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Racconti CuckoldTradimentoTrio

XXXtina 3 – Obbligo e verità

By 26 Gennaio 2024No Comments

In pochi giorni mi resi conto che tutto quello che mi aveva detto Cristina, non solo era vero, ma che, probabilmente, mi aveva risparmiato alcune delle sue esperienze più estreme.

Il suo sfintere non opponeva resistenza ed era semplice sodomizzarla anche senza preparazione, sul suo corpo notai diversi segni, come cicatrici tonde, concentrati specialmente sui seni.
La sua capacità di leggere nel mio pensiero quando desideravo cambiare posizione o passare da un suo buco a un altro mi facevano pensare che il suo comportamento da troia non fosse così innaturale, come voleva che credessi…

A parte i limiti che la condizione di Cristina portava alla nostra vita sociale, la vita di coppia e la nostra vita sessuale viaggiavano alla grande: scopavamo quasi tutte le sere e se ero più stanco del solito, per stimolarmi mi raccontava qualche eccitante aneddoto della sua vita.

In quel momento Cristina era in ginocchio di fronte a me, mi stava succhiando la cappella mentre, comodamente seduto sulla poltrona, con una mano le massaggiavo un seno, e con l’altra, dietro la sua nuca, le stavo dettando il tempo del pompino, lento e dolce come fra persone che si amano.
E mentre godevo di quella carezza e la mente vagava su situazioni erotiche del passato, mi venne in mente un episodio di molti anni prima, quando eravamo solo compagni di classe, poco prima che ci mettessimo insieme.

“Amore, le chiesi, adesso me lo puoi dire che successe veramente a quella festa sulla spiaggia a Nizza in quinta superiore?”
Si fermò un attimo, fingendo di non ricordare a cosa mi riferissi…

“Non fare finta di niente, sai di cosa parlo.”
Riprese a spompinarmi quasi meccanicamente per un paio di secondi poi si fermò… “Niente di che rispetto a quello che ho fatto dopo” disse vaga.
“Hai fatto sesso con quei ragazzi?” le chiesi direttamente
“Si, certo”… con quel certo che mi gelò il sangue e mi fece irrigidire ancora di più il cazzo
“Sei proprio un porco, ti eccita l’idea eh?!…”
“Li hai scopati?”
“Certo che no, che non ricordi che ero vergine quando mi sono messa con te?”
“Pompino?”
Eh… rispose, lasciando col dubbio che fosse un sospiro per dire si, o il modo per lamentarsi delle domande troppo insistenti.
“Vuoi sapere se anche prima dell’incidente, ho fatto la puttanella?”

Della sua vita prima di mettersi con me mi aveva detto molto quando stavamo insieme: del fatto che da adolescente avesse fatto qualche seghetta ai suoi fidanzatini in cambio di maldestre palpatine, che pochi anni dopo avesse fatto il primo pompino al suo maestro di tennis, di 30 anni più vecchio, che la raggiungeva negli doccia spogliatoi alla fine della lezione e che smise di frequentare quando iniziò a insistere per sverginarla… Ma sapevo, o meglio, pensavo di sapere, che a parte queste poche esperienze (abbastanza normali per una ragazza attraente e passionale), quando ci eravamo fidanzati era ancora vergine e ingenua…

“Beh al maestro di tennis, lo succhiavi eccome…” lasciai cadere.
“Si, ma mica perché mi piacesse così tanto spompinarlo… Era una parte della lezione, per essere esercitata quando avrei incontrato qualcuno di davvero speciale: non volevo che si allontanasse da me perché non ero brava abbastanza da soddisfarlo…”
“Quindi?”
“Quindi si.”
“Pompino?”
“Si, certo.”
“A tutti e due?”
“uff come sei insistente…”
“E tu come sei vaga….”
“Diciamo di sì, così sei contento.”
“Che significa diciamo di si???”

Fingeva che la mia insistenza la disturbasse e smise di leccare il mio cazzo, mentre continuava, meccanicamente a segarmi.
In realtà moriva anche lei dalla voglia di raccontare…
“Ero giovane, brilla, eccitata… era tutta la sera che ballavo, c’erano ragazzi fighissimi che si strusciavano su di me, mi toccavano i fianchi sfiorando seni e culo….Tutti mi guardavano e ballavano un po’ con me. insomma ricordo che ad un certo punto mi allontanai con loro e che li baciai prima l’uno e poi l’altro… Erano lì, uno di fronte a me, l’altro alle mie spalle, e si strusciavano sul mio corpo. Non capivo più niente…
Anzi sono stati gentili: volevano scoparmi, ma quando gli ho detto che ero vergine, non hanno insistito nemmeno…
Avessero un po’ insistito, chissà…
Gli ho fatto un pompino. prima a uno e poi all’altro, e poi, felice di vedere i loro cazzi ancora duri, gli ho fatto il bis.
Avevamo fatto il bagno nudi, i loro cazzi sapevano di mare, mescolato col gusto dello sperma era una sensazione completamente nuova…
E il giorno dopo fu complicato non far capire a te e agli altri che non riuscivo a mangiare per quanto male avessi alla mandibola e, se ricordi, inventai la scusa che non mi sentivo bene e non riuscivo a mangiare perché avevo bevuto troppo.
Il che è tecnicamente corretto, volendo… Contento?”

“Quindi pompini con ingoio?”
“Ovvio! il maestro di tennis era stato categorico in questo: un buon pompino finisce con l’ingoio o venendo in faccia… E lì per lì ingoiare era la soluzione più pratica. Ma tu queste cose dovresti saperle visto che appena ci siamo messi assieme ti facevo già pompini di qualità…”

In realtà mi pentii di quei discorsi, anche se non riuscivo a farne a meno: quando ci eravamo messi assieme non avevo mai davvero approfondito la sua vita sessuale prima di me.
Era vergine e tanto mi bastava sapere.
D’altra parte anche lei, vent’anni prima, si sarebbe guardata bene dal parlare così liberamente, e infatti iniziai a pensare che i pompini in spiaggia ai due francesi non fossero le sole cose che mi aveva tenute nascoste.

Che ti importa, penserete, è tutto il romanzo che non fa che parlare di cazzi, un paio in più o uno in meno che differenza possono fare?
Eppure per me la differenza era enorme.
Un conto è che, dopo che ci siamo lasciati, abbia avuto una sua vita sessuale, anche sfrenata, ma riguardo la quale non mi permettevo di giudicare.

Ma quello che era successo prima di conoscermi apparteneva a un’altra vita, nella quale interpretavamo ruoli diversi.
Intendiamoci, anche quello che aveva fatto prima di conoscermi erano assolutamente cazzi suoi.
Ma quello che mi disturbava è che, quando stavamo insieme da ragazzi, fosse stata insincera.
Ecco, era l’idea che mi avesse preso in giro, che mi faceva rodere.

“C’è qualcos’altro che avrei dovuto sapere anni fa e ti sei ben guardata dal dirmi?” le chiesi, cercando a fatica di mantenere un tono neutrale, quasi come se lasciassi cadere la domanda per caso…
Lei alzò il sopracciglio.
“Che intendi dire?”
“Niente di che, mi chiedevo se ti fossi tenuta qualche altro segreto.”
Mi guardò fisso negli occhi per diversi secondi.
“sei il solito stronzo” mi disse con tono di disprezzo, tuffandosi a succhiare il mio cazzo, come a distrarmi da ulteriori domande…

E di solito la tattica funzionava… Una volta venuto, la mia eccitazione passava e non insistevo con le domande, senza contare che i minuti di questi pompini le davano il tempo di riorganizzare le idee e riprendere in mano il pallino della conversazione, facendomi fesso con risposte vaghe e scazzate.

Ma questa volta era diverso.
Iniziai a pensare a chi frequentiamo prima di metterci insieme e iniziai a snocciolare qualche nome.

“Luca Biraghi?”
Lei si fermò dal pompino, come a ricordare chi fosse quel nome che aveva bisogno di qualche secondo per focalizzare.
“Luca Biraghi cosa?”

Luca Biraghi era il classico fighetto della scuola, villa in montagna in inverno e gite in barca nei weekend della bella stagione, dove invitava alcune delle più belle ragazze della scuola, e solo un numero limitatissimo di amici altrettanto fighetti… Inutile dire che al tempo io non fossi mai stato invitato, , ma mi ricordai che, negli anni del liceo, prima di metterci assieme, lei (ovviamente) sì.

“Sesso con lui?” suggerii…
“Luca è gay, scemo! Fra tutti i cazzi che mi ronzavano intorno, hai preso proprio quello sbagliato” rispose ridendo.
“Quindi le sue famose feste…?”
“Lui metteva la casa, poi ad un certo punto andava in camera con i suoi amichetti per fare i suoi affarucci e lasciando sole noi ragazze…Se non ti ha mai invitato era perché sapeva che tu eri interessato ad altro, mentre in quelle feste le prede erano i maschietti, non le femminucce.”
“Ma allora perché ti invitava?”

“Prima di tutto perché sono simpaticissima e brillante, poi è ovvio che a sembrare disinteressati alle ragazze, prima o poi sarebbero nate delle voci. Eravamo negli anni ‘90. La virilità, era ancora un valore e prima di confessare ad amici o genitori la propria omosessualità, ci si pensava due volte, soprattutto se tuo padre è il classico bauscia, tutto macchinoni, modelle slave ventenni e testosterone a palla. Però…”

Mentre mi pentivo di aver avuto per tanti anni sulle balle il povero Luca Biraghi che doveva aver avuto una vita un po’ meno semplice di come me la era immaginata finora, quel “però” mi risuonò in testa come un campanello.

“Però cosa?”
“Niente, tu mi hai chiesto dei cazzi e quelli erano tutti impegnati in altro”
“Mmmmh… Se dici così però mi fai crescere la curiosità! E poi ti ho chiesto se ci fossero altri segreti, in generale”

Un’obiezione del genere in una normale conversazione sarebbe caduta nel vuoto, mentre i nostri momenti di obbligo-verità erano anche e soprattutto una battaglia dialettica in cui il modo con cui veniva formulata la domanda e le singole parole avevano un peso fondamentale.
Si fermò un attimo a pensare.
“Dimmi la tua definizione di segreti sessuali.”
Risposi d’istinto “Se esiste la categoria su pornhub e non me ne hai mai parlato, è un segreto sessuale”.
Sorrise “OK allora controlliamo”

Era divertente vedere come stava al gioco e, sinceramente, vista l’enormità di categorie di pornhub era chiaro che cercarne la presenza sul sito era un modo per prendermi in giro e prendere tempo.
Aprì il sito e iniziò a leggere l’elenco delle categorie, dicendo ad alta voce, “Ce l’ho, ce l’ho, ce l’ho, questo stranamente manca, ma è solo un caso…”

“Cosa ti manca?”
“Curiosone, te lo dico un’altra volta… Però ho un dubbio. Se io e te ci masturbiamo a vicenda, è un rapporto sessuale, direi.
Anche pornhub lo conferma” disse indicando la categoria handjob.

“Direi di sì, se lo dice Pornhub è legge”
“Però se io mi masturbo e tu ti masturbi in mia presenza? E’ sempre un rapporto sessuale?”
“Mmmmh… Credo dipenda dal livello di interazione fra i partecipanti. Se lo facciamo a distanza, forse no, se lo facciamo struscinadoci e baciandoci, probabilmente si.”
“Allora ho avuto diversi rapporti sessuali durante quelle feste.” disse sorridendo…
“Ma non erano tutti gay?”
“E chi ha parlato di rapporti coi ragazzi?” rispose con un sorrisino stronzissimo.

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