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Trio

Il maschio dominante

By 30 Luglio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Vi racconterò un po’ della mia vita, per quanto si possa chiamare vita.
Mi chiamo’. No! Il mio nome &egrave inutile. Non sono nulla, nessuno. Sono ora solo strumento, un gregario senza dignità.
Mia moglie si chiama Francesca. E’ una splendida donna di 33 anni, alta e con un bel fisico. Seno sodo, un sedere perfetto, capelli castani chiari e due occhi vivaci e brillanti di colore marrone molto chiaro. Il suo viso nell’insieme mostra lineamenti molto delicati. Lo sguardo &egrave molto dolce e femminile, bellissimo quando sorride. Il Proviene socialmente da una famiglia piuttosto perbenista appartenente al ceto medio. Ci siamo conosciuti all’Università circa tredici anni fa e con me ha avuto le prime ed uniche esperienze sessuali. Abbiamo vissuto sempre un rapporto pulito, con amore e con uno scambio di atteggiamenti molto Teneri. fino a quando’. Ora vi racconto.
L’estate scorsa abbiamo voluto provare l’ebbrezza di trascorrere una vacanza alloggiando interamente in tenda. Abbiamo acquistato tutto l’occorrente e fissando la destinazione delle nostre vacanze: la Slovenia.
Alcuni colleghi di mia moglie ci suggeriscono una certa località che per conservare il nostro anonimato non indico e senza studiarci troppo sopra ci rechiamo sul posto. Il luogo era bellissimo, pieno di verde e sicuro in quanto c’era la prevalenza di italiani. Ma ci accorgemmo che era una spiaggia di nudisti. Decidemmo comunque di restare in quanto non ci sentivamo di spostarci in altri luoghi sconosciuti all’estero dove non conoscevamo minimamente la lingua.
Piantiamo la tenda e la mattina successiva ci rechiamo in spiaggia. Andiamo indossando normalmente il costume da bagno, ma eravamo i soli e tutti ci guardavamo con disappunto. Decidiamo quindi di denudarci.
Provavamo una strana sensazione nei primi istanti ma poi, siccome tutti erano nudi, ci abituammo in fretta, fino a quando’
Proprio vicino a noi c’era un gruppo di tre italiani, credo trentenni, con un fisico non da culturista, direi normale. Infatti il non normale mi sono accorto che ero proprio io. Il mio pene era di lunghezza ridicola in confronto ai loro membri normodotati. Speravo con tutta la mia anima che mia moglie non si accorgesse di questo dettaglio, me era impossibile che il suo sguardo non si posasse lì. Noto, con mio estremo disaggio, che mia moglie fissa il mio pene con sguardo valutativo.
Notavo poi che anche i nostri vicini spesso posavano gli occhi su mia moglie, che nuda era veramente bellissima.
Il giorno successivo eravamo ancora sulla spiaggia sempre naturalmente nudi e mia moglie con in mano una cartina della Slovenia mi domandò se c’era indicato qualche posto interessante da visitare nei dintorni. Io risposi che ne sapevo quanto lei. Ma uno dei nostri vicini di ombrellone sentite le domande di mia moglie ne approfitto, credo, per attaccare bottone e si avvicinò dicendo che era esperto del posto. Ci alzammo tutti e tre in piedi per visionare la cartina e notai che a causa visione bellissima di mia moglie il nostro vicino, che si presentò con il nome di Massimo, ebbe un erezione. Facemmo finta di niente, ma offrire al desiderio altrui la stupenda nudità di mia moglie fece eccitare stranamente anche me e anch’io ebbi la mia povera erezione. Tutti e tre notammo la differenza di dimensione tra il mio pene eretto e quello di Massimo. A Massimo traspariva un sorriso beffardo. Il brutto era che notavo lo stesso sorriso su mia moglie. A lei all’improvviso venne voglia di una bibita e non so se era una scusa per allontanarmi mi chiese di andare a comprarne una. Anche Massimo disse che aveva sete e con aria non affatto gentile, dandomi un ordine secco, mi mando anche lui a comprargli una limonata. Oramai lui si sentiva superiore, un maschio dominante. Il tutto era certificato e dimostrato dal suo pene, in bella mostra e nel pieno della sua erezione, molto più grande del mio. Avvertivo una certa sudditanza psicologica e mi sentivo bloccato nell’esercitare, come di doveva, qualunque tipo di ribellione. Tornai con le due lattine in mano e quando versai in un bicchiere la bibita a mia moglie, lei nell’orecchio mi disse: grazie ‘pisellino’. Rimasi scosso e arrabbiato. Da quel momento in privato mi chiamò pisellino, pisellinino o piccolo pisello.
Ormai erano trascorsi quattro giorni di permanenza al campeggio e Massimo era diventato odioso. Al mattino salutava solo lei, non considerandomi per nulla. Oramai era sempre in nostra compagnia. Parlavano sempre loro due e a me non mi consideravano affatto e tentavano sempre di deridere tutto quello che dicevo. Poi quando c’era da andare al bar a prendere qualcosa mandavano sempre me.
Notavo anche che loro mentre dialogavano erano sempre troppo vicini e tendevano sempre a sfiorarsi e a toccarsi. Ormai lui era il maschio dominante. Avevo un blocco in me stesso non riuscivo a ribellarmi a niente.
Un giorno Massimo le chiese di spalmargli la crema e lei incominciò a strofinare quel suo corpo nudo passando abbondantemente sulle natiche e nella zona vicino al pene, in piena e vigorosa erezione. Lui era spudoratamente eccitato e purtroppo noto anche il sesso di mia moglie abondatemente umido. Quando rimanemmo soli questa volta la redarguii mia moglie e con mia sorpresa lei mi rispose che ero solo un paranoico e che ero invidioso perché avevo un cazzo che era la metà di quello di Massimo. Non seppi controbattere altro.
IN TENDA
Una sera Massimo ci chiese di dormire nella nostra tenda che era spaziosa di ben 5 posti in quanto l’amico con il quale divideva la tenda aveva invitato una ragazza per passarci la notte insieme.
Io e mia moglie acconsentimmo. Ci prepariamo per dormire inserendoci nei nostri sacchi a pelo.
Ad un certo punto mia moglie dice di avere freddo. Massimo le propone di entrare nel suo sacco a pelo che largo e ben imbottito. Io mi ribellai e massimo mi rispose ‘ vuoi fare ammalare tua moglie’. Io dissi no ma’ poi stetti zitto. Lei mi dissi fai il bravo pisellino e dormi. Lei si infilò nel suo sacco a pelo. Si muoveva e ridacchiava. Capii che aveva afferrato il suo pene. Rise e disse: come &egrave grosso, c’&egrave spazio pure per me? Lui lei rispose se ci incastriamo bene c’&egrave spazio per entrambi! Con tuo marito non ci sono questi problemi di spazio Ah Ah!
Noto che i due si toccano ed all’improvviso sento ansimare e sento lamento do dolore proveniente da mia moglie. Ci siamo incastrati! Disse ansimante Massimo.
Si incastrarono per altre tre volte. Lei avvertiva sempre dolore anche se era mescolato con un estremo piacere ed eccitazione.
Lei gli bisbigliò: ‘mi hai fatto male, per me e come la prima volta. Finalmente sento qualcosa nella mia fica’. Nella tenda ormai si sentiva abbondantemente odore di sperma. Credo che veramente Massimo ha dovuto cacciare parecchio sperma addosso a mia moglie.
Ero bloccato, non dissi più nulla era lui il maschio con il cazzo più grosso. Era lui il maschio dominate. E ho fatto finta di dormire mentre il mio misero e ridicolo era in piena erezione e con una voglia matta di masturbarmi.
La mattina successiva mia moglie mi chiese di lavare i sacchi a pelo, considerato la bellissima giornata di sole che consentiva un asciugature veloce. Il sacco matrimoniale dove avevano dormito mia moglie e Massimo emanava ancora quel forte odore di sperma e notai delle macchie di sangue nel tessuto interno. Quel bastardo l’aveva sfondata.
Nei restanti otto giorni di vacanza Massimo venne sempre a dormire con noi in tenda e mia moglie sentiva sempre freddo, si avvertiva sempre quel classico odore di sperma ed io senza farmi notare, vergognandomi della mia miseria, mi masturbavo provando un estremo e strano piacere.

Dopo la vacanza in Slovenia tornammo nella nostra città e la vita continuò come prima. Lei era sempre gentile e carina con me anche se facevamo ormai raramente l’amore e quando lo facevamo lei non muoveva un dito. Non mi accarezzava mai e si mostrava fredda e apatica.
Nella seconda decade di ottobre Francesca, questo &egrave il nome di mia moglie, mi disse con un sorriso raggiante che veniva a trovarci Massimo.
Io rimasi allibito dal fatto che i due fossero rimasti in contatto ma non seppi rimproverarle niente.
Andammo a prenderlo alla stazione. Francesca era bellissima con quella sua minigonna con calze autoreggenti. Preciso che raramente aveva indossato la minigonna se non in circostanze particolari come le rare volte che siamo andati in discoteca.
Massimo scende dal treno, mi dice un ciao sbrigativo mi da la sua valigia e saluta calorosamente mia moglie. Mia moglie gli dà un frettoloso bacio in bocca.
Con la valigia in mano seguii loro verso la mia automobile. Mi sentii di nuovo un gregario, un membro qualunque del branco che seguiva la femmina desiderata ed il maschio dominante.
Cenammo a casa. Francesca e Massimo si misero a fare lunghi discorsi dove i miei interventi erano sempre snobbati. Mia moglie poi mi pregava per non interrompere i suoi dialoghi di servire le pietanze e prendere le vivande.
Poi ci sedemmo sul divano. Lì Francesca mostrò tutto il suo sex apeal. Il divano era basso e le accavallando le gambe le mostro quasi interamente nude. Massimo le domandò che marca di collant usasse in quanto erano davvero belle. Lei le disse la marca e volle che lui le accarezzasse le gambe per fargli vedere come era liscio il tessuto. Massimo accarezzò arrivando quasi fino all’inguine e annuì sulla qualità del tessuto. Con questa scusa quasi tutta la serata la sua mano era sulla coscia di mia moglie.
Si era ormai fatto tardi. Decidemmo di andare a letto. Massimo doveva dormire sul divano nel soggiorno e chiese prima di andare a letto di fare una doccia. La porta per entrare in bagno era nella camera da letto. Si spogliò davanti a noi completamente nudo dicendo che già nella spiaggia nudista ci eravamo visti come mamma ci aveva fatto. Francesca rispose che comunque doveva riabituarsi a vedere materiale di artiglieria di così grosso calibro e che per un po’ di giorni a visto solo pistolini. Il suo pene era in erezione in pieno vigore e Francesca con lo sguardo non faceva che puntare in quella direzione. Finita la doccia mia moglie come un ancella portò un telo e l’aiutò ad asciugarsi.
Massimo rimasto sempre completamente nudo reclamò scherzando che il divano doveva essere piuttosto scomodo. Francesca non si fece scappare l’occasione e per dovere d’opitalità disse che il letto era grande per tutti e tre. Io ormai rassegnato al mio tacito ruolo di gregario non mi opposi.
Mi spogliai per mettermi il pigiama ed alla vista del mio fallo si misero a ridacchiare. Massimo sempre completamente nudo si mise al centro tra me e Francesca che venne a letto con un pigiamino davvero sexy mai visto prima. Spegnemmo le luci e per un circa 15 minuti ci fu il silenzio. Io ero girato verso il lato opposto a loro. Poi avvertii dei movimenti e credo che incominciavano a toccarsi. Inizialmente lo facevano silenziosamente per non farmi svegliare credendo che in quel momento stessi dormendo. Poi la furia si insinuò tra i due. Incominciavono a toccarsi con più vigore. Erano così eccitati che non si curarono più di nulla. Come ho già detto ero girato dall’altra parte e non vedevo cosa accadevo ma sentivo le loro voci e avvertivo gli scossoni del letto. Lei le disse incurante di me ogni giorno si masturbava pensando al cazzo di Massimo, l’unico vero cazzo che aveva provato. Disse che ormai era schiava di quel cazzo.
Vennero più volte e si sentì di nuovo quel forte odore di sperma. Lei lo prese anche in bocca e disse che non aveva mai assaggiato lo sperma, lo trovava buonissimo e se fosse stato possibile avrebbe voluto nutrirsi solo del liquidi seminale di Massimo. Era poi suo desiderio in mattinata di fare colazione proprio con quella specialissima crema bianca. Ero in piena erezione ed avevo una voglia matta di masturbarmi.
Ad un certo punto Massimo si ricordò di me e mi disse con fare arrogante mi disse:
‘Eih vatti a fare una sega nel bagno e poi portaci un bicchiere d’acqua’.
Con mio grande sconcerto Francesca aggiunse:
‘già e meglio che vai in bagno altrimenti mi sporchi le lenzuola e prima di prenderci l’acqua lavati le mani, porco!’
Andai in bagno dove venni subito mi lavai bene le mani e porsi a loro due bicchieri d’acqua minerale e mi coricai di nuovo a letto. Francesca e Massimo dormirono abbracciati tutta la notte.
Poi Massimo andò via e Francesca ritorno ad essere la mogliettina gentile ma sempre un po’ freddina a letto.

Massimo e mia Moglie facevano ormai apertamente sesso davanti a me. Non posso dire che il mio era un tacito consenso. Non avevo ormai lo status per obiettare i miei diritti. Ero solo un gregario che doveva soggiacere al maschio dominante. In me rimaneva, mentre loro praticavano sesso, una strada eccitazione di natura maso-voyeristica. Non posso dire che questo non mi sconvolgeva in quanto era contro la mia educazione, la mia cultura e i mio istinto di possesso verso la ‘mia’ donna.
Nei giorni seguenti feci l’amore con mia moglie. Mentre io esplodevo sempre più di desiderio, mia moglie, anche se si concedeva, non partecipava emotivamente e sentivo che non provava il minimo piacere. Si può dire che colei ero solo io a fare sesso.
Un giorno le chiesi di rimettersi quella minigonna e quelle calze che aveva indossato il giorni della visita di Massimo ma lei mi rispose secca che quel giorno non si era vestita così per me e che mi dovevo accontentare di come era vestita ogni giorno.
Massimo e Francesca si sentivano ogni sera e durante la giornata si scambiavano messaggi e squilli.
Massimo venne a farci visita una seconda volta a fine ottobre. Francesca era eccitatissima per i suo arrivo. Andò da parrucchiere e si compro un altro vestito supersexy. Andammo come al solito a prenderlo alla stazione e questa per accoglierlo Francesca lo baciò prolungatamente sulla bocca e camminarono verso a macchina mano nella mano.
Ormai come consueto servii io la cena e la notte però questa vota cambiò qualcosa Massimo mi disse in tono sarcastico ‘sai la notte abbiamo bisogno un po’ di spazio. Questa notte dormi beato sul divano’. Loro andarono in camera e chiusero ma rimasero la porta aperta ed io potei sentire tutto. Io mi eccitai tantissimo e cominciai a masturbarmi. Mentre venivo e stavo con la mani piene di sperma non mi accorsi che i due erano fuori dalla stanza che mi osservarono. Francesca pronunciò ‘che schifo!’ . Massimo poi aggiunse con aria beffarda ‘Guarda quel segaiolo di tuo marito. Solo questo può fare con quel coso ridicolo che ha tra le gambe’. Francesca aggiunse ‘con quella bava biancastra che hai in mano non sporcare il divano’. Mentre rientrarono in camera Massimo mi ordino di portare domani mattina alle otto due bei caffé caldi a letto.
La mattina alle otto portai andai in camera da letto portando un vassoio con due caff&egrave. Massimo mi disse ‘aspetta prima del caff&egrave vorrei offrire una colazione a Francesca’ e scoprì il suo pene che era in piena erezione mattutina. ‘Vero che &egrave invitante Francesca! Hai fame?’ Francesca annuì e davanti a me, afferrò con le mani il quel membro, che guardo sempre con invidia, spalancando la bocca. Lo succhiò per bene, lui venne e lei inghiotti il tutto leccando fino all’ultima goccia. ‘hai mai fatto una colazione così deliziosa’ le domando l’uomo a Francesca che rispose ‘E’ stata veramente una colazione squisita. Massimo poi mi disse perentorio ‘ora portami il caff&egrave prima che ti venga voglia di spararti un’altra sega. Lo sai, fai proprio schifo mentre ti fai una sega’ Francesca si mise a fare una grossa risata. Poi continuò ancora dicendomi ‘con quel vermicello che hai tra le gambe non puoi che farti delle seghe. Povera Francesca! Era ancora praticamente vergine. L’ho sfondata io per bene ora &egrave una donna! e si misero a ridere di nuovo. Poi aggiunse ‘ma il caff&egrave si &egrave fatto freddo. Mentre nutrivo Francesca potevi andare a fare un altro caff&egrave porco!, Invece hai voluto vedere1 Così hai il materiale per un’altra sega’ e aggiunse ‘ora però devo fare anche io colazione. Segaiolo di merda! Vammi a fare un bel cappuccino, questa ho dovuto lavorare tanto per Francesca o fatto il lavoro che avresti dovuto fare tu. Ma non hai gli arnesi del mestiere adeguati. Segaiolo di merda che non sei altro’. Francesca continuava sempre a ridere questo mi ferva tanto.
Andai in cucina e preparai, come ordinatomi, un cappuccino.

Massimo venne a trovarci parecchi altri fine settimana. Quando veniva, lui e mia moglie, dormivano sempre insieme e io mi dovevo accontentare sempre di dormire sul divano. Il pensiero di loro due che facevano sesso con estremo piacere e vigore mi eccitava ed questo pensiero era, diciamo, il propellente per le mie masturbazioni.
Il tutto avveniva in modo tacito. Quando Massimo andava via tornavamo una coppia quasi normale e non facevamo il minimo accenno di quanto successo anche se a letto, quelle poche volte che facevamo l’amore, era poco partecipe e si notava che non provava alcun piacere
Entrammo nel periodo natalizio. Francesca era contentissima in quanto Massimo aveva accettato di trascorrere il Natale insieme a noi.
Preparammo io e lei uno splendido cenone di Natale addobbando a festa tutta la casa.
Era giunto il 24 dicembre e andammo a prendere, nel primo pomeriggio, ancora una volta Massimo alla stazione.
Poi andammo a casa dove insieme consumammo il cenone. A mezzanotte era previsto lo scambio dei doni. Francesca regalò a Massimo una splendida camicia firmata mentre a me la solita cravatta. Io donai a Francesca un nuovo cellulare per le video chiamate e lei mi pregò di comprarne uno a Massimo. Il regalo di massimo era in una misteriosa busta che aveva in valigia. Massimo quindi annunciò che era l’ora del suo regalo e disse a Francesca di aspettarlo a letto.
Massimo poi caccio dalla valigia il misterioso pacco. C’era un costume di babbo Natale completo di barba finta. Mi disse di indossarlo ed io lo indossai ma non capii dove volava arrivare. Si spoglio nudo e mi disse che dovevo prenderlo in braccio e portarlo in camera da letto da Francesca cantando ‘jingle bell’. Sarebbe stato lui stesso il regalo per Francesca. Io mi opposi, era troppo. Lui mi disse che ero una carogna e che dovevo pensare alla felicità di mia moglie che per anni non aveva conosciuto il sesso. Rinuncia ad ogni mia opposizione.
Presi Massimo in braccio, vestito da Babbo Natale e con la barba finta, entrai in camera da letto cantando la canzoncina di Natale” Ero umiliato, umiliato, umiliatissimo e mi vergognavo moltissimo davanti a mia moglie. Ero ridicolo! Non avevo più una mia dignità con mia moglie. Come avrei potuto guardarla in faccia nei giorni a venire. Ero un balocco di Natale.
Massimo disse ‘il regalo per te sono io che ti ho reso per la prima volta donna e come nessun altro di ho dato il massimo piacere’. Francesca era felicissima. La felicità traboccava dal suo volto Ringrazio e baciò appassionatamente Francesco sulla bocca ed a me fece un’occhiataccia veloce tra l’ironico ed il disgustato.
Ero distrutto, nella dolce festa di Natale consegnavo a mia moglie, la donna che amo più della mia anima, il suo amante nudo in questa maniera così ridicola fingendo allegria.
Poi considerato che era Natale mi acconsentirono di rimanere incamera da letto. Pero dovevo sistemarmi sulla poltroncina accanto a letto e rimanere vestito da Babbo Natale perché faceva più scena e anzi massimo mi ordinò di continuare a cantare nei primi dieci minuti. Solo quindici minuti però in quanto poi gli piaceva udire bene quando mia moglie godeva.
Trascorsi la notte di natale interpretando il ruolo di ‘decorazione natalizia’, che umiliazione!
I due incominciarono a fare sesso nella maniera nello stesso tempo più dolce e vigorosa. Io cacciai il mio povero arnese e cominciai a masturbarmi. Ad un certo punto i due notano ciò che faccio e gridano ‘guarda Babbo Natale si fa una sega!’ Ed in quel momento Massimo mi ordino ancora ‘quando ti fai le seghe canta con allegria una canzone natalizia’ . Io cantai tutte le tre volte che mi masturbai.

Durante tutto il mese di gennaio e i primi di febbraio Massimo non venne più a trovarci. Sembrava che inventasse sempre una scusa per non venire. Francesca era molto triste. Io invece speravo in una progressiva normalizzazione del nostro rapporto e della mia vita. In effetti la mia vita aveva preso proprio una direzione squallida.
Finalmente potevo ricostruire il mio rapporto. A tutti capiterà un periodo crisi che può passare, pensai. Io supererò tutto con Francesca perché l’amo, l’amo con tutto il cuore e tutto me stesso e dimenticheremo tutto.
Voglio avere un figlio da lei, anzi più figli che cresceremo insieme. Io sarò il capo-famiglia e dimenticherò tutto. Dimenticheremo tutto.
Mi preparai per San Valentino e fissai quel giorno come punto di svolta per la normalizzazione. Comprai un bel regalo a Francesca e prenotai due posti in un romanticissimo ristorante.
Quella sera ero veramente contento. Forse Francesca ormai rassegnata per la fine del rapporto con Massimo indosso una per me uno splendido vestito con gonna corta. Non si era mai vestita per me così ero strepitante di felicità. Credo che dopo la delusione della scomparsa di Massimo ci sia in lei una reale intenzione di ricostruire il nostro rapporto come era prima delle vacanze. Era anche più gentile e carina con me e vedevo un sincero tentativo di seppellire il passato.
Stavamo per uscire ma improvvisamente suonò il campanello della porta. Era Massimo che gridò ‘sorpresa!’. Ero rimasto inebetito e con l’animo a pezzi. Francesca era invece contentissima, gli corse incontro e lo abbracciò e lo baciò forte ed appassionatamente in bocca.
Francesca gridò forte che era contanta di trascorrere San Valentino con colui che amava.
Io dissi con voce tremante che avevamo la serata impegnata che avevo prenotato per due in un certo ristorante. E Massimo prese la palla in balzo imponendo ad alta voce ‘oggi &egrave la festa degli innamorati, farò da cavaliere a colei che mi ama, la porterò io al ristorante’. Come al solito non seppi oppormi e prima di uscire mia moglie mi chiese la carta di credito per pagare il conto. Uscendo tutti e due mi gridarono ironici ‘buona sega’.
Li aspettai da solo a casa e piansi, piansi davvero molto per la fine delle mie speranze e dei miei sogni di normalità. Rincasarono verso mezzanotte. Ma non era finita qui. Massimo pretese di rimanere a san Valentino insieme a Francesca da solo e mi fece uscire di casa con forza. Io non sapevo dove andare, era notte inoltrata, ed aspettai sul pianerottolo seduto per terra, appoggiato sulla porta.
Ero stato cacciato di casa come un cane ed ora come un cane fedele attendevo i padroni fuori la porta. Piansi parecchio e non nascondo che anche questa volta mi feci una sega.
Verso le otto di mattina Francesca apre la porta, mi dice che sapeva che mi avrebbe trovato lì. Senza curarsi che avevo trascorso tutta la notte seduto sul pavimento con un freddo bestiale, mi aggiunge che Massimo desiderava che gli portassi due caff&egrave caldi a letto. Andai in cucina e preparai i caffé ed andai in camera a portarglieli. Trovai Francesca che leccava con gusto lo sperma che dal cazzo di Massimo che mi disse ‘aspetta un attimo che a tua moglie sto offrendo la solita colazione di sperma che le piace tanto’.
Così i miei i sogni di normalizzazione finirono con l’immagine di mia moglie che insaziabile inghiottiva ogni goccia di sperma di Massimo.

I miei desideri di normalità e riscatto erano tragicamente naufragati, proprio nel giorno di San Valentino. Ormai mia moglie era la donna di Massimo ed i ero completamente sottomesso a lui.
Amavo e desideravo moltissimo mia moglie. Era evidente che lei con Massimo provava emozioni e piacere sessuale che con me non aveva mai provato. Non avrei mai potuto farla tanto godere con la mia dotazione genitale. Non era tanto la grandezza del pene che comunque rendeva visibile e simboleggiava la mia sottomissione a Massimo, ma la mia scarsa potenza sessuale. Sono troppo rapido nell’eiaculazione e mi spompo subito.
Avevo subito da Massimo e al cospetto di moglie enormi umiliazioni che però nel contempo mi davano masochisticamante una forte eccitazione sessuale.
Inizialmente, se pur freddamente, mia moglie si concedeva a me sessualmente. Lei dopo ogni rapporto non proferiva alcun commento, non lasciava trasparire la benché minima tenerezza o traccia di soddisfazione. Finch&egrave una notte a letto, mentre tentavo di abbracciarla mi disse ‘Sono la donna di Massimo, lo amo tanto il mio corpo lo voglio riservare solo al suo piacere’ poi aggiunse ‘tu con quel tuo minuscolo cazzetto non potrai mai farmi godere, non meriti neanche di toccarmi con quel pisellino che hai tra le gambe. Massimo sì che a un vero cazzo tra le gambe. E tu lo hai capito fin dal primo momento quando sulla spiaggia hai confrontato il suo cazzo eretto con il tuo minuscolo e debole cazzettino che tentava un erezione. Io vedendo i bel cazzo di Massimo avevo capito che fino a quel momento non ero stata ancora trattata da donna. Con il tuo misero cazzetto non sono mai stata veramente riempita’
Mia moglie non mi aveva mai proferito in maniera così violenta e ironica frasi di quel genere. Ero addolorato, affranto ma eccitato nello stesso tempo.
Mia moglie Francesca continuò dicendomi ancora ‘Voglio essere da oggi abbracciata solo da Massimo. Voglio sentire il contatto con un uomo che ha qualcosa tra le gambe e non un misero moscio pisellino come il tuo. Hai visto che pene diritto, vigoroso e duro ha? Hai visto che palle, belle sode! Ma tu le hai i testicoli? Fammi vedere su fammi vedere!’. Mi costrinse ad accendere la luce, scoprire le lenzuola e togliermi i pantaloni del pigiama. Ero in erezione. Lei vide il mio membro ebbe inaspettatamente un atteggiamento dolce ‘poverino, il mio pisellino. Neanche con un erezione riesce a diventare il cazzo di un uomo. Queste due piccoli rigonfiamenti sarebbero le tue palle, i tuoi testicoli? E’ per questo che riesci a durare ed &egrave per questo che eiaculi a stento qualche gocciolina di sborra? Hai visto Massimo come invece riesce ad imbrattarmi tutta la pancia del suo sperma. Uno sperma che mi piace moltissimo. Hai notato come la mattina riesce a nutrirmi del suo seme? La più bella colazione a letto. Le tue goccioline non le ho mai assaggiate e mai le assaggerò. Mi dispiace dirtelo ma mi disgustano. Non le vedo uscire da un cazzo di un uomo, il tuo sembra un mollusco rachitico in stato di putrefazione. Purtroppo non tutti sono fortunati! Tu sei nato con un cazzo piccolo, un cazzo che non mi ha mai soddisfatto. Hai visto come &egrave grosso il cazzo di Massimo in confronto al tuo. Si, o hai visto benissimo. Il suo cazzo &egrave uno scettro una mazza di comando. Si vede come hai timore di lui come ti sei sottomesso. Sei inferiore, sei un subordinato. Il tuo ruolo &egrave solo servire Massimo che &egrave il vero maschio. Visto che non sei in grado di darmi piacere lavorerai e servirai per rendere comoda la nostra vita Con nostra intendo dire quella mia e di Massimo. Non scoperemo più anche se e bene dire non tenterai più di scoparmi. Potrai, se Massimo lo vorrà, vedere come godiamo e farti una sega. Ho visto che &egrave la cosa che sai fare meglio anche se disponi di attrezzi insufficienti. Sei nato sfortunato, la natura non &egrave stata generosa. Povero pisellino mio. Questa notte dormirai per terra, al mio fianco come uno scendiletto. Sei nato sfortunato. Il tuo pisellino &egrave piccolo e potrai essere solo il mio scendiletto. Massimo che invece ha un vero cazzo &egrave tutto per me.
Buonanotte segaiolo!’

Da quella notte del discorso non faci più l’amore con mia moglie, non potei più toccarla e solo di rado potevo guardarla nuda. In quei sempre più rari momenti che la vedevo nuda mi eccitavo tantissimo e non potevo esimermi di masturbarmi.
Ero al completo loro servizio. Quando veniva Massimo dovevo pulire per bene tutta casa in quanto lui ci teneva alla pulizia. Controllava pumtigliosamente ogni traccia di polvere rimasta. Una volta trovo i vetri sporchi e per punizione non mi fece mangiare e mi costrinse poi a dormire per terra come un cane.
Preparavo loro dei succulenti pranzi e cene servite poi a tavola di tutto punto, ma non potevo mai mangiare con loro. Dicevano che solo gli uomini mangiano a tavola io ero solo uno strumento una specie di elettrodomestico vivente. Il mio posto era in cucina dove ero costretto a desinare da solo su una piccola mensola. La sera a volte uscivano per andare in qualche locale. Li accompagnavo io alla maniera di autista. Non potevo mai entrare con loro nei locali e li dovevo riprenderli all’uscita. Non mi davano mai un orario e spesso dovevo aspettare tanto tempo fuori in strada in attesa che uscissero. Li caricavo ne sedile posteriore della macchina dove incominciavano i preliminare per fare sesso scherzando in modo sprezzate nei miei confronti dicendo ‘non fare adesso la sega altrimenti come mantieni il volante’ ‘segaiolo ma con tutte le seghe che ti stati facendo ci vedi ancora? Rischiamo un incidente?’.
Una sera tornati a casa mi invitarono ad entrare in camera da letto. Erano tutti e due nudi e Massimo mi disse ‘oggi &egrave un grande giorno. Dopo che ho sverginato tua moglie Francesca in quanto caro segaiolo le tue non possono di certo essere chiamate deflorazioni con quel cazetto che ti ritrovi. Oggi Francesca sarà inculata per la prima volta! E questa volta ho bisogno del tuo aiuto segaiolo! Vedi io a differenza di te ho un cazzo tra le gambe’ e mentre disse questo Francesca afferrò il suo membro vigorosamente con occhi pieno di desiderio. ‘Il culo di Francesca &egrave ancora vergine e potrebbe essere doloroso. Ora tu schifoso segaiolo dovrai leccare il mio cazzo per renderlo più scorrevole e so che ti piacerà finocchio di merda!’
Nonostante le mie strane tendenze masochistiche non avevo alcuna pulsione omosessuale e mi faceva schifo laccare un pene ma obbedii. Afferrai il pene eretto di Massimo e o leccai. Provai lo stesso effetto di prendere uno scettro di comando in mano e di leccare una cosa che rappresentava il potere, che era sacro e di cui provavo un enorme timore. Finito di lubrificare il membro di Massimo con la mia saliva incomincio a tentare la penetrazione anale nei confronti di mia moglie Francesca. Lei però all’improvviso fu scossa dal panico. Aveva paura di sentire dolore. Massimo a questo punto mi disse di aiutarlo ad immobilizzarla. Francesca mi pregava di non farlo aveva paura di farsi male e mi gridò ‘aiutami ho paura! Ti prego aiutami. Ti imploro, te lo chiede tua moglie’ Ma anche questa obbedii a Massimo. Con i cuore straziato immobilizzai Francesca che si dibatteva violentemente. Massimo iniziò la penetrazione. Vedevo davanti a me il volto pieno di dolore di Francesca che continuava a supplicarmi.
In pratica Massimo stava violentando mia moglie, la persona che amavo di più al mondo ed io non solo non la difendevo ma aiutavo il suo violentatore. Ero sempre più dominato dal maschio dominante. Ero un maschio subalterno che dovevo offrire la femmina al capobranco.
Ma poi con mio grande sorpresa dai suoi occhi pieni di lacrime uscirono espressioni di grande piacere. Godeva coma mai forse aveva goduto. Essendo ancora davanti a lei per tenerla ferma mi gridò ‘vai a fare in culo frocio!’ Mi staccai da lei e rimasta con le mani libere mi diede un calcio nelle palle e uno spintone che mi fece cadere per terra facendomi pure piuttosto male. I due senza curarsi di me continuarono ed io dopo essermi ripreso dal dolore conclusi la serata con una sega solitaria.
Le mie umiliazioni non erano ancora cessate.
Francesca in uno di quei fine settimana in cui veniva Massimo, invitò a casa nostra tre sue carissime amiche.
Si chiamavano Barbara, Mirella e Serena. Avevano tutte circa trenta anni ed erano donne molto affascinanti. Grazie alla continua frequentazione che le tre amiche avevano con mia moglie con divennero anche mie amiche, Con loro avevo un feeling particolari. Trascorrevo con loro ed insieme a Francesca intere serate a fare discorsi brillanti, colti ed anche divertenti.
Quella sera speravo di surclassare Massimo con il mio eloquio e la mia verve.
Nella serata designata, era un sabato, vennero tutte e tre le amiche. Erano, come al solito, belle, affascinanti ed eleganti. Portavano tutte delle minigonne che scoprivano bellissime gambe velate da collant. Era bellissime vederle accavallate quando erano sedute sul divano. Erano donne traboccanti di femminilità.
Iniziai la serata con la mia solita verve. Finalmente mi sembrava di dominare il campo. Massimo non era particolarmente brillante nei suoi discorsi.
Fino a che, mentre disquisivo in tono ironico sulle scarse capacità ai fornelli di una delle tre, Massimo non fermo secco il mio discorso dicendomi a voce alta ‘ho voglia di fumare. Vammi a comprare le sigarette’. Mi bloccai. Non seppi reagire. Ero di nuovo dominato.
Le tre donne mi guardarono stupefatte. Il silenzio piombo nella stanza ed io umiliato ed ammutolito scesi a comprargli le sigarette.
Tornai e consegnai le sigarette a Massimo che mi guardava beffardo. Uno sguardo incredulo era invece su viso delle tre ospiti.
Massimo aveva ormai preso o scettro della serata e propose di giocare. Prese i suoi giocattoli dauno zaino e li mostrò, erano due manette. Io e tutele donne ci chiedevamo cosa volesse fare. Lui disse che era una sorpresa. Mi afferro e mi posiziono vicino al nostro grosso termosifone e mi lego ad esso con le manette immobilizzandomi entrambe le mani.
Massimo disse con voce ironica ‘vi farò vedere signore una cosa incredibile!’. Mi slaccio i pantaloni e mi abbassò le mutande e gridò ‘signore ecco a voi il cazzo più piccolo del mondo!’.
Alla vista del mio ridicolo pene e di fronte a quella scena incredibile le donne furono prima stupefatte e sorprese poi fecero una lunga ed intensa risata. Qualcuna rideva così intensamente che le lacrimavano gli occhi.’
Ero umiliato, fottutamente umiliato, e non solo davanti al mia moglie ma anche ad altre donne che facevano parte della mia vita sociale. Ero ormai una pezza, uno schiavo alla mercede dell’amante di mia moglie.
Le ragazze incominciarono spudoratamente ad ironizzare sulle dimensioni del mio membro e si chiedevano che usi potessi farci oltre all’orinare. Avere nella vagina un pene simile e coma non avere niente. Massimo roteò il coltello nella ferita e aggiunse che però una cosa sapevo farla bene.
Mi liberò una mano e mi ordino di Masturbarmi. Obbedii. Mi venne subito un erezione nel contesto estremamente umiliante che stavo vivendo e nel vedere quattro bellissime donne con bellissime gambe accavallate. Era il mia disgraziata pulsione masochistica che emergeva. Afferrai il mio povero pene e davanti a alle quattro affascinante donne mi masturbai e eiaculai prestissimo.
Massimo disse ironico. ‘la cosa migliore che sa fare sono le seghe. E’ nato per fare il segaiolo’. Non si fermò qui e mi ordino di aprire il palmo della mano e mostrare alle ragazze il prodotto della mia eiaculazioni. Obbedii ancora. Le ragazze scoppiarono ancora a ridere e dissero disgustate e divertite ‘ma non c’&egrave quasi nulla, giusto una goccia’ ‘d’altronde quei minuscoli testicoli che possono mai produrre’.
Le ragazze poi gridarono ‘bis, bis, bis!’. Massimo disse ‘ si spompa subito! Dovremmo aspettare almeno due ore per il bis’. E mi legò nuovamente l’unica mano che avevo libera.
Massimo propose nell’attesa di andare a giocare a carte per ingannare il tempo fino al prossimo spettacolo. Io chiesi di liberarmi un minuto in quanto dovevo orinare. Massimo mi intimò di tacere, il gruppo non si curò per niente di me ed incominciò a giocare a carte. Trascorse quasi due ore si avvicinarono ancora verso me. Io dovevo urgentemente orinare. Non mi trattenni.
Con le mani legate, con i pantaloni e le mutande abbassate pisciai per terra davanti a mia moglie, alle sue tre bellissime amiche ed il suo amante.
Questa estate Massimo e mia moglie, io regolarmente non contavo per nessuna decisione, progettarono di trascorrere la prossima estate in campeggio al mare ed individuarono una spiaggia naturista in centro Italia. Decisero anche di trascorrere le vacanze con le tre bellissime amiche di moglie di cui ho già raccontato di quali umiliazione sono stato oggetto in loro presenza da parte di Massimo.
Fu una vacanza terribile!
Divenni lo schiavo del gruppo.
Al mattino mi svegliavo prima di tutti per poter preparare la colazione.
Poi andavamo al mare, dovevo essere sempre a loro disposizione per incombenze varie come il procurarmi qualcosa di fresco da bere o aprire e chiudere ombrelloni e sedie o sdraio pieghevoli. Dalla spiaggia ritornavo nel camping prima del gruppo per preparare da mangiare. I pasti e le cene le servivo rispettosamente a tavola a tutti i commensali seduti. Al pomeriggio Di notte per dormire riuscirono a trovarmi un posto in una piccola tenda insieme ad un grosso cane di una delle tre amiche di mia moglie Francesca.
La spiaggia era nudista ed ero sempre sottoposto alle prese in giro del gruppo. Il mio piccolo arnese era sempre al centro dell’ilarità generale. La nudità esaltava la situazione. Vedere in così bella mostra il cazzo di Massimo, il simbolo del suo comando, mi rendeva sottomesso e ubbidiente. Non Reclamavo mai. Massimo per rimarcare la sua superiorità e la mia conseguente sottomissione aveva creato un rituale pubblico. Al verificarsi di alcune particolari situazioni, come una vigorosa erezione di Massimo in presenza di mia moglie o un mio errore nelle faccende quotidiane dovevo pubblicamente inginocchiarmi e baciargli il suo membro. Era molto umiliante ma non potevo fare altro. Come ho già detto sono completamente eterosessuale ma baciargli il pene era per me una sensazione particolare. Mi sentivo intimamente in contatto con il potere che mi vessava, umiliava e distruggeva ogni mia dignità. Le donne del gruppo mi trattavano con algido disprezzo ed ero ormai considerato un servo, un oggetto, uno strumento.
In quella vacanza capitò pure il giorno del mio compleanno. Massimo lo seppe da Francesca e mi volle fare per occasione un regalo. Mi mise a disposizione due pastiglie di Viagra, mi ordinò di deglutirle e mi disse ‘con queste pastiglie forse si può vedere che hai qualcosa tra le gambe. Nel giorno del tuo compleanno farai vedere che ha un cazzo fra le gambe se pur minimo’. Le pastiglie fecero effetto e con tutte quelle donne nude non fu difficile avere un erezione. Il gruppo già preparato si accorse di tutto. Con perfidia mi fecero girare la spiaggia con il mio misero cazzo ridicolamente eretto. E non &egrave finita qui. Ad una delle tre amiche di Francesca venne l’idea di legare al mio pene un fiocchettino rosa. A Massimo l’idea piacque e mi costrinse ad annodare quel maledetto fiocco sul pene. Tutti gi occupanti della spiaggia mi guardarono con aria molto divertita. Poi Massimo penso ad un altro regalo. Radunò le quattro donne del nostro gruppo con altra decina che frequentava a spiaggia. Massimo mi disse ‘guarda sono tutte nude. Bel materiale per una sega’. Mi ordinò di masturbarmi. Incominciai a tirami il pene accompagnato da un tifo da stadio da parte delle donne. Quando eiaculai ci fu un urlo festante da goal e simularono una ola. Mi chiesero in coro di mostrare il prodotto del mio lavoro e mostrai le palme sporche di quella poca quantità di sperma che potei emettere. Massimo con altra autentica perfidia volle sperimentare quante altre seghe potevo fare sotto l’effetto del viagra. Feci in tutto quattro pubbliche e umilianti seghe.
Fu proprio un bel compleanno!

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