Skip to main content
Trio

LA LETTERA D’AMORE.

By 3 Aprile 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Tesoro mio inatteso, più sei dolce, delicato e attento nei miei confronti ‘ e più non so come dirtelo. Sono settimane che mi arrovello.
Ti credo quando dici di esserti innamorato veramente di me ‘ ma, al tempo stesso, sono a disagio.
Certo lo sai che sono sposata tesoro ‘ ti ho anche detto che non ho problemi, ricordi? Mio marito non è geloso di me e non mi preclude nessuna libertà ‘ ma questo, amore mio non è tutto ‘
Devi sapere per poi ‘ decidere.
Se ti va di continuare a sentirmi o se preferisci perdermi per sempre ‘ se così sarà non ti biasimo, credimi.
Unica mia scusante, spero, è che io non mi aspettavo, a quarant’anni, di incontrare un amore come quello che sento per te.
Ti prego ‘ segui con attenzione questo mio ‘ ‘sogno’ e analizzati.
Potresti sopportare di amare una donna così?
Ti mando un bacio forte, forse l’ultimo ‘
la tua donna.

Stanotte ho sognato che mio marito mi teneva stretta stretta, era dietro le mie spalle e mi attirava a se.
Con una mano mi eccitava, carezzandomi tra le cosce, mentre con l’altra si insinuava sotto il mio fianco e riusciva a raccogliere nel palmo un mio seno, poi con le dita mi stuzzicava il capezzolo che si era inturgidito.
Ha continuato per un bel po’, finché non si è reso conto, dai sussulti del mio corpo che ero eccitata e vogliosa di ben altre attenzioni.
Quando si è reso conto che ero tesa come una corda di violino e pronta a vibrare anche alla minima pressione, incapace di ragionare, dato che a quel punto tutto ciò che volevo era il sesso,ha continuato a masturbarmi in maniera sempre più decisa.
Così iniziato a parlarmi, sommessamente all’orecchio:
– Sai …ho scoperto che un altro mio conoscente ti vorrebbe scopare; ti desidera tanto! ‘
Ascoltai quelle parole senza reagire, mentre la mia intimità grondava piacere.
Cercai perciò di trasmettergli con l’espressione del viso i segni della mia contrarietà, con la speranza che potesse bastare a dissuaderlo da quei progetti che, di certo, stava già nutrendo nella mente.
Mi stava accarezzando con passione ed io gli ho sussurrato:
– Ma no, dai ‘ ancora un altro? –
– Si, si, amore … che male c’è? Lo so che ti piace.
– Si ‘ lo ammetto ‘ continuai ‘ una volta ho detto che mi sarebbe piaciuto, ma è anche vero che ho proferito queste parole mentre tu mi stavi solleticando il clitoride, ero in preda ad un orgasmo indicibile. In quei momenti puoi dire ‘ promettere di tutto…e poi, è logico che mi piace: se mi trovo davanti al fatto compiuto, con te che mi fai eccitare come un’ossessa … –
Lui intanto mi penetrava in figa con tre dita, per spezzarmi ulteriormente la voce e, purtroppo, la volontà.
– Mi piace,! Mi hai insegnato a godere di questa cosa … però io voglio stare con te,, basta! E poi te l’ho pur detto … sto scambiando una dolce, serrata corrispondenza con … Davide: quel ragazzo con cui sono diventata intima su Internet. –
E lui:
– Ragazzo o meno, lui è lontano anni luce … ho capito che stavolta vuoi un cazzo giovane e duro, quindi non devi preoccuparti … venerdì sera ho preso un appuntamento … ma lui ha ventotto anni, ok? Non sarà come l’ultima volta …-
– Siii – ho detto allora io, languida – quel vecchio … puah! ‘
– Dai ‘ si è un po’ risentito lui – è capitato … non ho potuto dirgli di no! Lo sai … è un cliente importante … era quasi un anno che ti sbavava dietro. Pensa che gli hai regalato una gioia … un piacere ‘ eccezionale per un uomo della sua età.
– Uhmmm ‘ ho mugolato, arrapandomi a ripensare allo squallore erotico di quella serata – ricordo ancora quel cazzetto semiduro e quanto ho dovuto faticare per farlo entrare dentro la mia figa. Mi si piegava in mano ‘ sembrava un palloncino. ‘
Intanto ero sempre più su di giri, allora mio marito ha spostato lo slip tutto su un lato.
Mi ha infilata subito, con faciltà. Infatti aveva il pene già in piena erezione.
– Dai, però, è stato bello… più o meno come le altre volte, una novità diciamo … – e intanto mi entrava e mi usciva dalla figa.
– Immagina tutto il piacere di quando ti sei preparata, mi facevi impazzire, mentre sceglievi le calze autoreggenti più arrapanti che potessi indossare ‘ poi decidemmo per quella gonna svasata, quella grigia, sotto il ginocchio.
Ti fa sembrare un’istitutrice e, poi, scende perfettamente sul tuo corpo, la calza nera che si staglia sulle lunghe gambe farebbe eccitare chiunque, mentre immagina cosa lo aspetta dietro quell’abito serio, professionale. Poi scegliemmo insieme anche le mutandine, ricordi, quelle morbide di seta, colore del latte, con solo un piccolo orlo ricamato color oro. Niente mini slip … niente tanga … decidemmo per quelle tradizionali: pensammo che lo avrebbe eccitato il fatto che tu indossavi le mutande della “nonna”.
Intanto mi sentivo sempre più calda, mentre lui vigorosamente entrava in me.
Mi penetrava con la voglia e la fermezza dell’uomo che sa di avere in pugno la sua donna, come una preda che non può sottrarsi alla caccia.
Così, mentre godeva in me e godeva di me tornò a sussurrarmi:
– Però, dai, un po’ ti è piaciuto … mi hai detto che dopo si è dato da fare molto di più? Quando vedesti che il vecchio arrancava e sbuffava nello sforzo di scopare, ma il suo cazzo non riusciva a raggiungere un’erezione soddisfacente, fosti tu stessa a farmi cenno di allontanarmi per un po’, non ricordi? –
– Si … – ho detto io con la voce spezzata dal ricordo di quella situazione squallida, ma eccitante.
Il cazzetto del vecchio era molliccio e scivoloso, penetrava appena nella mia vagina, ma era talmente morbido, che io provavo la sensazione di essere spennellata più da un lingua che da un membro maschile …
– Ho dovuto tenerlo stretto nella mano, mentre lui, sdraiato alle mie spalle cercava di premerlo dietro di me. –
Viscido e caldo, mi sembrava un’anguilla, quando lui spingeva; il cazzo faceva una specie di ansa, come un gomito, sul un lato delle grandi labbra. Allora io lo premevo … come se volessi far rientrare un’ernia gonfia e scivolosa, facevo in modo che il suo glande avesse una spinta tale da infilarsi più dentro.
L’uomo anziano arrancava.
– Mi faceva pena, da un lato e, nonostante il suo modo di chiavare fosse ai limiti del ridicolo, quel suo potente desiderio mi eccitava. –
– Io me ne andai in salotto, ricordi? – ha detto mio marito – per lasciarvi soli, come tu desideravi. –
– L’ho fatto per lui, – ho detto tra i sospiri – non volevo che si mortificasse davanti a te. Non pensavo che sarebbe riuscito a fottermi ancora a lungo ‘ ero sicura che fosse adirato con se stesso perché tu lo vedevi in tutta la sua impotenza. Ecco perché pensai di farti andare di là. –
Ero decisa a fargli una sega, almeno per dargli il gusto di venire … ma non sapevo se ci sarebbe riuscito.
Mio marito ha detto, colpendo nel vivo e rendendomi sempre più vogliosa:
– Beh … alla fine non è andata tanto male, per te… no?-
– No, no, non ho detto questo …-
Avrei tanto voluto avere la forza di dirgli che, così eccitata com’ero, avrei detto si anche a un cavallo … ma che non era ciò che desideravo veramente.
Io sono una donna quieta.
Mi piacerebbe occuparmi della mia famiglia in tranquillità.
Mi piacerebbe avere rapporti pacifici, tradizionali, amorevoli con la persona che amo … una cosa normale insomma.
Ora la presenza di Davide, la sua dolcezza, la sua finezza di modi, mi avevano ricordato tutta la poesia, il sentimento puro, che può essere condiviso tra due persone.
Ma è stato solo un flash, nella mia mente.
Mio marito mi aveva saputa plasmare per il suo (e purtroppo, anche il mio piacere più intimo e segreto).
Lui sapeva rendermi incapace di rifiutare, portandomi delicatamente a soglie di eccitazione infinite … trasformandomi in un’altra donna … lubrica, arrapata, lasciva e ‘ disponibile a toccare le vette della perversione.
Da casalinga pacifica a ninfomane o, addirittura, a puttana …
Non poche volte infatti, quando riusciva a trovare uno sconosciuto disponibile, in genere tipi grossolani, animaleschi … un po’ l’archetipo del classico “bull” camionista: poco cervello e tutto cazzo! Alla fine della “prestazione” pretendeva che mi facessi pagare … un solo euro, simbolicamente.
Con gran sorpresa dell’energumeno, che invece di capire la raffinatezza del nobile gesto … si arrovellava il cervello, e pensava che il mondo si era rovesciato, perché solo poche sere prima, per l’ennesima volta, aveva depositato il suo seme bollente, in una grassona, dall’alito fetido, per la tariffa di rito di ben venticinque euro.
Ora, un dea, una signora, bella come il sole, profumata come una rosa … gliel’aveva appena data per un solo euro.
Agli occhi del ‘cliente’ sembrava incredibile, ma questa è tutta un’altra storia.

Ormai ero sull’orlo dell’orgasmo, per rincarare la dose, sono stata proprio io … a rammentargli come era finita col vecchio laido.
– Il vecchio però, una volta soli, non si perse d’animo ‘ devo dire che avvertii momenti di disgusto… il ricordo del suo fisico rugoso… il suo colorito pallido e, poi, quegli squallidi calzini corti, dal colore incerto.
Quando fummo da soli, si prese i suoi tempi e fece i suoi ‘comodi’ sul mio corpo seminudo.
Si calmò dalla furia inutile che aveva cercato di applicare alla copula.
– Credi che tuo marito tornerà subito? – mi chiese.
Ed io dissi di no … avrebbe di certo aspettato di essere chiamato.
Aggiunsi per aiutarlo ad eccitarsi:
– A lui piace sapere che mi stanno scopando nella camera a fianco … e sa che io lo chiamo solo dopo che sono stata sborrata.
Questo modo di parlare lo rese elettrico, si ringalluzzì nuovamente.
Intanto, con le mani, mi carezzava pieno di desiderio, toccandomi, palpandomi come farebbe un cieco deciso ad imprimersi bene nella mente quelle forme femminili, che sono espose al suo desiderio, celato da tenebre, che nessuno potrà squarciare.
Mi accarezzava le cosce, passando dalle calze alla carne delicata.
Il mio top di seta nera, era raccolto in una striscia sottile, sotto le ascelle, e sopra i seni, mentre il reggipetto a mezza coppa era maltrattato, ma continuava la sua funzione, tenendomi i seni spinti in avanti come una soubrette e i capezzoli carnosi tutti di fuori, agguantabili come maniglie.
Mi tolse le mutande definitivamente, avvicinando la testa calva e la bocca sottile alla figa.
La lingua molle si gustò la mia intimità bagnata: quasi sembrava volersi annegare nei miei umori
Ma la cosa più inattesa fu che il cazzo si inturgidì, come mai prima.
Sembrava quasi del tutto normale, giovanile … ed era una bella nerchia … non c’è che dire.
A ricordarmi la sua età c’era però la sacca dei coglioni, enorme rispetto al resto, che pendeva gonfia, oscena sotto il pene, come una piccola zampogna.
Pregai che non avesse cercato di mettermela tra le labbra.
Invece l’uomo dopo poco ritornò alle mie spalle.
E quasi implorando disse:
– Cara, ho preso una pillola … dovrebbe tenermi abbastanza duro per un poco … ti prego, fammi entrare un pochino nel tuo meraviglioso culo. Non sai quanto l’ho desiderato. Sei stupenda. –
Non sapevo cosa dire… non era negli accordi che aveva preso con mio marito.
Almeno credo.
Non mi andava di chiamarlo, tanto, ne ero certa, lui non sarebbe stato contrario… maiale com’era.
Concedendo con riserva il mio deretano, parlai con freddezza:
– Va bene, provate … cioè, prova! Però se mi fa male, lo togli subito … non ero preparata a questo …-
– Ma certamente… si. Non preoccuparti, sarò delicato. –
L’anziano sembrò quasi volersi giustificare:
– Non credere che è stato sempre così … fino a qualche anno fa era duro come il marmo. Ma un culo meraviglioso come il tuo non l’avevo mai visto. Vedrai … non ti faccio male. Ti ci infilo solo la capocchia dentro. –
E così dicendo … mi leccò l’ano.
Ogni tanto allontanava la bocca di qualche centimetro e ci sputava dentro il buchetto la sua saliva.
– Apriti con le mani – mi disse, mentre si massaggiava la testa del pene con un moto circolare.
Scivolò dietro di me facendomi piegare a novanta gradi per controllare meglio la posizione e la penetrazione.
– Apriti le chiappe con le mani, ti prego. Voglio vederlo entrare dentro di te. Sarà il più bel ricordo di questa serata. –
Ebbi una chiara percezione di quello che gli frullava nella testa… il furbone raccolse tutta la pelle del prepuzio intorno alla cappella e, non senza manovre e sforzi, riuscì a premere quella carne gonfia sull’ingresso dello sfintere ancora serrato.
Così appena liberò il cazzo dalla stretta della mano, la cappella scivolò direttamente nel mio culo, dilatandolo notevolmente e all’improvviso.
Sentii un dolore lancinante, uno squarcio anale … ma durò solo pochi attimi.
Altro che solo la testa, il vecchio era entrato in un solo colpo, fin quasi all’intestino.
E ora premeva ancora come se volesse farci entrare anche i grossi coglioni.
Infatti, li sentivo premere sulle grandi labbra, mentre lui con le dita armeggiava con la sacca e mi massaggiava la vulva, attraverso la pelle dello scroto.
Non so se gridai o meno, ma ero certissima che mio marito ci stesse spiando.
Il massaggio che dava alla vulva attraverso le palle era molto eccitante ‘ mai provato prima.
Dalla spinta che con la mano incuteva ai suoi stessi coglioni, ero certa che dopo gli avrebbero fatto un male boia ‘ ma contento lui, non feci che accettare quel caldo, sinuoso massaggio.
Il vecchio mi inculò per oltre dieci minuti
Poi sentii che il suo membro perdeva vigore.
Allora si mise in piedi sul letto e mi fece capire che voleva venirmi in bocca.
Mi sedetti sul letto col culo indolenzito e lasciai che facesse tutto da solo.
Lui si masturbò il cazzo barzotto con violenza, strattonandolo, finché il pene non ebbe un sussulto che fece tornare la baldanza.
Solo allora mi mise il glande in bocca e capii che stava per eiaculare.
Un pò mi repelleva, ma il dare piacere a uno che ti desidera tanto mi confortò.
Quando con la mano mi attirò a se per la nuca, non mi ribellai.
Un getto tiepido di sperma, estremamente liquido, mi irrorò la gola, facendomi tossire, ma il vecchi non mollò e me la fece inghiottire tutta, per vari minuti, fino all’ultima goccia, mentre il suo cazzo nel frattempo mi era diventato flaccido e molle in bocca.
Ecco … adesso, pensando a tutto questo, stavo venendo, con mio marito che si approfittava della mia debolezza.
E mentre venivo, lui ha detto:
– Allora sei pronta per prendere un cazzo nuovo …?
Un grosso cazzo giovane e duro?-
– Siii ‘ rispondevo, ormai in preda alla lussuria più sfrenata, mentre stavo raggiungendo il culmine del piacere, in una serie di piccoli, tumultuosi orgasmi che sembrava non dovessero finire mai.
– Venerdì … allora, ricordalo. Come al solito mi fai capire ciò che era sottinteso: ‘se ti va… se ti piace … ‘. Ma io certo non mi ribellai.
– Allora per prima cosa gli dico di mettertelo in bocca, lo so che ti piace. ‘ e mentre lo diceva ansimando, venne anche lui, tirandolo fuori all’ultimo momento, facendomi piovere la sborra sui peli della vagina e sulla pancia …
Proprio come piace a me.

FINE

Leave a Reply