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Racconti Trans

08 – un week end fotografico

By 21 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Amo la fotografia, in passato stavo da una parte della macchina. Ho anche un attestato in fotografia. Scoprendo in seguito, che mi piaceva stare anche da questa parte dell’obiettivo. Quando qualcuno mi contatta tramite uno dei miei annunci nel web e riesca a dimostrarmi una capacità nel tenere una macchina fotografica in mano, difficilmente rifiuto un incontro.
Sandro vede le mie foto in internet, gli piacciono, mi contatta. E’, di professione un istruttore di nuoto, ma una grande appassionato di fotografia. Abita in un borgo rurale, sulle colline venete, nel bellunese. Gli piacerebbe ritrarmi nei locali della sua casa. Trovo la proposta interessante, accetto l’invito per un fine settimana presso la sua abitazione.
Mi indica la strada, mi viene a prendere all’uscita dell’autostrada. Sono vestita in modo tranquillo, nulla di provocante, camicia bianca, jeans dello stesso colore, un paio di zatteroni bianchi. Con me ho la mia borsa da viaggio piena di vestiti, di intimo, calze, ricambi vari. Lo seguo in macchina, dal luogo dell’appuntamento a dove abita, per circa mezz’ora. Un bellissimo paesaggio si apre alla mia vista, colline, fiume sulla mia sinistra, arriviamo in un borgo rurale. Parcheggiamo le nostre auto e a piedi, 200 metri, raggiungiamo la sua abitazione. Mi rendo subito conto che Sandro ha ragione, il complesso merita di far sfondo a fotografie.
Fa molto caldo, nonostante sia l’inizio di giugno, ma per fortuna la sua casa è molto fresca. Muri rurali, dei primi del novecento, spessi quasi un metro, in sassi. E’ primo pomeriggio, parliamo per un’ora, presentandoci, scoprendo uno con l’altra quali erano i nostri interessi. Alcuni sono comuni. Mi indica quale sarà la mia stanza. Ultimo piano, deposito i miei bagagli. Mi cambio. Indosso un vestito a motivi floreali, senza calze. Scendo e torno a parlare con Sandro. Mi guarda. Vuole fotografarmi così come sono. Inizia a scattare fotografie. Mi fa spostare in vari angoli della casa. Non usa alcuna luce artificiale, usa la luce dell’ambiente, quella che filtra dalle finestre. Scatta una trentina di foto, si avvicina, capisco che vuole anche il mio corpo.
E’ un bel uomo, interessante, sono arrivata da lui con la cosciente che ci avrebbe provato. ‘Adesso, più tardi o domani è lo stesso, tanto prima a poi glielo do’ penso. E’ vicino a me, i piedi. Mi accarezza le gambe, la sua mano scorre dal ginocchio all’anca.
‘Sei molto sensuale, Julia, in foto sei bella ma dal vivo ancora meglio’ mi lascio toccare
Dietro di me un divano. Mi siedo e si spoglia. Ho il suo cazzo a pochi centimetri dalla mia bocca, la apro, entra fra le mie labbra, lo succhio per pochi minuti. Mi fa mettere a carponi sul divano, si infila un preservativo, mi alza la gonna e me lo mette in culo. Mi monta, ancora per pochi minuti, non ho ancora preso confidenza con il suo cazzo nel mio culo. Viene. Si scusa
‘E’ da quando ti ho vista fuori dal casello dell’autostrada che ho voglia di fare l’amore con te’
‘Nessun problema Sandro’
‘Vuoi fare altre foto?’ cerca di nascondere il proprio imbarazzo per la sua eiaculazione veloce
‘Si dai, in intimo’ torno nella mia stanza. Indosso un paio di calze a rete, reggicalze, perizoma, reggiseno.
Torno da lui e mi faccio fotografare ancora. Un’altra serie di foto, altre trenta o quaranta. Si è fatta sera.
‘Julia, il bagno sai dov’è, io preparo la cena, sarà pronta fra mezz’ora’
Torno alla stanza, mi spoglio. Vado nel bagno, doccia e sistemazione del trucco. Indosso qualche cosa di leggero e ritorno nella zona giorno. Non abbiamo parlato molto fino a quel momento. Solo fotografie ed una scopata veloce. A cena parliamo, di lui, di me. Nel piatto delle squisite tagliatelle con il sugo di pernice. Il sugo non l’ha preparato lui, lo ha acquistato in una bottega del borgo dove abita. Comunque buonissime, gustose. Di secondo degli affettati e dei formaggi, locali. Buon vino. Una cena semplice ma deliziosa al palato. Fuori è buio, si è rinfrescato grazie ad una venticello proveniente dai monti. Usciamo in giardino. Non ha molti alcolici in casa, bevo un rum, liscio, senza ghiaccio. Seduta sotto il gazebo in giardino. Mi racconta ancora di lui, del suo lavoro, allena una squadra femminile di pallanuoto, è stato, a suo tempo, un nazionale. Specialità dorso. Sorrido ed ironizzo su me stessa. Non so nuotare. So, giusto, stare a galla. Passo una piacevole serata, mi guardo intorno. Le luci della case sono tutte spente. Anche noi siamo al buio, illuminati solo dalla luce della luna, leggermente coperta da qualche nuvola.
Mi alzo, mi inginocchio fra le sue gambe. Comincio a slacciare i suoi pantaloni:
‘Entriamo in casa’ mi invita
‘Non ci vede nessuno’
Mi lascia fare. Lo tiro fuori e, inginocchiata fra le sue gambe lo prendo in bocca. Lo succhio. Vuole scoparmi. Entra in casa, di corsa, per prendere un preservativo. Torna da me. Lo succhio ancora un po’ per farglielo tornare duro. Si infila il preservativo. Mi appoggio al tavolino di ferro battuto. Allargo le gambe. Mi alza il vestito sopra le reni, mi scosta il perizoma, me lo mette in culo. Si muove dentro di me, ognuno dei due trattiene i propri sospiri, cerchiamo di non far rumore, per non farci sentire dai vicini. Mi scopa con passione, a lungo, non come nel pomeriggio. Viene. Non sono venuta ma ho goduto. Ci risediamo. Beviamo e parliamo ancora per un’altra ora. E’ tardi, meglio andare a riposare.
Mi sveglio. Non è tardi. Sono appena le 9 del mattino, la stanza ha un profumo di caffé che arriva dai piani inferiori. Vado in bagno a prepararmi. Sistemo il trucco. La giornata è calda, indosso comunque intimo sexy con calze autoreggenti, vestito. Scendo e raggiungo Sandro
‘Ciao cara, dormito bene?’
‘Si stupendamente’
Faccio colazione, appena terminata Sandro mi guarda. Sono vestita completamente in bianco.
‘Foto?’
‘Si dammi una decina di minuti’
Torniamo nella stanza dove ho dormito. Altre foto, sexy, in intimo. Decido di fare un nuovo cambio, per altre foto. Sandro scatta in continuazione. Ha finito anche la serie delle nuove foto. Sono di fronte a lui, mi inginocchio, si slaccia da solo i pantaloni. Lo prendo in bocca, lo succhio e lecco, decisa di fargli solo un pompino. Cerca di farmi alzare. Capisce che voglio farlo venire così, con la bocca. Non lo voglio in culo. Non sempre. Resto in ginocchio, continuo con il mio lavoro di bocca.
‘Julia vengo’
Lo tiro fuori dalla bocca, lo sego per qualche secondo. Viene, sul mio viso. Uso il suo cazzo come un pennello, spalmandomi la sua sborra dagli occhi al mento. Mi rialzo, vado in bagno per lavarmi. Sistemo anche il trucco e cambio il vestito. Sono pronta per una nuova serie di foto. Mi ritrae sui gradini di una casa rurale di fronte alla sua.
E’ quasi mezzogiorno, non voglio fare tardi. Torno nel bagno, mi cambio nuovamente, vestito leggero per tornare a casa. Sistemo la mia borsa. Scendo le scale. Sandro ha scaricato le foto nel computer e le ha trasferite su un CD. Me lo consegna, lo metto in borsa. In tavola, intanto, ha preparato un piatto di affettati e formaggi. Mangiamo insieme, non bevo, devo guidare. Per entrambi è stato un bel week-end. Mi accompagna alla mia auto, la mia borsa è nella sua mano. Apro il mio baule, la sistema. Ci salutiamo. Due ore e poco più sono a casa. Accendo il PC e guardo le foto, mi piacciono. Seleziono le migliori.
Mi sono risentita con Sandro, via mail, ancora per un paio di mesi, poi ci siamo persi di vista. Conservo ancora le foto che mi ha scattato, sono molto belli ed alcune anche molto sensuali, soprattutto quelle in intimo.

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