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Racconti EroticiTradimento

Un diario in mansarda

By 26 Gennaio 20232 Comments

Ogni tanto bisogna mettere le cose a posto e stavo trafficando in mansarda tra scatole ed altri oggetti cercando di selezionare le cose da buttare via.
Trovavo cose vecchie e e altre di cui non ricordavo nemmeno l’esistenza.
Ogni volta che aprivo uno scatolone era una scoperta.
In uno scatolone tra libri, pezzi di carta e vecchi quaderni . Cercando di capire cose fossero notai un vecchio quaderno da cui spuntava l’angolo di quella che sembrava una foto. Il quaderno era chiuso da un elastico; incuriosito l’ho aperto e da esso sono scivolate tre foto. Erano di mia moglie giovane e dalla data dietro riportata erano state scattate in una estate durante il suo periodo universitario.
Guardai il quaderno e mi resi conto che fosse una vecchia agenda giornaliera
Tornai alle foto con più attenzione; conoscendo abbastanza il “passato” di mia moglie doveva essere stata scattata dal suo ex fidanzato, Pietro. In realtà di uomini ne aveva conosciuti abbastanza , ma di fidanzati ,prima di me, c’era stato solo lui.
Era ritratta sul bagnasciuga mentre usciva dall’acqua. Avena una pinna per mano ed indossava solo dei piccoli slip. Le tette non erano grandi come dopo la nascita dei nostri figli ma erano di discrete dimensioni. Per il resto poco da dire : gambe toniche lunghe ed un culo da urlo. Ancora oggi è così Le ho guardate e riguardate. Poi ho guardato l’agenda, da quel che conteneva mi resi conto che fosse un diario.
Non avrei dovuto farlo ma ero troppo preso.
L’ho sfogliato velocemente, copriva il suo periodo universitario le date erano messe a mano non corrispondendo a quelle marcate nell’agenda.
Quasi giorno per giorno riportava qualcosa. A volte solo poche righe, a volte solo un esame sostenuto ed il relativo voto, a volte pagine scritte che raccontavano dettagliatamente eventi importanti della sua vita.
Scorrendo velocemente arrivai a un testo strettamente collegato alle foto; per questo le aveva tenute.
Diceva così.
Oggi è stata una giornata particolare; è’ una settimana che siamo in Puglia in queto bellissimo isolato campeggio
Pietro ed io siamo stati in una bellissima caletta lontana da tutti gli altri turisti. C’era un’ acqua splendida ed aravamo soli. Su consiglio di Pietro, che ho accettato subito, mi sono tolta il reggiseno ed ho preso il sole solo con gli slip. Si stava benissimo. Poi volevo fare il bagno, ma Pietro non voleva farlo. Allora ho preso le pinne e mi sono immersa e ho nuotato in quella deliziosa acqua trasparente.
Quando sono uscita ho visto Pietro, che era a pochi metri da me seduto sull’ asciugamano con la macchina fotografica che mi stava scattando delle foto. Il primo pensiero fu : no ; se mi avessero visto cosi i miei genitori mi avrebbero fatto interrompere l’università, ma d’ altre parte pensai che non avrebbero mai potute vederle e quando Pietro mi disse di fermarmi per farne alcune non mosse mi fermai e lui fotografò.
Sarà stato il sole saranno stati i miei ormoni giovanili sentii un fremito nel corpo. Volevo fare l’amore.
Mi sono avvicinata a Pietro e notai con piacere che anche il suo Willy era sveglio. Velocemente mi sono seduta a gambe aperte su lui.
Lui ha guardato in giro per assicurarsi non vi fosse nessuno poi mi ha baciato. Le nostre lingue si sono incontrate e in meno di niente stavamo entrambi ansimando pesantemente. La sua mano mi si è appoggiata dietro la schiena per tirarmi a lui e la sua bocca
ha subito attaccato il mio capezzolo sinistro mentre l’altra mano andava a lavorare sulla tetta destra.
Poi una mano è scesa ad accarezzarmi tra le cosce e ha inserito le dita nel mio costume cominciando a giocare con le mie intimità.
Ho stretto le gambe imprigionandola e gli ho dato un bacio profondo e forte sulla bocca forzando le sue labbra e le nostre lingue si sono incontrate.
Mi ha spinto indietro; con una manovra da contorsionista mi sono tolta il costume tornando suliui che intanto aveva liberato il cazzo facendolo uscire dal costume. Avevo la passera bagnata e mi strofinavo su lui e sul suo uccello mentre ha ricominciato a succhiarmi le tette.
Poi si è tirato indietro e mi ha fatto stendere, Si è messo tra le mie cosce aperte e ha leccato con maestria la mia vagina e la clitoride.
Pensavo di venire cosi ed invece mi ha lasciato interrompendo il mio piacere. Mi ha riportato su lui e ho allargato le gambe mettendomi sul il cazzo.
Mi accarezzava con le dita le grandi labbra. L’ho supplicato di metterlo dentro, di amarmi
Ha puntato il cazzo e mentre ci siamo baciati dolcemente con una forte spinta è entrato in me. Ho iniziato a muovere i fianchi su e giù mentre lui continuava a fottermi con forza. Sentivo la fica stringergli l’uccello rifiutando di lasciarlo andare. Abbiamo scopato selvaggiamente, i nostri corpi si muovevano all’ unisono.
Ormai gemevo così forte che Pietro mi ha detto: attenta, ci possono sentire. Ho guardato in giro ,non c’ era nessuno, ma ho cercato di controllare le mie urla di piacere.
Abbiamo scopato per circa dieci minuti prima che io
sentissi quel fremito particolare tra le gambe che mi avvisava del prossimo piacere. Gl dissi di continuare che stavo venendo e sentii il cazzo sussultare nel suo orgasmo mentre veniva profondità in me sapendo che prendevo la pillola ed anch’io godetti pazzamente
Poi sono scivolata su lui e ci siamo brevemente addormentati l’uno nelle braccia dell’altro.
E’ stato bellissimo
Mi aveva colpito quello che ho letto pensando che queste cose con lei non le avevo fatte io.
Andai a leggere le pagine più avanti.
Dopo qualche giorno di brevi appunti trovai un lungo scritto
Raccontava di dove si trovasse, era sempre li, poi proseguiva con una frase stordente: oggi, non avrei voluto, ma ho tradito Pietro e al di là del senso di colpa mi è piaciuto.
Mancano quattro giorni al nostro rientro a casa e questa sera dopo aver mangiato e bevuto, molto, qualcuno propose di andare in spiaggia. Acconsentii pensando che anche Pietro fosse d’ accordo, ma disse che non aveva voglia e che mi avrebbe aspettato sveglio se fossi tornata presto altrimenti avrebbe dormito, ma di non preoccuparmi di dover per forza rientrare subito. Che dolce, mi ama.
Prendemmo gli asciugamani ed andammo in spiaggia sedendoci sulla sabbia. Alla fine eravamo in otto. cinque uomini e tre donne ,ma dopo pochi minuti rimanemmo prima in quattro e poi in due: Luca ed io.
Luca è il nostro vicino di tenda. Non fa tanto amicizia perché se la tira un po’ troppo.
Devo dire che è un gran bel ragazzo. Alto e un bel fisico da sportivo e due occhi da paura.
E’ conscio del suo essere e poi deve avere un bel pò di soldi di famiglia che certo lo aiutano in sicurezza .E’ milanese e frequenta il terzo anno della Bocconi a Milano , mentre Pietro ed io siamo all’università di Bari
Quando vuole, poche volte, sa essere simpatico ma non piace molto ai ragazzi; alle ragazze visto quelle che ha intorno non deve dispiacere.
La cosa che colpisce di lui oltre al fisico sono i suoi costumi da bagno. A differenza degli altri che indossano boxer o pantaloncini lui ha sempre su slip minimali o pantaloncini elasticizzati; in tutti e due i casi viene evidenziata una grossa forma sotto il tessuto, una forma spropositata.
Deve saperla usare bene visto che dalla nostra tenda quasi tutte le sere abbiamo sentito urletti piaciuti , e non era sempre la stessa voce. Io sentivo ma non dicevo nulla e Pietro, anche lui doveva sentire, faceva finta di nulla, ma io ero curiosa mentre lui forse come altri ragazzi rodeva
Eravamo ciascuno sulla propria asciugamano ,vicino alla riva, illuminata dalla luna e parlavamo e scherzavamo
Come in un gioco siamo passati a parlare scherzosamente di cose più intime: del mio fidanzato e delle sue ragazze. Non so come siamo arrivati a parlare dell’importanza delle dimensioni del pene. Io asserivo che l’importante è come venga usato; avevo avuto altre ragazzi e pensavo di parlare con cognizione di causa . Lui sosteneva che non fosse sufficiente. Batti e contro ribatti disse: adesso ti faccio vedere una cosa e poi vediamo.
Rimasi muta quando da seduto abbassò i pantaloncini facendo uscire la sua banana. Una così non l’ avevo mai vista ,forse in qualche porno, ma non potevo sapere quanto fosse vera.
Disse :vedi? Questo fa la differenza. Ero attonita. Si avvicinò a me e prendendomi una mano la portò al suo uccello: tocca.
Non so se perché lo toccassi o se fosse già in procinto di eccitarsi la vidi ergersi. Era in ombra, ma potevo vedere che non era solo molto lunga ,era anche molto larga. Ero senza parole quando con la mano la avvicinò alla mia guancia.
Mi fu istintivo prenderla con una mano e portarla alla bocca. Ho fatto fatica ad imboccarlo: troppo grande.
Si allungò sull’ asciugamano trascinandomi. Aveva la schiena appoggiata sulla sabbia mentre omaggiavo il suo idolo. Era molto grande .Ho iniziato a leccarlo dall’ alto e a scendere sino alle palle che erano dure come noci. Poi sono risalita e ho aperto la bocca cercando di farlo entrare in profondità quanto più potevo.ma non riuscivo a prenderne più di tanto data la larghezza
La mia bocca non era mai stata così piena e così in difficoltà.
il suo cazzo grondava della mia salivazione, Non è durato molto , Quando mi sono dedicata completamente al glande succhiandolo e leccandolo aiutandomi con la mano per segarlo l’ho sentito fremere e la mia mano l’ ha sentito gonfiarsi . Ero pronta a berlo,
mi piace lo sperma. Ne usci talmente tanto da non riuscire a ingoiarlo tutto e mi è tracimato dalle labbra.
Aveva un buon sapore, però.
Non mi ha dato il tempo di pensare. Mi ha spinto di schiena sull’asciugamano, ha spostato le mutandine che indossavo sotto la leggera gonnellina e la sua lingua ha leccato le labbra della mia passera; leccava senza toccare la mia clitoride.ma quando lo ha fatto ho visto le stelle. In un attimo mi sentii pronta a godere ma la sua lingua mi ha lasciato .
Si è sollevato portando con se le mie mutandine e poi ha appoggiato il cazzo sulla mia apertura. Il glande me l’ha aperta e ha spinto un po’ più forte sino a farlo entrare. Ho iniziato a godere subito. Non avevo mai avuto un orgasmo cosi velocemente. Da quel momento fu un simil orgasmo continuo; venivo così forte che le mie gambe tremavano e stavo urlando dal piacere tanto che mi tappò la bocca con la sua.
Luca non poteva o non voleva stare fermo e continuava a spingerlo dentro cercando uno spazio che non esisteva. Ogni volta che entrava e usciva mi sentivo venire. Mi sentivo piena e toccare contemporaneamente all’interno punti mai sollecitati.
Mi sentivo la testa girare e continuavo a sentirlo spingere ancora più a fondo. Mi stava rompendo la vagina ed io godevo o meglio sentivo un dolore particolare che dava piacere, godevo ad ogni colpo. La mia testa continuava a girare, Sentivo suoni paradisiaci Lo sentii dire: allora chi aveva ragione? E poi : vengo troietta e tutto tuo
Ed io forse per la prima volta mi sono completamente lasciata andare: fottimi figlio di puttana! Fottimi, riempimi .
Un’altra sua spinta profonda e sentii un’ondata di calore
attraversarmi la vagina. Ciò mi provocò un altro orgasmo ;ci siamo dati un bacio appassionato mentre il suo cazzo finiva di svuotarsi in me.
Poi il silenzio . Era tardi; forse Pietro mi aspettava . Mi alzai e mi misi velocemente a posto e mentre lui rimaneva in spiaggia raggiunsi la tenda. Nel cammino pensavo che lo stronzo aveva avuto catturato un’altra preda: io.
Camminavo sforzandomi di tenere le gambe chiuse; sentivo la vagina maltrattata, dolente e mi sono chiesta se fosse pure deformata. Non mi ero nemmeno potuto lavare dallo sperma inserito
Tornata in tenda ho scoperto che Pietro mi aspettava . Mi ha chiesto se mi fossi divertita. Gli dissi di si che avevamo chiacchierato in gruppo . Era contento di vedermi e mi approcciò come quando voleva fare l’amore Come potevo? Si sarebbe reso conto che ero piena del seme di un altro o di eventuali altre differenze? E poi mi faceva davvero male
Addussi un mal di stomaco per le schifezze che avevamo mangiato ma mi sentivo in colpa e non mi sottrassi ai suoi baci sperando che il sapore dello sperma di Luca non fosse percepito; poi gli ho fatto un pompino. Pochi minuti e dormiva soddisfatto.
Lo scritto era terminato. Lessi i due giorni successivi: poche righe , nulla di rilevante.
Il terzo giorno dopo il fattaccio altre poche righe, ma esaustive.
Oggi ci sono ricascata ed è stato meglio della precedente volta, forse perchè sapevo cosa mi aspettasse.
Lo abbiamo fatto, rischiando, nella sua tenda . Era il posto per assurdo più sicuro perché questo pomeriggio ho approfittato che Pietro andasse in spiaggia con gli altri ragazzi per una grande sfida di calcio che li avrebbe tenuti impegnati alcune ore. Pietro sa che il calcio non mi interessa e gli dissi che l’avrei raggiunto dopo. Mi sono presentata alla tenda di Luca sapendo che da snob quale fosse non gioca al calcio perché dice che è uno sport del popolo. E’ rimasto sorpreso nel vedermi. Poi ha fatto il suo sorriso beffardo dicendomi: sapevo che ti era piaciuto, ma non ero certo che tornassi visto che sei con il fidanzato e rise.
Nella tenda si è messo nudo mentre anch’io mi toglievo le poche cose che indossavo. La mia passera era già fradicia prima che mi toccasse. Ho visto alla luce del giorno quanto quel palo fosse imponente.
Mi ha sbattuto per oltre un’ ora. Ho goduto da morire. Quando sono uscita da quella tenda avevo dolori dappertutto: alle tette, alla schiena, alla vagina e mi sentivo uno straccio.
Questa volta mi ha preso anche alla pecorina stringendomi da dietro le tette e scopato come una cagna. Per impedire che le mie urla si sentissero mi ha spinto in bocca i miei slip
Avrebbe voluto farmi anche dietro ma mi sono opposta. Ero vergine e volevo rimanere tale.
Dopo raggiunsi gli altri in spiaggia; stavano ancora correndo dietro la palla.
Per fortuna quella sera Pietro era distrutto dalla partita che a sua detta era stata particolarmente competitiva. Dopo un bacetto si è girato e addormentato lasciandomi sveglia: le gambe aperte e il viso rivolto verso l’ alto con i miei dolori e i miei pensieri.
Fortuna che domattina partiamo altrimenti non so cosa sarebbe potuto succedere se Pietro se si fosse accorto di qualcosa.
Finito
Però la mia mogliettina; erano tre anni che erano insieme e…
Mi chiesi se sia possibile che il suo culo fosse ancora vergine come ha sostenuto con me negandomelo.
Quel diario mi ha fatto pensare
Avevo letto troppo e mi sentii in difficoltà nel conoscere in quel modo il passato , i segreti di mia moglie, misi il diario tra le cose da buttare, cosa che poi feci.
Le foto?
Le tenni e le misi con le mie. Tempo dopo le feci vedere a mia moglie ed insieme abbiamo riso del suo non abbigliamento e del suo fisico e mi raccontò di dove fosse e con chi in quella vacanza. Pensava che quelle foto fossero andate perse ; non mi disse nulla del diario e del resto ed io non dissi nulla.

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