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Racconti Trans

Inizi

By 23 Febbraio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Inizi

Mi presento mi chiamo Marylin e sono una bellissima e focosa transessuale, vivo la mia sessualità con piacere e appagamento ma a volte mi soffermo a ricordare come è cominciato tutto con nostalgia, questo è il racconto delle mie prime esperienze e di come ho intrapreso questa strada.
Avevo solo 18 anni e per la prima volta in vita mia mi allontanavo dal paesino dove ero cresciuto per andare a studiare all’università in città, ero eccitatissimo visto che per la prima volta avrei assaporato la vera libertà.
All’epoca ero un ragazzo timidissimo, magro come un chiodo e senza un filo di barba, già da un po’ avevo cominciato a solleticarmi il forellino mentre mi dedicavo a lunghe sedute di masturbazione solitaria, unico svago concessomi nella noia imperante del mio piccolo paesetto.
Passavo ore ed ore accarezzandomi lentamente, sfogliando riviste pornografiche che acquistavo nelle edicole dei paesi vicini, arrivando molte volte alle soglie del culmine del piacere per poi rallentare e non giungere all’orgasmo, godendomi quella sottile e perversa tortura.
Ricordo le prime volte in cui, incuriosito alla vista di quelle allegre donnine che trangugiavano con ingordigia il seme degli stalloni che le cavalcavano selvaggiamente, avevo provato ad assaggiare il frutto del mio piacere traendone con sorpresa, un proibitissimo piacere.
A volte capitava che tra i vari set fotografici ne venisse infilato qualcuno la cui protagonista era una creatura dal vistoso corpo femminile che però, tra le gambe, nascondeva una mascolinità possente.
Invece di saltare quelle pagine infastidito come avrebbero fatto la gran parte dei miei coetanei, rimanevo affascinato dalle immagini di quei rapporti contro natura, eccitandomi come una giumenta in calore alla vista di poderosi arnesi scomparire negli invitanti pertugi dischiusi da quelle affascinanti creature.
Come ipnotizzato osservavo l’estasi dipingersi sul volto di quelle strane signorine ad ogni devastante affondo e invidiavo il piacere profondo che provavano desiderando di potermi trovare nei loro panni.
Era in quei momenti che, quasi senza accorgermene, facevo scivolare una le dita nel solco umido tra le mie giovani natiche e cominciavo a titillare, dapprima quasi impercettibilmente per inumidire il varco e poi sempre più vigorosamente la rosetta nascosta nella mia più sacra intimità.
Fin dalle prime volte il mio corpo acerbo veniva scosso a tal punto da quelle audaci carezze da portarmi ad orgasmi devastanti che mi lasciavano esausto a riposare sul mio letto bagnato.
Certo la consapevolezza di scivolare nel mondo dell’ambiguità sessuale mi portava sensi di colpa e angoscia, ma il desiderio era più forte e ci volle poco perché dalle dita passassi a ortaggi di dimensioni sempre maggiori che erano in grado di portarmi all’acme del piacere senza che neanche mi toccassi.
Sfogliando le varie riviste specializzate che ormai compravo regolarmente cominciai ad imitare le protagoniste delle mie fantasie, annodando lacci intorno ai testicoli e pinzandomi i rosei capezzoli con delle mollette da bucato imparando il piacere della tortura leggera.
A volte, quando potevo stare da solo per un po’ senza essere disturbato, mi mettevo a rovistare nel cassetto dell’intimo di mia sorella dove trovavo autentiche delizie, il solo sentire scivolare sulle mie gambe il nylon delle calze nere da acchiappo della mia vivace sorellina mi provocava delle subitanee erezioni bagnate e dovevo precipitarmi a spegnere il fuoco che mi si accendeva dentro con furiose sodomie a base di cetrioli e zucchine, l’eccitazione raggiungeva il culmine quando in preda a un’autentica trance mi ammiravo specchiandomi mentre mi penetravo e osservavo il buchino ingordo che si contraeva e si spalancava famelico quando per qualche secondo gli facevo mancare la desiderata dose di ortaggio.
Con questi presupposti potrete facilmente immaginare l’eccitazione con cui mi accingevo ad uscire dal protettivo nido familiare per andare a studiare all’università in una grande città, certo sapevo che le mie abitudini sessuali difficilmente mi avrebbero reso popolare tra gli amici e quindi nella vita di tutti i giorni mi comportavo come un normalissimo diciottenne, anche perché con le mie disponibilità economiche sapevo che non avrei potuto prendere un appartamentino tutto per me ed avrei dovuto dividerne uno con altri ragazzi.
Non avevo idea quando quel giorno mi accingevo a telefonare per una stanza in un appartamento di studenti, che da quel momento sarebbe cominciata una delle fasi della mia vita più perverse e felici!
Al telefono rispose un certo Paolo, mi disse che divideva l’appartamento con un suo amico ventenne come lui di nome Franco e che c’era una stanza libera, il posto era vicino all’università e prometteva anche una certa dose di graditissima privacy, i due erano anche loro universitari e passavano buona parte della giornata e anche della serata in ateneo.
L’impressione ottima avuta al telefono fu confermata sul posto, i due ragazzi erano dei giganti in confronto a me, alti e ben torniti, risultarono subito molto simpatici e in breve ci accordammo per il trasferimento.
Ero in paradiso, finalmente libero con una stanzetta tutta mia dove potermi rilassare e godere i miei piaceri solitari senza paura di essere sorpreso e in più con a mia disposizione un lettore dvd dove potermi guardare i miei adorati film trans a tutte le ore del giorno o quasi’
Probabilmente tutta quella libertà mi diede alla testa e mi rese imprudente, fatto sta che cominciai a disertare l’università e ad approfittare di qualsiasi momento solitario per piantarmi nel culo le mie zucchine di cui facevo sempre scorta esponendomi alle domande dei miei inquilini che non mi vedevano mai mangiarle (giacchè le assumevo per un’altra via’)
In effetti quelle domande sulle mie adorate abitudini alimentari avrebbero dovuto insospettirmi e mettermi sul chi va là, fortunatamente non fu così’.
In effetti a vederla a posteriori, immagino che il mio comportamento sia stato dettato da un prepotente desiderio inconscio di fami scoprire, in ogni caso la situazione precipitò in una fredda mattinata di novembre.
I miei coinquilini erano usciti per andare a dare un esame e dopo una ricca colazione, mi ero concesso uno spinello e mi ero accomodato sul divano del piccolo soggiorno in comune dopo aver preparato una grossa e turgida zucchina da accogliere dentro di me mentre mi godevo la visione di un bel film di trans brasiliane.
Già ben eccitato per gli effetti della marijuana stavo giusto cominciando a sfregare il grosso vegetale tra le mie chiappe piccole e sode mentre mi accarezzavo i capezzoli inturgiditi gustandomi la prima scena del film quando la porta d’ingresso si aprì d’improvviso e Paolo e Franco entrarono discutendo animatamente.
I due, per niente impressionati, immaginando che mi stessi dedicando alla visione di normale porno decisero che l’idea non era male e vennero ad accomodarsi ai miei due fianchi chiedendomi di fare spazio.
Io, pur inizialmente impietrito per essere stato sorpreso, feci buon viso a cattivo gioco, e nascondendo la zucchina sotto il sedere feci spazio.
Immaginate la sorpresa che si dipinse sui loro volti quando il bel donnone sullo schermo si abbassò le mutandine portando allo scoperto un uccellane di dimensioni mostruose che il suo partner provvide immediatamente a far scomparire quasi per intero tra le sua fauci avide!
– Ma che cazzo di film ti stai vedendo?
– Oh ma questa è roba da froci’dove l’hai preso?
– Guarda un po’ gli si sta facendo duro’
– Ma allora sei frocio’abbiamo un frocio in casa’
– Di un po’ ma che ti piace il cazzo?
– Ma’io’veramente’non sapevo’non avevo idea’l’ho preso per errore’
– Si si per errore e com’è che ce l’hai duro? E questa cos’è?
– Ora capisco tutte quelle zucchine che compri a cosa servono’beh vediamo se ti piacciono anche le zucchine di carne’
Così dicendo Paolo si abbassò i boxer portando alla luce un bel bastone carnoso di una ventina di centimetri abbondanti e afferratomi per i capelli mi spinse la testa fra le sue gambe.
Inizialmente cercai di fare un po’ di resistenza, ma l’odore sapido di sudore e urina che proveniva da quel vigoroso totem già in piena erezione era troppo invitante e, senza freni inibitori a causa del fumo, spalancai la mia boccuccia e assaggiai per la prima volta in vita mia un cazzo vero!
Dio non avevo idea di quanto inebriante potesse essere accogliere tra le mie labbra la carne soda e vibrante di un grosso uccellone eretto, lo avvolgevo con la lingua in preda ad una forsennata foga di piacere, ne mordicchiavo la cappella gonfia e violacea spingendo la lingua saettante nel buchino esultando intimamente per i gemiti di piacere di Paolo, spingevo le narici ad affondare tra i riccioli profumati che ne coronavano la base mentre Franco, arrapatissimo mi torturava le chiappe inarcate con pizzichi e schiaffetti leggeri.
Man mano che il mio voluttuoso pompino progrediva, Paolo inarcava i reni per spingermi dosi sempre più abbondanti gola finchè cominciò a premermi la nuca in modo da farmi accogliere quasi tutto quel ben di dio nella mia bocca calda.
Era davvero fantastico, sentivo quello splendido arnese solleticarmi il palato e giungere quasi fino alle tonsille, a volte Paolo mi tratteneva un po’ troppo sul suo grosso cazzo provocandomi dei conati che istintivamente respingevo e quando riemergevo da quella vorace penetrazione mi eccitavo ancora di più nel notare vischiosi filamenti di saliva che dalle mie labbra carnose si congiungevano all’oggetto del mio piacere.
– Bene vediamo se questa proietta apprezza anche una visita posteriore’
– Si dai vediamo quanto gli piace’
– Sei pronta troia? Ora te lo do tutto’
– Eccolo eccolo lo vuoi eh? Si vede che lo vuoi tutto’
A quelle parole un brivido di terrore mi percorse il corpo, è vero che il mio buchetto aveva già accolto ogni sorta di vegetale fallico che si potesse immaginare, ma i tempi di quelle penetrazioni erano sempre stati dettati da me stesso e la preparazione ra stata lunga e accurata, ora sentivo la punta del cerchione di franco poggiarsi sullo sfintere senza alcun tipo di preliminare e temevo di essere squartato in due da quella mazza poderosa.
In effetti i miei timori non si rivelarono infondati, Franco con un colpo di reni mi spinse il suo grosso batacchio nel retto per un bel tratto, ben oltre la metà della lunghezza dell’asta e in quel momento cominciai ad urlare con la precisa sensazione che una sbarra di metallo incandescente si stesse facendo largo dentro di me.
I miei occhioni dalle lunghe ciglia si riempirono di lacrime per il dolore insopportabile e dovetti sospendere il ricco pompino elargito a Paolo per urlare tutta il devastante sofferenza che il cazzo di Franco mi stava impartendo!
– Ma che cazzo urli rottinculo, non ti piace?
– Dai che ti piace bel frocetto, dici la verità non desideravi altro
– Ti volevi gustare i notri cazzoni in tandem e ora te li diamo
– Dai che ti piace sei proprio una cagna
– Godi troia godi godiiiii
Certo come no, era un po’ difficile godere mentre ti stanno squartando tra le chiappe, quel grosso serpente scivolava a fatica nel condotto anale completamente secco, dopo avermi incendiato le pareti dello sfintere, ogni colpo era un flusso di magma incandescente che mi faceva ribollire le viscere e il mio piccolo cazzetto mi ballava tra le gambe come un corpo inanimato!
Eppure’eppure quello sfregamento selvaggio, la sensazione di sentirmi un oggetto sessuale tra le grinfie di due splendidi aguzzini, le gambe muscolose di Franco che mi stringevano i fianchi mentre mi sodomizzava senza pietà, i suoi coglioni gonfi che mi sbattevano sulle chiappe ad ogni affondo, l’odore inebriante del grosso cazzo di Paolo, il sapore salato e denso dei suoi sughi versati copiosamente nella mia gola bocca golosa, tutto questo mi portava ad uno stato di eccitazione come mai avevo provato prima e mi rendevo conto che avrei voluto non smettere più.
Dopo qualche minuto di quel trattamento cominciai ad avvertire una sensazione di calore avvolgente e soffuso che ad ondate sempre più potenti si irradiava dal basso ventre al resto del corpo, un piacere ineguagliabile come non credevo fosse possibile provare, avvertivo che il retto andava inumidendosi lasciando scivolare il tabellone di Franco con maggiore facilità dentro di me, e il piacere pian piano si impossessava di me trasmettendo a quello che fino a pochi attimi prima sembrava un inutile orpello abbandonato tra le mie gambe dei guizzi di vitalità seguiti da abbondanti rilasci di precum.
Era troppo bello cominciai a mugolare e a gemere dimostrando tutto il mio godimento e a inarcare la schiena in modo da accogliere dentro di me dosi sempre più corpose di quella supposta in consumabile.
– mmmmhhh si siii non smettere’dai scopami ‘sfondami il culo’ fammelo sentire tutto lo voglio’lo vogliooo’.
– Sei proprio una vacca sfondata’lo sapevo che ti piaceva dai prendilo’prendilo tuttoooo’
– Si si dai troia ti piace prendere un bel cazzone duro nel culo dai, daaai, succhiamelo non smettere’dai troia mignatta’sei una ciucciacazzi nata’come ti piace’daaaaiiiii’
– Ancora ancora ‘ancora’ ancora’
Era fantastico, Franco, imbizzarritosi per il mio godimento, mi cavalcava furiosamente, in tempi progressivamente più ravvicinati le chiappe mi si contraevano spontaneamente portandolo vicino al climax e il mio piccolo uccellino si era ingrandito al limite di un’erezione e ad ogni contrazione schizzava gocce di precum misto a sperma che ormai formavano una piccola ragnatel di fili traslucidi tra la mia cappella e il tessuto del divano.
Paolo nel frattempo, per non essere da meno mi teneva la testa premuta tra le sue gambe sempre più a lungo e godeva nel vedere le mie labbra spalancate e avvolte in densa saliva che risaliva fino alla sua verga paonazza quando me lo sfilava da gola giusto il tempo per sputarmi in faccia e in bocca riempiendomi di insulti volgari ed eccitanti.
– quanto ti piace il cazzo troia’sei proprio una vacca come non ne ho mai conosciute’dai ingoia ingoialo tutto fino alla base’ti piace eh? Dillo quanto ti piace’
– siii siiiii dammelo daaai mi piace dammelo tutto’lo voglio dai e tu lì dietro sfondami il culo daaaaiiiii dammeloooo’.
Mi sembrava di non averne mai a sufficienza, brividi di pura estasi mi avvolgevano il corpo mentre mi godevo quello splendido cazzone ben piantato su per il culo, avrei voluto che mi arrivasse di lì fino in gola per ricongiungersi all’altro che mi scavava la gola fin quasi alle tonsille, avrei voluto che non finisse mai quella scopata megagalattica come non avevo mai sognato nemmeno nei miei desideri più nascosti e perversi, ero una troia mangiacazzi e pensavo che nella vita non avrei voluto fare niente altro solo dedicarmi al simbolo della mascolinità per adorarlo accogliendone quantio èiù possibile nei miei anfratti vogliosi.
Ormai la nostra piccola orgia andava avanti da una ventina di minuti e il mio godimento continuava a crescere sempre di più sentivo che il cazzo mi si stava pian piano innalzando e si avvicinava il momento dell’orgasmo, Franco aveva preso a sfilarmi la verga da retto completamente attendendo che l’ano si richiudesse per poterlo poi riaffondare a tradimento tutto dentro strappandomi striduli gridolini di piacere, ad ogni affondo schizzi di sperma caldo venivano sputate dal mio cazzo ormai duro e prossimo al culmine del piacere.
Alla fine, dopo un ultimo affondo ancora più vigoroso, venni preso da devastanti maree di piacere che mi portarono quasi a convulsioni tanto erano intense, dovetti staccarmi dal mio delizioso cono gelato e buttatomi a terra presi a sborrare senza neanche essermi sfiorato gridando a tutto il mondo il piacere di quell’orgasmo straziante.
Sembrava non smettessi più di godere ma Paolo e Franco, senza alcuna pietà, mi afferrarono per i capelli costringendomi a mettermi in ginocchio e a turno mi gratificarono di copiosi getti di seme bollente che cercai di ingoiare per la maggior parte diligentemente come una brava proietta da film pornografico.
Con i loro bastoni puntati verso il viso spalancai la bocca e solleticandoli con sapienti guizzi di lingua li portai in breve tempo a schizzare tutto il loro intenso piacere, dapprima Paolo si svuotò i coglioni gonfi tra le mie labbra, riempiendomi la bocca di sugo perlaceo che dopo aver tenuto per un attimo sulla lingua per mostrarlo trionfante ai miei due brutali amanti, ingoiai gustosamente sentendolo scivolare bollente giù per l’esofago, poi, mentre, Paolo mi strusciava l’uccello gocciolante e appicicoso sulla guancia per ripulirlo dei rimasugli di sperma, fu il turno di Franco, che dapprima volle provare il morbido tepore della mia bocca infilandomi il carnoso scettro odoroso di sughi misti del mio culo e delle sue palle gonfie, dopodiché, ancora tutto in bocca, mi scaricò i primi due o tre spruzzi di rugiada direttamente nello stomaco, per poi uscire di scatto e regalarmi una viziosa maschera per il viso gocciolante, vischiosa ed appicicosa.
Quelle due abbondanti sborrate mi donarono ulteriori brividi di piacere dopodiché, incurante delle conseguenze dell’accaduto mi rialzai grondate umori misti dei due stalloni e me ne andai in bagno per concedermi una doccia ricostituente lasciando i due ragazzi sconvolti a riposare sul pavimento.
Arrivato in bagno mi resi conto di avere ancora bisogno di godere e che quella cavalcata mozzafiato non era stata conclusa in modo completamente appagante, così mentre l’acqua tipida scorreva sul mio corpo trascinando con sé grumi di sperma secco, cominciai ad accarezzarmi l’uccello mentre con l’altra mano infilavo tre dita nel buchetto ormai sfibrato e gocciolante umori profumati.
In quel momento Paolo entrò in bagno e senza neanche guardarmi si diresse verso il water per svuotarsi la vescica, la vista di quel ragazzone con l’uccello ancora mezzo in tiro per la chiavata appena ultimata, il pensiero di quel magnifico stallone che mi aveva appena montato a piena soddisfazione, l’odore di piscio misto a sperma che si diffondeva nel piccolo bagnetto e la consapevolezza degli occhi di Franco su di me appoggiato allo stipite della porta mentre attendeva il suo turno per pisciare, tutto questo fece riemergere prepotentemente nonostante l’orgasmo appena provato la mia natura troiesca, così tornai ad inginocchiarmi implorandoli con una vocina femminea di gratificarmi con la loro copiosa pioggia dorata! In un attimo Paolo che l’aveva già pronta mi fu addosso e dopo avermi fatto spalancare la bocca mi ci riversò dentro tutta quella gustosa miscela dorata che assaporai golosamente passandomi la lingua sulle labbra per non perderne neanche una goccia masturbandomi furiosamente, quando fu il turno di Franco, mi girai di spalle e inarcando il culo, lo aprii con tutte e due le mani mettendo in mostra l’orifizio anale oscenamente spalancato per permettergli di pisciarci dentro.
Appena avvertii il caldo flusso farsi strada nel retto venni come una fontana spruzzando gocce di sborra bollente che diligentemente cercai di raccogliere tutta per gustarla insieme ai mille umori che mi condivano il palato.
Alla fine caddi semisvenuto col culo spanato e pulsante per l’intenso piacere provato e il cazzo ancora gocciolante, inebriato per la selvaggia scopata che i miei adorabili coinquilini mi avevano saputo donare.
Da quel giorno sono diventato la servetta sempre pronta a soddisfare i desideri dei miei coinquilini e dei loro molti e vogliosi amici, ma questa è un’altra storia e se vorrete un giorno ve la racconterò!

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