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Trio

luca

By 20 Aprile 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Questo è ciò che non è successo a causa della mia paura di andare a fondo, o meglio di andare a quell’ appuntamento.

Luca è di Milano, alto e moro, un fisico scolpito dal nuoto dice lui, a me la cosa non importa..
L’ ho conosciuto su un sito di incontri erotici, il mio primo annuncio fatto per soddisfare un desiderio che in realtà covavo da tempo: avere un rapporto sessuale con un uomo. O per specificare, un rapporto orale con un uomo. Insomma volevo fare un pompino ad un mio simile, mi eccitava l’ idea di toccare un cazzo che non fosse il mio, sentirne il sapore e regalare piacere.
Non che sapessi farlo, in realtà.. E nemmeno certo che ne avessi avuto il coraggio.
Ma Luca era stato bravo, approfittando del fatto che abitavamo a centinaia di km di distanza aveva iniziato prendendola alla lontana, informandosi sugli sviluppi che aveva portato il mio annuncio (solo un mucchio di omosessuali interessati al mio vergine sedere, in realtà) e raccontandomi delle sue esperienze e fantasie, del suo essere apertamente bisessuale da anni, dal non avere figli anche se era oltre i quaranta e del non aver mai sposato la fidanzata storica con cui stava da anni e che regolarmente tradiva.
Aveva anche una passione per i piedi, Luca. Proprio come me.
Questo argomento scatenò un vero traffico di immagini di piedi femminili raccolte in rete, una lunga serie di commenti sul perchè fossimo entrambi attratti da qualcosa che per molti era senza importanza o peggio ed infine sul come molte donne non solo non capissero l’ attrazione che provavamo ma non accettassero di buon grado di fare sesso con quella parte del loro corpo.
Un giorno, aprendo la posta su cui mi mandava le mail Luca vidi che aveva allegato un’ altra immagine: il suo cazzo duro e dritto in mezzo a due piedi stupendi e curati, dalle dita lunghe e dalle unghie dipinte di nero, con due anellini che luccicavano accanto alle gocce di sperma cadute da poco.
In un primo istante provai invidia, quell’ immagine era la somma delle mie fantasie e quello stronzo si divertiva a farmi eccitare per niente.
Poi, dopo alcuni minuti il desiderio prese il sopravvento e non potei fare altro che masturbarmi immaginando quanto mi sarebbe piaciuto avere davanti agli occhi ciò che vedevo in foto, di quanto avrei goduto leccando e baciano i piedi di quella donna e il cazzo di Luca. Anzi, nel momento in cui venni immaginai di ingoiarlo il più possibile, ripulendolo per bene dal suo orgasmo.
Ancora stordito dalle mie stesse fantasie cliccai su ‘rispondi’ e scrissi: pagherei per bere un orgasmo dato così! La tua donna ha dei piedi stupendi!
Mi rispose il giorno dopo e mi disse che quella non era la sua donna, ma una sua cara amica che si era prestata a fare quella foto (e molto altro ancora, dopo) perchè lui la potesse inviare a me.
Mi inoltrò anche la mail che questa sua amica aveva mandato a Luca per commentare quello che io avevo scritto e lui gli aveva girato. Diceva solo: Facciamolo!
Per me era tutto solo un gioco finora, loro erano lontani e complici, io avevo la mia vita di marito e padre e un sacco di voglie ma non c’ era niente di serio, niente che fosse arrivato così vicino al mondo reale quanto quel semplice Facciamolo! Ci pensai spesso, immaginai la scena mille volte, e sempre, immancabilmente il pensiero era accompagnato da un erezione quasi dolorosa da contenere sotto i pantaloni.
Luca non mi scriveva più, aspettava una risposta, ne ero sicuro.
Infine lasciai da parte la paura, scrissi il mio numero di cellulare su una mail che gli spedii, gli dissi che la settimana dopo mi sarei inventato una due giorni di lavoro a Milano e che avrei voluto incontrarlo.
Mi risposero dall’ indirizzo di lei: una foto presa da dietro di loro due che scopavano, lei distesa per terra con le gambe a stringere Luca, e lui in ginocchio che la sbatteva; per prima cosa notai le piante dei piedi di lei, sembravano morbide; poi i testicoli di Luca sospesi nel vuoto, me li immaginai muoversi mentre loro scopavano; infine i loro sederi allargati dalla posizione in cui stavano, due bei culi aperti e depilati. L’ orgasmo arrivò quando mi immaginai di infilare un dito dentro ad entrambi dopo averli leccati per bene..

I giorni seguenti scomparirono inghiottiti dall’ inventarsi scuse a casa, sul lavoro, con i colleghi e soprattutto con me stesso. Stavo cercando un pretesto per non partire, o almeno rimandare. Avevo paura, una stramaledetta paura di prendere l’ auto e mettermi sulla strada per Milano. Ciononostante spiegai a mia moglie che no, proprio non poteva andare qualcun altro. Dissi ai miei colleghi che avevo bisogno di due giorni di pausa per motivi personali. Prenotai un albergo lontano dal centro.
Martedì mattina alle 9 ero in autostrada..
Arrivai in albergo poco dopo l’ una, il tempo di una doccia e il telefono suonava. Luca. Sapeva in quale albergo ero, nelle mail dei giorni precedenti ne avevamo parlato, anzi era lui che mi aveva consigliato quello, un posto trafficato in cui nessuno badava a chi entrava ed usciva, a chi prendeva l’ ascensore, a chi occupava le camere. E Luca era lì, nel parcheggio, e voleva sapere il numero della stanza. Glielo dissi di getto chiudendo la comunicazione mentre il cuore nel petto batteva forte e le mani sudavano.. Ero in imbarazzo prima ancora di vederlo.
Non era come me lo aspettavo, di viso. Ma non mi importava nulla neanche di quello. In fondo avevo fatto tanta strada per il suo cazzo, non per sapere se era il mio tipo o meno.
E adesso era lì, davanti a me, seduto sul letto tranquillo e sorridente come se fosse al bar a bere un caffé. Tirai la tenda e spensi le lampade, nella stanza entrava la luce esterna, la luce di un freddo martedì di Gennaio, grigio come solo a Milano può essere. Gli chiesi di distendersi e di lasciarmi fare e lui senza dire nulla si distese con un leggero sorriso stampato sulle labbra. Sapevo cosa volevo, erano mesi che aspettavo questo momento quindi non indugiai in niente che mi facesse perdere tempo: appoggiai la mano sui suoi pantaloni all’altezza della cerniera e poi con due mani aprii i pantaloni; gli chiesi di alzare il bacino e li abbassai fino al ginocchio guardando le sue mutande a centimetri dal mio viso. Istintivamente diedi un bacio al rigonfiamento molle che avevo davanti agli occhi e altrettanto istintivamente abbassai di scatto anche le mutande per baciare la pelle di quel rigonfiamento. Avevo visto il cazzo di Luca molte volte, in foto, ma sempre in erezione. Adesso stava appoggiato sulla sua pancia tutto su un lato, il glande nascosto e alcune vene in rilievo. Lo baciai più volte, lo leccai come meglio potevo e più lui si eccitava più mi eccitavo io, lo stringevo con la mano mentre azzardavo una masturbazione e poi, come avevo tanto desiderato, lo presi in bocca. Dapprima un paio di centimetri, poi sempre di più, finché potevo, ingoiavo quel cazzo fantastico fino in gola, fantastico perchè mio. Non durò molto, in effetti, o almeno così mi sembrò, perchè appena iniziai a massaggiargli i testicoli con la mano libera mi disse che stava per venire, mi sollevò la testa, mentre io guardavo il primo schizzo di sperma che volava verso il copriletto.
Era stato stupendo.
Luca mi guardava con uno sguardo indecifrabile, e mi guardava tra le gambe. In effetti io avevo appena fatto una doccia, e dell’ accappatoio mi ero liberato appena mi ero disteso al suo fianco.
Che avessi una erezione si notava, quantomeno. Ma non avevo fretta. Scesi dal letto per togliergli le scarpe e i calzini, gli calai del tutto i calzoni che restarono sul pavimento in un mucchio, e gli dissi di togliersi la maglia mentre lasciavo cadere le mutande ai miei piedi. Andai in ginocchio sul letto, e con le ginocchia mi avvicinai al suo viso. Avevo paura che appena mi avesse toccato avrei goduto. E in fondo non me ne importava. Come non mi importava che il suo cazzo fosse decisamente più grande del mio. Quello che volevo era godere con Luca, grazie a Luca. Ricordo solo che mentre si alzava per poi immediatamente chinarsi su di me sentii la sua bocca calda stringersi dolce attorno al mio sesso, le sue dita stringermi i capezzoli e poi il più bell’ orgasmo che io ricordassi..
Se ne era andato senza tante cerimonie, mi aveva dato l’ indirizzo del posto in cui ci saremmo trovati per la serata ed era uscito.
Passai le cinque ore che mancavano a pensare ad altro, ma anche a pensare che avevo avuto un rapporto sessuale con un uomo. Capii dopo che non lo avevo avvertito del mio orgasmo. E come lo capii ricordai che lui non si era staccato per nulla da me, anzi, aveva continuato a succhiarmi dolcemente e a leccarmi poi..
Non sapevo se sentirmi in imbarazzo o eccitato e rimossi il pensiero uscendo a fare un giro in centro.
Ci eravamo dati appuntamento in un bar, lui era già lì e stava bevendo insieme a una ragazza bionda vestita come una vera troia: la sua ragazza. Passammo un paio di ore a parlare del niente e facendo finta di essere vecchi amici ritrovati per caso, nessuno mi fece tante domande, anzi, e poi ci dividemmo. Le ragazze dissero che andavano in un altro locale prima della discoteca, i maschi decisero che si sarebbero fermati ancora in quel bar. Appena la ragazza bionda di Luca ebbe girato l’ angolo lui mi prese per un braccio e mi trascinò fuori senza nemmeno darmi il tempo di rimettermi il giubbotto. _’svelto che abbiamo poco tempo’ mi disse, e quasi di corsa facemmo un centinaio di metri per raggiungere la sua auto.
Andava di corsa, Luca. Infatti mi parve di arrivare in un attimo sotto al palazzo in cui eravamo diretti. Sarà stata l’ emozione che mi stringeva lo stomaco ma quasi non mi resi conto dell’ attesa sul marciapiede prima che lei aprisse, del salire le scale, delle presentazioni e della birra gelata che avevo mandato giù troppo di corsa.
Lei si chiamava Laura, era carina ma non proprio bella, indossava una canotta nera, un paio di pantaloncini e delle infradito. Guardai il solco tra i seni in bella evidenza, le gambe lunghe e i suoi piedi quasi nello stesso istante. Volevo quella ragazza. Volevo leccarla e baciarla ovunque. E glielo dissi. Mi sorrise, nemmeno tanto turbata da quella frase pronunciata da un perfetto sconosciuto e dopo essersi semidistesa sul divano e tolta i sandali disse:-‘ sei qui per questo, no?’
Luca era al mio fianco e aveva già iniziato a spogliarsi, io feci altrettanto e ci trovammo uno a fianco all’ altro ai piedi di Laura.
Era evidentemente abituata a certi trattamenti. Io e Luca ci occupavamo di un piede a testa, leccandolo dal tallone alla piante, annusando l’ odore dolce di quel piede che sudava dall’ eccitazione; succhiavamo quelle lunghe dita come se stessimo succhiando i nostri rispettivi cazzi, con passione e voglia, mentre noi giocavamo con le dita dei nostri piedi sul corpo di quella donna, passando sotto la stoffa della canottiera e titillandone i capezzoli, scostando il tessuto dei pantaloncini e massaggiandole l’ esterno della figa sempre più lucida di umori finchè finimmo ad alternare i nostri alluci nel penetrarla fin dove potevamo. Ebbe davvero un orgasmo così, con il mio dito del piede infilato nella figa mentre Luca le leccava il clitoride. Io mi arresi a quella scena, e messomi in ginocchio mi masturbai coprendole i seni e la pancia di sperma. Luca invece era abituato o più resistente di me. Si sedette di fronte a lei, le prese i piedi, li portò ai lati del suo pene sempre duro ormai da mezz’ ora e si lasciò masturbare invitandomi ad avvicinarmi con il viso. Quello era il mio momento, tutto era stato organizzato per questo istante e io non persi l’ occasione, passai la lingua sopra le dita della ragazza e sopra la cappella di Luca, succhiai l’ alluce di Laura e poi il cazzo di Luca, gli carezzai le palle e poi feci scendere la mano sul suo culo, sul suo buco del culo. Infilai un dito dentro e nemmeno tanto dolcemente, gli presi la mano e aspettai qualche secondo prima di sentire lo sperma che mi scendeva in gola. Ero troppo eccitato dal fatto che avevo fatto godere Luca nella mia bocca per pensare lucidamente al fatto che il suo sperma non mi piaceva neanche un po’. Laura si mise in ginocchio e venne a darmi un bacio sulla bocca per sentire il sapore che mi era rimasto. Mi disse che ero stato bravo, anche.
Luca si stava rivestendo, e provai a rimettermi in piedi anche io ma lui mi blocco subito: ‘tu resti qui, ti riaccompagna lei, dopo.’ Evidentemente lui tornava dalla sua ragazza, dai suoi amici.
Uscì con un ciao nemmeno tanto interessato e non lo vidi o sentii mai più.
Restammo io e Laura, soli e nudi e leggermente imbarazzati.
‘Bevi qualcosa?’ mi chiese. ‘Qualcosa di forte’ fu la mia risposta.
Si alzò senza badare al fatto che era nuda, andò verso la cucina e sentii il rumore di bicchieri che venivano riempiti e del ghiaccio che sbatteva contro il vetro mentre lei preparava da bere.
‘Sei davvero bella’ le dissi mentre tornava verso di me. E lo pensavo davvero, adesso che la guardavo bene trovavo in lei qualcosa che non avevo notato prima.

Continua…

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