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Trio

La prima volta in famiglia

By 7 Giugno 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Carola e Valentina. Mamma e figlia, la prima procace quarantenne, la seconda acerba diciottenne.
Carola ha sempre avuto un rapporto di amore, passione e protezione nei confronti dell’unica figlia femmina. Grande confidenza, forte intimità, nessun segreto reciproco, baci sulle labbra, carezze continue, come tante altre madri e figlie moderne.
Valentina ha diciotto anni ma pochissime esperienze. Una, per la precisione, con il suo attuale fidanzatino, l’unico, il primo della sua giovane carriera. Fisico acerbo, formoso, alta quanto tante altre coetanee (né troppo né troppo poco), seno prorompente anche grazie ai reggiseno che la madre le ha insegnato a indossare, sederino sporgente, vestiti alla moda e sempre succinti. Capelli castani sulle spalle, vocina squillante, carattere deciso, spirito gradevole, intelligente.
Carola &egrave donna navigata, molto sexy e provocante nonostante il suo ruolo di madre e moglie. Vestiti ridottissimi, scollature generose che mettono in bella vista un seno abbondante, grandi aderenze che esaltano il suo sedere ancora tonico. Bionda, capelli lunghi, voce profonda, sguardo seducente, tutte le caratteristiche di una vera e propria femme fatale.
Ne parlano da tempo, Carola e Valentina, così come hanno sempre fatto per ogni altra cosa che riguardasse la vita dell’una o dell’altra. Per Valentina venuto il momento di concedersi ai piaceri del sesso, provare un nuovo territorio che prima o poi avrebbe dovuto conoscere.
Vogliono entrambe che la prima volta sia con una persona fidata, non sprovveduta, sufficientemente esperta, che metta Valentina a suo agio, in modo che la sua ‘prima volta’ non sia traumatica e deludente come per tante sue coetanee.
Il suo fidanzatino, benché bravissimo e affidabile ventenne, non appare tale né a Valentina, che ne &egrave innamorata, né a Carola, che rispetta totalmente i sentimenti di sua figlia.
Ci pensano su per qualche giorno, mentre il fidanzatino di Vale insiste sempre più per poterla avere tutta per sé, in maniera completa. Un pomeriggio, per caso, vanno a salutarle una carissima cugina con suo marito: due trentenni allegri e molto affettuosi nei confronti sia dell’una che dell’altra. Con loro c’&egrave grande affiatamento, grande affetto, un legame speciale.
La sera, tornando su quel discorso, a Carola torna in mente la visita di quel pomeriggio e propone a Valentina il nome di Fabrizio, il compagno di sua cugina. Un ragazzo serio, divertente, affidabile, spigliato, che gioca spesso con i doppi sensi grazie al rapporto di confidenza che c’&egrave tra loro, e che si mostra sempre molto sensibile nei confronti delle ‘grazie’ di madre e figlia.
Valentina accetta la proposta, Fabrizio (Fabri) le risulta gradevole e simpatico, e con lui non ci sarebbero grandi remore. Ora viene il difficile: chiederlo a lui. Lo chiamano con una scusa qualunque, e dopo pochissimi minuti di chiacchiere gli espongono l’idea. Il timore di tutti e tre &egrave che la cosa possa guastare i rapporti tra Fabrizio e la moglie, talché si lasciano con una doppia promessa reciproca: quello che succederà sarà un episodio e non intaccherà le rispettive vite; e, su richiesta di Fabrizio, che Carola sarà presente a quell’episodio. Un’idea, questa che in verità alla bella madre non era dispiaciuta affatto, anzi: sia perché il menage con suo marito da qualche tempo &egrave traballante mentre lei &egrave molto sensibile alle attenzioni maschili; sia perché non le &egrave cosa sgradita poter vigilare sulla prima volta di sua figlia.
L’incontro avviene a casa di Carola e Valentina, in un pomeriggio tranquillo e lontano da ogni possibile arrivo inatteso. Fabri ha spento il cellulare con il pretesto di una riunione di lavoro riservata; Valentina ha detto alla sua amica del cuore e al fidanzatino che accompagnerà la madre ad una visita specialistica; Carola ha detto al marito e agli altri figli che passerà buona parte del pomeriggio al centro estetico per la consueta seduta di trattamenti di bellezza.
Fabri arriva puntuale, alle 5 di pomeriggio. Valentina ha da poco messo da parte i libri universitari, oggi potrà permettersi di studiare soltanto un paio d’ore, Carola ha seguito la collaboratrice domestica riordinare la cucina, non senza pensare a quello che sarebbe accaduto dopo qualche ora.
Una Coca, una chiacchiera come qualunque altro pomeriggio, qualunque altra venuta a casa loro. Poi, tra una battuta e l’altra, come se tra loro vi fosse stato un cenno d’intesa, si avviano tutti e tre in camera di Vale. Unica figlia femmina adorata e coccolata, ha una stanza accogliente, un bel letto a una piazza e mezzo, la tivvù, lo stereo, il dolby, il telefono, le foto, i parati colorati’
Tutti e tre sono vestiti in maniera assolutamente normale, quotidiana: Valentina in jeans aderenti e t-shirt rosa, capelli raccolti con il codino; Carola in pantaloni militari con grandi tasconi, camicia bianca e capelli sciolti; Fabri in camicia, pantaloni sportivi e smanicato leggero da moto.
Come iniziare? Carola intuisce che tocca a lei, e prendendo Valentina per mano si rivolge a lui: ‘Ma vedi che bella figlia che ho fatto?’. Fabri coglie al volo l’occasione, gli apprezzamenti vengono facili. Vale ha delle tettine davvero procaci, messe ben in mostra da suo push-up da ragazzina e dalla t-shirt succinta. Fabri gliele tocca, Vale dimostra molti più anni di quelli che ha e molta più audacia di quanto tutti pensassero, lasciando che lui lo faccia.
A Fabri piace l’idea che protagonista sia anche Carola, oltre che Valentina. E intuisce che il modo perché ciò accada &egrave quello di giocare sulle somiglianze tra madre e figlia. Chiama vicino anche Carola, e la invita a prendere parte. Sfila la t-shirt di Vale, le tira fuori dalle coppe del reggiseno entrambe le tette, ne elogia la durezza, pregio di un fisico diciottenne. E la mamma, come saranno quelle di questa bella mamma quarantenne? Fabri sbottona qualche bottone della camicetta di Carola, il suo seno abbondante da donna matura esce in bella mostra, ingabbiato in un reggiseno di pizzo bianco. Carola se lo lascia accarezzare, toccare, tirari fuori. Fabri lecca con cura i capezzoli piccoli e morbidi di Valentina e quelli larghi e scuri di Carola, spesso accostando gli uni agli altri e facendoli sfiorare tra loro.
Si avvicinano al letto, Fabri già immagina un rilassante pompino. Lui resta in piedi, Carola e Vale sono sedute sul bordo del letto, ancora con le tette di fuori. Per Vale &egrave la prima volta, Carola lo sa bene. Perciò provvede lei a infilare la mano nei pantaloni di Fabri e a tirarglielo fuori lentamente. Valentina si trova davanti un uccello vero, non più quelli della sua immaginazione, delle fantasie tra amiche di scuola. Non sa bene come prenderlo, e Fabri chiede a Carola di farle da maestra.
La bella quarantenne lo impugna con dolcezza e se lo lascia scivolare più volte tra le labbra, superando un iniziale pudore di prenderlo in bocca davanti alla figlia: d’altronde, era questo che tutte e due hanno voluto. Va avanti e indietro più volte, non omette neanche di far sentire il rumore della sua bocca tutte le volte che lo succhia a fondo. Dopo qualche minuto, le torna in mente il motivo di quell’incontro, sebbene la cosa cominciasse a piacerle: così, lo lascia uscire dalle sue labbra bagnato e scivoloso e lo porge alla bocca di Valentina, prendendole contemporaneamente la mano per farglielo tenere stretto.
Vale, che ha osservato con attenzione l’esperta prestazione della mamma, lo ingoia lentamente, sentendone per la prima volta le pulsazioni e il sapore sulla sua lingua. Non &egrave così rivoltante come pareva, anzi, pensa, e affonda i suoi colpi per sentirne dentro alla bocca quanto più possibile.
Fabri invita Carola ad accompagnare il pompino della figlia: prima insinuando la sua lingua sull’uccello, nei tratti rimasti fuori dalle labbra di Vale; poi, porgendo le sue tette generose alle cure orali del suo disponibile familiare.
Fabri viene dentro la bocca di Vale: visto che &egrave la prima volta, tanto vale che assaggi tutto, sperma compreso. Per evitare che la fanciulla inesperta scappi spaventata di fronte alla colata bianca, al momento dell’orgasmo le ferma la testa e il mento con le mani, e affonda lui con il bacino gli ultimi colpi, come a voler sistemare nella posizione migliore il suo uccello in procinto di esplodere nell’accogliente boccuccia di Valentina. Sarà perché non le &egrave dispiaciuto, sarà per timidezza davanti alla prima sborrata in suo onore, Vale non si ritrae né accenna a sputare lo sperma: lo ingoia tutto, fino a che Fabri, uscendo dalle sue labbra non le lascia l’ultima gocciolina tra labbra e mento. Carola, la mamma premurosa, la guarda e con fare materno allunga la sua lingua per asciugare quell’ultimo residuo di piacere dal volto della figlia. 2/
Carla sa bene che non può esser finita lì, l’intenzione era che Valentina avesse un rapporto completo e soprattutto appagante, un rapporto che le facesse realmente conoscere i piaceri del corpo al di là delle esperienze acerbe, timide, romantiche che già aveva o avrebbe fatto col suo fidanzatino.
Così, la mammina sexy e premurosa torna a prendersi cura di Fabri e soprattutto del suo uccello stremato e riverso su una gamba. Lo prende tra le mani, lo accarezza, lo stimola, lo masturba nonostante la mancanza di indurimento. Poi, decide che non c’&egrave arma migliore per riattizzare all’istante le voglie del loro compagno: mentre lui &egrave disteso sul letto tra loro due, Carla gli sale a cavalcioni, si abbassa in avanti e gli porge le sue tette abbondanti rimaste ancora fuori, affacciate sui bordi oramai del tutto abbassati del suo reggiseno di pizzo bianco.
Gliele appoggia sulla faccia: pensa che, davanti a quelle aureole così larghe e a quei capezzoli ben duri, il suo caro nipote non impiegherà più di tanto a risvegliare i suoi istinti. E ha ragione: sente l’uccello cominciare a crescere nuovamente sotto di lei, spingendo contro la sua passerotta, visto che vi si &egrave seduta sopra.
Fabri non aspetta molto: lecca piano un capezzolo e poi l’altro, spingendosi in bocca con le mani quanto più &egrave possibile delle tette di Carla. Le aureole diventano scure, a forza di essere succhiate sempre con più forza, i capezzoli sono ormai durissimi.
Le viene un’idea, e la mette in pratica, si alza appena con il bacino, facendo combaciare la sua passerotta alla punta dell’uccello ormai dritto. Valentina la sorprende: allunga il braccio, impugna con delicatezza l’uccello di Fabri e lo guida dentro, fin giù nel corpo della bella mamma bionda.
Carla comincia un su e giù lento e sapiente, conoscendo fin troppo bene i ritmi del suo piacere e il suo modo di godere.
Vale assiste alla scena con un sorriso stampato sulla sua bocca. Poi le torna in mente che quel pomeriggio &egrave pur sempre dedicato a lei. Si scosta. La bella Carla, che si &egrave sistemata poggiando sul letto gomiti e ginocchia, solleva per un attimo la testa. Uno sguardo d’intesa tra le due, un dolcissimo bacino sulle labbra come tanti e Vale scivola giù, ai piedi del letto, dietro alle spalle della madre e in mezzo alle gambe di Fabri. Infila una mano sotto il bacino della madre perché si alzi almeno un po’ liberando l’uccello di Fabri. Vi riesce, e scopre che Carla lì sotto &egrave completamente bagnata, e i suoi umori cremosi e filanti hanno bagnato anche Fabri, fino all’inguine.
Quegli umori significano che la mamma si &egrave realmente eccitata. Per Valentina c’&egrave giusto il tempo di intuirlo quando Carla si rialza lasciando campo libero alla figlia. Prende la mano di Vale e la accompagna mentre, accovacciandosi sulle ginocchia, sale su fino a sistemarsi su quell’uccello ancora poco conosciuto. Alcuni centimetri la separano dal nuovo piacere, che forse neanche ha ancora provato durante le poche ore trascorse in intimità con il suo giovane amichetto.
Carla decide di ricambiare il gesto carino che la figlia ha fatto pochi minuti prima: impugna l’uccello di Fabri con la sua mano, accarezza con l’altra la passerina di Vale, e aspetta che la figlia scenda piano. Tutto avviene lentamente, e Carla lascia che l’uccello scivoli dentro un po’ per volta attraverso le sue dita. Lo fa con dedizione, con premura: il suo unico intento &egrave che la figlia conosca fino in fondo i piaceri del sesso senza nessun trauma. Perciò, una volta che Vale &egrave scesa fin giù, allarga delicatamente le grandi labbra della figlia in modo che quell’uccello possa entrare e uscire con maggiore agilità.
Poi, torna al posto di prima, ma in posizione opposta: faccia a faccia con la sua Vale, va a sedersi sul volto di Fabri, sicura che la lingua del suo volenteroso e collaborativi nipote saprà darle piacere da sotto così come ha fatto con i suoi capezzoli.
&egrave in quella posizione che mamma e figlia, ognuna intenta a provare piacere per sé, si scoprono in una veste nuova rispetto al passato. Una di fronte all’altra, entrambe pensano che l’altra sia davvero una bella donna.
Carla guarda Vale che continua a cavalcare con passione. Indugia a guardarle il seno così eretto, sodo, tosto; quel seno che tante volte le ha già ammirato, che sta su anche senza reggiseno, duro e giovane com’è quelle aureole rosa e un po’ a punta, che fanno tutt’uno con i capezzoli. Scopre una nuova Valentina, una nuova espressione del suo volto, per la prima volta non ingenuo ma audace, quasi spregiudicato. Scopre la femmina, oltre che la giovane figlia.
Vale guarda incantata la biondissima e provocante mamma, mentre ogni tanto si guarda tra le cosce per scorgere il volto di Fabri, alle prese con quella doppia prestazione. Le guarda la pelle, lavorata dal sole e dall’età, cosparsa di lentiggini e di qualche ruga e per questo così attraente. Le guarda le tette, che ballonzolano ancora poggiate sul suo reggiseno di pizzo bianco, con quei capezzoloni enormi e durissimi.
Si appoggiano l’una all’altra, per stare più comode. Ogni tanto si guardano, ancor più complici di prima. A un certo punto, a Carla scappa di sfiorare un capezzolo di Vale; d’altronde &egrave successo mille altre volte, seppur in condizioni del tutto diverse. Lo scopre morbido e consistente al tempo stesso. Lo scopre attraente, e glielo accarezza di nuovo, stavolta di proposito, con la punta delle dita. A Valentina quella manifestazione di trasporto e di sostegno della mamma deve piacerle, poiché non fa nulla per scostarsi o per allontanare quel gesto. Anzi, capisce che &egrave un gesto gradevole, e allunga la sua mano raccogliendo una delle tette di Carla nella sua mano posta a forma di coppa.
Carla non ha il coraggio di ammetterlo, ma quella mano le ha provocato un inatteso tremito interiore. Viene, raggiunge improvvisamente l’orgasmo mentre sente la lingua di Fabri spalmarsi ovunque sotto di lei. Gli bagna la faccia, e le piace pensare che sarà la sua Vale a pulirgliela. Si scosta, si alza, le indica di scendere senza sfilarsi l’uccello dalla passerina. Valentina si china in avanti, appoggia le sue tette acerbe e appuntite sul petto di Fabri, con la bocca raggiunge quel viso bagnato e comincia a baciarlo a labbra aperte, succhiando e assaporando il risultato dell’orgasmo materno. 3/
C’&egrave un’altra cosa che Carola vuol far provare alla sua Valentina, perché quel pomeriggio possa essere davvero utile e indimenticabile. Si avvicina all’orecchio di Fabri e gli sussurra: ‘Facciamoglielo fare anche da dietro’. Poi, lo prende per mano e lo accompagna nel bagno attiguo alla camera, lasciando Vale sul letto e chiudendosi la porta alle spalle. Una volta dentro, prima che Fabri proceda, Carola gli si inginocchia di fronte. Vuole assaggiare anche lei il sapore degli umori della figlia diciottenne, che sono rimasti lungo tutto l’uccello di Fabri. Glielo lecca con cura, senza mai prenderlo in bocca, proprio come si fa con un gelato: da un’estremità all’altra e poi ancora indietro, lentamente. Poi, si rialza e torna da Vale.
Quando Fabri fa ritorno in camera, si trova davanti a una scena sensazionale. Carola &egrave seduta sul letto, affianco a Valentina che invece &egrave completamente distesa, con le gambe ben divaricate. La bella mamma bionda &egrave intenta ad accarezzare la passerina di Vale, quasi a volerla preparare alla nuova esperienza. Visto Fabri, Carola prende la mano di Valentina e la aiuta a mettersi nella posizione che ha immaginato: in ginocchio, sul bordo del letto, gambe aperte e mani poggiate sul materasso.
Fabri si avvicina, prende l’uccello con una mano e lo avvicina solamente alla passerina bagnata della bella diciottenne. Carola tiene aperta la linea del sedere della figlia, così che tutto fili liscio come l’olio. L’uccello resta appoggiato per qualche istante all’ingresso delle labbra rosee, poi il bacino di Fabri comincia ad avanzare spingendo dentro, e sempre più dentro, fino in fondo, l’uccello di nuovo durissimo.
Un attimo di attesa dentro, poi di nuovo fuori. La passerina di Vale resta spalancata, si vede che non ha altra voglia che riprenderlo ancora altre mille volte. La penetrazione avviene con tranquillità e dura parecchio. Fabri cambia diverse posizioni, prima poggiando un piede sul letto, poi invitando Vale a scendere a terra poggiando i gomiti sul letto. In questa nuova posizione, Carola scorge che c’&egrave un posticino tutto per lei tra le gambe di Vale: si mette distesa sul letto, nel senso inverso, e lascia scorrere la testa tra le ginocchia della figlia. La penetrazione avviene così ad un palmo dal suo volto, ed &egrave un vero spettacolo vedere come l’uccello di Fabri entra facilmente e sempre più a fondo nella passerina di Vale.
Fabri coglie al volo l’occasione di poter avere ancora una volta mamma e figlia in un’unica occasione: quando ritrae l’uccello sfilandolo da Vale, non evita di poggiarlo sulla faccia di Carola, per ricevere da lei una leccatina furtiva che nulla toglierà al piacere della giovane diciottenne protagonista di quel pomeriggio.
Carola provvede ogni volta a leccare a lungo l’uccello di Fabri, chissà se per il piacere di farlo, o perché pensa di doverlo lubrificare al meglio prima di ogni ingresso nella giovane passerina di Vale, o perché vuole ancora una volta saggiare il sapore di sua figlia (una cosa che non le capiterà mai più), o ancora perché dalla quantità di umori vuole capire quanto Valentina stia godendo.
Fatto sta che il doppio effetto della passerina di Vale e delle labbra esperte di Carola diventa attimo dopo attimo sempre più irresistibile. Fabri arriva per la seconda volta, e l’istinto lo spinge a versare il frutto cremoso di quella seconda volta prima sui bordi della passerina di Vale, poi sulla lingua di Carola, proprio mentre la giovane cugina raggiunge anche lei il culmine del suo piacere. La bella signora si ritrova così distesa a faccia quasi in giù, tra le gambe della figlia, e con il volto imbrattato dallo sperma. Ma le piace, o almeno non mostra fastidio, forse per evitare che Valentina possa considerare negativamente ciò che invece dovrà accogliere mille altre volte su di sé.
Ma c’&egrave un particolare che desta l’attenzione di Fabri: dopo il suo orgasmo, né la mamma né la figlia si sono mosse dalla posizione in cui erano. O meglio: Valentina &egrave rimasta ancora così, a quattro zampe, poggiata ormai sui suoi gomiti dopo la stanchezza di quell’amplesso, mentre Carola lentamente si &egrave sfilata dalla posizione supina e si &egrave accovacciata affianco al sedere di Vale e a pochi centimetri dall’uccello di Fabri. Il quale nel frattempo &egrave rimasto poggiato sui fianchi della giovane cugina, in attesa di nuove indicazioni.
Carola lo guarda, mentre con una mano si lascia scappare una carezza sul sedere della figlia. Bastano quello sguardo e quella carezza perché Fabri intuisca quale sarà l’ultimo atto di quell’indimenticabile pomeriggio.
Si abbassa, arrivando con la bocca in prossimità del bacino di Valentina. Le si avvicina, e con le mani le allarga bene i glutei. Poi accosta le labbra al buchino posteriore di Vale e inizia a bagnarlo sempre di più, prima facendole colare un po’ di saliva lungo il solco delle natiche, poi spalmandole il buchino con la lingua, poi ancora cominciando a penetrare con la lingua quel varco così stretto e inesplorato.
Dopo poco si ritrae e sussurra a Carola: ‘Continua tu’. La bella mamma si affaccia sul sedere di Vale e allunga la sua lingua, come se l’avesse fatto cento altre volte, esperta e sicura. Il buchino diventa sempre più morbido, malleabile, elastico. Fabri intanto si avvicina a Valentina sul davanti, tenendo in allenamento con la mano il suo uccello. Le sorride; qualche battuta divertente come al loro solito, una carezza tra i capelli di lei. Poi, sebbene la cosa non fosse nelle sue intenzioni, l’uccello sempre più vicino a Vale finisce nuovamente nella sua bocca, chissà se per volere più dell’uno che dell’altra. Fabri pensa che alla fin fine &egrave meglio così, glielo lubrificherà per il prossimo ‘giro’, e nel frattempo Vale sarà distratta da quel nuovo lavoretto ed eviterà di concentrarsi su ciò che sta accadendo e dovrà accadere al suo culetto.
&egrave Carola a riportarli all’ultimo impegno. Si gira verso Fabri: ‘Vieni’. F. sfila lentissimamente l’uccello dalle labbra di Vale, si sposta veloce dietro di lei, si sistema in modo da sovrastarla almeno di un po’, e poi appoggia la cappella sul buchino lucido e bagnato. Preme. Spinge. Lentissimamente il culetto di Vale comincia ad aprirsi. Carola suggerisce alla figlia di rilassare tutti i suoi muscoli, liberando la mente da ogni timore e pensando che il pomeriggio che sta vivendo &egrave un privilegio che nessun’altra delle sue tante amiche avrà potuto avere.
Fabri continua a spingere, il suo uccello entra piano, un po’ alla volta. Una volta, dentro, Fabri glielo lascia in attesa per alcuni secondi, affinché i tessuti di quel bel culetto possano modellarsi, plasmarsi a quella nuova presenza.
Poi, lentissimamente, esce fuori, mentre con voce calma suggerisce a Vale di continuare a tenere dilatato il suo culetto, così andrà sempre meglio. La bella diciottenne si sistema meglio con i gomiti sul letto, inarca ulteriormente il suo corpo in modo da offrire a Fabri la migliore entrata nel suo culetto. Carola assiste compiaciuta: anche la sua Vale sta rompendo il ghiaccio con una delle pratiche più soddisfacenti e spesso anche convenienti. L’ha sempre detto, Carola, che un culetto aperto non può che semplificarti la vita’!
La penetrazione del giovane sederino continua per un bel po’, e ben presto Valentina diventa brava a trarre piacere anche da quello. &egrave diventata una grande donna, pensa di lei Carola; sarà una perfetta ‘femmina da letto’, come lo &egrave stata anche lei e come ogni donna dovrebbe essere per potersi ritenere una perfetta moglie, amante, madre, professionista, donna.
Alla fine di tutto, Fabri scivola via dal culetto esausto della bella diciottenne. Vale si stende sul letto, con gli occhi socchiusi, il bacino leggermente poggiato su un lato per il troppo ‘traffico’ che ha sopportato.
Fabri vuole concludere al meglio il pomeriggio. Carola, in definitiva, ha avuto pochino, si &egrave dedicata quasi totalmente all’appagamento della figlia. Si sistemano sul bordo del letto: Carola supina, poggiata sulle braccia, Fabri con il bacino poggiato su di lei.
Valentina si gira sul fianco, con un tenero e complice sorriso desidera godersi anche lei lo spettacolo dell’ultimo rapporto, tra il suo generoso cugino e la bella, bionda, provocante, premurosa mamma.
Fabri comincia ad entrare, con la faciltà con sui si entra in una passera con decenni di esperienza. Assesta colpi decisi, stavolta non c’&egrave pericolo di fare male. Le tette abbondanti di Carola, rimaste ancora poggiate sui bordi di pizzo del suo reggiseno bianco, sussultano. Carola allunga una mano e riesce ad afferrarsi un capezzolo. Valentina le tende la sua, le toglie il capezzolo che Carola ha iniziato a tormentare con le dita, e comincia a giocherellarci. Mentre Fabri continua a entrare e uscire con velocità sempre crescente e mentre i capezzoli di Carola diventano sempre più duri e le aureole sembrano sempre più larghe.
Fabri viene dentro la passera di Carola, e glielo lascia a lungo dentro. Vale porge alla mamma le sue labbra, per un bacio complice e intimo, più dei tanti bacini che si sono scambiate fino a quel pomeriggio. Infine, mentre Fabri sfila l’uccello dalla passerotta di Carola, regala un bacino anche a lui, labbra tra le labbra, il giusto ringraziamento per quella sorprendente, interminabile, irripetibile, indimenticabile prima volta.

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