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Trio

Cleopatra, e il nostro amore a tre

By 1 Febbraio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Cleopatra ed io vivevamo una vita abbastanza tranquilla, vivevamo la nostra relazione d’amore praticamente sempre insieme, anche se una casa tutta nostra ancora non l’aevamo. Stavamo a casa dei suoi genitori che erano spesso via alla casa in campagnia, a pochi chilometri dal mare. Cleopatra non era molto bella, ma aveva quel viso da porcella che tanto mi piaceva. Dagli altri maschi era stata sempre trattata come un buco da tappare, era sempre stata illusa da tutti. Era stata spesso innamorata di bei ragazzi, che l’avevano trattata come una ragazza usa e getta, dal sesso facile, con le cosce sempre aperte per accogliere i loro cazzi vogliosi di scopare e nient’altro. Tra questi c’era un certo Francesco, un ragazzo biondo di cui era sempre stata fortemente innamorata. E lui capendo questa sua debolezza, ne approfittò per farsi qualche scopata semplice e sicura, come molti altri avevano già fatto. Purtroppo Cleopatra era sempre stata sfortunata in quella cittadina di veline e barbie girl, dove i maschietti sicuramente non avrebbero perso tempo a guardare una come lei, grassoccia, ma con due grandi tette che avevano scosso non poche fantasie, ma mai intenzioni serie nei suoi confronti.
Ci fidanzammo, io fui il primo suo ragazzo ufficiale, e un anno dopo ricordo che Cleopatra ricevette una telefonata. Restò a parlare al telefono per molto tempo, diventando rossa in viso, e un pò impacciata nelle parole. Mi disse, quando riattaccò, che era Francesco, e che più tardi sarebbe passato a salutarci. Le presi le mani, le tremavano.
– Cleopatra, ma tu stai tremando.
– Beh, sai, forse il freddo.
Subito ritirò le mani a se, per non mostrarsi eccitata e imbarazzata al tempo stesso. Freddo? Ma se eravamo in primavera. Sapevo tutto di Francesco, era stato lui a sverginarla. A lui aveva fatto il primo pompino. Queste cose me le diceva, c’era molta sincerità tra noi due. Guardai i suoi occhioni di uno strano timore.
Quel pomeriggio si fece bellissima, indossò il vestito più bello ed elegante che posseddeva, nero, che arrivava fin sotto le ginocchia. E con uno scollo molto grande, da dove si poteva ammirare la forma del suo bellissimo seno. Si era preparata bene solo per lui, per il suo arrivo. Non la vedevo così dal suo ventunesimo compleanno, cioè, un anno prima.
– Come sto? – mi domandò.
– Sei stupenda – le risposi. – Ma che necessità c’era di indossare proprio quel vestito?
– Sai, ho pensato che lo indosso in poche occasioni, quindi mi andava di riprenderlo – mi rispose. Tra l’altro il vestito portava anche un grande spacco, da dove veniva fuori la sua carnosa coscia destra. Aveva ai piedi i tacchi a spillo. Era molto provocante.
Francesco suonò al campanello, e Cleopatra impacciata come una bambina andò ad aprire. Si salutarono baciandosi sulle guance e abbracciandosi, le mani di Francesco solcarono la schiena della mia ragazza fino ad arrivare al suo culo, per qualche attimo.
– Ciao Cleopatra, che bello rivederti!
– Anche per me è bellissimo, sembra un sogno.
Poi salutò anche me con una stretta di mano e ci sedenni tutti e tre sui divani della sala da pranzo, con la luce del sole che entrava dal balconcino, e che illuminava tutta la stanza. Parlarono delle ultime cose. Francesco era stato appena lasciato dalla sua ragazza, ci fece vedere una sua foto, una ragazza proprio niente male, una vera e proprioa modella, sottile e slanciata, l’opposto di Cleopatra.
– Tu invece sei sempre la più bella – disse alla mia ragazza.
– Non è vero – rispose lei quasi rattristata, i suoi occhi si riempirono di lacrime, che però non vennero giù, solcando le guance. – Non sono mai piaciuta a nessuno, neanche a te.
– Dovevi proprio farla piangere! – rimproverai Francesco, poi mi rivolsi a Cleopatra: – dai, non fare così. Adesso vado a prenderti dei fazzoletti – mi avviai in cucina e ci rimase per qualche minuto, perchè non riuscivo a trovare la carta. Intanto nel salone, Francesco cercava di consolarla.
– Comunque forse non l’hai mai capito, ma a me sei sempre piaciuta. Sei bellissima, non come le altre sciacquette – si inginocchiò ai piedi di Cleopatra che se ne stava seduta sul divano a cercare di trattenere le lacrime, ma qualcuna non riuscì a resistere, e solcò il suo viso.
– Allora perchè non hai mai pensato di intraprendere qualcosa di serio con me?
– Ma Cleopatra, perchè a me piacciono anche le altre ragazze, questo è il mio unico difetto. Non volevo farti soffrire – le disse infilado le mani sotto il vestito nero, accarezzando le sue gambe carnose, lisce. – Ma tu sei la più bella in assoluto.
Cleopatra smise di piangere, tirò sù col naso. Francesco tirò sù il vestito fino al suo busto, e per sua grande sorpresa vide che non indossava le mutandine. Finalmente rivide la sua passerina scura, si avvicinò a lei e iniziò a baciarla, poi a leccarla, riassaporando il suo odore inconfondibile. Cleopatra socchiuse gli occhi e aprì la bocca, mugolando. Sentire di nuovo la sua lingua contro la sua fica le donò un immenso orgasmo. Francesco ci sapeva fare, dolcemente sapeva quali punti doveva toccare con la punta della lingua. Era molto esperto di ragazze, sicuramente molto meno impacciato di me. Quando rientrai nel salone mi venne un forte batticuore, e le parle mi si strozzarono in gola nel vederlo divaricare le cosce di Cleopatra per leccarle meglio la pasera. Lei gli teneva la testa per i capelli e godeva come una vacca in calore. Rimasi in piedi, coi fazzoletti nelle mani a guardare quella scena, con gli occhi increduli.
Francesco si cacciò fuori il cazzo e iniziò a menarselo, mentre continuava il suo lavoro con la lingua, che scorreva certe volte fino ad arrivare al buco del culo. Lì in mezzo alle cosce si inondò in quei minuti si saliva e umori, e l’odore, il profumo di quell’insieme di liquidi arrivò fino a me, facendomelo venire subito duro. Poi Francesco decise che era giunta l’ora di penetrarla, di nuovo. Quindi si alzò e puntò il cazzo contro la passera completamente bagnata, tanto che il cazzo (di notevoli dimensioni, questo lo devo dire) scivolava tra quelle cosce, e subito fu risucchiato dentro. Si baciarono, con passione. I colpi del bacino di Francesco era lenti.
– Cleopatra, ma cosa state facendo? – le domandai, e i due si fermarono. Francesco fece venire fuori il suo cazzo dalla fica della mia ragazza. Mi avvicinai a loro, cercando una spiegazione per quella scena. Cleopatra portò una mano al cazzo di Francesco e lo masturbò delicatamente, poi mi guardò e con la mano libera accarezzò anche me, all’altezza del mio arnese, che era ormai diventato durissimo.
– Io voglio avervi tutti e due – mi disse. – Voglio avere il tuo cuore, e il suo cazzo, che ho sempre desiderato, e tu lo sai.
Mi sbottonò i pantaloni e fece venire fuori il mio cazzo, masturbandolo con la stessa leggerezza che stava usando con Francesco.
– Non vorrei mandarti via – mi disse Francesco, – ma mettiti da parte, che voglio scoparmi Cleopatra, come una volta. Se vuoi puoi metterti a sedere su di un divano e masturbarti mentre ci guardi scopare.
Feci quello che mi disse, mi misi a sedere sul divano pronto a masturbarmi, con quella scena molto imbarazzante. Francesco fece scivolare fuori dalla scollatura della mia ragazza le sue grandi tette, la sua fica era bagnatissima, e quando il cazzo la penetrò ancora, fu di nuovo risucchiato, perfettamente. E questa volta i colpi erano più assestati, molto più ritmati, mentre si baciavano, con gran foga. Con la stessa foga di chi non aspettava altro. Cleopatra urlava di piacere.
– Non mi lasciare mai più, ti prego!
– E chi la lascerebbe una vacca in calore come te – rispose lui. – Sei una miniera d’oro, guarda qua che tette! – gliene strinse una con una mano, l’altra manteneva la coscia sinistra ben divaricata. – Dai, adesso prendilo in bocca.
Le disse uscendo dalla sua passera, Cleopatra avvicinò subito le labbra al suo grande arnese. La sua lingua e le sue labbra contro quel grande glande produceva degli schioppi che mi fecero eccitare talmente tanto che avrei sborrato tra qualche attimo, a differenza di Francesco, che sarebbe rimasto per ore a scoparla. Cleopatra produceva saliva in quantità industriale, e quando si cacciava da bocca quel cazzo sembrava completamente unto d’olio. E invece era solo la sua saliva.
– Che porca che sei – le disse, mentre io cercavo di trattenere il più a lungo possibile la mia sborra. Poi Francesco pretese da lei una sega spagnola, il suo cazzo si infilò tra le tette che Cleopatra teneva premute una contro l’altra.
– Ecco brava, così – disse Francesco spingendo l’anca, dall’interno verso l’esterno. – Vedo che ricordi bene le cose che ti insegnai. Adesso preparati a prendere la mia sborra.
Francesco socchiuse gli occhi, stava per venire, e i getti di sperma si posarono sulle grandi tette di Cleopatra. Mi alzai dal divano, e sborrai anche io, ma la mia sborra finì sul pavimento. Francesco e Cleopatra si abbracciarono, si distesero insieme sul divano, baciandosi. E io col cazzo ancora in mano guardavo quella scena mielosa, di baci e tenere carezze, pensando che da quel giorno non sarebbe stata più la stessa cosa la nostra relazione. Saremmo rimasti in tre, a continuare quella storia d’amore.

Cleopatra decise di raggiungere i suoi genitori in campagna, e ci chiese di accompagnarla. A me dava decisamente fastidio che Francesco dovesse venire con noi, d’altronde lei era la mia ragazza. E all’idea che i genitori potevano accorgersi che Cleopatra scopasse con entrambi mi faceva star male. Ero entrato ormai in buoni rapporti con i suoi genitori, erano persone tranquille. Partimmo di sabato, Cleopatra indossò una camicia bianca e un vestito nero gessato. Prese la borsa e partimmo, con l’auto di Francesco. In auto c’era un leggero silenzio, ogni tanto erano loro due a parlare. I loro sorrisi e i loro occhi non mi piacevano, continuavano a fissarsi con tutto l’ardore possibile.
– Mi piace come mi scopi – gli disse, dopo qualche attimo di silenzio.
– Hai sentito come era duro? – le chiese. – Non vedeva l’ora di scoparti. E quando ci ripenso mi viene subito duro.
– Scusate se sono di troppo – ironizzai dal sedile posteriore.
– Ma no, dai – mi disse Cleopatra. – Lo sai che amo anche te.
– Non ti offendere, ma credo che ami di più il mio cazzo.
Risero per quella battuta, io mi limitai a sorridere. Cleopatra ad ogni decina di chilometri si sbottonava un bottone della camicetta, perchè moriva dal piacere quando Francesco le guardava le tette. Aveva cominciato con un solo bottone, e cominciarono a vedersi le sue grandi tette. Poi dopo altri dieci chilometri sbottonò altri due bottoni, e il suo enorme seno venne quasi fuori. Francesco lo fissava in continuazione.
– Che fai, mi provochi? – le domandò. Cleopatra gli sorrise, poi Francesco raggiunse le sue tette con una mano, palpandole.
– Muoio dalla voglia di un pompino.
Cleopatra non se lo fece neanche chiedere, si chinò verso la zip dei pantaloni di Francesco e l’abbassò. Feci finta di non guardare, ma come potevo? Avevo di nuovo quell’insopportabile batticuore, ma allo stesso tempo mi veniva duro solo nel vedere i movimenti di Cleopatra, che erano di una maestria che non avevo mai visto in lei, ma solo nelle pornoattrici. Gli abbassò la zip dei pantaloni e gli fece venir fuori il cazzo già duro. Non lo vedevo, ma sapevo che era enorme, e che adesso era finito tra le labbra della mia ragazza. Lo capii dai movimenti della sua testa, che andava delicatamente su e giù.
– Oh sì! Che labbra fantastiche!
Francesco continuava a guidare, ma con la bocca semiaperta, e guardando la strada. Cleopatra leccava l’asta, e per raggiungere la cappelle ce ne voleva di strada, per la lingua. Poi ritornò ad infilarlo in bocca, e gli entrava a stento tutto, riusciva ad arrivare ai tre quarti. Era enorme. Francesco iniziò ad urlare dal piacere, e con la mano spingeva la testa di Cleopatra facendola scendere con le labbra fino ai coglioni. A me non avrebbe fatto tanto facilmente un pompino, ogni volta che glielo chiedevo faceva un pò la schizzinosa.
– La vuoi la sborra? – le domandò. – Sto venendo, ti voglio sborrare in bocca.
Con un grido, Francesco sborrò tra le labbra di Cleopatra, che restò a ripulire la sua cappella per almeno due o tre minuti. Quando si rialzò, capii che aveva bevuto il suo sperma, in quanto aveva soltanto poche schizzi sulle guance. Eravamo quasi arrivati, e la mia ragazza si stava ripulendo il viso dal quell’unico schizzo, con un dito lo portò in bocca, succhiando anche le dita.
Scendemmo dall’auto, la villa dei genitori di Cleopatra era bellissima, alberata, con una grande terrazza dove prendere il sole. Un pò isolata, c’era solo la casa di qualche contadino. E a qualche chilometro si arrivava al mare. I genitori erano in casa, ci accolsero alla porta, conobbero Francesco come “un amico”, e non come uno a cui la figlia dieci minuti prima aveva fatto un pompino. Quella sera cenammo insieme, sembravano provare una certa simpatia per Francesco, che parlava in continuazione, senza fermarsi mai. Era un tipo egocentrico, che sapeva cavarsela con ogni persona, sapeva arruffianarsi le ragazze e i loro genitori. Era nella sua natura. Poi andammo a dormire, dormimmo separatamente, o perlomeno, non so se quella notte successe qualcosa nel letto di Cleopatra, so solo che io dormii nella stanza degli ospiti.
Il giorno dopo, mi svegliai tardi, forse a mezzogiorno. In casa non sembrava esserci nessuno, c’era molto silenzio. In cugina non c’erano ne Cleopatra ne i suoi genitori. Dopo un breve giro nella grandissima casa, arrivai nella sala da pranzo, dove c’era la balconata, molto spaziosa. E mi venne di nuovo il batticuore nel vedere Francesco e la mia Cleopatra completamente nudi, vicino alla ringhiera del balcone, che bevevano teneramente dello champagne da bicchieri di vetro. Il cazzo di Francesco sbatteva contro la pelle di Cleopatra. Incrociarono gli avambracci e bevvero ognuno dal bicchiere dell’altro, restando in piedi, vicino alla ringhiera bianca. Francesco faceva di tutto perchè il suo arnese fosse a contatto con la pelle di Cleopatra.
– Ti sei svegliato, dormiglione! – mi disse la mia ragazza. – Dai, spogliati e vieni anche te a prendere un pò di sole integrale.
– Ma ragazzi, siete pazzi? E se tornano i tuoi genitori?
– Ma no che non tornano! – disse Francesco. – Sono andati a pranzo da alcuni amici, torneranno solo stasera.
– Prima o poi qualcuno vi vedrà.
– Al massimo possono vederci i contadini circostanti – rispose Francesco. – E allora? Avranno l’onore di masturbarsi vedendo questo bel culone – con la mano libera dal bicchiere strinse le chiappe della mia ragazza, che fece finta di fare la schizzinosa.
– Dai, spogliati anche tu – mi invitò Cleopatra.
– No, penso che resterò così – mi sedetti su di una sedia di platica, e li guardai. Cleopatra rideva alle battute di Francesco, era anche molto spiritoso, o per lo meno era quello che pensava Cleopatra. Francesco iniziò a toccarla ovunque, per il gusto di vederla sorridere, e poi perchè faceva la finta schizzinosa.
– Queste mani sempre in agguato! – gli disse.
– Perchè, non ti piace? Mi piace la tua ciccia – le disse accarezzandogli la pancia.
Posarono i bicchieri di vetro su di un tavolino e si accarezzarono i fianchi, guardandosi negli occhi.
– Vuoi vedere come me la scopo? – mi domandò Francesco.
Portò una mano tra le gambe di Cleopatra, che a questo non seppe ritrarsi, lasciò che giocasse con la sua passera. Alzò la fronte al cielo e chiuse gli occhi, le dita di Francesco erano leggere, e toccavano nei punti giusti, in quelli più salienti. In qualche attimo, tra le gambe venne a crearsi un lago.
– è tutta questione di punti da toccare – mi disse come se volesse insegnarmi a trombare.
Tra l’altro da quando c’era Francesco, Cleopatra passava molto più tempo a farsi bella, truccandosi e assumendo quell’atteggiamento da vera porca. Continuò a stimolare la sua fica, ma iniziarono a baciarsi. Infilai una mano nel mio pantalone, ricercando il mio cazzo che si stava gonfiando nel vedere quella scena. Iniziai a menarmelo delicatamente. Francesco la fece girare, e le disse di aggrapparsi alla ringhiera. Cleopatra avrebbe eseguito ogni suo ordine. Poi le disse di allargare le cosce, e delicatamente indirizzò la punta del suo cazzo nel buco del suo culo. Questa cosa mi stupì, con me non aveva mai voluto fare un qualcosa del genere.
– Fai piano – lo pregò con una voce tremolante.
– Farò come abbiamo fatto sempre – questo voleva dire che già avevano provato il sesso anale. Di questo non ero a conoscenza. Ma il pene di Francesco non sembrava potesse entrare con facilità nel buchetto del culo di Cleopatra, che dal dolore urlò.
– Aspetta – gli disse, – forse se lo inumidisco un pò con la saliva riesce ad entrare meglio.
Si inginocchiò ai suoi piedi e lo prese in bocca, cercando di utilizzare quanta più saliva possibile. Poi si alzò, si rimise nella stessa posizione di prima, e Francesco questa volta riuscì ad entrare, ma piano.
– Mi fai male, per piacere fai piano – lo supplicò, ma Francesco sembrava volesse entrare fin dentro ad ogni costo.
– Guarda il tuo ragazzo come si masturba – le disse. – Si masturba, perchè gli piace vederti scopata nel culo.
Cleopatra iniziò ad urlare di dolore, si teneva con le mani ben strette alla ringhiera. Era da parecchio che non dava il culo a qualcuno, ed era sicuramente felice di averlo dato di nuovo a colui che per primo glielo aveva aperto. Uscì molto sangue quella volta, ma adesso sembrava procedere tutto per il verso giusto. Francesco con le mani sui fianchi della mia ragazza, spingeva l’anca dall’interno verso l’esterno. Non so cosa stessero pensando del fatto che mi stavo masturbando nel guardarli, però era bellissimo. Restò nel suo culo per qualche manciata di minuti.
– Sto sborrando! – urlò. – Sborro, ti sborro dentro!
Le stava sborrando nel culo, questo lo si capiva dai movimenti sempre più lenti, e dal fatto che la sua foga si stava calmando. Poi dopo un pò cacciò fuori il cazzo, e lo sperma iniziò a venire giù, scivolando dalle gambe di Cleopatra, come un fiume. Ne era tantissima! Sembrava che Francesco avesse scaricato tutto ciò che aveva nei coglioni nel culo della mia ragazza.
– Sei fantastico, amore – disse Cleopatra nel veder venir giù tutta quella sborra. – Ce l’ho tutto dentro il tuo seme.
– Che bello il tuo culo, è sempre un piacere fotterti dietro – disse Francesco, che ritornò a prendere il suo bicchiere di champagne. Ne bevve ancora un goccio, col cazzo che man mano si tranquillizzava dopo l’atto. Cleopatra entrò in casa, non so cosa fosse andata a fare, forse in cucina. Francesco si distese su di una sdraio, a prendere il sole, ma distante da me, e io rimasi di nuovo da solo, mentre non sapevo come ripulirmi dello sperma che anche io avevo versato, ma sulle mie mani.

Arrivò la sera e tornarono i genitori di Cleopatra. Ovviamente lei e Francesco si rivestirono. La serata sembrava dovessere passare in maniera tranquilla, infatti cenammo con loro, e Cleopatra era più bella del solito, provocante al massimo. Aveva indossato un vestito nero scollatissimo, a momenti le sue grandi tette venivano fuori. E si era anche truccata in maniera eccellente. Sembrava una diva, una diva del porno, pensai. I genitori di Cleopatra ci chiesero come avevamo passato la giornata. “Niente di che” pensai, “sono stati nudi sul balcone, e poi vostra figlia di è fatta inculare da Francesco”. Ma la mia ragazza rispose innocentemente che avevano preso un pò di sole. Poi ci dissero che l’indomani mattina sarebbero ritornati in città, ma che se noi volevamo rimanere ancora ci avrebbero lasciato le chiavi della villa. Francesco e Cleopatra si guardarono con degli occhi carichi di erotismo, erano eccitati come delle bestie se solo pensavano alle grandi scopate che avrebbero fatto senza i genitori tra le scatole. Il mio cuore iniziò a battere forte, ero teso pensando al fatto che Francesco avrebbe esaurito ogni fantasia porno con la mia fidanzata. E io sarei rimasto a guardare, senza poter far nulla.
Passammo un’ora e mezza seduti a tavolo, dopo la cena, a chiacchierare con i genitori di Cleopatra. In realtà fu Francesco a parlare per la maggior parte del tempo, provocando molta ilarità, perchè era simpatico a tutti tranne a me, che ero l’unico a non sorridere. Ai genitori di Cleopatra era sicuro che stava molto simpatico, invece credo che la mia ragazza interessava solo l’essere sbattuta ancora. Poi i due coniugi alle undici andarono a letto, e Cleopatra era entrara nel bagno, e preparò la vasca, riempendola fino all’orlo quasi. Decisi di parlarle, entrai nel bagno che lei era già immersa nell’acqua calda. La vasca era spaziosissima, potevo entrarci anche io, ma non mi andava, volevo solo parlarle. Mi misi a sedere sul bidet.
– Cosa c’è, amore?
– Mi chiedo cosa ci trovi in Francesco, è solo un maiale.
– Sì, però ci sa fare. Il sesso lo conosce benissimo.
– E perchè, io no?
– Amore, non dico questo, ma lui ha sicuramente più esperienza. Chissà quante ragazze avrà scopato in vita sua.
Cleopatra era bellissima. Era seduta nella vasca e aveva i gomiti poggiati sui bordi. Ammirai le sue tette bagnate, grosse, e i suoi capezzoli rosa. Entrò nel bagno anche Francesco, e senza dir nulla si tolse la maglia e i pantaloni. Non portava le mutande, e restò nudo completamente, con il cazzo eretto da far invidia perfino a Rocco Siffredi. Cleopatra gli sorrise e lo invitò ad entrare nella vasca.
– Vieni tesoro, fammi compagnia.
Entrò nella vasca e allargò le gambe, in modo che i piedi delicati di Cleopatra finissero proprio lì, infatti iniziò ad accarezzargli il cazzo con un piede. Era talmente grosso e duro che il glande usciva in superficie, tra la schiuma e l’acqua. Bello, gonfio, rosa, vistoso, Cleopatra lo guardava e lo desiderava, ne era innamorata, e lo accarezzava con il piede.
– Che maiala che sei, mi fai impazzire – le disse Francesco.
– Il tuo cazzo è irresistibile, mi fa eccitare.
– Lo vuoi? Dove lo vuoi, dentro?
Iniziò ad indurirsi anche il mio pene, quella scena mi eccitava. Non so perchè ma iniziavo a prenderci gusto. Francesco si alzò in piedi, e diede una mano a Cleopatra per fare lo stesso.
– Tu permetti, vero? – mi chiese Francesco. – Ma non resisto, la tua ragazza è troppo porcella, e se non me la scopo mi viene un cerchio alla testa. Tu se vuoi puoi smanettarti un pò.
Adesso erano tutti e due in piedi, con l’acqua all’altezza delle ginocchia, e l’arnese di Francesco puntato contro i peli della passera della mia ragazza. Francesco le colpì il culone bagnato con alcuni schiaffi, poi si abbracciarono e si baciarono. Con le mani si accarezzarono ogni parte del corpo, erano scivolosi, l’acqua ricopriva i loro corpi. Le loro lingue, l’una sull’altra, si contorcevano, con i denti si mordevano le labbra delicatamente. Poi smisero di baciarsi, e Cleopatra cinse con le braccia il collo di Francesco, e lui con una mano le accompagnò una coscia sul bordo della vasca, adesso pareva pronto a penetrarla. Io avevo tirato fuori dai pantaloni il mio pene duro e aveva iniziato a masturbarmi lentamente.
– Fammi un piacere – mi disse Francesco. – Prima di iniziare a smanettarti, vai a chiudere la porta del bagno a chiave. Non vorrei che i genitori di questa maialona facessero strani scherzi. Poi ritorna a sedere sul bidet a guardare che bella scopata, e ammira come me la trombo la tua porcella.
Feci quello che mi disse, chiusi la porta a chiave, poi ritornai a sedere sul bidet, e Francesco con una mano stava indirizzando il suo enorme arnese tra le labbra della passera di Cleopatra. Lei aveva la bocca semiaperta e guardava Francesco in faccia. Socchiuse gli occhi e ansimò quanso sentì entrarle il glande dentro, gonfio e duro. Poi entrò tutto il resto, l’asta, fino a metà. Francesco sapeva che doveva entrarle delicatamente, per poi trombarsela con furia subito dopo.
– Cazzo ragazzi, almeno usate il preservativo – dissi. – Almeno una volta.
– Ma che preservativo? – rispose Cleopatra tra un sospriso e un altro. – Voglio sentire il calore del cazzo di Francesco mentre mi scopa.
Il preservativo era importantissimo, cleopatra non ne aveva mai voluto farne a meno. Ma Francesco la stava cambiando radicalmente. Le stava cambiando radicalmente. Le stava facendo venire fuori la puttana che era in lei. Da questo capii che amava Francesco più di me, o forse amava il suo attrezzo. Continuai a masturbarmi, sembrava un filmino porno, ma l’attrice era la mia fidanzata. E non stava certo recitando una parte. Francesco aveva cominciato a muovere l’anca avanti e indietro in maniera frenetica, e Cleopatra ansimava, ma cercando di tenere la voce bassa. Francesco maneggiava le sue tette, le comprimeva una contro l’altra, poi morsicava i capezzoli. Io stavo quasi per venire, quindi rallentai la mia mano. Come faceva Francesco a resistere per tutto quel tempo? Io già avrei sborrato da alcuni minuti. Portò le mani al culo della mia Cleopatra, e la scopò in maniera più decisa, il cazzo le entrava fin dentro, fino ai coglioni, che sbattevano contro le labbra della sua passera.
– Ahi! Ahi! Ahi! – aveva cominciato a sussurrare ad ogni colpo. – Mi fai impazzire, trattami come una troia.
– Ti ho sempre trattata come una troia, ed è questo che ti ha fatto sempre predere la testa.
Porca miseria, la Cleopatra che conoscevo se ne andava al diavolo. La Cleopatra un pò femminista che non si sarebbe mai fatta trattare in quel modo non esisteva più. Adesso c’era solo la Cleopatra assetata di sesso. Francesco fece venire fuori l’arnese dalla passera della mia ragazza, e tenendola per i fianchi le fece capire che doveva girarsi. Cleopatra gli diede le spalle, e capendo le sue intenzioni si abbassò a novanta gradi, tenendosi con le mani ai bordi della vasca. Le colpì le natiche con alcuni schiaffi, il culone della mia ragazza divenne presto un pò rosso. Gli schiaffi sembravano eccitarla, perchè mugolava e sorrideva. Che bella che era, la mia Cleopatra.
– Guarda che bel culone che hai – le disse colpendolo con un altro schiaffo.
– Dove me lo vuoi mettere, nel culetto? – gli chiese con voce innocente.
– No, ho deciso che voglio romperti la passera – rispose Francesco indirizzando l’arnese verso le labbra della fica. – Al culo penserò domani.
Tenendole le mani sul culo la penetrò, con colpi veloci e completi, facendo penetrare tutta l’asta. Pensai ai genitori di Cleopatra, se avessero visto la scena avrebbero avuto un esistenza sconvolta: Francesco che scopava la loro figlia in maniera intensa e io che mi masturbavo guardando la scena. Ad un certo punto non riuscì più a trattenermi, le espressioni di intenso piacere di Cleopatra e quelle quasi animalesche di Francesco mi fecero sborrare, aumentando il ritmo della mia mano. I getti di sperma schizzarono sul pavimento e sulle dita della mia mano. Sia Francesco che Cleopatra mi guardarono aiaculare, senza però fermare la loro scopata.
– Ehi, quanta ne avevi amore? – mi disse la mia ragazza tra i suoi sospiri.
– Meglio di una sega davanti ad un film porno, vero? – mi chiese Francesco, che continuava a scopare Cleopatra da dietro, spingendo il bacino fin dove era possibile, fino a toccarle il culo con l’inguine. – Tra un pò tocca anche a me. Che dici, dove sborro? Sulla schiena o sul culone?
La domanda la rivolse a me. Ma non risposi subito. Francesco abbassò il busto verso Cleopatra, abbracciandola, cingendole le braccia intorno e avvicinando il viso alla sua schiena. Il ritmo dei suoi colpi si faceva sempre più rapido, era chiaro che stava per venire. Entrambi ansimavano in maniera sempre più sonora. Per qualche attimo credetti che stava già sborrando, e che il suo seme avrebbe inondato la vagina della mia ragazza.
– Cazzo, Francesco. Sborra ovunque, ma non dentro – gli dissi in tono di rimprovero.
– Che credi, che non mi so controllare?
Fece venire fuori il suo grande cazzo, e guardandomi sborrò sulla schiena della mia Cleopatra. Mi guardava con aria di sfida, come a dirmi: “vedi? Io riesco a sborrare quando e dove voglio. E adesso voglio farlo sulla schiena della tua fidanzata”. Porca miseria, gli schizzi avevano un getto feroce, il primo finì addirittura sui capelli castani di Cleopatra, gli altri sulla schiena. Cleopatra respirava con l’affanno, era esausta ma col sorriso sulle labbra. Poi Francesco si fece ripulire la cappella con la lingua, Cleopatra non si limitò solo a questo, ma prese in bocca il glande e succhiò.
– Buonanotte amore – le disse Francesco accarezzandole la schiena e uscendo dalla vasca. Poi indosso i suoi vestiti.
– Buonanotte, tesoro – gli rispose, rimettendosi a sedere nella vasca, dove nel’acqua galleggiavano alcuni rivoli gialli di sperma di Francesco.
Appoggiò il capo ai bordi della vasca, con gli occhi chiusi e ripensando a quella magnifica scopata. Respirava ancora come dopo una corsa. Intanto Francesco era andato a dormire, io rimisi dentro il mio pene e augurai la buonanotte a Cleopatra con una carezza sul viso. E andai a dormire sul divano.

nynfetta@tiscali.it

Il giorno dopo mi svegliai e i genitori di Cleopatra già erano andai via. Girai in casa senza trovare nessuno, poi mi diressi verso il bagno, la porta era aperta e si sentiva lo scrosciare dell’acqua. Francesco e Cleopatra erano sotto la doccia; lei gli insaponava il suo spaventoso cazzo eretto, lui invece le insaponava le tette. Cleopatra sorideva, era divertita, lui invece era arrapato e aveva stampata in viso una voglia di scopare di nuovo con la mia ragazza.
– Ehi lo so che ti piace guardare, ma almeno la mattina dacci un pò di privacy – disse Francesco qando si accorse di me. – Non vedi che io e la tua ragazza abbiamo da fare?
– Buongiorno amore – mi disse Cleopatra, ma continuando a nsaponare la nerchia di Francesco. – Preparati che tra un pò Francesco ci porta in un posto meraviglioso. Una riserva naturale con un laghetto molto romantico.
– Quindi vatti a preparare e lasciaci soli, che devo dire un paio di cose a queste tettone da paura – Francesco strinse le tette delle mia Cleopatra una contro l’altra, e lei cominciò a ridere come una cretina.
Uscii e chiusi la porta, ma tenendo l’orecchio accostato per sentire cosa si dicevano:
– Ma che fai?
– Inginocchiati.
– Ahhh, ho capito cosa vuoi. Maiale.
– Sì, dai. Prendi il cazzo tra le tette. Fammi una sega con queste belle bocce. Oh sì, così. Brava. Sei fantastica.
– Così va bene?
– Stringile più forte quelle tette, come sai fare tu. Certo che da quando ti sei fidanzata con quello lì hai perso un pò il ritmo. Ma non ti preoccupare, adesso ci penso io a farti ritornare la troia che eri. Oh sì, brava.
Smisi di ascoltarli e andai a vestirmi, così quando uscirono dalla doccia eravamo pronti per andare in quella benedetta riserva naturale. Cleopatra aveva indossato una maglia con uno scollo talmente lungo che a momenti le tette le saltavano fuori, e una microscopica gonna nera. Quando entrò in auto al posto davanti, di fianco a Francesco che guidava, la gonna sembrava non esserci più. E lui in quel quarto d’ora d viaggio non fece altro che accarezzarle le cosce. Io stavo dietro con le braccia incrociate. Non parlavo perchè non mi andava di farlo.
– La tua ragazza dovrebbe fare la pornostar per quanto è porca – disse ad un certo punto Francesco.
– Dici?- chiesi senza un minimo di interesse.
– Per la miseria! Si fa sbattere che è una meraviglia.
– Pensi sempre a quello – continuò Cleopatra. – Sei un maiale.
Quando arrivammo al parco naturale trovammo una spiacevole sorpresa. I cancelli sbarrati, era giorno di chiusura per i visitatori. Ma Francesco disse che conosceva un’altra via d’accesso, che probabilmente conoscevano solo lui ed il custode. Con la macchina prese un sentiero di campagno, costeggiando le mura del parco enorme, fino ad un’insenatura con un cancello tutto arrugginito a cui mancavano tre sbarre. Avremmo potuto passarci in mezzo senza troppe difficoltà, ma fummo costretti a lasciare fuori l’auto. Mi misi in spalla lo zaino che Francesco aveva riempito con dei teli e una lozione per il corpo e entrammo nella riserva naturale, immettendoci in un lungo viale alberato. Io e Cleopatra eravamo avanti, Francesco era rimasto leggermente indietro.
– Non ti sembra che stia esagerando? Guarda che stamattina vi ho sentiti nel bagno. Gli hai fatto una sega spagnola.
– Sei arrabbiato, tesoro? – mi chiese Cleopatra prendendomi la mano sinistra. – Non sei felice invece di stare in un posto così meraviglioso? Chissà quanti animali selvatici, quanti uccelli…
– Eccone uno, ed è pure bello grosso – ci girammo verso Francesco che era completamente nudo. Aveva solo le scarpe da ginnastica. Il suo pene era durissimo e svettava verso l’alto in maniera prepotente.
– Cosa fai, idiota? – gli dissi. – Potrebbero vederti.
– Ma chi, se il parco è chiuso? – mi tirò i vestiti che si era tolto, come a farmi capire di posarli nello zaino. – Tu puoi anche non farlo, ma la tua ragazza la voglio nuda.
Le si avvicinò, il cazzo le sfiorò una coscia, con le mani le portò via la maglietta e le tette si liberarono molleggiando. Cleopatra faceva finta di opporsi, ma dopo qualche secondo era tutta nuda anche lei, indossava solo le ballerine nere con dei nastrini rossi sulle punte.
– Siete due cretini. Ci farete arrestare per atti osceni.
– Ci arrestano se non mi trombo subito questa porcella.
– Eh no – disse Cleopatra. – Mi trombi solo se riesci a prendermi.
Colpì con uno schiaffo leggero il pene duro i Francesco, poi scappò in avanti, e Francesco la rincorse. Corsero a destra e a sinistra nel fitto bosco. Le tette di Cleopatra ballavano in modo indecente.
– Dove scappi? – gridava Francesco. – Se ti prendo vedrai come ti scopo a dovere.
– Tanto non mi prendi – poi si girava verso di lui e gli faceva le boccacce.
Si divertiva come una bambina, mentre lui era arrapato come un mulo.
– Stavolta ti faccio anche il culo. Te lo sfondo quel tuo culone grasso.
Correndo arrivarono sulle rive del lago. Io li raggiunsi dopo qualche minuto, perchè non avevo corso, e li trovai abbracciati a baciarsi. Le loro lingue una contro l’altra, i loro corpi nudi uniti in un abbraccio, e il cazzo di Francesco che premeva con il glande contro l’ombelico di Cleoptra.
– Adesso te la faccio pagare.
– Mmh, e che mi fai?
– Ti scopo fino a farti piangere.
Francesco prese lo zaino dalle mie spalle, lo aprì e prese un telo abbastanza grande per lui e per Cleopatra. Poi prese anche la lozione per il corpo Johnson’s Baby, e lasciò cadere a terra lo zaino. Aprì la lozione e ne spruzzò in enormi quantità sul corpo di Cleopatra, che se lo distribuiva con le mani su tutto il corpo ridendo e muovendosi in modo suadente. Dopo un pò il suo corpo era scivoloso e unto, poi il resto della lozione Francesco se la spalmò sul suo corpo, ottenendo lo stesso effetto. Mi misi a sedere su una roccia a guardare cosa avrebbero fatto, o meglio come avrebbe scopato di nuovo la mia ragazza. Il mio cazzo si era già indurito e già avevo voglia di masturbarmi, ma aspettai.
– Ora vediamo come mi punisci – disse Cleopatra mettendosi a quattro zampe sul telo e col culo rivolto verso l’alto.
– No, girati. devi guardare negli occhi il tuo ragazzo mentre ti sbatto il culo. Deve vederti piangere dal piacere.
Cleopatra si girò verso di me, sempre a quattro zampe, ma con il culo verso il lago. Attese che Francesco la penetrasse, eccolo infatti che iniziò a fare entrare il glande. In pochi secondi le fu dentro e iniziò a pompare. Le scopò il culo con movimenti del bacino molto esperti, e lei mi guardava, il suo viso cambiò infinite espressioni: piacere, stupore, dolore. Francesco con le mani la teneva per i fianchi, guardai anche lui, sembrava non avere il minimo rispetto per la mia ragazza. Era per lui solo uno sborratoio, un buco da riempire. E lei non se ne rendeva conto. Poi le cominciò a schiaffeggiare le natiche, che dopo un pò si arrossarono. Si abbassò con il busto sulla sua schiena, e le mise una mano alla gola, ma senza stringere; voleva solo dimostrare a lei e a me che era lui a dominare. Cleopatra ansimava molto forte, il cazzo le era entrato nel culo fino ai coglioni. Il buco coronato da un lieve strato di peletti stringeva dentro di se la nerchia dura.
– Lo stai guardando o no negli occhi?
– Sì, lo sto guardando.
– Brava, perchè deve vedere quanto sei troia.
Mentre si scopava la mia ragazza sentii un fruscio dietro di me, ma non mi girai. Pensai che si trattasse di qualche lucertola o qualche animale del sottobosco. E invece era il custode del parco, un uomo sulla cinquantina, vestito alla buona e con una notevole pancetta.
– Guarda guarda, giovani in amore nel parco!
Francesco sfilò il cazzo dal culo di Cleopatra, e lei con le braccia cercò di coprirsi le sue grosse tette con un sussulto.
– Non lo sapete che oggi il parco è chiuso? Dovrò proprio chiamare la polizia. Mi dispiace solo per questa bella puledra, che avrebbe proprio bisogno di essere trombata come si deve.
– Aspetti, non c’è bisogno di chiamare la polizia.
Francesco cercò di persuaderlo. Leggevo negli occhi di Cleopatra una paura che non le avevo mai vista in viso. E continuava a coprirsi con le braccia, cosa completamente impossibile per le dimensioni delle sue tette.
– Facciamo così, non chiamerò nessuno, ma resterò qui a guardare. Sarà uno spettacolo vedere questa cavalla all’opera.
– No, non voglio, forse è meglio che andiamo via – disse Cleopatra.
– Dai piccola – le rispose Francesco in un orecchio. – Lascia che guardi. vuole solo vederci scopare. Nient’altro.
Le parole di Francesco facevano sciogliere la mia Cleopatra. Si fece convincere senza troppe difficoltà. E subito si distese sul telo, di fianco, e Francesco dietro di lei. Le alzò una coscia e con l’altra mano indirizzò il suo cazzo dentro la sua passera. Continuarono quello che avevano lasciato a metà dandosi delle gran spinte. Il guardiano del parco si era seduto di fianco a me, su un’altra roccia. Da lì potevamo vedere benissimo le cosce aperte di Cleopatra e la nerchia voluminosa di Francesco, che le entrava dentro completamente, fino a farle sparire dentro tutta l’asta, e poi riuscire fino al glande e rientrare con spinte decise.
– è la sua ragazza? – mi chiese il guardiano.
– No, veramente è la mia.
– Mmh, la cosa si fa più interessante – continuò iniziandosi a maneggiare il cazzo da sopra la patta dei pantaloncini. – E non sei geloso? Guarda come se la tromba! E guarda lei come gode. Certo che hai proprio una ragazza puttana.
Effettivamente sul viso di Cleopatra apparivano espressioni di intenso piacere, e poi i suoi gridolini di piacere erano intervallati da piccoli accenni che lo incitavano a scoparla ancora di più, ancora meglio.
– Sì, così. Mi fai impazzire ogni volta.
– E tu mi fai venir voglia di sborrarti dentro ogni volta.
Il guardiano a momenti sbavava a guardare le tette della mia Cleopatra che ballavano ad ogni colpo di Francesco. La nerchia di Francesco scivolava dentro Cleopatra fino alla base dell’asta, uscendo fuori tutta inumidita dai suoi umori, producendo dei piccoli schioppettii quando l’inguine di Francesco colpiva il culone della mia ragazza. Poi ecco accendersi sul viso di Francesco la sua solita espressione da maiale in estasi che precedeva la sborrata.
– Sborro, oh sì – fece venir fuori l’arnese.
Si smanettò fino a sborrare, i suoi fiotti schizzarono sulla pancia di Cleopatra. Uno schizzo lungo si posò sull’ombelico e scese fino ai peli dell’inguine della mia ragazza, che con una mano lo spalmò su tutta la pancia.
– Oh sì, amore. Guarda quanta! – gli disse quasi stupefatta.
Rimasero lì distesi ad accarezzarsi, quando ad un certo punto il guardiano del parco si alzò dalla roccia sbottonandosi i pantaloncini e facendo venire fuori il suo arnese duro, ma rugoso e con le vene gonfie. Si avvicinò a Cleopatra, che si vide ballare davanti agli occhi quel cazzo eretto. Lo guardò con disgusto e spavento.
– Ora tocca a me, che ne dici piccola?
– Ehi, non si era parlato di questo – dissi.
– Se questa puledra non me lo succhia chiamo la polizia.
Non sapevamo che dire. Cleopatra stava per cedere, avvicinò una mano alla nerchia del custode e ne prese la base. Lessi sul suo viso il disgusto, stava per accoglierlo tra le labbra quando mi alzai e corsi verso l’uomo, spingendolo con una spallata nel laghetto. Raccogliemmo in fretta e furia le nostre cose e scappammo verso la macchina. Questa volta corsi anche io con loro, ma loro erano ancora nudi, e nudi si infilarono in auto. Senza neanche vestirsi, Francesco fece partire la macchina, e in dieci minuti ritornammo a casa. Prima di riuscire dalla macchina si rivestirono. Finalmente casa.
Quella sera non successe niente di particolare. Cleopatra andò a dormire presto, nella sua cameretta. Anche io d’altronde, alle dieci già ero sul letto della camera degli ospiti. Di Francesco neanche l’ombra. Nel silenzio della stanza però sentii la sua voce, proveniva dal balcone. Stava parlando al cellulare, ma non capivo bene. Capivo solo sporadiche parole, quindi non era chiaro capire con chi stesse parlando.
– Dai, non piangere – diceva, – ci vediamo domani, prendi il treno e ti vengo a prendere alla stazione.
Ma chi sarebbe andato a prendere? Mi addormentai, svegliandomi alle otto del mattino. Cleopatra era in bagno a fare una doccia, questa volta da sola. Francesco era uscito con la macchina, e quando tornò non era solo. Cleopatra rimase con gli occhi quasi in lacrime. Era la sua ragazza, che era ritornata da lui. E dire che Cleopatra aveva indossato un altro dei suoi vestiti da porca, con uno scollo così lungo che a momenti le si vedevano le aureole dei capezzoli. La ragazza di Francesco era davvero da erezione immediata; micro pantaloncini di jeans, molto magra, un viso incantevole da figlia di papà troia. Una vera velina.
– Ho bisogno di te, Francesco. Ho capito che non posso stare senza di te.
Gli diceva tenendolo abbracciato.
– Ma certo piccola. Staremo sempre insieme.
Non curante di noi e dei sentimenti di Cleopatraa portò la sua ragazza nella camera da letto, e senza troppi giri di parole se la scopò rumorosamente. Il letto cigolava e lei ansimava in maniera incontrollabile. Cleopatra era seduta sul divano del soggiorno e aveva voglia di piangere. La guardai, era distrutta. Forse finalmente aveva capito che per Francesco lei aveva sempre rappresentato uno sborratoio sicuro. E che il fatto che lui provasse amore nei suoi confronti era solo un illusione.
Quando finirono di scopare si rivestirono e uscirono dalla camera da letto, e si avviarono verso la porta d’ingresso.
– Ragazzi, grazie di tutto. Siete stati molto ospitali – disse Francesco aprendo la porta.
– Complimenti – gli dissi. – Ancora una volta hai dimostrato di essere un perfetto egoista, illudendo la mia ragazza. Ma quello che più ti importa è far godere il tuo cazzo. Il resto è niente.
– Ma amore – la sua ragazza intervenne, – cosa sta dicendo?
– Ma niente, non vedi che scherza? Scherza sempre.
Andò verso Cleopatra per baciarle le guance e sussurrarle ad un orecchio qualcosa.
– Grazie piccola. Ci vediamo alla prossima. Il mio cazzo non si scorderà mai di te.
Cleopatra non rispose, per paura di scoppiare a piangere. Così Francesco andò via, insieme alla sua ragazza. Il suo fascino aveva ancora incontrato la mia ragazza, che si era lasciata scopare in ogni buco e in ogni modo lui desiderava, solo perchè lui era un gran bugiardo, e lei si era illusa del suo amore. Lasciai da sola Cleopatra, sul divano. Andai sul balcone, e vidi i due che entravano in auto. Potevo sentire cosa dicevano.
– Ma amore, chi era quella?
– Che c’è, sei gelosa? Gelosa di quella lì? Ma hai visto com’era grassa? Ci sei solo tu nella mia vita, piccola.

Fine.

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