limite della vulva per poi rientrare suscitando ulteriori gemiti di piacere in mia moglie che ormai si era appoggiata con la testa tra le gambe di Kevin che premurosamente le scostava i capelli, ormai fradici di sudore,dalla faccia.
Fulvio proseguì ancora per diversi minuti, anche lui era sudato, nella stanza si avvertiva forte l’odore di sudore misto a quello delle secrezioni di Franca, un misto che era tremendamente eccitante, poi quando Franca, palesemente esausta, iniziò ad ondeggiare pericolosamente disse a Kevin:
“Attento Kevin, la porcona ne ha avuto abbastanza, aiutala a non cadere!”
Ma la sua premura fu solo apparente, perché mentre Kevin sosteneva Franca facendola lentamente cadere su un fianco, Fulvio strinse ancora una volta il pugno, che uscendo le dilatò la figa ancora volta oltre ogni limite precedente: Franca cacciò un ulteriore strillo poi rimase sdraiata in posizione fetale mentre Fulvio si toglieva i guanti e mi si rivolgeva con un sorriso soddisfatto dipinto sul volto arrossato:
“Hai visto che roba? Un trionfo! Due ore avevo visto tua moglie solo in fotografia, adesso non solo l’abbiamo vista entusiasticamente all’opera con Kevin, ma subito dopo si è lasciata fistare da un perfetto sconosciuto , uno che un paio d’ore prima aveva accolto manifestando totale antipatia: ah, se me l’avessi fatta conoscere vent’anni fa!”
Era la seconda volta che Fulvio faceva riferimento al fatto che se avesse conosciuto Franca prima chissà cosa avrebbe potuto succedere … cominciavo ad essere curioso e quindi chiesi:
“Scusa, ma se l’avessi conosciuta vent’anni fa, cosa sarebbe successo, di diverso, secondo te?”
“Ma è ovvio, mio caro, l’avrei fatta imputtanire fin da allora, quando era ancora quel bel pezzo di figa trentenne di cui ho visto le foto, quando aveva già una faccia da rizza cazzi matricolata ma il fisico tonico … con qualche piccolo aggiustamento sarebbe potuta diventare una famosa porno star, tanto per dirne una, oppure una puttana d’alto bordo … sai, in certi ambienti più della bellezza conta cosa sai fare … o meglio … cosa sei DISPOSTA a fare…”
Il discorso di Fulvio mi suonò piuttosto male, va bene che Franca si era era dimostrata molto ricettiva nei confronti di quello che lui le aveva imposto, ma da lì a dire che sarebbe potuta essere una porno star degli anni novanta …..
Si era fatta più o meno mezzanotte, mia moglie era crollata addormentata sul letto, con Kevin vicino che manifestava lui pure una certa propensione ad addormentarsi, Fulvio si alzò in piedi e con aria soddisfatta disse:
“Molto bene, è stato un ottimo inizio, adesso Kevin andrà a dormire nella camera degli ospiti, mentre noi due faremo compagnia alla nostra vaccona, vero cara che sarai la nostra scaldaletto stanotte? Prima però vai a fare una bella doccia, ti vogliamo tutta fresca e profumata!”
Franca si tolse le scarpe col tacco 12 e si avviò verso il bagno: camminava in un modo alquanto strano e non facevo fatica a capirne il motivo, mentre mia moglie si allontanava Fulvio chiarì il suo programma:
“Come hai potuto vedere la vacca fa tutto quello che le dico, quindi devi dirmi tu fin dove posso spingermi: per esempio, vuoi che ce la facciamo assieme io e te o preferisci che me la faccia con Kevin? Credo che le piacerebbe riceverlo nella figa sfasciata, mentre io le faccio il culo… un’altra cosa che visti i precedenti penso la tua troia potrebbe gradire è di andare in una discoteca per africani assieme a Kevin che potrebbe poi prestarla a qualche suo confratello…giusto perché possa farsi un’idea dei vari colori dei cazzi neri …. Ehehehehe … queste sono le idee che mi vengono per prime, ma sai, con una porca come tua moglie è difficile stabilire se c’è qualcosa che non farebbe … per quello che chiedo a te di porre dei limiti, perché se lasciamo che sia lei a decidere … non me la vedo mica a dire “No, questo non lo farò mai … “ tanto per dirne una … secondo te quando le hai ficcato dentro il cazzone simil-equino, ricordandole di quella volta che aveva preso in mano il cazzo del pony ti è sembrata eccitata? Te lo chiedo perché visto che ha gradito il simulacro, non ti piacerebbe vederla mentre si prende il cazzo di un vero pony … o magari quello di un asino … ma se per te è troppo … mi ritiro in buon ordine!

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whitefeather

view post Inviato il: 30/12/2017, 04:31 CancellaModificaCitazione

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Quindi queste erano le intenzioni di Fulvio nei confronti di Franca… l’amico, che evidentemente in vita sua ne aveva provate di ogni, con mia moglie non voleva tanto fare sesso, voleva semplicemente togliersi uno sfizio: trasformare una signora cinquantenne in una zoccola totale, approfittando del fatto che il di lei marito, nel pieno del delirio del guardone, aveva contribuito ad instradargliela sulla via della depravazione, anche se ora – non so se per scaricarsi la coscienza o mettermi alla prova – l’amico mi attribuiva un diritto di veto con il quale avrei potuto fermare il suo gioco: ma oramai era troppo tardi, pur essendo venuto quasi senza toccarmi ero tuttora eccitato come un mandrillo e quindi non potei fare a meno di pensare che se la troia avesse voluto arrivare a tanto facesse pure, si sarebbe divertita e avrebbe fatto divertire chi l’avrebbe guidata e alla fine io mi sarei trovato la moglie più imputtanita della terra, che voleva dire avere in casa una che non si sarebbe certo tirata indietro quando le avessi chiesto un miserabile pompino con l’ingoio fatto stando in ginocchio mentre ero seduto sul divano, piuttosto che di prenderselo nel culo mentre con una mano le rovistavo quella figa sfasciata che avrebbe finito per ritrovarsi: con queste nobili considerazioni in testa la risposta che diedi a Fulvio non potè che essere quella che lui desiderava sentirsi dare:
“Bah, se lei non dice di no … falle fare pure quello che ti viene in mente: spero che io potrò almeno assistere o che in alternativa mi farai vedere dei video dei suoi exploit … “
“Ma certo … ci mancherebbe altro, anzi, visto che hai toccato l’argomento video, cosa ne diresti se li facessimo anche girare sul web, oh, con le doverose cautele perché non possa essere riconosciuta, ovviamente”
Mia moglie rientrò in quel momento in camera: dopo la doccia aveva indossato una camicia da notte corta e leggera, e mi guardò con aria interrogativa: fu ancora una volta Fulvio a prendere in mano la situazione:
“Oh, bene, ecco la nostra porcona rimessa a nuovo! Vieni cara, sdraiati qua, in mezzo a noi … devo complimentarmi con te per come hai saputo collaborare permettendomi diciamo …di allargare … i tuoi orizzonti! Sai, sono poche le donne capaci di apprezzare certe pratiche fin dall’inizio, ma tu sei una di queste … e quindi ci aspettiamo grandi cose da te! Per prima cosa vorrei sapere con quanti uomini avevi fatto sesso fino a ieri … mi raccomando, anche se tuo marito è qui con noi sforzati di essere sincera: allora, in quanti hanno goduto delle tue grazie?”
Franca era abbastanza imbarazzata; quando ci eravamo conosciuti, io 27enne e lei 22enne, avevamo entrambi avuto delle relazioni più o meno durevoli, ma nemmeno io le avevo mai chiesto con quanti ragazzi prima di me fosse andata a letto, quindi qualunque cifra avesse dichiarato per me sarebbe stata un’assoluta novità.
Mia moglie rimase in silenzio più o meno per minuto, stando alla radiosveglia del comodino … che a me sembrò un’eternità: benché non mi fossi mai sognato di essere geloso del suo passato – e visto anche come stavo collaborando con Fulvio non mi aspettassi di diventarlo del suo il futuro – mi domandai quale potesse essere il motivo della sua reticenza: poteva essere che Franca trovasse difficile fare questa confidenza a Fulvio davanti a me e stesse cercando una risposta “diplomatica” ma evidentemente mi sbagliavo, perché quando aprì bocca disse solo:
“Una decina….”
Visto che l’avevo conosciuta quando aveva 22 anni non si poteva certo dire che fosse stata una “che se la tira e non la molla mai …”
“Ahah .. ma allora dovevi dirlo subito che sei sempre stata una che si dava da fare … e da quando ti sei sposata … più nulla? Sempre fedele al maritino?”
“Sì”
“Quindi adesso ti vuoi rifare di venticinque anni di noia coniugale giusto?”
“Non so …”
L’ultima risposta fece sbottare Fulvio in una sonora risata:
“Ahahah … questa è bellissima! Andrea, ma l’hai sentita la ‘sta porcona? La prima volta che la lasci sola in un locale si fa agganciare da due sbarbati con cui finisce a scopare in macchina, mezz’ora dopo aver incontrato il buon Kevin se lo fa sul tavolo da cucina, permette al sottoscritto, anche lui appena conosciuto, di infilarle una mano nella figa … e ha ancora qualche dubbio sul da farsi! Emmenomale che sei incerta, cara mia, altrimenti non oso immaginare cosa avresti già combinato se fossi “partita decisa!”, ma non c’è problema, sarà un piacere aiutarti a completare il tuo “percorso evolutivo” ahaha!”
Si era fatta la una, Fulvio era partito da casa sua, a Mombasa, alle 5 del mattino: quindi era ora di chiudere la serata, con Franca sempre sdraiata in mezzo a noi spensi la luce e cercai di dormire, ma impiegai un’eternità prima di riuscire ad addormentarmi: davanti ai miei occhi continuavano a passare le immagini della serata – vedevo mia moglie prima scopata da Kevin, poi fistata da Fulvio, ma insieme si sovrapponevano scene totalmente immaginarie di Franca ancora giovanissima che spompinava ragazzi poco più grandi di lei in piccole auto anni ’70 o che si faceva scopare di notte al mare in qualche spiaggia… e come se non bastasse finivo anche a immaginarmela preda di ragazzi di colore reclutati da Kevin in qualche discoteca della periferia milanese. Finalmente mi addormentai, ma dopo poche ore fu proprio Franca a svegliarmi, toccandomi il cazzo con una mano: appena capì che ero sveglio mi chiese a bassissima
“Come stai? Tutto bene?”
“Beh … diciamo pure di sì … un po’ confuso magari … tu piuttosto? Te l’hanno adoprata mica male ieri sera almeno mi è sembrato …”
“Eh, insomma, non è stata proprio una passeggiata, ma potremmo dire che ero già stata allenata da qualcuno … vero porcellino? Spiegami un po’ com’è che mi ritrovo con questo tizio nel letto con noi? Ha detto che ha visto le mie foto … come ha fatto? “
Era inevitabile che Franca prima o poi mi facesse quelle domande ma io non avevo pensato di prepararmi una risposta per quando fosse arrivato quel momento, per cui mugugnai qualcosa del tipo: “ le avevo messe su internet … gli sono piaciute e si è complimentato per quanto eri sexy … e se ti ricordi le foto che ti avevo fatto ammetterai che eri semplicemente fantastica … “
“Ma bravo il maritino, che mette in rete le foto della sottoscritta … senza nemmeno chiedere il permesso … lo sai vero che è una cosa grave … e adesso io sono qui, a farmi dare della troia in casa mia da due illustri sconosciuti … bene, bravo … e senti come sei contento di tutto questo … almeno a giudicare dallo stato del tuo cazzetto … “
Non potevo mica nascondermi, da quando Franca me l’aveva preso in mano mi si era indurito di brutto e dato che mentre parlavamo non aveva smesso di manipolarmelo ero ormai al limite della resistenza: feci giusto in tempo a dire:
“Se non ti fermi sai cosa succede, vero?”
“Oh, me lo posso immaginare … succede che mentre il sig Fulvio dorme di fianco a me tu mi vieni in mano … l’unico posto dove nessuno mi è ancora venuto … o dovrei dire mi ERA ancora venuto …”
Era inevitabile che sentire mia moglie chiacchierare di simili argomenti a bassissima voce nel mio orecchio mentre me lo menava mi aveva fatto venire come un adolescente che si masturbava a letto …
Il movimento della mano– e forse anche il bisbiglìo – di Franca avevano svegliato Fulvio, che appena aperti gli occhi manifestò le sue intenzioni:
“Allora, porcona, eccoti il programma della giornata: mentre noi ci occuperemo della colazione, tu ti preparerai come puoi immaginare che noi ci aspettiamo: fai con calma, ma non risparmiarti: vogliamo vederti girare per casa in alta uniforme; vieni Andrea, andiamo in cucina, abbiamo tutti bisogno di un bel caffè!”
Mentre mia moglie apriva il suo armadio passammo in cucina, dove mentre preparavamo un’abbondante colazione ci raggiunse Kevin, appena docciato: dopo essersi informato di come avesse dormito Fulvio gli chiese come avesse trovato mia moglie: il giovanotto non ebbe esitazioni esprimendosi nel suo caratteristico italiano:
“Signora Franca ha la figa grande … molto grande! “ rise Kevin
“Vedi – intervenne Fulvio – nella sua lingua si dice KUPIGA SUS NI KUBWA SANA, lo traduce con “ la sua figa è molto grande” … ma in realtà. al di là del significato letterale vuol dire : “E’ una puttana … o una zoccola, una troia…insomma una che la usa molto!”
Kevin che stava bevendo una tazza di tè rise alla spiegazione di Fulvio e annuì con la testa, proprio in quel momento fece la sua comparsa Franca:
“Posso avere un caffè anch’io?”
Alzai lo sguardo su di lei: la grandissima troia aveva eseguito perfettamente le istruzioni di Fulvio: indossava una camicetta bianca strettissima con i primi tre bottoni slacciati che facevano vedere un reggiseno a balconcino leopardato, una gonnellina di velluto nero decisamente corta, calze con la cucitura e scarpe di vernice con tacco dieci, in più si era truccata non “da mattina” ma da “serata in discoteca”, con rossetto bordeaux, fard mattone e ombretto marrone scuro con palliettes d’oro e ciglia finti lunghe e foltissime: insomma, nonostante non fosse precisamente una ragazzina e avesse qualche kg di troppo faceva … la sua porca figura! in effetti a renderla particolarmente “suggestiva” era proprio l’abbigliamento, tutto sommato inadeguato per una cinquantenne: la prima cosa che mi venne in mente fu una puttana che vedevo spesso vicino ai falò sulla superstrada Milano – Lecco negli anni ’80 … solo che quella la minigonna ce l’aveva grigia … Fulvio applaudì in segno di apprezzamento e anche Kevin lo fece, io avvertii una fitta all’inguine: vedere mia moglie esibirsi in modo così sfacciato mi dava un formidabile stimolo, ma il bello doveva ancora venire: Fulvio si alzò, prese per mano mia moglie e le fece accennare un passo di danza, ma in realtà quando lei passò tra lui e noi le sollevò la gonnellina: a parte i laccetti del reggicalze non c’era nulla: nessuna traccia di mutandine e la figa era stata appena rasata, lasciando solo la classica strisciolina “brasiliana”, larga un paio di centimetri e lunga sei o sette: conciata in quel modo Franca dava proprio l’idea di una matura professionista che sta per iniziare la giornata lavorativa!
Mentre Franca beveva il suo caffè Fulvio andò in camera nostra, dove aveva lasciato una delle sue valigie, ritornando poi con una macchina fotografica:
“Coraggio bellezza, dobbiamo cominciare a documentare le tue performance: cominciamo da questa bella tenuta: mettiti qui, porcona …”
Franca obbedì tranquillamente: se pensavo a quanto dovevo insistere io per scattarle qualche foto … a volte pensavo che opponesse resistenza perché temeva che io la mostrassi in rete, ma adesso, che a scattarle era uno che SICURAMENTE le avrebbe condivise … non faceva una piega …mah … le donne …
Per una buona mezz’ora Franca, in soggiorno, si esibì per l’obbiettivo di Fulvio, che pian piano la fece spogliare quasi del tutto, finendo per fotografarla in perfetto stile “ginecologico”, poi la prese per mano e facendo un cenno a Kevin se la portò in camera da letto: ovviamente li seguii e potei quindi continuare ad assistere alla realizzazione del primo vero servizio fotografico di Franca: ovviamente con la collaborazione di Kevin : le foto che Fulvio andava scattando avrebbero raffigurato i due impegnati in tutte le possibile forme di sesso … ma … c’era un ma: Franca non aveva mai fatto sesso anale con Kevin, solo con me e anche di rado…
Dopo una lunga serie di foto in cui Franca era occupata a succhiare l’enorme cazzo di Kevin fu la volta delle foto mentre lui glielo ficcava nella figa, e dato che Fulvio continuava a interromperli per motivi “artistici” nonostante le cose proseguissero da una mezz’ora abbondante nè Kevin né Franca erano riusciti a venire: e infatti tanto mia moglie che Kevin stavano cominciando a guardare storto il “fotografo”, ma Fulvio ormai era arrivato al punto dove voleva arrivare:
“Bene, porcona, non rimane che documentare una cosa: la prima volta che Kevin te lo pianterà nel culo: adesso vai in bagno con queste belle bottigliette … sai a cosa servono, vero? Ti prepari MOOOLTO bene e poi ti spalmi con questa cremina … prima però datti un’aggiustatina al trucco poi torna qua … forza, fila!”
Così dicendo Fulvio diede una sonora sculacciata sulla chiappa destra di Franca che, con uno strillo si rifugiò in bagno.
“Vedi, Andrea, la troia è già entrata nella parte: hai visto come si è prestata a farsi fotografare, prima da sola e poi mentre giocava con Kevin: adesso però cominciamo a far sul serio: prendersi in culo il paracarro di Kevin richiederà un certo sforzo, ma una volta che avrà scoperto quanto le piace … le avremo fatto fare un altro bel passo avanti!”
Franca rientrò dopo qualche minuto, nel frattempo Fulvio aveva preso dalla sua valigia una video camera:
“Bene mia cara, adesso piazzati sul lettone a quattro zampe e lascia che sia Kevin a fare il lavoro, tu limitati a spingere un pochino e vedrai che in un attimo comincerai a godere … tu Andrea scatterai qualche bella foto ravvicinata … prego Kevin, la troia bianca è tutta tua!”
Kevin, a cui poco prima Fulvio aveva impedito di venire nella figa di mia moglie non se lo fece ripetere: menandosi il cazzone si avvicinò al letto dove Franca lo aspettava: cercava di voltare la testa per vedere arrivare la nerchia che di lì a poco le avrebbe aperto il culo e la sua espressione era di puro terrore: Kevin si mise un po’ di lubrificante sulla cappella poi appoggiò le manone sulle chiappe di Franca separandole per bene: attraverso il display della macchina fotografica potevo vedere il buco del culo di mia moglie contrarsi nervosamente: Kevin appoggiò la cappella sull’orifizio e spinse leggermente: Franca spinse all’indietro e un paio di cm di carne maschile si fecero largo dentro di lei: Kevin spostò leggermente le mani, avvicinando i pollici al buco del culo: premendo con forza provocò un leggero cedimento alla muscolatura della sfintere: tanto bastò perché una leggera spinta provocasse un lento movimento dell’asta del suo cazzone che prese a scivolare dentro il budello di Franca, dalla cui bocca spalancata stava uscendo, in crescendo, un unico continuo lamento: “AaaaaaaaaaaaAAAAAAAAAAA …… quando finalmente ebbe dentro tutto il cazzo di Kevin Franca riprese fiato, e Kevin prese il suo silenzio per un segnale di accettazione: lentamente come gliel’aveva spinto dentro cominciò a ritirarlo in fuori: Franca ricominciò a sibilare: “OooooooooooooooooOOOOOOOOO ….. era perfino comico notare come mia moglie usasse un suono diverso a seconda che Kevin glielo stesse spingendo dentro o tirando fuori, ma la cosa divenne di ben altro effetto quando il maschione cambiò il ritmo del suo andare e venire nel culo di Franca: a mano a mano che con la sua spranga di carne cominciò a pistonarla sempre più in fretta mia moglie iniziò a dimostrare tutto il suo gradimento: “Aaaah, siiiì, siiiì, così, così …. Continua, non fermarti … ti sento … mi stai spaccando in due … continua, siiiiì, siiiìì non … fermarti … siiiì, dammelo tutto … tutto dentro … sììì, siii continua, non … smettere “
Oramai Kevin stava letteralmente martellando mia moglie con tremendi colpi: il suo enorme cazzo entrava e usciva da quel povero buco ad un ritmo infernale, ogno volta le palle di Kevin, grosse come il suo pugno le sbattevano sulla figa con un osceno “cif ciaf” e mentre il nero accelerava il ritmo per raggiungere il suo piacere Franca, con le lacrime agli occhi lo implorava di darci dentro: “Spaccami il culo, Kevin, fammi sentire quanto ce l’hai grosso e duro … oddio quanto ce l’ha grosso … mi sta … aprendo … in due … ohm mamma … sììì, sìì, cosììì, cosììì…..” a quel punto Kevin diede un tremendo colpo che fece abbattere sul letto a gambe larghe Franca, dopo di che rimase immobile dentro di lei per qualche secondo, poi dopo averle lavato il budello con la sua sborrata, si sfilò da lei rimanendole sdraiato di fianco.

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view post Inviato il: 19/1/2018, 11:13 CancellaModificaCitazione

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Mi scuso con i lettori per il forte ritardo con cui pubblico la continuazione di questa cronaca, ma il nostro rapporto con Fulvio ha subito un’inaspettata evoluzione di cui renderò conto nelle prossime pubblicazioni

Avevo ancora in mano la macchina fotografica di Fulvio e ne approfittai: appena Franca fu in grado di reggersi in ginocchio sul letto dissi a Kevin di tenerle allargate le natiche: lo spettacolo del suo culo arrossato e aperto era incredibile, una voragine a forma di “O” con un diametro di quasi 5 cm, che si muoveva ritmicamente: da spalancato com’era ogni tre o quattro secondi si contraeva cercando di richiudersi, ma subito dopo appena lo sfintere si rilassava si riapriva quasi a chiedere che qualcosa vi fosse inserito: anche Fulvio fu attratto dal movimento e non perse l’occasione per girare un breve video dedicato ai movimenti del buco del culo di mia moglie, commentandoli ad alta voce:
“Guarda quel buchetto com’è contento di essere stato aperto … anche da questo si vede che sei nata troia: più sono grossi i cazzi che ti prendi più volentieri i tuoi buchi si adattano: adesso riposati un po’, noi andiamo a farci un giretto, torniamo per pranzo”
Lasciata Franca sola in casa, con Fulvio e Kevin me ne andai a fare due passi, poi, seduti davanti ad un aperitivo Fulvio riprese l’argomento che gli stava a cuore.
“Hai visto con i tuoi occhi che tua moglie è disposta a tutto: non ha nemmeno paura del dolore, anche perché secondo me ha dei tessuti estremamente elastici che si adattano senza sforzo a qualunque misura … ma quel che è più interessante è che reagisce sempre nello stesso modo: qualunque cosa le proponi le piace da subito: che si tratti di un cazzo finto, magari gonfiabile, piuttosto che un cazzo umano fuori misura o addirittura una mano lei lo apprezza: in buona sostanza è una ninfomane, che gode in qualunque maniera la si stimoli, ed è questo che mi pare strano, perché per le donne normalmente è lo stimolo psicologico a determinare l’eccitazione, non quello fisico … comunque a me la cosa fa solo piacere: visto che la troia non si tira indietro davanti a nulla ti faccio una proposta: cosa ne diresti di metterla alla prova con una maratona di cazzi?”
“Cosa intendi per “maratona”?
“Semplicissimo: si tratta di metterle a disposizione tutti i cazzi che riesce a prendersi: ti spiego: noleggiamo un bel furgone grande, lo attrezziamo con un materasso enorme, poi portiamo la troia in un locale dove sicuramente c’è una maggioranza di pubblico maschile, la facciamo agganciare da un paio di giovanotti, lei se li porta dietro nel parcheggio, e si fa montare nel furgone: dopo che i primi due si saranno serviti gli altri arriveranno come mosche al miele: finché non dice “basta” la lasciamo divertire, quando ne avrà avuto abbastanza … “Signori si chiude!”, chiudiamo il furgone e ce la riportiamo a casa: io distribuisco i profilattici, Kevin fa il servizio d’ordine e tu tieni il conto … ovviamente piazziamo nel furgone due telecamere che riprendano tutto, sia pure in inquadratura fissa, e ci togliamo il dubbio di quanto cazzo tua moglie riesce a prendersi: cosa ne dici?”
Come ho già detto, mi ero già reso conto del fatto che Fulvio fosse più interessato a far fare a mia moglie cose veramente forti piuttosto che a scoparsela, ma che dopo nemmeno 24 ore che l’aveva incontrata (e pesantemente utilizzata) mi proponesse una sorta di Gang Bang aperta a tutti mi lasciò piuttosto perplesso, ciononostante non seppi dire di no, mi limitai solo a domandargli come pensasse di portarla a fare una cosa del genere:
“Mah, guarda, io farei così: dopo pranzo vorrei girare un bel video in cui tua moglie si prende i giocattoli che le sono tanto piaciuti, io la filmerò, Kevin manovrerà i giocattoli e se la troia si comporterà bene, in premio potrà decidere dove prendersi il “cazzone di cioccolato”, poi usciamo a cena, siete miei ospiti, al ritorno mi permetterai di accompagnarla da solo in camera da letto: sono sicuro che durante la notte troverò il modo non solo di proporle questa avventura, ma anche di fargliela accettare … e se ho capito bene che tipo è la signora … anche entusiasticamente: ti va il programmino?”
Visto che il rischio del “vaffa” lo correva lui non mi opposi, e devo anche ammettere che speravo proprio che Franca si sarebbe comportata come Fulvio si aspettava.
Si era fatta l’ora di pranzo, ci avviammo verso casa e Franca ci accolse con quella che ormai era diventata la sua uniforme: la porcona non aveva cucinato, si era limitata a telefonare in rosticceria e quindi aveva potuto dedicare la maggior parte del tempo a sistemarsi e Fulvio dimostrò, alla sua maniera, il suo apprezzamento:
“Bella porcona, mi sembra che da ieri sera tu sia cambiata … e in meglio!”
A tavola Fulvio mentre mangiava non si tratteneva dall’accarezzare le cosce di Franca, inguainate nelle solite calze nere e sicuramente approfittava dell’assenza di mutandine che ormai la grandissima troia aveva definitivamente abbandonato per prendersi qualche passaggio più “intimo”.
Finito di mangiare, mentre Kevin aiutava Franca in cucina, io raggiunsi Fulvio che stava fumandosi il solito sigaro sul balcone:
“Dove tieni i giocattoli della signora? “
“In camera, nel cassetto del mio comodino”
“Ottimo, allora oggi pomeriggio glielo faccio passare con tutto l’assortimento, dal “regular” all’Equinox, voglio metterla alla prova … tu sai già dove voglio arrivare, ma prima di organizzare la cosa voglio essere sicuro che valga la pena attivare i miei contatti …”
Finito il sigaro Fulvio rientrò in casa e puntò direttamente sulla cucina:
“Kevin, sii gentile, pensa tu a riordinare, io e la porcona abbiamo alcune cose da chiarire…”
Così dicendo Fulvio aveva preso mia moglie sottobraccio e la stava guidando verso la camera da letto: non ero stato invitato e quindi mi rassegnai a restarmene seduto in corridoio come all’inizio della serata precedente: anche attraverso la porta socchiusa potevo almeno sentire quello che Fulvio avrebbe detto e, soprattutto, quello che avrebbe detto mia moglie!
Per qualche minuto non ci fu molto da ascoltare, sentivo Fulvio scherzare con Franca e lei che rispondeva a monosillabi, ma ad un certo punto le cose si fecero più interessanti:
“Avrei una proposta da farti….”
“Sarebbe?”
“Mi piacerebbe metterti alla prova…”
“In che senso?”
“Vorrei vedere quanti cazzi sei in grado di prenderti…”
“Come sarebbe“quanti” ?”
“Sì, non vorresti scoprire quanti uomini saresti in grado di soddisfare prima di dire “ basta” ?”
Franca rimase in silenzio a lungo, alla fine disse:
“E per scoprirlo cosa dovrei fare?”
“Permettermi di organizzarti la cosa…”
“Non vorrai mica portare in casa mia una fila di maiali arrapati … “
“Ma quando mai, faremo tutto in zona neutra…del resto mi sembra che tu abbia già sperimentato un bell’incontro in macchina, no?”
“Beh, ma non posso mica farmi scopare all’infinito sul sedile posteriore di una macchina…”
“Ma quando mai, se la cosa ti intriga organizzeremo una “sala monta” su quattro ruote … con un bel furgone attrezzato!”
Franca rimase in silenzio per un po’, poi finalmente rispose a Fulvio:
“Va bene, ma posso sapere con chi dovrò incontrarmi?”
“Guarda, visto il gradimento che hai dimostrato nei confronti del mio amico Kevin, penso che ti piacerebbe avere a disposizione un bel gruppetto di neri belli cazzuti, mi sbaglio?”
“Ma tu per chi mi hai preso, per la puttana di Babilonia? No, perché va bene che quel cretino di mio marito mi ha fatto passare per chissà che razza di troia, ora, ammetto che quella sera in discoteca mi sono lasciata trascinare … m ero anche mezza sbronza e mezza fatta, riconosco che facendomi Kevin appena sono stata solo con lui non ho fatto proprio la figura della brava mogliettina, ma invoco la “provocazione grave” rappresentata dalla manovra combinata fra te e il di cui sopra marito … non più tardi di due gironi fa mi ha “comunicato” che sarebbe venuto un suo amico che intendeva “conoscermi” … evidentemente il termine andava inteso “in senso biblico” , visto come si sono svolte le cose … e adesso, 24 ore dopo esservi insediati in casa mia e dopo avermene fatte di tutti i colori … mi proponi di diventare una specie di “sborratoio” per negri … ti sembra strano che conosca il termine? Conosco anche “svuota coglioni” … sai li ho imparati frequentando i siti che mio marito visita con regolarità … senza preoccuparsi nemmeno di cancellare la cronologia … il genio!”
“Beh, ma allora se conosci la terminologia e il significato della stessa di cosa stiamo discutendo … se hai già una tua idea dimmela … “
“Certo che ce l’ho una mia idea, ed è che col piffero che mi faccio portare in una discoteca a farmi sbattere da una serie di sconosciuti, scordatelo … anzi, scordatevelo, tu e il tuo socio!”
“Va bene, va bene, non ti arrabbiare … però è un peccato che tu non voglia scoprire le tue potenzialità, perché, permettimi di dirtelo, sei molto dotata, sai non sono mica tante le donne che possono affrontare il cazzo di Kevin … e tu l’hai fatto … e oserei dire con un certo gusto … sai … io di queste cose me ne intendo, modestamente ho conosciuto un sacco di donne, donne di ogni tipo, giovani e meno giovani, sposate e single, da sempre interessate al sesso e altre totalmente disinteressate, poi ci sono le fuori classe, quelle che non ti aspetteresti mai che siano capaci di certe performance … e tu appartieni a quest’ultima categoria … ma se non vuoi proseguire nell’esplorazione del “pianeta del sesso” questa è una decisione che solo tu puoi prendere, quindi ti lascio riposare e vado a fare un po’ di shopping con tuo marito, ciao bella!”
Feci appena in tempo a scansarmi che Fulvio comparve sulla porta della camera: a giudicare dalla faccia doveva essere decisamente contrariato, mi guardò con uno sguardo poco amichevole e andò in cucina dove Kevin stava finendo di riordinare: i due parlarono a bassa voce in una lingua che doveva essere un inglese imbastardito, poi Fulvio si rivolse a me:
“Dai, andiamo a farci un giro … “
Una volta in strada Fulvio iniziò un discorso che mi fece rabbrividire:
“La troia fa i capricci … non vuole collaborare, quindi adesso l’ho lasciata a Kevin perché la convinca … quando torneremo a casa vedrai che non farà più tante storie!”
“Ma cosa stai dicendo? Sei impazzito? Mi hai fatto uscire di casa apposta per far restare mia moglie sola con quell’energumeno perché la convinca a farsi mettere a disposizione come l’ultima delle troie su un furgone in un parcheggio? Ma tu sei matto! Io torno subito a casa!”
“Calmati amico mio, non penserai che Kevin possa fare del male alla tua mogliettina, al contrario le starà facendo provare tali sconvolgenti orgasmi che l’unico rischio è che lei si innamori di lui … e del suo cazzo!”
Eravamo fuori da nemmeno una mezz’ora e mentre io fremevo per rientrare a casa il cellulare di Fulvio squillò:
Capii che a chiamare era stato Kevin per l’uso di quell’inglese incomprensibile che i due usavano quando non volevano farmi capire cosa dicevano: il galateo non era proprio d’accordo, ma tutta la situazione non era effettivamente contemplata nel testo di monsignor Della Casa per cui mi toccò abbozzare.
“Buone notizie mio caro, Kevin chiede che lo raggiungiamo tra una mezz’oretta, dice che con la “troia bianca” è tutto a posto … dai, prendiamoci un caffè là a quell’angolo e poi rientriamo!”
Quando rientrammo ci accolse Kevin con il suo più bel sorriso, poi ci fece segno di andare nella camera degli ospiti: appena entrato rimasi basito:
Sotto lo sguardo vigile di una telecamera montata su cavalletto: Franca era sdraiata supina sul letto di Kevin, con in bocca una palla di gomma rossa, tenuta ferma da due cinghiette elastiche che si univano dietro alla nuca, le orecchie erano tappate da una di quelle grosse cuffie anti rumore che si usano nelle fabbriche o nei cantieri mentre una benda di seta nera le copriva gli occhi, mia moglie era legata ad una specie di gogna fatta con delle grosse canne di bambù: due triangoli di poco più di un metro d’altezza , formati ciascuno da tre canne erano verticali ai lati del letto, collegati tra loro da un’altra canna, di calibro maggiore, che passava 50 cm sopra a mia moglie più o meno all’altezza dell’ombelico: a quest’ultima, con delle corde di seta nera, erano legate, all’esterno le caviglie e all’interno i polsi di Franca così totalmente immobilizzata: a creare una situazione ancor più impressionante aveva i due cazzi gonfiabili che Fulvio mi aveva mandato infilati uno nel culo e l’altro nella figa: a completare il quadro già di per sé incredibile, un grosso vibratore appeso alla stessa canna a cui erano legati mani e piedi, appoggiato sul clitoride: a parte il ronzio di quest’ultimo, l’unico suono era l’ansimare di Franca: mi voltai verso Fulvio ma prima ancora che aprissi bocca mi precedette dicendo:
“Deprivazione sensoriale … o quel che ci va più vicino: in questo momento la nostra troiona non vede nulla, non sente nulla, non può parlare, non può toccare nulla: gli unici stimoli, e non è certo cosa da poco, le provengono da quei due enormi cazzi che Kevin la ha infilato dentro e, come puoi ben vedere, da quel formidabile vibratore: come vedi non ha nulla a che vedere con quei ridicoli affarini a pila: questo ha un motore a 220 v, può funzionare per ore alla massima potenza ma è comunque regolabile da “quasi fermo” a “terremoto sotto casa”: in questo momento credo che Kevin l’abbia regolato ad una velocità media…che tua moglie dimostra di gradire direi…” Fulvio si voltò verso Kevin con aria interrogativa e ottenne subito una risposta precisa:
“Sì, sì, signora già venuta tre volte … “
“Magnifico! Allora alza un pochino la potenza e lasciamola lì ancora una mezz’oretta, mentre noi ce ne andiamo a fumare sul balcone…: mi raccomando Kevin controllo che la telecamera continui a funzionare!

Modificato da whitefeather – 19/1/2018, 10:41

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whitefeather

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Ancora una volta seguii Fulvio sul balcone, dove si accese il solito sigaro: la sua espressione era tornata quella soddisfatta con cui inizialmente aveva accolto il comportamento accondiscendente di mia moglie, espressione che poi era bruscamente cambiata quando Franca aveva rifiutato di essere la protagonista di quella che lui chiamava “maratona del sesso”: evidentemente adesso sentiva di avere nuovamente il controllo della situazione.
“Come hai potuto vedere, in pochi minuti Kevin ha convinto tua moglie a farsi legare a quel trespolo e a farsi usare nel modo più totale: sai come ha ottenuto questo brillante risultato? Semplicemente scopandosela ancora una volta con quel palo che si ritrova: dopo averla fatta venire come una cagna l’ha tranquillamente piazzata sul suo letto, dove aveva preparato la “gabbia” e mentre era ancora frastornata dagli orgasmi l’ha legata mani e piedi per poi infilarle i due cazzi davanti e dietro … poi l’ha imbavagliata, bendata e le ha piazzato le cuffie … il vibratore piazzato direttamente sul clitoride supplisce all’impossibilità della vacca di sgrillettarsi e il resto è venuto da solo: adesso il mio fedele aiutante aumenterà la potenza del vibratore e darà qualche altra pompata ai due giocattoli: scommetto che tra poco la sentiremo urlare a dispetto della palla infilata in bocca … eheheh … “
L’indifferenza con cui Fulvio mi descriveva il procedimento con cui il suo aiutante aveva assoggettato Franca alla loro volontà, avrebbe dovuto farmi capire che si trattava di un copione che i due avevano messo in scena molte volte, frasi come “io di queste cose me ne intendo” o “certe donne sono naturalmente predisposte a certe prestazioni” non potevano che derivare da esperienze ripetute, ma lo stato di eccitazione tipico del cuckold che vedeva realizzarsi le fantasie che da tempo coltivava sulla moglie mi aveva tolto la lucidità e quindi mi limitai ad assentire, con la mente che divagava mentre immaginavo che Franca, finalmente disposta ad assecondare la folle richiesta di Fulvio, vestita con quella che ormai era la sua tenuta standard, calze con reggicalze, scarpe col tacco e trucco da puttana, se ne stava messa a pecora nel furgone parcheggiato in angolo buio del parcheggio di una discoteca con una fila di maschi arrapati che aspettavano il loro turno per adoperarla come sborratoio.
Quando finalmente ebbe finito il sigaro Fulvio rientrò in casa, borbottando tra sé e sé qualcosa come “Dai, andiamo a vedere a che punto di cottura è ‘sta troia…”
Lo seguii nella camera di Kevin: mia moglie era paonazza, i capelli bagnati di sudore, nell’aria aleggiava l’odore delle sue secrezioni, e oramai era chiaro che non era più in grado di godere di quel trattamento forzoso che i due compari le avevano imposto: Fulvio fece un segno a Kevin, che, a favore di telecamera senza tanti complimenti estrasse dalle esauste cavità di Franca i due cazzi gonfiabili: quando i due affari, resi giganteschi dalle numerose pompate che il negro doveva avergli dato, furono fuori Kevin li mostrò con orgoglio al Fulvio, che non perse l’occasione di rimarcare quanto mia moglie fosse sfasciata:
“Hai visto che calibri? Questa troia potrebbe benissimo prendersi nella figa o nel culo un vero cazzo di cavallo … beh, adesso la lasciamo riposare un po’, poi vedremo di ottenere la sua collaborazione per qualche altra performance…”
Mentre Fulvio diceva così, Kevin aveva slegato dalla gabbia le gambe e le mani di Franca, per poi toglierle benda, cuffie e gag di gomma: Franca si raggomitolò in posizione fetale e rimase immobile mentre Kevin la copriva con un lenzuolo e una coperta, senza nemmeno levarle le scarpe “tacco dodici”.
Abbandonata mia moglie sul suo letto Kevin prelevò la SD card dalla telecamera e uscì dalla camera chiudendo la porta, poi se ne andò in cucina dove prese una bottiglia d’acqua dal frigo e iniziò a bersela a grandi sorsate, Fulvio intervenne chiedendogli:
“Ti ha fatto sudare la troia bianca?”
“Oh signora Franca molto buona, lei piaciuto molto e anche a me piaciuta lei … ha figa grande, molto grande …” e si mise a ridere rumorosamente.
Non capivo esattamente cosa intendesse Kevin quando diceva che mia moglie era stata “molto buona” , se cioè LUI l’avesse particolarmente gradita o se lei avesse dimostrato grande entusiasmo quando se l’era trovato davanti con il tarello in tiro, comunque per dirlo con un linguaggio da Tripadvisor la “recensione” era stata positiva, e questo era l’importante … almeno a vedere l’espressione soddisfatta che Fulvio aveva stampata in faccia.
Nelle due ore successive, vale a dire finchè non di fece l’ora di cena, Kevin se ne rimase sul divano guardando la tv, mentre Fulvio smanettava con il tablet: dall’impegno con cui trafficava mi persuasi che doveva averci inserito la card della videocamera e immaginai che le immagini del trattamento cui aveva sottoposto Franca sarebbero presto state di dominio pubblico, ma dato che Franca nel video era bendata la cosa non mi fece preoccupare di un suo eventuale riconoscimento.
Era quasi ora di cena e mia moglie non era ancora uscita dalla camera in cui Kevin l’aveva confinata, mi alzai per andare a vedere come stava: Franca era sveglia, ma mi sembrò piuttosto imbambolata, diciamo che sembrava assente, mi sedetti sul bordo del letto e sottovoce le chiesi:
“Come va, amore?”
La risposta arrivò dopo parecchi secondi:
“Oddio … mi sembra di essere passata sotto a un treno … ho tutti i muscoli indolenziti … e anche li sotto … ma quanto me li ha gonfiati quei cosi?”
“Eh, abbastanza … ma credo che il punto sia che li ha avuti dentro per un sacco di tempo … sicuramente più di un’ora … “
“A me è sembrata un’eternità … mi ricordo che prima Kevin mi ha scopato … ed è stato fantastico … una volta tanto eravamo soli in casa, lui è andato avanti per un sacco di tempo, non so quante volte mi ha fatto venire … dopo mi sentivo stanchissima, mi sono addormentata e quando mi sono svegliata ero qui, legata a quell’aggeggio e piena, davanti e dietro … lui mi ha appoggiato sul grilletto quella specie di frullino e dev’essere stato lì seduto a guardarmi … ogni tanto dava una pompata ai cosi … non so come, ma sono venuta ancora, credo un paio di volte, ma dopo un po’ era solo un fastidio, ma non potevo parlare … con quelle cuffie non sentivo niente … non sapevo nemmeno se c’era solo lui o se eravate tornati … è stata una sensazione terribile …”
C’era qualcosa che non mi quadrava: a differenza di quello che capitava a me, che dopo una scopata, per quanto rapida fosse, mi addormentavo di schianto, Franca restava sempre bella sveglia, anche se l’ “Incontro ravvicinato” si era svolto in tarda sera, non parliamo poi di quando scopavamo al pomeriggio, orario in cui la disponibilità di mia moglie verso certe attività era sempre stata massima … cominciavo a pensare che per assicurarsi la collaborazione di Franca, Fulvio avesse detto a Kevin di farle bere qualche farmaco atto a renderla totalmente incapace di opporsi ai suoi manipolatori, ma come fare per scoprire se la mia ipotesi era corretta?
Franca finalmente si alzò dal letto, con una smorfia di disgusto si tolse le scarpe con il tacco dodici e reggendosi a me si fece accompagnare in bagno, dove si infilò nella doccia.
Io tornai in soggiorno, dove Fulvio e Kevin mi accolsero con un allegro “Cosa si mangia stasera?”
Ovviamente non me la sentivo di chiedere a mia moglie di mettersi a cucinare, per cui approfittammo dei servizi di Foodora e un’oretta dopo eravamo seduti a tavola: Franca dopo la doccia si era messa una tuta da casa, in quella tenuta non sembrava certo la porcona che per due giorni avevamo avuto in giro per casa, ma era chiaro che il trattamento subito era riuscito a saziarla al di là di ogni possibile interesse per ulteriori prestazioni erotiche: il suo “body language” era talmente chiaro che Fulvio colse l’occasione per proporre a Kevin di andare a farsi un giro:
“Beh, stasera assaggeremo un po’ della vita notturna di Milano, voi riposatevi che ve lo siete meritato, anzi, siccome potremmo far tardi, dammi le chiavi che così quando rientriamo non vi svegliamo!”
Non immaginavo quello che in realtà i due avevano programmato, diedi loro le chiavi e con Franca ci piazzammo sul divano guardando la tv … mi sentivo molto stanco, e mentre nella mente mi veniva in mente che se noi fossimo andati a letto nella nostra camera, al loro ritorno Fulvio e Kevin non avrebbero avuto un posto dove dormire, dato che la camera degli ospiti era attrezzata con un letto singolo … fu l’ultimo pensiero, con il quale mi addormentai di schianto.
Mi risvegliai l’indomani mattina … di solito alle 7:30 sono sveglio ma la luce e i rumori mi dicevano che doveva essere molto più tardi: contollai sul cellulare: erano le dieci passate! Non era possibile, avevo passato l’intera notte sul divano, evidentemente mia moglie se n’era andata a letto perché non era sul divano con me … però era strano … le dieci passate e Franca era ancora a letto … faticosamente mi alzai per andare nella nostra camera … ma era vuota! Di Fulvio e Kevin nessuna traccia, anche i loro bagagli erano spariti, il cassetto in cui Franca teneva la lingerie vuoto … con il cuore in gola tornai in soggiorno: un biglietto sul tavolo diceva: “Ciao caro, prendiamo la troia in prestito per qualche giorno, stai tranquillo, non le faremo male ma tu non fare nulla: controlla la mail!”
Dopo qualche minuto passato a darmi i pugni in testa per la dabbenaggine di avere accolto quei due in casa mia accesi il pc e controllai la posta: una mail arrivata alle 05:13 aveva per oggetto “Troia in prestito” : diceva più o meno le stesse cose del biglietto, ma aveva anche degli allegati: ne aprii uno e rimasi di sale: era una delle foto che io stesso avevo scattato a Franca nei due giorni precedenti, ce n’era anche una con Franca “ingabbiata” sul letto di Kevin e i cazzi gonfiabili dentro di lei … e in quella c’ero anch’io, un po’ defilato ma riconoscibilissimo … era chiaro il significato: vai pure alla Polizia, ma quando queste foto saranno di pubblico dominio avrai delle belle spiegazioni da dare … stai buonino e non vi sputtaneremo più di un tanto …
Risposi alla mail scongiurandoli di restituirmi Franca, di non farle del male, gli offrii i non molti soldi che avevamo in banca … qualche migliaio di euro, ma non ci fu alcuna risposta
Ebbero inizio così i giorni più lunghi della mia vita: continuavo a controllare sul telefono l’eventuale arrivo di una mail, il cellulare di Franca era rimasto a casa, inutile quindi cercare di contattarla: telefonai in studio per dire che avevo avuto un lutto in famiglia (lo stato d’animo era quello) e che sarei stato assente fino al lunedì successivo (era mercoledì, allora mi illudevo che l’incubo sarebbe durato solo pochi giorni) e iniziai ad arrovellarmi su come potevo fare perché Franca tornasse a casa al più presto, ma di idee non me ne venivano, era una situazione totalmente imprevista, che non mi era mai nemmeno lontanamente passata per la testa … ero disperato, i bastardi non si fecero più sentire fino alla mattina seguente, quando verso le tre mi arrivò un’altra mail: mi dicevano che la troia aveva capito che doveva fare la brava, che contavano sul fatto che l’avrei fatto anch’io e allegavano un paio di foto di Franca: era irriconoscibile perché le avevano tagliato i capelli ed era tinta in biondo chiaro: così, senza trucco, con due tremende occhiaie aveva un’aria da derelitta …
Risposi nuovamente offrendo ancora i soldi che avevo, ma non mi risposero nemmeno questa volta.
Cercai, tramite la mail, di identificare l’indirizzo I.P. e quello che venne fuori fu un’ulteriore mazzata: l’I.P. era identificato a Timisoara, in Romania! I tre dovevano aver viaggiato tutta per una notte e un giorno per percorrere i 1200 km (con l’attraversamento di tre diverse frontiere) che separavano casa nostra da quell’oscuro paesello … mi pareva impossibile ma c’era un sistema per saperlo: mi precipitai al cassetto in camera da letto dove io e Franca conservavamo i passaporti: erano spariti entrambi, quindi l’espatrio di mai moglie era avvenuto con la massima semplicità, tenendola addormentata e facendole attraversare le frontiere di Slovenia, Croazia e Romani di notte sarebbe potuta passare per una qualunque viaggiatrice stanca del lungo tragitto: un rapido sguardo al passaporto italiano, un pila puntata in faccia … la foto che corrispondeva alla bella addormentata … prego signori … chissà che targa aveva l’auto con cui viaggiavano … e avendo sottratto anche il mio di passaporto ero nell’impossibilità di cercare di andare sul posto …
Rimasi chiuso in casa per altre 24 ore, fortunatamente nessuno telefonò e quindi non dovetti inventare scuse per giustificare l’assenza di mia moglie e la mia presenza in casa.
Fumavo una sigaretta dietro l’altra, bevevo solo caffè e non mangiavo … nemmeno mi facevo la barba, quando passavo davanti allo specchio mi facevo paura … la terza mattina, sempre intorno alle tre, arrivò la terza mail, che diceva testualmente:
“La troia finalmente è pronta, ti piace?”
In allegato una serie di foto: avevano applicato dei piercing ai capezzoli di Franca, due anelli da almeno due cm di diametro e lo stesso avevano fatto alle piccole labbra, dove gli anelli erano due per lato, e sul clitoride: nell’ultima foto, d’insieme, Franca indossava degli stivaloni di vernice nera a mezza coscia, con il solito tacco vertiginoso, era truccata con rossetto, fard, ombretto, ciglia finte … il solito reggicalze e un reggiseno “carioca” di quelli che sostengono le tette da sotto ma senza quasi coprirle, lasciando i capezzoli e i piercing bene in vista. Alle sue spalle una finestra chiusa da degli scuri di legno: era chiaro che si trattava di una casa vecchia, probabilmente non in città ma in campagna …
Eravamo a venerdì, il sabato mattina, ma più tardi del solito, ancora una mail: le solite poche parole di derisione (Ciao, ti stai facendo un sacco di seghe con le foto della troia? Allora guarda questo video, ti piacerà!): nel breve video allegato potei vedere Franca, con addosso le solite (poche) cose, messa a pecora su un letto accostato ad un muro scrostato, stava succhiando il cazzo ad un uomo di cui non vedevo il volto ma che dalla pancia si indovinava di mezza età, che indossava una maglia di lana e si era solo abbassato i pantaloni senza toglierseli mentre dietro di lei un’altra figura maschile, sempre senza volto ma molto verosimilmente piuttosto giovane, la scopava, non si capiva se in figa o nel culo, con dei colpi tremendi che costringevano mia moglie a inghiottire fino alle palle il cazzo del più vecchio, che cercava di afferrare con le mani le tettone di mia moglie, che ballavano talmente forte sotto i colpi del ragazzo da sfuggirli continuamente: finalmente le mani dell’uomo afferrarono direttamente i piercing dei capezzoli, si sentì Franca strillare dal dolore, e quindi cercare di stare il più ferma possibile, con il cazzo dell’uomo piantato in gola, mentre il ragazzo terminava la monta con una raffica indiavolata di va-e-vieni, al termine della quale dovette venire perché dopo pochi istanti lo vidi estrarre il cazzo per poi pulirselo strusciandolo sulle natiche di Franca: inorridii notando che il giovane aveva scopato, mia moglie senza profilattico, pochi istanti dopo anche il più vecchio venne, si capì dal fatto che afferrò la testa di mia moglie, costringendola ad inghiottire il succo dei suoi coglioni: doveva essere la prima donna che gli capitava a tiro da molto tempo perché anche con il sonoro scadente in parte coperto dai colpi di tosse di Franca sentii il vecchio dirle qualcosa come “Inghite, inghite totul!” la poveretta a momenti soffocava, mentre abbondanti fili di sborra le fuoriuscivano dalla bocca, finendo sul golf del vecchio: era chiaro che Fulvio aveva “messo a reddito” mia moglie, che non essendo una giovanissima poteva essere offerta solo in quanto disponibile a prestazioni più spinte di quelle di una normale puttana da marciapiedi, infatti quando i due ebbero finito e Franca si lasciava cadere sul giaciglio si sentì, proveniente probabilmente da vicino alla telecamera, la voce di Fulvio che le diceva:
“Ehi troia, fila a darti una ripulita, che i clienti non hanno mica tempo da perdere…”

Ero sempre più disperato, immaginavo il dolore che Franca doveva aver provato quando le avevano messo i piercing, e quello che doveva sentire adesso, adoperata senza riguardi e con i piercing ancora freschi di applicazione … ma capivo che i due bastardi non potevano aver messo gli occhi su mia moglie solo per avere una donna da far prostituire, merce non precisamente rara, cominciavano a ritornarmi nella testa le frasi che avevo sentito dire a Fulvio, a volte rivolte a me, altre fra sè e sé … ricordavo benissimo che aveva detto che “in quei buchi sfasciati potrebbe prendersi un vero cazzo di cavallo” e la mia angoscia divenne totale.
Da ormai tre giorni Franca mancava da casa, ero passato dallo stato di eccitazione perenne in cui ero vissuto da quando Fulvio e Kevin erano arrivati a casa nostra alla più profonda prostrazione: per seguire le mie inclinazioni di guardone e cuckold avevo causato il rapimento di mia moglie e la sua messa in stato di schiavitù in uno dei paesi con la criminalità più crudele d’Europa: non potevo andare sul posto a cercarla, non potevo andare alla Polizia in Italia perché avrei dovuto raccontare come si erano svolti i fatti e, se c’era uno spiraglio per una soluzione positiva della situazione, se fossi andato a raccontare com’era che quei due erano arrivati a casa mia per poi drogarci e portarsi via mia moglie oltre a prendermi dell’imbecille e del cornuto contento, rischiavo l’accusa di concorso in sequestro e riduzione in schiavitù di mia moglie … insomma mi sentivo totalmente impotente e l’unico momento di relativo sollievo era quando i suoi carcerieri mi mandavano le mail i cui allegati dimostravano solo che Franca era viva, anche se totalmente schiavizzata e nel peggiore dei modi possibili.
Alla mattina della domenica guardai ancora una volta la posta: ancora una mail, solite frasi in cui venivo invitato a guardare le prodezze di mia moglie, con un’aggiunta: “E’ diventata la troia più richiesta della citta!” una serie di foto prese abbastanza da lontano, in cui Franca, o almeno una donna bionda con i capelli corti che poteva passare lei, era in piedi su una strada in aperta campagna, indossa un giaccone lungo nero, alle sue spalle un rado boschetto e una stradina sterrata che si perdeva tra i prati con in fondo una casupola, una seconda foto in cui un’auto tutta sporca ha imboccato la stradina sterrata ed è ferma accanto alla donna, nella foto seguente la donna sale in auto … di nuovo un video, inquadratura fissa come nel precedente: due uomini corpulenti sono sdraiati sul lettino, mia moglie è a sandwich in mezzo a loro: è chiaro che la stanno penetrando in contemporanea, dal video non capisco se i loro cazzi sono in figa e in culo o entrambi nella figa: di sicuro Franca dev’essere pienissima, la testa è appoggiata sul petto dell’uomo che sta sotto, che si muove appena, lasciando al compare l’incarico di stantuffare mia moglie, che all’improvviso inarca la schiena e caccia un’urlo: i due restano ancora qualche secondo dentro di lei, poi con una certa fatica date le dimensioni e l’età, si alzano e dopo aver rinfoderato i cazzi nei pantaloni se ne vanno: il video si chiude su un cestino pieno di banconote per me irriconoscibili.
Continuavo a tormentarmi per la mia stupidità, nei video avevo visto chiaramente che nessuno dei clienti di Franca usava il preservativo: quei maledetti se ne fregavano di quello che sarebbe successo: mia moglie era solo un buco da vendere a tutti quelli che avevano voglia di provare una matura signora che si poteva costringere a fare qualunque cosa …
Lunedì tornai al lavoro, i miei dipendenti videro subito che ero stravolto e non riuscirono a capire che potesse essere il parente di cui avevo comunicato la scomparsa e per il quale il loro principale doveva avere un affetto fuori dal comune viste le condizioni in cui era tornato al lavoro: spiegai che non avevo voglia di parlare altro che di lavoro e il mio desiderio fu rispettato: ogni ora davo un’occhiata al telefono ma non vedevo altre mail; ero terrorizzato, ma verso le sei di sera arrivò la mail tanto attesa: in allegato la foto un biglietto aereo Wizz air Timisoara – Bergamo intestato a Franca, per il venerdì successivo, con partenza alle 06:10 del mattino e arrivo a Orio al Serio alle 06:55: non potevo sapere se quello fosse un diversivo, un metodo per prendere tempo e sparire senza più farsi vivi o se fosse una promessa, so solo che all’improvviso ritornai lucido: telefonai al mio avvocato, e andai a raccontargli TUTTA la storia, per salvare un minimo di amor proprio inventai che avevo dovuto chiedere un prestito che non avevo potuto restituire nei tempi concordati e che per questo motivo due uomini avevano prelevato mia moglie e l’avevano portata in Romania: una volta pagato il debito mi avevano fatto sapere che Franca sarebbe tornata in Italia con l’aereo di venerdì prossimo: era possibile fare una segnalazione alla polizia rumena per cercare di fermare chi avrebbe accompagnato mia moglie all’aeroporto: speravo che data l’ora non ci sarebbe stata chissà che folla e se a portare Franca in aeroporto fosse stato Kevin o Fulvio ne diedi una descrizione abbastanza precisa … soprattutto quella di Kevin.
Gianpaolo, il mio avvocato, alla fine del mio racconto trasecolò, anche perché non gli risultava che avessi ami avuto problemi finanziari, ma accettò di credere alla mia storia, mi fece firmare qualche foglio e promise che avrebbe parlato con un sostituto procuratore con cui era in buoni rapporti in giornata: risollevato rientrai in studio e ripresi a lavorare, ma ad arrivare alla mattina del venerdì sarebbe stata davvero dura … e ancora non sapevo quanto!
Alla sera l’avvocato mi chiamò dicendo che l’indomani sarei dovuto andare in tribunale per mettere a verbale quello che gli avevo raccontato, ci demmo appuntamento e ci salutammo: mi sembrava che le cose avessero preso una buona piega, ma di lì a poco mi sarei dovuto ricredere.
Poche ore prima di uscire per andare in tribunale arrivò una mail dal solito mittente , in oggetto le parole “Troia alla monta”
Niente testo, solo un video, un po’ più “pesante” dei precedenti: la prima inquadratura era di un cortile in campagna, poi la videocamera si dirigeva verso un portone di legno, semi aperto ed entrava: qualche secondo per adattare il diaframma alla zona meno luminosa e finalmente si cominciò a capire il soggetto: era l’interno di una stalla, con pavimento in terra battuta e un po’ di paglia qua e là, una parete di grosse assi di legno alta un metro e mezzo circa: all’improvviso si accesero delle luci e fu chiaro che tutt’attorno seduti su delle balle di fieno c’erano degli uomini, di cui non si vedevano i volti, nascosti dalla tesa di larghi cappelli: dopo qualche secondo ecco comparire Franca: indossa dei pantaloni di pelle come quelli che i mandriani usano quando devono marchiare i vitelli, lunghi fino a terra ma aperti davanti e dietro, le tettone con gli anelli sono evidenziate dal solito reggiseno aperto davanti, è truccatissima, un trucco quasi teatrale: al collo un collare di cuoio nero a cui è attaccato un laccio di pelle intrecciata: la conduce un uomo che non ho mai visto, o meglio che non ho mai visto in volto, ma ha una maglia di lana verde … con delle macchie sul davanti … l’uomo porta Franca in mezzo alla stalla, la fa sdraiare su una balla di fieno coperta da una coperta di lana, poi lega il capo del laccio ad un gancio in alto sulla parte di legno e se ne va: un proiettore illumina mia moglie mentre le luci si spengono: un’altra figura compare dal buio: ha in mano due grossi coni segnaletici a righe bianche e rosse, di quelli che si usano nei cantieri autostradali: gli spalma sopra qualcosa di appiccicoso e ne appoggia uno al buco del culo di mia moglie: con qualche sforzo riesce a farle entrare il cono fino alla seconda riga bianca: Franca sobbalza ma sopporta: ha le mani libere e accenna a sgrillettarsi mentre l’uomo fa girare alternativamente in senso orario ed antiorario il cono: pian piano l’assurdo oggetto si insinua dentro al retto di mia moglie per qualche centimetro ancora: il “servente” sembra soddisfatto, con un metro a nastro misura la circonferenza del cono subito fuori dal culo di Franca, poi guarda il nastro e declama una cifra nella sua lingua: il pubblico applaude e grida, mentre mia moglie resta sdraiata a gambe larghe, e la telecamera insiste sul particolare del suo perineo sformato: finalmente il cono viene rimosso: il buco del culo di Franca resta aperto per un’eternità, poi accenna a chiudersi ma ha degli spasmi continui sembra la bocca di un grosso pesce fuori dall’acqua: quando finalmente riesce a riprendere delle dimensioni umane il servente prende l’altro cono: il video si interrompe su questa scena: resto allibito e sconfortato, ma nell’illusione che di lì a qualche giorno mia moglie sarebbe ritornata mi permetto il lusso di riguardare il video … e per mia vergogna mi ritrovo eccitato dallo spettacolo.
In tribunale racconto la mia storia al giudice, che mi tempesta di domande: mi chiede anche le pezze d’appoggio bancarie del prestito che avrei restituito … interviene l’avvocato: “Dottore – dice – è chiaro che l’operazione è stata condotta tutta cash contro cash … “ ma il Procuratore non sembra convinto, mi chiede se ho avuto notizie di mia moglie da quando è stata “rapita” : maledizione io non ho parlato delle mail a Gianpaolo e adesso non so cosa dire … mi domando se sia possibile far sparire gli allegati e inoltrare le mail senza … non so cosa dire, alla fine cerco il male minore e rispondo “Mi han mandato una mail …con la foto del biglietto aereo…” e adesso? E se mi sequestra il pc … pieno di foto di Franca in tutte le versioni, da “modella glamour” a 30 anni , fino a “porcona totale” a 50 … Il magistrato drizza le orecchie, spiega subito che la Polizia Postale può risalire alla località da cui la mail è partita … vuole il pc al più presto: ne assicuro la consegna … in giornata … per fortuna non mi fa andare a casa con i Carabinieri: dopo altre domande mi lascia andare raccomandando di portare il pc al più presto … corro a casa, cancello le mail compromettenti dalla mia casella, cerco anche quelle inviate e le cancello, poi prendo il pc di Franca, usato praticamente solo per l’Home Banking e la contabilità del mio studio: nella mia casella mail è rimasta solo quella con il biglietto … il mio pc lo apro, tolgo l’hard disc, che nascondo sotto una tegola del tetto passando dalla cabina dell’ascensore, il resto lo butto via, poi porto il pc di Franca al magistrato.
Torno in studio, i collaboratori sono ben impostati, che lavorino loro, io ho altro da fare, uso il tablet di Franca per monitorare la casella di posta: le notifiche si sprecano, ma sono quelle di Pinterest o dei canali youtube a cui mia moglie è iscritta: tonato a casa alzo al massimo il volume delle notifiche e cerco di dormire: verso le due arriva la mail: la inoltro ad un’altra casella e la cancello, poi guardo l’allegato: è la continuazione del video della sera precedente, inizia con Franca sdraiata sulla balla di fieno, ma CAZZO, è vestita diversamente! I pantaloni da vaquero del primo video erano neri, questo sono pezzati … anche la coperta sulla balla di fieno è un’altra … porca miseria, sto vedendo in vari spezzoni DIVERSE esibizioni … infatti stasera assisto all’introduzione del cono nella figa: lo stesso ragazzo, ma, a conferma della successione temporale, vestito diversamente … la scena è comunque simile a quella di ieri: il ragazzo manovra per fare entrare nella figa di Franca il “solito” cono segnaletico: a occhio entra ancora meglio di quello che le aveva ficcato nel culo la sera prima … infatti il ragazzo a un certo punto con il solito metro a nastro misura la circonferenza del cono vicino all’ostio vaginale, teso all’inverosimile: la misura, ad occhio supera i 20 centimetri: il ragazzo mostra il nastro al pubblico che applaude e grida coprendo la dichiarazione della misura, comunque dopo questa scena stavolta il video non si interrompe: l’uomo con la maglia verde entra in scena e prende il laccio di pelle legato al collare di Franca: senza troppa grazia la costringe ad alzarsi, poi la fa camminare fino alla parete di legno: dopo aver agganciato il laccio il più in alto possibile le passa due lacci intorno ai polsi e glieli lega a due ganci più o meno a un metro e venti d’altezza: mia moglie è immobilizzata con la testa in alto e le braccia all’altezza delle spalle, l’uomo con uno schiaffo sulla pancia la costringe ad arretrare col culo e con un calcio le fa allargare le caviglie: il video si interrompe ma ormai è chiaro quale sarà il seguito….
Spero, dato l’orario, di essere stato l’unico a vedere l’allegato, cancello anche la posta inviata e mi rimetto a dormire … maledizione la scena del video me l’ha fatto venire duro … ma che razza di pervertito sono … mia moglie a mille kim da casa, in mano ad una banda di criminali che l’hanno sequestrata e l’ adoperano come fosse un animale da circo e io mi eccito … alla mattina vado in ufficio, cerco di prendere in mano la situazione, ma lo capiscono tutti che il capo è fuori … completamente …
Telefono a Gianpaolo, l’avvocato, gli dico quello che non ho detto al sostituto procuratore, lui è incredulo:
“Come la fanno prostituire?! Ma scusa tua moglie non ha cinquant’anni o giù di lì? Per carità, portati bene … ma …insomma …e ti hanno mandato un video? Ma stai scherzando? Ma scusa con che gente sei coinvolto, signore iddio … “
Non so se Giampaolo, vecchio amico di famiglia, sia la persona adatta per scaricarmi la coscienza, ma non vedo alternative: prima di cominciare a vuotare il sacco gli domando:
“Mi confermi che sei tenuto al segreto professionale … nei riguardi di chiunque?”
Gianpaolo diventa rosso come un peperone: lo conosco e so che è un brutto segno: mi chiede:
“Ma stai scherzando? Per chi mi prendi? Certo che sono tenuto al segreto, razza di imbecille, si può sapere cosa mi hai tenuto nascosto?!”
Ormai non posso più tornare indietro, inizio dal principio, dalle prime foto di Franca giovane messe in rete, di quando ho conosciuto Fulvio, le chiacchiere, i complimenti … io che credendolo un innocuo espatriato che si gode la pensione al sole gli faccio vedere altre foto … Gianpaolo prende appunti … racconto dei giocattoli che Fulvio mi spinge ad usare con Franca, racconto di lei che gradisce la novità … e infine racconto dell’incontro fisico con Fulvio … e con Kevin, che “conquista” Franca e dopo pochi minuti dall’incontro se la scopa alla grande … tralascio l’iniziazione al fisting, tutto sommato un dettaglio trascurabile, racconto invece della “gabbia” di bambù e del sospetto, poi divenuto certezza, dell’uso del sonnifero … e infine vuoto il sacco su TUTTE le mail e i relativi allegati … compreso l’ultimo … mi offro di mostrarglieli, ma mi fulmina con lo sguardo:
“No, caro, io non ne voglio sapere di queste cose, facciamo così: al sostituto procuratore hai già raccontato qualcosa, lo conosco bene, non è certamente un maniaco come il dottor Tommaseo del commissario Montalbano, quindi se non ci saranno strani sviluppi non si farà troppe domande, speriamo che le prossime mail non vengano deviate direttamente sul sito della Polizia Postale, altrimenti sarai nei guai … ma invocherai il buon nome di tua moglie e tutte le varie storie inerenti e magari ti crederanno … adesso però l’importante è che tu lasci fare tutto a me, per tuo conto, e al procuratore per quello che riguarda le indagini per trovare i gentiluomini che hanno tua moglie … hai capito…?”
“Sì, ho capito, ma guarda che i tempi sono stretti: quelli accompagneranno mia moglie all’aeroporto tra la sera di giovedì e il venerdì mattina … la polizia del posto è in grado di intervenire o è corrotta come si dice?”
La risposta non mi tranquillizza di sicuro: “Dipende…” dice Gianpaolo …
“Da cosa?!” gli domando io …
“Ci sono varie polizie … la locale, la statale, quelli dell’Interpol … speriamo che il procuratore abbia un contatto sicuro … di più non ti so dire”
Sono ancora più disperato, torno in studio, dove combino poco o niente, poi torno a casa e inizia l’attesa … non so più se aspetto la mail per sapere che tutto procede bene o per vedere cosa faranno fare a Franca …
Verso le tre del mattino il tablet ronza: è una mail: mi precipito, senza nemmeno leggerla la inoltro all’altra mia casella, poi la cancello: ho impiegato meno di due minuti, incrociamo le dita …
Stavolta non c’è l’oggetto ma un allegato e un breve testo:
“Domani, dopo l’ultimo spettacolo, ti rimandiamo la troia … sai comincia a prenderci gusto ma ormai li ha provati tutti
IL SEGUITO DEL RACCONTO NON OTTEMPERA AL REGOLAMENTO DI QUESTO SITO, PERTANTO VIENE PROPOSTO A QUESTO INDIRIZZO:
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