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Trio

Irene la grece 2

By 25 Ottobre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono trascorse un paio di settimane da quando siamo tornati a casa, siamo sbarcati e, dopo aver salutato Stephanos e gli altri membri dell’equipaggio, ci siamo avviati per la lunga scala che dalla darsena, risalendo sulla scogliera, conduce alla casa.
Gino ci precedeva assieme agli uomini che portavano i nostri bagagli, sembrava aver fretta di arrivare in cima alla scala, non ci ho fatto caso, salivamo tranquille chiacchierando del più e del meno, ogni tanto Vasilissa si fermava a osservare un cespuglio di rosmarino, qualche fiore oppure il volo di un gabbiano.
Quando siamo giunte in casa abbiamo trovato Gino che ci aspettava, ci &egrave venuto incontro, mi ha preso la mano, mi ha dato un bacio sulle labbra e mi ha detto ‘Bentornata Irene, spero che ti troverai bene con noi nella tua nuova casa.’
Sono rimasta senza parole, mi sono sentita mancare, ho guardato Vasilissa come per cercare aiuto, lei mi sorrideva, non ho potuto impedirmelo, sono scoppiata in lacrime. Piangevo come una fontana, mi sono aggrappata a Gino, incapace di parlare, mentre loro due mi stringevano, mi baciavano, mi accarezzavano cercando di consolarmi, e siamo andati avanti così per un bel po’, fino a quando avendo consumato tutte le mie lacrime, tirando sù il naso, sono riuscita a pronunciare ‘Grazie … vi amo.’
Finalmente sono uscita dal tunnel, la mia vita ricomincia a scorrere serenamente, rimane comunque una vita fuori dal normale, formiamo una strana famiglia, lui, lei e l’altra, ma se va bene a noi, non sono affari degli altri.
Per salvare le apparenze, ufficialmente sono la segretaria di Vasilissa, e di fatto prendo le sue telefonate e gestisco i suoi appuntamenti, cominciano a conoscermi e spesso mi cercano per vari motivi inerenti agli affari della mia amante.
Nella piccola darsena, non c’&egrave più ‘La Bella Giusy’, sta navigando tra Kypros e Kriti sulla via del ritorno verso Rodos, ma non per questo la darsena &egrave deserta, affacciandomi alla finestra posso vedere lo sloop che si dondola pigramente sulle increspature dell’acqua.
Negli ultimi giorni, approfittando del fatto che Gino &egrave andato in Italia per curare i suoi affari, Vasilissa e io, siamo uscite in mare diverse volte senza allontanarci troppo, ma quel tanto che bastava per insegnarmi a governare lo sloop ‘Etera’.
Quasi sempre, a fine giornata, andiamo a gettare l’ancora nella piccola insenatura che si trova sulla costa occidentale dell’isolotto di proprietà di Vasilissa, &egrave un posto fuori dal mondo, tanto piccolo da essere solo un puntino sulle carte nautiche, &egrave un vero paradiso incontaminato dove, essendo proprietà privata, non &egrave permesso sbarcare.
Sulla collina c’&egrave una chiesetta, dimora di un vecchio pope, quello che ha celebrato il suo matrimonio con Gino, ed una casetta, dove abitano il custode e la sua famiglia, sono gli unici abitanti dell’isola, tengono distante i turisti di passaggio, sempre presi dalla tentazione di sbarcare.
In fondo all’insenatura c’&egrave una costruzione di pietra, con tutte le comodità necessarie, cucina, bagno, letto, ecc. ad uso esclusivo di Vasilissa e dei suoi ospiti occasionali.
Il sole del mattino &egrave ancora basso nel cielo quando scendiamo per le scale, dirette alla darsena, ai piedi le infradita, addosso il copricostume con sotto niente, porto la borsa termica, con bevande e cibi per la giornata, Vasilissa porta una borsa con gli asciugamani, le creme varie, e tante altre cosette usate dalle donne per le cure del viso e del corpo.
Raggiunto la darsena saliamo a bordo, depositiamo le nostre cose nel quadrato, Vasilissa si mette al timone e accende il motore, gli uomini addetti alla darsena sciolgono le cime, io tiro su i parabordi, lentamente ‘Etera’ si muove ed esce dal porticiolo, si alzano il fiocco e la randa, prendiamo il vento e ci allontaniamo dalla costa.
Il vento soffia regolare e in breve la costa si riduce ad una linea scura sul mare, Vasilissa blocca la ruota del timone, ci liberiamo dei copricostume e ci prepariamo a spalmarci a vicenda la crema abbronzante per una bella abbronzatura integrale.
E’ un operazione molto piacevole da eseguire, anche perché &egrave sempre il preludio ad attività erotiche, faccio sdraiare Vasilissa supina, inizio ad accarezzarle delicatamente i piedi, li bacio, li lecco lentamente, le succhio le dita uno a uno, le labbra e la lingua risalgono piano lungo le gambe, le caviglie, i polpacci, la piega dietro le ginocchia, l’interno delle cosce fino alle tenere pieghe dell’inguine.
Intanto non &egrave che le mie mani rimangono inoperose, a mano a mano che la mia salita progredisce spalmo la crema, mi piace questo momento perché Vasilissa si consegne totalmente a me, si gode le mie carezze, mugola e geme di piacere e pronuncia parole d’amore.
Dopo le gambe, &egrave il momento del soffice pancino, il monte di Venere, il soave ombelico, i fianchi invitanti, e così sempre più sù fino a succhiare le deliziose fragoline rose che ornano i globi, da baciare e leccare, del seno, poi vengono le spalle, le ascelle e le braccia.
La faccio girare a pancia in giù e riparto dei piedi per risalire fino al culetto, dove mi attardo nel solco che nasconde il buchino, mi dedico alle natiche impastandole, mordicchiandole, baciandole e leccandole, prima di prendermi cura della schiena.
Vasilissa &egrave sul punto d’impazzire, mi prega, mi supplica di darle il piacere agognato, mi insulta perché non le do la soddisfazione desiderata.
‘Irene amore … fammi godere ti prego … dai tesoro ti supplico non farmi penare … ohhh … sì … ancora … smetti di torturarmi voglio godere … brutta puttana vuoi deciderti a smettere di fare la stronza … dai porca … guarda che te la faccio pagare.’
Anche io sono eccitatissima, la mia fonte sgorga facendo nascere un laghetto sotto di me, e poi ho voglia di leccarle la figa, di assaporare il nettare che le cola fra le cosce, la faccio rigirare e le apro le gambe.
Affondo il viso fra le sue cosce, bacio, lecco, mordicchio, succhio, il miele mi riempie la bocca, sento le sue mani stringermi la testa per tenere la mia bocca premuta sulla figa … geme e si lamenta piano … le manca il fiato … improvvisamente si irrigidisce … solleva il bacino e raggiunge l’orgasmo con un urlo liberatorio ‘VENGOOOOOOO ‘
Per un lungo momento rimane priva di forza lasciandosi coccolare, poi si solleva e mi spinge indietro facendomi cadere sulla schiena, mi salta letteralmente addosso per immobilizzarmi e mi urla in faccia ‘Vigliacca … brutta puttana .. sei una troia … ti insegno io a farmi tribolare carognetta che non sei altro…’
Mi mette la mano fra le cosce e mi trova fradicia ‘Ecco … vedi che sei una porca … la tua figa sfondata &egrave un lago.’
Si abbassa sul mio viso e mi spinge la lingua in bocca per un bacio lungo, sensuale e erotico … mormora ‘Irene amore mio … che bello mi hai fatto morire ma mi hai fatto godere così tanto da svuotarmi.’ mi sorride ‘Adesso ti sistemo io, ora sarai te a tribolare.’
Ed io piena di voglia … travolta dal desiderio rispondo ‘Ti amo fammi quello che vuoi … sono tua.’
Si solleva per staccarsi a me, prende il vasetto della crema abbronzante, mi fissa sorridente .. si unge le mani e si abbassa sui miei piedi … il mio supplizio sta per iniziare, a quel pensiero la mia fonte sgorga.
Inizia a prendersi cura di me, anche lei parte dei piedi, chiudo gli occhi, mi abbandono, sento la carezza delle sue labbra … la lingua che sfiora la mia pelle … il tocco leggero delle sue mani che mi spalma la crema risalendo sulle mie gambe fino alla patatina per poi proseguire sul ventre … sul busto … sulle tette che bacia e lecca a lungo … sui capezzoli che succhia con ingordigia … sui fianchi e sotto le ascelle … tremo dall’eccitazione … sotto di me la macchia umida sul telo si allarga sempre più.
Mi fa girare e ora si dedica alla mia schiena ed al mio culetto, lo lecca, lo morsica, lo bacia, fa scivolare il dito medio nel solco, mi allarga le natiche per titillarmi il buchino ,,,passa l’altra mano sotto di me e va a stringermi il clito fra il pollice e l’indice, sussulto incapace i controllarmi … si sta vendicando ma &egrave un dolce castigo.
Tento di resistere il più a lungo possibile … voglio godere per tanto tempo prima di perdermi nell’esplosione dell’orgasmo.
Sento che mi sparge il buchino di crema e vi spinge dentro prima un dito, poi due ed infine tre, inizia a scoparmi il culetto senza per questo smettere di torturarmi il clito, inarco la schiena per sollevare il sedere, lei mi bacia il collo e mi mormora all’orecchio ‘Ti piace eh! troietta mia .. perché sei la mia troietta vero? sù dimmelo!’
Con un filo di voce riesco a sussurrare ‘Sì.’
E lei, che sa di tenermi in suo potere, risponde ‘Sì cosa? non capisco.’
‘Sì … mi piace…’
‘E poi cosa mi devi dire.’
‘Sì … sono … ohhhh …. la tua …. troietta … ahhhh che bellooooo.’
‘Brava … così mi piaci … dimmi che mi ami che sei mia.’
Un profondo respiro per riprendere fiato ‘Ti amo Vasilissa … ri amo e sono tua.’
Mi fa girare il viso per spingermi la lingua in bocca.
Sento l’orgasmo salire impetuoso come l’onda di un mare in tempesta … perdo la nozione del tempo … del luogo … delle cose .. la mente invasa di lampi colorati … urlo di piacere ‘Ahhhh … sìììì …. vengooooo … ohhhh … amoreeeee …’
Torno in me co’n il viso tenuto stretto sul seno di Vasilissa, mi copre di bacetti e di carezze, mi sussurra dolci paroline d’amore.
Il tempo passa e lei si alza dopo un ultimo bacio, va alla ruota del timone e la sblocca, e io ancora sconvolta dopo l’amore la guardo, &egrave uno spettacolo, &egrave lì nuda a gambe larghe, i capelli al vento, le mani strette sulla ruota, la pelle dorata accarezzata dal vento e dal sole, sembra uscita da una pittura minoica.
Mi alzo e la raggiungo .. la bacio sul collo e le do il cambio al timone, alzo gli occhi per controllare il sole … &egrave ancora presto, la giornata si annuncia bella!

per commenti brubu@tin.it

A metà pomeriggio circa entriamo nell’insenatura dell’isola di Vasilissa, &egrave stretta e considerando la ridotta superficie dell’isolotto stesso si inoltra profondamente verso l’interno, ammainiamo le vele e la barca prosegue spinta dal motore, per andare a gettare l’ancora a pochi metri dalla riva.
Srotoliamo la scaletta di corda sulla fiancata. ci prendiamo per mano, un bel respiro e saltiamo, sprofondiamo nell’acqua disturbando e mettendo in fuga un branco di pesce, tocchiamo il fondo, un colpo di tallone e risaliamo in superficie.
Ci divertiamo ad inseguirci, sono una brava nuotatrice, ma non posso competere con Vasilissa, sembra la dea Egea, figlia di Efestos e di Teti, lei mi gira intorno … mi tocca il culetto pizzicandolo … mi stringe una tetta nella mano … mi tira o mi schiaccia un capezzolo ed io giro e mi rigiro senza riuscire ad afferrarla, ma lei sa che se ci riesco la farò patire a lungo prima di darle l’appagamento dei sensi e la calma … non riesco a sfuggirle, se mi allontano mi insegue, se cerco di raggiungerla mi sfugge e si sottrae al mio abbraccio …
Quando faccio uscire la testa all’acqua per respirare lei ne approfitta, mi passa fra le gambe e mi sfiora la figa … una carezza lunga … interminabile … che mi provoca un fremito che si irradia dalla figa alle tette … al cervello … e mi fa perdere la ragione ed il gioco continua finché lei si decide a porvi fine.
Siamo a galla, la testa fuori dall’acqua, mi prende alle spalle, passano le braccia sotto le ascelle mi abbraccia, sospiro di piacere … la mia resa &egrave totale … bramo le sue carezze … i suoi baci … farei qualsiasi cosa per lei in questo momento … lei lo sa ma non ne approfitta … si accontenta di sapere che mi domina e poi anche lei &egrave vulnerabile in questo momento.
Sta con le tette schiacciate sulla mia schiena, i capezzoli eretti e duri come chiodi che premono come se li volesse piantare nella mia carne, la figa poggiata sul mio culetto, le gambe allacciate alle mie, le mani posate a coppa sulle tette intente a titillare i capezzoli mi fa impazzire.
Mi ha presa, e mi sono arresa, ma anche io voglio toccarla, lentamente passo una mano dietro la schiena .. lei si scosta un po’ per evitare di farsi catturare, ma così facendo mi agevola … la mano sfiora il suo pancino … scendo un pochino … ecco la patatina … la stringo forte sul palmo della mano … lei sussulta … ha un fremito … preme la figa sulla mia mano e mi bacia sul collo … giro il viso e le nostre labbra si incontrano … un bacio lungo … profondo … sensuale … erotico.
Lei allenta la sua presa, ne approfitto per girarmi senza per questo lasciare la sua figa, anzi ci spingo dentro due dita ed inizio a muovere piano il polso … le mie tette schiacciate sulle sue, tenendola stretta a me, la masturbo lentamente.
Mi spinge una gamba fra le mie per aprirle, la sua mano si impossessa della mia figa … tormenta il clito facendomi vedere le stelle .. il dito scivola piano fra le grandi labbra … penetra piano nel mio antro del piacere provocandomi scosse di felicità.
Oramai non abbiamo né la voglia e neanche la forza di smettere … continuiamo questa nostra reciproca masturbazione fino a raggiungere un orgasmo violento … sento la terra tremare … sono sconvolta e vedo che Vasilissa non &egrave da meno.
Per un lungo momento rimaniamo abbracciate sostenendoci a vicenda fino a quando lei mi sussurra all’orecchio ‘Irene amore … andiamo in casa … vuoi?’
Annuisco staccandomi da lei ‘Sì tesoro andiamo.’
Alcune bracciate e raggiungiamo la spiagetta, una corsetta veloce ed entriamo in casa, ci asciughiamo e ci sediamo sul letto, ci spazzoliamo i capelli a vicenda, ci pettiniamo … senza dimenticare di scambiarci lunghi baci e così, quasi senza accorgercene ci ritroviamo sdraiate sul letto, non &egrave fatto per due persone e ci stiamo strette, ma la cosa non ci disturba minimamente, anzi ci godiamo quella vicinanza, ci coccoliamo a vicenda … &egrave il momento della tenerezza … della dolcezza siamo invase da un languore che ci strugge e ci lascia spossate.
Passato un po’ di tempo ci riprendiamo e le nostre carezze si fanno più audaci ed erotiche,
ed a mano a mano che passano i minuti torna ad aumentare l’eccitazione, il profumo di donna eccitata inizia ad invadere la piccola stanza.
Ci abbracciavamo strettamente, le labbra incollate, le lingue attorcigliate in baci sensuali, le tette mie premute sulle tette sue, figa contro figa, mescolando il miele suo con il mio.
Le mani e le lingue percorrano i corpi, ci baciamo e ci lecchiamo, Vasilissa mi succhia i capezzoli con la voracità di un neonato attaccato al seno della madre, mi procura delle scosse che si espandono in tutto il corpo.
Le metto la mano fra le cosce … &egrave fradicia … ho voglia di respirare il suo profumo, sa di mare, di gustare il sapore, un po’ salato, del suo nettare, che la sua fonte rilascia in abbondanza, premo forte il palmo della mano e stringo le grandi labbra.
Lei si irrigidisce .. geme e poi sento la sua mano sulla figa … mi tortura il clito eccitandomi come una porca … non resisto … la spingo supina sul materasso .. le spalanco le cosce e affondo il viso sulla figa … mordicchio le grandi labbra … le lecco … le succhio il clito .. lecco e succhio le piccole labbra e finisco col scoparla con la lingua … raccogliendo accuratamente tutto il miele disponibile sulle tenere pareti della figa.
Vasilissa solleva il bacino … lo spinge verso la mia bocca … mi tiene stretta la testa premendola sulla figa … non passa molto tempo e mi inonda la bocca e mi imbratta il viso del suo piacere urlando ‘VENGOOOOOOOO.’.
Per un momento sta sdraiata col fiato corto … si riprende lentamente mentre la coccolo … mi respinge dicendo ‘Sdraiati ed apri le gambe adesso tocca a me leccarti amore.’
Non aspettavo altro, mi sdraio e spalanco le gambe al massimo … sento la sua lingua sulla figa … la sua bocca che mi succhia il clito … le sue dita che mi scopano … mi impasto le tette … mi tiro i capezzoli stringendoli fra le punte delle dita … li schiaccio … sollevo il bacino e godo come una maiala.
Sfortunatamente non resisto a lungo ed in pochi minuti sento salire l’onda dell’orgasmo … non capisco più niente .. sono completamente fuori di testa … mi lamento … gemo .. sospiro di piacere.
‘Ahhh … ohhh … sìììì … cosìììì … ancoraaa … amoreeee .. che belloooo … goddoooo ahhh
sììì … VENGOOOOOOOO.’
Ora &egrave lei che mi coccola, ci scambiamo teneri bacetti e dolci carezzine, ci stringiamo languide mormorando paroline d’amore.
All’improvviso Vasilissa mi chiede ‘Amore lo sai quando torna Gino, mi manca la sua presenza .. mi mancano i suoi baci … le sue carezze.’ si ferma esitante ‘Mi sento la figa vuota, voglio sentirmelo dentro.’
La bacio sulle labbra ‘Amore anche io spero che Gino torni presto perché mi manca come manca a te.’ sospiro pensano al mio maschione adorato.
Il sole sta calando quando usciamo alla casa … una breve nuotata e torniamo a bordo della barca.
Vasilissa si mette al timone, alza l’ancora ed accende il motore, lentamente usciamo dall’insenatura e guadagniamo il mare aperto … alza le veli e mette la prua verso Rodos torniamo a casa.

per commenti brubu@yahoo.it

Giungiamo all’Aeroporto di Diagoras, Vasilissa parcheggia la macchina, tra poco il volo dell’Aegean Airlines proveniente da Athene atterrerà … dopo quasi un mese, Gino torna a casa, siamo emozionate ambedue, non ce lo nascondiamo, ci batte il cuore dalla felicità e dall’emozione.
Per accoglierlo, ci siamo vestite con cura, camicette di seta bianca, indossate sulla pelle nuda, minigonne che cadono morbide sui fianchi, rossa la mia, nera quella di Vasilissa, ovviamente, come sempre, senza biancheria intima, autoreggenti nere, scarpe di vernice con tacchi alti 12 cm., di colore assortito alla minigonna, così come le nostre borsette.
Entriamo nella sala degli arrivi, due come noi non passano sicuramente inosservate, sentiamo su i noi gli sguardi libidinosi degli uomini e quelli invidiosi di molte delle donne presenti, in altre occasioni ci saremmo divertite ad assumere atteggiamenti provocanti, ma oggi non &egrave il caso, siamo venute per accogliere il nostro uomo e non per altro.
Ci precipitiamo verso l’uscita dei passeggeri, come se avessimo paura di arrivare in ritardo, quando invece non ce n’&egrave motivo, manca ancora quasi un quarto d’ora all’orario di atterraggio, ma siamo così impazienti di rivedere Gino che l’ora &egrave un elemento secondario, contiamo i minuti, quasi direi i secondi
E’ incredibile come quell’uomo possiede i nostri pensieri, anche quando, in sua assenza, siamo insieme e ci abbandoniamo alle carezze amorose, finisce sempre che sentiamo la sua mancanza.
Camminiamo nervose avanti ed indietro, fumando sigaretta dopo sigaretta, finalmente la voce dell’altoparlante annuncia l’atterraggio del volo proveniente da Athene.
Aumenta la nostra impazienza, perché sappiamo bene che ci sono i bagagli da ritirare, un operazione che a volta prende parecchio tempo, insomma siamo sulle spine e lo saremo fino a quando non lo vedremo.
Finalmente eccolo che esce, con una mano si trascina dietro il suo trolley, con l’altra mano porta la 24 ore, dobbiamo fare uno sforzo di volontà per non corrergli incontro e saltargli addosso come due ragazzine.
Cerchiamo di mantenere un atteggiamento composto andandogli incontro, si ferma, depone la 24 ore al suolo, lascia il trolley e ci abbraccia tutte e due, con il braccio destro stringe a sé Vasilissa e con il sinistro mi attira sul suo petto, ci bacia l’una e l’altra, si stacca e ci guarda sorridente ‘Ecco qui le mie ragazze .. amori miei mi siete mancate … non vedevo l’ora di riabbracciarvi … e voi avete sentito la mia mancanza?’
Quasi in coro, come se ci fossimo messe d’accordo in anticipo rispondiamo ‘Certo che ci sei mancato .. contavamo le ore, i giorni aspettando il tuo ritorno.’
Gino ci lascia andare, raccoglie il suo bagaglio .. ‘Andiamo tesori .. ho voglia di stare solo con voi … qui c’&egrave troppa gente.’
Noi ridiamo e lo seguiamo, ben felice di accontentarlo, tanto più che desideriamo anche noi stare sole con lui.
Si fa dare le chiavi della Mercedes, si mette al volante, dopo averci fatto sedere sul sedile posteriore dicendo con un sorriso malizioso sulle labbra ‘Non voglio essere distratto mentre guido e voi, sia l’una che l’altra, siete fonti di distrazione.’
Partiamo, ma invece di imboccare la veloce strada costiera, frequentata dei turisti e dal traffico commerciale, sceglie di percorrere le strade secondarie, che si inoltrano all’interno fra boschi e colline.
Noi sedute fianco a fianco ci temiamo per mano ed osserviamo il nostro uomo che guida la Mercedes con mano sicura, ci allontaniamo sempre più dalla città, i villaggi e le abitazioni si fanno sempre più rare a mano a mano che andiamo avanti, e la strada &egrave sempre più deserta.
Attraversiamo un boschetto quando Gino, che guida a velocità moderata, rallenta l’andatura, ed avendo individuato un sentiero fra gli alberi, abbandona la strada per imboccarlo, giunto su una piccola radura erbosa si ferma e spegne il motore.
Non ci lascia il tempo di chiedere spiegazioni, si volta verso di noi ‘Sapete tesori miei, &egrave da quando sono partito che mi sogno le vostre splendide tette, non posso aspettare oltre, le devo vedere … vi prego mostratemele.’
Maliziosa Vasilissa, sorridendo si sbottona la camicetta e mette in mostra le sue belle tette sode ‘Eccole .. guarda amore.’
Rido e la imito mostrando le tette anche io ‘Guarda Gino .. ti piacciono ancora le mie tette.’
Egli non risponde, si inginocchia sul suo sedile appoggiando il busto sullo schienale, allungo le braccia .. inizia a palparci le tette .. ci stringe i capezzoli fra le dita, sento la mia figa aprirsi e bagnarsi.
Sembra non essere pago perché riprende ‘E le vostre belle fighe rasate .. sapeste quanto me le sono sognate per tutto il tempo …ehmmmm:’
Lo fisso e gli dico ‘Povero tesoro … ora te la mostro amore mio.’
Sollevo il bacino per poter arrotolarmi la minigonna sulla vita, spalanco le cosce senza pudore, metto in mostra la figa che gocciola, per non essere da meno, immediatamente Vasilissa mi imita e dice ‘Ecco vedi le nostre fighe … ma noi vorremmo vedere il tuo cazzo che ci manca da tanti giorni.’
Per un lungo momento, Gino rimane silenzioso, fissa arrapato i nostri sessi esposti senza il minimo ritegno, finalmente si muove, cambia posizione, si siede, poi scende dalla Mercedes, apre la portiera posteriore dalla parte di Vasilissa, le prende il braccio e la trascina fuori dal veicolo, la spinge sul cofano dell’auto e si cala i pantaloni e lo slip, esibendo il suo bastone di carne.
Si mette alle spalle di Vasilissa che sta lì piegata a 90 gradi sul cofano, con il culo oscenamente per aria, mostrando la figa ed il buchino fra le natiche, con il piede le allarga le gambe, prende il cazzo in mano, lo guida fra le grandi labbra e con un vigoroso colpo di reni glielo mette dentro fino in fondo ed inizia a pompare.
‘Ecco tesoro .. non te lo mostro .. preferisco fartelo sentire.’
Sorpresa Vasilissa lancia un grido, non si sa se di dolore o di piacere, che subito si trasforma in gridi di gioia ‘AHHHHHH! …. ohhh … sìììì … cosììì … finalmente mi sento la figa colma … dai amoreee … spingi … scopami … fottimi … ahhhhh … spaccami … ancoraaa … siiiii.’
Scendo dalla macchina, sono lì discinta, con la camicetta aperta e le tette al vento, la minigonna arrotolata sulla vita, indecente ed impudica, una mano impegnata ad accarezzarmi le tette e l’altro fra le cosce a masturbarmi guardando Gino che si scopa Vasilissa come si sbatte una puttana raccattata per la strada.
Non durano a lungo, sono troppo eccitati, lei gode come una porca e, quando lui le riversa nella figa il suo sperma caldo lei urla di piacere ‘Amoreeee … VENGOOOOO!!!!!’
Gino si stacca da lei ed io sono pronta, mi inginocchio davanti a lui ed inizio a succhiare e leccare il cazzo per pulirlo. una volta che &egrave ben pulito, affondo il viso fra le cosce di Vasilissa per leccarle la figa e l’interno delle cosce dallo sperma che mischiato al miele cola, lecco con avidità, non voglio perderne neanche una goccia … voglio mandare giù tutto.
Vasilissa &egrave ancora appoggiata ansimante alla macchina, mi rialzo e mi metto in posizione, la figa ed il culo ben esposti, le gambe larghe, mi volto ‘Gino amore .. ricordati di me … voglio sentire il tuo cazzo fino nella gola … dai scopami amore ti prego.’
E lui non si fa pregare … lo sento alle mie spalle … il cazzo preme sulle grandi labbra .. penetra facilmente nella figa allagata, sento la mani, prima strette sui fianchi ed ora che mi afferrano le tette.
‘Ecco … bella troia .. prendilo tutto .. ti piace prenderlo eh!’
‘Sì mi piace … tanto … dai spingi forte.’
E lui mi sbatte con violenza mi domanda ‘Di che sei tu? cosa sei tu? forza rispondi!’
So cosa vuole sentirsi dire, quasi volesse essere rassicurato e così, fra un lamento ed un ansimare, rispondo ‘Sono … tua e … ohhhh … sììì .. cosìììì … di Vasilissa … soltanto vostra … ahhh … che belloooo …. mmmmmmm …. sono la vostra …. puttana .. troia … e vi amo.’
E lui raddoppia gli sforzi, lo sento ansimare, mi tortura i capezzoli ,,, sento l’orgasmo salire prepotentemente …. e mentre egli mi riempie la figa del suo piacere io urlo ‘VENGOOOOOOOO AMOREEEEEE VENGOOOOO!!!’
Rimango appoggiata al cofano della macchina … senza forza … poi sento la lingua di Vasilissa che mi pulisce la figa per bene.
Siamo ancora frastornate, il trucco sfatto, indecentemente discinte, ci puliamo sommariamente usando fazzoletti di carta, ci rimettiamo i vestiti in ordine, risaliamo in macchina e riprendiamo la nostra strada.
Dopo pochi Km, lungo la strada, troviamo una fontana pubblica, probabilmente messa lì tanto tempo fa per abbeverare i cavalli attaccati ai carri oppure gli asini affardellati, ma non importa, ci fermiamo. l’acqua &egrave fredda, ci laviamo il viso, poi visto che il luogo &egrave deserto ne approfittiamo per dare una bella rinfrescata alla figa, che ne ha proprio bisogno per calmarsi.
Ripartiamo per non fermarci più prima di raggiungere la nostra casa.

per commenti brubu@yahoo.it
Quando arriviamo a casa, i raggi del sole, che si inabissa nel mare ad occidente, tingono di rosso il cielo e la superficie delle acque, scendiamo dalla macchina ed entriamo in casa, subito arriva un uomo che prende i bagagli di Gino e li porta in camera.
Andiamo in salotto a sederci, &egrave stata una giornata pesante, e la nostra sosta nel boschetto sulla via del ritorno, della quale, intendiamoci bene, non sono assolutamente pentita, non &egrave stata proprio la cura ideale per allontanare la fatica.
Aspettando che venga servita la cena, rimaniamo seduti tranquillamente, mentre Gino ci racconta del suo viaggio, mi parla dei ragazzi, crescono, stanno bene, aspettano l’estate per venire a Rodos, sento una stretta al cuore ascoltandolo, la mancanza dei ragazzi &egrave forse l’unica ombra che attualmente c’&egrave nella mia vita, ma per il loro bene &egrave meglio così.
Dopo questo, tocca a noi raccontare i fatti successi durante la sua assenza, io dico genericamente ‘Ci sei mancato, e le tue telefonate non bastavano a colmare il vuoto che la tua assenza ci lasciava, così per distrarci abbiamo navigato.’
‘Avete navigato! bene … brave le mie ragazze.’ poi maliziosamente domanda ‘E come ve la siete cavate sole in mare?’
Piccata Vasilissa risponde ‘Cosa intenderesti dire? che non sappiamo governare uno sloop per caso? vorrei ricordarti che quel poco che sai, te l’ho insegnato io … mio caro.’
‘Dai amore … non prendertela … scherzavo .. e poi non eri sola.’ ridacchia ‘Come si &egrave comportata Irene?’
Vasilissa si stringe nelle spalle ‘Scherza caro, saresti sorpreso, ora Irene &egrave in grado di insegnarti a governare la barca, &egrave diventata uno skipper provetto.’
Lancio uno sguardo ironico a Gino che ha tutta l’aria di rimanere spiazzato dalla risposta di Vasilissa e mi guarda perplesso.
‘Così saresti diventata uno skipper provetto … sempre uguale … non cambierai mai … la prima della classe eh! comunque se lo dice Vasilissa ci credo …non vedo l’ora di imbarcarmi con te al comando.’
Fra me e me sono molto soddisfatta, ma non glielo voglio dare da vedere … lo fisso fingendomi sorpresa ‘Quando vuoi, anche domani se ti fidi … ma perché ti sorprendi mi conosci abbastanza per sapere che mi piace eccellere in tutto.’
Non insiste, si limita a rispondere ‘Va bene .. domani mattina facciamo un giro in barca.’
Mi viene a ridere ‘Amore non crederei di fare un giretto fino all’isoletta di Vasilissa per caso? sai Vasilissa e io abbiamo l’intenzione di spingerci fino a Lesvos e visitare Mytilene.’
Ci guarda sorpreso ‘Che c’&egrave di tanto interessante sull’isola di Lesvos a spingervi ad andare fin lì?’
Vasilissa e io ci guardiamo ridendo e lei risponde ‘Amore sono cose di donne, Lesvos &egrave l’isola di Sapho la poetessa … sai chi &egrave vero?’
Gino non nasconde la sua perplessità ‘Sì lo so… &egrave quella che cantava l’amore fra donne .. vero!’
Vasilissa scuote il capo ‘Tutti pregiudizi amore, Sapho di Lesvos &egrave una dei più grandi poeti dell’antichità, cantava l’amore in tutte le sue forme, la legenda dice che sia morta gettandosi da un faro dell’isola di Lefkada a causa dell’amore non corrisposto, che lei provava per un bel battelliere di nome Faone, ma io non credo molto quell’isola non &egrave nel mare Egeo, si trova nel mare Ionio, &egrave troppo istante a Mytilene per essere credibile.’
‘Ah! io avevo tutta un altra idea pensano alla tua poetessa, tesoro, ma sicuramente di queste cose ne sai più di me … allora se avete già deciso andremo a Lesvos.’
Dopo la cena, non ci attardiamo a lungo, ed una volta a letto facciamo i bravi, limitandoci a qualche coccole, neanche tanto audaci, perché siamo stanche ed anche Gino &egrave stanco dal viaggio.
Alle prime luci del giorno scendiamo per le scale che dalla casa ci permettono di raggiungere il nostro porticiolo privato, come &egrave la nostra abitudine, indossiamo i copricostume senza niente sotto, infradita ai piedi, un borsone con i bikini, i sandali e tutto quello che serve a noi donne, da parte sua Gino &egrave meno carico di noi, solo poche cose ed un costume di ricambio.
La barca si dondola pigramente nella darsena, al nostro arrivo, un paio di uomini accorrono per slegare le cime dalle bitte, saliamo a bordo, depositiamo i nostri bagagli sotto coperta, sono nel pozzetto al timone, Gino ritira la passerella e Vasilissa si occupa dei parabordi, accendo il motore e ci stacchiamo dalla banchina.
Lentamente lasciamo la darsena, appena fuori al porto alzo le vele, prendo il vento e spengo i motori, Etera fila silenziosa sulle one con la prua rivolta a nord.
Giunta a buona distanza dalla costa, cedo il timone a Gino, con la raccomandazione di tenere la rotta scrupulosamente, fatto questo Vasilissa e io ci leviamo il copricostume, rimanendo nude, e ci prepariamo a spalmarci addosso la crema abbronzante.
Questo &egrave uno dei compiti più piacevoli, passare il palmo della mano sul corpo di Vasilissa mi piace da morire, per non parlare poi del piacere che mi procura il tocco delle sue mani su di me.
Ma oggi non ci attardiamo troppo, perché abbiamo un altro divertimento in mente, questo ovviamente non significa che facciamo le cose in fretta e furia, ci mettiamo tutto il tempo necessario e non manchiamo di accordare la necessaria attenzione alle zone del corpo più sensibili e pertanto bisognose di maggior cura.
Tutte queste manipolazioni si fanno nel pozzetto, alle spalle di Gino, il quale sente i nostri sospiri, il suono dei baci ed i nostri lamenti di piacere, onestamente devo ammettere che siamo un pochino carognette, il povero Gino non può distrarsi ed evidentemente, la consapevolezza si saperci nude alle sua spalle, intente a toccarci e accarezzarci a vicenda, col pretesto della crema abbronzante, non &egrave fatta per calmare le sue pulsazioni sessuali.
Ma tutto ha una fine, così nuda come sono do il cambio a Gino, Vasilissa l’attira a sé e gli abbassa il costume, ma invece di mettersi alle mie spalle, mi si mette a fianco, così ho una completa visuale elle operazioni ‘Vieni amore, anche tu devi essere spalmato di crema abbronzante.’ detto questo inizia a spalmargli il petto.
Blocco il timone, abbandono la ruote e mi dedico alla schiena di Gino, lui cerca di resistere all’eccitazione, non si sente sicuro sapendo che ho lasciato il timone per massaggiargli la schiena, ma sembra che il suo cazzo non sente ragione, si erge fiero e duro, pronto all’uso ed in effetti Vasilissa soccomba alla tentazione, lo accarezza, lo bacia, lo lecca e per finire lo prende in bocca, lo succhia chiudendo gli occhi, a guardarla mi si apre la figa che incomincia a gocciolare.
Gino sta con le mani sulla testa di Vasilissa, come se temesse di vedersela scappare, io le premo la figa bagnata su una chiappa, sento una mano che piano si insinua fra la figa e la chiappa, un dito scivola fra le grandi labbra … raggiunge il clito … titilla le piccole labbra … subito accompagnato da un secondo dito si spinge nella figa per scoparmi.
Ansimo … gemo .. mi lamento … spingo il bacino in avanti con un movimento ondulatorio .. non riesco a stare ferma.
‘Ohhhh … sìììì … mmmmm … che belloooo … ahhhhh …. sto godendooooo … ohhh.’
E proprio ora sento la voce di Vasilissa che mi chiama ‘Irene vieni amore … Gino &egrave quasi pronto … vieni tesoro a prendere la tua parte di crema.’
E’ duro staccarmi alla mano di Gino, ma la prospettiva di una porzione di crema &egrave allettante, e così a malincuore mi allontano da quella mano che tanto piacere mi procura, vado ad inginocchiarmi a fianco di Vasilissa, mi unisco a lei leccando l’asta del cazzo partendo dalle palle e risalendo fino al glande, lo lecchiamo in due, le nostre lingue si toccano a più riprese, ne approfittiamo per attorcigliarle un attimo ogni tanto, poi improvvisamente il cazzo sussulta e ci scarica in bocca, sul viso, sulle tette potenti getti i sborra.
Ci lecchiamo l’una l’altra per recuperare tutta la sborra che ci copre e per completare il quadro ci tocchiamo la figa e ci masturbiamo a vicenda.
Mi sdraio supina .. attiro Vasilissa a cavalcioni sul mio viso, la sua figa sulla mia bocca e lecco, le mani sul suo culetto che impasto, lei si piega in avanti … sento la sua lingua fra le cosce … e la sue mani sul sedere … impazzisco .. non posso parlare ma solo mugolare e non penso neanche a stare zitta ‘mmmmm … ummmmmm …. mmmmmm … ‘ e così via mentre le spingevo la lingua nella figa … cosa che faceva anche lei su di me … non ragiono più … con la coda dell’occhio vedo Gino che ci guarda imbambolato col cazzo che inizia a dare segni di risveglio … all’improvviso l’ondata dell’orgasmo sale impetuosa e ci travolge .. sprofondo in un buco nero perdendo la cognizione delle cose .. il piacere &egrave tale da rasentare il dolore, ma &egrave un dolore molto dolce al quale mi consegno senza ritegno fino a sparire nel nulla.
Torno in me, sono distesa sul divanetto del pozzetto, inginocchiata al mio fianco si trova Vasilissa che mi solleva il capo con un braccio passato sotto la mia nuca, mi bacia e mi accarezza il viso, vedendomi socchiudere gli occhi, avvicina la bocca al mio orecchio.
‘Irene amore mio, non ho mai visto nessuno godere come te oggi … tesoro ci hai fatto spaventare sembravi svenuta … temevamo di perderti amore … come stai adesso?’
Le sorrido ‘Sto bene amore … mamma mia … che roba … non mi &egrave mai successo di godere in questo modo .. grazie tesoro … non finivo più di venire e più aumentavo il piacere e più mi sentivo distante.’
A fatica, dopo essermi liberata gentilmente dal suo abbraccio, mi alzo e vado a rilevare Gino al timone, perché, di fatto, questo sembra molto più interessato a guardarci che a mantenere la barca sulla giusta rotta.
Mi aggrappo alle maniglie della ruote, ho ancora le gambe molle e mi aiutano a stare in piedi, allargo le gambe per puntellare i piedi e mantenere l’equilibrio, sono piegata formando con il corpo un angolo a 45′, Vasilissa mi affianca, pronta a sostenermi, mi passa un braccio sulle spalle e mi stringe piano, tiene il viso vicino al mio, ogni tanto sento le sue labbra sulla spalla oppure sul collo o sulla guancia, con la mano mi accarezza gentilmente il seno … mi sussurra ‘Sai amore non pensavo fosse possibile godere come hai fatto tu, sei una forza della natura … amami sempre ti prego perché io ti amo tanto.’
Le parole sue, dopo tutte le mie disgrazie, mi fanno bene al cuore, non so cosa rispondere, ho la gola serrata, giro il viso verso di lei, le nostre labbra si incontrano, le nostre lingue si accarezzano, si mescola la nostra saliva, ed ecco che sento Gino appoggiarsi su di me, sulla schiena … sul culo … il suo cazzo duro ben sistemato nel solco del mio sedere … chiudo gli occhi e spingo il fondo schiena indietro, intanto egli non rimane inattivo, si impossessa delle mie tette, le impasta, gioca con il capezzoli, li tira, li schiaccia, li stringe fra le punte delle dita … la mia fonte sgorga il nettare cola a fiotti bagnandomi l’interno delle cosce … mugolo … ansimo ‘Che fai .. brutto porco … senza cuore … ohhh … mi … vuoi … fare morire ….’
Egli avvicina la bocca al mio orecchio ‘Voglio scoparti … lo so che sei una troia … una puttana .. ma ti amo e non riesci a stare senza di te … ti amo.’ si muove e sento il suo cazzo ora fra le mie cosce posato sulle grandi labbra che si aprono golose … Vasilissa glielo prende e lo guida nella mia figa … preme sulle grandi labbra .. inizia a scoparmi ..
‘Ahhhh … sììì … fottimi … amoreee …. dai … spingi forte … sfondami l’utero … ohhh … Ginoooo ti amoooo … godooooo …. VENGOOOOOOO.’
Mi riempie la figa del suo sperma … rimane così … ansimante appoggiato su di me … quando si ritira distrutto anche egli … Vasilissa si inginocchia fra le mie gambe e con la lingua raccoglie ed ingoia tutto, la crema di Gino ed il miele mio, da vera golosa, masturbandosi furiosamente.

per commenti brubu@yahoo.it A pomeriggio inoltrato avvistiamo il porto di Kos, in fretta indossiamo i copricostume e Gino si infila i pantaloncini ed una maglietta; sono al timone, allungo la mano per accendere il motore ed ammainare le vele, ma Vasilissa mi si affianca dicendo ‘No … voglio vederti attraccare senza motore … solo con le vele .. non temere ti sto vicina pronta ad aiutarti se serve … ma credo che non servirà.’
Non mi scompongo, abbasso il fioco e dirigo ‘Etera’ verso la banchina .. quando sono vicina ammaino la randa … la barca prosegue per forza d’inerzia parallele alla banchina stessa.
Grido a Vasilissa ed a Gino di sistemare i parabordi sulla fiancata e calo l’ancora … lo sloop si ferma, Gino lancia le cime saltando sulla banchina … vengono raccolte da alcuni velisti presenti e legate alle bitte.
Da parte di quei velisti, si alza un applauso spontaneo per me, non tutti i giorni si vede una barca attraccare senza usare il motore.
Sono veramente fiera di me, Vasilissa mi abbraccia e mi bacia sulle guance ‘Amore sei stata grande … meglio di quanto speravo … ora sei perfetta … andiamo a prepararci per scendere a terra … bisogna festeggiare!’
Gino mi guarda stupito … annuisce dicendo ‘Brava davvero.’
Annuisco sorridendo .. alzo le braccia al cielo per salutare quelli che mi hanno applaudito, senza pensare che così facendo sollevo il copricostume scoprendo la figa ed il culetto, raddoppiano gli applausi e solo allora mi rendo conto di mostrare la mia intimità a tutti, abbasso le braccia in fretta ridendo, tanto mi hanno vista per un paio di seconde, e poi come si dice … chi mostra gode e chi vede soffre
Ci affrettiamo sotto coperta, chi si aspettava di assistere ad uno spettacolino erotico rimane deluso, ridiamo tutte e due, chi non ride &egrave Gino, che non riesce a nascondere la sua gelosia e sbotta ‘Porca miseria Irene! non potevi stare un po’ attenta .. chissà in quanti ti hanno visto la figa accidenti.’
Mi affretto a rispondere ‘Scusami amore, ma ero così contenta di essere riuscita ad attraccare senza motore che non ho pensato che alzando le braccia si alzava il copricostume.’ cerco di buttarla sul ridere ‘Dovevo pure ringraziarli per l’applauso.,’
Egli scuote il capo seccato ‘Certo, ora saremo inseguiti da un branco di curiosi … hanno avuto una visione fugace e sperano di poter essere ringraziati più a lungo.’
A quel punto interviene Vasilissa ‘Gino amore … non arrabbiarti … Irene non lo ha fatto appositamente .. &egrave stata una banale disattenzione … non litigate per favore.’
Egli si stringe nelle spalle e va in bagno borbottando ‘Quando mai queste due mi daranno ragione almeno una volta.’
Chiudiamo tutto e sbarchiamo, ci siamo preparate per bene, pettinate con cura, un trucco leggero, un bel rossetto sulle labbra, un top bianco non troppo scollato ma attillato al punto giusto per mettere in mostra i capezzoli, una minigonna a vita bassa, plissettata e lunga fino a metà coscia, e che ci lascia l’ombelico scoperto, calziamo dei sandali con la zeppa alta 10 cm. legati ai polpacci da legacci argentati, ovviamente, come siamo oramai abituate, non portiamo il reggiseno e non indossiamo la biancheria intima, onestamente devo riconoscere che abbiamo tutta l’aria di due troie in cerca di cazzo.
Gino ci guarda perplesso … ‘Ma che volete fare .. essere inseguite da un codazzo di uomini arrapati, pronti a stuprarvi.’
‘Ma dai Gino, non &egrave la prima volta che andiamo in giro vestite così e non ci &egrave mai successo niente.’ rispondo io sorpresa.
‘Sì &egrave vero, ma le altre volte non ti avevano visto la figa prima, comunque fate come volete, ma se succede un guai non venite a lamentarvi dopo.’
‘Ma che guai vuoi che succeda?’ chiede Vasilissa che non capisce certe preoccupazioni.
Io invece capisco benissimo cosa intende, ma da quella volta mi sono fatta più furba e non ci casco più.
Mi avvicino a Gino ‘Non temere amore, non succederà niente te lo prometto.’ rasserenato mi sorride, mi passa la mano sul viso e risponde semplicemente ‘Andiamo.’
Ci allontaniamo dal porto, inoltrandoci nella città, come si può bene pensare, non passiamo inosservate, attiriamo gli sguardi lussuriosi degli uomini, pieni d’invidia verso Gino, e quelli invidiosi di molte donne.
Andiamo alla ricerca di un ristorante, finalmente, dopo aver girato parecchio ci sediamo alla terrazza di un locale in centro alla città e facciamo la nostra ordinazione.
Senza fare niente di speciale, attiriamo i camerieri come il miele attira le mosche, il servizio ne &egrave grandemente avvantaggiato, mangiamo in pace finché siamo avvicinati da un uomo sui 35 anni.
‘Scusatemi, ma volevo complimentarmi con la signora che ha portato la vostra barca all’attracco, permettetemi di presentarmi, sono Spyros Stephanopoulos, presidente del club velico di Kos, ci fareste il piacere di accomodarvi al nostro tavolo, saremmo onorati.’
Rimaniamo spiazzati, sarebbe scortese rifiutare così un invito, non sappiamo cosa rispondere .. fortunatamente Gino ci tira fuori dall’imbarazzo … si alza e si presenta, poi presenta Vasilissa e me, ed accetta l’invito.
E così ci alziamo e seguiamo l’uomo che ci accompagna in una saletta riservata dove troviamo ad aspettarci altri cinque uomini, che come verremo a sapere dopo le presentazioni, sono tutti membri del club velico di Kos, i quali ci dicono di aver assistito al nostro arrivo e di essere rimasto colpiti dallo spettacolo, si complimentano e fra me e me, ironicamente mi pongo una domanda … cosa li ha colpiti di più la manovra di attracco o la visione della mia figa depilata? io non ho dubbi in merito … vorrebbero sottoporre la mia figa ad un esame più approfondito … ma ho imparato la lezione e non sono disposta a collaborare … che si cullino nelle loro illusioni o nel ricordo di una visione fugace.
Ma questi hanno un tutt’altro disegno, dopo averci fatto accomodare ci offrono da bere, probabilmente con l’intenzione di ubriacarci per poter in questo modo vincere la nostra eventuale resistenza, ma non siamo delle sprovvedute e Gino non &egrave un ingenuo.
Così, dopo due o tre bicchieri di vino, la conversazione scivola lentamente su argomenti più personali, avendo poi saputo che Vasilissa &egrave la moglie di Gino, senza per questo trascurarla, ritenendomi più facile da conquistare, concentrano la loro attenzione su di me. Spyros viene a sedersi al mio fianco, m’incoraggia a bere, sempre pronto a riempirmi il bicchiere, appoggia la sua gamba contro la mia, lo lascio fare divertita, constatando che non ho una reazione negativa, si fa più audace, posa la mano sul mio ginocchio nudo e lo accarezza, non faccio resistenza, prendendo il discorso alla larga, cerca di sapere se sono sposata o fidanzata, mi sussurra che sarebbe felice di fare la mia conoscenza in modo più approfondito e per farmi ben capire cosa intende spinge la mano all’interno delle mie cosce.
E’ un gioco eccitante, sento la figa aprirsi e bagnarsi, ma non intendo dargliela, però se vuole giocare sono pronta … giunge quasi alla figa e chiudo le cosce stringendo forte .. imprigionando la mano, metto la mano sul suo pacco e stringo forte torcendo il cazzo attraverso la stoffa dei pantaloni, egli fa una smorfia di dolore e toglie la mano di colpo dalle mie cosce, lo fisso sorridendo .. poi da brava troia mi metto la mano sotto la gonnellina … mi bagno le dita di miele e glielo spalmo sulle labbra.
Gino ha osservato tutto il maneggio divertito, gli faccio l’occhiolino, indicando la porta, egli si alza ringraziando la compagnia per il gentile invito ed usciamo dopo aver augurato la buona notte e un buon riposo a tutti.
Torniamo al porto allegri … salutiamo la guardia che sorveglia la banchina, saliamo a bordo e ritiriamo la passerella, scendiamo sotto coperta, non aspettavo altro, mi aggrappo a Gino, gli dico ‘Amore sono fradicia .. un vero lago … mi aiuteresti a trovare sollievo?’
Egli ride ‘Ti sei eccitata amore a giocare con quel tizio? dimmi perché gli hai messo le dita bagnate sulle labbra?’
Ora sono io a ridere ‘Credo che col mio sapore sulle labbra dormirà male questa notte, in fondo si potrà sempre consolare .. poteva non avere neanche questo.’
Gino sorride malizioso ‘Alza le braccia amore.’
Non aspetto, faccio come egli mi dice, alzo le braccia e lui mi sfila il top, mettendomi le tette a nudo, senza aspettare mi sgancia la gonnellina che scivola sul pavimento … sono completamente nuda … conservo solo i sandali, ma questi non impediscono niente.
Gino mi spinge sul letto, si spoglia velocemente … mi apre le gambe inginocchiandosi ,, mi lecca l’interno delle cosce, già bagnato del mio miele, mi bacia le grandi labbra provocandomi una scossa nella figa, spinge la lingua e titilla il clito.
‘Ohhh … sìììì … amoreeee … Ginooooo … sììì … ancoraaa … continuaa … ohhh … che bellooo.’
Intanto Vasilissa non rimane a guardare, un attimo ed &egrave nuda, si insinua sotto Gino ed inizia a fargli un pompino da urlo ….
Io lo voglio dentro … ansimo … mugolo .. imploro ‘Scopami … fottimi … smetti di torturarmi non fare lo stronzo … mettimelo dentro non farmi aspettare.’
Egli si rialza e Vasilissa guida il cazzo nella mia figa … poi si mette a cavalcioni sul mio viso con la figa premuta sulla mia bocca … lecco … succhio … mordicchio … la scopo con la lingua.
Pochi minuti e l’orgasmo ci coglie … Vasilissa mi viene in bocca … Gino mi colma la figa col suo sperma ed io godo come una porca.
Vasilissa mi lecca la figa raccogliendo tutto lo sperma di Gino … se lo tiene sulla lingua … mi bacia versando nella mia bocca parte della crema raccolta nella mia figa … e tutte e due mandiamo giù questa delizia.
Rimaniamo così tutti e tre allacciati a coccolarci e lentamente scivoliamo nel sonno.

per commenti brubu@yahoo.it Abbiamo lasciato Kos, l’isola di Asklepios e di Hippocratos, senza aver visto il famoso platano del padre della medicina, siamo passati vicini a Chios ed abbiamo raggiunto Lesvos e visitato Mytilene, dove visse Sapho la poetessa, poi traendo vantaggio dal vento che soffia costante abbiamo ripreso il mare e navigato senza toccare terra, soltanto quando siamo giunti a Rodos abbiamo attraccato nella piccola darsena privata.
E’ stato una bella crociera attraverso le principali isole del mare Egeo, ed a parte il piccolo incidente avvenuto al nostro arrivo a Kos, quando alzando le braccia al cielo per ringraziare e salutare chi applaudiva alla mia manovra d’attracco, ho alzato anche il copricostume mettendo, senza volerlo, in mostra la figa, a beneficio di chi se ne stava sulla banchina.
Eravamo tutti e tre abbronzati, soprattutto Vasilissa ed io, che potevamo sfoggiare una splendida abbronzatura integrale, quando ero al timone, nuda con i capelli al vento, sembravo un bronzo antico, o forse meglio una dea minoica emersa dalle ere passate, e così era anche per Vasilissa.
Il tempo era bello, la brezza marina soffiava costante, solo di notte calava, però senza mai smettere del tutto, pertanto navigavamo tranquilli, abbiamo incrociato diverse imbarcazioni, ci salutavamo, il fatto di essere senza reggiseno non rappresentava un problema, visto che la totalità delle donne incontrate era nelle stesse condizioni, in quanto alla mancanza di mutandine, nessuno se ne accorgeva, visto che stavamo nel pozzetto e ci potevano vedere solo dalla cinta in sù, e poi anche se ci avessero viste, non ce ne importava granché.
Il povero Gino in queste condizioni era perennemente arrapato, e finiva che se ero io alla ruota del timone, egli si scopava Vasilissa nel pozzetto alle mie spalle, e quando noi ci scambiavamo i turni al timone, Gino scambiava le donne e così si faceva un paio di scopate durante la mattinata e un altro paio nel pomeriggio, con nostra grande soddisfazione.
Fortunatamente per lui, tutto questo &egrave durato meno di tre giorni, se questo ritmo si fosse prolungato più a lungo, egli si sarebbe consumato, e questo non lo vogliamo sicuramente, ci teniamo al nostro uomo.
Abbiamo terminato di cenare … ci ritiriamo in camera da letto … finalmente potremo dormire in un bel letto comodo sicuramente più confortevole delle cuccette della barca …vado verso il letto e mentre mi libero della leggera vestaglietta che indosso rimanendo nuda … noto che Gino e Vasilissa stanno complottando qualcosa ridacchiano guardandomi mentre si spogliano.
Si avvicinano al letto, niente fa sospettare quello che stanno per farmi, all’improvviso mi sono addosso in modo scherzoso, Gino mi spinge sul letto .. cado sulla schiena … mi prende per le caviglie e mi spalanca le gambe … Vasilissa mi mette le mani sulle spalle mi immobilizza gentilmente e mi convince a stare ferma baciandomi spingendo la lingua nella mia bocca.
Le metto le braccia al collo per restituire il bacio, ora mi passa un braccio sotto la nuca e con la mano libera mi accarezza le tette, le impasta .. le stringe … gioca con i capezzoli facendoli indurire .. li titilla .. li schiaccia .. li tira .. li stringe forte fra le punte delle dita eccitandomi … sento la figa aprirsi e bagnarsi.
Intanto Gino si &egrave sistemato bene fra le mie cosce, stringe il cazzo nel pugno ed inserisce la punta dello stesso fra le grandi labbra aperte … non spinge si limita a sfiorare la figa con il cazzo .. le grandi e le piccole labbra … il clito … il perineo fino all’ano … fra me e me penso che quel brutto porco senza cuore abbia deciso di farmi impazzire … sollevo il bacino per andare incontro all’oggetto del mio desiderio … ma egli sfugge … si tira indietro quel brutto porco e non posso neanche protestare perché Vasilissa mi chiude la bocca con quel suo bacio .. sono impotente .. sempre più eccitata … e sotto di me si sta formando un lago .. però a pensarci bene ho le braccia e le mani libere.
Spalanco le gambe al massimo. abbraccio Vasilissa e con una mossa a sorpresa l’attiro sopra di me con le gambe fra le mie, così improvvisamente lei si trova sdraiata a pancia in giù, le tette schiacciate sulle mie, figa contro figa, ed il cazzo di Gino che passa dalla mia figa alla sua per poi tornare sulla mia, dall’ano suo scende passando dal perineo sulla figa, il clito, passa sul mio, sulle mie grandi labbra … quelle piccole … il perineo … l’ano … riprende la sua strada a ritroso, lei mi si stringe .. il suo bacio diventa sempre più sensuale .. sta perdendo il controllo.
Allungo le mani e riesco ad afferrare il cazzo di Gino, egli cerca di liberarsi dalla mia presa, ma non mollo, lo guido verso la figa di Vasilissa, non &egrave facile perché devo farlo a tentoni ma finalmente ci riesco e lui smette di resistere ed inizia a scoparla con ardore, lei spinge il culo indietro per prenderlo meglio, ed io chiudo le gambe dietro alla schiena di lui.
E’ una cosa strana e eccitante, Gino scopa Vasilissa, ma essendo la sua patatina premuta sulla mia percepisco i movimenti .. i fremiti … le pulsazioni … la sua figa rilascia il suo nettare a fiotti … scende e si mescola con il mio … lei gode ed anche io godo … sento Gino irrigidirsi pronto a venire .. stringo forte le gambe sulla sua schiene impedendogli di staccarsi da lei … gridano di piacere tutti e due .. le riempie la figa di sperma … rimane dentro … la figa lo poppa .. lo munge letteralmente … ed il cazzo si risveglia … riprende a scoparla e di nuovo raggiungono l’orgasmo.
Allento la presa su Gino che si stacca, metto la mano sulla figa e la stringo forte chiudendola … neanche una goccia di sperma va persa, ma non voglio che ritrovi la calma, deve rimanere eccitata, così farà quello che voglio io, muovo il polso premendo … una lunga carezza sensuale
Gino col fiato corto si sdraia sulla schiena … ansima ancora sconvolto ed incredulo per l’accaduto …
Vasilissa non ragiona più &egrave ancora in preda all’eccitazione, &egrave impazzita di piacere &egrave vulnerabile e ne approfitto, avvicino la bocca al suo orecchio.
‘Dimmi che mi ami! dimmi che sei mia! dimmi che sei la mia schiava d’amore … che sono la tua padrona … forza dimmelo!’
E lei ansimante .. incapace di ragionare … quasi senza fiato mormora ‘Ti amo Irene, sono tua amore tutta tua …sei la mia padrona .. sono la tua schiava per sempre.’
Insisto ‘Prometti di fare tutto quello che ti ordinerò da brava schiava.’
E lei ‘Qualsiasi cosa te lo giuro.’
‘Qualsiasi cosa! sei sicura? potrei fare di te la mia serva, potrei farti fare cose oscene .. lo sai questo?’
E lei ‘Lo so … ma so che mi ami … e che non mi farai del male.’
La sua fiducia e la sua ingenuità mi toccano, la bacio commossa ‘No tesoro non ti farò mai del male… non ti farò mai soffrire.’
E così finalmente, dopo tanto sono riuscita a ribaltare la situazione … da schiava sono diventata la padrona e tramite lei dominerò Gino ed anche egli diventerà il mio schiavo, tutti e due incatenati, legati a me con le catene dell’amore.
Tengo sempre la sua figa chiusa strettamente nella mia mano, voglio che rimanga incinta, voglio vederla col pancione.
Intanto Gino ha ripreso fiato e ci avvicina per inserirsi fra noi, ma non &egrave questo che voglio, ho la figa in fiamme, devo godere prima di perdere il lume della ragione ed ora più che mai, devo riuscire a conservare il controllo della situazione, non esito ‘Dove credi di andare? cosa credi di fare? mi hai torturata a lungo eccitandomi da morire e poi ti sei chiavato Vasilissa lasciandomi a secco … ora pretendo la mia parte …. leccami la figa e poi voglio essere scopata!’
Sembra che le mie pretese siano di suo gradimento, perché si inginocchia subito fra le mie cosce spalancate e sento la sua lingua sulle grandi labbra, le sue labbra sul clito .. lo succhia … lo lecca … lo mordicchia … mi fa impazzire … mi lecca il perineo e l’ano … torna sulla figa per succhiare i petali delle piccole labbra … mi penetra e mi scopa con la lingua.
‘Ahhhh … sìììì … cosìììì … bravoooo … ohhhh … sìììì … non fermarti … continua … che bello …. ora basta scopami amore.’
Ed egli docile, si rialza … appoggia il glande sulle grandi labbra che, già aperte, aspettano fameliche di sentire il cazzo penetrare nella figa … inizia la sua cavalcata … prima la partenza piano … poi sempre più veloce e più profondamente … lo sento fino nell’utero … vorrei sentirmelo fino nella gola … allaccio le gambe dietro alla sua schiena, non voglio perdere una sola goccia di sperma.
‘Sì … così … spingi forte … spaccami la figa … riempila del tuo seme … forza .. più forte … ahhhhhh …. godo … ohhhhhh … amoreeeee.’
Non capisco più niente, o meglio capisco solo una cosa … Gino mi sta scopando! per ora non esiste niente di più importante … sento la figa che poppa il cazzo … il piacere si irradia in tutto il corpo … dalla figa alle tette al cervello per ritornare alla figa … mi muovo in modo disordinato come una bambola di pezza … sono incapace di controllare i miei movimenti … improvvisamente l’orgasmo esplode mi sento come presa in un vortice… mi gira la testa … e sento la sua crema calda riempirmi la figa, lo tengo stretto … non deve uscire da me.
Chissà forse rimarrò incinta anche io …

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Sono trascorsi una ventina di giorni da quando siamo tornati dalla nostra crociera, la vita ha ripreso il suo corso normale; Gino &egrave sempre molto impegnato a mandare e ricevere e-mail, e se non &egrave al computer &egrave al telefono, meno male che rispetta strettamente gli orari d’ufficio.
Fortunatamente gli affari di Vasilissa sono meno impegnativi, e come si affida a me per la gestione finanziaria, noi donne ci spartiamo il lavoro e siamo più libere.
Quasi tutti i giorni, al pomeriggio,. Vasilissa ed io, scendiamo alla darsena, saliamo sulla barca e partiamo verso l’isolotto, dove gettiamo l’ancora, facciamo il bagno e poi prendiamo il sole.
E di questo passo, passiamo più della metà della nostra vita nude, in una totale libertà, ne approfitto per osservare Vasilissa cercando di scoprire eventuali cambiamenti fisici, sarà una mia illusione dovuta alla mia fissazione di volerla incinta, ma ho l’impressione che le si sia gonfiato il seno, però come lei non dice niente e si comporta in modo del tutto normale non dico niente.
Abbiamo appena fatto il bagno, l’acqua &egrave tiepida, una meraviglia, risalite a bordo ci siamo asciugate e spalmate i crema abbronzante … sarà una mia fissazione … ma sento le sue tette gonfie sotto la mia mano … &egrave possibile che non se ne sia accorta? no … non &egrave possibile ma se mantiene il silenzio non voglio parlarne io.
Sono sdraiata supina … le braccia lungo il corpo, gli occhi chiusi che mi godo la carezza dei raggi del sole, si vado avanti così finiranno con lo scambiarmi per un africana, ma mi piace e poi lo stare al sole mi schiariscono i capelli, da castano chiaro stanno diventando biondi.
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Con una punta di narcisismo, quando faccio la mia toilette alla mattina, mi guardo sempre allo specchio, mi esamino bene e mi giudico una gran figa, e ne ho la conferma quando Vasilissa ed io usciamo per andare per negozi.
In quelle occasioni, ci prepariamo con cura, pettinate bene, un trucco leggero, un bel rossetto che fa risaltare le nostre labbra carnose, con addosso certe gonnelline plissettate, lunghe fino a metà coscia, che cadono morbide sui fianchi invitanti, forse un po’ abbondanti, ma questi sotto una vita sottile fanno impazzire gli uomini, un golfino di cachemire bianco, sopra una leggera camicetta di seta attillata, dello stesso colore, quasi trasparente e che non lascia spazio all’immaginazione, portata con almeno tre bottoni sbottonati, consentendo così una generosa visione delle tette nude.
Quando siamo pronte ad uscire arriva Gino … ci guarda per bene ridacchiando e dice ‘Ecco le mie due troiette pronte ad andare a seminare tempeste ormonali in giro, sia fra i maschietti che fra le femminucce, sarete responsabile di innumerevole seghe e di molti ditalini … divertitevi ma state attente.’
Ridiamo allegre, lo baciamo e prendendoci a braccetto usciamo, tanto sappiamo benissimo di non correre rischi, abbiamo sempre un paio di nerboruti angeli custodi che vegliano sulla nostra sicurezza.
In effetti, non possiamo sicuramente dire di non attirare l’attenzione, sentiamo si di noi gli sguardi lussuriosi ed arrapati degli uomini, senza distinzione di età, dall’adolescente, che spera di poter un giorno metterci le mani addosso, all’anziano, che vive di ricordi ed ora rimpiange di essere nato troppo presto, ma anche gli sguardi invidiosi o pieni di riprovazione delle donne.
Tutti i negozi sono nostri, estetiste, parrucchiere, profumerie, gioiellerie, abbigliamento e lingerie, ci sbizzarriamo, compriamo un sacco di cose inutili, destinate a rimanere chiuse in qualche cassetto, fino a quando stanche di vederli, le regaliamo.
Ma i negozi che preferiamo sono quelli di abbigliamento e di lingerie, scegliamo sempre gli indumenti eleganti ma sexy, minigonne e camicette firmate, tubini elasticizzati che ci coprono dai capezzoli fino a qualche dita sotto l’inguine, guépiére di pizzo, con balconcini che sostengono il seno, senza coprirlo, microperizoma, anche questi di pizzo, che coprono a malapena le grandi labbra, autoreggenti con 15 cm. di balza di pizzo, tutte cose da fare diventare Gino pazzo dalla voglia di strapparcele da dosso.
In quei negozi, le commesse sono sempre molto disponibili, insistono per farci provare i capi che hanno attirato la nostra attenzione, ci accompagnano nei camerini, per aiutarci a spogliarci, rimangono fulminate vedendoci nude, col pretesto di sistemarci bene gli indumenti addosso, le loro dita … le loro mani ci sfiorano carezzevole.
Nel camerino sto per provare un bikini, indecente e impudico, ovviamente per fare questo sono nuda, la commessa &egrave inginocchiata ai miei piedi, sta raccogliendo la mia gonnellina fatta scivolare al suolo. si ferma e mi fissa negli occhi, poi senza dire una parola appoggia la guancia sul mio pancino, mette le mani sul mio culetto e si stringe a me, mi bacia la patatina.
Tutte quelle attenzioni mi eccitano, sento la figa che si apre vogliosa rilasciando il suo nettare, la ragazza rossa in viso si scosta imbarazzata, le prendo il mento fra le dita, le sollevo il viso e mi chino su di lei, la bacio spingendo la lingua nella sua bocca, passo l’altra mano fra le mie cosce, raccolgo il miele, gliela metto sulle labbra, un parola sola ‘Lecca!’ e lei golosa mi lecca il palmo della mano, le spingo le dita in bocca .. lei aspetta l’ordine che arriva subito ‘Succhia.’ e lei esegue con voracità.
Mi rivesto ed esco al camerino, lei incarta i miei acquisti e mentre mi porge la borsa, mi fa scivolare in mano un biglietto, una rapida occhiata, un nome e un numero di telefono.
Anche Vasilissa &egrave pronta, usciamo con i nostri acquisti, faccio un sorriso alla commessa e a braccetto del mio amore mi allontano.
Raggiungiamo una pasticceria … dolcetti e caffé … qualche etti in più sul culo e sui fianchi, ma la tentazione &egrave troppo forte, ridiamo e ci raccontiamo le nostre sedute di prova, con aria maliziosa Vasilissa mi consiglia di conservare il biglietto della commessa, chissà che in futuro non ci potrebbe tornare utile, senza pensarci più di tanto lo infilo nella mia borsetta.
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Sento Vasilissa muoversi al mio fianco ma sono troppo pigra per aprire gli occhi e guardare cosa fa, inaspettatamente sento le sue morbide labbra posarsi sulle mie e una mano posarsi a coppa su una tetta, apro gli occhi e la fisso ,, &egrave sdraiata sul fianco destro, appoggiata sul gomito, le metto la sinistra sulla nuca e ci baciamo con passione .. i nostri fiati … le nostre salive si mescolano … le nostre lingue si intrecciano
La sua mano scorre leggera sul mio corpo, mi fa tremare, torna a palparmi le tette, mi sorride … mi bacia e poi dice ‘Amore sbaglio o ti sono cresciute le tette?’
Rimango fredda … e subito penso alla scopata fatta quando siamo tornati a casa … cazzo volevo che Gino ingravidasse Vasilissa e invece sono io quella incinta … a pensarci bene mi sembravano più pesanti … ma non ci avevo dato importanza.
Facendo una faccia perplessa rispondo ‘Ma dai … crescermi le tette … che ti viene in mente?’
Lei sorride ancora ‘Mah! allora mi si &egrave ristretta la mano .. comunque non preoccuparti, sono ancora belle sode e non ti serve il reggiseno … stanno sù da sole’ si cala e mi succhia il capezzolo turgido.
Si scosta .. ‘Amore apri le gambe tesoro voglio gustare il sapore di una futura mammina.’
Futura mammina! … boh penso se sarà … non sarà un dramma .. allargo le cosce e lei posa le labbra sulla mia figa.
La fermo subito ‘No non così … metti la figa sulla mia bocca anche io voglio conoscere il sapore di una futura mammina.’
Lei mi sorride, mi bacia in bocca ‘Come hai fatto a capirlo?’
Rido ‘Le tette amore … ti si sono gonfiate le tette, direi che sono ancora più belle.’
Ridiamo allegre, ci stringiamo, ci baciamo, ci coccoliamo e finiamo nelle classica posizione del 69 per leccate da urlo … meno male … la gravidanza non ha effetti negativo sul nostro libido.
Godiamo come due porche in calore … urliamo di piacere .. gli orgasmi si succedono perché non siamo capaci di smettere e di staccarci l’una dall’altra, sembrerebbe che la gravidanza aumenta la nostra voglia di sesso.
Rimaniamo sdraiate, abbracciate … senza fiato … ansimanti … con ancora una grande voglia l’una dell’altra, ma ci manca la forza di continuare.
Ci fissiamo … le domando ‘Lo hai detto a Gino?’
Lei scuote il capo ridendo ‘No amore … aspettavo te .. glielo diciamo insieme ,,,come pensi che prenderà la notizia?’
Ora sono io a ridere ‘Credo che la prenderà bene … e poi sarà fiero di sé … pensa un po’!riuscire ad ingravidare due donne lo stesso giorno!’
Lei mi fissa … finge di essere arrabbiata ‘Brutta vigliacca … sei stata tu a chiudermi la figa e così sono rimasta fregata.’
‘Fregata amore … non dirlo neanche per scherzo … vedrai mi ringrazierai’
Un ultimo bacio e ci decidiamo a alzarci, per tornare a casa.

per commenti brubu@yahoo.it Oramai non ci sono più dubbi, siamo incinte tutte e due, abbiamo saltato il ciclo, non credo che Gino abbia notato questo fatto, ma fra poco se ne accorgerà … siamo curiose di vedere come reagirà.
Vasilissa &egrave in po’ preoccupata, con Gino non hanno mai preso in considerazione la nascita di un figlio, ed ora teme che egli non voglia quel bambino, cerco di rassicurarla, lo so per esperienza, lui ama i bambini ed &egrave un buon padre, così finisce per tranquillizzarsi.
Passano i giorni, oramai la crescita delle nostre tette si &egrave fermata, meno male, io sono cresciuta di almeno una buona mezza misura, Vasilissa addirittura di una misura intera, il cambiamento si vede tranquillamente ad occhio nudo, solo Gino non se ne accorge, ma credo che invece se ne sia accorto benissimo, ma che faccia finta di niente.
Tutto sommato, sono soddisfatta, il mio seno &egrave rimasto sodo e sta sempre sù senza problemi, e a quanto posso constatare Vasilissa si trova nella mia stessa situazione.
Ovviamente la gravidanza influisce sul nostro fisico anche in altri modi, ma questi non sono visibili, e non lo saranno ancora per almeno tre o forse quattro mesi, per ora questi piccoli cambiamenti non sono visibili, i capelli crescono più in fretta, la patatina si gonfia, la circolazione del sangue ne risente e poi c’&egrave una cosa molto piacevole si raggiunge l’orgasmo più facilmente, di fatto mi sento gli ormoni in subbuglio e le figa famelica, e credo di non essere l’unica, perché Vasilissa &egrave sempre più provocante, a volta ha degli atteggiamenti da vera troia.
Oggi siamo pigre, non abbiamo voglia di muoverci, neanche per fare un giro in barca, vogliamo solo le coccole, siamo sdraiate nude sui lettini posti sulla terrazza della casa, a crogiolarci al sole come due lucertole, al riparo di sguardi indiscreti.
I lettini sono accostati, ci teniamo per mano, non pensiamo a niente, l’unica nostra preoccupazione consiste nello scambiarci un bacio ogni tanto, ma si sa un bacio tira l’altro, e poi i baci sono le premesse delle carezze, ed ancora una volta, vale lo stesso discorso, una carezza tira l’altra, e da tenere diventano audaci, infiammando le nostre fighe, che tutto sommato, sono ben disposte e pronte a prendere fuoco.
E così finisce che la pigrizia si tramuta in languore, che le strette di mano diventano abbracci e che le labbra si congiungono, prima dolcemente e poi con passione, che le mani non trovando alcun ostacolo sulla loro strada vanno in esplorazione sui nostri corpi, credevamo di non dover scoprire più niente, di aver esplorato ogni angolo dei nostri rispettivi corpi, ed invece le mani trovano da sole nuove strade, nuovi luoghi degni di essere visitati ed ispezionati con maggior attenzione.
Mi sollevo sul gomito, ho voglia di giocare con lei, di sentirla sottomessa, di ridurla in schiavitù per un po’ … &egrave un gioco un po’ perverso, ma non lo spingo mai troppo, fisso Vasilissa ed assumendo una voce autoritaria le chiedo ‘Di chi sei tu? di chi sei la schiava?
forza rispondi!’ e le stringo forte un capezzolo.
Lei ha un sussulto ‘Ahi! … mi fai male!’
Aggrotto la fronte e severa rispondo ‘Come ti permetti di lamentarti, vuoi essere punita duramente? potrei respingerti, lo sai?’
Vedo un accenno di timore nei suoi occhi ‘No padrona … ti prego non respingermi … lo sai che sono tua .. che sono la tua schiava fa di me quello che vuoi.’
La stringo e la bacio .. provo tenerezza per questa donna che si consegna così a me .. neanche volendo potrei farle del male.
Le sorrido ‘Stupidina come puoi credere che potrei respingerti quando voglio il tuo amore?
vieni a baciarmi che ho voglia di te … voglio bere alla tua fonte … voglio inebriarmi del tuo profumo.’
E lei felice mi si stringe ‘Sei la padrona del mio cuore … tu e Gino regnate su di me mi avete messa in catena e ti amo.’
Le faccio scostare le cosce e mi chino sulla sua figa gonfia di desiderio, spingo la lingua che va a titillare il clito, bacio le grandi labbra … le mordicchio .. inserisco la lingua spingendola fino alle piccole labbra.
Vasilissa mugola … geme …. si lamenta … si impasta le tette … si lecca le punte delle dita e si bagna i capezzoli per vezzeggiarli … si ergono turgidi sotto le carezza delle dita bagnate .. solleva il bacino per venire incontro alla mia lingua.
‘Ahhhhhhh … ohhhhh ….. amoreeee …. cosa mi fai …. mi fai morire … che belloooo … come lecchi bene amoreeee …. sto godendo … fa piano … non voglio venire subito … ohhh sìììì … cosìììì … ancoraaaa … non fermarti amoreeee.’
Ora mi abbraccia … mi stringe … mi accarezza il culetto … finalmente riesce a balbettare ‘Girati …. ti prego … voglio … la tua … figa … il … tuo miele ….’
Sono più che felice di accontentarla … senza togliere la lingua alla sua figa .. mi giro piano sento le sue labbra sulla patatina … morsica piano … succhia .. poi spinge la lingue e lecca le grandi labbra … sono aperte e rilasciano il nettare … la lingua titilla il clito ‘Ohhhhh amoreeee … così mi fai perdere la testa subito … ahhhh … sììì … cosìììì … ancora .. vai avanti.’
Sento la figa tremare … il nettare cola a fiotti poso le mani sulla sua testa e la tengo stretta le contrazioni nel basso ventre si fanno più forti e ravvicinate … sto godendo come una porca …
‘AAAAAHHHHHHH …. VENGOOOOOOO.’
Anche Vasilissa viene copiosamente … mi riempie la bocca del suo piacere.
Stiamo ancora cercando di recuperare il fiato, tengo Vasilissa stretta a me, la sua testa posata sulla mia spalla, che si apre la porta della terrazza … arriva Gino … ci guarda con un sorrisino ironico, si siede e dice ‘Ecco le mie due belle tettone che hanno appena finito di fare le troie … amori miei guardate che mi farete diventare geloso.’
‘Ma dai amore .. geloso! non lo sai che ti amiamo?’ dico io.
Vasilissa scuote la testa ‘Amore tu con Irene regnate sul mio cuore, non dire queste cose.’
Egli sorride gentilmente ‘Sentite ragazze .. non avete proprio niente da dirmi? non &egrave carino tenermi all’oscuro … non credete?’
Così Gino aveva capito ma voleva che fossimo noi a dirglielo .. beh in fondo aveva ragione ma non era il caso di dargliela così la ragione, sec l’avessimo fatto sarebbe diventato insopportabile.
‘Gino amore. non diciamo niente perché non siamo certe .. &egrave solo un sospetto … non vogliamo creare illusioni.’
‘Ma quante belle parole, ai tesoro non prendermi in giro, io so contare i giorni, ho gli occhi per vedere le vostre tette gonfie … non vi vedo più fumare, toccate appena il vino, il caff&egrave &egrave sparito … allora cosa mi dite?’
‘Che siamo incinte tutte e due.’
‘Ecco brava … questo volevo sentirmi dire, venite qui a farvi baciare.’
Ci prende … ci abbraccia … ci bacia e finisce che ci scopa tutte e due, lo fa con delicatezza senza movimenti bruschi … ma ci fa godere come non mai.
Dopo un pomeriggio passato così a fare l’amore mi sento distrutta … fare l’amore con Gino mi distrugge sempre … mi lascia senza fiato .. lo adoro il mio Gino.

per commenti brubu@yahoo.it Non ci posso credere … un sexy-shop on line!!! Vasilissa, ritengo più per sfizio che altro, ha comprato il negozio di lingerie che frequentiamo ogni tanto, per intenderci quello dove lavora quella commessa, della quale conservo nella borsetta il biglietto con il nome ed il numero di telefono, quella che quando mi vede arrossisce e si bagna le mutandine, e che insiste sempre per accompagnarmi nel camerino, col pretesto di aiutarmi, ma in realtà per vedermi nuda e baciarmi la patatina, sperando di degustare qualche gocce del mio nettare, che ovviamente io non le nego mai.
La proprietaria dell’esercizio era in difficoltà economica, aveva sperperato una piccola fortuna per mantenere un giovane gigolò, che appena il fiume di denaro si &egrave prosciugato, si &egrave affrettato di sparire, lasciando la donna rovinata e disperata.
Vasilissa che, in fondo &egrave una brava ragazza, aveva rilevato il negozio pagandolo, secondo me, un prezzo spropositato, ma ora viene fuori che, il negozio &egrave solo una parte dell’attività commerciale, la facciata dietro alla quale si nasconde un sexy-shop on line, dove si può acquistare di tutto, cassette e cd porno, lingerie che definire sexy &egrave riduttivo, vari ‘giocattoli’ per signore sole ed arrapate, preservativi e gel stimolanti, e chissà ancora quante altre cose divertenti.
Dovendo controllare l’inventario delle merci acquistate, esamino i tabulati che elencano i vari articoli, ma questi codici o nomi non mi dicono niente, così vado a consultare il catalogo messo in rete su internet.
Ed ecco la sorpresa, il sexy-shop!! la curiosità &egrave femmina … ed io sono una femmina, quindi &egrave logico che mi metto a consultare quel catalogo con molta attenzione, attardandomi ad esaminare i vari articoli offerti in vendita.
Mi stuzzica l’idea di comprare delle cosiddette palline cinesi, che altro non sono che delle sfere d’argento, dalle dimensioni un po’ inferiore di una palla da ping pong, che contengono una piccola biglia che si muove all’interno.
Non ci trovo niente di speciale, finché non leggo l’uso che se ne fa, credevo di sapere tutto o quasi tutto, ma mi accorgo che ho ancora molte cose da scoprire, si inseriscono nella vagina o nel culetto, oppure contemporaneamente in tutti e due gli ingressi, viene così assicurato un massaggio costante, con come risultato una perenne eccitazione, ed anche la possibilità di orgasmi strepitosi.
Lascio vagare la mia immaginazione, vedo Vasilissa nuda messa carponi ed io che le introduco le palline nella figa e nel culetto … solo al pensiero mi bagno … voglio vederla così eccitata come una troia che mugola e geme, mando l’ordine.
Questa mattina, il postino ha portato un pacchettino anonimo indirizzato a me, arriva proprio al momento giusto, sono sola in casa, Gino ha accompagnato Vasilissa a Rodos, &egrave andata all’agenzia marittima che gestisce ‘La Bella Giusy’.
Apro il pacchettino, c’&egrave una confezione di sei palline cinesi, ed un piccolo omaggio di benvenuta, due pinzette in argento, legate assieme da una catenella, anche questa d’argento, da applicare sui capezzoli.
Voglio provare subito i miei acquisti, voglio rendermi conto dell’effetto che fanno, vado a chiudermi in bagno, mi levo la camicetta e faccio scivolare la gonnellina sui piedi, mi siedo nuda sul bidet, insalivo le sferette e ne spingo tre nella figa e tre nel culetto, chiudo gli occhi … mamma mia che sensazioni!! la mia fonte sgorga fiotti di nettare .. per un lungo momento rimango lì immobile senza fiato a godermi quella meraviglia .. prendo le pinzette e le posiziono sui capezzoli … che male .. ma dopo un po’ il dolore si attutisce …. i capezzoli si ergono turgidi … &egrave eccitante da morire.
Ora mi alzo e provo a camminare con quelle sferette nel corpo … oddio … che goduria … ma devo appoggiarmi al lavandino … camminando &egrave come essere scopata ed inculata allo stesso tempo … insisto ma non resisto … torno a sedermi …. un profondo respiro … mi alzo di scatto … l’orgasmo sale all’improvviso … mi mordo le labbra per non urlare … sento i muscoli della figa ed anche quelli del culetto contrarsi … devo aggrapparmi al lavandino … mi gira la testa.
Torno a sedermi esausta … quasi con malavoglia mi tolgo dalla figa e dal culo quelle sferette e stacco le pinzette dai miei capezzoli … stranamente invece di sentirli liberi da quei strumenti di tortura, li sento come abbandonati.
Mi riprometto di fare provare a Vasilissa tutto questa sera stessa … sarà un nuovo inizio … voglio tirare fuori la porca che si nasconde in lei … deve lasciarsi andare completamente … la voglio puttana … porca … troia …
Lavo bene le sferette e le rimetto nella confezione così come le pinzette, mi lavo la figa con l’acqua fredda … mi devo calmare o passerò il pomeriggio a masturbarmi.
Rivestita torno al computer ed apro il sito, consulto il catalogo … mi vengono brividi di desiderio leggendo pagina dopo pagina, ogni tanto mi fermo, quando vedo una di quelle cose che stuzzicano la mia fantasia … immaginando l’uso che ne farei su di me o su Vasilissa … fremo di desiderio e torno a bagnarmi fra le cosce.
Il pomeriggio passa lentamente, non vedo l’ora di arrivare alla sera, sono impaziente.
E finalmente Vasilissa torna, &egrave sola e mi meraviglio, chiedendo il motivo dell’assenza di Gino, mi risponde che sì &egrave fermato per chiudere un paio di pratiche, ma ha preteso che lei tornasse indietro, non volendo lasciarmi sola per la notte.
Mi dispiace, mi sarebbe piaciuto la sua presenza per provare le sferette e le pinzette su Vasilissa, ma sono anche commossa … scoprendo così che Gino si preoccupa per me … mamma mia lo adoro il mio Gino.
Cerco di frenare la mia impazienza, e quando dopo la cena, lei desidera trattenersi per raccontarmi la sua giornata, invece di andare a letto, l’accontento di buon grado, mi dice di essere passata per il negozio e, che la commessa era sembrata delusa di non vedermi ed aveva chiesto di me.
Ridacchia, ed in tono scherzoso mi dice che d’ora in poi dovrò effettuare delle visite di controllo regolarmente, ed anche aver a cuore il benessere materiale e morale del personale.
Ridiamo, ma provo anche pena per quella ragazza che, senza speranza, si consuma d’amore per me.
Andiamo in camera, ci prepariamo per la notte, il solito rituale, il bidet, lavarsi i denti, pulirsi il viso dal trucco, un velo i crema a notte e ci buttiamo sul letto.
Ci abbracciamo, ci baciamo, ci coccoliamo … avvicino la bocca al suo orecchio ‘Amore voglio farti provare una cosa nuova … mettiti carponi … tieni le cosce allargate … sentirai.’
Lei tranquillamente ed anche curiosa, si posiziona come dico io, tengo pronta la confezione di sferette, mi sdraio fra le sue gambe ed inizio a leccarle la figa … si bagna abbondantemente .. raccolgo il suo miele e lo uso per lubrificare il buchino del culetto … geme e si agita sotto la mia lingua e le mie mani … &egrave pronta.
Prendo le palline cinesi ed una ad una ne infilo tre nella figa e altre tre nel culetto, lei sussulta di sorpresa ‘OHHH!! .. amore che fai??’ ma non resiste. inarca la schiena spingendo il culetto in alto.
‘Mamma mia!! cosa mi fai?? ohhhh .. sììì … Ireneeee … amoreeee … ahhhh … ‘
Le attacco le pinzette sui capezzoli ‘Ahy … che male … ohh … ‘
Ma non prosegue, le palline dentro di lei fanno il loro lavoro .. le tolgono la voce ed il fiato .. sta lì a spingere il bacino in alto … percorsa da brividi … lamentandosi sommessamente …’Ohhhh …. ahhhhh … mmmmmm … ohhhh … ‘
Non ragiona più &egrave persa del tutto la bacio sul collo .. le succhio il lobo dell’orecchio … mormoro ‘Di chi sei la schiava puttana? perché sei una puttana vero? forza rispondi!’
‘Sono … la tua … schiava … padrona … sì sono … una … puttana .. la tua … puttana.’
Le passo la mano fra le cosce … &egrave incredibilmente bagnata … raccolgo il suo miele e le metto la mano avanti alla bocca ‘Lecca troia! perché sei una troia vero? forza rispondi!’
Lecca golosa il palmo della mia mano … vorace mi succhia le dita e balbetta ‘Sì padrona … sono una troia.’
‘Sei una porca .. ti piace bere il tuo miele eh troia!’
‘Si .. &egrave buono … mi piace .. mmmmm.’
‘Bene se ti piace ogni giorno … mattina e sera .. raccoglierai il tuo miele e lo berrai .. dopo
verrai a baciarmi per farmi gustare il sapore della tua figa nella tua bocca … hai capito bene puttanone?’
‘Sì padrona … mattina … e sera … lo farò …’
‘Ora alzati! ,,, cammina voglio vederti camminare.’
Lei si alza con difficoltà … sto attenta … non vorrei che cadesse sul più bello … r’imane ferma in piedi .. muove un piede poi l’altro … avanza con passo malfermo …
‘Ihhhhh … mamma mia … che mi hai fatto padrona … uhhhh … che belloooooo …. sto godendoooooo … ahhhhh ….. ti amooooo … mi fai morire … ohhhh’
Si appoggia al lavandino .. le sto vicino e la bacio spingendole la lingua in bocca … tiro la catenina delle pinzette allungandole di capezzoli.
Lei &egrave scossa alle contrazioni dell’orgasmo … non riesce a stare in piedi da sola .. la sostengo …
‘Allora hai capito cosa sei? ripeti te lo voglio sentire dire.’
‘Sono … un puttanone … una .. porca … una troia … come tu vuoi padrona.’
Le vengono a mancare le gambe .. la faccio sedere sul bidet … le lavo la figa e il culo … ma non le tolgo le palline e neanche le pinzette.
Le dico ‘Da ora in poi non toglierai mai quelle palline dalla figa e dal culo, lo potrai fare solo se te lo permetto oppure per liberarti la vescica o l’intestino e non ti toglierai le pinzette dai capezzoli … hai capito bene troia?’
‘Si padrona ho capito bene farò come tu vuoi.’
‘Bene .. visto che sei stata ubbidiente ti concede di leccarmi la figa.’
Mi appoggio col culetto sul lavandino tenendo le gambe larghe, lei si inginocchia ed affonda il viso fra le mie cosce .. inizia a leccarmi ed a succhiare il clito.
‘Ahhhh … sììì … cosììì … brava … troia mia … continua …non fermarti.’
Non riesco a resistere a lungo sono troppo eccitata e le vengo in bocca.
La faccio rialzare e allacciate andiamo a coricarci a letto.
Oggi inizia la trasformazione di Vasilissa, &egrave il principio di una nuova vita, diventerà una puttana, sempre più porca, più troia, e quando avrò concluso la sua istruzione, non avrà più pudore o ritegno

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I raggi del sole che filtrano fra le tende mi svegliano, mi giro nel letto … sono sola … Vasilissa &egrave già alzata, rimango a poltrire fra le lenzuola e, nella mia mente tornano i ricordi
della serata di ieri, sono pensieri eccitanti, sento le grandi labbra affamate che si aprono e mi bagno.
Ed ecco che arriva Vasilissa, &egrave nuda ovviamente, appena truccata, i capelli raccolti in una coda di cavallo, sorride radiosa, ha le pinzette attaccate alle tette, con passi incerti si avvicina lentamente al letto .. senza parlare si china sul mio viso … le sua labbra cercano la mia bocca che viene invasa dal sapore della sua figa.
Un lungo momento e lei si stacca da me, inizia a parlare, in fretta come se avesse paura di essere interrotta, o di perdere il filo del suo discorso, un vero fiume di parole che mi sommerge.
‘Padrona, sei soddisfatta di me, ho raccolto il mio miele e mi sono leccato la mano, mi perdonerai, ma sono stata golosa, l’ho fatto due volte, prima di fare la mia toilette mattutina ed ancora un momento fa, prima di venire da te, scusami ti prego ma ne avevo tanta voglia, hai visto non mi sono tolto le pinzette, invece mi sono tolte le sferette per fare i miei bisogni, le ho pulite bene con la lingua, e dopo essermi lavata le ho rimesse dentro di me e poi sono venuta da te … vorrei chiederti un favore padrona .. sii buona con la tua schiava … fammi gustare il sapore della tue figa nella tua bocca.’ mi osserva incerta.
‘Sì sono soddisfatta di te, mi hai ubbidito e voglio ricompensarti.’ mi metto la destra fra le cosce, la bagno poi la porto alla bocca, lecco il palmo e succhio le dita, poso la sinistra sulla nuca di Vasilissa ed attiro il suo viso verso il mio … la lingua penetra cercando la sua per spalmarla con il mio miele.
Lei chiude gli occhi rapita, mi poppa letteralmente la lingua, mi lascia andare mormorando ‘mmmmm … che buon sapore padrona grazie.’
La stringo attirando il suo viso sul mio seno, la copre di bacetti e di carezzine, mi si stringe forte e chiede ‘Cosa vuoi fare di me padrona? vuoi farmi impazzire d’amore per te?’
Sorrido ‘Certo che voglio farti impazzire d’amore per me, ma voglio liberarti, tirare fuori la troia, la porca, la puttana che si nasconde in te e che tu reprime.’
Allarmata risponde ‘Padrona mia, ti prego .. non voglio diventare una puttana.’
La bacio in fronte ‘Amore ho detto puttana, non prostituta, &egrave diverso, ti voglio,puttana nel nostro letto.’
Rassicurata mi bacia ‘Grazie padrona non avevo capito.’
‘Vedi tesoro quando sei fuori casa, sei una gran dama .. raffinata .. elegante .. piena di classe e molto ricercata, in casa sei un ottima ed apprezzata padrona di casa, ed ecco per essere una donna perfetta a letto devi essere una gran puttana per Gino e per me .. hai capito?’
Lei annuisce ‘Sì padrona, ho capito e farò come tu vuoi, diventerò una gran puttana, ma come devo fare?’
Ecco la domanda alla quale non ero preparata, mi tocca improvvisare… ma credo di cavarmela bene, lei &egrave ancora meno esperta di me. e parlando con voce autorevole sono certa di convincerla, l’importante &egrave che dimostri di crederci io per prima.
‘Anzitutto devi imparare a camminare con le palline inserite dentro di te, camminare normalmente come se niente fosse e imparare a godere senza darlo a vedere … avanti prova.’
Mi guarda con un aria desolata ‘Padrona &egrave da quando mi sono alzata che ci provo, ma &egrave difficile camminare e sentire quelle palline che si muovono dentro di me .. mi viene da sdraiarmi a gambe aperte … &egrave un godimento senza fine … sfibrante … diventa tanto forte che provo dolore se non raggiungo il mio sollievo, però se me lo ordini proverò ancora.’
‘Brava … dai cammina … voglio vederti godere in silenzio.’
E lei ubbidiente, inizia ad andare su e giù per la stanza, si morde le labbra, però a mano a mano che passa il tempo, la sua camminata diventa sempre più sciolta, mi rendo conto che per lei deve essere una vera tortura, si porta la mano sul basso ventre, come per lenire un male di pancia, si tocca i glutei … il sudore le imperla la fronte, mi fa pena, le devo dare un po’ di respiro.
‘Fermati amore, vieni da me e riposa.’
Lei viene, l’abbraccio stringendola sul mio seno, la bacio e lei mi si stringe forte strusciando la figa sulla mia coscia, mi fa bagnare come una troia … poso la mano fra le sue cosce e le accarezzo la figa.
Questo gesto &egrave come un segnale … inizia a succhiarmi i capezzoli, poi la bocca sua scende sul mio busto … ha fretta … non perde tempo … mi bacia la patatina … mi apre le labbra e scopre il clito .. lo lecca … lo succhia .. lo morde al punto di farmi male spinge la lingua fra le grandi .labbra … la fa girare sulle piccole labbra e finalmente me la spinge entro la figa allagata.
‘Ahhhhhh … sìììì … cosiii …. amoreee … lecca tesoro …. sìììì … ancoraaaaa … non fermarti.. ohhhhh … godoooo … AMORE VENGOOOOO!’
Mi stringe e mi bacia ‘Ti &egrave piaciuto padrona … ti amo … ti prego amami ora … dammi sollievo … non resisto più.’
Non rispondo … la rovescio sulla schiena … le apro le gambe e la mia bocca si posa sulla figa bagnata all’inverosimile .. la lecco … la succhio … la mordicchio .. lei solleva il bacino venendomi incontro .. le metto due dita nella figa e la scopo … due o tre spinte e le punte delle dita vanno a toccare le palline … &egrave come se una scossa elettrica la colpisse, facendo forza sui piedi solleva schiena e bacino urlando ‘AAHHHHH …. OHHHHHH … CHE BELLOOOO … OHHHHHH … GODOOOOOO … VENGOOOOO,’
Rimaniamo abbracciate … il fiato corto … la figa mi trema ancora … dopo quell’orgasmo Vasilissa &egrave distrutta ma non le &egrave passata la voglia … ha ripreso a strusciarsi su di me sembra assatanata e fatico molto a riportarla alla calma.
‘Prova a riposare amore … credo che tu non abbia dormito molto la scorsa notte.’
Lei scuote il capo ‘Tu ti sei addormentata tranquilla ed appagata, io invece sono rimasta lì con gli occhi aperta a pensare a quello che era successo … a quello che mi avevi fatto … a quelle cose che si muovono dentro di me … che non mi danno pace ma che danno anche tanto piacere …. che mi rendono succube della figa .. &egrave questo che vuoi da me?’
Le sorrido e la bacio ‘No tesoro ti ho detto cosa voglio a te, ma deve essere un piacere, non una tortura, non un obbligo, ora togliti le palline, leccale per pulirle e riposa, oggi torna Gino, egli deve trovare la mogliettina fresca e riposata, pronta ad affrontare nuove fatiche.’
Lei mi sorride felice ed in pochi minuti espelle le palline .. li pulisce e stanca si addormenta.
Penso a quello che &egrave successo, mi sa che dovrò andarci più piano, penso che tutto sommato, ora che ha provato questi giocatoli, non sarà più capace di farne a meno e dovrà essere lei a decidere come e quando usarli.
Da parte mia, ora sono curiosa, per mezz’ora ho provato a sentirmi dentro quelle palline, ma vorrei provare a sentirle almeno una notte intera come ha fatto Vasilissa.
Dopo averci pensato un po’, riprendo in mano il catalogo e faccio un altro ordine, diverse cose intriganti, non solo palline cinesi.
Intanto, visto che sono lì, disponibili, prendo le palline e vado in bagno, mi siedo sul bidet ed mi inserisco, prima nella figa, e poi nel culo, le sferette, l’effetto &egrave immediato come una scossa, sento i muscoli contrarsi e la fonte sgorgare fiotti di nettare.
Per un lungo momento rimango seduta ad occhi chiusi, mi godo quelle sensazioni fantastiche, poi mi decido ad alzarmi.
Sto in piedi, le mani appoggiate al lavandino, faccio un profondo respiro ed abbandono il mio sostegno muovendomi per tornare in camera … mi ricorda la sensazione che provavo quando Gino, un paio di volte, mi aveva spinto due dita nella figa e poi mi aveva obbligato a camminare, mi fa lo stesso effetto, solo che il godimento &egrave molto più forte.
Camminano piano, riesco a raggiungere il letto dove Vasilissa &egrave addormentata, vorrei sedermi e masturbarmi come una porca in calore, ma resisto continuo a camminare, alla fine riesco a muovermi quasi normalmente, ma mi costa fatica, devo stare attenta a non tradirmi, lamentarmi o gemere di piacere, brividi di caldo mi percorrono la schiena, sudo freddo, tento di resistere fino allo spasimo, ma dopo un po’ mi devo arrendere.
Sono sdraiata sul letto, le gambe spalancate … le dita spinte nella figa al punto di toccare le palline mi masturbo senza ritegno … voglio l’orgasmo subito … in fretta … non voglio aspettare … chiudo gli occhi … mi mordo le labbra e sollevo il bacino … VENGOOOOOO!!

per commenti brubu@yahoo.it E’ quasi sera quando finalmente Gino torna a casa, per tutto il pomeriggio Vasilissa ed io ci siamo allenate a camminare con le palline dentro la figa, riducendo però il loro numero a solo due, avendo capito che le cose si fanno progressivamente, bisogna dare il tempo alla figa di abituarsi alla presenza di quelle sferette.
Anzi a conti fatti credo che due sia il numero giusto, almeno per noi, forse esistono delle donne sfondate al punto di poterne ospitare di più, ma non &egrave il nostro caso.
Per accogliere Gino, ci siamo preparate con cura, ben pettinate, profumate, un trucco leggero come piace a lui, abbiamo provato a lungo diverse mise, prima di scegliere.
Vestitini sexy, molto scollati davanti e la schiena nuda fino a sotto la vita, sono tenuti sù da delle sciarpe legate sulla nuca, sono lunghi fino a metà coscia sulle gambe nude, calziamo dei sandali legati alle caviglie con dei laccetti dorati, con delle zeppe alte 10 cm., ovviamente non portiamo reggiseno, ma abbiamo indossati dei perizoma bianchi, di pizzo, sono ridottissimi, coprono a malapena le grandi labbra, sembrano fatti appositamente per essere strappati, e veramente se Gino non fa in fretta a arrivare saranno bagnato al punto di essere trasparenti.
Abbiamo fatto preparare la cena, candele profumate, champagne tenuto in fresco nel secchiello del ghiaccio, ostriche su un letto di ghiaccio, astici e caviale, cibi leggeri ma molto afrodisiaci, aspettiamo con impazienza l’arrivo del nostro uomo.
Ed ecco che giunge il momento, sentiamo il rumore delle gomme sul giaietto del viale che dal cancello d’ingresso conduce alla villa, il suono dei passi .. si apre la porta e entra Gino sorridente con due mazzi di rose rosse, un mazzo per ognuna delle sue donne.
Gli saltiamo letteralmente addosso, coprendolo di baci e di carezze, lui ride felice e tenta di fare fronte al nostro assalto, ci stringe e ci bacia, a sentire la sua mano calda sulla mia schiena nuda mi emoziono, mi vengono i vertigini, mi sento le gambe molle, mi aggrappo per non cadere.
A mente fredda dovrei chiedermi come sia possibile che dopo tanti anni, quell’uomo mi fa ancora quell’effetto e soprattutto come ho potuto tradirlo, ma non voglio pensare a questo brutto episodio della mia vita che, in qualche modo, sto ancora pagando e che pagherò per tutto il resto dei miei giorni, voglio solo pensare che &egrave tornato e mi stringe a sé baciandomi.
Gino si &egrave rinfrescato per liberarsi dalla polvere e dal sudore del viaggio, e ora siede a tavola fra noi due.
Anzitutto voglio ringraziarlo per aver pensato a me, rimandando a casa Vasilissa per non lasciarmi sola durante la notte.
Egli si limita a sorridere dicendo che temeva che potessi aver paura di dormire da sola, e poi scherzoso mi da un bacio sulla punta del naso chiamandomi ‘bambina’, mi sento sciogliere e già che ero bagnata ora sono fradicia.
Il cuoco viene personalmente a servirci, quasi temesse che la cameriera potesse rovinare le pietanza presentandole male, finalmente la cena, eccellente devo riconoscerlo, termina e rimaniamo soli, non reggevamo più all’attesa, a ogni nostro minimo movimento, le palline ci fanno fremere le nostre fighe, e ci costa fatica non metterci a urlare di piacere.
Non riusciamo però a rimanere impassibile, tanto più che Gino, ora che non ci sono più testimoni indesiderati non si fa scrupoli a stringerci, ci accarezza la schiena e non tarda a allungare le mani nelle scollature, scoprendo così le pinzette attaccate sui capezzoli i Vasilissa.
Rimane un attimo perplesso, poi mi palpa le tette per controllare se porto anche io le pinzette, fatto questo strattona piano la catenina che unisce le pinzette, provocando così una fitta nelle tette di Vasilissa che immediatamente si trasmette alla sua figa e lei non può evitare di mugolare ‘mmmmm … ohhhh … amoreeee.’
Ora lui sorride malizioso ‘Ehmmm … che bello … giocare con tutte e due le tette.’
Si volta verso i me ‘ Forza mostrami le tette voglio vedere se hai anche tu una catenina .. o sapere perché non ce l’hai?’
‘L’ho ordinata caro, arriverà presto vedrai.’
‘Bene … mi piace l’idea .. avete qualche altra novità da farmi vedere?’
Con voce ansimante Vasilissa interviene ‘Perché non lo scopri amore?’
‘Ma certo tesori miei .. ora lo scopro subito.’ e senza aspettare ci slega in fretta il nodo che dietro la nuca ci tiene sù il vestito che subito cade al suolo, lasciandoci con addosso solo i perizoma fradici, resi trasparenti dal nettare che cola dalle nostre sorgenti, ci guarda arrapato e ce li strappa letteralmente, riducendoli a brandelli.
Senza aspettare oltre ci mette le mani fra le cosce e stringe le nostre fighe bagnate .. sbotta ‘Accidenti! …. siete davvero due troie porche … siete bagnate come se aveste tenuto il culo a bagno finora … ‘
Ci spinge le dita dentro … bagnate come siamo non entrano ma scivolano quasi vengono risucchiate in quel gorgo umido e ecco la sorpresa le dita toccano le palline … ci fissa incredule ma non per questo si ferma.
‘Ma che vi siete infilate dentro la figa?’ domanda più curioso che altro.
‘Palline cinesi amore.’ rispondo io ‘Ci tengono la figa e sempre pronte all’uso .. ti spiace?’
Si affretta a rispondere come se temesse di farci uno sgarbo ‘No …no .. proprio per niente &egrave solo che non mi aspettavo una cosa del genere.’
Mi fissa con un sorriso malizioso ‘Ci scommetterei che l’idea &egrave stata tua … ma in fondo non me ne importa niente di sapere chi ha avuto quella pensata,’
Si volta verso Vasilissa ‘Allora amore, dimmi cosa vuoi.’
Con voce rauca e affannata lei risponde ‘Ti voglio sentire dentro di me.’
Ma lui che non ha tolto le dita dalle nostre intimità si finge sorpreso e dice ‘Ma tesoro sono dentro di te, non mi senti?’
‘Non così amore … voglio sentirmi riempita.’
‘Ehmmm … parla più chiaro … cosa intendi dicendo di voler essere riempita.’
E lei quasi con le lacrime agli occhi gli dice ‘Scopami amore … voglio il tuo cazzo dentro di me … voglio sentirti sborrare nella figa.’
E lui vigliacco sorride ‘Ah! .. ho capito .. potevi dirlo subito.’
Si volta verso di me ‘E tu bella troia … cosa vuoi?’
Non faccio giri di parole .. gli rispondo con le parole che egli vuole sentire ‘Scopami fammi godere come una porca.’
Ridacchia ‘Tesoro prima devo fare felice la tua padrona, e poi non ti farà male aspettare un pochino .. vero?’
Quel brutto porco mi ha perdonato, ma non dimentica e non perde l’occasione di farmelo pesare, neanche io devo dimenticare, devo vivere col rimorso … c’&egrave però una cosa che lui non sa … Vasilissa non &egrave più la mia padrona &egrave la mia schiava, mi appartiene e fa quello che voglio io .. presto o tardi se ne accorgerà ma sarà troppo tardi … intanto abbozzo.
Con aria rassegnata gli rispondo ‘Certo amore .. posso aspettare.’
Fa un sorriso compiaciuto, si spoglia in fretta ed appena &egrave nudo spinge Vasilissa sul letto, le fa spalancare le cosce e appoggia il glande sulle grandi labbra, io guardo eccitata al massimo, la mano sulla figa che accarezzo.
La reazione di Vasilissa al contatto con il cazzo &egrave immediata, puntellandosi sui piedi e sulle spalle, lei solleva la schiena ed il bacino, facendo il ponte, la figa aperta esposta e pronta ad ingoiare il cazzo che si presenta alla porta del piacere, si stringe le tette fra le mani, le impasta, tira la catenina delle pinzette.
Gino non perde tempo, spinge lentamente il cazzo che viene risucchiato alla figa famelica.
Vasilissa lancia un urlo ‘AHHHHHHHHHH … Sìììììììììììììììì !’ e gli cinge i fianchi con le gambe, allora inizia la cavalcata, prima piano poi più veloce e così.
Sto a guardare, con la mano che mi stringe la figa in fiamme, osservo quasi ipnotizzata il culo muscoloso di Gino che si muove su e giù fra le cosce di Vasilissa, lui ha un bel culo, mi &egrave sempre piaciuto guardarlo e toccarlo, ma ora, che lo vedo muoversi nell’atto di scopare, mi attira in modo irresistibile. la mia mano si muove, quasi come mossa i volontà propria per andare a posarsi nel solco che divide i glutei, bagnandolo del mio nettare.
Faccio scivolare il dito medio lentamente giù verso il perineo, ma quando incontra l’ano si ferma a titillarlo, Gino sussulta ma non tenta di sottrarsi, tolgo la mano per tornare a bagnarmela sulla figa, la riporto sul culo e di nuovo il dito medio va a premere sul buchino in modo più insistente.
E’ ben bagnato e la tentazione della trasgressione &egrave troppo forte, spingo il dito e la prima falange entra senza troppo difficoltà, ma sento lo sfintere stringersi sul dito, avvicino la bocca al suo orecchio ‘Rilassati amore, non pensare … lasciati andare e riempie la figa di Vasilissa di sborra.’
Lui gira il viso verso di me, ha lo sguardo appannato e il fiato corto … mormora ‘Ma che stai facendo? … non sono mica una checca.’
Gli rispondo ‘Amore rilassati .. non pensarci … scopa Vasilissa e lasciati andare.’ gli infilo la lingua in bocca mettendolo così a tacere … si rilassa liberano il mio dito dalla stretta .. ne approfitto per spingerlo del tutto dentro muovendolo avanti ed indietro.
Come incoraggiato inizia a scopare Vasilissa con ancora maggior impegno, ad ogni sua spinta il cazzo smuove le palline provocandole una scarica che aumenta il suo piacere a dismisura … ed io sentendo che Gino si &egrave rilassato spingo anche l’indice nel suo culo .. adeguo i movimenti delle mie dita al ritmo della sua scopata, quasi mi sembra di essere io a scoparla, .
Lei geme .. mugola … si lamenta .. si tortura le tette e, da come vedo io, gode come una troia in calore ‘Ohhhh … sìììì … amoreeee … spingi forte … ahhhhh.’
E lui spinge sempre più forte … si irrigidisce e urla ‘VENGOOOOOOOO …. OHHH .. ‘ ed io gli lavoro il culo con maggior impegno.
Anche Vasilissa grida di piacere ‘AHHHHHHHH … GODOOOOO … CHE BELLOOOO .. ‘
Ora voglio essere scopata .. strappo Gino dall’abbraccio di Vasilissa … mi sdraio spalancando le cosce e l’attiro sopra di me … con la mano libera afferro il cazzo ancora bagnato di sperma e di miele e me lo guido nella figa … gli scopo il culo con sempre più vigore mantenendo così il cazzo duro.
Lo sento penetrarmi ed andare a toccare le palline smuovendole … oddio mi fa impazzire..
mamma mia … che bello . mi sembra di cadere in un pozzo nero senza fondo … o di essere trasportata nella luce rimanendo abbagliata … non so più dove sono e neanche chi sono.
Sento una voce che viene da lontano .. Gino bisbiglia ‘Ti piace eh! sei una porca lo sai? una puttana … ma non posso fare a meno di te brutta troia … ohhh spingi quelle dita … cazzo cosa vuoi farmi?’
Riesco a conservare un minimo di controllo … tanto per ribadire ‘Sì sono una troia, una porca, una puttana … tutto quello che vuoi …voglio farti godere … voglio darti tanto piacere … rilassati amore … però ti piace eh!’
E lui in un sospiro riesce a dire ‘Sììì … mi piace … ohhhh .. non fermarti…….’
‘No tesoro non mi fermerò lasciati andare e ti faremo godere come non hai goduto mai.’
Ma non resisto oltre. &egrave più forte di me … mi diventa impossibile ragionare ancora … mi abbandono al piacere … non conta più niente solo questo mi importa.
Gemo .. mi lamento … mugolo … sono trasportata su un altra dimensione … i muscoli del ventre si contraggono .. la figa trema e la mia mente si annebbia …
Improvvisamente il fiotto caldo della sborra di Gino mi riempie la figa … esplodo urlando senza ritegno ‘AHHHHHHHHHHHH …. GODOOOOOOOOO … VENGOOOOOO.’
Rimaniamo distesi sul letto … incapaci di muoverci … senza forza … senza fiato .. abbracciati in un groviglio di braccia e di gambe inestricabile … persi in una dormiveglia che ci accompagna nel sonno.

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Finalmente il pacco che aspettavo &egrave arrivato, lo porto in camera da letto e lo apro, mi tremano le mani dall’impazienza, inizio a estrarre i miei acquisti, le palline cinesi, le pinzette, un paio di vibratori di buone dimensioni, un doppio dildo che permette di scoparci a vicenda ed uno strap-on, per ora bastano questi giocatoli, in futuro vedremo, forse penseremo ad altre situazioni.
Mi slaccio la cintura della vestaglia per aprirla, prendo le pinzette e vado a piazzarmi davanti al grande specchio del guardaroba, dove mi posso vedere nuda dalla testa ai piedi, come sempre mi esamino con una punta di narcisismo, giro su me stessa, voglio vedermi tutta, sono compiaciuta dallo spettacolo … un corpo tonico, gambe lunghe e ben tornite, due tette da sballo, sode che stanno sù per conto loro, un culo da urlo senza traccia di cellulite, ovviamente tutto questo &egrave il risultato di massaggi, attività fisica, creme rassodanti, e bagni turchi regolari, non dimostro la mia età … sono una gran figa!
Ora piano mi sistemo le pinzette, che sarebbe più appropriato chiamare morsetti, sui capezzoli … mamma mia che male! … chiudo gli occhi facendo una smorfia di dolore … ma i capezzoli reagiscono diversamente, si induriscono … si ergono … si allungano … un fremito di eccitazione sostituisce il dolore e lentamente lascia spazio ad un sottile piacere … che si irradia in tutto il corpo e raggiunge la figa, la quale &egrave già eccitata per conto suo, godo nel dolore come quando mi si schiaffeggiava la figa … un male cane e poi un orgasmo irrefrenabile.
Oramai ci siamo abituate alla presenza delle palline nella figa e siamo arrapate tutto il giorno, come passiamo molte ore insieme, ne approfittiamo per tenerci la figa ben calda, fino ad oggi ci masturbavamo con le dita o con la lingua, ora ho finalmente i miei giocatoli e mi riprometto di farne buon uso.
Adesso Vasilissa &egrave la mia dolce schiava, mi &egrave completamente sottomessa e ci amiamo, mi difende se Gino per qualche motivo se la prende con me, quando siamo sole &egrave la mia serva e la mia puttana, ma la tratto bene, sempre con dolcezza e mi guardo bene di umiliarla, agli occhi di tutti sono la sua segretaria, e chi ci conosce mi dice sempre che sono fortunata di lavorare per una Signora come lei che mi tratta come una di famiglia.
Loro non lo sanno, ma di fatto, oramai Vasilissa e Gino sono la mia famiglia, ed anche loro mi considerano come parte della famiglia, viviamo come se Gino avesse due mogli, siamo il suo piccolo harem.
Torno ad indossare la vestaglia e vado alla ricerca di Vasilissa, la trovo in cucina intenta a dare istruzioni per il pranzo, quando mi vede, sorride e mi raggiunge, le sussurro ‘Fa presto e vieni in camera voglio mostrarti alcune cosette.’
Mi fissa con aria interrogativa ‘Cos’&egrave una sorpresa?’
Le lancio uno sguardo ‘Non essere curiosa … vieni e vedrai.’ non aspetto la risposta e mi allontano.
Quando arrivo in camera, non faccio tempo a chiudere la porta che Vasilissa, affannata mi raggiunge … ‘Eccomi padrona .. quali sono i tuoi ordini.’
Le sorrido … quando fa così la mangerei di baci ‘Il mio primo ordine &egrave … vieni a baciarmi stupida e poi guarda.’ apro la mia vestaglia e le mostro le mie tette con le pinzette.
Lei non se lo fa ripetere, mi abbraccia e mi bacia … mi fruga la bocca con le sua lingua .. si scosta e mi guarda il petto messo in mostra …’Oh padrona che bello, anche tu hai le pinzette come me adesso.’
Allunga la mano e prende la catenella iniziando a strattonarla piano … un onda di desiderio partendo dalle tette si propaga in tutto il corpo … la mia fonte sgorga all’improvviso … il nettare mi cola all’interno delle cosce … chiudo gli occhi trattenendo il respiro … ma mi riprendo in fretta … non posso lasciarmi andare ora.
‘Sta fermo tesoro … ti voglio mostrare il resto dei miei acquisti.’
La prendo per mano ed andiamo verso l’armadio, lo apro e lei allunga il collo curiosa … si ferma e trattiene il respiro vedendo i giocatolini allineati aspettando solo di essere utilizzati,
sbarra gli occhi e mi guarda incredula … sospira e mormora allungando la mano indecisa ‘Padrona .. posso toccare?’
Mi viene da ridere ‘Tocca pure … prendi confidenza perché li userò per allargarti quella tua figa da schiava ed anche per sfondarti il culo .. te lo voglio aprire bene … i tuoi buchi devono essere tanto larghi a poter accogliere un cazzo nero.’
Lei mi guarda allarmata ‘Cosa intendi dire padrona? vuoi farmi scopare da un negro? ti prego dimmi che non &egrave vero … dimmi che ho capito male.’
Aggrotto la fronte ‘Cosa c’&egrave schiava, vuoi discutere i miei ordini per caso?’
Con le lacrime agli occhi … abbassa il viso e quasi sussurrando ‘No padrona, farò quello che mi ordinerai di fare.’
Mi commuove .. l’abbraccio attirandola a me ‘Dai non fare così … non ti farò scopare da nessun negro o bianco che sia … solo Gino ti può scopare … se fosse per me neanche lui lo farebbe … solo io posso fare di te quello che voglio.’
Non risponde ma mi si stringe … la sua bocca cerca la mia … l’accolgo e ci baciamo appassionatamente.
Pochi minuti e la vestagliette volano via, frego i miei capezzoli su i suoi, &egrave tremendamente eccitante, apro le cosce e lei struscia la sua figa sulla mia …’OHHHHHHHH … che bello … non fermarti.’
Il nettare suo si mischia con il mio ed il profumo muschiato delle fighe eccitate si espande nella stanza stuzzicando la mia voglia di lei … la mia voglia di bere alla sua fonte … la mia voglia di sentire la sua figa tremare sotto i colpi della mia lingua …
La spingo distesa sul letto, le spalanco le cosce … allungo la mano e prendo un vibratore &egrave lungo 20 cm. e largo 8 cm. non &egrave un cazzo &egrave un arma di distruzione … abbasso il viso e bacio la patatina … lecco le grandi labbra … spingo la lingua sul clito … lo lecco .. lo succhio .. lo mordicchio e lei geme … si lamenta .. solleva il bacino mugolando ‘Ahhhh .. sììì … ohhh … padronaaa … mi fai morire …. ohhhh … non fermarti ti prego.’
Di certo non mi fermo continuo a leccare e succhiare … la lingua gira sulle piccole labbra … il miele cola in abbondanza sul perineo … fra le natiche … passo il vibratore fra le grandi labbra … lo bagno e quando &egrave lucido di nettare glielo metto fra le chiappe appoggiandolo al buchino … spingo piano … &egrave grosso fa fatica a entrare … la cappella &egrave dentro … accendo il vibratore.
Lei urla ‘Padrona che mi fai? mi rompi il culetto … che male … ahhhhhhh … ohhhhhhh …’
Ma il vibratore continua ad entrare lentamente ed i lamenti di dolore non tardano a trasformarsi in mugolii di piacere ‘Ohhh … sììì … sfondami …spaccami il culo … ohhh … sììì.. ancoraaa … amore ..’
Mi stringe la testa tenendomi il viso premuto sulla figa .. all’improvviso sussulta … si irrigidisce … solleva il bacino ‘VENGOOOOO …. OHHH … AMOREEE …. VENGOOOOO.’
Si accascia distrutta … la figa le trema ancora … piano le tolgo il vibratore che le lascia una voragine fra le natiche un vero tunnel che si chiude lentamente.
Recupera il fiato, si solleva poggiandosi sui gomiti e fissandomi dice ‘Padrona, tu mi farai morire di piacere, ma ora permetti alla tua schiava di dare sollievo al tuo corpo.’
Prendo il doppio dildo e glielo metto in mano ‘Usa questo per scoparmi.’
Lei lo prende, lo guarda .. sorride ed annuisce .. non servono spiegazione .. si capisce come adoperarlo intuitivamente, si inserisce un estremità del doppio dildo nella figa ed appoggia l’altra estremità sulla mia figa .. apro le grandi labbra per facilitare l’ingresso … lei spinge piano … sono fradicia … &egrave grosso e lungo ma scivola facilmente nella mia grotta andando a sbattere contro le palline … sento una scossa nella figa che si ripercuote in tutto il corpo facendomi tremare fino nel più profondo del mio essere.
Tengo gli occhi chiusi lei si muove piano a scatti, apro gli occhi e la guardo, lei scopandomi
si scopa e prova tutto quello che provo io, il dildo che sbatte contro le palline e la scuote.
Il piacere sale inarrestabile, l’orgasmo ci scuote come il terremoto … siamo prese dagli spasmi del godimento e gridiamo la nostra goia ‘AHHHHHHHHHH …. Sììììììììììììì … COSììììì …. VENGOOOOOO.’
Ci baciamo fino a perdere il fiato, ci stringiamo, quasi a voler compenetrarci, ci lasciamo solo perché i nostri nervi non reggono più alla fatica.
Non ho mai provato quello che provo ora, e sono certa che neanche Vasilissa ha mai goduto in quel modo, con questi giocatoli abbiamo trovato un nuovo modo per divertirci e sicuramente non mancheremo i farlo.
Pensandoci bene dovrò studiare il modo di coinvolgere Gino nei nostri giochi, dovrò farlo senza fretta, un passo alla volta e vedere fino a che punto potrò spingermi senza provocare una reazione negativa, ma sono certa che con l’aiuto di Vasilissa ci riuscirò.

per commento brubu@yahoo.it

La trasformazione di Vasilissa, con l’uso dei giocatoli, ha subito una brusca accelerata, &egrave sulla strada del cambiamento, col passare dei giorni diventa sempre più troia, assume certi atteggiamenti provocatori ed invitanti, che non lasciano dubbi, ed oltre a questo &egrave diventata veramente una porca a letto, non si tira mai indietro di fronte a nuove esperienze, le insegno alcuni trucchi utilizzati dalle prostitute per soddisfare i clienti e lei le impara molto in fretta … sta diventando proprio una gran puttana.
Per ora la tengo a freno, non voglio che Gino si accorga troppo in fretta del cambiamenti in atto, quando se ne renderà conto sarà troppo tardi per rimediare e si ritroverà stretto fra due troie, puttane e porche, da accontentare.
Ad ogni modo per arrivare a questo, prima dobbiamo coinvolgerlo nei nostri giochi, e sarà necessario essere prudenti, una qualsiasi mossa sbagliata manderebbe tutto all’aria ed egli se la prenderebbe con me, non oso neanche pensare alle conseguenze.
Quando siamo sole ne parliamo e siamo concorde nel desiderare il completo inserimento i Gino nei nostri giochetti e per fare ciò dobbiamo farlo godere come non gli &egrave mai successo, usano tutti i modi possibili per farlo.
Oggi abbiamo deciso di recarci in città e di andare per negozi, ci prepariamo con cura, ben pettinate, io porto i capelli lisci fino quasi a metà della schiena, truccate con cura, niente di troppo marcato, non starebbe bene sulle nostre abbronzature, minigonne a tubo nere, top di cotone bianco, ben attillate sulle tette, senza biancheria intima, gambe nude ed eleganti sandali con tacchi da 13 cm. legati alla caviglia da laccetti dorati.
Ci ammiriamo allo specchio, ci piacciamo … siamo due bombe sexy e sicuramente raccoglieremo un grande successo, ne vogliamo approfittare prima che il pancione ci obbligherà ad una mise più castigata.
Prendiamo le borsette ed usciamo, la Mercedes ci aspetta con i nostri angeli custodi, arriviamo in città a metà pomeriggio, dopo aver lasciato la macchina al parcheggio, e sempre seguite a pochi passi alle nostre guardie del corpo, ci avviamo per le vie del centro.
Come era prevedibile non passiamo inosservate e attiriamo gli sguardi, ci divertiamo un mondo a lanciare sguardi provocanti battendo le ciglia, per prima cosa andiamo a sederci al tavolo della solita pasticceria, probabilmente guadagneremo un paio di cm. sui fianchi prima di sera, ma le voglie delle future mammine vanno soddisfatte.
Successivamente, dopo aver girato un po’ senza trovare niente di nostro gusto, andiamo a dare un occhiata al nostro negozio, quando entriamo le commesse ci vengono a salutare, fisso la mia spasimante e la vedo arrossire, Vasilissa un po’ ironica mi chiede ‘Quando &egrave che farai felice la tua innamorata, guarda che non sarò gelosa, ma vorrei essere presente quano succederà.’
Ridacchio … ‘Vuoi essere presente! benissimo … facciamo oggi allora.’ passando faccio un bel sorriso alla ragazza e le sfioro l’anca e il culetto col dorso della mano, la sento tremare.
Mi piazzo nell’ufficio, mentre Vasilissa va in giro a curiosare nel negozio, io esamino i registri di cassa e dò un occhiata alle fatture di acquisto.
Subito la commessa mi si mette alle spalle, sento il suo seno sodo che mi preme sulla nuca, a bassa voce mi domanda ‘Vuole provare qualche capo Signora? le faccio vedere le ultime novità in fatto di lingerie.’
Quella ragazza mi eccita, mi mette il fuoco addosso, vorrei scoparmela ma non so come fare … non voglio lanciarmi in un avventura senza futuro, della quale poi non saprei come uscire … scuoto il capo indecisa … poi le dico ‘Porta un po’ di cose sexy nel camerino ed aspetta.’ così dicendo le stringo la mano, lei mi restituisce la stretta e si allontana.
Cerco Vasilissa, faccio appena in tempo a vederla sparire dietro la porta di un camerino assieme ad una commessa, ha fatto una conquista e non perde l’occasione
Entro nel camerino, assieme alla commessa che chiude la porta a chiave alle nostre spalle, inizia la seduta di prova, la mia spasimante, si porta alla mie spalle .. sento il suo corpo premuto sul mio … i capezzoli eretti, duri come chiodini, nella schiena … la patatina che si struscia sul mio culetto … avvicina la bocca al mio orecchio e mormora ‘Alza le braccia Signora,’ e ne approfitta per passare la lingua sul lobo dell’orecchio stesso, seguito la un leggero bacio sul collo, mi fa tremare la figa .. un brivido mi percorre la schiena.
Sollevo le braccia e lei alza il top mettendo a nudo il mio seno che viene sfiorato dal palmo della sua mano, sorride vedendo le pinzette sui capezzoli, passando la mano tira la catenina … altra scossa che si ripercuote fino nella figa.
Si inginocchia, mi sgancia la minigonna e me la tira sui piedi, mi mette le mani sul culetto … mi bacia la patatina e visto che non protesto mi lecca le grandi labbra.
Sto godendo senza ritegno, mi lamento .. le premo il viso sulla mia figa … ho il fiato corto … ansimo .. riesco a dire ‘Spogliati voglio vederti nuda.’
Lei si rialza .. in un attimo &egrave nuda … ha un bel corpo .. l’attiro contro di me e la bacio .. la sua bocca ha il sapore della mia figa.
Riprende a leccarmi la figa .. mi spinge le dita dentro … godo … sale l’orgasmo e vengo mordendomi le labbra per non urlare.
Attiro la ragazza per baciarla, la faccio sedere con le gambe spalancate e le lecco la figa … se lo merita.
Ci riprendiamo dopo quelle emozioni, ci rivestiamo, usciamo dal camerino e vado in cerca di Vasilissa che a terminato anche lei di fare le prove, e ne sembra molto soddisfatta, ed ora ha altro in mente e rivolgendosi alle ragazze dice ‘Ora voglio vedere il sexy shop.’
La mia ragazza va a aprire il cassetto della cassa e prende una chiave, con un gesto della mano ci invita a seguirla, varchiamo la porta del sexy shop.
Ci guardiamo in giro sorprese e curiose, siamo entrate nella caverna di Ali-Babà, c’&egrave di tutto e di più, non basterebbe una giornata per visitarla completamente, il catalogo che ho visto non mi ha mostrato tutto, ma forse &egrave colpa mia, ero interessata soltanto alle cose destinate alle donne, non avevo visto quei anelli da infilare sul cazzo e poi stringerli alla base, per mantenere l’erezione a lungo … subito ne prendiamo un paio, e ci sono anche tante altre cosette graziose.
Ci sono camerini per provare la lingerie osé, e anche altri spazi per poter vedere i promo delle pellicole hard, scaffali con riviste, pellicole, foto, c’&egrave anche una sezione con filmini e foto amatoriali, e poi per gli scambisti e aspiranti tali, un elenco di foto per scegliere eventuali partners, senza dimenticare gli omosessuali.
Ma ora &egrave ora i rientrare alla villa, baciamo le ragazze con la raccomandazione di tenersi le fighette calde e pronte per la nostra prossima visita, ed andiamo verso casa ansiose di raggiungere Gino per provare la novità.
Durante il viaggio di ritorno rimaniamo in silenzio, non &egrave il caso di parlare delle nostre trasgressioni in presenza dei nostri accompagnatori.
Appena sole, non possiamo più aspettare, le parole premono per uscire, andiamo in camera, ci spogliamo per indossare le vestaglie.
Vasilissa mi guarda ‘Padrona … mamma mia … siamo proprio due troie … due porche .. &egrave quello che volevi da me vero?’
Sorrido con aria benevole ‘Sì tesoro .. stai diventando sempre più troia e porca e sei sulle strada per diventare anche puttana … comunque ti &egrave piaciuto?’
‘Certo mi &egrave piaciuto molto … quella mi ha fatto godere come una vacca … torneremo ancora lì padrona?’
Ridacchio ‘Per forza che torneremo ancora lì … la bottega &egrave tua … te lo sei dimenticata?’
‘Lo so padrona ma incontreremo ancora quelle ragazze?’
‘Ma sì, a meno che tu non le voglia licenziare … ma stai attenta potrei essere gelosa.’
China la testa in parte con aria perplessa ‘Gelosa padrona!! ma io ti amo … se vuoi non la vedrò più quella ragazza.’
‘Lo so che mi ami … vuoi divertirti un po’ non fa niente .. sei una troia ed una porca &egrave normale.’
Non sembra convinta e non risponde .. credo che abbia capito che la sto mettendo alla prova.
Questa sera ci occuperemo di Gino lo abbiamo deciso vogliamo farlo impazzire, e per questo ci prepariamo, mettiamo tutti i giocatoli a portata di mano, non sappiamo ancore come e quando li useremo, ma non vogliamo essere prese impreparate, dobbiamo prepararci nel migliore dei modi, la sua cena deve essere perfetta.
Aspettando la sera, andiamo in cucina a ordinare le pietanze, e poi ci faremo belle per il nostro uomo.

per commenti brubu@yahoo.it Appena rientriamo alla villa, dopo la nostra visita in città, ci rechiamo in cucina per dare al cuoco tutte le istruzioni per il pasto serale di Gino, per noi ci facciamo preparare qualcosa di leggero che mangeremo con calma prima del suo arrivo, tanto c’&egrave tempo prima dell’ora di cena ed il nostro amore sta chiuso nel suo studio a lavorare, non si accorge di niente, tutto deve sorprenderlo.
Andiamo ad apparecchiare, il tavolo &egrave ricoperto con una tovaglia di lino, bicchieri di cristallo, posate d’argento, piatti di porcellana, candelabri d’argento, &egrave una tavola pronta per festeggiare una persona importante, perché Gino &egrave molto importante per noi.
Le pietanze sono pronte, nei contenitori termici, ci sono le ostriche ed i tartufi di mare, adagiati su un letto di ghiaccio, i gamberoni e l’astice con le ciotole contenenti le varie salse, una minestra piccante di panna acida e pesce
Anche noi ci prepariamo, facciamo la doccia, un trucco leggero come piace a lui, i capelli raccolti sulla nuca, e sulla pelle nuda indossiamo delle tuniche in stile cinese, di seta blu notte, abbottonate al collo, ci fasciano il busto come una seconda pelle, ponendo in risalto le curve delle nostre tette ed i capezzoli che premono sulla stoffa, sono senza maniche, le gonne hanno due spacchi laterali, che partono dalle anche fino a terra, scoprendoci le gambe, e non solo quelle, ad ogni passo, dei dragoni dorati, partono da dietro le gonne, salgono sulla schiena, ci avvolgono per aprire le fauci sul petto all’altezza delle tette.
Per completare il nostro abbigliamento, calziamo dei sandali orati, legati alle caviglie con laccetti anche questi dorati, hanno dei tacchi alti 13 cm. che ci slanciano valorizzando le nostre gambe.
Ora che tutto &egrave pronto per la nostra serata, abbiamo staccato i telefoni ed i computer, spenti i cellulari e dato la serata libera alla servitù, prima di domani non li vedremo più.
Sentiamo Gino uscire al suo studio, sappiamo già cosa succederà ora, lui &egrave un uomo metodico, a volta fino alla pignoleria e perciò, almeno in queste cose, molto prevedibile, andrà a fare la doccia, poi si cambierà per la cena, indossando un paio di pantaloni di lino bianco o forse blu, un elegante camicia, fatta su misura a Napoli, calzerà morbidi mocassini di pelle chiara e ci raggiungerà nella sala da pranzo.
Accendiamo le candele e spegniamo le luci, dopo un po’ arriva Gino, apre la porta e si ferma sorpreso sull’uscio, vedendo la sala illuminata solo con le fiamme delle candele, entra, chiude fa porta alla sue spalle, fa qualche passo, più che vederci nell’oscurità, intuisce la nostra presenza e ci chiede ‘Amori miei cosa festeggiamo questa sera?’ prosegue verso il tavolo e vede che &egrave apparecchiato per una sola persona ‘Chi &egrave il fortunato che mangerà qui?’
Lo raggiungiamo e le baciamo, Vasilissa risponde ‘Tu mangerai qui amore, sei tu il festeggiato.’
‘Io!’ dice lui sorpreso ‘Non capisco, non &egrave il mio compleanno .. spiegatemi per quale motivo mi festeggiate.’
Avvicino la bocca al suo orecchio e gli sussurro ‘Amore lasciati andare … sei festeggiato perché abbiamo deciso di festeggiare il nostro uomo … non esiste altro motivo … adesso siediti e lascia che facciamo noi.’
Egli annuisce sorridendo, si siede ed aspetta, accendiamo altre candele profumate per creare una luce soffusa, accendiamo anche l’impianto stereo a basso volime,, una musica dolce invade la stanza, apro il contenitore termico prendo il vino bianco e Vasilissa prende il piatto con le ostriche ed i tartufi di mare,
Verso il vino, egli alza il bicchiere fissandoci e beve un sorso, Vasilissa prende un ostrica e gliela porta alla bocca, lui fa la mossa per servirsi da solo, ma subito lo fermiamo ‘Amore lascia fare a noi.’ dice Vasilissa, baciandolo sulla guancia.
E così ci alterniamo per portargli il cibo alla bocca, lei le ostriche ed io i tartufi, lui divertito ci lascia fare di buon grado, e fra un ostrica e un tartufo si complimenta con noi per la nostra eleganza, senza omettere di guardarci le gambe e tutto quello che gli spacchi lasciano vedere,
Dopo i molluschi passiamo alla minestra, prendo la piccola zuppiera. la poso sul tavolo di fronte a Gino, armate di cucchiai iniziamo a portargli alla bocca il liquido appena caldo, e quello che doveva succedere capita, un movimento incerto o troppo brusco e la minestra finisce sulla camicia o sui pantaloni … i vestiti di Gino sono pronti per la lavanderia, non può restare così, quindi lo spogliamo completamente … sparecchiamo in fretta e lo facciamo distendere sul tavolo, lentamente vuoto la zuppiera, versando la poca minestra rimasta su Gino.
Rimediamo subito leccandolo a lungo per ripulirlo e poi lo asciughiamo con un tovagliolo, &egrave venuto il momento dei gamberoni e dell’astice, per questo usiamo il suo corpo come piatto di portata, sistemando bene i gamberoni ed i pezzi di astice su foglie di lattuga su di lui, un cucchiaino di maionese o di salsa piccante ed il piatto &egrave pronto ad essere servito.
Con le labbra prendiamo il boccone dal petto o dalla pancia di Gino e glielo portiamo alla bocca, in poco tempo i mostri bei vestito di seta blu notte sono ridotti ad essere stracci, non ci rimane che toglierceli e rimanere nude.
Tra un boccone e l’altro Gino chiede da bere, mi verso il vino fresco sulle tette mettendole sopra il suo viso, me le lecca e le succhia, ma ora tocca a Vasilissa dargli da bere, si mette a gambe larghe sopra il suo viso … io verso lentamente il vino sulla patatina che da lì cola nella bocca di Gino … &egrave eccitato oltre misura .. il suo cazzo svetta come il pennone di una bandiera .. ne approfitto per sistemargli alla base quell’anello che lo stringe aumentano la sua resistenza.
La cena di Gino &egrave quasi terminata, siamo tutti e tre sporchi di maionese e di salsette varie, Vasilissa ed io usando delle salviette umide ci ripuliamo in fretta, e poi iniziamo a leccare Gino per raccogliere tutti i resti del pranzo che gli rimangono addosso.
Facciamo sedere Gino e gli passiamo sul corpo delle salviette umide e profumate, facendo questo, non manchiamo di strusciarci le tette e la figa sul suo corpo, mandandolo fuori di testa, ansima e si lamenta, ma &egrave ancora abbastanza lucido per approfittarne per palparci.
Lo massaggiamo con una crema profumata, lo baciamo sul collo … sulla nuca … sulle spalle … su petto e così via scendendo all’inguine .. sui testicoli .. fra le cosce … mentre Vasilissa gli lecca e gli succhia il cazzo, io gli spingo due dita nell’ano … mugola … ma non si sottrae a quella carezza e solleva il bacino.
Secondo me &egrave pronto, se si eccita troppo sarà difficile soddisfarlo, non riuscirà a venire ed invece di un piacere sarà una tortura
Vasilissa gli prende il cazzo in mano e se lo guida nella figa, egli geme … quasi un lamento .. lei si lascia andare sul fianco e poi sulla schiena attirando Gino sopra di sé ed egli inizia a scoparla con vigore .. rimango ipnotizzata nel vedere il suo culo contrarsi per lo sforzo e muoversi in fretta.
Il culo di Gino mi attizza sempre, e vederlo in azione mi fa tremare la figa, non posso resistere, allungo la mano e lo accarezzo, gli piace di certo, perché accelera i sui movimenti, passo il dito medio nel solco per andare a titillare il buchino nascosto ed egli spinge il culo indietro … &egrave giunto il momento.
Poso la bocca vicino al suo orecchio .. lo bacio … ‘Amore lasciami fare .. non resistere ,, proverai delle sensazioni sconosciute …’
Espello le palline dalla mia figa, sono bagnate a dovere, passo la mano bagnata del mio miele nel solco … mi attardo sul buchino stimolandolo .. lo vezzeggio e poi lentamente spingo dentro una pallina .. egli ha un sussulto ma continua a scopare Vasilissa spingendo sempre più forte … incoraggiata ci spinga anche la seconda, lui mugola .. geme … ansima ma non protesta. gli accarezzo la schiena … domando ‘Ti piace amore? sono bagnate del mio miele, le tenevo nella figa pronte per te.’
Egli non risponde, si accontenta di un grugnito, suppongo di approvazione, perché non tenta di liberarsene.
E così anche la trasformazione di Gino ha inizio, passa poco tempo …. godono … gemono … urlano di piacere …. un vero concerto mentre vengono assieme.
Gino si ritira da Vasilissa, io mi affretto a leccarle la figa per raccogliere la sborra mista di miele che cola lentamente, la tengo sulla lingua per riversarne una parte nella bocca di lei prima di ingoiare il rimanente.
Adesso voglio la mia parte, mi metto a cavalcioni sopra Gino, guido il cazzo nella mia figa e lo scopa selvaggiamente, ansiosa di raggiungere l’orgasmo che, eccitata come sono, non tarda a venire, ma non smetto di cavalcarlo, voglio sentire la sua sborra calda riempirmi la figa.
Intanto Vasilissa prende il dildo, quello lungo e grosso che ho usato per sfondarle il culo, lo lecca e lo insaliva bene me lo mette fra le natiche e senza aspettare mi incula …
‘Ahhhh … che male … ohhh …. mamma mia.’
E lei … un po’ carogna ridacchia ‘Amore lo hai fatto a me … mi hai sfondato il culetto … vuoi che non ti sfondi il tuo tesoro?’
Me lo spinge fino in fondo e lo accende … passa il dolore … arriva il piacere ‘Ahhhh … si così … mi piace … ohhh … VENGOOOO.’ e proprio in quel momento Gino mi riempie la figa ed urla ‘VENGOOOOOO!!!’

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La trasformazione di Vasilissa &egrave riuscita oltre ogni aspettativa, non mi aspettavo di vederla diventare una troia, porca ed anche puttana in così breve tempo, che fosse calda lo sapevo già, che fosse troia ed anche felice di essere porca, non era una novità, ma che fosse tanto ansiosa di diventare una puttana non era previsto.
Ora che ci ha provato, andrebbe al negozio ogni giorno ad incontrare la sua amante, e se non lo fa &egrave soltanto per salvare le apparenze, e infatti questa mattina, senza dire niente a nessuno, &egrave partita verso la città.
Spero solo che non vada incontro ad una delusione, quella ragazza potrebbe sfruttare la situazione per fare carriera, ma non voglio intervenire, a quale titolo potrei farlo, se da parte mia ho per amante quella deliziosa ragazza di nome Vanessa, che ha messo poco tempo a conquistarmi.
Sento il rumore delle gomme della Mercedes sul giaietto del viale, e eccola che arriva in sala, rimango sorpresa non &egrave sola … si &egrave portata dietro le nostre amanti, Vanessa ed Elena.
Entra allegra e sorridente, viene a baciarmi poi mi dice ‘Guarda chi ti ho portato! sei contenta amore mio?’
Non posso negare che la presenza di Vanessa mi sia gradita, come già l’ho confessato, quella ragazza mi attizza … &egrave bella, &egrave porca ed &egrave innamorata di me, non ho fatto niente per conquistarla, &egrave stata lei a consegnarsi spontaneamente a me e ne sono ben felice, ed ora eccola qui .. però ora il problema sarà Gino, non sono per niente certa che egli apprezzerà la presenza delle ragazza e quindi mi comporto con cautela.
Andiamo in terrazza a prendere il sole, ci spogliamo e ci sistemiamo sui lettini, a vicenda ci spalmiamo di crema abbronzante, &egrave sempre una cosa molto piacevole ed eccitante, sentirsi accarezzata su tutto il corpo, ora siamo pronte per l’abbronzatura integrale.
Sono stretta tra Vasilissa alla mia destra e Vanessa alla mia sinistra, sento la mano di quest’ultima posata immobile sulla mia coscia, volto lo sguardo verso Vasilissa, mi viene una fitta di gelosia al cuore, lei ed Elena si baciano con passione e le loro mani non rimangono ferme … quella brutta troia senza vergogna sta facendo sesso sotto il mio naso, se poi dovesse arrivare Gino non so come la prenderebbe.
Non mi fermo neanche a pensare, l’azione &egrave più veloce del pensiero, un forte schiaffo fra le cosce spalancate le colpisce la figa … lei sussulta e lancia un grido ‘Ahi … che fai? che male … ohhh.’ un altro schiaffo la colpisce ‘Amore mi fai male!! ohhh …’
Sorpresa Vanessa si scosta poi mi si incolla alla schiena e mi bacia le spalle … il collo … mi accarezza le tette nel tentativo di distrarmi.
Sono arrabbiata e continuo a picchiarla fra le gambe ‘Brutta troia … di chi &egrave quella figa? forza rispondi!’ e giù un altro schiaffo … ha le grandi labbra arrossate.
Piange e fra un singhiozzo e l’altro risponde ‘E’ tua amore … la figa &egrave tua …’
‘E’ mia! e che ti ha dato il permesso di darla a quella troietta che ti sei portata dietro? … non ti bastava leccargliela nel camerino .. vuoi farlo anche in casa, sotto il mio naso .. brutta puttana!’ e giù un altro schiaffo.
Elena terrorizzata si &egrave prontamente scostata, fuori dalla mia portata, mi guarda con gli occhio sbarrati.
Intanto Vasilissa sembra calmarsi … non mi sfugge più … spalanca le cosce e solleva il bacino come per offrire la figa … ‘Sì padrona … sono stata cattiva .. puniscimi .. me lo merito.’
Ed io picchio la figa fortemente, lei inizia a gemere … i suoi ora sono lamenti di piacere … si agita … sta godendo … puntando i piedi solleva il bacino e la schiena .. si impasta le tette … &egrave presa a un forte fremito ‘AHHHHHHHH … Sììììììììì …… continuaaaa … cosììì … ancoraaaa … VENGOOOOO.’
Sono un lago … il telo del lettino &egrave inzuppato del mio nettare … la voglia &egrave troppa … non resisto … mi giro verso Vanessa … la fisso e dico ‘Leccami!’
Immediatamente lei affonda il suo viso fra le mie cosce, mi mordicchia il clito … me lo succhia … mi lecca le grandi e le piccole labbra … mi spinge la lingua nella figa … sollevo il bacino stringendo la sua testa fra le mani e vengo ‘OHHHHHHH … sììì … ahhh … brava tesoro.’ le inondo la bocca del mio miele che lei lecca golosa.
Guardo Elena e le indico Vasilissa ‘Beh … cosa aspetti? leccala e puliscila … forza o mi farai arrabbiare.’
La ragazza abbassa gli occhi e si inginocchia col culetto per aria a leccare la figa o Vasilissa .. &egrave una visione invitante … faccio l’occhiolino a Vanessa e le mormoro ‘Leccale il buchino che poi glielo allarghiamo per bene.’
Vanessa ubbidisce prontamente e io mi affretto in camera a prendere i vibratori, quando torno faccio allontanare Vanessa e inizio a accarezzarle la figa col vibratore, lei sussulta e allarga le cosce, lo spingo dentro la figa e lo accendo a bassa velocità, poi lo faccio andare sempre più forte … lei spinge indietro il culo e si agita … ora il vibratore &egrave bello bagnato … rallento la velocità piano piano … lo tolgo alla figa .. lei ha un gemito di delusione. faccio passare il vibratore nel solco del culetto e spingo piano aumentano la velocità, la ragazza urla ‘Ahhh … che male … mi spacchi il sedere … ohh…’
‘Sì te lo spacco … te lo voglio sfondare come ho sfondato quello i Vasilissa.’ ed incurante dei suoi lamenti glielo spingo fino in fondo … poco dopo i suoi gemiti sono di piacere ‘Sì .. così … spaccami il culo .. ohhh … sì … continua …’
Vanessa &egrave eccitatissima si accarezza le tette .. l’interno delle cosce … le grandi labbra le ordino di sdraiarsi spalancando le gambe e le metto dentro l’altro vibratore, i suoi lamenti si mescolano con quelli di Elena .. un concerto eccitante.
Vasilissa mi si stringe … mi bacia le cosce … i fianchi … il ventre … si solleva per succhiarmi le tette … l’odore muschiato delle fighe eccitate copre tutti i profumi che si alzano dalle aiuole fiorite site appena fuori dalla terrazza.
Sono tutte e tre senza fiato, per conto mio, volendo dominarle tutte quante, ho resistito meglio, sono lì in mio potere, voglio sottometterle senza possibilità di resistenza, ordino usando un tono che non ammette replica ‘Ora, una alla volta, prima Vasilissa, poi Vanessa ed infine Elena, venite a baciarmi prima i piedi e poi la figa … sono la vostra padrona e voi siete le mie schiave.’
Mi siedo tenendo le cosce spalancate, viene avanti Vasilissa camminando a quattro zampe, mi bacia i piedi e poi mi bacia anche la figa, le metto una mano sulla testa tenendola ferma ‘A chi appartieni? cosa sei? dillo forte che ti devono sentire tutti!’
Alza il viso mi fissa innamorata ‘Sono tua padrona … sono la tua schiava.’
‘Alzati e vieni a baciarmi.’
Si rialza e ci baciamo, dopo di lei viene Vanessa e si ripetono le stesse azioni .. le stesse parole .. e infine viene Elena.
Rivolgendomi alle ragazze dico seria in viso ‘Ora andiamo al bagno turco e poi ci rivestiremo tutte quante per pranzare, ci sarà anche Gino ricordatevi che &egrave mio ed anche di Vasilissa, non tollererò tentativi di seduzione.’

per commenti brubu@yahoo.it Siamo pronte per andare in tavola, pulite e profumate, ben pettinate e truccate discretamente, Vasilissa ed io indossiamo i soliti vestitini colorati, corti e scollati sul petto ed anche sulla schiena, ovviamente senza lingerie, le ragazze le loro minigonne ed i top, sotto i quali non indossano niente, aspettiamo l’arrivo di Gino.
Ed ecco che giunge il mio uomo, ha un motto di sorpresa vedendo le ragazze, gliele presento, sono dipendenti del negozio, da poco acquistato da Vasilissa in città, sono qui per colloquio con la nuova proprietaria dell’azienda.
Annuisce, saluta le ragazze con parole di benvenuto, le osserva con tutto l’interesse che un uomo può dimostrare in presenza di una bella donna e ci mettiamo in tavola.
Il pranzo, come sempre &egrave eccellente e il servizio perfetto, a fine pranzo, Gino si alza, e saluta ‘Signorine &egrave stato un piacere fare la vostra conoscenza, spero che tutto sia stato di vostro gradimento, ora vi lascio alle vostre discussioni.’
Mi viene a baciare sulla guancia ‘Ciao amore a dopo.’
Va a baciare sulla guancia Vasilissa ‘Ciao cara a più tardi.’
Esce alla sala lasciandoci sole, sono emozionata, oggi Gino ha fatto una cosa mai fatta prima, egli ha baciato prima me e soltanto dopo Vasilissa, e poi mi ha chiamata amore ed ha chiamato lei cara, non so se tutto ciò &egrave dovuto solo al caso o se egli lo ha fatto intenzionalmente, faccio finta di niente, non vorrei illudermi e neanche creare un problema a Vasilissa facendo in qualche modo notare i fatti.
Per prima cosa, bisogna rimandare in negozio le ragazze, la nostra vita sessuale e sentimentale &egrave già abbastanza incasinata senza aver bisogno di complicarla ulteriormente con l’immissione di queste due troiette nella nostra sfera privata.
Sono certa che sarebbero ben felice di entrare a fare parte della ‘famiglia’, ma io non ho intenzione di allargarla, già devo dividere il mio Gino con Vasilissa, non ho scelta e mi sono rassegnata a farlo, e poi ora che sono riuscita a sottometterla, la sua presenza mi &egrave molto gradita, ho una serva ed una schiava devota, che mi ama e che fa di tutto per compiacermi, mi basta trattarla bene, non umiliarla e stare attenta alla apparenze, ma non voglio sicuramente fare in modo di creare un piccolo harem per Gino.
Mi rivolgo a Vasilissa ‘Cara dovresti provvedere a fare riaccompagnare in città Vanessa ed Elena, prima che sia troppo tardi.’
Poi rivolgendomi alle ragazze ‘Bene ragazze, spero che vi siete divertite oggi, ma penso che sia meglio che torniate in città prima del buio, un ultima cosa, quando verremo in negozio, non voglio trovarvi con addosso reggiseni e mutandine …’
Annuiscono, mi vengono a salutarmi, ci baciamo con la lingua in bocca, una carezza in viso, un ultima palpatina alle tette ed uno schiaffo affettuoso sul culo, e le mando a seguire Vasilissa che le accompagna in garage.
Poco dopo sento il rumore della macchina che parte e si allontana per riportare le ragazze in città, arriva Vasilissa, sembra un po’ preoccupata, sono seduta sul divano, non le lascio il tempo di parlare, dico seria in volto ‘Vieni qui e spiegami perché hai portato quelle due troiette in casa nostra, cosa ti &egrave saltato in mente? hai così tanto prurito in mezzo alla cosce che Gino e io non ti bastiamo più? sei così arrapata a non poter aspettare di incontrare quella puttanella quando andiamo in negozio?’
Lei tenta di ribattere ‘Ma dai amore .. cosa vai …
Non la lascio terminare la frase ‘Amore un cazzo … chi sono io? come mi devi chiamare?’
Mi fissa indecisa le lacrime agli occhi … le trema il mento … si sforza di non piangere ‘Scusami padrona .. pensavo di fare bene …’
‘Pensavi! tu non devi pensare … gli schiavi non pensano .. ubbidiscono e basta! ora ti devo punire … alza il vestito e apri le gambe! forza non farmi aspettare.’
Si tira su il vestito … lo arrotola sui fianchi e apre le gambe … lo schiaffo parte, forte e preciso, colpisce la figa … lei sussulta ‘Ahi padrona … mi fai male.’
‘E cosa credevi? di ricevere una carezza su quella figa da puttana che ti ritrovi? di chi &egrave quella figa? forza rispondi!’
E’ sul punto di piangere ‘La figa &egrave tua padrona.’
‘Appunto la figa &egrave mia, e ne faccio quello che voglio, e tu non la puoi dare a nessuno senza il mio permesso, solo a Gino la puoi dare senza domandarmi il permesso, ma dopo per farti perdonare mi devi leccare la figa, hai capito troia?’
Ed accompagno il mio discorso con un paio di schiaffi ben assestati sulla figa … la porca si sta bagnando, non si lamenta più ed allarga le gambe ancora di più.
‘Voltati e mettiti a quattro zampe … le cosce ben aperte.’
E’ lì di fronte a me, il culo per aria e la cosce spalancate, si vede bene la figa ‘Apriti le chiappe … mostrami il tuo buco.’
Lei appoggia la testa su di una sedia e con le mani si allarga le natiche mostrandomi il buco … passo la mano fra le sue cosce per bagnarla col suo miele … quando &egrave ben bagnata la porta sul buco e spingo.
‘Ohhh padrona! fa piano ti prego … ahhh … mmmmm.’
Ma il buco &egrave ben aperto, col vibratore &egrave stato proprio sfondato e non faccio molta fatica a fare entrare tutta la mano … inizio a scoparle il culo così.
‘Ahhhh … ohhhhh … padrona mia ….. mmmmm … ohhhh … sììììì … che bello … non smettere …’
Muovo la mano sempre più in fretta, l’altra mano si impossessa delle tette, le strizza … le impasta … come se le mungessi … ‘Ti piace eh vacca? sù dimmelo che ti piace .. lo so … sei una troia … guarda come godi porca.’
E lei ansimando risponde ‘Sì … mi piace … sì sono una troia … sì godo come una porca.’
Continuo ad incularla con una mano .. l’altra mano abbandona le tette .. scende sulla figa e stringo forte il clito fra l’indice e il pollice.
Lei inarca la schiena … sollevando e spingendo il culo indietro … freme .. trema … si lamenta …’Ahhhhhh … sììììììì …. godoooooo … ancoraaaa … VENGOOOOO.’
Si accascia incapace di rimanere carponi .. le gambe non reggono … trema come in preda ad una crisi nervosa .. con un rumore di risucchio il culo lascia andare la mano che ritiro … il buco si richiude lentamente … la sostengo e la faccio sedere sulle mie ginocchia … le metto le mano avanti alla bocca ‘Lecca puttana!’ e lei spinge la lingua e mi pulisce bene le mani.
E’ ancora ansimante .. si riprende lentamente .. &egrave rimasta distrutta all’orgasmo … mi fissa .. ‘Padrona ti amo … sono tua … amore mio.’
La coccolo un po’ poi le dico ‘Ora, non te lo meriti … ma ti permetto lo stesso di leccarmi la figa.’
Mi sorride felice ‘Grazie padrona .. sei buona con la tua schiava.’
Si inginocchia fra le mie cosce … avvicina il viso alla figa … spinge la lingua e inizia a leccarmela … le grandi labbra gonfie di desiderio … mordicchia … lecca e succhia il clito .. fa girare la lingua sulle piccole labbra e me la spinge entro la figa.
‘AHHH … sììì .. cosìììì … continua … che bellooooo … fammi godere … non fermarti … ohhh … godooo … cosìììì … brava … Vengooooooo.’
Le scarico in bocca e sul viso tutto il nettare accumulato dalla voglia repressa ….
Rimaniamo così allacciate a lungo … la padrona e la schiava … perché oramai lei &egrave mia … ma la sua schiavitù sarà dolce perché mi &egrave cara … l’amo …
Passa il tempo, il crepuscolo avanza dobbiamo muoverci fra poco arriverà Gino e non voglio farci trovare abbracciate, non &egrave ancora arrivato il momento di fargli capire che ho ripreso il mio posto al suo fianco … che la sua donna sono io e che Vasilissa &egrave la mia schiava … quando lo scoprirà sarà troppo tardi per cambiare le cose

per commenti brubu@yahoo.it In piedi sulla terrazza osservo il sole che sprofonda nelle acque dell’Egeo tingendole di rosso, al mio fianco Vasilissa si aggrappa alla mia mano, la stringe cercando il conforto di una stretta mia, rimane silenziose, temendo di disturbarmi.
Tutto questo mi fa pensare, mi stupisco di constatare come sono riuscita a trasformare una donna per bene, aristocratica e ricca in una sgualdrina, una vera troia … una porca pronta a prostituirsi se glielo ordino.
Se per il momento, non se ne va in giro a farsi scopare ed inculare &egrave solo perché la tengo a freno, ma appena deciderò di lasciarla libera di agire non avrà più ritegno, perché non aspetta altro.
Adesso la controllo totalmente, mi si &egrave assoggettata, &egrave la mia schiava, non ha più volontà propria, lei esegue solo i miei ordini, perfino nella conduzione degli affari, nominalmente &egrave lei la padrona, ma sono io a prendere le decisioni, lei di fatto non possiede più niente.
Penso al nostro primo incontro, quando Gino se l’&egrave portata in casa nostra, presentandomela come la mia nuova padrona, mi sono disperata era la fine di ogni mia possibilità di recuperare il mio rapporto con il mio marito.
Invece non mi ci &egrave voluto molto per scoprire che mi sarebbe stato facile dominarla, ma Gino vegliava ed i miei primi timidi tentativi son falliti miseramente.
Devo ammettere che lei, quando sopportata da Gino, era padrona del mio destino, &egrave sempre stata buona con me e ci siamo affezionate l’una a l’altra, ed ora lei mi ama, e così anche se la domino, la tratto bene, non la umilio mai, e sto attenta a non lasciarla fare qualche fesseria, la punisco severamente se non ubbidisce o se agisce di testa sua senza il mio permesso, ma &egrave solo per educarla, non sono una sadica.
Ora sto pensando alla trasformazione di Gino, non credo che sarà facile, egli &egrave dotato di un forte carattere e sicuramente non potrò prenderlo di petto, ha un solo punto debole, il sesso! … ed &egrave questo che userò per dominarlo … bisognerà fargli provare delle sensazioni sconosciute, degli stimoli nuovi, veramente ho già fatto un primo tentativo, quando gli ho spinto le palline cinesi nell’ano, mi &egrave andata bene, non si &egrave ribellato, anzi mi &egrave sembrato che gradisse la cosa, forse, senza saperlo, egli &egrave bisex?
E’ scesa la sera, la cena &egrave pronta, il tavolo &egrave apparecchiato, le pietanze sono sul carrello, il vino &egrave stappato, aspettiamo solo Gino per metterci in tavola, ed eccolo che arriva, come sempre si &egrave cambiato per la cena, sorride di buon umore, viene a baciarmi e poi bacia Vasilissa, mi sposta la sedia per farmi accomodare, e poi prende posto anche lui, senza aspettare lei inizia a servirci.
Mi aspetto di vedere Gino stupirsi e chiedere spiegazioni, invece non reagisce, non sembra neanche sorpreso, si comporta come se fosse del tutto normale che sia Vasilissa a fare da cameriera e servire in tavola.
Mi guardo bene di mostrare colpita o sorpresa, rimango indifferente, come se tutto ciò fosse normale, invece non lo &egrave, da quando Vasilissa &egrave entrata nella nostra vita, questi compiti sono sempre stati miei, con la coda dell’occhio sorveglio Gino, pronta a intervenire al primo segno di fastidio da parte sua, ma egli non sembra rilevare il cambiamento.
Sono piccole cose, ma il fatto che Gino non si dimostri per niente turbato nel vedere Vasilissa nella parte della cameriera mi incoraggia a proseguire sulla mia strada, ovviamente usando tutta la cautela possibile per non rovinare tutto, non so se avrei un altra opportunità.
Ad ogni modo si accende in me la speranza, di riconquistare il mio posto al fianco di Gino, e di staccarlo da Vasilissa, e per questo sono disposta a spingere la sua trasformazione fino alle conseguenze più estreme, la manderò su ‘La Bella Giusy’ con tre a quattro ragazze, a allietare le crociere di uomini soli.
Non me ne importa niente che Gino e lei siano marito e moglie, e neanche che lui se la scopa, invece mi importa molto di riprendere il mio ruolo accanto al mio marito, perché anche se ho dovuto acconsentire al divorzio, per me Gino &egrave sempre mio sposo.
Tutto questo &egrave un gioco pericoloso, posso vincere tutto, ma potrebbe anche scoppiarmi in faccia col rischio di finire io su ‘La Bella Giusy’ e sicuramente, se dovesse capitare, Vasilissa non me lo perdonerebbe e si vendicherebbe duramente.
La cena &egrave terminata, Vasilissa serve il caff&egrave per Gino e per me, lei aspetta e soltanto quando noi abbiamo bevuto si serve, sembra essersi perfettamente immedesimata nel ruolo della cameriera, rimango a guardare sorvegliando le reazioni di Gino che, stranamente non arrivano.
Mi viene però un dubbio, non vorrei che Gino stesse lì a guardare, aspettando solo una mia mossa sbagliata per distruggermi definitivamente.
Gino una volta bevuto il caff&egrave va a sedersi sul divano, con quel suo sorriso malandrino e malizioso ci guarda e dice ‘Venite qui che voglio baciarvi e sentirvi premute su di me.’ batte le mani sul divano per invitarci.
Quando ci sediamo ci attira contro di sé e inizia a baciarci e a stringerci forte, anche questa volta, mi dà la precedenza come se fosse una cosa normale e Vasilissa accetta di essere relegata in secondo piano senza manifestare il minimo fastidio.
Questi fatti mi danno sicurezza e mi convinco sempre più di essere finalmente riuscita a soppiantare Vasilissa nel cuore e nella mente di Gino, ora piano piano la allontanerò anche fisicamente, trasformerò ‘La Bella Giusy’ in una specie di bordello navigante, a bordo del quale, lei sarà nello stesso tempo, la tenutaria ed una delle prostitute.
Ma questi sono progetti per l’avvenire che richiedono del tempo per essere messi in pratica, intanto mi accontento di dominarla e di tenermela come schiava.
Dopo i baci Gino passa alla carezze sempre più audaci, e non passa molto tempo che ritroviamo nudi tutti e tre, lascio che Vasilissa gli faccia un pompino, mentre io lo bacio spingendo la lingua nella sua bocca e stringendo i suoi capezzoli fra le punte delle mia dita, li stringo, li schiaccio, li tiro, li faccio girare fra le dita, li sento indurirsi e gonfiarsi.
Certo non sono come i miei o quelli di qualsiasi altra donna, ma comunque mi lascia fare, sembra gradire questa novità, lascio la sua bocca, e prendo prima un capezzolo, poi l’altro in bocca, li succhio… li mordicchio … li lecco … sento la sua mano che preme sulla mia nuca, allora mi levo le pinzette dalle tette e le attacco ai capezzoli di Gino, egli sussulta e si lamenta ‘Ahia … che fai?’ ma poi non protesta più.
Incoraggiata, allontano Vasilissa dal sesso di Gino, lo prendo in mano … mi metto a cavalcioni sopra di lui e me lo guido nella figa .. inizio a scoparlo … a volta forte poi piano .. per poi riprendere forte e così via … fino a quando Gino con un movimento brusco mi rovescia sulla schiena e messosi fra le mia cosce spalancate mi cavalca … mi manda in estasi … non capisco più niente .. inizio a lamentarmi a gemere … ‘Ahhhhhh … sìììì … ohhhh … amoreeee ,,,’
Gino fa un gesto a Vasilissa, che subito si muove e viene a baciarmi mettendomi a tacere … e quando meno me lo aspetto egli si ritira, lasciandomi delusa ed ancora piena di voglia insoddisfatta, per afferrare Vasilissa e mettersi a chiavarla, ignorandomi completamente.
Guardo incredule, ma il desiderio &egrave più forte della ragione e senza pensarci inizio a toccarmi, mi accarezzo la figa lentamente, mi si bagna la mano, me la porto alla bocca per leccarla con golosità … mi spingo due dita nella figa e inizio a masturbarmi di brutto … osservo il culo di Gino che va sù e giù mentre chiava Vasilissa .. rimango affascinata.
E’ troppo invitante … non resisto la tentazione &egrave troppo forte … allungo la mano libera e vado a toccare i glutei di Gino …
Egli ha una reazione del tutto inaspettata, senza smettere di scopare Vasilissa afferra il mio polso e sposta così la mia mano dal suo fondo schiena …
Rimango fredda l’eccitazione mi passa all’istante … una domanda si fa strada nella mia mente … che succede? Gino mi respinge!!! … vedo il baratro aprirsi sotto i miei piedi … l’inferno dal quale credevo di essere uscita definitivamente &egrave di nuovo lì ad aspettarmi …
Faccio per allontanarmi ma di nuovo la mani mi ghermisce … questa volta per i capelli … con voce ironica Gino mi apostrofa ‘Ehi troia dove credi di andare … stai qui a guardare la tua padrona godere … che dopo dovrai pulirla con la tua lingua da puttana.’
Sono disperata … vorrei morire all’istante perché questa volta sarà davvero l’inferno … ho giocato ed ho perso … non potevo riuscire Gino mi conosce troppo bene, che ne sarà di me e del bambino che cresce nel mio grembo?
Guidata dalla mano che mi tiene saldamente i capelli, il mio viso si avvicina al pube di Vasilissa, sotto i miei occhi vedo il cazzo di Gino che entra ed esce come un pistone.
‘Bacia la tua padrona puttana … lo sai che &egrave la tua padrona vero?’
Ho la bocca premuta sul monte di Venere, non ho alcuna scelta la bacia .. Gino mi scuote la testa ‘Allora non rispondi .. lo sai chi &egrave la tua padrona … rispondi troia!’
‘Sì lo so …’ riesco a mormorare.
Di nuove mi scuote la testa, tirandomi i capelli più forte ed in tono arrabbiato mi dice ‘Che modo di rispondere &egrave questo? hai dimenticato le buone maniere … rispondi bene o sarà peggio per te!’
Ed io spaventata ripeto ‘Sì padrone mio, lo so chi &egrave la mia padrona … &egrave tua moglie la Signora Vasilissa.’
Per un po’ non dice niente … impegnato come &egrave a scopare Vasilissa che si lamenta … geme la troia … quella puttana sta godendo ed io sono disperata.
‘Ahhhh … sììì … spingiii … amoreeeee .. più forte … ohhh … godooooo .. V ENGOOOOO.’
Gino si ritira da lei e mi mette il cazzo in bocca, senza delicatezza spingendomelo fino in gola soffocandomi ‘Succhia puttana e bada a mandare giù tutto senza perderne una goccia.’ senza pietà mi scopa la bocca … sento suo sperma invadermi la gola togliendomi il respiro … mi viene da vomitare.
‘Ahhhhhhh … VENGOOOO!’
Ansimante mi ordina ‘Ora puliscimi … bene il cazzo … e poi pulisci la …figa della tua padrona.’
Gli lecco il cazzo … dalle palle fino al glande lasciandolo pulitissimo .. poi mi tocca pulire Vasilissa, la quale dimostra di apprezzare la mia leccata.
Gino mi lascia andare ‘Inginocchiati qui i fronte a noi ed ascolta bene che non te lo dirò un altra volta.’

per commenti brubu@yahoo.it E’ una situazione surreale, sono nuda, inginocchiata con le cosce divaricate che lasciano vedere la figa depilata, seduta sui talloni, gli occhi bassi e le mani appoggiate sulle ginocchia, aspetto di conoscere il mio destino.
Loro, Gino e Vasilissa, seduti nudi sul divano, lui che abbraccia strettamente lei, una mano sulla tetta e l’altra sul ventre, e lei che gli si stringe contro, le braccia al collo e la testa posata sulla spalla di lui, che mi fissa con le lacrime agli occhi.
Finalmente Gino si decide a parlare, dal tono della voce capisco che &egrave incazzato di brutto ‘E’ giunto il momento di mettere fine ai tuoi giochetti, ti sei divertita abbastanza, come sempre non ti accontenti mai del risultato raggiunto, vuoi di più … quella tua maledetta mania di essere la prima della classe ed ora guardati! cosa hai combinato … dopo tutto quello che avevi fatto .. i tuoi tradimenti .. le tante porcherie fatte in giro .. grazie a Vasilissa eri stata riammessa nel mondo delle persone per bene e tu cosa fai? provi a distruggerla … meno male che conoscendoti sono rimasto attento alle tue mosse ed ho capito il tuo gioco … allora cosa hai da dire?’
Sono senza parola, annientata sono giunta alla fine e Gino sempre più arrabbiato mi incalza ‘Allora brutta puttana che non sei altro, ti decidi a rispondermi o dovrò impiegare altri mezzi più persuasivi per scioglierti la lingua?’
Scoppio in lacrime, vorrei sparire, fra un singhiozzo e l’altro riesco a mormorare ‘Volevo riconquistarti … perché ti amo …’
Gino scuote il capo … sorride ironico ‘Certo … mi ami … come avrò fatto a non capirlo? … smetti di prendermi in giro brutta troia! … inventa una cosa più credibile … comunque vai in camera tua e rimani lì finché non sarai chiamata .. ed ora fuori dei piedi.’
Mi alzo e, così come sono, raggiungo la mia cameretta, dove da tempo non mettevo più piedi, crollo sul letto in singhiozzi … finché vinta dalla fatica e dall’emozione mi addormento di un sonno agitato.
Mi sveglio che il sole &egrave già alto, ho un tremendo male di testa, subito gli avvenimenti della sera precedente mi tornano in mente … mi arrabbio con me stessa .. sono una stupida .. non potevo accontentarmi della mia posizione? …. NO! dovevo avere di più e così finisce che, non solo non ho niente di più ma perdo anche quello che ero riuscita ad ottenere, mi prenderei a schiaffi.
Mi alzo e vado a provare di aprire la porta … &egrave chiusa a chiave! sono prigioniera … pressata dal bisogno vado in bagno … mi dedico alla mia toilette … mi asciugo per tornare in camera e vestirmi … apro il guardaroba … rimango senza parola … &egrave vuoto … completamente vuoto anche i cassetti della biancheria, ci sono solo fazzoletti e asciugamani.
E così Gino mi ha condannata a vivere reclusa e nuda … una situazione che mi riporta ad un passato che credevo chiuso per sempre … mi fa venire un dubbio e subito mi muovo per controllare, &egrave come temevo, il mio coffanetto porta gioie &egrave sparito, vado in bagno e apro l’armadietto, sono spariti profumi, rossetto, creme e lozioni varie, trovo solo una spazzola per capelli ed un pettine, una pinza per tagliarmi le unghie e un paio di piccole forbici dalle punte arrotondate, tipo quelle che usano i bambini dell’asilo per ritagliare la carta, con quelle al massimo riuscirò a tagliarmi le doppie punte dei capelli, perché credo che passerà molto tempo prima che possa vedere una parrucchiera.
Sembra che Gino abbia paura che potessi farmi del male, se c’&egrave proprio una cosa che non mi passa per la testa &egrave quella di compiere un gesto disperato, perché sarò anche stupida ma non al punto di cercare di porre fine ai miei giorni, finché c’&egrave vita c’&egrave speranza e io spero.
Il tempo passa lentamente, sdraiata sul letto mi annoio, penso a come recuperare un minimo di libertà, mi arrovello il cervello a pensare .. ma ovviamente non concludo niente.
Un rumore! la chiave gira nella toppa … mi siedo sul letto e guardo la porta che si apre … entra Vasilissa, seguita da una cameriera che spinge un carrello con il mio pranzo.
La cameriera esce lasciandoci sole, con voce neutra Vasilissa mi si rivolge ‘Ufficialmente sei ammalata … sei depressa e come ti comporti stranamente, noi temiamo che tu faccia un gesto sconsiderato, perciò sei chiusa in camera.’
Sorride beffarda ‘Ovviamente sono tutte precauzioni adottate per il tuo bene, e tutti sono stati avvertiti di non dare peso alle tue parole, perché non sei in te, quindi &egrave inutile che tu perda il tuo tempo a cercare di impietosire la servitù, tanto tutto quello che potresti dire mi verrebbe riportato immediatamente, ti avevo avvertita, tutto il personale mi &egrave assolutamente fedele, dunque regolati di conseguenza.’
Poi si siede sul letto e mi fissa, scuote il capo ‘Come hai potuto farmi questo? dopo tutto quello che c’era fra di noi, credevo che tu mi amassi ed io … scema … ero pazza di te e tu mi usavi … chissà che cosa volevi fare di me? o piuttosto lo so o almeno credo di saperlo, mi avresti spinta nel letto di un altro uomo per distruggere il mio matrimonio.’
L’ascolto in silenzio e penso che avevo tutt’altre intenzioni, volevo farla finire in un bordello, ecco cosa volevo, ma non credo sia il caso di dirglielo.
‘Allora che mi dici? hai perso la lingua?’
Alzo gli occhi e la fisso, tanto non ci perderò niente, a volta un po’ di faccia tosta serve ‘Tesoro che ti devo dire, una donna gelosa &egrave capace di tutto, e tu ti sei preso il mio marito.’
Lei mi ride in faccia ‘Sei veramente incredibile, io non mi sono preso tuo marito, eri stata tu a buttarlo via .. io mi sono limitata a raccoglierlo per rimetterlo in piedi … invece di essere gelosa, pensa a quello che eri diventata … una prostituta! ecco cosa eri una puttana che batte sui marciapiedi … sei scappata di casa per raggiungere uno sfruttatore, ben sapendo che andavi a fare la puttana! ed hai il coraggio di dirmi che sei gelosa.’
Me la sono cercata … mi sbatte in faccia la verità .. eppure amo Gino e sono gelosa .. sono incoerente, lo ammetto, ma &egrave così.
Lei si alza … &egrave in piedi di fronte a me … sorride e si china .. mi prende il mento fra le dita della destra … mi solleva il viso e mi bacia spingendomi la lingua in bocca.
Mi lascia e dice ‘Ricordati … sei la mia puttana .. la mia troia … comportati da brava vacca e non avrai a pentirtene …’
Fa per uscire .. si ferma e si gira verso di me ‘Ah sì! … quasi mi dimenticavo di dirtelo … voglio trasformare ‘La Bella Giusy’ ne farò un casinò … un bordello navigante, forse potrei imbarcarti, dopo il parto naturalmente, così riprenderesti il lavoro per il quale sei nata, per quanto riguarda il bambino, io mi prenderò cura di lui, come se fosse mio, poverino sarà anche un figlio di puttana ma non ne ha colpa, capisci non può crescere in un bordello, oppure accanto ad una madre che si prostituisce.’
Detto questo esce e mi lascia ancora più disperata di prima, anche il bambino che cresce nel mio grembo si porterà via.
Ma il corpo ha le sue esigenze e la fame si fa sentire, così mi decide a pranzare, cazzo hanno proprio paura di vedermi fare una fesseria, piatti, bicchieri, posate, tutto di plastica, ho appena finito di mangiare che arriva la cameriera, mi fa un sorriso gentile, sparecchia e porta via tutto, avendo cura di chiudere la porta a chiave.
Ho una brutta sensazione, sarà una fissazione mia, ma mi sento osservata, mi guardo in giro, esamino pareti e soffitti, ma non vedo niente di speciale, eppure sono certa che mi osservano.
Bene! vogliono guardare, allora bisogna fare in modo che non si annoino … li voglio fare divertire.
Mi stendo sul letto, scosto le cosce e dico ad alta voce, nel caso avessero anche il sonoro ‘Guardatemi la figa, bella depilata così la vedete meglio.’ l’apro scostando le grandi labbra ‘Vedete &egrave già gocciolante … &egrave eccitante vero?’
Inizio ad impastarmi le tette lentamente ma con impegno, mi bagno le dita col miele della figa per accarezzarmi i capezzoli, facendoli indurire ed ergersi in cerca di carezze, mi sto eccitando … al diavolo! voglio godere!… voglio il mio piacere!
Ma non ho fretta … voglio fare durare l’attesa .. voglio prolungare il godimento … voglio arrivare all’orgasmo soltanto quando resa folle dal desiderio non sarò più capace di fermare la mia mano.
Mi sollevo le tette e abbassando il viso riesco a prendere fra le labbra i capezzoli … li lecco .. li succhio … li mordicchio …. mmmmmm che bello …
Lascio le mie mani vagare sul mio corpo … lo sfiorano leggermente … brividi di piacere mi percorrono … riporto una mano sulle tette quando l’altra raggiunge la patatina.
Ora sto con la mano posata a conchiglia sul mio sesso .. i lenti movimento del polso che muovono le due dita infilate nelle figa stuzzicano il clito, sul quale tengo premuto il palmo della mano.
Tengo gli occhi chiusi, la mano sinistra impasta le tette e vezzeggia i capezzoli, la mano destra sulla figa .. mi masturbo piano .. un godimento infinito .. spalanco le gambe … sollevo il bacino … lunghi fremiti partono dalla figa … vanno a toccare le tette e poi raggiungono il cervello … non resisto più … sono persa … sento il piacere salire inarrestabile … l’orgasmo violento come le onde di un mare in tempesta mi travolge ed urlo ‘VENGOOOOO.’

per commenti brubu@yahoo.it i giorni passano, sempre uguali, ne ho perso il conto, ho perso la nozione del tempo, se non avessi il mio orologio, non saprei neanche più che giorno &egrave, tanto non fa differenza.
Vedo solo due persone, la cameriera che mi sorride sempre gentilmente, ma non mi rivolge la parola, e quella volta che ho tentato di parlarle non mi ha risposto, e poi Vasilissa, viene tutti i giorni, oramai conosco il cerimoniale.
Lei entra e si spoglia, una volta nuda si siede sul letto, ha un frustino da equitazione, ci scommetterei che questa &egrave un idea di Gino, sta lì con le cosce scostate e mi chiama.
‘Vieni qui schiava a baciare i piedi della tua padrona, leccali bene poi ti permetterò di baciarmi la figa.’
E io mi inginocchio ai suoi piedi, li bacio e li lecco finché con un calcio mi allontana, e questo &egrave il momento, devo baciarle la figa e leccarla, provo a resistere ma non c’&egrave niente da fare mi eccito e mi bagno, la mente non vuole … ma la figa va per conto suo e si allaga.
La odio quando mi ordina di succhiarle il clito perché &egrave una delle cose che mi eccitano di più, la succhio, la lecco e la mordicchio .. ma devo stare attenta, se stringo i denti troppo forte mi arriva una frustata sulla schiena o sui glutei che mi lascia il segno per tre o quattro giorni.
Poi pretende farsi leccare le tette e succhiare i capezzoli, tutte cose che mi piacciono, ma quando tento di baciarla mi respinge ‘Non si baciano le puttane .. non provare a baciarmi.’
Insomma la troia si diverte alle mie spese, perché quando ha provato l’orgasmo … mi respinge e mi lascia lì con la mia voglia che mi mangia il grembo.
E poi succede una cosa che non avevo previsto, ma mancano le sue carezze .. mi manca il suo affetto .. e mi manca Gino, ma oramai ci dovrò fare l’abitudine.
Il tempo passa .. i nostri ventri incominciano a arrotondarsi … sono arrivati in visita i genitori di Gino con i ragazzi, e tutti fanno grandi feste a Vasilissa, chi per la gioia di un nuovo nipotino. … e chi per l’arrivo di un fratellino o di una sorellina .. per me sono giorni di malinconia e di tristezza, non li ho visti, ma so tutto perché Vasilissa mi tiene al corrente dettagliatamente degli avvenimenti, lo fa con un piacere sadico ben sapendo quanto male mi fa.
Ma tutto ciò a fatto nascere nella mia mente un altra preoccupazione, che ne sarà del bambino che porto in grembo, so già che me lo porterà via e che non lo vedrò più, ma come verrà trattato? come un figlio o come un intruso, anche lui &egrave figlio di Gino.
Ho fatto la doccia, mi sto asciugando e mi osservo nello specchio, quello che vedo non mi piace per niente, a quando sono rinchiusa non ho più potuto depilarmi, mi sembra di essere una selvaggia, la figa nascosta a un bosco che non riesco a sfoltire con quelle forbicine, ciuffi di peli sotto le ascelle e le gambe pelose, e come se non bastasse, non ho crema idratante, ho la pelle secca, le mani e il viso invecchiati, i capelli in disordine, non basta spazzolarli, hanno bisogno di un po’ di cura, un buon shampoo ed un balsamo.
Sono scoraggiata non vedo una luce, neanche un briciolo di speranza, mi viene da maledire il giorno in cui Gino decise di fare una vacanza vera, tre settimane in un villaggio turistico, lo fece per farmi felice, perché a quel tempo ci amavamo, anni di amore e di felicità che, con la mia stupidità, sono riuscita a distruggere in meno di un mese, in certi momento vorrei morire, chiudere gli occhi e non svegliarmi più.
Sono lì, immersa nei miei tristi pensieri, quando arriva Vasilissa, guardo l’ora, &egrave fuori orario, mi domando quale brutta sorpresa mi aspetta, vedo che si &egrave portata dietro un borsone, cosa sarà?
Stranamente, invece di spogliarsi e di sedersi sul letto, apre il borsone e mi ordina ‘Prendi un asciugamano e stendilo sul letto, vai in bagno, riempi un catino d’acqua tiepida e portalo qui.’
Faccio come mi dice ed aspetto ‘Sdraiati e apri le gambe.’ ubbidisco e guardo cosa sta per fare, vedo che tira fuori dal borsone un pennello, una bomboletta di schiuma da barba, pettine, forbici e rasoi usa e getta.
Inizia dalla figa, la bagna, pettina, sforbicia e spruzza la schiuma da barba, poi rade, deve fare un secondo passaggio per farla ritornare bella liscia, poi mi fa alzare le braccia e mi rade sotto le ascelle, ed infine con una di quelle macchinette che strappano i peli dalla radice, mi depila le gambe, le inguini e le natiche … sono tornata liscia, non mi pare vero.
Mi ordina ‘Alzati… andiamo in bagno,’ in silenzio ubbidisco, mi mordo la lingua per non fare domande, ma inizio a capire che meno parlo, meglio &egrave.
Mi fa piegare il busto sopra il lavandino e mi lava i capelli, finalmente uno shampoo decente che non mi secca i capelli e infine, quando ancora sono bagnati, il balsamo.
Tutte queste cure inattese mi fanno ben sperare, chissà che abbiano deciso di mettere fine alla mia reclusione e di riportarmi ad una vita normale.
Mi fa sedere e con l’uso di una pinzette mi sfoltisce le sopracciglia e le ridisegna, con la crema mi massaggia il viso e il collo, mascara sulle palpebre e un rossetto leggero sulle labbra, prende uno specchio, me lo mette davanti al viso ‘Guardati! allora che te ne pare?’
Vedendomi sorrido … mi sembra di rinascere … mormoro ‘Grazie …’ non so cosa dire .. sarò stupida ma mi emoziona vedermi così.
Mi sorride ‘Allora ti piace?’
‘Sì mi piace … ancora grazie.’
Ed ora mi arriva un colpo .. peggio di una sberla in pieno viso ‘Sai abbiamo pensato che una puttana deve essere bella per attirare i clienti, così d’ora in poi, tornerai dalla parrucchiera e dall’estetista, frequenterai la palestra ed il bagno turco, però non farti illusioni inutili, per il resto vivrai e dormirai qui, non metterti strane idee in testa, Gino mi ha detto di avvertirti che, se fai storie svelerà ai tuoi genitori chi sei veramente, hai capito bene?’
Mi butta addosso una vestaglietta ‘Copriti, sono stanca di vederti nuda.’
Per un attimo mi ero illusa di essere uscita dall’incubo, invece no! tutto era fatto a scopo utilitario, Vasilissa me lo aveva sbattuto in faccia senza riguardo … una puttana deve essere bella per attirare i clienti … in parole povere, la merce deve essere presentata bene per essere venduta … sarà tutta colpa mia, ma non &egrave possibile non lo sopporto più .. non voglio tornare ad essere un oggetto nelle mani di uomini che acquistano il mio corpo, voglio farla finita.
Prendo un lenzuolo, con la mia forbicina faccio un taglio e strappo una striscia di stoffa che attorciglio per farne una corda, salgo su una sedia e leggo quella corda improvvisata al lampadario, mi leggo l’altra estremità al collo e con un calcio allontano la sedia.
Cado nel vuoto, provo come un colpo doloroso al collo, mi sento soffocare, perdo i sensi e sprofondo nel buio.
Torno in me lentamente, sono distesa, accanto a me ci sono Vasilissa in lacrime e Gino che mi guarda preoccupato.
Vasilissa mi tiene leggermente sollevata appoggiano un bicchiere sulle mie labbra, mi stringe al suo seno, comunicandomi una sensazione di tiepida morbidezza, mi bacia sulla fronte e mormora ‘Bevi un sorso d’acqua, ma cosa ti sei messa in testa, volevi morire … invece mi farai morire dal dispiacere e dallo spavento, ma cosa ti ho fatto di male per meritarmi tutto questo?’
‘Lasciala stare.’ interviene Gino ‘Non vedi che &egrave ancora suonata, meno male che l’hai vista subito. non ha fatto in tempo a rompersi l’osso de collo, cazzo che stupida! solo guai &egrave capace di causare, io la manderei via che vada a fare danni altrove.’
Ancora una volta &egrave Vasilissa a salvarmi, chissà perché lo fa, non potrei biasimarla se mi abbandonasse al mio destino ‘Ma Gino amore, come facciamo a mandarla via in queste condizioni, e poi credo che sia pentita di tutto, senno non avrebbe tentato di impiccarsi.’
Gino si stringe nelle spalle e burbero risponde ‘Fa pure come vuoi, occupatene tu, ma non lasciarla sola, non voglio che si ammazzi in casa nostra.’
Mi si avvicina e mi fissa ‘Cazzo, quando &egrave che metterei la testa a posto, non &egrave bastato cambiarti l’identità …. bisognava cambiarti dentro … ma questo lo puoi fare solo tu.’
Abbasso lo sguardo e malgrado il dolore, riesco a mormorare ‘Mi ci proverò te lo prometto.’
Scuote il capo incredule ‘Ti crederò quando lo vedrò.’ detto questo esce dalla mia camera, lasciando Vasilissa a farmi compagnia.
Per tutto il giorno Vasilissa mi &egrave rimasta accanto, mi sistemava il cuscino, mi copriva per tenermi al caldo, si preoccupava di sapere se avevo sete o fame, cercava di prevenire i miei desideri, mi coccolava, accarezzandomi il viso e baciandomi la fronte, le guance o le labbra, mi faceva sentire veramente una carogna, e mi chiedevo come avevo potuto voler il suo male.
Quando &egrave giunta la sera, &egrave venuto Gino, ha cenato assieme a noi, non si &egrave interessato molto a me, ha solo chiesto a Vasilissa notizie sulla mia saluta, poi mi ha quasi ignorata, ora &egrave arrabbiato, ma lo conosco, gli passerà, verso le 10 se n’&egrave andato lasciandoci sole.
Vasilissa mi ha accompagnata in bagno, ci siamo preparate per la notte e ci siamo messe a letto, eravamo nude tutte e due, lei mi ha stretta a sé, le sue mani che mi sfioravano leggere, il tepore e la morbidezza del suo corpo hanno risvegliato il mio desiderio, ma non osavo prenere alcuna iniziativa.
E’ stata lei che ha iniziato ad impastarmi le tette ed a titillarmi i capezzoli, mi ha baciata spingendomi la lingua in bocca, mi ha messo la mano sulla figa stringendo il clito fra le dita e dicendomi ‘Irene ma quanto sei cretina! avevi me … potevi avere Gino, era pronto a dimenticare tutto e tu cosa vai a combinare?’
Non posso rispondere … ansimo … ho il fiato corto .. sollevo il bacino … voglio godere … e lei ora mi spinge tre dita nella figa … mi manda in estasi …
Lei si diverte a masturbarmi … sa che ora mi domina e tra un bacio e l’altro mi mormora all’orecchio ‘Accidenti Irene … sei proprio una puttana … un paio di baci e quattro carezze e sei allagata … che troia che sei … una porca … non c’&egrave che dire,’
E io ascolto … non ho la forza di rispondere … non ragiono più … o meglio ragiono solo con la figa … fluttuo nell’aria … sento il ventre contrarsi …. vere e proprie esplosioni di piacere mi squarciano il corpo e la mente … sento la sua voce distante come un sussurro nel vento …
Mi dice ‘Sei la mia troia … la mia puttana … una porca tutta per me … la mia schiava per sempre hai capito bene?’
Annuisco ed in un soffio dico ‘Sì ho capito.’
Un forte schiaffo sulla figa mi colpisce ‘E’ così che mi rispondi? dai rispondimi bene!’
Sussulto ‘Ahia … sì padrona ho capito.’
E così firmo la mia resa .. ho perso la mia guerra … sono stanca di lottare … meglio la schiavitù in pace che una lotta senza speranza.
Mi concentro sulle mie sensazioni … il piacere sale … improvvisamente l’orgasmo mi travolge lasciandomi senza fiato .. priva di difesa completamente vulnerabile … lei lo sa e mi incalza.
‘A chi appartieni? cosa sei tu? di chi &egrave quella figa da puttana?’
Ed io mi consegno ‘Sono tua padrona, la figa &egrave tua, sono la tua troia, sono la tua puttana, sono la tua porca padrona:’
Mi bacia e poi mi ice ‘Brava ricordati, sei mia e faccio di te e della tua figa quello che voglio, posso anche farti scopare da chi voglio io, sarebbe divertente e eccitante vederti, ora leccami la figa e poi dormiremo.’
Ed io le lecco la figa, gustano iò suo sapore, respirano il suo profumo di donna eccitata, lei viene e mi riempie la bocca del suo piacere.

per commenti brubu@yahoo.it Oramai sono rassegnata, sono stanca di combattere inutilmente, sono stanca di sbagliare sempre, ripenso a tutte le volte che ho creduto di aver concluso qualcosa per poi ritrovarmi con un pugno di mosche in mano.
Ora sono definitivamente sconfitta, e come tutti gli sconfitti sono la schiava dei vincitori, una schiava un po’ speciale a dire il vero, usata solo per il loro piacere, la puttana, la troia, la porca sempre a loro disposizione.
Ho cambiato camera, quella nuova &egrave più grande, &egrave un monolocale, c’&egrave un terrazzino riparato dagli occhi indiscreti, dove vado a prendere il sole nuda, ed &egrave il loro bordello privato, non ne esco mai, settimanalmente viene la parrucchiera e l’estetista, servizio a domicilio, non vado neanche più in palestra, perché ho una cyclette, una pedana vibrante ed una panca attrezzata.
I pasti mi vengono serviti in camera, sempre dalla solita cameriera, sorridente e gentile ma che parla poco, un saluto oppure una considerazione sul tempo che fa, &egrave addetta al mio servizio, nel senso che oltre a servirmi i pasti, &egrave anche incaricata della pulizia del mio appartamentino e del cambio della biancheria.
Devo ammettere che fisicamente non mi manca niente, anzi sono sempre molto premurosi per quanto riguarda la mia salute ed il mio aspetto … mi fa ricordare quella volta quando Gino mi disse … se devo vivere con una puttana almeno che sia una bella puttana … e devo constatare che non ha cambiato opinione.
Ho molto tempo libero a mia disposizione, un po’ lo passo a guardare la TV, ho un computer e un intera biblioteca, ma &egrave stato Gino a scegliere i libri, così sugli scaffali ci sono ‘Fanny Hill’, ‘Emmanuelle’, ‘Il Delta di Venere’, ‘Le età di Lulù’, ‘L’histoire d’O’ e così via, questo &egrave il tipo di letteratura che mi &egrave permesso di leggere.
Molte volte sto lì, sdraiata sul letto, con addosso solo la vestaglietta, a guardare il vuoto ed a pensare alla mia vita, ancora oggi a distanza di tempo, non riesco a capire quale demone mi ha spinta a rovinarmi l’esistenza in quel modo, venti anni, tra fidanzamento e matrimonio, di amore e di felicità distrutti in un mese di tempo, una donna per bene trasformarsi in una sgualdrina, al punto di fuggire per raggiungere uno sfruttatore e prostituirsi, una domanda ricorrente … sempre senza risposta …ma chi me l’ha fatto fare?
Dopo il mio tentativo di suicidio, sono costantemente sorvegliata, sospetto di essere osservata anche dalle guardie, proprio quelle che ci scortavano quando assieme a Vasilissa si andava in città, non ne sono sicura, ma ho la sensazione di essere osservata 24 ore su 24.
Il fatto &egrave che sul computer &egrave montata una web cam costantemente accesa che mi riprende, ma &egrave a senso unico, io non vedo niente.
Ogni tanto sento la voce di Gino, come proprio adesso ‘Ciao troia, togliti quella vestaglia che voglio guardarti nuda con le gambe aperta … forza mostrami la tua figa da puttana.’
Non mi resta che fare come egli mi ordina, mi levo la vestaglietta e mi sdraio aprendo le gambe mettendo in mostra la mia figa.
‘Brava porca, ora accarezzati le tette e toccati la figa … poi prendi il tuo vibratore e scopati … fammi vedere quanto sei troia.’
Ancora prima di toccarmi, ascoltando Gino mi sto bagnando, egli ha proprio ragione, sono davvero una troia assatanata di sesso.
Basta un attimo e mi sono sbarazzata della vestaglietta, mi impasto le tette, lecco e insalivo per bene il vibratore …. me lo infilo nella figa acceso a bassa velocità … mi fa tremare la figa dentro … mamma che goduria! abbasso il viso e mi sollevo le tette … le bacio .. le lecco … stringo i capezzoli fra le labbra … li succhio .. li titillo con la punta della lingua .. li mordicchio .. sollevo il bacino muovendolo come se prendessi davvero il cazzo …. godo come una cagna in calore … gemo e mi lamento non posso trattenermi … e mugolando vengo allagando il letto sotto di me.
Si apre la porta, entra Vasilissa, si spoglia in fretta e si mette a cavalcioni sul mio viso .. preme la sua figa depilata sulla mia bocca … una sola parola ‘Lecca.’ ed io spingo la lingua … raccolgo il suo nettare che bevo golosa.
Intanto la voce di Gino mi incalza … mi penetra nel cervello eccitandomi ancora di più ‘Ti piace leccare la figa eh! sei proprio una gran puttana … forza troia voglio vederti godere .. voglio sentirti urlare quando vieni … dai scopati più forte .. sfondati quella tua figa da zoccola.’
Ed io impazzisco, Vasilissa mi viene in bocca mandandomi in estasi, si sposta apre il comodino e prende lo strap-on se lo mette, e così senza preliminari mi toglie il vibratore dalla figa e inizia a scoparmi, il fallo di gomma &egrave notevolmente più lungo e più largo del vibratore, per mia fortuna sono allagata ed entra senza farmi troppo male … inizia a scoparmi di brutto … quasi uno stupro tanto &egrave violente … ma godo e sento montare un altro orgasmo.
Ma la mia giornata ‘lavorativa’ non termina così, sono ancora ansimante con il fiato corto, che arriva Gino, non fa complimenti, si spoglia per essere più comodo .. lo guardo e vedo il suo cazzo svettare come un pennone, non c’&egrave niente da fare, vederlo così mi emoziona.
Si piazza fra le mie cosce, un forte colpo di reni e me lo mette dentro fino al collo dell’utero, mi mordo le labbra per non gridare, lo stringo fra le cosce e gli cingo la vita con le mie gambe.
Chiudo gli occhi, non penso più a niente, questo per me &egrave un momento magico, loro non lo sanno, ma adesso non sono più la puttana, la troia, la porca utilizzata per il loro piacere, mi ritrovo riportata indietro nel tempo, faccio l’amore con il mio uomo, torno ad essere la sposa innamorata e felice.
Credo che se lo sapesse, Gino non mi scoperebbe mai più, ed &egrave proprio questo che non vorrei, nella mia disgrazia &egrave questa la mia consolazione, per un momento, ogni giorno o quasi, ho quel attimo di felicità che mi da la forza di sopportare il resto.
Mi &egrave difficile nascondere le mie reazioni, ma loro vedendomi contenta e felice, credono di essere riusciti a soddisfare sessualmente la puttana che sono.
Ne nasce un altro problema, non vorrei, ma mi sto attaccando morbosamente a loro ed il disprezzo di Gino mi ferisce sempre più, ma anche questo lo devo tenere nascosto.
Mi consolo osservando, mattina e sera, il mio ventre che ora sta assumendo un aspetto che dimostra decisamente il mio stato, me lo accarezzo immaginando che il piccolo essere che cresce in me possa sentire il tocco delle mie mani e gli parlo per dirgli tutto il mio amore e la mia preoccupazione per il suo futuro.
I miei rapporti con Vasilissa cambiano, lei viene, ci abbracciamo e ci baciamo, ci scambiamo coccole, ci confrontiamo i nostri rispettivi pancioni e le nostre tette gonfie, non pensiamo più a dominarci l’un l’altra, ritroviamo l’affetto e l’amore reciproco.
Sarà la nostra comune condizione ma non pensiamo più esclusivamente al sesso, non che lo disdegniamo, ci accarezziamo ancora per procurarci il piacere dei sensi, ma non &egrave più lo scopo dei nostri incontri.
Anche l’atteggiamento di Gino cambia con la crescita del mio pancione, ora mi tratta come una persona non più come una cavalla da monta, si informa della mia salute ed ha anche qualche gesto gentile, una carezza sul viso, oppure un bacio veloce sulla guancia.
Oggi Vasilissa, quando &egrave venuta mi ha portato tutto l’occorrente per vestirmi, un tailleur pre maman, i collant, le scarpe con un accenno di tacco e la biancheria intima … sono rimasta stupita, lei vedendomi sorpresa ha riso e mi ha detto ‘Amore, devi vestirti bene, perché oggi pomeriggio usciremo, Gino ci accompagnerà in clinica, ci visiterà il ginecologo, poi visto che siamo già in città faremo una visita al negozio … ti va?’
Non ho potuto trattenermi, l’ho abbracciata piangendo, ci siamo baciate ed abbiamo pianto assieme, mormorandoci parole d’amore.
Vado in bagno, mi faccio la doccia, mi libero la vescica e, con un bel clistere, anche l’intestino, mi faccio il bidet, mi asciugo, un trucco leggero e torno in camera per vestirmi.
Mi guardo allo specchio, &egrave passato così tanto tempo da quando mi sono vista vestita in questo modo, che quasi non mi riconosco, vedo l’immagine di una bella signora, della buona borghesia, in dolce attesa.
Quando penso che, se non avessi dato retta alla mia folle voglia di trasgressione, così sarei sempre stata, mi prenderei a schiaffi, ma oramai quello che &egrave fatto &egrave fatto, sospiro e mi avvio per uscire.

per commenti brubu@yahoo.it Ed ecco la clinica, faccio in fretta a capire che &egrave una clinica per ricchi, l’ambiente &egrave lussuoso e le infermiere carine ed impeccabili nelle loro divise bianche; Gino va a scambiare poche parole con la ragazza seduta al banco che su trova nell’atrio.
Lei gli sorride, non lo vedo, dalla mia posizione il banco le nasconde le mani, ma suppongo che preme un tasto, perché quasi immediatamente si materializza un infermiera che ci invita a seguirla, ci fa accomodare in un piccolo salotto, pregandoci di aspettare un attimo.
E’ veramente un attimo, arriva il medico, un signore distinto di circa sessant’anni, ci saluta, alle donne il baciamano, a Gino un energica stretta di mano.
Ci accomodiamo nello studio, il dottore compila le cartelle, rimango di sasso quando si tratta di compilare la mia, non sono registrata come Irene ma come Giusy, guardo Gino interdetta ma egli si limita a sorridermi.
Le sorprese non finiscono qui, mi accorgo che su tutte e due le cartelle, Gino figura come il padre dei futuri bambini, chissà quali intrallazzi? ma non me ne curo.
Vasilissa e Gino si divertono molto nell’osservare le mie reazioni.
Il dottore ci manda a spogliarci dentro delle cabine che mi ricordano quelle dei negozi di abbigliamento, ci aspettano due lettini, divisi da un paravento, muniti di staffe, faccio prima di Vasilissa, e quindi il dottore inizia da me, mi fa mettere in quella posizione oscena, chiamata posizione ginecologica, non mi ci abituerò mai, mi sento a disagio, non per il dottore, egli &egrave abituato, &egrave il suo mestiere esaminare le donne, chissà quante fighe avrà visto nella sua vita? ma per la presenza di Gino.
Il dottore si infila i guanti di gomma, ed inizia a trafficare nella mia figa, poi si toglie i guanti e mi palpa le tette alla ricerca di eventuali noduli, ho una reazione fisica, incomincio a bagnarmi, vorrei sparire dalla vergogna, invece il medico, si comporta in modo professionale, ignora il fatto, finisce la visita e mi invita a rivestirmi, e passa a visitare Vasilissa.
Arriva un infermiera, mi punge la punta di un dito per prelevare una goccia di sangue su di un vetrino, mi consegna un barattolo di plastica … domani mattina, a digiuno, dovrò riempirlo di pipì e farlo riconsegnare in giornata, finisce col misurarmi la pressione .. per ora &egrave terminato.
Intanto un altra infermiera si prende cura di Vasilissa, anche lei riceve il suo barattolo per farci la pipì e le misurano la pressione.
Il dottore sembra soddisfatto, per il momento non ci prescrive medicine, si limita a consigliarci una dieta ricca di calcio, adatta alle nostre condizioni, non ci vieta di fare sesso, ma ci raccomanda di metterci sempre in una posizione tale da evitare il peso di Gino sulla nostra pancia.
Uscite dalla clinica, Vasilissa ed io, ci prendiamo a braccetto e ce ne andiamo verso il negozio, dove Gino verrà a riprenderci più tardi.
Entriamo nel negozio, le nostre commesse, felici per questa visita inattesa, ci vengono incontro sorridenti, baci ed abbracci, per godere di un po’ di intimità, Vanessa ed io ci chiudiamo in un camerino.
Le nostre labbra sono incollate, le nostre lingue sono intrecciate, mescoliamo le nostre salive, le palpo il culetto, la figa e le tette mentre sento le sue mani accarezzare le mie di tette ed il mio pancino, non &egrave ancora gonfio, ma &egrave comunque già rotondo, non ci mettiamo molto a rimanere senza mutandine, a masturbarci a vicenda ed a raggiungere l’orgasmo.
Ma il nostro incontro non può prolungarsi troppo, ci sono le clienti nel negozio e poi a un momento all’altro può arrivare Gino per riportarci a casa.
Dopo questo piacevole intermezzo, torniamo a casa, mi guardo bene di porre domande, preferisco illudermi aspettando di sapere come si metteranno le cose.
Arriviamo a casa ed ecco la sorpresa, scendiamo dalla macchina e Vasilissa mi si attacca a braccetto, e quasi trascinandomi, mi accompagna in sala da pranzo … il tavolo &egrave apparecchiato per tre, sembra che anche questa volta la scamperò dall’inferno … ringrazio la mia buona stella e d’impulso stampo un bacio sulla guancia di Vasilissa.
Lei mi sorride e mi sussurra ‘Spero che farai la brava questa volta, mi sono stancata di litigare con Gino per causa tua, d’ora in poi, se fai ancora dei capricci o delle stronzate ti dovrai arrangiare da sola.’
Non rispondo, mi limito ad una stretta della mano sul suo braccio, non potrei parlare, ho come un nodo che mi stringe la gola.
Ceniamo e dopo, quando rimaniamo soli, Gino mi si rivolge serio ‘Ascoltami bene, ho deciso di dare retta a mia moglie, lei ti vuole bene, direi che ti ama, anche se non te lo meriti, voglio dimenticare il passato, voglio perdonarti, rimarrai con noi, crescerai il nostro figlio e non ti mancherà mai niente, ma ricorda che questa &egrave l’ultima tua occasione, se sgarri ti mando via e mi tengo il bambino, ti &egrave chiaro?’
Veramente, più chiaro di così non si può, annuisco e mormoro ‘Sì mi &egrave chiaro.’
Sono tornata a vivere con loro, Gino sa del rapporto che ci lega Vasilissa e io, d’altra parte non lo nascondiamo, ci amiamo in presenza sua e lo spettacolo lo eccita molto, siamo il suo harem, ed i nostri piccoli diversivi lo lasciano indifferente.
Regolarmente ci rechiamo in città e visitiamo il negozio, questo non solo per il piacere di ritrovare le nostre amanti, ma anche per motivi più venali, dobbiamo vedere i fornitori per scegliere le novità, sia oer il reparto lingerie che per il sexy shop.
Ovviamente non perdiamo l’opportunità di approfittare dell’occasione per abbandonarci ai piaceri saffici, che ci procurano le nostre deliziose e devote commesse.
Sono certa che Gino sospetta che ci divertiamo con le commesse del negozio, ma non accenna al fatto, probabilmente ritiene che i giochetti saffici ci tengono lontano da altro tipo di tentazione.
I bambini sono nati, un maschietto per ognuna, e non passa un anno che di nuovo siamo incinte tutte e due, ma lui sembra molto soddisfatto di questo fatto, ho l’impressione che egli voglia farci fare un figlio all’anno per tenerci occupate, così non avremmo tempo per fantasie strane.

per commenti brubu@yahoo.it

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