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Racconti Trans

Enormi e Trans – Parte I

By 7 Febbraio 2022One Comment

RACCONTO DI FANTASIA

La serata volge al termine, mi dirigo verso l’uscita di un club milanese dove ho trascorso qualche ora con i miei colleghi ad una festa aziendale, ovviamente l’alcol scorreva a fiumi e, complici anche le tante troiette seminude che mi hanno stuzzicato tutta la sera, sono infoiato come non mai.

Un po’ frastornato mi perdo in cerca dell’uscita e finisco nel privè del locale, dove gruppi di ragazze e ragazzi affollano ancora i vari tavoli nella penombra e noto subito che la situazione è molto allegra: limonate furiose un po’ dappertutto, ragazze strafighe che si strusciano e si baciano tra loro per arrapare le loro prede maschili, alcune coppie in disparte che si ravanano fighe e cazzi con conseguenti espressioni estasiate sui loro volti sfigurati da smorfie di godimento.

Mi casca l’occhio sul tavolo più appartato nell’angolo opposto del privè, ed è solo allora che la vedo.
Mel*ssa, famosissima e quotatissima trans del panorama milanese e non solo, amata dagli appassionati per il suo fisico da bomba sexy, per la sua femminilità che la rende un gran pezzo di figa anche per gli etero più convinti, ma soprattutto per il suo enorme e durissimo cazzo.

Pur essendo io stesso un etero convinto, ho sempre avuto una passione per lei e poche altre sue colleghe e conosco a memoria tutti i suoi video reperibili in rete.
Non serve aggiungere che ho sempre sognato di succhiare il suo mastodontico bastone e, perché no, eventualmente ricevere da lei lo stesso trattamento e concludere il tutto possedendola attivamente e sborrando entrambi come due tori, dappertutto.

Mel*ssa è vestita da troia trans quale è: indossa un mini vestitino in lattex rosso con due buchi sul petto che lasciano al vento quelle splendide e enormi brocche rifatte, coperte solo in minima parte da due copricapezzoli neri.
Autoreggenti e tacco 12 neri completano l’opera, è una bomba sexy e rimango imbambolato per qualche minuto ad ammirare quella divinità statuaria.

È sola al tavolo, gli ultimi amici con cui ha passato la serata l’hanno appena salutata, si scambiano qualche battuta ed intuisco che lei rifiuta l’invito ad andarsene per rimanere a fumare un’ultima sigaretta in santa pace. Capisco subito il motivo, Mel*ssa è molto ingrifata e si sta godendo lo spettacolo che sta andando in scena agli altri tavoli: in particolare non stacca gli occhi da due ragazze molto fighe che stanno stroieggiando davanti a tutti limonandosi in maniera oscena e masturbandosi a vicenda le loro fighe bollenti e già molto fradicie.

Mel*ssa si morde il labbro godendosi la scena, con enorme piacere e eccitazione noto un rigonfiamento smisurato crescere nelle sue parti basse e in pochi secondi la sagoma di quel palo di carne già durissimo è perfettamente visibile sotto l’aderente vestito. È rivolto verso l’alto in diagonale, saldamente imprigionato sotto lo stretto abitino… Fa impressione per lunghezza e larghezza, la cappella gonfia come una susina le arriva poco sotto la tetta sinistra e sembra che il tessuto che lo imprigiona possa strapparsi da un momento all’altro. In tutto ciò Mel*ssa se lo massaggia maliziosamente con una mano, stimolando l’enorme clava in tutta la sua lunghezza e soffermandosi con le dita sul prepuzio e l’enorme cappella, entrambi molto sensibili, e il suo volto è attraversato da smorfie di puro arrapamento.

È a quel punto che mi vede, temo che si incazzi e mi cacci via, ma dopo una prima occhiata interrogativa, la sua espressione infoiata e lo sguardo con cui mi squadra mi fanno sperare per il meglio.
La troia si massaggia il suo palo con fare ancora più sexy e, guardando ora me ora lui ora di nuovo me, è come se mi stia chiedendo se mi piaccia quello che mi sta offrendo. Il mio sguardo trasognante è già la risposta che aspettava, con un sorrisino beffardo lentamente, con l’indice della mano libera, mi ordina di raggiungerla al suo tavolo.

Non capisco più niente, procedo lentamente verso di lei facendomi strada tra le altre persone che sembrano così distanti, credo anche di aver sentito un ragazzo che, avendo capito la situazione, staccandosi dalle tette di una strafiga che stava avidamente ciucciando e palpeggiando, mi sussurra qualcosa come “beato te, quanto vorrei succhiare quel palo gigante per ore e farmi sborrare dappertutto”.

La raggiungo e mi siedo sul divano del suo tavolo accanto a lei, non perde tempo e lentamente si sporge verso di me e inizia a baciarmi. Prima sensualmente, poi iniziamo a limonare selvaggiamente come due innamorati arrapatissimi.
Mi prende una mano e se la porta sul suo maestoso cazzo, mi guida nel massaggiarlo su e giù da sopra il vestito, è impressionante per quanto sia duro e enorme, un massello ci carne pulsante carico di piacere e massiccio come un palo di ferro. Intanto le bacio il collo, lei ansima grazie al mio lavoro di mano e inizia a muovere il bacino rendendo ancora più granitica la sua splendida mazza. Quindi si alza e, ancora seduto, mi ritrovo quel palo di ebano, ancora imprigionato sotto l’abito da troia, all’altezza della mia faccia. Lei mi guarda e ride, poi inizia a strusciarmelo sulla faccia, sulle guance, sulla fronte e infine sulla bocca. È su quest’ultima che ovviamente la puttana si sofferma di più, e allora infoiato come non mai inizio a leccare tutta l’asta da capo a fondo, finendo con delicati e arrapanti morsetti sulle parti più sensibili intorno alla cappella, il tutto reso ancora più stimolante dallo strofinio del tessuto del suo vestitino che mi separa ancora da quel ben di dio.

Si sta arrapando sempre di più, allora mi alza e, dopo un’altra limonata furiosa in cui sento la sua verga gigante premere sulla mia pancia mentre siamo avvinghiati uno di fronte all’altro, mi prende per mano e mi invita a seguirla. Mi porta poco più in là dove c’è un altro tavolo, vuoto, più appartato degli altri perché si trova in una rientranza del locale e quindi è raramente frequentato essendo poco agevole per ascoltare la musica e ballare.

“Qua possiamo fare tutto quello che vogliamo brutto porco, hai già perso la testa per il mio cazzo gigante vero?”
“Madonna che cazzo che hai, l’avevo già visto su internet ma dal vivo è ancora più enorme, si mi fa impazzire te lo succhierei per ore”
“È tutto tuo amore, fai vedere a questa troia quanto sei dipendente dalla
sua bestia, senti quanto è duro”
Nel dire queste ultime parole si alza
lentamente il vestitino e, finalmente, il suo palo gigante viene liberato svettando in tutta la sua potenza.
Lei è in piedi davanti a me, io seduto, a pochi centimetri dalla mia faccia vedo finalmente svettare quel pezzo infinito di carne che sembra esplodere da un momento a un altro.
È durissimo, forma un angolo di 90 gradi con le sue gambe longilinee, piccole scosse di piacere lo attraversano e lo fanno leggermente vibrare su e giù mentre già rivoli di precum sgorgano da quella cappella grossa come un mio pugno.
Sento l’odore, è buono, profumato ma
pungente, sa di cazzo nero di trans, di afrore di palle cariche di sborra, che sono sicuro sgorgherà a fiumi quando sarà il momento. Con una mano impugno la base nodosa, cazzo, è gigante e pesante come
un tronco di marmo, non riesco neanche a chiudere il pugno ma inizio sapientemente a stringerlo con forza e a farle una sega lenta ma decisa. Lei è in visibilio, cazzo quanto è grosso, inizia a muovere il bacino accompagnando la mia sega, con la mano libera le tocco le splendide tette rifatte, lei ora geme, ora si abbassa per limonarmi e dirmi cose oscene sul suo cazzo e su quanto mi piaccia farla godere.
“Prendimelo in bocca ti prego amore, mi sto arrapando come una cagna ti prego succhiamelooo, prendi questa bestia fino in gola”
“Starei ore a succhiare questo arnese tesoro, mi fa letteralmente perdere la testa, senti quanto cazzo è grosso e duro mmmm”
E inizio quindi a lavorarmelo di bocca, provo una sensazione indescrivibile, è la cosa più bella del mondo e mi sento totalmente devoto al cazzo gigante di Mel*ssa. Inizio prima assaporando quell’odore incredibile di puttana dal cazzo gigante, lo bacio impercettibilmente sulla cappella gonfissima, scendo a leccare l’asta e i coglioni, grossi e pieni come due palle da tennis, torno sull’asta e mentre la sego con forza con entrambe le mani, la insalivo oscenamente sputandoci sopra e cucciandola da un lato all’altro, quasi mordendola, sicuro di non provocare dolore ma solo godimento, tanto è potente e resistente quell’ammasso di carne pulsante. Torno a succhiarle i coglioni, mentre con una mano continuo a stringere e menare con vigore quel bastone gigante che sento resistere durissimo alla mia stretta. Con l’altro mano prima le pastrugno quelle tette perfette, poi allungandola il più possibile raggiungo la sua bocca aperta oscenamente in una smorfia di godimento e le ordino di insalivarla ben bene. La troia non aspetta altro, mi afferra il braccio e inizia a farsi scopare la bocca dalla mia mano, fino a sputarci sopra rendendola bagnatissima. Lunghi filamenti di saliva di troia trans penzolano ancora dalla sua bocca alla mia mano, con un’abile mossa roteando il pugno riesco a raccoglierne il più possibile e, mentre continuo a succhiarle i coglioni e a segarle con forza quella mazza infinita, con la mano fradicia inizio a dedicarmi al frenulo e alla cappella. La tocco con abilità nei suoi punti più sensibili, chiudo la mano ben oliata a pugno e stringo con forza la sua cappella gigante iniziando a strofinarla con movimenti di polso, mentre con il pollice le stuzzico il frenulo spesso come una corda, su e giù, su e giù,
“Cazzo come sei bravo, mmmmm, cazzooooo, mi esplode la minchia, porca puttanaaaaa, così mi farai sborrare come un toroooo aaaaargh oooohsiiii continua cazzoooo, è il miglior pompino che mi abbiano mai fattooooo aaaaah”
Mi ingrifo ancora di più, torno a segare a due mani quel randello di marmo che non dà segni di cedimento, e in un colpo imbocco tutta quella cappella taurina.
Inizio a sentire dei primi sentori di sborra, ancora chiaramente precum dato l’aspetto più trasparente e la consistenza meno densa, che rendono quella pompa disumana ancora più fradicia e oscena.
Succhio quella susina con forza, quasi come fosse un succhiotto, anche stavolta sicuro che ciò che provocherebbe dolore o fastidio a qualsiasi altro cazzo, non può scalfire un arnese così duro e massiccio.
E infatti la puttana gode, geme e ansima ancora di più, inizia a essere al limite, so che ha bisogno di svuotarsi le palle con una colossale sborrata.

“Porca puttanaaa, bastardoooo ho il cazzo in fiammeeee, mi fa male da quanto cazzo me l’hai fatto diventare duro e sto impazzendo per come me lo stai lavorandooo mghhhh aaaargh cazzo che pompa spettacolareeeee continua a succhiarlo cosiiii si menamelo più forteee questo cazzo gigante tutto per teeeee, voglio che me lo succhi tutte le volte che voglioooo sarò la tua puttana da spompinare e da svuotare come una muccaaaaa cazzo siiii”

Ma le piace troppo per venire adesso, quindi si stacca da me e, con fare troiesco e senza smettere di fissarmi negli occhi, avvicina uno sgabello che trova lì vicino piazzandomelo di fronte.
Dopodiché fa una cosa che le ho visto fare in un film e che mi fa letteralmente impazzire, ho sempre segnato di poterle fare quel trattamento ma non avrei mai immaginato che un giorno avrei avuto questo immenso onore.
Prima si piazza davanti a me, ancora seduto sul divano, puntandomi quella verga gigante, durissima e fradicia delle nostre salive a pochi cm dalla faccia.
Io faccio per impalarlo di nuovo fino in gola ma la stronza, sul più bello, inarca la schiena privandomi di quella bestia che desidero così tanto, lo fa una, due, tre volte. Intanto ride e si diverte la maiala, ma sa anche lei che questo supplizio manderà anche lei al manicomio molto presto. Quindi fa quello che sognavo da anni, con un’apertura mozzafiato della gamba più esterna si gira sensualmente fino a darmi le spalle e si mette cavalcioni sullo sgabello. Ma la cosa sensazionale è che riesce, premendo con il pube sulla
sedia, a far svettare il suo palo sovrumano verso di me che le sono dietro, puntandomi minaccioso e carico come non mai.
È addirittura più grosso gonfio e duro di quanto visto finora, un ammasso di carne e vene pronto a esplodere in un lago di schizzi, è come se avesse una coda durissima che da sotto il buco del culo fende l’aria minacciosa. Con una mano la puttana raggiunge l’asta durissima e se la massaggia, non riesce a vedersi ma sa benissimo come provocarsi piacere, io pure capisco immediatamente la cosa migliore da fare per farla impazzire: mi inginocchio e la raggiungo in modo da poter dare piacere a tutto quel ben di dio come meglio credo possibile, e, mentre con una mano mi unisco alla sua nel segare quell’enorme mazza, con la bocca inizio a succhiare vigorosamente la cappella gonfissima mentre ancora, con l’altra mano, le assesto sapienti e decisi colpi di dita al prepuzio ormai sensibile come un clitoride di una puttana ninfomane.

Continuo quel pompino da urlo per dieci minuti abbondanti, dopodiché la troia urla: “non ce la faccio piùuuuu non sono mai stata così arrapata voglio sborrarti addossooooo ti pregoooo… sei un campione mi fai godere come una puttanaaaaa in caloreeee brutto bastardooooo ho i coglioni pieniiii… e sappi che sei molto fortunato, non sborro da una settimanaaaaa perché devo girare un film dove vogliono che riempia un gruppo di maschi arrapati con litri di sborraaaaa… ma non me ne frega un cazzoooo sono troppo arrapataaaa ti inondo di sborraaaaa… la vuoi brutto bastardo? vuoi che questa bestia di cazzo gigante ti riempia di sborra schizzando dappertuttooooo? vuoiiiii???”
Queste parole mi fanno perdere la testa, tra una pompata e l’altra riesco come meglio posso a risponderle, con non poca difficoltà dato che è per me quasi impossibile staccarmi da quel palo di marmo che sto pompando e segando con maestria.
“Sì ti prego dammi tutta la tua sborra, svuotati i coglioni pieni da una settimana su di me brutta puttana annaffiami con quel cazzo enorme ti pregooooo”
“Dove la vuoi brutto bastardoooo? in facciaaaa o in golaaaa? non ce la faccio più voglio sborrareee”
“Prima schizzami su tutta la faccia ti prego voglio essere ricoperto, poi se ne hai tanta ficcami quel palo anche in gola e finisci di svuotarti nel mio stomacoooo”

È proprio quello che voleva sentirsi dire, scende dallo sgabello e si gira menandosi il cazzo enorme ormai pronto ad eruttare fiotti di sborra calda, mi fa mettere seduto in terra con la schiena appoggiata al divano, si mette a cavalcioni sopra di me e continua a menarsi il randello. Dall’alto sputa oscenamente mirando la sua clava, la centra perfettamente quasi sempre rendendo quella sega mastodontica ancora più fradicia e eccitante, quando lo manca rivoli dei suoi sputi mi impiastricciano la faccia, lei lo nota e, ormai già squassata in faccia da smorfie che preannunciano l’immenso orgasmo che sta per avere, ridendo e tremando mi urla: “Questo non è niente in confronto ai litri di sborra che ti sparerò adossooooo siiiii sto per godereeeee leccami i coglioniiiii” Quindi si accovaccia leggermente per permettermi di leccarle le palle gonfissime, io pompo, slappo, succhio, glieli afferrro e stimolo con le mani, mentre in quella posizione lei, accovacciata sopra di me, ormai si mena il cazzo gigante sopra la mia testa, il suo pugno impazzito nel massacrare di seghe quel randello gigante mi colpisce in faccia, sulla fronte, ormai non governa più i movimenti, trema, ha il volto deformato dal piacere, a volte smette per un attimo di menarselo e me lo sbatte con forza sulla faccia, sulla fronte, in testa, sulle guance… sento tutto il peso di quel cazzo granitico e quei violenti colpi di pisello sul mio viso mi mandano fuori di testa.
“vengo bastardoooo vengooooo ti riempio di sborraaaa cazzoooo guarda come sborrooooo”
Quindi si inarca ancora un altro po’ per permettere che la mia bocca, che fino a quel momento era impegnata a mungere i suoi coglioni, sia perfettamente sotto tiro per ricevere tutto il suo godimento.
Inizia a urlare e tremare, dà un’altra decina di menate possenti al suo bestione e dopodiché smette di toccarselo, me lo appoggia sul viso in tutta la sua lunghezza, inizia a gridare tutto il suo orgasmo e, senza l’aiuto delle mani, quel palo gigante inizia a tremare e vibrare e finalmente esplode… schizzi interminabili, ne conto 13, getti di sborra caldissima mi riempiono la faccia dappertutto, è densa ma allo stesso tempo schizza con una potenza devastante che mi fa impazzire.
“cazzoooo sto venendo ancoraaa, non smetto piuuuu cazzo che sborrataaaa” altri 7/8 schizzi mi imbrattano la faccia, mi colano sugli occhi, la troia trema e grugnisce come una bestia, torna a menarsi il cazzo e, porca puttana che randello incredibile, è ancora pieno di sborra. “ne ho ancora tantissimaaa brutto bastardo te lo pianto in golaaaaaa apri la bocca guarda quanto sto sborrandoooo cazzooooo quanto vengooooo cazzooooo” e mentre continua a segarlo e altre copiossisme schizzate mi riducono ormai a uno sborratoio vivente, a un vaso da sborra per il cazzo enorme di Mel*ssa, me lo pianta in gola e, continuandosi a segare furiosamente mentre l’altra metà del suo palo mi arriva fino allo stomaco, sborra ancora una quantità indescrivibile di piacere trans.
“cazzoooooo tieni gli ultimi schizzi bastardoooooo omiodioooooo sto impzzendooooo sto schizzando ancoraaaaa lo sentii fino in golaaaaaa mamma miaaaaa che sborrataaaaaa pazzescaaaaa ahhhh ahhh ahhh”
Continua a tremare in preda a orgasmi mai provati mentre svuota l’ultimo mezzo litro di sborra bollente nel mio stomaco, dopodiché scoppia a ridere, trema come
una puttana in calore, estrae la mazza dalla mia bocca e me la sbatte in faccia, con forza, è ancora durissima e il rumore di quei colpi di minchia sulla mia faccia è reso ancora più volgare dallo sciabordio di tutta quella sborra che mi ha completamente coperto il viso e che adesso raccoglie alla meglio su quel gigante palo di carne. Quindi, quando ne ha raccolta più che può sulla sua cappella e sulla sua asta ancora dura come una pietra, mi ripianta quella verga di mezzo metro in gola e mi fa ingoiare tutto il suo godimento.

“aaaaah ahhhh ingoia tutto brutto bastardoooo mamma miaaaa quanto ho godutooooo sei uno spettacolooooo tieniiiii tieniiiiii ingoia tuttoooo pulisci per bene campioneeee”
quando finisce di scaricarmi gli ultimi residui del suo sperma infinito in fondo alla gola, si riprende il bastone in mano, ancora duro come il ferro, me lo strofina per tutta la faccia facendomelo baciare ancora più che posso, dopodiché mi schiaffeggia ancora un altro pò con quel bazooka, scoppia a ridere e, accasciandosi esausta accanto a me, mi concede un ultimo, osceno limone e, con il suo sguardo da puttana dal cazzo gigante, mi sussurra: “con te non ho finito stanotte brutto bastardo, se lo vorrai, ti darò il mio cazzo enorme per tutta la notte.. limonami adesso cazzo che mi fai impazzire”

TO BE CONTINUED

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