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Trio

La barca

By 26 Ottobre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Racconto – LA BARCA
Prima parte

Era fine giugno, ma a Palermo l’estate sembrava essere cominciata gia’ da molto tempo.
Il caldo era forte, il mare vicino ed invitante.
Lino stava facendo queste riflessioni in un tardo pomeriggio, seduto alla scrivania dell’ufficio dove lavorava. Mancava ancora piu’ di un mese alle vacanze, quest’anno sembravano non arrivare mai.
In due settimane le scuole sarebbero terminate e le bambine sarebbe state a casa tutto il giorno, impegnando sua moglie a tempo pieno.
Quest’anno non c’erano esami in vista, per cui, gli ultimi giorni di scuola sarebbero stati una pura formalita’.
Accidenti, aveva proprio voglia di passare un paio di giorni al mare con sua moglie Rita, come quando erano fidanzati, tanti anni prima. Non voleva aspettare sino ad agosto.
E perche’ non farlo? Dopotutto sua sorella aveva sempre dato la sua disponibilita’ ed aiuto nel tenere le bambine, sarebbe stato solo una questione di 2-3 giorni.
La sera ne parlo’ a casa. Attese che le bambine fossero anadate a dormire e che Rita lo raggiungesse a letto. Quando lei gli fu accanto, Lino si accosto’ infilando una mano nella scollatura della sua camicia da notte (piuttosto corta e leggera d’estate). Prese ad accarezzarle un seno e le disse: – Che ne dici se ce ne andassimo qualche giorno al mare? Solo noi due.-
R ‘ Ma come facciamo? E le bambine?
L ‘ Le puo’ tenere mia sorella, ce lo chiede sempre. Dai e’ solo per 2 giorni.
R ‘ Sai che non mi piace lasciare le bambine ‘ una pausa (Lino sentiva che le sue carezze stavano facedole effetto).
L ‘ Allora?
R ‘ E dai, lo sai che se fai cosi’ poi mi piace.
Nelle sue dita il capezzolo della moglie si era indurito e lei cominciava a respirare piu’ velocemente.
L ‘ Si, lo so. Allora?
R ‘ Va bene, parla con tua sorella. Ora pero’ non ti fermare.
Non era alta Rita, ma aveva un corpo proporzionato ed un bel seno pieno con dei capezzoli grandi e scuri. A Lino poi, piaceva moltissimo il suo sedere ed ogni volta che lo accarezza, immancabilmente la sua eccitazione saliva alle stelle.
Anche quella sera non si fermo’. Le tolse la corta camicia da notte, le scosto’ le gambe e la sua bocca si apri’ sulla sua vulva, la lingua si fece strada tra i peli rossi che nascondevano la fessura mentre le mani si infilarono sotto il sedere, una per natica sollevandola ed aprendola per poterla penetrare piu’ profondamente con la lingua. L’orgasmo sopraggiunse rapido, forte come sempre.
Nei giorni che seguirono Lino si organizzo’ velocemente. Voleva fare in fretta per evitare la folla dei turisti che, presto, avrebbero invaso le spiagge.
La sorella acconsenti’ felice di tenere le bambine per un intero week end.
Lui fece un paio di telefonate (voleva andare in un posto non troppo lontano, ma anche bello e non troppo affollato), decise per una piccola isola delle Egadi: Marettimo. Trovo’ una pensione.
Il venerdi’ successivo erano sul traghetto. Approdarono a Marettimo nel primo pomeriggio. L’isola era bellissima ed ancora in massima parte disabitata. Presero alloggio nella pensione e si prepararono all’anticipo di vacanza che si erano guadagnati. Lino era impaziente di uscire e di tuffasi in quel mare di smeraldo, ma Rita fu irremovibile e pretese di aprire i bagagli. Lui, gia’ col costume indosso si sedette a guardarla, non che ci sarebbe voluto molto, e la cosa non gli dispiacque dato che lei, dopo aver riposto le loro cose nell’armadio e nella cassettiera incomincio’ a spogliarsi per indossare, a sua volta, il costume. Gli dave le spalle e non si avvide che l’attenzione di lui fu, in breve, catturata dall’innocente spogliarello che lei gli offiva.
Si senti’ presa e spinta verso il letto, fu colta all’improvviso e non fece in tempo a reagire trovandosi, in breve, sdraiata a pancia sotto, le mutandine abbassate e le mani di lui che le aprivano le natiche spingendosi in mezzo alle sue gambe.
Rita ‘ Che modi….? ma non riusci’ ad dire molto di piu’. La lingua del marito la raggiunse nel punto piu’ sensibile, fu come una scossa. La sue mani si aggrapparono alla coperta ed incomincio a gemere…..
Un’ora piu’ tardi, rinfrescati da un’abbondante doccia, uscirono e si diressero vero il mare.
Era una piccola isola, molto rocciosa e l’unica spiaggia raggiungibile a piedi dal paese, piuttosto ampia, non aveva traccia di sabbia, solo ciotoli scuri che facevano sembrare l’acqua del mare come fosse nera.
Dopo sole poche ore sdraiati al sole, la schiena comincio’ a dolere ed anche i ripetuti bagni non gli davano il sollievo sperato. Il posto era splendido e l’acqua perfetta, ma per l’indomani Lino aveva in mente altro….. Poco dopo, sulla via del ritorno, si fermarono in una piccola officina vicino al porto, un cartello aveva attirato la sua attenzione, diceva ‘ AFFITTASI GOMMONI -.
La trattativa non fu lunga, non c’erano ancora molti turisti ed il proprietario fu ben felice di dare una delle sue barche a loro per una cifra molto piu’ bassa del prezzo inizialmente richiesto.
Si accordarono per il sabato e la domenica mattina.
La sera passo’ piacevolmente in un ristorantino sulla piazzetta, qualche bicchiere di vino bianco ed un pesce freschissimo li misero di buon umore. Dopo cena passeggiarono un poco e si spinsero fino al molo del porticciolo. Qui, lontani dalle luci del paese e dalla gente, si sedettero. Lino la guardo’ da capo a piedi, lei indossava un corto vestitino di cotone, senza maniche. La pelle era leggermente arrossata per il primo sole preso nel pomeriggio. Lui le poggio’ una mano sulle ginocchia e la spinse sotto la gonna.
Rita ‘ Ma che fai? Dai che ci vedono.
Lino ‘ Non ti preoccupare, qui e’ buio e non c’e’ nessuno.
Lei si guardo’ intorno, era vero, ma ugualmete rispose.
R ‘ No, ci possono essere dei pescatori sulle barche.
L ‘ E daiiiii… La sua mano si spinse piu’ in alto. Lei appoggio’ le sue mani su quella del marito per fermarlo.
R ‘ Perche’ non torniamo in camera?
L ‘ Si, certo che torniamo, ma mi piacerebbe spogliarti qui, subito.
R ‘ Dai Lino, andiamo.
Tornarono in camera, quando lei si affaccio’ dal bagno, dopo la doccia, Lino l’aspettava sul letto e lei comprese (sorridendo) che non avebbero dormito tanto presto.
Lui la fece spogliare e distendere, incomincio’ ad accarezzarle le gambe e prese in bocca uno dei capezzoli.
Rita socchiuse gli occhi e comincio’ ad emettere dei sospiri profondi.
Le mani di Lino allargarono le sue gambe e presero ad accarezzarla sull’interno delle cosce.
Una si spinse piu’ indietro, facendosi strada tra le natiche. Lentamente la penetro’ in vagina con un pollice, mentre il medio forzava l’anello dell’ano. Rita ormai gemeva apertamente. Le dita di Lino si muovevano ritmicamente dentro di lei, la sua lingua si muoveva veloce sul capezzolo, inturgidito e gonfio per l’eccitazione. Incomincio’ a sentire dei brividi di piacere che irradiavano dalla sua vulva e la percorrevano tutta. Ad un tratto Lino accosto’ la sua bocca al suo viso, la bacio’ sussurrandole: – Sai che sto immaginando che ci sia un altro uomo con noi?
R ‘ (con la voce rotta dal piacere) Che vedi?
L ‘ Vedo lui che e’ seduto tra le tue gambe, con una mano ne tiene sollevata una e con l’altra ti sta masturbando come sto facendo io.
R ‘ Siiii, ma lo sai che non voglio un altro uomo.
L ‘ Magari non lo vuoi, ma lui e’ qui con noi. Tu sei completamente aperta di fronte a lui e le sue mani ti stanno toccando dappertutto. Non mi pare che ti spiaccia.
R ‘ No, sto godendo (ancora gemiti) sei un porco.
L ‘ Si, ma a te piace.
R ‘ Siiii, mi piace, non ti fermare.
Lino continuo’ ancora per un poco poi, ponendosi sopra di lei, le infilo’ il pene tra le labbra della vagina, spinse leggermente e fu dentro di lei.
R ‘ uhmmm….hooooooooo
Lei era talmente bagnata che il suo membro scorreva veloce. Poco dopo anche lui senti’ arrivare l’orgasmo, accelero’ e venne dentro di lei.
Pochi minuti dopo lui la teneva tra le braccia, lei aveva appoggiato la testa sul torace del marito.
Una leggera brezza entrava dalla finestra aperta, si stavano rilassando nella fresca serata isolana.
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L’indomani si svegliarono abbastanza presto, Lino era eccitato come un bambino all’idea del gommone. Fecero colazione poi, senza perdere tempo, andarono verso il porto fermandosi solo per comperare panini e bibite per l’intera giornata.
Il gommone era pronto, 3,5 metri con un motore da 25 cavalli. Quanto bastava per divertirsi.
Il serbatoio era pieno ed avevano una tanica di riserva. Partirono.
Rita si preoccupo’ subito di stendere un bel po’ di creme solari sulla loro pelle, poi si mise comoda a godersi il paesaggio.
L’isola era effettivamente bellissima, alte pareti di roccia si tuffavano in un mare blu, profondo e pulito.
Di tanto in tanto delle piccole insenature. Dopo mezz’ora si fermarono per il primo bagno della giornata. Ne riemersero rinfrescati e carichi.
L- Perche’ non ti togli il costume?
R ‘ Si hai ragione ‘ rispose (con qualche esitazione) togliendosi la parte superiore del costume.
Il seno di Rita era davvero bello da vedere (e da toccare). Pieno, di una 3 misura abbondante, non piu’ sodo come 10 anni prima, ma ancora sostenuto. Sulla sommita’ delle due mammelle spuntavano due capezzoli scuri , non troppo grandi ma che si indurivano al minimo tocco come ora, accarezzati dalla fresca brezza marina.
Lei, come al solito, teneva le spalle un po’ incurcate, come volesse diminuirne il volume.
Lui la guardo’ e senti’ un accenno di erezione, lo disse alla moglie e lei, ridendo, gli rispose ‘ Ma pensi sempre a quello?
L ‘ Si, ogni volta che ti guardo penso a quello. E penso anche a quanto mi piacerebbe vederti nelle mani di un altro uomo e guardarti godere con lui. Vedere la tua mano che stringe il suo cazzo e lo accarezza sino a farlo venire.
R ‘ (non piu’ sorridendo) Piantala, sai che non succedera’ mai.
L ‘ Forse, ma se davvero fosse con noi, tu riusciresti a godere? Io sono sicuro di si.
Rita non rispose, era imbarazzata e, per un attimo, la visione della situazione evocata dal marito gli passo’ nella mente. Qualcosa dentro di lei rifiutava la sola idea, ma non poteva negare a se stessa che il suo corpo, nell’intimita’, rispondeva in modo diverso a queste fantasie.
Navigarono per circa un’altra ora poi, all’improvviso, videro la roccia aprirsi su una caletta invitante, decisero di fermarsi. Mano a mano che si avvicinavano alla spiaggetta, l’acqua cambiava colore, passando dal blu scuro ad una gamma infinita di turchesi. Uno spettacolo.
La caletta non era grande ma offriva una spiaggia bellissima. Un barca a vela ondeggiava, all’ancora, a poche decine di metri.
Sbarcarono sulla spiaggia ed ormeggiarono il gommone. La giornata era splendida e, presto, dimenticarono il mondo occupandosi solo dei bagni e dell’abbronzatura.
Per molte ore non furono disturbati, poi notarono un movimento vicino barca, Rita istintivamente si copri’ il petto. Un subaqueo si stava avvicinando alla barca nuotando.
Lo guardarono aggrapparsi alla scaletta e salire sulla barca. Poco dopo scomparve nell’imbarcazione.
Tornarono alla loro vacanza, Rita si rilasso’ e si scopri’ nuovamente il petto.
Era ormai mezzogiorno quando l’uomo della barca (sembrava esserci solo lui a bordo) riapparve.
Indossava un costume, in breve si tuffo’ e si diresse alla spiaggia.
Raggiunta la riva ando’ a sdraiarsi sulla sabbia, nonostante fosse quasi sul lato opposto della spiaggia, date le dimensioni della caletta, si trovava a non piu’ di 15 metri da loro.
Era un uomo sui 45-50 anni, piuttosto giovanile d’aspetto, un fisico asciutto.
La sua presenza porto’ ad un leggero cambiamento nel loro atteggiamento.
Mentre Lino non ci bado’ piu’ di tanto, invece Rita innanzitutto indosso’ nuovamente il reggiseno, poi divento’ piu’ seria e meno propensa allo scherzo.
L – Perche’ sei diventata cosi’ seria. Non sara’ mica per la presenza di quel tipo.
R ‘ Beh si. Prima eravamo soli, ora con lui preferisco coprirmi.
L ‘ Ma dai, siamo al mare e quello si fa i fatti suoi. Non essere ridicola.
R ‘ (un po’ seccata) Sono problemi miei.
Lino, per evitare discussioni, si alzo’ dicendo ‘ Vado a fare un giro -.
Come detto la spiaggia era abbastanza piccola, per cui Lino si diresse verso la parte opposta a quella dove stavano. Passo’ di fronte all’uomo che, ora, stava seduto leggendo un libro.
Costui, sentendo Lino che si avvicinava, levo’ il capo e gli fece un cenno di saluto, Lino rispose con un: – Buongiorno ‘ e continuo’ il suo cammino.
Poco dopo raggiunse il limite della spiaggia e si mise a studiare le rocce per individuare la strada migliore per salire, voleva vedere il panorama dall’alto.
Trovo’ un fenditura che consentiva un appoggio sicuro, ci infilo’ un piede e comincio’ l’arrampicata.
Ci volle una buona mezz’ora, ma alla fine raggiunse la sommita’ della scogliera e si sedette a godersi il meraviglioso panorama del mare.
Sotto di lui la spiaggetta dove, l’uomo da una parte e Rita dall’altra, stavano sdraiati al sole.
Dopo essersi riposato a lungo decise di ridiscendere.
Percorse la stessa strada dell’andata ed arrivo’ al punto da cui era partito. Un ultimo salto e si sarebbe ritrovato sulla sabbia. All’improvviso, un piede scivola e Lino si ritrovo’ ad atterrare sulla schiena. Fu una brutta botta, fortunatamente attutita dalla sabbia.
Lino emise un grugnito di dolore e cerco’ di rialzarsi, gli faceva male un po’ dappertutto. Senti’ un braccio che lo sosteneva, era l’uomo della spiaggia, dopo pochi secondi arrivo’ anche Rita, era sconvolta, aveva visto il marito cadere ed aveva pensato al peggio.
L’uomo lo fece distendere e gli disse di respirare e stare calmo, Rita si mise di fianco a lui e l’uomo, rivolgendosi ad entrambi disse ‘ L’importante e’ non perdere la calma. La prima cosa da fare e’ capire se ci sono lesioni serie od e’ solo una botta.
Rita lo guardo’ ed annui.
Fecero riprendere Lino poi, lentamente, lo girarono su un fianco per vedere la schiena.
A parte qualche graffio e l’evidente botta, non sembrava ci fosse nulla di rotto.
Lino era dolorante, ma poteva muoversi. L’uomo propose di andare sulla barca dove aveva un piccolo pronto soccorso, oltre che un letto dove farlo riposare all’ombra.
Rita obietto’ che sarebbe stato meglio rientrare, ma Lino le rispose: – Ma come faccio, c’e’ oltre 1 ora di gommone per arrivare in porto e non riesco a stare in piedi.
L’uomo, subito, propose loro di portarli al porto con la barca, ma Lino si oppose.
L ‘ No, davvero, e’ solo una botta, un paio d’ore di riposo e staro’ bene. Si, forse e’ meglio andare sulla barca.
Lo aiutarono ad alzarsi e, lentamente, lo sostennero sino al loro gommone. L’uomo accese il motore ed in pochi minuti furono a bordo.
Salire la corta scaletta fu un’altra impresa che Lino affronto’ con coraggio.
Una volta che furono a bordo, l’uomo fece sdraiare Lino sul divano nel pozzetto e porto’ dell’acqua fresca.
Poi fu la volta della cassetta del pronto soccorso, gli pulirono e disinfettarono le abrasioni.
Terminate le operazioni sia Rita che l’uomo si sedettero sui divani del pozzetto insieme a Lino e, finalmente, la tensione sembro’ sciogliersi.
L ‘ Non so come ringraziarla dell’aiuto.
L’uomo ‘ Nessun problema, ci mancherebbe. Piacere mi chiamo Marco.
L ‘ Lei e’ mia moglie Rita.
R ‘ Piacere.
L ‘ E’ qui in vacanza?
M ‘ Si, sto girando tra le isole per 2 settimane. Ma possiamo darci del tu.
L ‘ Bene, ma sei da solo?
M ‘ Si, in questo periodo dell’anno non sono riuscito a trovare nessuno che venisse con me. E voi?
L ‘ Si, solo un week end. Un assaggio di vacanze.
Cominciarono cosi’ a chiaccherare sino a che, Marco, chiese loro ‘ Ma non avete appetito? A me e’ venuta una fame!
L ‘ A dire il vero anche a me.
M ‘ Allora vi preparo qualcosa. ‘ Detto questo rientro’ nella barca.
R ‘ No, non si disturbi, non vogliamo darle alcun problema.
M ‘ Nessun disturbo….Rita ? Mi pare ti chiami cosi’.
R ‘ (arrossendo) si, Rita. Allora posso darle…ti una mano?
L- Si, vai a dare una mano. Ci mancherebbe anche che lo facciamo cucinare per noi.
Mezz’ora dopo sedevano davanti ad una spaghettata fumante. Marco apri’ una bottiglia di vino e, sebbene fossero solo le 3 del pomeriggio, mangiarono di gusto.
Quando ebbero finito era meta’ pomeriggio. Una leggera brezza cullava la barca. Erano tutti di buon umore, specialmente i 2 uomini che non avevano cessato di parlare durante il pranzo. Rita, piu’ taciturna, si era limitata ad assistere, intervenendo solo quando Marco le aveva rivolto qualche domanda diretta (ed anche allora un po’ imbarazzata).
Ormai si erano raccontati delle rispettive vite, dei motivi che li avevano condotti sull’isola e non nascondevano il fatto di trovarsi simpatici.
Lino, comodamente adagiato sui cuscini del divano, stava meglio (anche se faticava un poco a muoversi) e la sua schiena cominciava a mostrare i segni bluastri della contusione.
Rita accenno’ al fatto che sarebbe stato meglio predere la via del ritorno ma Marco subito intervenne dicendo: Sentitevi liberi di decidere, ma non credo che a Lino faccia bene affrontare piu’ di un ora di gommone con la schiena che si ritrova. Perche’ non vi fermate qui per la notte? Io domani devo tornare comunque in porto per fare rifornimento d’acqua, vi porterei io in paese.
R ‘ Grazie, ma davvero…
L- Ma perche’ no? La mia schiena e’ abbastanza malconcia e poi non c’e’ nessuno che ci aspetta.
Rita lo guardo’, era visibilmente imbarazzata ma non trovo’ argomenti per controbattere.
La decisione arrivo’ da sola.
L ‘ Senti Marco, davvero non so come ringraziarti, non vogliamo assolutamente disturbarti.
M ‘ Nessun disturbo, davvero. Viste le tue condizioni credo sarebbe meglio voi dormiste nella mia cabina, ha un letto matrimoniale e starete piu’ comodi. Per una notte io posso dormire sul divano.
L ‘ Sei troppo gentile. Quando verrai a Palermo considerati invitato a cena.
M (ridendo)- Ok, vada per la cena. Ma fuori o farai cucinare Rita?
Rita sorrise alla battuta e Lino si affretto’ a spiegare che sarebbero andati al ristorante.
Poco dopo Marco disse loro che sarebbe sceso a terra per controllare se un paio di esche che aveva posto sulla scogliera avevano catturato qualcosa per la cena.
Li lascio’ con un ‘ Torno tra mezzora, a dopo. E si allontano’ sulla piccola barchetta di servizio.
Lino si rivolse alla moglie: Davvero una brava persona Marco. Lo trovo molto simpatico.
R ‘ Si, sembra un tipo a posto.
L ‘ Ma a te non e’ simpatico?
R ‘ Si, trovo sia una persona intelligente. E’ anche educato. Ma sai, essere qui e dargli tutto questo disturbo mi imbarazza molto.
L ‘ Ma dai, capisco, ma davvero lui sembra sincero. Tra l’altro per avere 50 anni e’ anche un bell’uomo.
Tu che dici?
R ‘ Sai che non bado a queste cose, ma si, sembra piu’ giovane dei 50 anni che ha. Come va la tua schiena? (evitando di rispondere alla domanda)
L ‘ Dolorante, ma il pranzo e questa situazione mi hanno messo di buon umore, perche’ non vieni piu’ vicino? (La moglie era gia’ seduta di fianco a lui e Lino le infilo’ una mano nel reggiseno scoprendo un capezzolo).
R ‘ Dai, ma che faiiiii! Lui sta per tornare. – Rispose lei cercando di fermarlo.
L ‘ Ma se e’ appena andato via. Dai vieni qui, voglio baciarti il seno.
Lei opponeva una certa resistenza, ma la decisione di Lino prevalse e Rita si appoggio’ a lui lasciando che il marito scoprisse entrambe le mammelle ed incominciasse a baciarle. Tuttavia lei era molto tesa e continuava a sbirciare verso il mare per controllare che Marco non fosse di ritorno.
Lino, ovviamente non poteva muoversi molto e la schiena si faceva sentire.
Dopo aver leccato i capezzoli della moglie per qualche minuto infilo’ una mano nelle sue mutandine e forzo’ l’apertura delle cosce.
Rita era decisamente eccitata, lo lascio’ fare senza grosse resistenze.
Quando le sue dita incominciarono a passare sulla clitoride e ad introdursi dentro di lei il suo controllo diminui’ ed il suo respiro accelero’.
Lino sapeva come toccarla e Rita in breve fu sopraffatta da sensazioni molto forti.
Allora tutto bene? ‘ La voce di Marco risuono’ a pochi metri da loro, udirono il rumore del barchino che accostava e non fecero in tempo a reagire che la testa del loro ospite fece capolino dalla scaletta.
Marco si blocco’ di colpo, sorpreso.
I suoi ospiti erano sul divano dove li aveva lasciati ma se Lino aveva fatto in tempo a ritrarre la mano dall’intimita’ di Rita e ad riassumere la sua posizione seduta (tradito pero’ da un evidente erezione che il costume non riusciva a nascondere), lei non era riuscita a ricomporsi e Marco ebbe la chiara visione del florido seno di Rita, completamente esposto al suo sguardo, e di un folto ciuffo di peli rossicci che fuoriusciva delle sue mutandine, parzialmente scostate.
Per pochi secondi scese un silenzio totale ma fu, appunto, questione di attimi.
Rita fu la prima a reagire, rossa in viso, si alzo’ di scatto coprendosi i seni con le mani e si precipito’ sottocoperta senza emettere un suono. Tuttavia la sua reazione un po’ scomposta tradiva l’imbarazzo e la vergogna che provava.
Marco e Lino si guardarono poi, come d’intesa, si sorrisero e quando Marco provo’ a dire ‘ Mi dispiace, se avessi saputo….. Lino rispose: Ma dispiaciuto di cosa? Siamo a casa tua, sono io che mi scuso.
M ‘ Non c’e’ nulla di cui scusarsi, eravate soli, lei e’ tua moglie ed e’ pure una bella donna. Sono cose assolutamente normali.
M ‘ Adesso che facciamo con lei, vuoi che le vada a parlare?
L ‘ Grazie, ma credo sia meglio le parli io. Sai mia moglie e’ un po’ all’antica.
Lino accenno’ ad alzarsi, ma il dolore alla schiena gli ricordo’ le sue condizioni.
M ‘ Ma dai, guarda che non riesci neppure a muoverti. Non stare a rischiare. Lasciami provare.
L ‘ Prova, ma ti avviso che non sara’ facile.
Marco si avvio’ sottocoperta e raggiunse la porta della cabina di prua. Busso’ leggermente. Nessuna risposta. Busso’ ancora e disse: – Rita, mi scuso per quanto successo, davvero mi spiace. Non ho assolutamente pensato che potessi disturbarvi.
Dall’interno della cabina gli giunse la voce di Rita che diceva ‘ Vada via, per favore. Voglio andare via.
M ‘ Rita, guardi che non e’ successo nulla di grave. Siete sposati ed io sono solamente un estraneo che domani sparira’ dalla vostra vita. Per favore, si calmi. Guardi che vederla cosi’ mi fa stare male, sono davvero dispiaciuto.
Continuarono cosi’ per un po’. Lui le parlava con voce tranquilla, lei rispondeva con voce alterata da singhiozzi o lunghe pause. Era certamente sconvolta e, sicuramente, molto imbarazzata per l’accaduto.
Poco a poco Marco riusci’ a calmarla un poco, alla fine le disse: – Rita dai venga fuori, Lino e’ di sopra e non riesce a muoversi. Andiamo su, poi qui fa un caldo micidiale, non vorra’ mica che mi venga un infarto!
Un attimo di silenzio, poi la porta si apri’ leggermente ed apparve il volto di lei con gli occhi ancora lucidi.
Era estremamente seria. Appena vide Marco arrossi’ e gli disse ‘ Non mi guardi per favore.
Salirono in coperta. Lino li vide arrivare, silenziosi. Rita si sedette vicno a lui ma lasciando un piccolo spazio tra loro, quasi a voler sottolineare il distacco che provava.
Marco li guardo’ per un poco, poi senti il bisogno di fare chiarezza ‘ Sentite, ci siamo conosciuti da poche ore ma davvero vi sento come amici. Siamo adulti e voi per di piu’ sposati, siamo in vacanza, liberi, il tempo e’ splendido, ma vogliamo goderci questi momenti invece di rovinarceli per delle sciocchezze? Ma che cosa e’ successo, vi ho visto (senza intenzione) in un momento di intimita’. E allora? Come se non li avessi vissuti anch’io momento cosi’. Anzi, l’avervi visto cosi’ vicini ed appassionati mi ha fatto sentire un po’ solo. E poi, permettimelo Rita, sei davvero una bella donna.
Rita lo aveva ascoltato, arrossi’ ancora ma non pote’ nascondere un accenno di sorriso. Si riprese in fretta pero’.
M ‘ Allora? Tutto passato? ‘ disse guardando verso di loro.
Anche Lino si giro’ verso la moglie e stette a guardarla con aria interrogativa.
R ‘ Si, tutto passato. Scusate ma davvero mi vergono ancora per quello che e’ successo.
M ‘ Dai Rita, ma di cosa ti devi vergognare? Di tuo marito che ti adora? Di quanto sei bella?
Lei arrossi’ ancora ‘ Basta, basta oppure devo scapparmene ancora di sotto. Ancora un accenno di sorriso.
M ‘ Bene, allora stasera cena speciale, guardate cosa ho trovato ‘ disse dirigendosi verso la poppa dove aveva ormeggiato il barchino con cui era uscito. Ne trasse un branzino di almeno 2 kg.
L ‘ Caspita che pesce.
M ‘ Questa sera ve lo preparo come nemmeno al ristorante sanno fare. Faremo una grigliata sulla spiaggia, che ne dite?
L- Direi che e’ fantastico. La mia schiena va meglio.
R ‘ Sei sicuro, non vorrei che peggiorassi la tua situazione.
L ‘ Non ti preoccupare amore, un pesce cosi’ non me lo voglio perdere.
Marco si diresse sottocoperta a prendere l’occorrente per la serata. Lino e Rita rimasero soli.
L ‘ E’ proprio una brava persona, ci sta trattando come amici e ci siamo appena incontrati. A me piace molto. Tu che dici?
R ‘ Si, piace anche a me.
L ‘ E poi e’ anche un bell’uomo, davvero in forma.
R ‘ Hmmm, si (ammise piano).
L ‘ E dai che ti piace, l’ho capito sai. Ti ho guardato quando ha detto che sei una bella donna, e non mi e’ sembrato che la cosa ti dispiacesse.
R ‘ Ma che dici (un po’ risentita). La vuoi smettere? Dai che sta tornando.
Maco ritorno’ con le braccia cariche. Lino disse a Rita di aiutarlo ed, in breve, caricarono sul barchino il necessario: 3 coperte, la griglia, un sacco di carbonella, piatti e posate di plastica, vino, bicchieri e quanto altro. Dopo 10 minuti scaricavano tutto sulla spiaggetta.
Era ormai tardo pomeriggio ed il sole incominciava a calare sull’orizzonte.
L’acqua era calma, il vento era sceso.
Marco fece un tuffo in mare per rinfrescarsi e poi si mise all’opera.
Un’ora dopo erano sdraiati sulle coperte stese sulla sabbia, la prima bottiglia di vino era ormai vuota e la seconda si avvicinava velocemente al fondo.
Era stata una cena semplice ma eccellente. Stavano bene, parlavano e ridevano, anche Rita, finalmente, aveva abbandonato parte della sua riservatezza e sedeva vicino a Lino.
Marco le aveva chiesto cosa facesse nella vita e lei stava raccontando della sua attivita’ di ostretrica, di quanto le piacesse e sentiva che lui la seguiva, interessandosi alle sue spiegazioni.
In cuor suo si sentiva importate, era con 2 uomini a cui sentiva di piacere (di Lino era certa, ma aveva notato che anche Marco la guardava spesso, sopratutto il seno che gia’ aveva avuto modo di vedere, nudo, nel pomeriggio).
La cosa la faceva sentire un poco nervosa.
Normalmente quando avvertiva l’interesse di un uomo nei suoi confronti, si sentiva a disagio. La cosa la disturbava e preferiva sempre allontanarsi e prendere le distanze da quelle persone.
Questa sera era diverso, sara’ stato per il vino o per quanto accaduto nel pomeriggio, ma si sentiva rilassata. Era di fianco al suo uomo e di fronte ad un altro che, apertamente, la guardava e mostrava interesse in lei. A Lino la cosa (che certamente aveva notato) non sembrava dare fastidio, anzi, pareva che lui e Marco fossero amici da anni.
Ammise a fatica, ma solo con se stessa, che Marco le piaceva. Era un uomo elegante ma semplice al tempo stesso, parlava di tutti gli argomenti con competenza e la sua vita doveva essere stata, almeno fino a quel momento, molto interessante.
Sicuramente era uno che piaceva alle donne, ma non se ne vantava e parlava in modo schietto e sincero.
Ora i due uomini stavano parlando tra loro dei paesi dove Marco aveva vissuto e lei si limitava ad ascoltare i loro discorsi. Rita noto’ che Marco, pur impegnato nella conversazione con Lino, di tanto in tanto si rivolgeva a lei sorridendole. Aveva un bel sorriso.
Il fuoco si spense, la notte era scesa sul mare, si sentiva solo il ruomore delle piccole onde.
Marco propose di tornare sulla barca.
Quando furono a bordo, Rita chiede di poter fare una doccia.
Marco le rispose che il bagno (molto piccolo) era sottocoperta e che lui, per questa ragione, preferiva farla a prua con la doccetta di coperta. Rita scelse il bagno sottocoperta e li lascio’.
Marco verso’ un altro bicchiere e lo porse a Lino.
L ‘ Posso farti una domanda diretta?
M ‘ Certo.
L ‘ Mia moglie ti piace?
Marco lo guardo’ un po’ sorpreso.
L ‘ No, non pensare male, e’ solo che ho notato come la guardi. Credo lo abbia notato anche Rita e penso che tu le piaccia.
M ‘ (dopo un attimo di silenzio) Si, tua moglie mi piace. La scena che ho visto oggi mi ha terribilmente eccitato e trovo che sia una donna molto attraente. Perdonami se sono stato maleducato, ma sai, dopo 2 settimane in barca da solo, una donna come Rita mi fa effetto.
L ‘ No, non sei stato affatto maleducato e vedere che apprezzi la mia donna, ti confesso, mi fa piacere. Io sono pazzo di lei e sapere che un altro uomo, un amico (possiamo dire) che stimo, prova interesse per lei mi rende orgoglioso.
M ‘ Si, ti capisco. Anche a me fa piacere quando altri apprezzano la mia donna. Anzi, non ti nascondo che talvolta trovo la cosa eccitante.
L ‘ (guardandolo sorpreso) E’ lo stesso per me! Caspita non avrei mai pensato di poter parlare di queste cose con uno appena conosciuto.
M- (sorridendo) Talvolta le affinita’ sono piu’ importanti della durata in un amicizia.
L ‘ Hai ragione. Mi piacerebbe che Rita fosse piu’ sciolta con te. Lei e’ sempre cosi’ rigida e seria.
M ‘ Ognuno ha i suoi modi ed il suo carattere. Lei non la pensa come te?
L ‘ Nooo. Lei ha avuto un’educazione molto conservativa che la condiziona tuttora. Ha paura ad affrontare le sue fantasie. Riesce ad abbandonarsi solo….come dire….quando siamo in intimita’
M ‘ Capisco. Ma tu hai mai provato a coinvolgerla nelle tue fantasie?
L ‘ Si, non so tu ma, sessualmente parlando, a me piace immaginarla in situazioni abbastanza intriganti….
M ‘ Non sentirti a disagio. Anch’io ho delle fantasia sulla mia donna e mi piace pensare alla presenza di altri con noi. Coppie od anche singoli. Anzi, a dire il vero abbiamo avuto qualche esperienza in merito.
L ‘ Davvero? Caspita, allora sei piu’ avanti di me. Io sogno spesso di vederla alle prese con un altro uomo, quando siamo in intimita’ le racconto delle mie fantasie e lei si eccita da morire, ma fuori dal letto l’argomento e’ tabu’.
M ‘ Secondo me e’ perche’ non avete mai trovato la situazione giusta, le donne, talvolta, sono imprevedibili.
Lino rimase silenzioso, pensava alle parole di Marco. Dopo un po’ lo guardo’ diretto in viso e gli disse ‘ Ma se si offrisse un’occasione, tu saresti interessato?
Marco ricambio’ lo sguardo ‘ Intendi con te e Rita?
L ‘ Si.
M ‘ Si, mi piacerebbe. Siete una coppia piacevole ed equilibrata e poi tua moglie, con la sua timidezza, ha una femminilita’ che mi ha colpito. Si, certo. Mi piacerebbe.
Lino non rispose, sembrava assorto nei suoi pensieri.
Marco non lo sollecito’ ulteriormente, capiva che stava riflettendo su qualcosa.
M ‘ Io vado a fare una doccia a prua, a dopo.
Lino lo senti’ allontanarsi ed udi’ lo scorrere dell’acqua dalla doccetta, diede un ochhiata e vide che Marco si era tolto tutti i vestiti e stava godendosi la frescura della doccia completamente nudo.
Senti’ Rita rilalire la scaletta e la vide apparire avvolta in un asciugamano con i capelli bagnati.
Era di buon umore e si chino’ su di lui baciandolo sulle labbra.
R ‘ Dov’e’ Marco?
L ‘ Sta facendo anche lui la doccia, a prua.
Lei guardo’ in quella direzione e, alla visione di lui nudo, rimase per un attimo bloccata, poi distolse lo sguardo e si sedette vicino a Lino.
R ‘ Ma e’ nudo.
L ‘ Che vuoi, fare una doccia in costume su una barca? Intorno non c’e’ nessuno.
R ‘ Ma ci siamo noi.
L- Ma Rita, e’ la cosa piu’ normale del mondo. Dai rilassati.
In effetti Rita non sembrava nervosa, aveva parlato piu’ per abitudine che per reale disagio.
Diede un altra occhiata cercando di non farsi notare ma Lino se ne accorse.
L ‘ E poi vedi che ti piace guardarlo?
Rita arrossi’, colta sul fatto non rispose.
L ‘ Te l’ho detto che e’ un bell’uomo.
Lino allungo’ una mano sulle gambe di lei, lei accenno’ a scostarsi ma Lino l’afferro’ per le spalle e la bacio’.
Lei rispose al bacio. La mano di Lino risali’ sotto la spugna e si insinuo’ tra le sue gambe.
L ‘ Ma sei gia’ bagnata. Sei ecciatata?
R ‘ No, e’ per la doccia.
L ‘ A me non la racconti. Dai vai sotto che ti raggiungo tra poco. Vai.
Rita gli diede un bacio e disse ‘ Va bene, salutami Marco. Digli che ero stanca e sono andata a dormire. Ci vediamo domani mattina. ‘ E si allontano’ sottocoperta.
Dopo dieci minuti Marco raggiunse Lino, – Un ultimo bicchiere?
L ‘ Volentieri. Rita e’ andata in camera, ti saluta.
M ‘ Ok, grazie.
L ‘ Senti, vorrei farti una proposta.
M ‘ Dimmi.
L ‘ Quando hai detto che, forse, non si sono mai verificate le condizioni giuste perche’ le mie fantasie prendessero corpo, avevi ragione. Probabilmente non abbiamo mai avuto l’occasione o non l’abbiamo mai cercata. Ora pero’ vedo le condizioni giuste, qui, questa sera.
Marco lo ascoltava.
Lino prosegui’ ‘ Non so bene come potremo fare e non so dire se le cose funzioneranno come vorrei, ma se te la senti vorrei provare a spingere Rita oltre i suoi limiti. Te la senti?
M ‘ Non so bene cos’hai in mente, ma se la cosa non prevede violenza e si svolgera’ tra adulti consenzienti, si, sono disponibile.
L ‘ Tra poco scendero’ in cabina con Rita. Lascero’ la porta aperta e terro’ una piccola luce accesa. Tu dovresti restare nel corridoio buio, potrai vederci ma noi non potremo vedere te. Da qui in poi non so cosa potra’ accadere di certo ma ti assicuro che quando lei e’ eccitata i suoi limiti sembrano sparire. Tu stai pronto ad un mio cenno. Va bene?
M ‘ Ok, va bene.
Lino si alzo’ (un po’ a fatica), raggiunse la scaletta e scomparve sottocoperta.
Marco attese dieci minuti, poi scese a sua volta, lascio’ l’asciugamano sulla cuccetta a poppa e, nudo, si diresse verso la camera di prua.
Si fermo’ a mezza strada, 2 metri davanti a lui c’era la porta della cabina, semiaperta, all’interno la piccola lampada da comodino spargeva una luce fioca ma sufficiente ad illuminare il letto su cui stavano Rita e Lino. Erano entrambi nudi, lui appoggiato sulle ginocchia era chino sul corpo di lei, supino sul letto.
Lino stava leccando il seno della moglie e, con una mano, la stava accarezzando tra le cosce.
Rita respirava veloce. Marco vide Lino staccare la bocca dal seno e scendere sulla vagina di lei, con 2 dita scosto’ le labbra e la sua lingua si infilo’ veloce. Il respiro di lei era ora rotto da gemiti.
Lino stacco’ la bocca ed infilo’ le dita dentro di lei, il corpo della donna ebbe come un sussulto.
Marco udi’ Lino dire ‘ Sei bagnata in un modo incredibile, non ti ho mai sentito cosi? Non sara’ mica perche’ hai visto Marco nudo sotto la doccia?
R ‘ No, no, che dici.
L ‘ Non mentire, eri gia’ bagnata di sopra. Poi l’ho capito che ti piace. Dai dimmelo che ti piace.
R ‘ No,no, uhmmmmmm.
L ‘ Dillo. Tanto lo so gia’. E poi ti ho visto che guardavi il suo cazzo.
R ‘ No, no (la mano di Lino prese a muoversi piu’ velocemente) uhmmmm. Dai non smettere.
L – Dillo.
R ‘ Si, va bene, mi piace.
L ‘ Ti piacerebbe provare il suo cazzo, sentirlo muoversi dentro di te. Vero?
R ‘ Sei un porco. Uhmmmmm. Non smettere.
L ‘ Dai dillo.
R ‘ Si, porco. Si mi piacerebbe.
L ‘ Girati ‘ disse, ritirando la mano da lei.
R ‘ Come?
L ‘ Mettiti sulla pancia.
Rita si giro’ sul letto sdraiandosi prona. ‘ Cosa vuoi fare? – Disse un po’ nervosa.
L ‘ Non ti preoccupare, nulla che non ti piacera’.
Lino prese un cuscino e lo infilo’ sotto la pancia della moglie. In questo modo il suo sedere si trovo’ alzato ed esposto. Lino le chiede di allargare le gambe, lei obbedisce.
Marco, dalla sua posizione, aveva ora una chiara visione della vulva di Rita (con le labbra leggermente aperte e luccicanti di umori) e dello spacco coperto dalla peluria rossiccia che arrivava all’ano.
Senti il suo membro gonfiarsi ed in breve ebbe un’erezione completa. Prevedendo la possibilita’ di un coinvolgimento aveva preso un preservativo ed ora lo indosso’ per essere pronto al cenno di Lino.
Lino si posiziono’ di fianco, perpendicolare a lei, sempre con le ginocchia poggiate sul letto riporto’ le sue mani sul corpo della moglie. Le fece scorrrere sulla schiena, poi scese sulle natiche, qui una mano su ogni natica, incomincio’ a praticare una massaggio circolare, molto coinvolgente. Ad ogni passaggio le mani allargavano le natiche e mettevano a nudo ogni piccolo dettaglio della sua vulva.
Ad ogni passaggio, sotto la spinta delle mani verso l’esterno, le labbra si aprivano e mostravano il rosso vivo della carne umida ed eccitata.
Nulla era celato alla vista di Marco.
Rita aveva ricominciato a gemere piano.
Man mano che il massaggio procedeva, le mani di Lino allargavano il loro raggio di azione e presero a scendere sull’interno delle cosce. Nel frattempo lui aveva riperso a parlare alla moglie e le diceva di quanto fosse splendida, cosi’ aperta ed offerta. Tanto aperta che chiunque avrebbe potuto facilmente penetrarla senza incontrare nessuna resistenza. Le diceva anche di quanto a lui sarebbe piaciuto vederla godere con il membro di un altro uomo piantato profondamente dentro di lei.
Lei rispondeva a tratti, alternando gemiti, respiri profondi e singhiozzi. Gli diceva di non fermarsi, ma anche che era un depravato, usava termini che non avrebbe mai pronunciato in condizioni normali ma ora………
Le mani di Lino la esploravano sempre piu’ a fondo, ogni angolo del suo corpo era aperto, accarezzato ed esibito al loro ospite. Lei non sapeva cosa stesse succedendo, ma sentiva che c’era qualcosa di diverso, non riusciva a capire cosa avesse in mente il marito ma si stava godendo queste sensazioni e non le interessava capire.
Le sue gambe furono allargate ancora di piu’, fu girata su un fianco ed il suo seno palpato e succhiato, le sue natiche scostate, la sua vagina scavata dalle dita del marito.
Rita era sconvolta, ormai non contava piu’ gli orgasmi e la voce di lui le risuonava vicina ‘ Sei pronta per un altro uomo? Lo vuoi sentire dentro? Vuoi che ti prenda qui, subito? Lui e’ pronto, e’ qui, ti sta guardando. Ha il suo cazzo in mano e ti vuole.
Rita era in uno stato di semi-incoscenza, l’intensita’ degli orgasmi provati l’aveva devastata.
Udi la sua voce rispondere al marito ‘ Si, sono pronta, lo voglio.
Pochi attimi poi, in un lampo di lucidita’, senti’ il materasso abbassarsi tra le sue ganbe, come su un peso lo avesse schiacciato, come…come se……improvvisamente capi’, provo’ a girarsi e vide Marco, nudo, inginocchiato tra le sue gambe. La guardava sorridendo ‘ ciao Rita, sei splendida. Il suo membro, completamente eretto, puntava verso di lei.
No, no, noooo…. – Lei guardo’ Lino, anche lui sorrideva e sembrava felice. Accenno’ un tentativo di chiudere le gambe ma la presenza dell’uomo tra di esse lo impedi’, era troppo stanca per lottare, piu’ con se stessa che con loro, non disse piu’ nulla, adagio’ il capo sul cuscino, le sue dita strinsero il lenzuolo e si abbandono’ a loro.
La mani di Marco si appoggiarono sulle sue caviglie e presero a risalire le gambe.
Quelle di Lino tornarono sulle natiche e presero ad accarezzarla delicatamente.
Il cuscino posto sotto la sua pancia alzava ed esponeva il suo bacino in modo osceno e lei non poteva fare nulla per sottrarsi a questa posizione, immaginava cosa Marco potesse vedere dalla sua posizione…. ..si sentiva sopraffare dalla vergogna e dall’eccitazione. Senti’ un fremito attraversarle l’addome.
Le mani di Marco raggiunsero le cosce, salirono ancora. Ogni centimetro della sua pelle tremava, sapeva di essere bagnata e pronta, immagino’ il momento in cui lui lo avrebbe scoperto.
Lui lo scopri’ presto, le sue mani si posarono ai lati della sua vagina e la toccarono delicatamente, un dito la percorse per intero e poi, piano, si introdusse dentro di lei.
Una scossa le attraverso’ il ventre, si senti’ gemere piano.
M ‘ Sei calda e bellissima, mi vuoi? Rita fece un cenno di assenso con il capo, muta.
Era talmente nervosa che le nocche delle dita erano diventate bianche da tanto convulsamente stringevano il lenzuolo.
Le mani di Lino scesero un poco dal sedere verso il centro di lei, si senti’ aprire per l’uomo che stava per prenderla.
Marco, per sostenersi, poggio’ una mano sul letto a lato del corpo di Rita e si distese lentamente su di lei guidando, con l’altra mano, il suo membro verso le labbra che Lino teneva scostate per lui.
Il glande si appoggio’ al centro e fu sufficiente una leggera spinta per scivolare sino in fondo al suo ventre.
Rita emise un urlo soffocato. Le sue mani artigliarono il letto vicino al suo volto. Senti’ le sue carni aprirsi e lasciar passare il membro che la stava penetrando. Senza difficolta’ alcuna, un uomo che non conosceva nemmeno la stava prendendo davanti a suo marito.
Incomincio’ a venire, la sua mente era attraversata da lampi di piacere ed oppressa da una senso di colpa e di vergogna. Non aveva mai provato sensazioni simili.
Ma non riusciva a fermarsi, piu’ Marco si muoveva e piu’ il suo piacere aumentava, senza soste.
Lino si chino’ a baciarla e lei si giro’ un poco sul fianco ed apri’ la bocca per ricambiare il bacio.
Marco approfitto’ della nuova posizione per prenderle un seno.
Il sentire la mano riempita dalla mammella di Rita porto’ la sua eccitazione al massimo, aumento’ un poco il ritmo dei suoi colpi e, sentendosi prossimo a venire, si spinse a fondo dentro di lei.
Rita si accorse che Marco era vicino all’orgasmo ed i nuovi affondi le fecero emettere dei rantoli di piacere. Senti’ il corpo dell’uomo contrarsi, le gambe irrigidirsi tra le sue ed avverti’ chiaramente, dentro di se, le contrazioni del suo membro mentre eiaculava.
Chiuse gli occhi, era stanca e sudata ma si sentiva serena. Voleva godersi le sensazioni di questi momenti, il corpo di un uomo abbandonato sul suo, il suo membro che rimpiccioliva piano dentro di lei, il viso di suo marito davanti ai suoi occhi, la mano di lui che stringeva la sua.
Tutto sembrava perfetto, forse Lino aveva avuto sempre ragione. Chissa’.
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Racconto – LA BARCA
Seconda parte
Era spossata ma anche completamente appagata. Apri’ gli occhi, davanti a lei il volto di Lino. Gli sorrise.
Senti’ Marco che si sollevava, lentamente si ritiro’ dal suo corpo, la bacio’ su una spalla e si diresse in bagno.
Rimasti soli, Rita capi’ che Lino voleva dirle qualcosa ma non trovava le parole, fu lei a parlare ‘ Sto bene amore, grazie. Lino le sorrise ancora, ora si sentiva meglio, aveva temuto che questa prova sarebbe stata troppo per Rita, con la conseguenza di un suo richiudersi in se stessa.
Lui la guardo’, nuda, abbandonata, nella posizione in cui, un altro uomo, l’aveva presa e lasciata, in cui lei, aveva goduto nell’essere penetrata ed accarezzata, da un altro, davanti ai suoi occhi.
Lei era sudata, i capelli appiccicati alla fronte ed al collo, ma cosi’ sensuale e cosi’ invitante che Lino senti crescere un’erezione, improvvisa ed inarrestabile.
Se ne accorse anche Rita, il cui sorriso si tramuto’ in una breve risatina ‘ Poverino, a te ancora nulla.
Lei si sollevo’ dal letto e si mise inginocchiata di fianco a Lino, le sue mani corsero al membro eretto che aveva ora di fronte a se.
Una di esse lo impugno’ alla base e l’altra si porto’ sotto, stringendo leggermente i testicoli ed incominciando a massaggiarli lentamente.
L a mano che impugnava l’asta si mosse verso il basso, trascinando con se la pelle e scoprendo il glande.
Il membro di Lino era gonfio per l’eccitazione, lei gioco’ un poco accennando un lieve movimento masturbatorio, poi si chino’ su di lui ed apri’ la bocca accogliendo il glande tra le labbra e stimolandolo con la lingua. Continuo’ per poco, poi stacco’ la bocca e riprese i movimenti con le mani.
Sembrava affascinata da quell’oggetto che pure conosceva bene.
Le piacevano la forma e la consistenza, adorava sentirne le pulsazioni indotte dall’eccitazione.
Il sentirlo vivo nelle sue mani.
Sessualmente parlando, Rita sapeva di non essere una donna molto attiva, nei giochi con il marito a lei piaceva assumere un ruolo abbastanza passivo e lasciare a lui l’iniziativa, tuttavia quando si trovava davanti il suo membro in erezione, qualcosa scattava in lei e non poteva fare a meno di toccare quella ‘cosa’ cosi’ strana e particolare.
Ormai ne conosceva la forma, il colore ed il sapore. Non amava particolarmente farlo con la bocca, ma non aveva particolari problemi a negare a Lino questo piacere.
Anche questa volta le sue mani si mossero come piaceva a lui e, in breve, senti’ le contrazioni farsi piu’ forti e frequenti, era prossimo a venire.
Si sdraio’ di fianco a lui e gli disse ‘ Ti voglio dentro.
Lino non aspettava altro, si inginocchio’ tra le gambe della moglie, guido’ il suo membro tra le labbra della vagina e la penetro’ con decisione. Lei era ancora ben lubrificata dal precedente rapporto e lo accolse con gioia dentro di se. Il suo piacere crebbe velocemente con i colpi che lui le assestava e le parole che le sussurrava ‘ Sei splendida, prima ti ho visto godere con un altro, non mi aspettavo che tu potessi godere cosi’ tanto la prima volta. Non ti fermavi piu’, lui avrebbe potuto farti qualsiasi cosa e tu avresti detto si.
Lino, in breve, senti’ l’orgasmo farsi strada e venne tra le braccia di Rita che lo aveva ascoltato senza rispondere (ma in cuor suo sapeva che lui aveva detto il vero).
Quando Lino si scosto’ da lei, si accorsero entrambi della presenza di Marco sulla porta.
M ‘ Mi spiace, sembra che io passi il tempo a spiarvi, ma tornando dalla doccia non ho potuto fare a meno di vedervi e…beh, eravate un bello spettacolo.
Rita arrossi’ come una scolaretta sorpresa a fare qualcosa di proibito, e la cosa fece sorridere Marco dato che era nuda ed offriva uno spettacolo decisamente eccitante con le gambe leggermente aperte e le labbra della vulva ancora dischiuse a seguito del rapporto avuto con Lino.
Lo disse e vide lei diventare ancora piu’ rossa e chiudere le gambe di scatto, ma senti’ che era il momento giusto per chiarire il loro rapporto.
Si sedette sul bordo del letto e disse ‘ Senti Rita, vorrei che ora, in questo particolare momento, tu mi ascoltassi bene.
Lei lo guardo’ senza ben capire.
M- Sebbene questa sia la mia barca. Io qui sono un ospite. Siete voi i padroni di casa ed io vi sono grato per quello che mi avete concesso. Vorrei che tu ora capissi che io non faccio parte della vostra vita. Voi siete una coppia che divide ogni secondo di ogni giornata, io sono solo una presenza che fara’ un po’ di strada con voi e che, tra poco, il mio cammino proseguira’ in un’altra direzione e di voi mi rimarra’ solo uno splendido ricordo. E spero lo stesso a voi di me.
Lino assentiva con il capo, in silenzio.
Marco continuo’ ‘ Forse Lino non e’ stato capace di spiegarlo bene in qesti anni, ma la verita’ e’ questa. Voi qui siete una coppia ed io solo un compagno di viaggio che, tra breve, scomparira’ per sempre dalla vostra vita. Il fatto che tu sia cosi’ timida e riservata, va solo a tuo favore di persona corretta ed integra, ma qui non stiamo facendo nulla di cui tu ti debba vergognare. Tu, questa notte, sei una dea con due uomini al tuo servizio. Uno e’ tuo marito, l’altro una specie di giocattolo che domani potra’ essere dimenticato e non portera’ alcun disturbo alla tua vita.
Mi e’ davvero dispiaciuto, nel pomeriggio, vederti cosi’sconvolta solo perche’ ti ho brevemente visto a seno nudo. Non deve succedere piu’, sei una donna splendida e, sino a che sarai qui, sarai la nostra regina.
Ora ti vedo molto piu’ rilassata, nonostante la situazione, ma so bene che, domattina, c’e’ la possibilita’ che tu ritorni quella di oggi, preoccupata di quanto successo e timorosa di possibili conseguenze.
Stai tranquilla, non ci sara’ nessuna conseguenza, solo un ammiratore in piu’ che ti lascerai dietro le spalle. Per favore, fidati di quanto ti sto dicendo.
Rita lo aveva ascoltato a testa bassa, rialzo’ lo sguardo e lo fisso’ in volto ‘ Parli bene Marco. Si capisco cosa vuoi dire ma, sai che certe abitudini sono difficili da cambiare.
Marco ricambio’ lo sguardo ‘ Si, capisco bene. ‘ Le sorrise ed aggiunse ‘ Ma ora sei sudata e qui fa caldo, non vuoi fare una doccia, magari come la faccio io sul ponte?
Lei ricambio’ il sorriso ‘ Si, perche’ no. Ormai proviamo anche questa.
Marco prese degli asciugamani e li porse ai suoi ospiti, Rita si affretto’ ad avvolgerlo attorno al suo corpo.
Salirono sul ponte, Lino e Marco nudi e Rita completamente coperta.
Marco li guido’ a prua e porse loro la doccetta.
M ‘ Dai Rita, comincia tu. Ma non potrai tenerti addosso l’asciugamano.
R ‘ E dai che mi vergogno. Se poi mi state anche a guardare non riesco.
M – Senti, in virtu’ di quello che ti ho detto prima ti chiederei di provare a vincere questi tuoi timori, sono assolutamente inutili.
L ‘ Marco ha ragione. Dai Rita, prova.
Rita arrossi’, lentamente si tolse l’ascigamano rimanendo nuda davanti ai due uomini.
Ovviamente si giro’ dando loro la schiena, prese la doccetta ed incomincio’ a bagnarsi.
Era notte, ma la luna piena emanava una luce sufficiente perche’ loro potessero gustarsi il suo corpo nudo. L’acqua scivolava sulla sua schiena e sui glutei in rivoli luccicanti, lei teneva le braccia piuttosto chiuse, come per impedire che loro la potessero vedere. Marco, per gioco, cambio’ posizione e si sedette sulla coperta quasi di fronte a lei.
Rita non cambio’ posizione, guardandolo come lo sfidasse.
Marco gli disse ‘ Sei davvero bella, ti prego, apri le braccia e mostrami il tuo seno.
Lei indugio’ un poco poi, lentamente, apri’ le braccia portandole sopra la testa.
Questa posizione libero’ i suoi seni che scesero dolcemente nella forma di due globi rotondi. L’aria era fresca ed i capezzoli induriti.
Lino si avvicino’ alla moglie e l’abbraccio’ da dietro. Le sua mani scesero sui suoi fianchi e l’attiro’ a se appongiando il suo membro tra i glutei. Rita si abbando’ a lui e si lascio’ cullare.
Poi le mani di Lino si portarono sul ventre della moglie ed una scese ad accarezzarla tra le gambe, forzando lievemente il passaggio.
Per consentire al marito di toccarla, lei scosto’ leggermente le gambe. Le carezza cominciarono presto a fare il loro effetto.
Marco, davanti ad un simile spettacolo, ebbe un erezione che sorpese anche lui per rapidita’ ed intensita’
M (guardandola) ‘ Sei splendida, guarda che effetto mi fai.
Rita guardo’ il suo membro eretto e, per la prima volta, non distolse gli occhi.
Lino, continuando il sensualissimo massaggio al monte di venere, le sussurro’ all’orecchio ‘ Lo vedi che ti piace. Ormai non puoi piu’ dirmi che non e’ vero.
Rita giro’ un poco la testa, lo bacio’ sulle labbra e gli disse ‘ Si, mi piace.
L ‘ Ed allora perche’ non lo tocchi?
Rita non si mostro’ sorpresa da questo invito, in cuor suo sapeva che si sarebbe arrivati a questo.
R ‘ Lo vuoi davvero? ‘ La voce era roca per l’eccitazione.
L ‘ Si, lo voglio.
Lei chiuse l’acqua e depose la doccetta.
Marco sedeva sulla coperta della barca, la vide avvicinarsi e le allungo’ una mano, lei la prese e si appoggio’ alla sua presa mente si inginocchiva tra le gambe dell’uomo.
Ora Rita era in ginocchiata davanti a Marco, tra le sue gambe e guardava il membro eretto che aveva di fronte.
M- Ti piace Rita?
R ‘ Si, mi piace ‘ La donna sembrava in una sorta di trance.
M ‘ Puoi toccarlo se vuoi, e’ tuo per questa notte.
Rita si chino’ un poco ed allungo’ una mano, le sue dita si chiusero sul pene di Marco e lo impugnarono alla base. Per lunghi minuti non si mosse, ne sentiva le pulsazioni, ne percepi’ l’uteriore ingrossamento dovuto all’estrema eccitazione di lui (lei si senti’ lusingata perche’ sapeva che era lei la causa di questa eccitazione). Poco a poco le sue dita si mossero lungo l’asta, ne studiavano i contorni e la forma, sentiva la pelle setosa e tesa. La mano si sposto’ piu’ in alto, trascinando con se la pelle che ando’ a coprire completamente il glande poi, all’improssivo la sua mano torno’ in basso, scoprendolo completamente.
Marco ebbe un gemito.
Rita si piego’ in avanti ed allungo’ la seconda mano infilandola sotto i testicoli di lui, li strinse delicatamente tra le dita ed incomincio’ a massaggiarli lentamente.
L’altra mano si muoveva ora, molto lenta, risalendo e discendendo il membro, sempre piu’ teso e gonfio.
Per assumere questa nuova posizione Rita aveva inclinato il busto verso di lui e, alla ricerca di un nuovo equilibrio, aveva dovuto allargare le ginocchia per una miglior presa sulla ruvida superficie della barca.
Il risultato fu che i suoi seni si trovavano ora molto vicini alle mani di Marco e, in questa postura, le mammelle pendevano verso il basso, molto piu’ evidenti ed esposte; inoltre il suo sedere si era sollevato e con le gambe aperte non nascondeva ormai piu’ nulla allo sguardo di Lino che seguiva da vicino lo spettacolo offerto da sua moglie. Uno spettacolo che mai si sarebbe aspettato di vedere e che stava andando oltre le sue piu’ segrete fantasie.
Lei sembrava stregata, stava compiendo atti che, sino solo al giorno prima, non avrebbe mai accettato di discutere, figurarsi il farli. Ma era calma e rilassata.
All’improvviso la situazione ebbe un’accelerazione e diverse azioni si sovrapposero nel loro compiersi.
Da una parte Lino, anche lui eccitato dallo spettacolo offerto da Rita, si porto’ dietro la moglie ed infilo’ una mano tra le sue gambe appoggiandola direttamente sulla vulva.
Era bollente e bagnata.
Al contatto con la parte cosi’ sensibilizzata Rita ebbe come una scossa, la sua schiena si arcuo’ sotto la tensione dei muscoli ed emise un gemito profondo.
Pochi attimi e poi Lino la penetro’ con due dita, entrando nella carne umida della moglie.
Quasi in contemporanea le mani di Marco si impadronirono dei seni.
Le sue dita, chiuse a coppa, affondarono nelle mammelle della donna, le senti’ piene e morbide, i capezzoli sfregavano sul palmo. Prese a massaggiarle, alternando pressioni piu’ forti ad altre molte delicate. Una delle mani percorse l’addome della donna sino al ventre.
Sotto questo doppio attacco Rita fu presto colta da dei brividi che dal pube si irraggiavano in tutto il corpo. Fu colta da uno spasmo, un’orgasmo fortissimo la scosse.
Si udi’ gemere e singhiozzare ‘ Siiiii, siiiiiii, non fermarti, non fermarti.
Durante questi lunghi attimi di piacere Rita aveva fermato le sue carezze, la sua mano era rimasta sul cazzo di Marco e lo stringeva forte, ma non la muoveva.
Era totalmente in balia dei due uomini che la stavano penetrando e palpeggiando ed a cui non poteva piu’ negare nulla. Dopo lunghi minuti l’onda del piacere accenno’ a diminuire.
Lino non aveva smesso di accarezzarla, ma aveva appoggiato la mano aperta sulla vulva, con ancora un dito inserito in profondita’ che avvertiva chiaramente le sue ultime contrazioni. Nessun movimento, solo una leggera pressione per farle sentire la sua presenza.
Come l’intensita’ delle sensazioni accenno’ a diminuire anche Rita si riprese. Abbasso’ lo sguardo, annebbiato dal piacere, sul membro che stringeva in mano.
Mosse piano la mano poi, quasi all’improvviso e senza nemmeno realizzare quanto stava per fare, si chino’ e chiuse la sua bocca sul cazzo che teneva in pugno, scese rapida sino ad ingoiarlo quasi completamente, si fermo’ un attimo poi lo fece uscire ed incomincio’ a muovere la lingua sul glande.
La sua mano riprese a scorrere sull’asta.
Marco continuava a stringerle ed accarezzare, morbidamente, i seni.
Davanti a questo spettacolo, Lino si senti’ impazzire dall’eccitazione. Sua moglie aveva, di sua iniziativa, preso in bocca il cazzo di un altro uomo e lo stava masturbando in un modo estremamente lascivo. Il tutto davanti ai suoi occhi.
Non pote’ resistere oltre, con due dita allargo’ le labbra della vulva e, dopo essersi inginocchiato, si infilo’ in lei in profondita’. Il corpo di Rita reagi’ quasi automaticamente inarcandosi all’indietro, emise un forte sospiro. La sua mano si fermo’ per un attimo, senza abbandonare il membro che stringeva, ma subito riprese a muoversi, ora piu’ veloce.
Lei sapeva che presto il suo corpo sarebbe stato preda di un altro orgasmo, voleva che lui venisse con lei, nella sua mano. La sua bocca ritorno’ ad aprirsi ma si limito’ a baciare e passare la sua lingua sul frenulo e sul glande di Marco che, ad occhi chiusi, si stava godendo le carezze di Rita.
La mano di lei accelero’ il movimento, senti’ il membro irrigidirsi e fremere, stacco’ la bocca nel momento in cui Marco comincio’ a venire, la mano rallento’ e risalendo si chiuse a pugno sul glande, senti’ il liquido caldo riempirle il palmo e scivolare tra le dita, solo allora si abbandono’ alle sensazione che il suo corpo reclamava per l’assalto di Lino.
Lui la stava possedendo in modo molto deciso, entrava ed usciva da lei veloce e con forza, penetrandola in profondita’. Sollecitata in questo modo Rita non pote’ resistere molto, il suo corpo fu scosso da tremiti ed il piacere si impadroni’ della sua mente.
Apppoggio’ il capo sul tocare di Marco e senti’ le sue mani sui suoi seni.
Furono momenti molto lunghi, Rita passava da un orgasmo all’altro, senza fine. Sentiva il membro di suo marito dentro di se e le mani di entrambi sul suo corpo.
Capi’ che Lino era prossimo a venire e lo senti’ fremere dentro di lei.
Quando tutto ebbe termine si senti’ enormemente stanca, ma anche enormemente appagata.
Lascio’ che loro la lavassero e la mettessero a letto, bacio’ Lino e saluto’ Marco.
Poi il sonno.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Apri’ gli occhi di colpo. Dove’era?
Mise a fuoco la stanza, una barca, ricordo’ tutto all’improvviso. Era sola.
-Mio Dio (penso’) e adesso? ‘
Davanti ai suoi occhi passarono le immagini della notte precedente, si rivide nelle situazioni vissute, no, impossibile, eppure guardandosi intorno sapeva che era stato tutto vero.
Dov’era Lino?
Dalla porta aperta filtrava la luce proveniente dall’esterno, era giorno ormai.
Le giunse la voce di Lino, era fuori e stava aprlando con qualcuno…Marco!
Si senti’ arrossire, quest’uomo l’aveva vista…..aveva fatto…… noooooo.
Si mise le mani sul viso, come poteva ora presentarsi a loro?
Passarono molti minuti, non aveva scelta, non poteva starsene li per sempre.
Si alzo’, indosso il costume, annodo’ un copricostume (bel alto sopra il seno, appena sotto le ascelle) e, cosi’ coperta, lentamente (e faticosamente) si avvio’ all’uscita.
Emerse dal boccaporto, nel pozzetto vide Lino e Marco seduti ad un tavolino intenti a fare colazione.
La videro entrambi ‘ Ciao amore, come stai ? ‘ disse Lino.
Buongiorno ‘ fece eco Marco.
Buongiorno ‘ rispose Rita, arrossendo visibilmente.
Si sedette al tavolo e tenne gli occhi bassi.
Marco le verso’ un caffe’ e le porse un piatto con dei biscotti.
Lei annui, sempre a testa bassa.
Fra poco partiremo ‘ disse Marco – in circa 3/4 ore saremo al porto. Ma, Rita, non vorrai tenere il broncio per tutto il tempo!
Lei arrossi’, molto a disagio (davanti agli occhi le passarono le immagini di se stessa intenta ad accarezzare il membro dell’uomo). In un brusco movimento rovescio’ la tazza del caffe’.
Scusate, scusate davvero, non so cosa mi sta capitando ‘ disse.
Marco si alzo’ ed ando’ a sedersi di fianco a lei. ‘ Non ti sta succedendo nulla, sei solo nervosa. Sono certo che non riesci ad accettare quanto successo questa notte. E’ una cosa naturale e comprensibile.
Lei annui’.
M ‘ Ma tu sei una donna intelligente, e sai gia’ qual’e’ la risposta.
Lei lo guardo’ con aria interrogativa.
M ‘ Rita, a me non la racconti. Questa notte e’ successo esattamente quello che hai voluto. Se vuoi puoi ingannare te stessa, ma con me non riuscirai. Non eri ubriaca, non eri drogata, eri solo una donna che si e’ sentitata desiderata ed ha scelto di abbandonarsi. Lo hai scelto liberamente e lucidamente. E’ ora che tu ti affronti e guardi dentro te stessa. Devi scegliere che donna vuoi essere, libera e respondsabile delle sue scelte oppure pavida e nascosta dietro mille inibizioni.
Attimi di silenzio scesero su di loro.
Nessuno parlava, Lino e Marco guardavano Rita, lei fissava la tazzina tra le sue mani scosse da un leggero tremito.
Nessuno parlo’ per lunghi minuti, poi Rita alzo’ lo sguardo verso i due uomini, si schiari’ la voce e comincio’ a parlare ‘ Hai ragione Marco, io capisco che hai ragione, ma e’ piu’ forte di me. E’ come se una parte di me combattesse contro l’altra. Si, la scorsa notte ero lucida e ricordo tutto quello che abbiamo fatto, mi….mi…mi e’ anche piaciuto (dire queste cose dovette costarle molto, le mani tremavano visibilmente e lei era tremendamente nervosa).
Mi succede anche con Lino (guardo’ timidamente verso il marito), quando sono eccitata mi sento come liberata, ma poi, a mente fredda, provo una vergogna enorme. Come posso fare?
M ‘ Gia’ ammettendo questo dimostri di essere una donna intelligente. Sai, i cambiamenti, sopratutto quelli profondi, richiedono tempo. Non si puo’ cambiare dall’oggi al domani. L’importante e’ volerlo fare e non dimenticarsi mai di questo. Mettersi alla prova un poco alla volta ti porta ad allargare gli orizzonti e poi il cambiamento verra’ da solo.
R ‘ Vorrei, ma come ? (aveva un tono disperato), da sola non ce la faccio. Come devo fare?
M ‘ Ti aiutera’ Lino e, sino a che saremo insieme, ti aiutero’ anch’io. Lo vuoi?
R ‘ (guardandolo in volto) si, mi piacerebbe. Vorrei essere libera e smetterla di sentirmi in colpa per tutto quello che faccio o che penso.
Non appena ebbe finito di parlare scoppio’ in singhiozzi. Lino subito si avvicino’ a lei e l’abbraccio’.
L ‘ Su dai, amore, calmati. Va tutto bene.
Poco a poco lei si calmo’. Lo sfogo era servito ed appariva ora, piu’ controllata.
M ‘ Innanzi tutto bevi il tuo caffe’ e mangi questi buonissimi biscotti. E’ un ordine !
Per il tono usato e per l’espressione sorridente che aveva in volto, sia Rita che Lino scoppiarono a ridere.
R ‘ Grazie Marco, grazie davvero.
M ‘ Non ringraziare, non siamo ancora arrivati in porto. Chissa’ cosa puo’ succedere ancora……
Rita lo guardo’ da sopra la tazzina e fece un sorriso (un po’ malizioso) ‘ cosa vuoi dire?
M ‘ aspetta e vedrai, ma prima di tutto togliamo le ancore e partiamo, altrimenti potrei decidere ti tenervi qui prigionieri per tutta l’estate.
Cosi’ dicendo accese il motore e, dopo essersi assicurato che il gommone di Lino fosse ben legato, si diresse a prua per salpare l’ancora.
Dopo mezz’ora erano comodamente seduti nel pozzetto, navigavano a motore ed a bassa velocita’.
M ‘ Ci vorranno almeno 4 ore per arrivare in porto.
Guardo’ verso i suoi ospiti, Lino era rilassato e se ne stava disteso su un divano Rita, al contrario, era seduta e sembrava un poco nervosa, come se si aspettasse qualcosa senza sapere bene cosa sarebbe successo. Dato lo spazio ristretto erano comunque tutti vicini.
M ‘ Bene, abbiamo qualche ora davanti a noi, nessuna fretta, come ti senti Rita? Sei pronta ad incominciare una nuova vita piu’ consapevole?
A sentire pronunciare il suo nome Rita ebbe un sussulto.
Senza potersi spiegare il perche’ avverti’ una leggera contrazione al ventre.
Non sapendo bene cosa Marco volesse dire accenno’ con il capo.
M ‘ Bene. Ora, poco fa ci hai confessato che riesci ad abbandonarti solo quando la tua eccitazione prende il sopravvento sulla ragione e ti libera dal peso delle convenzioni.
Rita ‘ Si, e’ cosi.
M ‘ Allora la strada da intraprendere e’ imparare ad abbandonarsi a mente lucida, senza attendere che eventi esterni la indeboliscano. Sei d’accordo?
Rita ‘ (ancora non riuscendo bene a capire cosa lui volesse dire) Credo di si.
M- A questo punto ti devo chiedere, sei disposta a fare tutto quello che ti chiederemo ora, senza piu’ obiezioni e scegliendo, liberamente e semplicemente, di seguire le nostre richieste?
R ‘ (era molto agitata e il tremore alle mani mostravano il suo nervosismo) Ma….
M ‘ Niente ma, Rita. Si oppure no.
R ‘ (un lungo silenzio e poi una voce flebile) S…ii.
M ‘ Bene. Ma non essere cosi’ preoccupata, ti prego. Come ti ho gia’ detto sei la nostra regina e nessuno ti manchera’ mai di rispetto. D’accordo?
Rita annui’ con il capo.
M – Allora andiamo ad incominciare. Lino, secondo te, qual’e’ la parte di piu’ bella di Rita.
Rita arrossi’ visibilmente ed il suo nervosismo aumento’.
L ‘ Non saprei dire qual’e’ la parte piu’ bella, ma sicuramente posso dire quale preferisco. Perdona Rita ma devo dire la verita’. Mi piace tutto di te, ma se devo scegliere un particolare direi il monte di Venere ed il boschetto che lo ricopre.
Rita abbasso’ il viso, visibilmente imbarazzata.
M ‘ Per quanto mi riguarda e per quello che ho potuto vedere direi il seno, e’ davvero splendido. E tu Rita, che parte preferisci del tuo corpo?
Rita fatico’ a parlare e chiuse ancora di piu’ le spalle, come se volesse nascondere il petto alla vista dei due uomini, poi a voce bassa disse ‘ Io non so, non mi trovo cosi’ speciale.
M ‘ Mmmmmm…faccio fatica a crederlo, ma accetto la tua risposta. A questo punto, potrei chiederti di mostrarmi il tuo seno?
Rita lo guardo’ in viso con un espressione sorpresa e contrariata ‘ No, non posso farlo. Non cosi’.
M ‘ Perche’ mai? Abbiamo appena detto che devi imparare a controllare la tua mente, non a farti controllare da essa. (Poi, addolcendo la voce) Davvero Rita, te lo chiedo per aiutarti e (le sorrise) perche’ ho davvero una voglia pazzesca di vedere ancora i tuoi seni.
Rita ebbe un breve sorriso ma le mani le tremavano per la tensione. Acconsenti’ con il capo.
Guardo’ verso Lino che le sorrise a sua volta.
Timidamente sciolse il nodo del copricostume e lo sfilo’, allungo’ poi le mani dietro la schiena e slaccio’ il gancetto del costume. Un braccio ando’ a coprire i seni mentre lasciava cadere l’indumento.
R ‘ Mi vergogno. Davvero non ce la faccio.
M ‘ Ma lo hai gia’ fatto Rita. Basta solo che tu sposti il braccio, non e’ una cosa impossibile, vero?
Rita annui’ nuovamente. Lentamente il suo braccio torno’ lungo il fianco.
I suoi seni, liberati dal sostegno, scesero morbidamente nella loro posizione naturale.
Rita, tuttavia, teneva le spalle talmente chiuse (cercando di minimizzare il loro volume) da coprire parzialmente la loro vista.
M ‘ Sono bellissimi, ma perche’ hai le spalle cosi’ chiuse? Per favore, appoggiati alla spalliera del divano.
Il volto di Rita era, da tempo, di un colore rosso accesso, sempre evitando di guardarli negli occhi appoggio’ la schiena al divanetto.
M ‘ Rita…….Rita non giochiamo, apri le spalle e stai diritta, sei una bella donna, perche’ devi penalizzarti cosi’?
Lei ebbe uno scatto (evidentemente sentiva una forte pressione psicologica), apri’ le spalle di scatto e lo fisso’ in volto come per sfidarlo.
Ovviamente la nuova posizione aumento la visibilita’ del suo petto. Le spalle aperte rialzarono i seni e le mammelle esposte alla piena luce del giorno rivelarono due globi pieni (almeno una quarta misura) con capezzoli bruni in cima, non troppo grossi ma gia’ induriti e gonfi sia per la fresca brezza, ma anche per una segreta eccitazione che stava facendosi strada dentro di lei.
M ‘ Davvero splendidi, non ho parole. Per favore, vorresti venire a sedere sul tavolo di fronte a me?
Lino seguiva gli avvenimenti con fare distaccato, ma il suo costume non poteva nascondere la crescente erezione.
Alla domande di Marco segui’ un’ulteriore espressione sorpresa di Rita, era evidente che lei non si aspettava le sue richieste e questo non faceva che aumentare la sua insicurezza.
Tuttavia Marco era deciso ‘ Per favore, vieni.
Lei esito’ ancora, poi lentamente si alzo’ e, girando intorno al tavolino si porto’ di fronte a Marco, qui si volto’ verso di lui e si sedette sul tavolino. Le gambe penzoloni, le mani appoggiate sul bordo del tavolino con le dita che ne stringevano il bordo nervosamente.
R ‘ Allora? (aveva un tono un poco provocatorio, era una reazione alla sua insicurezza di fronte a lui).
M ‘ Allora nulla, ti ho chiesto di venire qui perche’ non mi basta guardare i tuoi splendidi seni, li vorrei accarezzare. Posso?
Questa volta Rita non rimase sorpresa come in precedenza, intimamente aveva capito che, presto, sarebbe arrivato un contatto fisico. Accenno’ con il capo.
Le mani di Marco si appoggiarono sul suo petto, le dita strinsero con dolcezza le due mammelle, i pollici passarono piu’ volte sui capezzoli.
Rita aveva ora gli occhi chiusi, il contatto veniva a rompere una lunga tensione psicologica che l’aveva provata, era come un sollievo. Emise un sospiro, le mani che soppesavano e scorrevano delicate sui suoi seni la stavano eccitando, senza accorgersene le sue mani lasciarono il bordo del tavolo e si appoggiarono sul piano dietro la sua schiena, in questo modo il busto si inclino’ leggermente all’indietro e le sue spalle si aprirono offrendo il petto alle mani di Marco.
Lui la accarezzo’ a lungo, i suoi tocchi si spinsero sui fianchi ed all’indietro sulla schiena, sul collo e sulle braccia. Ad ogni passaggio ritornavano sui seni e sui capezzoli, stuzzicandoli.
Dopo qualche tempo lui si chino’ a baciarli, la sua bocca si apri’ ed incomincio’ a succhiare, lento e dolce, uno dei capezzoli.
Rita emise altri sospiri, piu’ profondi. Incominciava a sentire il coinvolgimento che, come sempre, era preludio ad una tempesta dei sensi.
Ancora lunghi minuti, poi Marco la abbandono’ lentamente, lei apri’ gli occhi guardandolo con aria interrogativa.
M ‘ Perdona Rita, mi piace troppo, ma non e’ giusto nei confronti di Lino che ci sta guardando. Ora tocca a lui. Per favore, puoi stenderti all’indietro?
Lei lo guardo’ in viso poi, obbediente, adagio’ la sua schiena sul piano del tavolo.
Marco l’accompagno’ tenendola per le braccia, quando lei fu distesa Marco si alzo’, la guardo’ un ultima volta e poi disse a Lino ‘ Vieni Lino, ora e’ il tuo turno di svelare la parte che piu’ desideri vedere.
Rita si copri’ il viso con le mani, comprese che presto sarebbe stata nuda di fronte a loro, in piena luce e senza nulla con cui coprirsi.
Marco passo’ dall’altra parte del tavolino e si fermo’ in piedi, dietro la testa di Rita.
Con una mano alzo’ il capo della donna e vi infilo’ sotto un cuscino preso dalla panca. Lei lo ringrazio’.
Lino, a sua volta, si porto’ nella posizione precedentemente occupata da Marco. Era in piedi di fronte al tavolino, la donna giaceva distesa tra i due uomini, entrambi in piedi, uno dietro la sua testa ed uno tra le sue gambe. Lei era molto nervosa e l’effettom delle carezze di poco prima sembrava svanito.
Si mosse prima Lino, appoggio’ le mani sui fianchi della moglie. Le accarezzo’ brevemente il bacino, poi infilo’ le dita sotto il costume ed incomincio’, lentamente, a sfilarlo verso il basso.
Lei ebbe una reazione istintiva e sollevo’ le braccia come per coprirsi.
Intervenne allora Marco ‘ Vieni Rita, dammi le mani. Rilassati, non temere, fidati.
Cosi’ dicendo si chino’ sulla donna, le prese le mani e le porto’ all’indietro sino a che le braccia di Rita furono completamente distese dietro al suo capo.
Questo movimento accentuo’ il volume dei seni, spinti verso l’alto dalla distenzione dei muscoli delle spalle.
Intanto il costume, trascinato dalla mani di Lino, scendeva rivelando il folto ciuffo di peli che copriva il pube, poi scese sulla gambe e fu definitivamente tolto.
Le mani di Lino risalirono sulle ginocchia di lei e le spinsero all’infuori costringendo la donna ad allargarle.
Rita era ora distesa ed aperta sotto i loro occhi. Aveva chiuso gli occhi per la vergogna ma sapeva che il suo corpo stava reagendo al di fuori del suo controllo, sentiva dei brividi partire dal ventre e delle contrazioni nella zona del pube.
Quando le mani di Lino la toccarono sulla morbida pelle all’interno delle cosce tutto il suo corpo si contrasse nell’attesa di quello che sarebbe arrivato subito dopo e quando, finalmente, le sue dita trovarono la fessura ed incominciarono a penetrare in lei, Rita’ non riusci’ a controlare un gemito, apri’ la bocca in un grido muto e mosse la lingua come impazzita tra le labbra spalancate.
Forse a causa della tensione accumulata, forse a causa dell’estrema eccitazione, un orgasmo fortissimo la travolse ed il suo corpo fu scosso da tremiti.
Lino fece una breve pausa, lascio’ che la prima ondata che l’aveva travolta si placasse, poi riprese a muovere le dita come sapeva.
Marco si chino’ su di lei ed apri’ la sua bocca su uno dei capezzoli, duri ed eretti, che i seni spingevano verso l’alto.
Lei, ancora con le braccia distese all’indietro, apri’ le mani e si aggrappo’ ai fianchi dell’uomo.
La lingua di Marco succhiava avida i suoi capezzoli e le dita di Lino continuavano a scavarla in profondita’ facendola passare da un orgasmo all’altro, praticamente senza interruzioni.
Rita mosse le dita alla ricerca del membro dell’uomo che senti’, rigido e gonfio, sotto il leggero tessuto del costume.
Con voce rotta disse a Marco ‘ Togli il costume.
In un attimo lui fu nudo e senti’ le dita della donna avvolgere il suo membro.
Lino guardava affascinato la sua donna contorcersi dal piacere e guardare, con la bocca aperta e la lingua guizzante, il membro che teneva in pugno poco sopra il suo viso.
Imrpovvisamente ebbe voglia della sua bocca, era eccitatissimo e mai come ora voleva sentire la sua lingua attorno al sesso.
Guardo’ Marco e gli disse ‘ Ti va di scambiare posto?
Marco rispose- Come vuoi.
Abbandonarono per un attimo quel corpo nudo ed ansimante e, in un secondo, si scambiarono le posizioni. Lino si libero’ velocemente del costume, raggiunse la moglie e la bacio’ appassionatamente.
Lei, per tutta risposta, giro’ di lato il capo e, compreso il desiderio del marito, prese il suo membro tra le dita e lo guido’ verso la bocca. Le sue labbra lo accolsero e prese a masturbarlo lentamente.
Marco in piedi, tra le gambe aperte di Rita, con il membro teso verso di lei li stette a guardare per un poco (nel frattempo infilando un preservativo che aveva preparato in precedenza), poi non seppe trattenersi e, infilate le mani sotto le ginocchia della donna, le alzo’ verso l’alto aprendole contemporaneamente verso l’esterno, da qui spinse le ginocchia verso il petto di lei.
Il risultato fu che il bacino ne fu sollevato ed il sesso e l’ano di lei completamente svelati, un percorso coperto da una fitta peluria rossastra al centro della quale le labbra semiaperte rivelano la carne rossa ed umida e la fessura su cui Marco poggio’ il glande, stuzzincandone l’ingresso per poi affondare lentamente dentro di lei.
Rita sentendosi penetrare, abbandono’ per un attimo il membro del marito e si lascio’ andare a dei gemiti sommessi. Ormai la sua mente era annebbiata dal piacere.
La sua mano stringeva il pene e si muoveva automaticamente su di esso, ma la sua bocca era estaticamente aperta, gemendo e muovendo la lingua.
Erano orami tutti estremamente eccitati, Rita dove aver goduto lungamente sotto le mani del marito ebbe un altro orgasmo quando il membro di Marco raggiunse il punto piu’ profondo della sua vagina e comincio a muoversi dentro di lei.
Marco spinse le mani sui suoi seni e li strinse tra le dita.
Dopo i primi istanti di estasi Rita si riprese un poco e riporto’ la bocca sul pene di Lino.
Era ormai questione di attimi, il primo a venire fu Marco che, dopo un ultimo, lungo affondo affondo’ le dita nei fianchi di Rita e le disse- Sto venendo, sei splendida.
La donna, sentendo le contrazioni di lui fu colta da un ennesimo orgasmo e Lino, alla vista di una scena cosi’ coinvolgente, non pote’ piu’ trattenersi.
Fu la prima volta che Rita, pur intuendo che il marito stava per eiaculare, mantenne il membro nella sua bocca e senti’ il liquido caldo scenderle in gola.
Ormai non provava piu’ vergogna nei loro confronti. L’avevano spogliata, aperta e posseduta.
Era stata loro in ogni modo e posizione, aveva goduto nelle loro mani, nelle loro bocche e con i loro membri.
Era forse questa la liberta’?
Non si rispose, la sua mente era ancora annebbiata ed il suo corpo stava godendosi quelle deliziose sensazioni di rilassamento che si provano dopo un intenso pacere.
I due uomini si erano ritirati da lei, ma non l’abbandonavano.
L’avevano sollevata ed adagiata sul divano, loro si erano sdraiati vicino a lei e sentiva il contatto con i loro corpi caldi. Le loro mani su di lei, ovunque, lente e carezzevoli.
Le loro labbra sulla sua pelle.
Anche se questa non si sarebbe rivelata la liberta’ tanto attesa era pero’ qualcosa di molto vicino alla felicita’, le sarebbe bastato. ……per ora.

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