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Trio

il Vizio del Gioco

By 30 Novembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Quella sera fu una delle tante in cui avevo litigato con il mio fidanzato, una lite da poco, come tutte.. ma sufficiente a far saltare i programmi della serata e a farmi andare via da casa sua infuriata, prima di cena.
Per non perdere completamente il sabato sera decisi di chiamare una mia grande amica, era un po’ che non ci vedevamo e sarebbe stata un’ottima occasione per parlare insieme male degli uomini. Dopo una breve telefonata mi recai così a casa sua.
Quando entrai in casa sua aveva già preparato un piccolo vassoio di cocktail e patatine da gustare tra una parola e l’altra. Io non ero solita bere cocktail alcolici, ma la mia amica sapeva bene che quando litigavo con il mio ragazzo non mi dispiaceva diventare un po’ alticcia e bere qualche drink insolitamente alcolico. Così in poco tempo ci ritrovammo a ridere, spettegolando su un po’ di tutto. Ero al mio terzo bicchierino quando suonarono alla porta. Guardai la mia amica e poi ricominciai a ridere, chiaramente disinibita.
La mia amica si recò alla porta e dopo averla aperta si girò verso di me ridendo ‘Avevo dimenticato che questa sera sarebbero venuti due miei colleghi di lavoro’ e detto questo riprese a ridere facendoli entrare in casa. Io mi alzai e raggiunsi la mia amica nell’ingresso, presentandomi ai suoi colleghi.
Siccome ci ritrovavamo in quattro si decise per la classica serata a carte. In realtà mi sembra di ricordare che fu una decisione dei suoi colleghi quella di giocare a carte, ma tre drink uno in fila all’altro per una che non beveva quasi mai erano davvero troppo per ricordare perfettamente i dettagli della serata.. soprattutto quelli iniziali.
Il problema era che non ricordavo neppure i dettagli delle regole del gioco che stavamo facendo. Qualche volta ero persino sicura di ricordare le regole, ma mi venne detto più volte che mi stavo confondendo e sistematicamente mi ritrovavo a fondo classifica con i punti. Dopo qualche mano di gioco, siccome il gioco stava diventando noioso, si decise di renderlo un po’ più movimentato, e senza nessuna opposizione fummo tutti d’accordo a mettere come penitenza ad ogni mano un capo d’abbigliamento. Dopo un paio di drink in più la cosa mi sembrava molto eccitante e divertente. I due colleghi della mia amica erano per altro due uomini giovani e dal fisico prestante, non mi sarebbe dispiaciuto se avessero perso la maglietta.
Ricominciammo dunque a giocare con le nuove regole. E nel giro di poche mani mi ritrovai in perizoma e reggiseno. Ero praticamente l’unica ad essersi spogliata, probabilmente a cause del mio problema con la conoscenza delle regole del gioco.
I due uomini iniziavano a guardarmi con un certo interesse e facevano di tutto per distrarmi e farmi sbagliare più di quanto già non facessi da sola. Ancora una volta dovetti pagare. E mi sfilai il reggiseno di pizzo. E poi ancora. Giocavamo da meno di un’ora e mi ritrovai completamente nuda.
‘Vado a prendere un drink ‘ disse la mia amica divertita.
Quando tornò nel salotto aveva in mano alcuni bicchieri e un cestello del ghiaccio. Uno dei due uomini osservò per un momento il vassoio. Poi preso il cestello del ghiaccio mi si avvicino e mi versò addosso una manciata di cubetti di ghiaccio. Mi alzai di scatto sentendo la mia pelle fremere. I miei capezzoli erano diventati duri ed eccitati.
A quel punto entrambi i colleghi della mia amica mi si avvicinarono giocando con il ghiaccio sul mio corpo. ‘Ascolta ‘ dissero rivolgendosi alla mia amica ‘ perché non ci lasci un po’ qui a conoscere questa bella fanciulla’. La mia amica fece cenno di approvazione con la testa, e uscì dal salotto chiudendosi la porta alle spalle.
Mi fecero alzare e salire in piedi sul tavolo da gioco. Mi divaricarono le gambe e iniziarono a far scorrere i cubetti di ghiaccio sul mio interno coscia. ‘Perché non ti apri la fichetta e ti masturbi un po’ eh ‘ mi dissero. Eccitata e disinibita com’ero iniziai a seguire quello che dicevano come fosse stato ancora un gioco. Le mi dita scivolavano tra le mie piccole labbra eccitate. Veloci e morbide si posavano sul clitoride e scorrevano lungo il solco. Sentivo il freddo del ghiaccio sulle coscie e i loro sguardi eccitati sul mio corpo tutto per loro.
Uno dei due si mise un cubetto di ghiaccio tra le labbra e avvicinando il viso alla mia fichetta inizò a leccarmela, facendo scorrere con la lingua il cubetto di ghiaccio su e giù per il mio solco fremente di eccitazione. Sentii il cubetto infilarsi tra le piccole labbra, sciogliendosi sul mio corpo bollente, mentre la lingua instancabile di quell’uomo continuava a scorrere dal clitoride fino quasi al buchetto del culo.
Quando ebbero finito il ghiaccio mi fecero scendere dal tavolo e piegata a novanta mi fecero appoggiare la pancia sul tavolo con le gambe larghe appoggiate a terra.
Sentii il pene grosso e caldo di uno dei due appoggiarsi sul solco del mio culetto poco prima di sfondarmelo. Non ebbi neppure modo di gemere, perché mentre uno dei due mi riempiva improvvisamente il culo, l’altro si era messo davanti a me per tapparmi la bocca con la sua asta dura e bagnata di eccitazione.
Iniziarono così a stantuffarmi insieme, uno nel culo e l’altro nella bocca. Senza sosta, eccitati e soddisfatti. Sentivo il culo andare in fiamme ad ogni colpo, ma era un godimento continuo, soffocato solo dal pene enorme che mi riempiva fino alla gola.
Non saprei dire per quanto tempo continuarono a sbattermi davanti e dietro, poi un getto caldo e copioso mi riempì il buchetto del culo facendomi sentire gonfia e porca.
L’uomo che mi aveva appena riempito dei suoi umori sfilò la sua asta soddisfatto.. mi venne davanti, e facendo un cenno all’amico mi posò il pene bagnato di sborra e umori sul viso. Il suo amico mi sfilò il pene dalla bocca e fu il suo turno di scopare. Sentii di nuovo un’asta penetrarmi il culetto già sfondato e ricominciai a gemere, nei pochi istanti in cui la mia bocca era libera sentii i miei gemiti che erano quasi urla. Poi ancora una volta la mia bocca fu tappata. Dovevo pulire quel pene che mi aveva da poco sfondato e riempito il culetto.
Pulii tutto mentre l’altro ancora mi stantuffava nel culetto.
Dopo poco sentii di nuovo un getto caldo riempirmi tutta. Mi sentivo piena, eccitata e bagnata come una puttana’



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—-> L’antro di Giada

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