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Racconti Trans

Che notte quella notte !

By 29 Aprile 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Dopo un po’ di tempo sono ritornata. Ciao a tutti e tutte. Mi ripresento con uno dei raccontini che avevo già inviato , ma, in fondo &egrave giusto che … si riparta dall’ inizio della storia.

Il momento era arrivato. Dopo tanti indugi mi ero infine deciso . Avevo aspettato per anni, ma quella sera sarebbe stata la sera della grande avventura e della mia “prima volta”.
Per meglio spiegarmi devo confessare di essere cresciuto, fin da piccolo, con l’ irrefrenabile desiderio di indossare abiti femminili. Durante l’ adolescenza spesso mi nascondevo in camera dove provavo i vestiti che riuscivo a recuperare negli armadi delle mie sorelle. Provavo tutto, gonne, camicette, reggiseni, mutandine, calze e scarpe. Ogni volta che sentivo la seta sfiorarmi la pelle provavo dei brividi di piacere incredibili. Sempre di nascosto poi ,provavo a truccarmi come vedevo fare alle mie sorelle,utilizzando i loro rossetti, ombretti, eyeliner e quant’altro e atteggiandomi davanti allo specchio come se fossi stato una vera donna. Mi ero fatto crescere anche i capelli lunghi apposta, per potere sembrare, quando truccato, più femminile.Inoltre scrutavo con attenzione il modo di comportarsi delle ragazze per cercare di imitarle, come muovevano le mani e il capo , come camminavano e si sedevano, come accavallavano le gambe e come ridevano. Ovviamente ripetevo tutto ciò nella mia camera quando ero solo e nessuno poteva vedermi.
La notte poi lasciavo libera la fantasia e mi immaginavo completamente donna aggirarmi in un mondo di uomini dal cazzo sempre in tiro che mi prendevano e mi riempivano tutta.
Ero cresciuto con questo mio segreto senza che si scoprisse mai nulla, poi avevo lasciato casa per motivi di lavoro e questo mi aveva portato in una grande città dove nessuno mi conosceva.Ovviamente il mio sempre più dominante lato femminile cominciò a prendere con decisione il sopravvento e , poco alla volta , iniziai a riempire i mobili di casa con tutti i più arrapanti abiti che trovavo nei negozi . Nei momenti liberi poi,senza più dovermi nascondere ,mi travestivo e truccavo e camminavo per delle ore fermandomi ogni volta davanti agli specchi per potermi ammirare in tutta la mia bellezza perch&egrave, devo ammetterlo, aiutata da una corporatura esile e da un volto molto delicato, così addobbata ero proprio una bella figa. Però non avevo mai osato uscire di casa per quel filo di vergogna che ancora provavo in fondo all’ animo… fino a quella sera. Dopo molte titubanze avevo infatti deciso di prendere il coraggio a due mani e che quella sarebbe stata la notte della mia iniziazione da donna.
Era un sabato sera e avevo già deciso che sarei andata in una delle discoteche più alla moda della città dove ,nei fine settimana, si dava appuntamento il fior fiore della gioventù di tutta la provincia.
Iniziai a prepararmi con calma fin dal pomeriggio. Feci un bel bagno usando sali profumati molto esotici, poi iniziai a depilarmi completamente lasciando solamente una striscia di peli sopra il cazzo. I capelli neri corvini li raccolsi in un caschetto appena ondulato che mi cadeva sulle spalle e metteva in risalto l’ ovale del viso. Truccandomi evidenziai con i giusti ombretti il verde degli occhi e infine, per le labbra usai un rosso intenso e appariscente.
Toccava ora agli abiti. Come intimo scelsi un bustino in raso nero traforato e trasparente a cui aggiunsi un reggicalze sempre in raso nero e con dei ricami rossi e uno slip nero anche lui trasparente. Calze ovviamente di seta nera, velate e con la riga dietro da abbinare a un paio di scarpe di vernice rossa con i tacchi a spillo. Dopo avere riempito con delle apposite protesi le coppe del reggiseno del bustino indossai una camicetta bianca con bottoni di madreperla e alcuni piccoli ricami sul davanti. Come gonna ne scelsi una color avorio che mi arrivava fino al ginocchio, ma che era molto aderente e si adattava benissimo a mettere in risalto le mie chiappe belle sode. Per finire indossai un paio di orecchini, una bella collana di ambra e alcuni anelli.
Quando ebbi terminato mi guardai allo specchio e rimasi molto soddisfatto. Ero proprio una bella figa, nessuno avrebbe potuto immaginare che sotto tanta femminilità vi fosse un uomo. Decisi infine di farmi chiamare Tiziana , o meglio ancora Titti.
Giunta l’ora uscii di casa e in auto mi diressi verso la discoteca. Quando la raggiunsi era già piena di gente che si divertiva e ballava.Così mi gettai anch’ io in mezzo saltando e dimenandomi tanto che in poco tempo attirai l’ attenzione di più di un ragazzo che, vedendomi ballare da sola, venne a cercare di agganciarmi. La cosa mi eccitava moltissimo, ma ero sempre frenata dal timore. Fino a quella sera non avevo mai avuto alcun tipo di rapporto sessuale con uomini. tutta la mia diversità si era limitata a infilarmi il dito nel culo nelle sere in cui, in camera mia, mi masturbavo pensando di essere una donna.
Per farmi coraggio e infrangere le ultime resistenze andai un paio di volte al bar e ordinai dei cocktail abbastanza alcolici. Il barista, un nero alto quasi due metri, che era tutto uno splendore di muscoli, me li preparò e iniziò a parlare con me. Era molto gentile, mi chiese come mi chiamavo e come mai ero lì sola. Mi inventai sul momento una storia di un mio amico con cui ero venuta e con cui poi avevo litigato e lui parve credervi. Ritornai sulla pedana da ballo e venni abbordata nuovamente un paio di volte, ma ogni volta non ebbi il coraggio di fare l’ ultimo passo.
Così ritornai al bar per un ulteriore drink. Questa volta il barista disse che offriva la casa e mi preparò un cocktail , a suo dire, speciale. Cosa fosse non so, ma era fortissimo e appena bevutolo iniziai a tossire e mi vennero le lacrime agli occhi. Lui iniziò a sorridere e mi chiese se era troppo forte. Tra un colpo di tosse e l’ altro feci la disinvolta dicendo di no, ma non risultai molto convincente. Iniziò anche a girarmi leggermente la testa e glielo dissi. Allora lui mi consigliò di sdraiarmi da qualche parte ,in attesa che mi passasse un poco l’ effetto dell’ alcool. Già, sdraiarmi ,ma dove? Una discoteca non &egrave certo il posto migliore per farsi passare un principio di sbronza. Lui annuì e mi invitò ad andare in una stanza che era al piano superiore dove si ritrovavano gli addetti alla discoteca quando non si sentivano bene o erano troppo stanchi.
La testa mi girava e la musica assordante iniziava a farmi venire una leggera emicrania così accettai di buon grado la proposta del barista. Questi si fece sostituire da un collega al bancone e mi accompagnò lungo le scale fino alla stanza. Salendo mi teneva stretta per non farmi scivolare e io sentivo quelle sue braccia forti che mi stringevano e la cosa non mi dispiaceva per niente.
Giunti nella stanza mi fece sedere su un divano e poi si mise ad osservarmi sorridendo. “Come va adesso?” chiese
“Bene, grazie, anche se mi gira un po’ la testa”
“Ci vorrebbe una medicina adatta …”
“Oh, &egrave solo questione di pochi minuti, mi sento già meglio”
“Comunque so io cosa fare, non sei certo la prima che si sente male” aggiunse avvicinandosi.
Io ero ancora seduta e lui venne di fianco a me, ma rimanendo in piedi il mio viso era all’ altezza dei suoi fianchi.
“So io cosa ci vuole per guarire le fighe come te” disse infine e con un rapido gioco di mani si aprì la patta dei pantaloni estraendone un cazzo non ancora duro ma già enorme “Prova con questo!”
Io rimasi interdetta , ma lui non perse tempo, mi mise le mani sul capo e , a forza, spinse la mia bocca verso il suo cazzo. Sembrava proprio che il momento tanto atteso fosse arrivato! Tutta la teoria degli anni passati sembrava dover finalmente diventare pratica! Smisi di pensare e decisi di lasciarmi guidare dall’ istinto.
Come avvicinai le labbra alla nerchia questa sembrò acquistare vita propria, si indurì e si inastò in pochi secondi. Dinnanzi ai miei occhi c’ era un cazzo nero di almeno ventidue centimetri, gia scappellato e che bussava alle mie labbra. Non persi più tempo. Socchiusi le labbra e iniziai ad introdurmi quel cannone in bocca. Dapprima mi limitai a sbaciucchiarlo sfiorandolo appena, poi iniziai a mordicchiare la cappella facendo colare calde gocce di saliva lungo tutta l’ asta. Mentre gli inumidivo in quel modo il cazzo con la mano presi a sfiorargli le palle e ad accarezzargliele. Poi, lentamente feci scivolare quel cannolo tutto in bocca.
Non finiva mai, mi arrivò giù fino alle tonsille e continuava a scendere. Era tanto grosso che riuscivo a malapena a respirare , ma iniziai a fare avanti e indietro con il capo lasciandone uscire un pezzo per poi subito riprenderlo in gola e succhiavo, succhiavo, succhiavo come una gran pompinara.
Lui iniziò a godere e a gemere. “Brava troia, ti piace il cazzo eh? e allora prendimelo tutto, continua a succhiare …”.Io non mi facevo certo pregare anche perch&egrave il sapore del cazzo cominciava a piacermi prorio tanto e infatti iniziai a mugolare dal piacere mentre assaporavo quel bastone d’ ebano in ogni modo possibile, con la lingua, con le labbra, con i denti e con la gola.Non mi sarei mai staccata da quella fonte di piacere.
Lo spompinai per bene per qualche minuto poi ,improvvisamente, mi prese con quelle sue braccia che sembravano argani di una possente gru e mi girò di spalle iniziando a sollevarmi la gonna. Io feci un po’ di resistenza perch&egrave non sapevo come avrebbe reagito scoprendo che non ero una donna, ma contro la sua forza potei ben poco e la gonna fu in breve sollevata scoprendomi le chiappe rosee. “Adesso ti faccio vedere io come tratto chi cerca di prendermi per il culo” mi sibilò in un orecchio mentre mi strappava via lo slip svelando il mio trucco. “I puttanoni come te io me li inculo a sangue” aggiunse immobilizzandomi contro un tavolo. Sapeva dunque che non ero una donna, l’ aveva sempre saputo probabilmente, e mi aveva fatto ubriacare apposta per poi potermi fottere con tutta tranquillità! Sempre tenendomi bloccata contro il tavolo mi fece chinare in avanti di 90 gradi, si tolse i pantaloni e appoggiò il suo cazzo contro il mio buco del culo. Era quello che avevo sempre desiderato, ma le dimensioni di quella nerchia mi spaventavano. non ebbi tempo di pensare troppo che sentii un palo d’ acciaio iniziare a farsi strada tra i miei muscoli anali. Il dolore che provai fu fortissimo, quell’ asta turgida e calda mi penetrava sventrandomi lo sfintere e potevo sentire chiaramente i muscoli dilatarsi fino all’ estremo per potere avvolgere quel cazzo. Mi sentivo spaccata in due mentre quel serpente senza fine raggiungeva infine la mia pancia.
“No, no, basta, mi fai male…basta, ti scongiuro !!!” urlai mentre le lacrime mi sgorgavano dagli occhi.
“Taci vaccone e fatti scopare” rispose senza pietà iniziando a pistonarmi lentamente. Sfilava dieci centimetri di canna per farmi respirare un poco, ma subito dopo la reinfilava facendomi singhiozzare per la sofferenza “Te la do io il volere fare la donna con me , per chi mi avevi preso …” .Intanto il dolore stava lentamente diminuendo fino a sparire e l’ elasticita dei miei muscoli anali stava avendo la meglio sul bruciore del culo. Quell’ enormità dentro il mio ventre cominciava a piacermi e anche molto, tutte le sensazioni che per anni avevo solamente immaginato ora erano a mia disposizione. Cominciai anch’ io ad andare a ritmo muovendo il bacino per potere meglio godere di quella verga favolosa, ricominciai anche a mugolare, prima silenziosamente, poi sempre più forte “Si, siii … bravo, continua così, spaccami tutta, lo voglio sentire tutto dentro ,tutto, tuttoooo … ahhhhh ,non ti fermare ….”
Lui non si faceva certo pregare e continuava ad infuriare con tutta la sua potenza sul mio povero culetto ormai devastato.
Poi ,sempre tenendomi inastata,mi fece rialzare e appoggiare contro il suo petto, mi allargò le gambe e,solo con la forza del suo cazzo mi sollevò da terra. Io cercai di appoggiare i piedi, ma sebbene avessi almeno 15 centimetri di tacco, mi ritrovai a fluttuare nell’ aria, infilzata come un tordo. In quella posizione tutto il suo cazzo penetrò dentro di me. sentivo le sue palle sbattere contro la corona dello sfintere mentre pensavo che il suo cazzo mi sarebbe sbucato dalla bocca da tanto lo sentivo dentro. Mise le mani sotto la parte posteriore delle mie cosce e iniziò a sollevarmi e abbassarmi sempre più velocemente. Io non avevo mai immaginato una cosa del genere e persi completamente la ragione sconvolta dal piacere.Tremavo per il godimento,sbavavo come una vacca e agitavo la testa come un’ ossessa.Non avrei mai pensato che potesse essere così straordinariamente bello e arrapante farsi inculare. Il mio cazzo diventò durissimo e mentre lui mi sbatteva cominciai a masturbarmi.
Mentre mi stava trapanando in quel modo la porta si aprì ed entrò un ragazzo della security che era venuto a riposarsi per qualche minuto, ma come ci vide dimenticò subito la stanchezza, si calò i pantaloni e venne a portarsi davanti a me. Era anche lui una specie di armadio con un cazzo di dimensioni asinine che mi infilò in bocca senza perdere tempo.
Cosa potevo desiderare di più? Dopo tanta attesa avevo raggiunto l’ estasi. Un cazzo mi stava dilaniando il culo, un altro mi andava su e giù per la gola, Io stavo in mezzo e prendevo il buono di entrambi guaendo e mugolando come una cagna in calore.Io dovevo solo stare ferma. I colpi squassanti che il negro mi dava bastavano per darmi il ritmo anche per fare il pompino.Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dalla depravazione. Non sò per quanto tempo andammo avanti così con io a fare da ripieno, ma ad un tratto l’ultimo arrivato si sfilò dalle mie labbra e si inginocchiò. Non ci potevo credere, si avvicinò al mio cazzo sempre duro e iniziò a tirarmi una pompa meravigliosa,il porco. Succhiava come un’ idrovora e con una mano mi accarezzava le palle dando ogni tanto una strizzatina che mi faceva sussultare di dolore e stringere le chiappe. Solo che tra le mie chiappe si trovava quel tubo nero e duro per cui ,stringendo, mi doleva anche il culo, praticamente una goduria che mi portò in breve a sborrare ululando in faccia al bianco. Lui bevve e leccò con grande perizia poi mi rimise la sua alabarda in bocca e ricominciò a pomparmi. I suoi mugolii divennero sempre più intensi finch&egrave non mi ripagò con la stessa moneta inondandomi la bocca di sperma caldo. Venne a fiotti incessanti che io tentai di inghiottire, ma sborrò una quantita impressionante di roba e non riuscii a mandarla giù tutta. Due rivoli di bianca e densa sborra sgorgarono dalla mia bocca e scesero dalle guance fino al collo. Anche il nero ormai era al limite e con una serie di colpi più forti e decisi degli altri si liberò del suo seme dentro di me. Sentire quell’ eruzione di liquido bollente nelle viscere mi mandò in paradiso e quasi mi misi a piangere dal dispiacere quando estrasse il suo tubo di carne dal mio ventre. Venne dinnanzi a me e mi obbligò a leccarlo e a pulirlo tutto cosa che ovviamente feci con grande piacere. Fatto questo i due si rivestirono e senza dire una parola uscirono dalla stanza lasciandomi esausta, tremante, sfinita dal piacere e con il culo in fiamme.
Da quella notte la mia vita &egrave cambiata . Ormai sono Titti per tutti e attendo con sempre maggiore ansia che la settimana termini e venga il venerdi per potere visitare, vestita come una gran figa, tutte le discoteche del luogo. Nei fine settimana infatti mi scateno senza più limiti vivendo da vera troia e non sono contenta fino a quando non riesco a godermi almeno due o tre cazzi per notte.

tizysweet@yahoo.it

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