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Trio

Quel pomeriggio a casa di Teresa

By 2 Gennaio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

I genitori di Grazia, vent’anni prima, non avrebbero potuto sceglierle un nome più appropriato!
I suoi capelli neri, lunghi, fluenti, accompagnavano un viso dolce condito da un paio di splendidi occhi azzurri, che a volte sormontava con un paio di occhiali da vista a lente di piccole dimensioni rettangolari. Un corpo atletico e slanciato dalla forme aggraziate ma sode, e una notevole delicatezza nelle proprie movenze.
Quando giocava a tennis e a pallavolo, aveva la grazia di una farfalla… inoltre era bravissima in entrambi gli sport, soprattutto nella pallavolo, dove era a dir poco una campionessa. La squadra locale confidava in lei per molte partite, specie quelle più difficili, brava come alzatrice, brava nelle battute, nel muro, nelle schiacciate…

Sua cugina di secondo grado, Teresa, di due anni più giovane, non aveva avuto la stessa fortuna.
Più bassa di dieci centimetri e più larga di venti. Come la cugina portava gli occhiali, ma più larghi e spessi, inoltre gli occhi guardavano i due diverse direzioni. I suoi seni erano forse più grossi di quelli perfetti di Grazia, ma molto più flaccidi e cadenti. Passabili le gambe e il sedere, anche se imparagonabili alle perfette forme della cugina. In quanto a simpatia poteva provare a competere, ma il livore e l’invidia che provava Teresa per Grazia, faceva apparire Teresa come una capricciosa immatura. Se Grazia suonava la chitarra e cantava divinamente, sua cugina aveva provato a picchiettare un po’ i tasti del pianoforte senza alcun successo, quando cantava ricordava un gatto intrigato in una siepe zeppa di rovi. Negli sport inoltre, non c’era proprio paragone, se Teresa se la cavava egregiamente con i giochi da tavolo (a bridge era imbattibile, a differenza di Grazia che nemmeno riusciva a capire come si giocava), o nel tiro a segno, dove era piuttosto bravina (anche se Grazia tirava di scherma con discreta abilità) nel tennis e nella pallavolo era una frana. La differenza risaltava soprattutto nella pallavolo, dato che giocavano nella stessa squadra, ma se Grazia, aveva un posto fisso da titolare per merito, Teresa lo aveva per raccomandazioni dei suoi genitori.

Quel pomeriggio di tanti anni fa, quando vissi l’eccitante avventura che vado a narrarvi, ero un 22enne a casa temporaneamente dall’Università per il periodo natalizio.
Ero andato a vedere la partita di pallavolo organizzata per beneficenza nella palestra della parrocchia, non tanto per la beneficenza o per la pallavolo, ma perché avevo voglia di vedere un po’ di amici e amiche.

La partita, che altro non era che un’amichevole, cominciò nel peggiore dei modi… in una piccola realtà locale, anche un’amichevole per beneficenza assumeva connotati agonistici, così tutto il pubblico cercò di dare il meglio nel campo del tifo… dicevo che la partita cominciò male a causa di un’infelice scelta dell’allenatore, che, forse perché a Natale son tutti più buoni, o forse per la pressione che i genitori di Teresa gli avevano fatto, ma mise Teresa in squadra, e le diede pure la fascia di capitano. Fu proprio Teresa la prima ad andare in battuta… e qui, ci fu quel pessimo inizio di cui ho già accennato. Il pubblico non fu affatto entusiasta di vedere una diciottenne, che dopo dieci anni di lezioni di pallavolo, usava la battuta di sicurezza… addirittura sbagliò e colpì la rete.
Ai tempi, i set duravano ancora 15 punti e non 25 come ora, inoltre, esisteva ancora la regola del cambio-palla.
Teresa arrivò alla fine del suo primo giro e pronta a ritornare in battuta, dopo che aveva regalato 14 punti alle avversarie, mentre la sua squadra era a soli 4 punti.
Quando sbagliò di nuovo la battuta, il mister della squadra, chiamò il ‘time’, l’arbitro lo concesse e dopo aver riunito le ragazze della squadra, sostituì Teresa con Grazia.
Teresa, sdegnata per l’accaduto, andò subito alle docce tra i fischi del pubblico, mentre Grazia, entrata finalmente in campo, guadagnava da parte del pubblico una standing ovation.
Il set andò comunque alle avversarie, ma Grazia, con l’ineffabile classe che la contraddistingueva, fece vincere 3 set consecutivi alla sua squadra, davanti agli occhi di un eccitato pubblico.
Vinsero la partita proprio su una battuta in salto di Grazia che fece il punto in maniera diretta tra gli applausi scroscianti del pubblico.

Tra amici si era tutti d’accordo che dopo la partita saremmo andati tutti quanti all’appartamento di Teresa, abbastanza grande per tenerci tutti, sebbene io non ne avessi alcuna voglia, acconsentii, più che altro per la voglia di stare con gli altri dopo un paio di mesi di lezioni ed esami. Trovavo che Teresa non fosse affatto un’amica, sebbene facesse di tutto per dimostrarsi tale nei miei confronti, ma lo faceva perché aveva una cotta per me. Dovetti pure salire sulla sua auto, quando lei fresca di patente, aveva una guida che lasciava un po’ a desiderare, nell’auto, stavamo in tre, io Teresa e Grazia, più le borse con i loro indumenti di cambio. Teresa, sdegnata per la partita aveva voluto andarsene in fretta senza nemmeno permettere a su cugina di fare una doccia, con la scusa che le avrebbe messo a disposizione la sua, una volta arrivati a casa.
Prima di salire in auto, vidi Grazia correre verso alcuni dei nostri amici e parlargli in fretta, poi allontanarsi di corsa per salire in auto.
-Passate la voce, mi raccomando!- gridò agli altri.
Cosa si erano detti? Non ci pensai poi molto, tanto non mi interessava.

L’appartamento di Teresa, pagato e mantenuto dai genitori, era vicinissimo al centro storico, al secondo piano di un condominio a ferro di cavallo, isolato dalle altre case, e di sei soli appartamenti.
-Siamo i primi- dissi entrando
-Io mi faccio una doccia… senti?- mi disse Grazia guardandomi con quei suoi occhioni -avresti voglia di farmi un tè?-
-Volentieri-

Mentre preparavo il tè, e mentre Grazia faceva la doccia, suonarono alla porta.
-Vado io- disse Teresa scendendo le scale.
Probabilmente era arrivato qualcuno degli altri, tolsi il bollitore dal fuoco e lo posai su un fornello spento, buttai nell’acqua la bustina di tè, e mentre mi guardavo in giro in cerca dello zucchero, ebbi l’idea di entrare nel bagno per vedere Grazia sotto la doccia. Mi guardai in giro, nessuno ancora era salito per le scale… una toccata e fuga non avrebbe fatto alcun male, girai la maniglia… era aperto, entrai, da dietro la tenda della doccia non riuscivo a scorgere nulla, così mi avvicinai di più, in punta di piedi.
Di colpo Grazia tirò la tenda e chiuse l’acqua, mi sorrise e mi disse:
-Speravo proprio che venissi… per questo ho lasciato la porta aperta.
Prima che potessi riprendermi dalla sorpresa o cercare una scusa sul motivo per cui mi trovavo lì, Grazia si asciugò e mi venne incontro lasciando cadere il bianco asciugamano che la la copriva e restò nuda, davanti a me. Alla vista di quel suo splendido corpo avvertii una leggera erezione, che si fece più pronunciata quando il suo corpo nudo toccò il mio, e mi baciò e sentii i suoi grossi seni premere sul mio petto… non riuscii a resistere, abbassai le mani e le toccai il sedere con vigore, poi la presi con una mano dalla nuca e le spostati la bocca dalla mia, la guardai, sorrisi e la baciai.
La porta del bagno era aperta, così mi voltai per vedere se qualcuno degli altri era salito o prossimo a farlo.
-Non verrà nessuno!- mi disse Grazia -prima quando fuori dalla palestra sono corsa dagli altri e poi ho detto di passare la voce… gli ho etto che c’era stato un cambio di programma e che ci saremmo trovati tutti al solito bar… l’ho fatto perché sapevo che questa occasione non mi sarebbe capitata di nuovo…
Avevo sempre desiderato Grazia, da quando la conoscevo per lo meno, ma non avrei mai immaginato che anche lei potesse starci! è vero che la sua reputazione non era quella di un santa, pare che si facesse parecchi dei nostri amici, ma non avrei mai pensato di essere anch’io tra i suoi desideri.
-Ma… – balbettai temendo fosse uno scherzo -allora chi ha suonato alla porta
-Sicuramente Laura, ho messo nella sua auto l borsa da allenamento di Teresa che non s’è accorta di niente, Laura invece se ne sarà accorta ed è venuta a restituirla- disse, poi si inginocchiò, mi aprì i pantaloni, me lo tirò fuori e iniziò a succhiarlo. Lo fece in maniera egregia, con dolcezza e disinvoltura, il mio corpo era scosso da piacevoli vibrazioni, mi venne caldo e mi tolsi il maglione e la canottiera, Grazia mi fece adagiare su di uno sgabello, da dove mi fu più facile togliermi pantaloni, scarpe e calze, lo feci in fretta, come se ogni istante fosse rubato alla piacevole compagnia di Grazia, e mentre quest’ultima si apprestava a ricominciare il suo servizio, Teresa rientrò. Dalla porta del bagno ci vide benissimo e ci squadrò con un’espressione mista tra stupore e disappunto. Grazia, tolse la sua bocca dal mio membro e sorridendo agitò la mano destra in segno di saluto, mentre con l’altra mano impugnava delicatamente il mio uccello.
-Fate proprio schifo!- sentenziò a voce alta e se ne andò.
Grazia rise, poi mi guardò negli occhi e mi disse:
-Andiamo di là, nella stanza degli ospiti… staremo più comodi!-
Non me o feci ripetere, mi alzai e presi in braccio Grazia per portarla dolcemente sul letto nell’altra stanza.
La appoggiai sul letto e senza nemmeno darci la pena di alzare le coperte e le lenzuola, cominciammo a baciarci appassionatamente inginocchiati sul letto, poi abbassai la bocca sui suoi seni e ingoiai il capezzolo sinistro, lo mordicchiai e la sentii gemere di piacere, strizzai un poco entrambi i seni, poi mi riavvicinai alla sua bocca e la baciai nuovamente. Sentii la sua mano scendere e impugnare il mio coso, agitarlo un po’ e poi si chinò per riprendere per la terza volta il suo servizio. Credo ancora adesso, di aver subito in quel momento, il più bel pompino di sempre… a distanza di anni non ne ricordo altri fatti con quella maestria. La lingua di Grazia sapeva muoversi perfettamente su tutta l’asta, dalla punta fino ai testicoli, la punta della sua lingua mi titillava la cappella e a tratti ingoiava l’intero biscotto stantuffando la sua bocca sul membro. E proprio mentre eravamo in questa fase, percepii un’altra presenza nella stanza… Teresa, completamente denudata, e che aveva capito la macchinazione di Grazia a proposito del fatto che nessun altro ci aveva raggiunto, aveva deciso di non essere da meno della cugina, e cercava di unirsi ai nostri giochetti. Grazia, nella sua generosità, le fece cenno di entrare (dopo tutto eravamo ospiti), e si preparò a condividere con la cugina il membro del sottoscritto. Sebbene non ne fossi entusiasta, non potevo tirarmi indietro, inoltre, quando avrebbe potuto ricapitarmi di farlo contemporaneamente con due donne?!
Grazia e Teresa si contendevano l’oggetto del loro desiderio a colpi di lingua. Il loro modo di lavorarselo era diverso, Grazia, fedele al suo nome, era più delicata, Teresa era più decisa, sia con la lingua che con le mani, tanto che a un certo punto, lo impugnò e cercò di appropriarsi dell’uso, Grazia si rifaceva sui testicoli, di tanto in tanto, con delicatezza ne ingoiava uno per succhiarlo e poi rispedirlo fuori dalla bocca con un colpo di lingua, più volte cercai di dirottare il membro verso la sua bocca, ma Teresa non mollava la presa… mi stupivo un po’ che un cesso come Teresa sapesse fare pompini così bene.
Un po’ per quieto vivere, un po’ per consapevolezza delle sue qualità amatorie, Grazia si staccò dal basso ventre e si strusciò fino alla mia bocca, prima mi baciò, poi mi piazzò in faccia i suoi seni, e infine si mise in piedi sul letto piazzandomi in faccia il più sacro dei suoi buchi. Senza esitare iniziare a leccare, sia sul pelo che sulle grandi labbra, poi sulle piccole, poi feci entrare la lingua, Grazia si lasciò andare ad alcuni gridolini di piacere, Teresa se ne accorse, e per un po’ lasciò a sua cugina l’esclusiva sulla mia lingua, ma poi, vedendo che i miei colpi di lingua sul pube della cugina, distraevano la mia attenzione dal suo pompino, mollò il mio uccello e si inarcò sul letto affiancando Grazia. Provò a spostarla, ma non vi riuscì, perché le mie mani, sulle natiche di Grazia, la facevano restare ferma sul posto, così Teresa, sempre più desiderosa di partecipare ai giochetti miei e di Grazia, cercò di spostare la mia testa tirandomi per i capelli. Naturalmente riuscì nel suo intento, dato che prendere per i capelli è una mossa sempre vincente, solo che quando mi trovai di fronte alla sua vagina, ebbi un moto di repulsione! Mi allontanai subito… aveva un odore sgradevole… insomma, le puzzava terribilmente. Sia chiaro, non è che voglio venire a dire che Grazia aveva una passera profumata e Teresa l’aveva puzzolente, solo che Grazia, sotto la doccia di poco prima se l’era lavata seriamente, mentre Teresa mi dava l’idea di una che non se la lavava da almeno tre giorni! Mi precipitai di nuovo con il viso sul pube di Grazia, diedi un paio di colpi con la lingua e mi staccai. Poi presi Grazia per mano e cercai di condurla a una posizione sdraiata, Grazia capì, e si distese supina sul letto, Teresa, che aveva capito le nostre intenzione le andò sopra a carponi, bloccando il corpo della cugina, e porgendomi le chiappe. Si voltò verso di me sorridendo e passandosi la lingua sulle labbra.
In quanto a culo, Teresa era fornita abbastanza bene, il suo fondoschiena non raggiungeva la perfezione di quello di Grazia, ma si difendeva… feci cenno di aspettare alle due ragazze e con passo affrettato tornai al bagno, rovistai tra i taschini interni della giacca e trovai un preservativo, lo infilai e ripartii alla volta della camera degli ospiti.
A bruciapelo lo infilai nell’ano di una scalpitante Teresa, la quale però, non si aspettava che deviassi il percorso!
Cacciò un urlo di dolore:
-Ahiio! Ma sei scemo? Me lo hai messo in culo!-
-Era quello che volevo!- risposi sorridendo e continuando a stantuffare sulle sue chiappone.
-Nooo! Bastaaa! Mi fai male!!!
Mi staccai.
-Come vuoi!
-Testa di cazzo! Credi di essere simpatico?!- mi disse asciugandosi le lacrime mentre si rialzava in piedi -sto sanguinando! Pezzo di merda! Figlio di puttana!- sentenziò prima di avviarsi con l’andatura di chi lo ha appena preso in culo, verso il bagno.
Mi tolsi il profilattico e guardai verso Grazia, che aveva un espressione di sollievo.
-Finalmente soli- le dissi- senza quella cicciona rompipalle di tua cugina- continuai baciandola. Le toccai i suoi seni perfetti, e infilai il mio uccello in mezzo ad essi, Grazia capì al volo le mie intenzioni e iniziò a masturbarmi con le sue splendide protuberanze in una spagnola.
-Che tette favolose! Che meraviglia!- esclamai mentre muovevo il mio coso in avanti e indietro e mentre Grazia con una sincronia perfetta faceva il mio movimento all’opposto.
La guardai negli occhi, e il solo guardarla mi fece esplodere in un getto di sperma che le volò caldo sul viso.
-Scusa!- le dissi
-Non ti preoccupare- mi disse cercando qualcosa per pulirsi e trovandolo in un cleenex sotto il cuscino -mia cugina tiene di tutto sotto i cuscini.
Poi me lo riprese in mano e lo ingoiò di nuovo, ci passò la lingua in più punti e mi accarezzò su tutto il bastone e sui testicoli, in modo delicato, come non avevo mai sentito nemmeno dal sottoscritto.
-Vedrai come ritorna in forma!- mi disse trionfante, e le sue parole furono profetiche come non mai.
La mia erezione era ancora più pronunciata di prima, così Grazia ne approfittò per inarcarsi su di me e creare l’incastro giusto per la penetrazione.
Finalmente ero dentro di lei! Ci lasciammo poi andare sul letto, rotolandoci, ribaltandoci, ecc… fu un momento meraviglioso, ero nel letto con un una donna dalle forme perfette nonché ottima amante… ma il momento era destinato a durare meno del previsto…
Un grido dietro ne nostre spalle richiamò la nostra attenzione, e quando vedemmo ciò che ci si presentava davanti agli occhi, non fummo capaci di trattenere il riso: Teresa, si era presentata sulla porta, vestita solo di lunghi stivali militari, una cuffia Peltor che usava al tiro a segnosulle orecchie, un berretto da ufficiale delle SS Italiane, una cintura legata attorno alla pancia (o meglio al grasso!) e una fascia con svastica sul braccio destro.
Ridendo mi chiesi dove avesse trovato tutta quella roba, ma poi mi ricordai che spesso si era vantata di aver avuto un nonno, combattente delle RSI, quasi sicuramente, tutto quel materiale era un’eredità.
-Sieg Heil!!- le gridai tendendo il braccio e ridacchiando a mo’ di scherno… come ‘nazi-mistress’, Teresa, faceva proprio ridere, se non avesse avuto quell’aspetto ridicolo, probabilmente l’avrei insultata e avrei telefonato al tribunale dei crimini di guerra di Israele!
Grazia rideva divertita… ma il nostro riso sarebbe durato poco. Da dietro la schiena, Teresa tolse dalla cintura, una Beretta M34 e la puntò verso di noi.
-Non vorrai farci credere che quel ferro vecchio spara ancora!- disse ridendo Grazia.
Per tutta risposta, Teresa sparò un colpo poco distante da noi che andò a forare il muro!
Il rumore fu assordante! Per qualche istante, Grazia ed io non fummo in grado di sentire altri rumori, poi, alla sorpresa sopraggiunse la paura! Ci avrebbe sparato? Nel tiro a segno era brava, se avesse voluto mirare a noi, ci sarebbe senz’altro riuscita, ma ciò che più mi spaventava, era quel suo sguardo… non era particolarmente espressivo, tanto che non capivo se faceva sul serio o se ci prendesse in giro, i suoi occhi che non guardavano nella stessa direzione, quei suoi spessi occhiali… tutto ciò era grottesco, ma al tempo stesso, non potevo controllarlo… e come di ogni cosa che non si riesce a controllare, avevo paura. Possibile che Teresa potesse sparare a sua cugina? Che preferisse finire in galera per duplice omicidio piuttosto che ragionare e lasciare che fosse ancora una volta Grazia, tra loro due, quella che aveva successo? O forse era proprio la sua sopportazione per anni e anni di umiliazioni e di sconfitte che la facevano sragionare, e cercare la vendetta! Non eravamo certo nella posizione di vantaggio, così cercai di assecondare Teresa in ogni cosa.
Grazia, spaventata, mi si stringeva addosso, di continuo.
-Cosa vuoi farci? Cosa vuoi farci?!- continuava a chiedere.
-Ora lo vedrai, cuginetta adorata!- rispose beffarda Teresa -Per prima cosa stacca le tue braccia del cazzo dal collo del tuo nuovo uomo!
Grazia eseguì. Improvvisamente sentii freddo.
-Alzati da quel letto e mettiti in piedi!-
Grazia nell’alzarsi in piedi incrociò il suo sguardo spaventato con il mio, e andò a posizionarsi dove la cugina le indicava agitando l’arma.
-Lì, contro il muro, allarga le gambe e voltati di spalle!
Grazia voltò il viso verso il muro, allargò le gambe e appoggiò le braccia sul muro. Teresa volse il suo sguardo verso di me e sorrise malignamente:
–Vi comunico che ho buttato i vostri vestiti fuori per la finestra, e quindi siete nudi fino a che non li vado a recuperare… scappare nudi fa un po’ freddino in dicembre, no? Ora… se sarete bravi e farete quello che vi dico, ve ne andrete da qui sani e salvi… altrimenti vi farò saltare le cervella! Tu!- mi disse- alzati in piedi e vai verso quel mobile!
Eseguii l’ordine, avanzando verso un mobile posizionato davanti alla finestra. Guardando la finestra, che dava sul cortile interno, mi chiesi per quale motivo non arrivasse nessuno, sicuramente avevano sentito il colpo d’arma da fuoco, o per lo meno visto i vestiti sparsi nel cortile… e allora? Che facevano?
-Apri il primo cassetto… cosa vedi?- mi disse
Aprii e vidi un battipanni, capii in fretta a cosa mirava Teresa.
-C’è… c’è…- balbettai non riuscendo a formulare una frase
-Sì, c’è un battipanni bello mio… lo sai a cosa serve, vero? Serve a battere il culetto della mia cara cuginetta! Forza, datti da fare!-
-Te lo devo portare lì?- chiesi
-No, cucciolo, non hai capito! Non sarò io a colpire quel bel culetto che ho di fronte, ma tu!
-Io!?
-Hai capito benissimo, forza datti da fare… dalle… un bel numero di colpi… i miei anni, più i suoi più i tuoi… fanno 60! Sessanta colpetti sul culetto della cuginetta!
-No! Ti prego, non lo fare!!- gridò Grazia -quando ero piccola mio padre lo ha fatto tante volte… non voglio!!-
-Lo so che il tuo caro papino ti picchiava con il battipanni! Adesso facciamo un revival! Forza tu!- disse guardandomi- muoviti con quell’oggetto!
Mi avvicinai a Grazia e prima di darle il primo colpo le dissi:
-Perdonami!
Il colpo che le diedi fu leggero, tanto che Grazia quasi non si mosse. Lasciai andare anche il secondo e il terzo, Teresa contava e scandiva i colpi:
-Stop! Così non ci siamo! La stai accarezzando, picchiala sul serio! Voglio vedere quel culo diventare rosso e sanguinante!
-Non posso farlo!- gridai
-Preferisci che faccia saltare via la testa alla tua bella?
Grazia, spaventata mi guardò in viso:
-Fai come dice!- mi disse ‘ o quella ci ammazza!
Respirai profondamente e assestai il primo colpo forte sulle natiche di Grazia che gemette.
-Uno!- gridò Teresa
-Ma quello era il quarto!- protestai
-No, bello mio… quei tre di prima non fanno testo, ora si comincia sul serio!
Il suono del campanello per un attimo mi portò una lieve speranza. Teresa ci guardò.
-Non tentate di scappare… oltre ad essere nudi al freddo che fa fuori, posso spararvi e colpirvi a distanza! Vado a vedere chi rompe, comportatevi bene, piccioncini!
Teresa uscì dalla stanza e chiuse a chiave la porta dietro di sé. La sentii parlare con una vicina, dai loro discorsi capii che era l’unica rimasta nel periodo natalizio, e che aveva sentito un botto poco prima, ma siccome stava al bagno non era arrivata subito. Teresa aveva inventato la classica scusa della teiera scoppiata, ma che aveva già rimesso in ordine. La vicina non doveva essere un modello di furbizia, perché si bevve tutto quanto Teresa le spiattellò. Possibile non avesse notato che era praticamente nuda? Però forse si era coperta… e la cuffia? Il berretto da SS? La pistola?
Mi inginocchiai e misi il viso sulle natiche per nulla arrossate dai miei colpi, di Grazia e le baciai.
-Perdonami piccola, perdonami…
-Sì tesoro, sì… lo so che non è colpa tua…- mi disse carezzandomi la testa.
Teresa entrò e ci vide in quella posizione.
-A-aah! Colti in flagrante! Forza, muoversi con quel cazzo di battipanni, ricominciare!
Mi rialzai, caricai il battipanni e appioppai un colpo sulle natiche di Grazia che la fecero sussultare.
Teresa rise. Tremante, caricai un altro colpo, ma lo attutii quando il battipanni arrivò all’altezza del sedere di Grazia. Teresa non si accorse di nulla, così feci lo stesso colpo altre due volte, indietreggiando in rincorsa, tanto per enfatizzare la scena, e quando fui all’altezza di Teresa, approfittai del fatto che il suo sguardo era fisso sul culo della cugina e non mi guardava, per colpirla in pieno viso con foga… era l’unica chance, dovevo farlo!
Il colpo fu forte, le caddero il berretto e gli occhiali, allentò la presa sulla pistola e così le assestai un secondo colpo per fargliela cadere, questa cadde all’altezza dei piedi di Grazia che la raccolse e la gettò fuori dalla finestra, poi si buttò addosso alla cugina mendando colpi a destra e manca… le due cugine si stavano menando davanti ai miei occhi, Teresa, più grossa cercava di affidarsi alla sua mole, mentre Grazia, alle sue capacità atletiche, in poco tempo ebbe la meglio Grazia, dopo aver preso la cugina per i capelli e dato dato che Teresa aveva pure perduto gli occhiali, e senza quelli perdeva parecchie capacità visive.
-E se adesso frustassimo noi il tuo culo, eh?- gridò Grazia-e se buttassi fuori dalla finestra i tuoi vestiti? Eh? O se gli dessi fuoco!?- così dicendo le appioppò uno sberlone in viso che le arrossò la guancia destra, poi con un manrovescio le fece uscire il sangue dal naso. Tirandola per i capelli, Grazia portò sua cugina verso il ripostiglio e le fece prendere (senza mai mollare la presa), un rotolo di spago, che mi lanciò.
-Tieni… legala da qualche parte!
Le legai i polsi al letto, e da quella posizione mi fu facile toglierle la fascia che portava sul braccio e imbavagliarla. Poi Grazia, le rimise gli occhiali, si distese sul letto e mi invitò a fare altrettanto. Così feci, e Grazia per prima cosa me lo prese in bocca e voltandosi verso la cugina le disse:
-Guarda bene! Voglio che guardi!!
Teresa, con gli occhiali appannati dalle lacrime guardava impotente sua cugina che armeggiava con maestria e voluttuosità sul mio arnese.
-Meavigliosaaa!- esclamai per accentuare la situazione creatasi, e Grazia, come a capirmi al volo, sottolineò con un mugolio di piacere. Poi si inarcò su di me, e si fece penetrare, per un buon quarto d’ora, Teresa fu costretta a guardarsi i nostri giochetti, finché non venni! Poi avvicinai il mio coso ancora umido al viso di Teresa e lasciai partire una pisciata che le finì sugli occhiali e sui capelli. Da sotto il bavaglio emise gemiti soffocati, si poteva capire che provava schifo.
Grazia si alzò dal letto e cercò qualcosa per vestirsi. Trovò un lungo pastrano indossando il quale uscì in cortile. La guardai dalla finestra, mentre raccoglieva i nostri abiti, nel cortile, trovò anche la pistola che aveva gettato poco prima e la buttò in un tombino. Con quel pastrano e scalza, era più sexy che mai, tanto che quando risalì in casa, con i nostri abiti, le andai incontro, le tolsi il pastrano e la riportai a letto. Lo facemmo un’altra volta ancora, questa volta, dopo essere venuto, urinai sugli abiti di Teresa. Infine, dopo esserci rivestiti liberammo Teresa e ce ne andammo.

Da quel pomeriggio bestiale, Grazia l’ho rivista altre volte, alcune delle quali siamo finiti di nuovo a letto insieme. Teresa, naturalmente ci ha tolto il saluto… non so come quella storia degli abiti pisciati, del buco di proiettile nel muro e tutto quanto il resto. Ora, che vivo lontano, in un’altra città, ho decisamente dato un calcio al passato… Grazia l’ho vista un paio di volte alla TV, è diventata una professionista nella pallavolo… Teresa, a quanto mi hanno detto ha trovato un uomo e si è sposata… meglio per lei. Ripensando a quel pomeriggio, che ho rivissuto in tante altre fantasie erotiche, ho qualche complesso di colpa nei confronti di Teresa… ma credo che la nostra reazione, in quel momento fosse dettata dalla rabbia e dalla paura appena passato che da altro.

Statemi bene, ragazze… tutte e due.

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