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Trio

mammella e il massaggio 2

By 11 Marzo 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Tutto la sconvolgeva, ma Roberto che aveva ben capito passò al collo e poi al viso. Lei aveva sognato e sperato di sentire scivolare le mani sul pube, ma lui non lo aveva fatto; era delusa e contenta, il viso paonazzo. Ad un tratto lui prese una coperta e la coprì, le disse di rimanere così per qualche minuto e poi di alzarsi e cambiarsi. Lei si alzò e senza coprirsi il seno ballonzolante raggiunse il separ&egrave, osservata attentamente da lui. Mentre si cambiava non riusciva a pensare ad altro che a quelle mani, quel corpo e quello sguardo.
Tornata in camera venne accolta dalle domande di Sara che le chiedeva come fosse stato il massaggio fatto da un figo del genere, ‘bellissimo e molto professionale’ disse lui.
Claudia si vestì per la cena, longuette nera con un leggero spacco e maglia un po’ scollata, non troppo, una collanina il cui pendente raggiungeva l’inizio della lunga riga del seno.
Giunte nella hall molti uomini le guardarono, ma loro si diressero in fretta nella sala ristorante. Al termine della cena andarono nella sala dove vi era il piano e si sedettero al bancone a bere un coca bacardi. Sentirono un saluto e videro Gloria, Roberto e altri due ragazzi, tali Mauro e Joy, anche loro massaggiatori. Claudia sentì il cuore in gola, arrossì in volto, ma vide che lui si comportava con molta naturalezza e lei pensò a quanto fosse stupida. Si sciolse e chiacchierarono tutti insieme per una decina di minuti, poi Gloria disse che dovevano andare in quanto non era consentito rimanere al personale dell’albergo.
‘perch&egrave non vi unite a noi?’ Claudia esitò, ma Sara stava già salendo in stanza a prendere i cappotti. Raggiunsero un locale e parlarono e scherzarono tutta la sera. Claudia era rapita da Roberto, ogni tanto Joy cercava di allungare una mano, ma lei lo freddava subito, era però così eccitata e brilla dalle consumazioni che quando il ragazzo si fece più ardito stringendola, lei lo lasciò fare, ridendo con Roberto dell’accaduto.
Ad un tratto Joy propose di uscire a farsi una canna e tutti accettarono, anche Claudia che si sentiva impazzita e libera.
Rientrati ballò con Roberto, ma lui si dimostrava abbastanza freddo e lei impazziva. Arrivò anche Mauro che la afferrò per i fianchi e spinse il bacino contro quello di lei, si sentiva troppo eccitata e stordita per maltrattarlo, e lo spinse via con gentilezza.
Chiese a Roberto dove fosse Sara e lui le disse che era rientrata in albergo accompagnata da Joy; quindi lui si offrì di raggiungerla e lei accettò volentieri.
Claudia aveva perso il controllo, si sentiva stordita, era pronta a fare di tutto, ma Roberto la fece salire sul sedile passeggero e per i dieci minuti in auto non la sfiorò.
Giunti in albergo Claudia salutò e ringraziò i due ragazzi e salì in camera. Aperta la porta vide Sara a quattro zampe e Joy dietro, illuminati dalla luce fioca di una lampada da comodino. Sara si staccò e la pregò di tornare dopo almeno un’ora.
Cosa fare? Torno nella hall e appena si aprì la porta vide Roberto e Mauro, a cui raccontò l’accaduto. ‘Perch&egrave non sali in camera con noi? Facciamo quattro chiacchiere’ dissero. Lei accettò volentieri. Una volta nella loro stanza si accomodò sul divano, Roberto prese da bere, havana e coca. Era il quinto e dopo la canna era quasi distrutta. Mauro disse che scendeva a prendere qualcosa. Roberto si avvicinò e si sedette al suo fianco, lei sentì il corpo caldo vicino al suo e si sentì avvampare,non voleva pensarci, ma era chiaro che desiderava essere scopata più di qualsiasi altra cosa. Non aveva pìù provato emozioni simili da anni. Lui ad un tratto si avvicinò e le lingue cominciarono a toccarsi fuori dalla bocca, lei si protese verso di lui, era un lago. Lui la baciò e cominciò a far scivolare le mani sul corpo, stringeva i seni, accarezzava le cosce, poi le prese la mano e lei sentì il suo membro sotto i pantaloni, era consistente, lo voleva. Non smetteva più di bagnarsi. Lui infilò una mano nella maglia e strizzò forte una tettona. L’altra mano aveva tirato su la longuette e aveva raggiunto il sedere. Lei piano piano aveva aperto i pantaloni e stava accarezzando il cazzo da sopra i boxer. Rientrò Mauro e loro si staccarono, Lei era un po’ sconvolta, Mauro osservò le cosce e si sedette di fianco a lei. Fecero un altro giro di coca havana, erano ormai le 2 e 30. I ragazzi si sedettero ai lati e lei in mezzo. Mauro mise il film ‘Fallo’ di Tinto Brass, ma lei non vedeva le immagini, era troppo concentrata su Roberto, che desiderava da morire. Era così bagnata che non riusciva a stare seduta e sentirlo vicino non faceva che peggiorare la situazione. Ad un tratto lui ricominciò a baciarla, lei era felice, pomiciavano e lei non faceva caso a Mauro alla sua destra. Roberto scese e cominciò a baciarle il seno, tirò fuori con difficoltà una tetta e cominciò a leccare e succhiare il capezzolo. Lei lo prese in mano e ricominciò a fargli una sega. Improvvisamente sentì la mano di Mauro sulla coscia destra, lei aveva una mano sul cazzo di Roberto e l’altra sul petto, sentiva quelle di lui sulle tette e in mezzo alle gambe, non si sbagliava. Gliela tolse, ma poco dopo la mano ricominciò. Fece così per due volte, poi mentre la spingeva via toccò il cazzo duro e nudo di Mauro, il contatto la eccitò. Quando lui toccò nuovamente la coscia lei lo lasciò fare’ lo faccio fermare lì pensò’ ma nel frattempo la mano di Roberto aveva spostato il perizoma e si era infilata, lei sentiva la lingua di lui come un mulinello. Ora l’aveva tirato fuori dai pantaloni e le sembra di toccare il cazzo più bello del mondo, era bello pieno, abbastanza lungo e dritto. La mano di Roberto ora le toccava e strizzava le tette sotto la maglia e si accorse che quella di Mauro era passata ad accarezzare l’interno coscia.’Lo faccio fermare lì’ penso. Roberto prese la maglia di lei per i bordi inferiori e la tirò su, lei non oppose resistenza, avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui. Il seno era maestoso, trattenuto a stento in un reggiseno di pizzo nero, si muoveva sotto i tocchi dell’uomo. Mauro non si fermò alla coscia e lei sentì che afferrava la tetta destra. Non riusciva a fermarlo, aveva troppa voglia…..
continua…..

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