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Racconti Trans

Avventura nella capitale

By 15 Maggio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

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Avevo deciso di passare un paio di giorni nella capitale. Dopo aver prenotato l’ albergo e il treno avevo preparato le mie due valigie con dentro tutto il mio bendidio ed ero partita già pregustando chissà quali avventure. Per viaggiare mi ero messa comoda con un jeans , una camicetta e scarpe da ginnastica . Anche il trucco del viso era stato appena accennato. Insomma volevo fare un viaggio tranquilla senza pappagalli rompicoglioni.
Una volta giunta a Termini presi un taxi e mi feci accompagnare in hotel. Appena arrivata mi resi conto di quanto fossi stata fortunata. In quei giorni si stava infatti tenendo una convention e l’ albergo brulicava di uomini di ogni tipo. Conosco le convention, un mucchio di uomini infoiati che fanno finta di parlare di lavoro , ma che pensano solo a scopare con qualsiasi cosa si muova o respiri. Bene , ero proprio capitata nel luogo giusto al momento giusto.
Salita in camera iniziai a prepararmi per la sera. Impiegai quasi tre ore, ma alla fine , vi assicuro, mi trasformai in una figa da urlo. Mi sorrisi allo specchio, presi la mia borsettina e scesi nella hall.
Mi rendo conto di quando faccio colpo quando mi vesto da troia, Mi basta fare un paio di passi per attirare l’ attenzione di tutti i maschi nel raggio di cento metri. E non solo dei maschi. Ma cosa ci posso fare, ho due gambe belle e tornite e un culetto da favola e quando cammino sulle mie scarpine di vernice con il tacco da 12 divento una calamita per gli occhi. Truccatacome una vera vacca, per fare meglio risaltare i miei occhi verdi, e con la mia parrucca rosso tiziano inoltre sembro proprio una bambolina. Oh , certo, poi anche uso degli abiti che stringono dove devono stringere e lasciano intravedere dove devono lasciar intravedere … insomma una bella figa, . Sono certa che voi mi capite.
La mia passeggiata nella hall fu decisamente un successo. Sentivo gli sguardi degli allupati spogliarmi di tutto e in pochi secondi credo di essere stata scopata col pensiero non meno di una ventina di volte, Bene , l’ amo era lanciato , ora dovevo solamente scegliere la mia preda.
Avevo deciso per della carne giovane. I quarantenni sono molto maiali ,lo so , fanno di tutto senza pensarci troppo, ma per quella sera volevo qualche ventenne , magari con poca esperienza e a cui potere mostrare qualcosa di nuovo. Era solo questione di tempo, ma lo avrei trovato.
Entrai nella sala ristorante e scelsi un tavolo leggermente defilato da cui però potevo osservare quasi tutti i presenti , ordinai qualcosa di leggero e iniziai la ricerca. Tutti uguali. Lasciano le mogli a casa per qualche giorno e con qualche banale scusa e poi vengono a queste riunioni , tutti vestiti uguali , tutti con le stesse battute , tutti alla ricerca della stessa cosa.
Beh , ho come un sesto senso. Li so riconoscere al volo. Fossero anche in mezzo a uno stadio li troverei a occhi chiusi. Quelli che non hanno mai scopato con una come me intendo. Hanno come una specie di segnale intermittente che lampeggia su di loro. E quello , quello che stava a circa una decina di metri da me era indiscutibilmente uno vergine, ed era pure un bell’ esemplare di vergine.
Il cazzo si indurì subito sotto le mutandine di seta. Io mi limitai a occhieggiare con una certa noncuranza. Dopo pochi minuti i nostri sguardi si incrociarono io gli sorrisi leggermente e lui arrossì. Come vi dicevo non mi ero sbagliata ! Era al tavolo con altri colleghi più anziani e stavano parlando di chissà cosa. Gli altri parlavano e lui ascoltava, intervenendo raramente e con garbo. Un patatino timido dunque … il mio cazzo era come impazzito e si agitava sotto la gonna duro e voglioso. Continuai a guardarlo di tanto in tanto. Lui faceva lo stesso con me , ma come si accorgeva che lo fissava staccava gli occhi e tornava a parlare con quelli del tavolo. Ma ormai lo avevo preso, lo sentivo. Non sarebbe scappato.
Terminai rapidamente la cena e andai nella saletta bar. Sapevo che prima di uscire per andare a mignotte tutti questi uomini sarebbero passati a farsi un goccetto e a scambiarsi suggerimenti e indirizzi. Dopo un quarto d’ora entrò il mio lui e si diresse al bancone. Era rimasto in compagnia degli altri due che però erano persi nei loro racconti improbabili di quella volta che si erano trombati questa e quest’altra. Ora toccava a me. Mi alzai dal tavolino e mi avvicinai a lui .Quando si accorse di avere qualcuno di fianco si girò e venne circondato dal mio profumo e dal mio sorriso. Era ancora più carino di quanto mi era parso da lontano. Dovetti sforzarmi per tenere il cazzocalmo.
“Ciao, come stai? Sei qui per la convention immagino ?” A volte una banalità serve più di un discorso complicato , soprattutto se si tratta di rompere il ghiaccio con uno che ti dovrà inculare.
“Si in effetti si” rispose con appena una traccia di imbarazzo.
“E ti diverti ?”
“Beh , non molto. Preferirei fare dell’ altro” aggiunse senza soppesare troppo le parole
“Oh , anch’io” risposi pronta guardandolo fissa. Ridiventò rosso per l’ imbarazzo , come la prima volta che lo avevo fissato al ristorante. Era semplicemente adorabile. Una cosa che ho imparato andando per cazzi &egrave che non si deve mai perdere tempo quando si &egrave in una situazione di vantaggio. Così lo presi per mano e gli dissi di seguirmi. Dopo un attimo di indecisione si alzò e mi venne dietro. Lo lasciai qualche passo dietro di me. Volevo che vedesse come camminavo sculettando. Entrai nell’ ascensore e lo attesi.
“A che piano tesoro ?”. Il bello di questi grandi alberghi &egrave che hanno molti piani e così si può passare un mucchio di tempo negli ascensori. Come le porte si chiusero , eravamo soli, mi avvicinai e senza perdere tempo iniziai a limonarlo. So con certezza che nessun uomo resiste a una lingua infilata in gola e una mano infilata dentro le mutande. Tempo che arrivassimo al piano della camera e me lo ero già slinguato per bene e avevo anche potuto apprezzare il bel cannolino che teneva tra le gambe. Lui subito era rimasto bloccato , ma dopo pochissimi secondi si era lasciato andare a aveva cominciato a far correre le mani sulla mia schiena e sul culetto.
Arrivammo a fatica nella sua camera e come la porta si chiuse alle nostre spalle io mi tuffai immediatamente tra le sue gambe. Credo di avere il record del mondo di velocità nel far uscire un cazzo dai pantaloni infilandomelo in bocca e così in pochi secondi mi ritrovai già servita con un bel pisellone duro che mi solleticava la gola .
Il mio biondino mi teneva la testa e mugolava le solite parole tipo brava e continua così. Neanche se lo immaginava la sorpresa che lo aspettava.
Così dopo essermelo spompinato per un cinque minuti buoni mi sono allontanata di un paio di metri e ho iniziato uno spogliarellino come si deve. Il biondino guardava e inghiottiva saliva mentre io mi liberavo dei miei abiti uno alla volta fino a rimanere ovviamente in tacchi a spillo , autoreggenti nere, perizomino e reggiseno.
“Allora tesoro cosa mi dici? “ Sei bellissima , Titti sei la più bella figa che abbia mai visto” “Mmmhh, sei un adulatore” “No ,davvero ,sei arrapantissima !”
Cosa volete , a me , quando sento farmi dei complimenti , si indurisce il cazzo, e non c’&egrave modo di bloccarlo. Così dallo slip fece l’ apparizione il mio clitoridino, non ancora in tiro , ma già bello arzillo. Giulio , il biondino insomma , fece due occhi che sembravano due fanali, vidi chiaramente che trattenne il respiro per la sorpresa e cadde in piena confusione. Uffa , sempre così prevedibili gli uomini. L’ importante, come ho già detto, &egrave non dar loro il tempo di riflettere. Mi avvicinai a lui , gli rimisi la lingua in bocca e portai una delle sue mani a giocare con il mio cazzo.
Per i primi smanettamenti dovetti dargli io il ritmo , ma dopo pochi secondi la sua mano prese una bella velocità, così uscii dalla sua bocca e iniziai a sussurargli nelle orecchie delle belle paroline “Bravo il mio porcellone, continua così , fai godere la tua Tizianuccia, non ti fermare”
E di sicuro non si fermò, ma cominciò a menarlo sempre più forte e con passione.
Bene , c’ eravamo . In pochi istanti lo spogliai completamente e lo buttai sul letto. Lui sotto e io sopra e iniziai a mangiarmelo dappertutto, il volto , il collo , le spalle , il torace , il ventre e , ovviamente , il cazzo e le palle. Le sue reazioni erano entusiastiche, lo sentivo dal suo respiro , dai suoi mugolii e dalla sua asta bella dritta e dura.
Così mi girai e gli offrii il mio pisello. Dopo pochi secondi sentii le sue labbra sfiorarmelo e quindi inghiottirlo e partimmo così per un meraviglioso sessantanove. Era proprio un maialino, in breve aveva ingoiato tutti i miei centimetri e mi aveva infilato un dito nel culo. Non potevo certo esimermi dall’ imitarlo e così mi misi anch’io al lavoro. Succhiammo e ci penetrammo per bene e con ardore allargandoci le chiappe per meglio offrirci alle nostre lingue e alle nostre dita per parecchio tempo.
Hai capito il biondino che razza di maiale. Era infoiato di brutto e ogni tanto si sfilava il cazzo dalla bocca per dirmi quanto stesse godendo e come gli piacesse succhiarmi e farsi infilare per bene. La cosa non mi dispiaceva per niente. Avere un bel maschietto su di giri mi fa sempre diventare molto porca e il mio culetto cominciava a reclamare qualcosa di più consistente di un paio di dita.
Mi sollevai dal suo corpo e mi distesi sul letto alla pecorina. “Avanti ,adesso sfondami per bene , sfonda la tua Titti dolce, impalala con il tuo cazzo d’ oro “ . Aveva il volto rosso come il fuoco quando rispose “Va bene subito , ma poi tu lo fai a me !” Hai capito il verginello che razza di rottoinculo che era ?
Lo feci appoggiare per bene con la sua cappella sulla mia coroncina e iniziai a aprirmi per bene. Non c’ era bisogno di nessuna ulteriore lubrificazione, il suo cazzo grondava saliva. E infatti entrò senza problemi. Prima la sua bella cappella , poi tutta l’ asta. Come mi piace farmi impalare , mi fa perdere il controllo ogni volta che sento una nerchia slabbrarmi il buco del culo e entrarmi dentro come una biscia calda. Iniziai a gemere come una troiona “Siiii , tesoro mio , dolce pisellone , cosììì , sbattimi fino a farmi sanguinare , non fermarti , incula la tua bella vacchina pompinara”. Non c’ era bisogno che lo incoraggiassi, mi pompava con grande bravura alternando colpi lunghi e lenti con rapide frenetiche sbattute in cui sentivo le sue palle sbattere contro le mie. Il mio cazzo era viola e gonfio dal piacere e ben presto cominciai a masturbarmi senza ritegno. Sentivo la mano bagnata dai liquidi che uscivano dal cazzo pur senza sborrare. Le sue mani continuavano a solcare il mio corpo e mi accarezzavano la schiena e percuotevano le chiappette e poi giocavano con il collo e io me le portavo alla bocca per leccargli le dita e ,infine, scesero sulla mia nerchia e si sostituirono alle mie mani nel farmi una bella sega. Era fantastico , il biondino stava superando tutte le aspettative e io glielo dicevo “Bravo porco , sei un inculatore d’ oro , sei il mio bastone sempre in tiro, il mio cazzone d’ acciaio , sventrami , aprimi in due , squarta la tua Titti bagascia , fammi sentire una vera donna !”
Lo tenevo stretto nel culo giocando con i miei muscoli anali , a volte stringevo ,a volte lo lasciavo libero di entrare senza fatica , e poi muovevo il bacino per meglio accoglierlo. Non poteva durare molto ,lo so. E infatti dopo pochi minuti iniziai a sentirlo irrigidire. Ancora pochi istanti e dentro di me sentii il bruciante calore di un fiotto di sperma invadermi il ventre, e dopo quello altri ancora mentre dalla sua bocca uscivano frasi incomprensibili. Mi riempì per bene di sborra il pancino. La sentivo uscirmi dal culo e scendere lungo le gambe. Ne raccolsi un po’ con le dita e me la portai allla bocca. Buonissima.
Me lo ritrovai dinnanzi agli occhi supplicante e tenerissimo “Tizianina , adesso tocca a me , ti prego voglio essere inculato anch’io. Deve essere bellissimo , vero?”
Come rifiutare un appello così accorato ? Lo misi a pecorina e mi tuffai tra le sue chiappe. Leccai per bene , inumidii , lubrificai e allargai il suo buchetto finch&egrave non lo sentii rilassato. A quel punto mi appoggiai e gli dissi di respirare. Non gli diedi tempo per pensare. Entrai subito , violentemente , tutta dentro. Lanciò un urlo, povero Giulio. Si aspettava un’ inculatina lenta, dolce, un pochettino di cazzo alla volta e invece lo sfondai in un secondo. Aveva un bel culo stretto e caldo. E io ero già al limite per l’ inculata di prima. Inoltre ero una signora, come si era permesso questo stronzo di chiedermi di fotterlo, doveva essere lui a scoparmi fino a farmi implorare pietà, non il contrario. Così me lo sbattei alla selvaggia. Tutto dentro , tutto fuori , rapidamente. Ogni tanto gli pigliavo le palle e gliele stringevo fino a farlo urlare dal dolore. Sentivo allora i suoi muscoli anali stringere e in quel momento ne approfittavo e lo penetravo fino alla radice per procurargli maggior dolore. La mia troietta urlava come una sirena, come una succhiacazzi espertissima, sbatteva la testa da una parte all’ altra e tormentava le lenzuola con le mani. Per un paio di volte tentò di bloccarmi dicendo basta e che gli facevo male. Gli strinsi i coglioni con tutta la forza che avevo e poi gli tirai violentemente i capelli. “Brutta troiona sfondata , non ti permettere di dirmi cosa devo fare. Sei solo una vacca mangiacazzi da bordello e ti inculo come e quanto voglio. Hai capito rottainculo da quattro soldi. Stai zitta a godi !” “Scusami Titti non volevo , si sono la tua mangiasborra , la tua ciucciacazzi , la tua culo sfondato, fammi ciò che vuoi , sono tua , tutta tua … la tua Giulia culorotto … non ti fermare , perdonami , puniscimi , scopami … ahhhh … cosììììììì ….ahhhh”
Vedere quel finocchietto dimenarsi come un posseduto mi portò ben presto al limite . Sapevo che sarei venuta in pochissimo tempo. Così uscii da lui , lo feci girare , mettere in ginocchio e iniziai a menarmelo sulle sue labbra. Lui aprila bocca, chiuse gli occhi e aspettò. Era la sua prima volta. Doveva assaporare il gusto della sborra fino in fondo . Per questa ragione gli infilai il mio cazzo dentro. Venni con brevi e rapidi schizzi. Lui , da brava bambina, inghiottì tutto. Vedevo che deglutiva da come si muoveva il pomo di Adamo. Mi bevve tutta , fino all’ ultima gocciolina di sperma. Non si voleva staccare dal mio cazzo. Anche dopo avermi svuotata per bene mantenne il mio cazzettino che si stava ammosciando tra le sue labbra continuando a succhiare e lappare. Era così tenero.
Lo feci alzare e lo baciai teneramente. Gli leccai la faccia per bene e finì con un bel lingualingua di dieci minuti. Nel frattempo le nostre mani cercavano i nostri corpi per stringerci e accarezzarci. Ci stendemmo sul letto. La Giulia si mise dietro di me e mi avvolse con le sue braccia. Si avvicino alle mie orecchie e sussurrò “Grazie dolcissima. E’ stato meraviglioso”. Dopo pochi minuti cadde addormentato.
Rimasi ancora una mezz’oretta , poi ,approfittando del suo sonno , raccolsi le mie cose , mi vestii alla bene meglio, e lo lasciai nella sua camera. Lo lasciai solo , sognando della sua dolcissima , bellissima, porchissima Titti.

tizysweet@yahoo.it

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