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Trio

L’agriturismo del piacere

By 14 Ottobre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Con la mia ragazza Vanessa coltivo un ottimo rapporto sotto tutti i punti di vista da quasi tre anni. Essendo entrambi ventiquattrenni riusciamo ad aver in comune moltissime cose, oltre ad un’ottima predisposizione al sesso di coppia.
Vane si dimostra essere ogni volta di più una ragazza calda e disposta a sperimentare i giochini più spinti, ma senza mai prendere seriamente in ipotesi le mie saltuarie idee a coinvolgere altri a fare sesso insieme.
‘Che maialino sei, amore …’
si limitava a commentare con un sorriso malizioso talvolta.
‘Eppoi ? Staresti ancora insieme con una ragazza che va con altri uomini ?’
pareva indagare astutamente nelle mie congetture tal altre.
Reagiva con cautela dandomi l’impressione di considerare sotto sotto quello che svisceravo nei grandi momenti di eccitazione.
Tuttavia le ipotesi stentavano a decollare oltre limitandosi a discorsetti piccanti come quelli fatti da molte coppie.
Nell’ultimo anno Vane aveva completato uno sviluppo che l’aveva fatta sbocciare come una splendida donna aumentando di una taglia piena il suo delizioso seno.
Tra gli amici non passava inosservata nel suo metro e settanta di statura con le curve al punto giusto, gli estimatori già avuti raddoppiarono in numero cominciando a mettermi concretamente in allarme per le crescenti avanc&egraves da un lato, ed intrigatamente lusingato di vedere uccelli ansiosi di farne il loro nido dall’altro.
Decidemmo di tagliare la corda per qualche giorno.
Vane aveva appena dato un esame e incassato l’assegno dalla pizzeria per cui aveva lavorato, io presi dietro il portatile per terminare delle bozze di una campagna pubblicitaria.
Fortunatamente le nostre rispettive occupazioni similari ci permettevano di giostrare abbastanza liberamente il nostro tempo.
Ci recammo in un agriturismo che dava la possibilità del pernottamento consigliatoci da una sua amica.
‘Bel posticino, Vane … Mi piace proprio !’
le dissi a pranzo giunti sul posto
‘Hai notato la stalla alla fine del casolare ?’
aggiunsi con tono particolarmente allusivo
‘Cosa ? .. Gianni ! Non arrivi neanche ad aspettare a stasera ?’
rispose comprendendo perfettamente dove volessi andare a parare con un sorrisetto
‘Stasera &egrave troppo in là … Eppoi … Possiamo tranquillamente aspettarla anche dalla stalla !’
ribattei ammiccando maliziosamente con gli occhi.
Il pranzo era stato molto buono. La cucina tutta a base di alimenti naturali e del posto parve contribuire ad aumentare il nostro desiderio.
Infatti qualcosa arrivò a toccarmi da sotto il tavolo; Vane si divertita a farmi il piedino risalendo rapida sul pacco in crescita.
‘Uhhh .. Cerbiatta mia !’
risposi alla provocazione carezzandoglielo dolcemente mentre strusciava provocante sopra la patta.
‘E chi sarebbe quello che non aspetta la sera tra noi due ?’
mormorai lieto dell’imprevisto e delizioso massaggio
‘Tu ! Io sono solo una povera ed innocente cerbiattina …’
disse con beffardo candore ed un sorrisino che mi fece desiderare di sbranarla sul posto.
Concludendo rapidamente gli ultimi bocconi ci alzammo rifiutando gentilmente il caff&egrave.
La miscela scura non ci occorreva per imprimere dell’altra carica ai nostri sensi già in agitazione.
Fingendo di passeggiare nel grande cortile dell’agriturismo, ci dirigemmo cercando di non darlo a notare verso la stalla semivuota.
L’amica di Vane la aveva messa al corrente che il luogo non conteneva più animali, ma solo degli attrezzi da campagna con diverse balle di fieno.
Era stato destinato a quell’utilizzo dopo l’inaugurazione della nuova stalla molto più capiente e dalla parte opposta del casolare.
Pareva un posto perfetto creato appositamente per le coppiette in cerca di intimità come era la nostra.
Una volta all’interno, dopo una rapida occhiata di ispezione, prendemmo subito a limonare in piedi.
Vorticando lingua su lingua in un abbraccio passionale.
L’odore del fieno a terra ed intorno a noi ci dava quell’elemento esotico che fungeva da contorno ideale.
Vane si tolse subito le scarpe per coccolarsi all’abbraccio dell’erba morbida sotto i nostri piedi.
Era una giornata primaverile di maggio dove la temperatura superava le medie stagionali e permetteva un abbigliamento succinto.
La mia morettina vestiva di una camicetta sbuffosa e leggera completata da un paio di jeans attillati che ricoprivano aderentemente le sue forme appetitose.
Presto ci ritrovammo in ginocchio uno di fronte all’altra con addosso solamente gli slip ed il suo reggiseno, con le bocche costantemente invinghiate in una serie di baci ripetuti ed umidi.
La febbre di sesso era altissima e decidemmo di non indugiare oltre.
Tolsi rapidamente i suoi slip per tuffarmi tra le morbide ed affusolate cosce alla ricerca del frutto del piacere, trovandolo schiuso ed in attesa della mia bocca voluttuosa che vi si incollò ansiosamente aperta.
Quando la mia lingua e le labbra si fecero strada tra le pieghe delicate della vulva, Vane proferì un gemito intenso e forte a sottolineare il suo essere femmina.
Le si sciolse rapidamente divenendo ancora più umida di quanto già non fosse.
‘Aspetta … Ahh … Ti vengo sopra !’
mi fermò sentendosi vicina ad esplodere un orgasmo repentino.
Mi volle sdraiare sulla schiena e, allargando le gambe a spaccata tenendosi sorretta a terra con le braccia tese, puntò con la fica slabbrata il mio pene eretto calandovisi sopra.
‘Aaahhh …’
gemette nuovamente mentre le baciavo la spacca con la cappella turgida.
Un’ altra spinta e mi accolse dentro di lei.
Piegandosi sulle gambe arrivò a prendere lentamente tutta la mia asta nodulosa, gli occhi divenuti due sottilissime fessure ed il labbro inferiore morso dai suoi stessi denti.
Sentirsi riempita di me le fece raggiungere un primo orgasmo che la scosse in una serie di tremiti.
Rimase impalata assaporando così il proprio piacere.
Mugugnando lenta e lussurriosa prese a far risalire e ridiscendere il ventre con il mio cazzo risucchiato in profondità.
Adorava condurre il gioco.
E quella posizione del sesso era tra le sue predilette.
Aspettai che il movimento si facesse più fluido (ed avvenne molto in fretta grazie ad i suoi umori copiosi) e cominciai leggermente ad ondeggiare il bacino mormorando goduria mentre amplificavo ulteriormente la sua.
‘Ahhh … Nhhssiiiii … Aaahhh … Uuuuhhh …’
ansimava sempre più forte godendosi le sensazioni insostituibili trasmessele dalla fava dura.
Poi accadde l’imprevisto.
Il suo movimento divenuto incalzante negli ultimi istanti rallentò fulmineo e gli occhi si fissarono spalancati su qualcosa dietro di noi.
‘C-cosa c’&egrave, Vane ?’
mormorai faticosamente avviluppato dall’estasi del suo sesso
‘C’&egrave qualcuno … Che ci spia …’
disse in tono incerto ed incredulo
‘Lascialo spiare ! Unhh … Dai …’
risposi totalmente infervorato dalla ficcata
‘M-ma … Mi sembra di averlo .. Ahh … Già visto …’
aggiunse poco tranquilla in un misto di eccitazione
‘Uhh .. Meglio allora … Tu hai visto lui e ora lui vede .. Ahh .. Noi ..’
conclusi intrigato dallo spione e muovendomi in lei.
Rinfrancata dalla mia sicurezza e troppo travolta dalla libidine per pensare ad altro, riprese il suo movimento scorrevole sul mio uccello.
Dopo un po’, al culmine della scopata, la notai osservare con distratto interesse in un punto molto più vicino.
‘Aaahhh … E’ qui dietro di noi … Uhhh … Si sta segandooo … Aahh …’
riprese a bassa voce in un tono che non era ancora di timore ma di sola lussuria.
Avvinto dalla sbattuta che lasciai totalmente in balia del suo ventre mi sforzai di guardare dietro di me vedendo l’uomo masturbarsi vicinissimo a noi.
‘Ti piace ?’
chiesi arrapato dalla piccante situazione vedendomi rispondere con il capo in cenno affermativo
‘Perch&egrave .. Unh .. Non le tocchi le tette, allora ?’
dapprima con movimento incerto eppoi sempre più voglioso e deciso la mano libera strizzò con voglia le tette di Vane.
‘Avvicinati di più .. Unh .. valle davanti la bocca !’
gli proposi desideroso di accendere un piccante trio di sesso.
Doveva appartenere alla famiglia proprietaria dell’agriturismo.
Poich&egrave somigliava moltissimo ai figli del componente più anziano che ci avevano serviti ai tavoli.
Ecco perch&egrave a Vane apparve familiare.
Con il cazzo accanto alle labbra, la mia lei mi diede un’occhiata esitante. Poi, sempre fissandomi con sguardo ammiccante, aprì le labbra permettendo all’uomo di spingerglielo sul palato.
Seguitando a pomparsi il mio membro in corpo iniziò a saggiare con la lingua l’intruso, roteandogli sulla cappella, aspirandogliela all’interno, avviluppando l’asta.
In breve si scatenò in un pompino vero e proprio.
Tramutando in corsa una chiavata di coppia in una piccante variante a tre.
Al contadino non parve vero di essere entrato a far parte integrante della nostro piacere, si mise a mugugnare beatamente per il lavoro di bocca fattogli dalla mia morettina.
Scivolando a bagnarsi le dita della mano sulla spacca occupata e spremendo pieno di desiderio le sue tette.
Stimolato dalla lussuria con cui cercava il contatto insistito con le grandi labbra divaricate dal mio sesso, fui travolto da un’idea di perversione irrefrenabile.
‘Se ti piace così tanto … Baciala !’
Suggerì lui.
Voglioso di gustare le labbra tanto abili sul suo pene, non se lo fece ripetere incollandosi sulla bocca di Vane.
Era giovane, probabilmente con qualche anno meno di noi due ed una forte carica passionale.
Il suo bacio divenne focoso, la bocca giostrava irruente su quella di lei con trasporto affamato.
Costringendola a piegarsi all’indietro per l’abbraccio avvolgente e potente in cui Vane sembrava finire tramortita.
Così facendo era costretta ad interrompere la galoppata sopra di me ed a perdere presa sul mio cazzo che lentamente fuoriusciva dalla fica dilatata.
La vulva terminò per svuotarsi del membro legittimo mentre io scivolavo aldifuori della stretta formata dalle sue gambe divaricate.
Una gamba del contadino si piegò nello spiazzo poco prima occupato dalla mia schiena.
E la punta del suo uccello ritto si avvicinò conseguentemente al buco liberatosi e privo di ostacoli.
Vane era ormai persa e rapita dalla carica passionale scaturita da lui, in balìa di quel corpo massiccio ed alto.
Avvenne tutto naturalmente, nel movimento in cui i due corpi si assestavano nello spazio lasciato vacante da me.
La abbandonò lentamente a terra attirato dal suo stesso moto, il pene turgido si poggiò alla spacca entrandovi nel momento stesso in cui le loro labbra si separavano.
Facilitato dalla dilatazione precedente e dalle secrezioni di cui la fica grondava, il membro affondò rapidamente in profondità.
‘Aaahhhhh …’
gemette con voce corrosa dall’eccitazione la mia lei, mentre il corpo estraneo si insinuava in tutta la sua lunghezza nelle pieghe tenere del fiore destinato a me.
Mi sdraiai al suo fianco dopo aver assistito da dietro alla ficcata dell’estraneo prendendo a masturbarmi.
Lui incuneò le sue forti braccia all’interno delle ginocchia di Vane, costringendola a divaricare a spaccata la vulva sotto.
Iniziò a pistonarla con irruenza scaricando dalla schiena delle poderose spinte in successione.
Vane gridava goduriosamente, dapprima contraendo le sopracciglia per le sensazioni dolorose che quel pene un po’ più lungo del mio le dava, poi per la trasmutazione del dolore in lascivo piacere.
‘Uh .. Uh .. Uh .. Uh .. Uh .. Uh …’
ansimava il ragazzotto impiantandosi dentro il suo canale uterino con foga da torello, avvalendosi della mia ammirazione mentre mi nutrivo del loro piacere.
Dal ritmo crescente con cui si dimenava affondandosi nella vulva, compresi che stava avvicinandosi il suo momento.
‘Tiraglielo fuori …’
ordinai avvicinandomi deciso e intransigente al suo orecchio, ancora incerto per permettere ad un altro uomo di bagnare con il suo seme l’utero della mia donna.
Mi girai accorgendomi dell’orgasmo che la stava sconquassando.
Il contadino lo estrasse da lei posizionandosi tra le sue gambe in ginocchio con me di fianco allo stesso modo.
Subito dopo la nostra feroce masturbazione produsse un duplice getto di sperma quasi contemporaneo che si depositò addosso al corpo preso di mira.
I fiotti si spiaccicarono ricchi e densi in zone diverse della sua pelle nuda.
Imbrattarono la folta peluria, il ventre, il seno generoso e parte del viso.
Vane si ritrovò sommersa da un fiume di sperma combinato mentre gli ultimi tremiti dell’orgasmo ricevuto la lasciavano priva di forze.
Sorrise mascherando il leggero imbarazzo quando si mise seduta con il seme che le grondava lungo il corpo sudato guardandosi verso il basso a braccia aperte.
Il contadinotto ci sorrise radioso e ritornò dietro le balle di fieno con il suo forcone ………….

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