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Trio

8 marzo, per un lettore

By 13 Ottobre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Si può essere più idioti, pensava Giorgio mentre leggeva l’avviso nella bacheca aziendale, l’azienda ha organizzato una cena con il personale proprio l’8 marzo, come se volessero avere il minor numero di adesioni, organizzano la cena l’unica sera dell’anno in cui si sa sicuramente che anche le donne usciranno, e quindi come spesso accade, i mariti rimangono a casa con i figli. A aveva nemmeno la benché minima idea sul come comunicarlo alla moglie, loro di figli ne hanno 3, era impensabile uscire entrambi. La soluzione si presentò da sola, nello stesso istante in cui metteva piede in casa squillò il telefono. ‘Giorgio, rispondi tu per favore?’, gridò la moglie dalla cucina. ‘Pronto’, esordì appena alzata la cornetta. ‘Sono io’, rispose dall’altra parte la suocera. Oddio, pensò Giorgio, ‘il ritorno dei morti viventi’, ‘Nosferatu’, ‘satana in gonnella’, ‘la marescialla’, ‘la rompi cazzo di mia suocera’. ‘Buonasera signora Elise, come sta?’, chiese con tono forzatamente gentile. ‘Che cazzo te ne frega’, rispose l’amata suocera, ‘passami mia figlia’. ‘Ivana’, chiamò, ‘c’è tua madre al telefono’, annunciò sapendo di innescare un meccanismo senza fine, avrebbero discusso di qualsiasi cosa lei avesse detto, avrebbero litigato e le sue reflue speranze di fare almeno una scopata veloce sarebbero finite nel secchio con gli avanzi del cibo che non sarebbe riuscito a mangiare per il troppo nervosismo. ‘Giorgio, mamma fa ritinteggiare casa tra 2 settimane e vorrebbe venire a stare da noi mentre gli operai ultimano il lavoro e la donna delle pulizie risistema tutto’, la notizia arrivo come un fulmine di ‘Giove’ sul suo capo, Elise in quella casa per almeno 10 giorni, questo significava che l’8 marzo avrebbe preteso di uscire con la figlia e che lui sarebbe dovuto rimanere in casa, non ebbe nemmeno la forza di ribattere, sapeva essere inutile, abbassò il capo ed annuì, poi con una scusa qualsiasi andò ad infilarsi sotto alla doccia.
La suocera mise piede in casa il 5 marzo alle 6,00 del mattino, lui stava ancora dormendo quando sentì suonare il campanello, pensò immediatamente che fosse successo qualche cosa, nessuno aveva mai suonato quel campanello così presto, non si curò nemmeno di vestirsi, con i soli boxer andò ad aprire non tenendo conto della solita erezione mattutina, ma appena discostò la porta per vedere chi fosse lei diede una spinta poderosa ed entro brontolando: ‘Vuoi vedere il passaporto per farmi entrare?’, chiese con il suo solito tono acido. ‘No, scusami, ma non ti aspettavamo così presto’, rispose, e mentre lo faceva si rendeva conto del suo stato fisico. La suocera lo guardò con uno sguardo accusatorio e poi indicando il suo pene disse: ‘Ma non ti vergogni a girare in quelle condizioni per casa, se ci fossero i tuoi figli qui? Dov’è mia figlia, spero che almeno lei sia ancora morigerata come le ho insegnato’. Lo è, pensò lui, anche troppo, dopo 10 anni di matrimonio e tre figli ancora facevano l’amore con la luce spenta e l’unica variante al loro menage erano poche leccate che concedeva al suo pene solo quando era sicura che fosse pulito, ma mai un vero pompino o una scopata nel suo buchino. A volte pensava di aver sposato una suora, ma da quello che aveva letto in rete si rendeva conto, sempre di più, che alcune suore erano meno pudiche di sua moglie. Furono 3 giorni infernali, la suocera continuava a tornare sulla storia dell’erezione e la moglie non gli dava alcun appiglio per districarsi dalla situazione. La sera dell’8 marzo, come già immaginava le due donne passarono un’ora in bagno a prepararsi per uscire, le aspettavano alcune amiche di famiglia per raggiungere un ristorante con annessa discoteca dove era in programma uno spettacolo per sole donne. La cosa non lo interessava molto, sapeva che la suocera li avrebbe mangiati con gli occhi, gli spogliarellisti, mentre la moglie si sarebbe nascosta di fronte a tanta nudità. Alle 20,30, puntuali, uscirono dandogli le ultime raccomandazioni per i figli, che avevano già mangiato. Entro le 21,30 dovevano essere a dormire. Si padrona, voleva rispondere, ma si astenne dal farlo, salutò la moglie con un bacio appena accennato, per non rovinarle il trucco e chiuse la porta. I figli, fortunatamente, dopo una favola si addormentarono immediatamente, in anticipo sull’ora prevista, allora Giorgio andò in salotto ed accese la tv, ma non facevano nulla di interessante, anche la programmazione di quel sabato era improntata sulla festa della donna. Spense la tv ed accese il computer, si collegò a internet e digitò l’indirizzo di IOMILU’, almeno se trovo un buon racconto posso sempre sfogarmi da solo, ormai era una settimana che non lo faceva. Era impegnato da poco nella ricerca di un racconto quando sentì dei rumori provenire dalla porta d’ingresso, si alzò ed andò a vedere, appena scosto l’uscio per accertarsi sulla fonte di quei rumori due donne caddero ai suoi piedi, una aveva i capelli riccioluti di un rosso rame intenso ed una camicetta bianca sopra ad una minigonna in jeans, l’altra, quella sopra, aveva lunghi capelli neri, dei jeans a vita bassa da cui fuoriusciva il filetti di un perizoma bianco, una maglietta attillata di color giallo ed una mano infilata nella camicetta dell’amica. Rimasero tutti e tre bloccati per qualche istante, l’imbarazzo era visibile in tutti e tre, Giorgio allungò una mano per aiutarle ad alzarsi, farfugliarono qualcosa di incomprensibile mentre lo facevano, lui sorrise, anche se non aveva capito, poi come se fosse stata la cosa più naturale, le invitò ad entrare. ‘Visto che stavate cercando di sfondarmi la porta almeno in questo modo lei è salva’, aggiunse sorridendo. Risero anche loro, ed accettando l’invito entrarono. L’aria da elettrica divenne immediatamente distesa, si sedettero sul divano ed attinsero ai liquori che lui aveva preparato sul tavolino. Iniziarono a chiacchierare del più e del meno, venne così a sapere che la rossa si chiamava Giulia, aveva 24 anni e frequentava l’università, mentre l’amica si chiamava Guendalina, Guendy per gli amici, aveva 29 anni ed era sposata da poco più di un anno, insieme erano uscite per festeggiare ma essendo entrambe per natura bisex si erano lasciate trasportare dalla foga già in ascensore con il risultato che già conosceva. Giorgio le guardava parlare e non riusciva a staccare gli occhi dai loro corpi, nella sua mente si tracciava un filmato in cui le due donne erano nude, avvinghiate l’una all’altra nell’indubbio scopo di darsi piacere. ‘Sembra una commedia di Molière’, disse nel tentativo di scostare i suoi pensieri, ‘tre nomi con la G alla ricerca di un qualcosa per la serata’, ma si rese conto subito di aver pronunciato un frase a doppio senso che aveva colpito le due donne. ‘Come?’, chiese Giulia, ‘che intendi?’, ‘Io lo so’, disse Guendy, indicando la sua erezione. Per la seconda volta quella sera il tempo si fermò, erano tutti e tre, uno di fronte all’altro che si guardavano, poi Guendy fece la prima mossa, allungo la mano ed inizio a tastare il suo cazzo sotto alla staffa dei calzoni. Giorgio prese Giulia per una spalla e la fece avvicinare maggiormente a lui, la baciò con trasporto, lei non si oppose, anzi fece saettare la sua lingua nella sua bocca mentre con una mano prendeva la sua e la infilava nella sua camicetta. Trovò il seno nello stesso istante in cui si sentì la lampo dei suoi pantaloni scendere inesorabile, ed una mano che si insinuava nei suoi slip mentre lui addentava un capezzolo ebbe lo stesso effetto su entrambi. Poi fu la bocca di Guendy ad incrociarsi con la sua, si era già sfilata la maglietta ed un seno sodo come pochi svettava sul suo corpo, una terza ben fatta pensò tra di se mentre accoglieva i suoi seni tra le mani.
Si trascinarono in camera, sul lettone, mentre anche gli ultimi abiti cadevano insieme all’intimo e ad ogni possibile pudore. Si ritrovò steso sul letto con Guendy a cavallo del suo viso mentre Giulia era impegnata in un pompino da urlo, poi si rigirò ed iniziò a leccare la passerina di Giulia in un 69 selvaggio mentre Guendy era impegnata a leccare il buchino dell’amica, altro cambio di posizione con Guendy a 4 zampe, lui che lentamente la penetra mentre le amiche sono unite in un 69 con Giulia sotto gli succhia il clitoride e nello stesso tempo non disdegna una leccatina alle palle e Guendy che affonda la lingua nella sua fica grondante di umori. Dopo un po’ di questo trattamento le due donne godettero quasi contemporaneamente, ed anche lui non resistette molto alle sollecitazioni ed annunciò l’imminente eiaculazione. ‘Godimi dentro’, disse Guendy, e senza pensarci due volte Giorgio le riempì la fica di sperma. Immediatamente Giulia da sotto fece uscire il suo cazzo dalla vagina dell’amica e lo imbocco per prendere in bocca gli ultimi schizzi e ripulirlo. La manovra, oltre al piacere ebbe l’effetto di non far calare la sua erezione, anzi la visione di Giulia che ripuliva anche l’amica dallo sperma che colava dalla fica lo fece eccitare ancor di più. ‘Ora lo voglio anche io’, disse la giovane ragazza, e dopo averlo fatto stendere si calò con un sol colpo sul suo pene facendolo entrare nella vagina fino alla radice. Sembrava essere in preda al ballo di ‘San Vito’ mentre si muoveva sopra a lui, Guendy da dietro le accarezzava i seni e la baciava sul collo, poi fece scendere una mano sul suo pube ed iniziò a masturbarla, poi le infilò un dito in bocca e glielo fece succhiare, come se fosse stato un piccolo cazzo, la costrinse a piegarsi in avanti ed infilò il dito nel culetto dell’amica. ‘No, il culo no’, si lamentò Giulia, ma Guendy non sentiva ragioni e rispose: ‘Prima o poi lo devi dare a qualcuno, perché non questa sera?’. In quel momento Giulia, forse eccitata da quell’intrusione inattesa ma piacevole, ebbe il suo secondo orgasmo.
Fu Giorgio a prendere in mano la situazione nei momenti successivi, prese Guendy e la fece stendere su letto, quindi le alzò le gambe e le appoggiò sopra alle sue spalle, era magnifica così esposta pensò, quindi appoggiò il glande sul suo buchino, la guardò negli occhi e spinse. Un gridolino misto di dolore e piacere uscì dalla sua bocca mentre lui entrava lento ma inesorabile nel suo secondo canale, non era sicuramente vergine, anzi sembrava che la cosa fosse particolarmente di suo gusto, ancora poche spinte ed i suoi testicoli aderirono ai glutei di lei. Iniziò a pomparla lentamente, sfilando il cazzo per tre quarti per poi spingerlo dentro con più forza. ‘Si, vi prego, sfondatemi tutta’, disse Guendy, mentre Giulia, contemporaneamente, le infilava due dita nella fica fradicia. Resistette poco, prima che il suo secondo orgasmo arrivasse forte quanto quelli che l’avevano preceduto.
‘Ora tocca a te’, disse Giorgio guardando Giulia negli occhi. La fece stendere a pancia sotto ed iniziò a leccare il suo buchino vergine, infilò un dito bagnato e si mise a muoverlo dentro di lei forzando lentamente su i terminali nervosi che circondano l’ano. Chiese a Guendy di andare in bagno e di prendere una crema, e quando l’ebbe si mise a spalmarla sul buchino introducendo prima due e poi tre dita. ‘Tutto bene?’, chiese a Giulia. ‘Brucia pochissimo ed è tanto piacevole così’, rispose la ragazza. Dopo un po’ di quel trattamento fece un cenno a Guendy che, presa un po’ di crema in mano si mise a cospargere il suo cazzo, poi indirizzo il glande sul buchino e diede la prima spinta. ‘Non scappare, così ti fa più male’ disse a Giulia che si ritraeva, ‘piuttosto spingi un po’, come se dovessi defecare’. La giovane donna seguì il consiglio, ma un piccolo grido annunciò che il glande era entrato. ‘Toglilo, ti prego, brucia troppo’, si lamentò. Giorgio non l’ascoltò, attese che la sensazione di bruciore si attenuasse, in modo che si rilassasse un po’, e poi spinse ancora. Mezzo cazzo era saldamente piantato nel culetto di Giulia, la ragazza mordeva il cuscino ma non cercava più di fuggire, poi tra un respiro e l’altro gli chiese di metterlo tutto. Una spinta decisa ed affondò in lei come un coltello nelle carni dell’agnello sacrificale, Giulia non riuscì nemmeno a gridare, tra il bruciore e la sensazione di pienezza che le dava un, seppur minimo, senso di piacere era confusa, l’uomo sopra di lei fermo, il suo sedere che piano di adattava all’intruso, poi iniziarono le spinte, il lento avanti e indietro che le faceva sentire il cazzo scorrere all’interno delle sue budella, la sua fica invasa dalla mano dell’amica, la pressione tra i due canali divisi da una sottile parete che si ripercuoteva in tutta lei, stava godendo di quell’inculata come non avrebbe mai pensato in vita sua, ed ancor di più godette quando si senti riempire di sperma, che come una colata lavica, caldo le riempiva l’intestino.
Non sapeva quanto tempo fosse passato, era steso sul letto, le due donne erano andate via dopo averlo ringraziato per la serata, aveva sistemato tutto al meglio e si era assopito, si svegliò con una sensazione strana, aprì gli occhi e vide la testa di sua moglie che andava su e giù sul suo cazzo, fece finta di dormire e attese per vedere come sarebbe andata a finire, la donna continuava a leccare e succhiare mentre si masturbava freneticamente, poi ebbe un orgasmo che trattenne pensando di correre il rischio di svegliarlo, e continuò con il pompino. Giorgio, fingendo di dormire si girò lentamente sul fianco intrappolando così la testa di lei tra le cosce ed iniziò a muoversi nella sua bocca, lei lo lasciò fare. Quando sentì l’orgasmo che si faceva strada decise di raddrizzarsi per scoprire cosa avrebbe fatto la mogliettina, ma con sua sorpresa ella succhiò il cazzo ancor più forte mentre le inondava la gola.
La domenica mattina si svegliò tardi, aveva ben visibile la solita erezione, e sapendo di essere nudo optò per una doccia prima di presentarsi in cucina. Sua moglie lo accolse con un sorriso e gli preparò il caffè. ‘Tua madre?’, chiese, non vedendola. ‘E’ ancora a letto, ieri sera ha esagerato con il limoncello, e poi si è scatenata con i spogliarellisti, una cosa da non credere, ho fatto fatica a riportarla a casa ed ora sta russando sul suo letto’. Stava per scoppiare a ridere ma si trattenne, poi chiese: ‘e tu? Com’e sei stata?’. ‘A parte mia madre, direi bene, mi sono anche divertita, ho bevuto poco e ballato molto, c’era una bella atmosfera, un po’ troppo eccitante per i miei gusti, ma divertente’, rispose sorridendo.
Giorgio andò in camera, ed il suo sguardo fu attratto da qualcosa di bianco che spuntava sotto al letto, era un perizoma bianco che riconobbe immediatamente. ‘Almeno so che non è stato un sogno’, pensò mentre lo nascondeva nella sua ventiquattrore, poi mentre stava per uscire vide una macchia di umori sul lenzuolo, proprio dove aveva visto la moglie masturbarsi mentre lo spampinava. Neanche quello era stato un sogno pensò mentre tornava in salotto dove ad attenderlo c’erano i suoi amati figli.

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