Skip to main content
Trio

La Collega (5°parte)

By 12 Ottobre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Venerdi 30 luglio. Per quasi tutti i dipendenti della mia azienda è un giorno decisamente positivo: anche perché corrisponde con il sopraggiungere delle sicuramente attese e strameritate vacanze. Positivo per quasi tutti, perché per me e per la mia collega così non è. Proprio domani mattina mi incolonnerò, insieme a milioni di italiani, in autostrada per raggiungere con mia moglie e mio figlio una ‘ridente’ località balneare, dove vi starò praticamente un mese. Non ho mai capito perché un luogo di villeggiatura debba essere ‘ridente’. Può essere di tutto, gradevole, incantevole, devastante, ma ridente, mah ! Comunque non ho ancora capito se la mancanza di voglia di andare in vacanza sia più legata al fatto di essere costretto a stare necessariamente con la mia famiglia, oppure al fatto che dovrò fare a meno dei ‘servizi’ concessimi dalla mia collega.
Già, la mia collega. Lei è veramente a pezzi. Poi ci siamo anche visti poco ultimamente’.. Che diavolo ! Non è mica facile trovare del tempo libero tra il lavoro e la famiglia ! E poi per me non rappresenta altro che ciò che è stato finora. Una possibilità, strepitosa, di soddisfare le mie esigenze sessuali, permettendo di dare libero sfogo a quasi tutte le mie fantasie.
E a proposito di fantasie, stasera metteremo in campo un’altra novità……
Infatti stasera riesco ad avere una ‘libera uscita’; ho detto a mia moglie che ci sarà una cena di fine anno con un po’ di colleghi. In realtà la cena ci sarà, ma sarà a tre, il sottoscritto, la mia collega ed un mio ex-collega, nonché buon amico che ho già utilizzato per ‘coprirmi’, e a cui ho raccontato molte delle vicende degli ultimi mesi.
Naturalmente a lei non ho detto niente, avendo deciso di imporre l’effetto sorpresa.
Alle sette di sera ci presentiamo muniti di tre pizze e molte bottiglie di vino.
Suono il campanello. Apre la porta, è vestita solo con una minigonna nera ed una canottierina bianca. E’ stupita di vederci in due, e percependo la sua perplessità l’anticipo:
– ‘Ciao, scusa se non ti ho avvisato in tempo, ma ho coinvolto ”. , un mio ex-collega che si è trasferito fuori città. Non ci vedevamo da un sacco di tempo e pensavo sarebbe stato carino invitarlo a cena con noi, no ?’.
– ‘Si’.ma’..no, va bene”i tuoi amici sono anche miei, ci mancherebbe altro’.’.
– ‘E poi ho comprato le pizze, così non devi spadellare in cucina. Vedi che a te ci penso !’.
Come sempre, la mia collega fa buon viso a cattiva sorte. Anzi cattivissima sorte, visto e considerato che sicuramente mi avrebbe voluto tutto per sé. Ma io sarò tutto per sé, è lei che non sarà tutta per me…..
La cena si svolge all’insegna dell’ilarità. Con rapidi cenni di intesa, un po’ io ed un po’ il mio amico ci alterniamo nel riempire il bicchiere della donna quando si svuota.
– ‘No, dai, non fatemi bere troppo. Fa troppo caldo, poi mi va alla testa’.
– ‘Ma non sei mica astemia ! Quando andavamo a mangiare fuori non disdegnavi di bere birra o vino, no ? ‘.
E’ vero, quelle volte che abbiamo mangiato fuori la mia collega ha dimostrato di apprezzare il buon vino, ma non certo nelle quantità industriali che le stiamo somministrando stasera.
A fine cena ci alziamo, non senza che lei possa esclamare:
– ‘Dio mio, mi gira la testa !’.
Ci accomodiamo sul divano con la scusa di farle vedere un album di foto che risaliva ad un viaggio premio a New York, che l’azienda ci aveva concesso anni prima (album naturalmente riesumato per l’occasione).
La facciamo mettere in mezzo; mentre lei guarda l’album tenendolo in mano, io inizio ad accarezzarle una coscia. Ci mette un po’ a realizzare che io la sto accarezzando, e che soprattutto c’è un quasi estraneo insieme a noi.
– ‘ Cosa c’è ? Non ti piacciono le mie carezze’..hai una pelle così morbida e delicata”, e nel dirlo continuo a salire verso le mutandine.
– ‘No, dai’..così non mi piace’.’ e poi, a bassa voce, ‘ed il tuo amico, cosa hai intenzione di fare con lui ?’.
Era una domanda retorica. Lei sapeva benissimo che la sua presenza non era affatto casuale. Non le rispondo, non l’ho mai fatto se non in casi strettamente necessari. Con la mano sinistra continuo ad intrufolarmi in mezzo alle cosce, con la mano destra la prendo per la testa, permettendo alle mie labbra di avvicinarsi alle sue. Inizio a baciarla, ad infilare la lingua nella sua bocca. E’ un bacio che deve essere il più passionale possibile. Deve, insieme all’alcool che ha ingerito, ‘stordirla’ letteralmente. Ed è anche il segnale convenuto con il mio amico, per premettergli di intervenire. Infatti anche lui inizia ad infilarle le mani sotto la gonna, puntando però necessariamente alla sua figa. Immagino che per lui la situazione sia decisamente eccitante, e d’altro canto come potrebbe non esserlo.
Metto le mani sotto la canottiera, le palpo le tette con una mano, con l’altra prendo la sua mano e me la porto sul pacco. La ritrae, ma gliela riprendo:
– ‘Toccamelo !’
– ‘No’..no”’.
Sono però difese flebili. Non credo neanche si stia rendendo conto che la mano sopra il perizoma non è la mia. Mi abbasso la cerniera dei pantaloni e prendo con decisione la sua mano per portarla sul mio uccello, che è diventato nel frattempo durissimo.
– ‘Brava, menamelo bene’..così’..avanti”.fatti spogliare mentre, dai”’.
Le tolgo prima la canottiera e poi il reggiseno. Il mio amico ne approfitta per passarle a leccare i capezzoli, prima una, poi l’altro. Lei nel frattempo inizia a sciogliersi. Ormai la strada è in discesa.
– ‘Adesso vieni a prendere in bocca il mio bastone’ e così dicendo la prendo decisamente per la nuca, costringendola ad abbassarsi sul mio pistone ‘dai, maialona mia, succhiamelo ‘..così brutta zoccola’..prendimelo bene in bocca’.
La posizione a novanta gradi ha permesso al mio amico di sfilarle la mini gonna e, sfilandole quindi il perizoma, di accorgersi così del ‘mezzo aereo’ piantato nella passera.
– ‘Cazzo ! Ma allora è vero quello che mi avevi detto ! ‘Sto puttanone veramente asseconda ogni tuo desiderio. Ma guarda che roba’..’.
– ‘Cosa credevi, che non fosse vero ? Hai visto che roba ? Dai’..datti da fare’ed anche tu continua a succhiarmelo”.’.
La stiamo sommergendo di oscenità. Ormai abbiamo abbattuto ogni barriera inibitoria. Mi abbasso i pantaloni ed i boxer, mi tolgo la Lacoste, e lo stesso fa il mio collega, rimanendo così finalmente tutti nudi. La prendiamo in braccio e ci trasferiamo nel letto matrimoniale. Nel grande letto lei continua il lavoro di bocca in modo eccezionale, leccandomi vorticosamente palle, asta e cappella, mentre il mio amico inizia a lapparle la figa.
– ‘Oh, questa è un lago ! Non ho mai visto mai una donna bagnarsi in questo modo’.’.
– ‘E’ la sua caratteristica. Come la prendi gode, vero che ti piace prenderlo in ogni modo ? Vero ? Faccelo sentire un po’, dai”.’.
– ‘Si’..è vero”ma’..io non’..si’..si ‘mi sta piacendo quello che mi fate’..anche lui la lecca bene”non come la lecchi tu però”’
– ‘Lo so che sei una buongustaia ! E anche che sei una succhiacazzi di prima categoria, guarda come me lo hai fatto diventare duro.’.
Sentendo quelle mie parole, il mio amico smette di leccarle la figa, ed esibendo anche lui una mazza non indifferente, si avvicina e le alza la testa prendendola per i capelli.
– ‘Adesso lecca anche il mio uccello !’,
La mia collega ha una breve, brevissima esitazione. Dopo di che avvicina la bocca alla cappella ormai paonazza, ingoiandosela in un colpo solo. Io mi alzo in piedi, e aggiungo:
– ‘Devi prenderli in bocca tutti e due. Avanti, spompinaci bene, non ti fare pregare, dai puttana !’
– ‘Siiii’..ve li prendo in bocca tutti e due’non dovrei farlo”non devo”fatemeli leccare dai”Dio come sono eccitata !!!! Sono veramente una troia’.’.
La situazione è ormai chiara: si sta rendendo conto di essere andata oltre la ‘border line’. E’ una situazione che non ha previsto, ma in cui si trova coinvolta senza possibilità, e da cui non sa tirarsi indietro.
Mi rivolgo al mio amico:
– ‘Sdraiati che adesso potrai piantare il cazzo, dai”
E alla collega:
– ‘E tu impalati sul suo uccello, avanti !’.
Entrambi ‘obbediscono’ ai miei ordini. Lei si siede sul suo uccello, sprofondandoci senza esitazione alcuna, fradicia com’è.
Il mio amico si limita a dettare il ritmo mettendo le mani sul suo culo, ma il grosso lo fa, onestamente, quella maiala assatanata della mia collega.
– ‘Avanti, mia bella troietta’..ti piace essere chiavata, vero ?’.
– ‘Siiiii’..mi piace prenderlo ”dai’.oddio’.mi sento mancare’..’.
Probabilmente gli effetti dell’alcool iniziano a frasi sentire. E non volevo essere certo io a rimanere con il cazzo in mano ! Mi avvicino al suo culo, e senza tanti indugi glielo ‘punto’:
– ‘Allora, visto che ti piace prenderlo, prendi anche il mio uccello che tanto hai un culo talmente sfondato che potresti anche non sentire niente !’ e con un colpo neanche tanto deciso le infilo tre quarti di cazzo nel culo in un colpo solo.
– ‘Ahhhh’..no”così mi fa male”ahhhhhhh”fai piano amore, ti prego’..’.
Il colpo l’ha fortunatamente ‘risvegliata’. Meglio, per un attimo ho temuto che ci sveniva lì davanti! Iniziamo un sandwich perfettamente sincronizzato. Le sue suppliche non ci interessano. Ad ogni mia spinta segue una spinta del mio amico. Sento alla base del mio uccello la cappella del mio amico che le sfonda quella sua figa piena di umori. Ma di umori della zoccola ve ne sono dappertutto. La ragazza sta arrivando al suo orgasmo, forte e liberatorio:
– ‘Sto venendo”vengo”vengo’.vengoooooooo”.si amore si ” spingete ”’. fottetemi ”..fottetemi’.. Dio mio quanto sono cagna !!! ahhhhhh”siiiiiiii’. siiiiiiii’.siiiiii”’.
Il suo orgasmo è una scossa tellurica, tanto da costringerci ad interrompere le pompate. Ma per fortuna anche a rallentare il nostro orgasmo. Per me che sono ormai abituato è abbastanza normale, ma mi stupisce il mio ex-collega ! Che si sia fatto una bella sega prima di vederci, come si faceva da ragazzi !
Io intanto continuo a stantuffarla, uscendo completamente dal suo culo, prendendemolo in mano e affondando poi con violenta decisione. Ad ogni botta l’orifizio anale si allarga sempre di più. Mi viene in mente un film porno che avevo visto una volta, dove la protagonista lo prendeva in culo amabilmente da un negro che poi mostrava il buco alla macchina da ripresa. Mi era sembrata una cosa esagerata’ma questa qui la sta battendo. Il mio amico nel frattempo è uscito e glielo infila nuovamente in bocca:
– ‘Succhiamelo di nuovo che ho voglia di sborrarti in bocca brutta troia”prendi l’uccello in gola fino alle palle succhiacazzi, dai !!!!!’.
Il mio collega ne avrà ancora per poco, immagino. Lei nel frattempo sembra inebetita. E’ sveglia, ma sta andando avanti per forza di inerzia. Penso ad un gran finale, e blocco il mio amico:
– ‘Vieni qui. Questa ha il culo talmente largo che possiamo metterglielo entrambi’. proviamo dai !’.
– ‘Dici ? Ma ‘..ci stiamo ?’.
– ‘Ma si ! Vieni a vedere se non mi credi !’.
Si posiziona anche lui dietro le chiappe della mia collega, con la verga ben dura in mano. Il culo della ragazza è nel contempo uno spettacolo osceno e deliziosamente conturbante, al punto da far passare al mio amico ogni sorta di dubbio.
Le infilo bene il cazzo nel culo; nel frattempo mi sposto tutto a sinistra e le allargo bene le natiche con le mani. Lui ne approfitta, si appoggia sulla schiena con entrambe le mani e con una spinta decisa entra fino alla radice, addirittura più in profondità di me. Sento nitidamente il contatto della pelle del mio uccello con il suo. Quasi mi butta fuori ! La ragazza caccia un urlo disumano:
– ‘Ahhhhhhhhhhhhhhhh”. Ahhhhhhhhhhhh”..’.
Questa profanazione eccita ulteriormente il mio amico. Faccio in tempo ad estrarre l’uccello, prima che il suo seme riempa il culo della ragazza:
– ‘Ahhhh”siiiiiiiiiiiiiii”prendi tutta la mia sborra”..che troia che ho trovato stasera”..’.
Anche io sono al limite. Mi giro dall’altro lato, avvicinando l’uccello al suo viso. Verrò chiavandole la faccia:
– ‘Avanti su, apri le mascelle, prendimelo in bocca”’.ecco”..ecco”vengo anche io”bevi tutto ” puttana schifosa”ahhhhh”siiiiiii’ .. che trombata ragazzi !!!’.
Ci accasciamo, io ed il mio amico, nel letto, alle due estremità. In mezzo la collega, che con lo sguardo vitreo guarda il soffitto. Faccio fatica a capire una sua frase, che dice mettendosi le mani entrambe giunte sul viso:
– ‘Come sono caduta in basso’..come sono caduta in basso’..è stato tutto inutile’.inutile’.

Le quattro settimane al mare sono state, sorprendentemente, migliori di quanto pensassi. Ho avuto modo di giocare con mio figlio ed incredibilmente sono tornato a far l’amore con mia moglie ! Per carità, tre o quattro volte, e nulla a che vedere con le performances realizzate con la mia collega. La mia collega’.. il pensiero mi è andato diverse volte a quanto successo negli ultimi mesi”.. e soprattutto a quanto successo l’ultima volta. Finita la mini-orgia che avevo organizzato, si era alzata per andarsi a lavare. Nel frattempo il mio amico ne aveva approfittato per andarsene, rendendosi conto che la fase ‘post’ doveva essere gestita solo ed esclusivamente da me.
Aspettai mezz’ora prima di vederla uscire dal bagno, con addosso l’accappatoio utilizzato per asciugarsi dopo una doccia ampiamente ristoratrice. Non sapevo cosa dirle, ma fu lei a togliermi le castagne dal fuoco:
– ‘Vorrei che tu’.uscissi’.uscissi’..da casa mia’.
Lo disse a bassa voce, guardandomi non in faccia ma fissando un punto lontano, e dalla cui proiezione visiva (e non solo visiva) io ero escluso.
Non avevo detto nulla, e dopo quello che era successo non c’era nulla da dire.
Le vacanze avrebbero fatto bene ad entrambi. Ignoravo persino cosa potesse fare la mia collega in vacanza, a testimonianza, ulteriore, che lei non era stato altro che un ‘buco’. Buco che magari, con qualche ‘intortamento’ verbale di cui mi ero mostrato maestro, poteva tornare pronto all’uso”

E’ il primo giorno di lavoro dopo le vacanze estive; la cerco, sono ovviamente curioso di vedere il modo di rapportarsi che avrà con me. Non la vedo. Strano, penso tra me, doveva rientrare oggi’. e poi non posso negare che mi è venuta un po’ voglia di” riprendere il discorso interrotto a luglio. ‘Mah ! Rientrerà nel pomeriggio, o magari domani.’.
Non sarebbe rientrata. Mentre mangio un panino veloce al bar sento due sue colleghe parlare, ed una dire all’altra:
– ‘Hai sentito la ” ? Ha dato le dimissioni ad agosto. Via fax ! E tra l’altro dimissioni irrevocabili !’.
– ‘Ma che strano ! Sembrava trovarsi anche bene da noi ! E poi era così contenta ultimamente’.’.
Mi va di traverso il boccone. Dimissioni irrevocabili ? Ad agosto ? Via fax ? Per tutto il pomeriggio non posso fare a meno di pensare alla cosa. Alle 18 lascio l’ufficio, ma la testa è troppo concentrata sulla notizia ‘rubata’ alle due colleghe al bar. Non posso rientrare a casa. Chiamo mia moglie dal cellulare e le dico che arriverò più tardi.
Mi precipito all’indirizzo della collega. Mi accingo a citofonare ma’..non c’è più la targhetta con il suo cognome’..scomparsa ! Devo sapere. Suono ad altri citofoni, a caso, spacciandomi per un ‘imbucatore’ di depliants pubblicitari. Riesco a farmi aprire, salgo le scale di corsa.
Anche sul pianerottolo è scomparsa la targhetta, cosa che non mi impedisce di suonare il campanello uno, due, tre, infinite volte. Lo scampanellio deve avere allarmato la vicina di casa della mia collega (anche se a questo punto occorre dire ‘ex collega’). Una vecchiettina timidamente si affaccia alla porta. Non posso non pensare che probabilmente è una delle persone che ci ha sentito urlare e godere dei nostri continui e prolungati orgasmi. Mi chiede:
– ‘Scusi’.. ma lei sta cercando la signorina ”’.. ?’.
– ‘Eh’..si’in effetti’..la sto cercando’..sono un’.amico’. Mi guarda come se sappia benissimo che non sono un semplice ‘amico’.
– ‘La signorina è andata via. Sa, io alla mia età non vado più in vacanza. E agosto è un mese così bello, così tranquillo. La città si svuota, e se non fosse per l’afa e per i tanti negozi chiusi, sarebbe l’ideale per noi anziani’. Poi prosegue nel racconto:
– ‘Però, sarà stato, non so, il 9 o 10 agosto, ho sentito un frastuono strano. Era uno di quei camion dei traslochi. Sa quelli con la scala, il montacarichi ? Nel giro di poche ore han portato via tutto. Non so se lo sa (stronza la vecchietta, però’..), ma la signorina non aveva molta roba’.per cui è stato un lavoro improvviso’. E’ un fiume in piena la vecchietta”quasi ad anticipare la mia domanda:
– ‘Non so dove sia andata. Non ha detto nulla a nessuno. Non aveva amici o rapporti con nessuno qui nel palazzo. Può provare a chiedere al padrone di casa. Aspetti, entro dentro e le prendo il numero di telefono’..’.
Rientra in casa, preoccupandosi naturalmente di chiudere la porta. Ma non sto ad aspettare sul pianerottolo. Ho capito già tutto. Ho capito che la ‘mia collega’ è ormai un ricordo del passato.

Rientro a casa abbondantemente dopo le 21.
Mangio qualcosa di freddo, pensando agli accadimenti della giornata.
Preso il caffè, e messo a dormire il bimbo, mi accendo una sigaretta sul terrazzo.
Arriva mia moglie.
Noto, soltanto adesso, che non è vestita da ‘casalinga’. Indossa una bella camicetta rossa ed una gonna elegante di colore nero, anziché la solita tuta da casa dai colori improponibili.
Non faccio in tempo a riflettere sulla possibile causa di tanta eleganza, che lei a bruciapelo mi dice:
– ‘Sei andato a trovare la tua amichetta in Via della Scrofa 69 ?’.
Mi sento gelare. E’ l’indirizzo della mia collega”
– ‘Non ti sforzare di pensare troppo. Guardati solo queste foto’.’.
Non posso crederci. Mi porge una busta contenente, non so, trenta, quaranta foto formato 10 x 15 centimetri. Riconosco i personaggi: il sottoscritto che entra in casa della collega. Io ed il mio amico che entriamo a casa della collega. Io con la mia collega che mi prende sotto il braccio a passeggio in una località distante quasi 100 km. da dove abito, dove eravamo stati una sera nel mese di luglio.
Mi domando se vi siano altre foto, magari scattate all’interno dell’appartamento.
E ancora mia moglie a parlare.
– ‘Pensa che sono stata avvisata da diverse lettere anonime. Alla prima non volevo crederci, poi ne sono giunte altre’.e così ho dato incarico ad una agenzia di investigazione, e questo è stato il risultato. Bella troia però quella lì, non le bastava uno, addirittura da due alla volta si è fatta scopare ?’.
Il quadro inizia ad essere chiaro.
– ‘Domani ti arriverà una lettera del mio avvocato. Credo, nell’interesse di tutti, che tu non possa che accettare la nostra proposta di separazione ‘consensuale’. La casa rimarrà a me, e questo era ovvio. E per quanto riguarda me ed il bambino, ci accontentiamo solo di 2/3 del tuo stipendio.’
Il quadro è definitivamente chiaro. La mia collega da un lato si è concessa a me, fisicamente e mentalmente, senza esitazioni, soddisfacendo ogni mio volere o capriccio. Ma poi, da donna innamorata, ha cercato in tutti i modi di eliminare la ‘rivale’, pensando che la rivale potesse essere mia moglie o il concetto di famiglia. Ma quando ha capito, quel fatidico venerdi a tre, che lei non rappresentava null’altro che la sponda dei miei desideri più reconditi, non ha potuto far altro che togliere il disturbo. Capendo che nulla si può, con o contro, chi ti considera poco più che un ‘buco’.
Mi accendo un’altra sigaretta, nel terrazzo di una casa che lascerò a breve.
La casa è perduta, lo so, sul mantenimento che chiede mia moglie, piuttosto emigro in Australia.
Australia’..Australia’..no, non c’è bisogno di emigrare in Australia. Penso che tutto quello che è successo, alla fine, è ampiamente positivo.
Penso che a quasi 40 anni ho scoperto che di una figa di legno come moglie o di una famiglia modello ‘Mulino Bianco’ non me ne frega niente.
Penso che finalmente mi sto riappriopriando della vita, della mia vita.
Che fuori dalle mure domestiche, negli uffici, in metropolitana, nei locali, ci sono donne, tante donne, soprattutto con il trascorrere degli anni, disposte a donarsi per amore, per paura di rimanere sole, per paura di invecchiare o, più semplicemente, perché si sentono gratificate da un sorriso o da un complimento.
Allora penso alla collega separata dell’amministrazione, quella che ha due figli e che da quando ha divorziato ha trovato tanti uomini che se la sono scopata per un mese o due e poi l’hanno piantata in asso.
Oppure penso alla cassiera del bar dove faccio colazione al mattino, piena di acciacchi e dolori ma con un fisico da pin-up, che racconta a tutti i clienti di sesso maschile i suoi guasti fisici, ma alle clienti di sesso femminile le pene d’amore per quel ragazzo che l’ha lasciata quattro giorni prima di convolare a giuste nozze.
E penso che in mezzo a questo oceano io sguazzerò beatamente.

FrankAn

Nota: i racconti della serie ‘La Collega’ sono, per il 90-95 % opera di fantasia. E’ la mia prima ‘prova letteraria’. Sarei grato, prima di compiere altri eventuali ‘scempi’ letterari, se le lettrici e i lettori, le autrici e gli autori di www.iomilu.com esprimessero una loro opinione.

Leave a Reply