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Trio

CUORE D’ORO

By 26 Gennaio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Io e Francesca avevamo fatto l’amore quella notte. Poi ci eravamo addormenati. O almeno cosi’ pensavo. Nel fondo della notte mi svegliai. Franci non era nel letto. Pensai ‘Sara’ andata in bagno’.

Ma sentivo dei rumori strani. Dei mugolii. Allora mi alzai senza far rumore e senza accender la luce. Andai silenzioso giu’ per il corridoio buoi. Mi avvicinai alla porta del bagno. La porta era chiusa. Ma era una di quelle porte con il vetro opaco. Cosi’ si intravvedeva una ragazza in ginocchio e un uomo in piedi. Lei gli stava chiaramente succhiando il cazzo. Lui stava chiaramente godendo. Lei non poteva essere che la mia Franci. E lui non poteva essere che Marco, la persona con cui dividevo l’appartamento.

Sentii il sangue salirmi alla testa. Sentii Marco che diceva sottovoce:

“Come succhi bene … sei fantastica’.

Tremavo dalla rabbia. Non sapevo cosa fare. Franci intanto continuava a succhiare il cazzo di Marco. Conoscevo le sue tecniche. Il modo in cui accarezzava il frenulo con la lingua. Il modo in cui succhiava le palle, una ad una. Il modo in cui accerchiava la cappella con le sue bellissime labbra dolci. Il modo in cui si spingeva il cazzo in gola, lentamente ma in profondita’. Rimasi li’ paralizzato. Ma il mio cazzo era diventato durissimo. Sentii Marco dire a Francesca, la mia Franci,

‘Posso venirti in bocca?’

Franci non rispose, aveva il cazzo di Marco in bocca, ma dall’ombra si vedeva che scuoteva la testa, come a dire si’.

‘Grazie’ disse Marco. ‘Grazie tesoro, siii, grazie, sto per venire’.

E dall’ombra capii che Marco aveva messo una mano sulla nuca di Franci e spingeva la sua testolina verso il suo cazzo, spingeva il suo cazzo profondo nella gola della mia Franci. Lei non obiettava. Lo prendeva tutto in bocca, a dispetto del fatto che la sua bocca fosse piccola. Le conoscevo bene le sue tecniche. Le vedevo bene, nelle mia mente. Poi Marco disse con un grido strozzato, sottovoce

‘Eccomiii, vengooo’

Poi vidi la sua ombra contrarsi dal piacere. Stava scaricando la sua sborra nella bocca della mia Franci. La mia Franci non staccave le sue labbra. La prendeva tutta dentro. Forse ingoiava. Metteva la sborra di Marco nel suo pancino, quel pancino che tanto adoravo. Corsi via. A letto. Avevo il cazzo duro come una pietra. Per nasconderlo mi misi a pancia in giu’. Dopo pochi minuti Franci arrivo’. Feci finta di dormire. Lei mi stava accanto. Si rannicchio’ come sempre faceva prima di addormentarsi. Ma dopo un po’ feci finta di svegliarmi. Allora mi voltai verso di lei e provai a baciarla. Lei si ritrasse un po’. Adesso era lei che faceva finta di dormire. Allora io la bacia di nuovo, con piu’ insistenza. Si sentiva la sua titubanza.

‘Che vuoi amore?’ mi disse, con una voce da dormiveglia.
‘Ho voglia di te, Franci’ le risposi sottovoce.

E la baciai con forza. Questa volta non pote’ resistere. E a un certo punto dovette far entrare la mia lingua nella sua bocca. Aveva un sapore strano. Doveva essere il sapore lasciato dal passaggio del cazzo e della sborra di Marco. Lei un po’ si opponeva. Ma si sentiva che anche lei era eccitata. Allora dopo un po’ che ci baciavamo comincio’ a carezzarmi il cazzo, che era ancora durissimo e voleva uscire dalle mutande. Sembro’ piacevolmente sorpresa dalla durezza del mio cazzo.

‘Ti voglio’ le dissi.
‘Predimi amore’ rispose.

Le tolsi le mutandine. Le salii sopra. E lentamente feci entrare il mio cazzo nella sua fighetta. Lei era sdraiata sotto di me. La fighetta era bagniatissima. Il mio cazzo entrava senza incontrare resistenze. Io continuavo a baciarla. La scopai baciandola. Assaporando il cazzo e la sborra di Marco. La scopai con foga. Lei mugolava. Aveva la mia lingua in gola. Dopo poco sentii la sua figa vibrare. Stava venendo. La scopai ancora un po’, mentre la fighetta le vibrava. Poi mi fermai. La lasciai in quella posizione. E io salii piu’ su. Prima le misi il mio cazzo tra le tette. Poi glielo poggiai sulle labbra. Lei apri’ la bocca e comincio a leccare la cappella. Poi fece entrare la cappella in bocca. Non potevo resistere al pensiero che la cappella di Marco are state li’ dove era la mia solo pochi istanti prima. Venni subito, mentre le mi succhiava. Le venni in bocca. E lei ingoio’. Ingoio’ tutto. La mia sborra andava giu’, giu’ per la gola, nel suo adorato pancino. Andava a mescolarsi a quella di Marco. Godevo moltissimo a questo pensiero. La mia sborra era tanta. E lei la prese tutta. Poi mi puli’ per bene il cazzo, leccandolo. Io ero esausto. Mi misi al suo fianco. Ci abbracciammo. E ci addormentammo.

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