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Trio

La signora Giuliana

By 25 Novembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

In casa mia comandavano le donne: mia nonna, mia zia e mia madre.
Gli uomini portavano a casa lo stipendio ma come spenderlo era compito delle tre.
Gli uomini, fuori potevano ridere, scherzare, urlare, fare a botte, ma quando varcavano la soglia, svestivano la corazza da soldato e indossavano il saio di fratello Francesco.
Quindi, quando mia madre mi chiamò da parte e mi fece un certo discorso io non mi sognai minimamente di ribattere e mi adeguai ai voleri femminili.
– Devi sapere che la malattia dello zio ci ha messo in ginocchio. Abbiamo dei debiti da onorare e quindi tutti dobbiamo dare una mano, anche tu. Tuo cugino quest’estate andrà a lavorare allo zuccherificio e per te ho trovato un lavoretto adatto. Come avrai capito, quest’anno niente montagna e niente vacanze! Andrai a fare il garzone dal signor Corrado, quello del negozio dei generi alimentari. Hanno già un commesso ma hanno bisogno di qualcuno per un mese. Vedi di comportarti bene. Cominci domani –
Ci mancava il saluto militare e lo scatto sugli attenti e poi ero abile e arruolato!
La faccenda tuttavia non mi dispiaceva.
Infatti, nel negozio del signor Corrado, alla cassa, di solito c’era la moglie, la signora Giuliana.
Era l’attrazione del negozio e tutti i maschi dei dintorni sarebbero andati volentieri a fare la spesa da lei ma le relative mogli non vedevano di buon occhio quella signora opulenta, che si vestiva il meno possibile, e anche quello che indossava era talmente stretto che da un attimo all’altro poteva scoppiare.
Il signor Corrado era un tipo allegro, che accettava di buon grado le battute più o meno salaci dei clienti maschi anche perché, avendo sempre la moglie davanti, non doveva temere nessun pericolo.
D’altra parte, la signora Giuliana, pur ridendo alle battute degli avventori arrossiva pudicamente a quelle più audaci dimostrando così la sua sostanziale onestà.
Di lei mi era rimasto impresso il petto e il sedere che muoveva in modo sconvolgente quando attraversava il negozio per andare alla cassa.
Quando sedeva, portando delle gonne molto strette, doveva alzare la sottana fino alle cosce e allora lo spettacolo del lembo delle mutandine di pizzo bianco sulle belle cosce abbronzate era una visione di cui si nutrivano molti giovani universitari, io compreso, per adempiere in luoghi discreti alle manipolazioni di sfogo.
Memore di questi ricordi mi presentai il giorno dopo al negozio, dove il signor Corrado mi accolse amichevolmente.
– Eccoti qui! Accidenti ma come sei cresciuto! E’un po’ di tempo che non ti facevi vedere. E così lavorerai con noi? Bene, vieni a salutare la Giuliana e Marco –
La moglie mi abbracciò ed io sentii le sue meravigliose poppe dilatarsi sul mio torace, mentre il suo profumo mi stordiva.
Con Marco, una stretta di mano e un rabbuffo sui cappelli sancì il nostro incontro.
Avevo una grande simpatia per il garzone, perché frequentava le mitiche Aldini-Valeriani studiando da perito elettrotecnico di sera e anni prima mi aveva venduto per pochi spiccioli diverse annate del Vitttorioso di cui ero lettore accanito.
Era un ragazzone grande e grosso, svelto e simpatico e mi sentii felice quando mi accettò quasi come un suo coetaneo.
Cominciai così a lavorare nel negozio, sbrigando le commissioni più semplici. Andavo a prendere il caffè per il signor Corrado e la moglie, portavo a casa la spesa per le persone anziane, pulivo il negozio e portavo via la spazzatura.
Ero molto attivo e il signor Corrado si rallegrava spesso con me.
Altro argomento del padrone era la moglie di cui sembrava innamorato cotto.
– Eh! Signora mia – diceva alle clienti – sono stato proprio fortunato come moglie. La Giuliana è bravissima, oltre che bella, anche se non starebbe a me dirlo… –
A volte, quando era in buona, e la moglie era intenta a chiacchierare con una cliente, si avvicinava ad alcuni suoi amici e diceva sottovoce.
– La Giuliana è bravissima! anche a letto! –
E rideva sornione mentre gli altri chiedevano
– Dai! dicci come, come! –
– E no! – ribatteva – Top secret! Che dopo godete troppo! –
Io ascoltavo questi discorsi e guardavo la signora Giuliana e me la immaginavo nuda e allora dovevo scappare in bagno a calmare il mio arnese che reclamava.
Due volte la settimana, nei giorni in cui arrivavano i camion coi rifornimenti, dopo avere scaricato, la signora Giuliana e Marco scendevano nel magazzino, sotto il negozio, per sistemare la roba, e lasciavano il signor Corrado a reggere il negozio.
Ero un tipo sveglio e cominciai a notare che quando ritornavano, la signora Giuliana aveva il viso leggermente arrossato e gli occhi lucidi mentre Marco era rilassato al massimo.
La donna, si sedeva alla cassa e immancabilmente diceva
– Mamma mia! Manca il respiro in quel sotterraneo. Fa un caldo boia! –
– Eh! – la prendeva in giro il marito – non comincerai ad avere le scalmane? –
Io allora mi avvicinavo a Marco e gli chiedevo cosa fosse successo.
– Niente! niente! non è roba per te! tieni la bocca chiusa e amici di sangue –
Io rimanevo male e mi facevo dei gran viaggi.
Poi un giorno capitò che il signor Corrado avesse urgente bisogno di un prodotto e mi chiese di andare in magazzino a prenderlo.
Scesi veloce ma trovai la porta chiusa dall’interno. Colto da un sospetto non bussai e mi misi a guardare dal buco della serratura.
Quello che vidi mi sconvolse.
La signora Giuliana era seduta su una cassa, aveva il vestito arrotolato alla cintura e le mutande abbassate.
Marco le stava sopra e la stava penetrando come un ossesso.
Vedevo il suo sedere andare avanti e indietro e la signora Giuliana ansimava e diceva
– Dai Marco! spingi ancora di più che sto venendo! ecco così! bravo Marco! ancora! sii! – 
A quel punto la signora Giuliana aveva avuto un tremito e si era accasciata, poi si era chinata e gli aveva preso in bocca il pisello e lo stava leccando avidamente.
Io ero rimasto di stucco.
Sentivo il mio arnese gonfiarsi e cominciai a manipolarlo come un disperato. La vista di quel bendiddio mi sconvolgeva.
La signora Giuliana intanto aveva fatto sedere Marco ed ora mi mostrava il suo fantastico sedere, e chinata com’era vedevo la sua passerona fra le gambe bella turgida.
Sarei venuto subito se non avessi sentito la voce del signor Corrado chiamarmi. Allora mi si gelò il sangue nelle vene e mi passarono i bollenti spiriti.
Bussai discretamente alla porta e sentii un certo scompiglio al di là.
Dopo alcuni attimi venne ad aprire Marco: Era rosso in viso e agitato.
Mi guardò male.
– Cosa c’è? –
– Mi manda il signor Corrado, gli servono dei rotoli di carta igienica che in negozio li ha finiti… –
– Prendi e scusa, ma ero preso…mi raccomando! acqua in bocca! amico di pelle –
Mi dette un cinque con la mano e io risposi al saluto.
Quando furono tutti in negozio, mi avvicinai a Marco e certo di non essere ascoltato gli dissi
– Marco, ho visto tutto! –
Lui impallidì.
– Hai visto cosa? –
– Te e la signora Giuliana..-
– Sei pazzo a dire queste cose! Vuoi che il signor Corrado mi ammazzi! Non sai quanto è geloso! E’ stato un momento di follia, credimi, è successo tutto così. E’ colpa del caldo che c’è laggiù, ma mi raccomando non dirai niente vero? –
Rimasi silenzioso. Marco mi prese per un braccio.
– Ohi! Cosa pensi?  Non vorrai fare la spia. Pensa alla signora Giuliana, alla figura che farebbe!  beh! dì qualcosa! –
– Marco – risposi con la voce tremante – io sto zitto però tu mi prometti di farmi vedere cosa fate la prossima volta –
– Sei matto! Dopo il signor Corrado si insospettisce, facciamo così. La prossima volta tu chiedi un permesso al signor Corrado. Gli dici che devi andare in centro a comperare della roba.
Entri dalle scale del palazzo e mi aspetti davanti alla porta di servizio; io ho la chiave. Tu ti nascondi e quando abbiamo finito ti faccio uscire, d’accordo? – 
– D’accordo – dissi tutto felice.
 Il giorno delle consegne, mi feci trovare alla porta, entrai e mi nascosi dietro un paravento. Marco chiuse la porta e risalì in negozio. Io avevo il cuore che mi batteva come scoppiasse.
Finalmente scesero la signora Giuliana e Marco.
Lei canticchiava e lui era serio.
– Cos’hai Marco? Non ne hai voglia? –
– No niente – rispose lui – ho un po’ di mal di testa –
– Vedrai che ti passa – esclamò lei cinguettando – aspetta! mi vado a lavare – Si diresse verso il piccolo bagno di servizio, poi ritornò
– Sono pronta – disse sollevando la sottana: era senza mutande!
Si aprì la camicetta e vidi che era senza reggiseno! Era fantastica!
Aveva due tette bellissime, grandi e sode con capezzoli enormi.
In mezzo alle gambe la passera era circondata da un leggero pelo che stava ricrescendo: evidentemente si depilava.
Ma quello che adoravo era il suo ampio sedere, tutto liscio e rosato che faceva venire la voglia di mangiarlo.
Marco prese fuori il suo pisello, duro come il marmo e la penetrò subito facendole emettere un mugolio di piacere. Cominciò a muoversi avanti e indietro, mentre io guardavo con tanto d’occhi.
Mi ero preso il pisello in mano e stavo manipolandolo alla vista di quella donna così invitante.
Intanto Marco l’aveva portata al culmine dell’orgasmo e la signora Giuliana emetteva dei rantoli di godimento. Dopo essersi piegata su se stessa contraendosi nello spasimo si afflosciò sulla cassa mentre Marco le veniva dentro.
– Mamma mia ! – mormorò la signora Giuliana – sei stato fantastico Marco! Dai, che mio marito è impegnato col maresciallo! facciamo un altro giro! –
Non so come successe, sta di fatto che in quel momento, vidi muoversi qualcosa vicino a me. Guardai e vidi un topo!
Feci un salto e mi tradii.
La signora Giuliana stava per gridare ma Marco fu veloce come un fulmine e le mise una mano sulla bocca.
La signora Giuliana mi guardava con gli occhi sbarrati e quando Marco la lasciò disse
– Oh che vergogna! Che vergogna! E adesso, sono rovinata! come faremo Marco? –
– Stai tranquilla Giuliana – rispose Marco, dandole del tu – non dirà niente. Se n’era già accorto di quello che succedeva e mi ha obbligato a farlo entrare per vedere –
La signora Giuliana mi guardava costernata.
– Ah si! Ma allora, ma perché…. –
Saltai su.
– Perché lei signora è bellissima e io non parlerei nemmeno se mi uccidessero. io…io…la desidero! me la sogno la notte! cosa darei per essere al posto di Marco!  –
La signora Giuliana si era calmata e mi guardava ammirata.
Allora, ero veramente un bel ragazzo, e dimostravo anche di più della mia età.
Evidentemente le piacevo perché continuò.
– Ah! Così ti piaccio molto? E vorresti essere al posto di Marco? Ma pensi di essere bravo come lui? Guarda che lui è dotato!  –
Io non aspettai altro. Presi fuori il mio arnese, che era duro da morire e lo feci vedere alla signora Giuliana.
– Oh! Guarda, guarda, che razza di arnese ha questo ragazzo! Oltre che bello sei anche dotato!  Vediamo! –
Così dicendo lo prese in mano.
– Accidenti Marco! Hai trovato un concorrente pericoloso…e tu cosa vorresti fare con questo oggettino ? –
La guardavo e stavo per morire.
– Lo vorresti mettere….dentro? – mi chiese maliziosa la signora – no? Cosa vuoi fare? –
Le indicai il sedere.
– Ah! Lo vorresti mettere di dietro? Ma è assai grosso! Io non l’ho mai fatto e ho paura che non passi, cosa dici Marco? –
– Giuliana, facciamo una bella cosa, prendi la vasellina e ungiamo bene il tuo buchino, poi io ti prendo davanti e il ragazzo didietro, cosa ne dici? –
La signora Giuliana sorrise.
– E’ un’idea! non ho mai provato! facciamo presto! –
Mentre rimanevo lì allibito, la signora Giuliana corse nel bagno e tornò con un tubetto.
– Vuoi spalmarlo tu carino? –
Pazzo di gioia presi il tubetto e le unsi bene, bene, quel meraviglioso culo e unsi anche dentro.
Poi mi unsi il pene e la presi dal didietro, mentre con le mani le stimolavo i capezzoli.
Marco la penetrò davanti e la spinse contro di me.
Io spinsi a mia volta ed entrai nel suo intestino. Fu un’esperienza sconvolgente. La signora Giuliana si muoveva avanti e indietro ricevendo i due peni con una frenesia maestosa. Sembrava danzasse.
– Oh! E’ meraviglioso! Meraviglioso! Non posso resistere a lungo! Sto per venire! –
– Tieni duro Giuliana – disse Marco – sentirai! –
Così dicendo continuò a penetrarla mentre io rispondevo inserendo il mio pene sempre più dentro.
La signora Giuliana cominciò a mugolare.
– Si! Sento di nuovo piacere! Oh è meraviglioso! Ragazzi mi fate morire! Continuate così! ecco! ci sono! basta! vi prego! –
Mentre diceva così io non riuscivo più a resistere e le scaricai dentro tutto il mio sperma mentre Marco faceva altrettanto.
La signora Giuliana si piegò su sé stessa mormorando
– Bisogna trovare una scusa per fare venire giù anche il ragazzo…dovremo trovare una scusa…-

 

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