Mario era seduto, da solo, in uno scompartimento di prima classe, stava terminando di scrivere, sul suo tablet, un articolo da inviare al giornale. Veniva da Zurigo, dove aveva visitato una fiera sulle nuove tecnologie. L’articolo parlava di questa fiera. Il treno arrivò, nel primo pomeriggio, alla stazione di Lugano, era una bella e frizzante giornata di fine inverno. Nel suo scompartimento entrò una splendida ragazza. Dietro di lei un’affascinante signora.
La ragazza teneva delle buste in mano ed il suo cappotto blu notte. Salutò con uno squillante buongiorno e depose cappotto e buste sul portapacchi sopra i sedili.
Uno splendore, bella, elegante, fine e, per essere così giovane, sofisticata. Indossava spericolati tacchi a spillo, un paio di pantaloni di pelle nera aderentissimi e un maglioncino di cachemire celestino che, quando si protese verso il portabagagli, si sollevò scoprendo una striscia di pelle bianchissima sopra i fianchi. La ragazza si muoveva elegantemente, sembrava timida e trattenuta, una postura da ballerina. Sentendosi osservata arrossì, poteva avere venti anni. I capelli, alla maschietto, perfettamente acconciati, folti, lucenti, tendevano al rossiccio mogano, impossibile stabilire se quello era il suo colore naturale, gli occhi celesti perfettamente truccati, le labbra tumide e imbronciate chiedevano solo di essere baciate. Sui tacchi andava, sulle slanciatissime gambe, sopra i centoottanta centimetri. Non era altissima, scalza stava sotto i centosettanta centimetri. I pantaloni attillatissimi e aderenti la vestivano divinamente, come una seconda pelle. Era slanciata e snella, un bocconcino delizioso.
Mario non poteva fare a meno di guardarla, anche se, lo capiva, era sfacciato, stava andando oltre la decenza. Si rendeva conto che appariva anche un tantinello ridicolo. Quando la ragazza si voltò verso di lui, per sedersi, notò il seno piccolo che, per la torsione, si mosse sotto il maglione per trovare la nuova posizione, probabilmente non portava il reggiseno.
La signora aveva seguito le contorsioni della ragazza soddisfatta della grazia con cui si era mossa. La signora aveva seguito, sorridendo accondiscendente e ironica, gli sguardi di Mario, che, attratto dalla ragazza, non si era reso conto delle attenzioni della signora.
L’uomo, da quando Roby, il nome della ragazza, aveva iniziato lo show non si era perso niente. La signora si sedette elegante, ma più austera, accanto alla ragazza, con una carezza affettuosa e protettiva sulla coscia. Mario pensò che fosse possessiva, si domandò che rapporto ci fosse tra le due, poteva essere la madre, forse una zia. Non sapeva.
Sicuramente era una donna molto attraente, perfettamente truccata, molto sofisticata. I capelli bianchi, lucidi e splendenti, non erano naturali, ma colorati, ed era un colore molto audace, di una donna molto sicura di sé. Gli occhi erano celesti, come quelli della ragazza, le ciglia scure. Al contrario della ragazza che aveva un viso dolce e rotondo, lei aveva un ovale severo. Era qualche centimetro più alta della ragazza e la postura era distaccata e aristocratica, ma senza arroganza, molto naturale. Entrambe avevano le unghie laccate di rosso, ma quelle della donna erano più lunghe ed aggressive di quella della ragazza. La donna aveva sui quaranta anni e quel colore dei capelli, voluto, non la invecchiava, ma ne accentuava femminilità e autorevolezza. Aveva la pelle lucida, liscia e splendente, neanche una ruga.
Mario cercò di ritornare ai suoi affari, ma non ci riusciva, il suo sguardo ritornava sempre alla coppia di donne che era appena entrata nel suo scompartimento, soprattutto sulla ragazza, bellissima e fragile.
Lui era un bel trentacinquenne, attraente, biondo, occhi scuri e blu, con i capelli un po’ arricciati, il viso regolare e un fisico invidiabile, alto centoottantacinque centimetri, spalle larghe, longilineo e dinoccolato. Faceva strage di ragazze e donne da venti anni, aveva iniziato da giovanissimo. Queste due erano però molto particolari, soprattutto la giovane ragazza.
Mario stava cercando qualche parola per rompere il gioco di sguardi che si scambiavano di sottecchi. Non era solo lui che guardava, ma anche loro, la ragazza guardava e arrossiva, la donna invece padroneggiava la situazione divertita con sguardi maliziosi e scintillanti. Era evidente che era abituata agli sguardi di ammirazione verso di sé e anche a quelli rivolti alla sua protetta. Mario stava per dire qualcosa, ma fu preceduto dalla donna. – Mi dispiace se l’abbiamo disturbata… stava scrivendo… –
Lui le fu grato, la situazione stava per diventare imbarazzante. – Grazie, ma no, avevo appena terminato l’articolo, lo devo solo spedire. –
– Giornalista? – rispose la donna, mentre anche la ragazza si rilassava distendendo il corpo contratto per le attenzioni che stava ricevendo.
– Già. –
– Non la disturberemo per molto, noi scendiamo a Como, ci vorrà poco. –
– Non si preoccupi signora, mi fa piacere la vostra compagnia. –
Il treno era ripartito. La conversazione era ritornata a languire, il gioco degli sguardi era ritornato a manifestarsi. La signora si rivolse alla sua protetta. – Prendi quel pacchetto che abbiamo comprato Roby… voglio rivedere l’intimo… secondo me ti starà molto bene. –
La ragazza arrossì, dopo il saluto iniziale non aveva più parlato. – Ma zia… ora… –
– Ora! – Quella parola non ammetteva repliche.
La ragazza diventò un peperone, ma si zittì e ubbidì. Tremava e il piccolo seno ansava, ma si mise in piedi e prese il pacchetto.
– Rimani un attimo in piedi – ordinò la signora. Imbarazzata la ragazza ubbidì.
– Le piace? – si rivolse a Mario mostrando il reggiseno grigio perla senza spalline.
Mario guardò, sorrise, – bellissimo, le starà benissimo. –
– Facciamo vedere al signore come ti sta. –
– Zia, no… ti prego. Mi vergogno. –
La donna si mise in piedi e fece girare la ragazza verso Mario che guardava incuriosito. In effetti era una situazione imbarazzante e non solo per la ragazza, ma la signora sembrava divertita dell’imbarazzo di entrambi, mentre lei era molto sicura e sembrava divertirsi. –
La signora sollevò il maglioncino di Roby. La ragazza non ce la fece a tenere gli occhi aperti, vergognandosi li chiuse, ma si dispose come voleva la zia.
Erano due tettine piccole, una seconda, voluttuose, succulente. I capezzoli erano rosa, piccoli anche loro, ma eccitanti, la ragazza aveva la pelle d’oca.
– Le piace Roby? – chiese la zia, ovviamente, a Mario.
L’uomo deglutì a fatica, ma rispose – E’ magnifica, la più bella ragazza che vedo da tanto tempo. –
Roby diventò ancora più rossa, non riusciva a stare in piedi, era rivolta verso Mario e dava la schiena alla zia, si appoggiò a lei per non cadere. La zia la baciò sul collo teneramente e le mise il reggiseno. – Non è successo niente stupidina. Questo signore ti ammira… non c’è niente di male. Ed è un bell’uomo… – Il tono era lieve e la voce leggera.
– Oh, zia… –
– Su, su, girati verso di me. – Roby si girò mentre la zia le tirava giù il maglione.
– Zia, ti prego…. Il controllore…
– Non passa nessuno, tranquilla. – Lo scompartimento era chiuso e le tendine erano tirate, però se qualcuno avesse buttato un occhio nello spiraglio tra le due tende avrebbe visto tutto.
Intanto la donna stava armeggiando sulla cintura dei pantaloni della ragazza che gemeva allarmata. La zia le abbassò i pantaloni e contemporaneamente la finissima mutandina di pizzo nera, mostrando il culetto perfetto della ragazza che tremava come una foglia.
– Che ne pensa? –
Stavolta Mario arrossì e si vergognò di essere arrossito. – Stupendo – riuscì a dire.
Roby tremava e frignava, ma era bollente e sempre più imbarazzata.
– Girati Roby. –
– No, zia, ti prego… nooo… – La ragazza protestava, ma non osava gridare.
La zia la prese per i polsi che portò dietro la schiena della ragazza, tirò e Roby fu costretta a girarsi e inarcarsi mostrando il pube. Teneva il viso rivolto a terra, gli occhi chiusi, singhiozzava e tremava violentemente. Mario si stava chiedendo perché, gli sembrava normale che fosse imbarazzata, ma non si aspettava una reazione così violenta.
Ne aveva viste tante, ma quello che vide era inimmaginabile e spiegava tutto. Mario ci mise qualche attimo per realizzare. La ragazza, davanti, aveva un piccolo pene, pochi centimetri.
Fino a quel momento aveva pensato che era una giovane donna e per di più molto bella e femminile. Niente poteva fargli pensare che non fosse così, né il fisico con le morbide curve, né la postura e il modo di muoversi, neanche la voce ed il modo di parlare. Anzi, non solo era femminile, ma anche di molto superiore alla media per grazia e garbo. Ovviamente non era una super maggiorata, ma quello per Mario non era mai stato un problema.
– La lasci – disse mettendosi in piedi. La signora la lasciò, anzi gliela consegnò. Lui abbracciò Roby, le sollevò i pantaloni e le mutandine, armeggiò con la cintura e la chiuse. Poi si chinò sulla ragazza e la baciò sulle labbra stringendola a sé. Non fu un vero bacio, appoggiò le sue labbra su quelle di Roby, poi le disse – sei stupenda, bellissima. –
La ragazza era in grande difficolta, stava per piangere, la zia l’aveva praticamente violentata, si vergognava indicibilmente, ma quando sentì le parole dell’uomo e quel bacio lieve si protese verso di lui e stavolta socchiuse le labbra. Si offrì e si fece baciare come si deve. Mario sentì di aver fatto la cosa giusta e provò a rassicurarla.
Il treno stava entrando in stazione, Roby era ancora abbracciata a Mario.
La signora non aveva molto tempo, decise istantaneamente. – Gliela lascio – mormorò, – domani me la riporti alla villa. –
Mario non capì immediatamente, poi ci arrivò ed ebbe la presenza di spirito per rispondere – Dove? – Mario continuò a tenere abbracciata Roby, anche lui aveva deciso immediatamente, o quasi. Non aveva la minima idea di come sarebbe finita quella storia, ma voleva iniziarla.
– Villa Paradiso, Roby saprà indicarle la strada. Io sono Miss Claudia. –
Mario annuì.
– Zia… – mugolò Roby.
– Rimani con lui – mormorò ancora la donna con uno strano tono, – è ora che tu conosca un vero uomo, mi sembra che questo signore ti piaccia. – Tutta la frase era letteralmente molto ambigua, ma solo letteralmente.
Si rivolse ancora a Mario e fu più esplicita. – Faccia attenzione, ha il seno molto sensibile e non è mai stata con un uomo, sia molto delicato. –
Indossò il cappotto e andò.
Era tutto molto strano, ma ormai Mario non si sorprendeva più, in quei pochi minuti era successo ben altro che l’aveva sorpreso. Mario strinse a sé Roby per rassicurarla, la ragazza si calmò e si rannicchiò tra le sue braccia. Quell’uomo le era piaciuto subito, ma per lei era una storia del tutto nuova e naturalmente aveva qualche apprensione.
Mario se la tenne sempre stretta, ma intanto rifletteva. Come era successo che nel giro di un quarto d’ora una bella ragazza, certo molto particolare, del tutto sconosciuta, era finita nelle sue braccia? E addirittura le era stata affidata con un esplicito invito ad approfittarne da un’altra sconosciuta che la ragazza chiamava zia. Ma quale zia pensò Mario.
Strinse la ragazza a sé, la bacio in fronte e rinunciò a pensarci.
Non voleva baciarla solo in fronte, ma qualcosa gli suggerì che era meglio non avere fretta. Al momento doveva solo rassicurarla.
er chi mi vuole scrivere in privato: Koss99@hotmail.it
Se mi vengono proposte storie interessanti posso scrivere su commissione.
Qui pubblico solo anteprime. I miei racconti completi sono pubblicati su:
Kobo
https://www.kobo.com/it/it/search?Query=koss
Google
https://play.google.com/store/books/author?id=Koss
Amazon
Complimenti per la facile lettura e presa diretta
ciao cara,ho letto attentamente il tuo racconto ad alto contenuto erotico, e debbo dirti, per quanto possa sembrare raro, che…
Davvero incredibilmente eccitante, avrei qualche domanda da farvi..se vi andasse mi trovate a questa email grossgiulio@yahoo.com
certoo, contattami qui Asiadu01er@gmail.com
le tue storie mi eccitano tantissimo ma avrei una curiosità che vorrei chiederti in privato: è possibile scriverti via mail?