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Trio

L’Angelo del Tempio

By 3 Giugno 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono appena tornato dal mio solito giro mattutino, la casa è ancora silenziosa, il pensiero corre subito alle due nuove locatarie, chissà se staranno ancora dormendo?
Decido di andare a svegliarle, siamo oltre metà mattinata oramai, la giornata è meravigliosa e la vista sul mare davvero magnifica.
Magni-fica ! sorrido tra me e me, termine azzeccatissimo!. Se penso a cosa non abbiamo fatto ieri sera, questa notte…
Subito mi viene voglia.
Cercate di capirmi ho una certa età, certo ben portata, e quando capita (rarissimamente) di avere una giovane tra le braccia, beh ragazzi miei, ci si ringiovanisce dentro, le forze miracolosamente si decuplicano e si fanno cose che neanche nei sogni capitano.
Mi viene voglia della piccola, lascio il giornale sul tavolo all’esterno e salgo in camera. Lei giace nuda nella calda penombra, le persiane chiuse lasciano passare una morbida luce che dà un effetto vellutato alla sua pelle.
Rimango a lungo ad osservarla, poi mi avvicino al letto, dorme a pancia in giù, la gamba destra piegata ad angolo permette la visione della sua fessurina semiaperta. Sembra quasi di vedere il rimasuglio dei suoi umori della sera prima.
Umetto il dito medio e lo strofino in un lento movimento su e giù lungo la morbida apertura. Lei non reagisce, è profondamente addormentata, sarà il troppo bere della sera prima e l’estenuante sessione d’amore assieme alla sua amica che l’avrà spompata, penso io. Sento la piccola vulva che si risveglia prima di lei, la sento inumidirsi, faccio scivolare un po’ più a fondo il dito sprofondando facilmente dentro lei.
Lo muovo in lunghe e lente passate a bagnarlo meglio ed inumidire le piccole sue labbra all’esterno, poi di colpo lo affondo tutto dentro lei. Sento solo il suo inalare improvviso datole dalla sorpresa, a bocca aperta come per un silenzioso gemito, aggiungo un altro dito e scavo dentro lei ancor più a fondo.
Questa volta un lieve gemito ripaga quel mio perlustrarla, alterno le velocità nell’accarezzarla tutta dentro. Inizia a gemere stringendo il cuscino sotto sé ed aprendo ancor più le gambe mollemente distese.
Mentre continuo il mio accarezzarla nel suo più intimo, vado a titillare il suo bottoncino facendolo spuntare da sotto il lembo di rosea pelle. I gemiti si susseguono più frequenti oramai, alternati da respiri affannosi, è a quel punto che la giro ed aprendo le molli gambe affondo il mio viso nel suo sesso.
Respiro ed odoro a lungo il profumo della sua vogliosa vulva, mi piace sentirlo al mattino, ti predispone ad una goduriosa giornata.
Con quell’immagine nella mente la penetro con la lingua, lei in un timido sforzo allarga le gambe ripiegandole per un po’. Mi fa capire che desidera che le mia lingua le arrivi più a fondo, non perdo tempo e con la bocca incollata al suo pube la penetro con la lingua saettante contro le sue pareti come una frusta.
Sento presto il sapore nella mia bocca cambiare, ci sono riuscito! Sta venendo, continuo a lungo sino a che sento il suo respiro placarsi, al che raccolgo più che posso dei suoi umori riempiendomi la bocca dopodiché mi stacco da lei.
Quando mi avvicino a baciarla, lei apre gli occhi, la sua bocca accenna ad un sorriso, ma non voglio darle tregua ed incollando le mie labbra sulle sue forzo la sua boccuccia tremolante ad aprirsi riversandole dentro tutto quanto raccolto dal suo più intimo.
La sento emettere un gemito, lo interpreto come un verso di compiacimento ed a lungo ci scambiamo il suo sapore degustandolo con le nostre lingue che intrecciano il loro balletto di prendere e dare.
Al termine staccandomi da lei ed osservandola la vedo deglutire e la sua venuta e le nostre salive mischiate. Spogliandomi sotto il suo sguardo attento le scivolo al suo fianco spingendole la testa verso il mio sesso eretto.
– Non hai ancora finito la tua colazione. Le sussurro.
E spingo la sua testolina ad accogliere anche se controvoglia tutto il mio sesso nella sua bocca. La mia eccitazione è così forte che non resisto più di tanto e le vengo dentro con lunghi getti caldi che la colgono di sorpresa mentre il mio sesso è quasi completamente inghiottito.
Sento che sta per ritrarsi, la forzo a tenermi dentro sé ed effettuare lenti movimenti per non perdere gli ultimi schizzi della mia venuta. Quando esco da lei ci guardiamo. Il suo sguardo è quasi supplichevole, interrogativo come se non sapesse cosa deve fare.
– Non finisci la tua colazione? Le dico.
E la vedo sorridente ingoiare lentamente tutto quanto trattenuto sino ad ora nella sua boccuccia. Al termine, civettuola spalanca la boccuccia a mostrarmi quanto sia stata brava.
Alzandomi le prendo la mano e la trascino a forza con me. Cammina a passi cadenzati dal mio tirarla verso l’altra cameretta. Sul letto c’è la sua amica che dorme supina, la bocca leggermente socchiusa ed il respiro leggero. Le do le istruzioni sul da farsi bisbigliandoglielo all’orecchio.
Le infilo due dita nella sua calda vulva ad inumidirle e dopo che lei ha avvicinato la sua bocca a quella della sua amica, le affondo di colpo nella fighettina della dormiente. Sono belle umide ed scivolano entrando facilmente, la ragazza spalanca di colpo gli occhi dalla sorpresa ed aprendo la bocca ad inspirare questa le viene tappata dalla bocca della sua amica che vedo bacia con foga la sua compagna.
Nel mentre scavo in quella fighettina, come ad accogliermi ancor più, la ragazza inarca la schiena alzando il bacino come per spronarmi a masturbarla ancor più forte. Tolgo la mano e scivolo tra le sue gambe, in breve le entro dentro di colpo con tutto il mio sesso.
La sento inspirare profondamente dalle narici mentre continua ad essere baciata dalla sua amica. Ma che dico, non la sta baciando, le sta letteralmente violentando la bocca. Questo, eccitandomi ancor più, mi spinge a sbatterla con forti colpi sin quando sentendola gemere a lungo capisco che è prossima alla sua venuta.
Ora è a bocca aperta ad inspirare tra un gemito e l’altro non smettendo di fissare la sua amica, il cui viso vicinissimo al suo osserva l’estasi dilagare nelle pupille della nostra vittima. Poco dopo crolla di colpo, gli occhi quasi a chiudersi mentre sussurra alla sua amica con un filo di voce:
– Sto venendo!, sto venendo!
Un lungo bacio tra le due fanciulle suggella il tutto calmando l’una e ripagando l’altra.
Poco dopo sdraiato tra le due meraviglie colgo il loro respiro nell’assopimento dei corpi. E chiudendo un po’ gli occhi mi beo di questo momento di paradiso giunto sino a me in quest’estate decisamente fortunata.
Rivedo come in un sogno l’incontro giù al porto.
Io che cammino verso la passerella dove è attraccata la barca di un amico, e su una panchina di pietra poco distante le due ragazze smarrite che si guardano intorno in cerca di qualcosa di qualcuno. 
Le sento dire nella loro lingua che sbiascico un po’:
– Ma se non c’è cosa facciamo allora? Dove andiamo a dormire?
Mi avvicino per offrire loro aiuto.
– Ciao ragazze. Le apostrofo.
– Posso esservi di aiuto? State cercando qualcuno?
– Si stavamo cercando la “Globetrotter”, dovevamo imbarcarci oggi.
La Globetrotter, pensai tra me e me, doveva essere il veliero bialbero di un conoscente, ma non lo vedevo nel piccolo porto, segno che era in navigazione.
– Venite, andiamo a chiedere a Francis, se non lo sa lui non lo sa nessuno nel porto.
Seguito dalle due ragazzotte spaesate ci recchiamo in fondo al molo dove un marinaio sta accudendo le sue lenze.
– Ciao Francis, buona giornata oggi?
– Ciao Angel, poca roba però tutta piazzata.
– Buon per te, senti sai dov’è il Globetrotter?
– Il Globetrotter? Ah sì è partito in quarta improvvisamente ieri sera per andare ad imbarcare dei clienti danarosi che vogliono fare una crociera di una ventina di giorni.
Quando traduco il tutto alle due ragazze vedo i loro volti cambiare da preoccupati a disperati.
– Non avete un posto per dormire? Chiedo loro.
Il loro cenno di diniego mi fa capire che si trovano in difficoltà.
– Sentite se volete potete venire da me qui vicino sulle prime colline, ho la casa grande ed anche la piscina, non è acqua di mare ma è pur sempre gradevole.
– Sarete mie ospiti, se volete e per il tempo che volete. Almeno avrò qualcuno con cui parlare anziché starmene da solo.
Il lungo sguardo d’intesa accompagnato da un sorriso mi fa intuire che hanno accettato l’invito.
– Se non disturbiamo. Aggiunsero timidamente.
– Macchè disturbo, solo che vorrei chiedervi una mano per le pulizie di tanto in tanto, vi andrebbe?
Il loro si timidamente accennato con la testa mentre i loro volti solcati da piccoli sorrisi iniziano a rilassarsi improvvisamente mi rincuora, non dovrò msorbirmi da solo le pulizie della casa.
Le invito “da Paulette” un piccolo bistrot sul porto dove sono solito fare colazione. Qui ci vuole un petit-déjeuner completo che le ragazze divorano in un lampo.
Più tardi caricato i loro zaini in macchina ce ne torniamo verso casa distante pochi minuti.
Fortunato incontro con due angioletti i cui corpicini mi trovo ad accarezzare delicatamente.
Mi sento felice e ringiovanire nello spirito e nell’aver aiutato le due ragazze e nell’aver potuto farci l’amore malgrado la differenza d’età, si mi sento decisamente in paradiso.
La costa ne è piena di queste giovani in cerca di avventura durante l’estate, arrivano a frotte e dal nord del paese e dall’estero, attirate dalla vita notturna, dalle belle barche e dalla bella vita. Falene in cerca della loro luce estiva.
Non le ho accennato nulla del sottoscritto, sanno solo che abito qui e che le ospito.
Si certo sfrutto un po’ la situazione a mio vantaggio, ma in fondo è poca cosa.
Per oltre due mesi in estate sono il padrone, nel restante dell’anno sono solo il guardiano,
il guardiano del tempio.

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