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Trio

Racconto 4 – Gloria e Marco – La crociera

By 8 Gennaio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

RACCONTO 4 ‘ Gloria e Marco – La crociera

L’inverno &egrave ormai passato, le giornate sono tiepide, Gloria ha ripreso l’abitudine di trascorrere alcune ore del week end sulla loro terrazza, ad abbronzarsi. Marco &egrave con lei, ma non riesce a restare sdraiato a poltrire, legge sorseggiando una bibita.
Sono trascorsi molti mesi dalla loro ultima esperienza con un uomo, un estraneo che avevano incontrato solo due volte, durante le quali Gloria aveva sperimentato le carezze di qualcuno che non era suo marito, ma in sua presenza. Era stata nuda nelle sue mani, si era abbandonata a lui, ne aveva goduto. L’ultima volta aveva chiesto a Marco di possederla mentre lei accarezzava e faceva venire lo sconosciuto. Erano state esperienze molto intense, piacevoli ma faticose psicologicamente. Il loro rapporto non ne aveva sofferto, anzi, da un punto di vista sessuale ne era stato vivacizzato. Non che ne avessero veramente bisogno, ma ora quando facevano l’amore, il tornare con la mente a quei momenti era inevitabile ed il parlarne contribuiva ad eccitarli.
Erano ritornati sull’argomento saltuariamente, ma entrambi non sentivano uno stimolo immediato a riprendere l’iniziativa.
Tuttavia queste prime giornate di sole risvegliavano i sensi, la possibilità di restare all’aria aperta, scoperti, faceva tornare la voglia di scherzare e di corteggiarsi.

M- Quando rincominci a prendere il sole, ogni anno, mi fa sempre un certo effetto guardarti.
G- Ok, sarò anche un po’ bianchiccia, ma non mi pare di essere poi tanto male.
M- (ridendo) No , non volevo dire questo. Non sono abituato a vederti in costume all’aperto. So che &egrave stupido, ti vedo tutti i giorni nuda quando fai la doccia, ma non &egrave la stessa cosa. L’essere all’aperto (anche se sulla nostra terrazza), semispogliata””’
G- Guarda che ormai il seno scoperto lo hanno anche sulla spiaggia di Rimini.
M- Uffa, non mi vuoi capire
G- (ride a sua volta), No, capisco. Anche a me fa un certo effetto le prime volta, non sono abituata e mi pare di fare qualcosa di trasgressivo.
M- Esattamente. In qualche modo &egrave eccitante, non trovi?
G- Si, &egrave così”..vuoi dirmi qualcos’altro?
M- Come sarebbe?
G- Non so, ma ho la netta sensazione che tu voglia dirmi qualcosa.
M- Cosa te lo fa pensare?
G- Direi che ormai ti conosco bene. Scommetterei che vuoi tornare su un certo argomento.
M- Non mi sembra che la cosa ti colga impreparata.
G- No, non mi coglie impreparata. Ogni tanto ci penso anch’io.
M- Cosa pensi o meglio, come ne pensi?
G- Ricordo la confusione e l’incertezza delle altre volte, poi la decisione, la tensione, poi’..poi, quello che &egrave successo.
M- Rimpianti?
G- No, no. Lo rifarei.
M- Allora?
G- Allora, anche adesso non so. Sto bene. Stiamo bene insieme, non ci facciamo mancare nulla. E’ vero che quelle esperienze ci hanno dato delle emozioni, anche forti. Ma ci hanno sottoposto ad un forte stress. Mi chiedo se ne vale la pena.
M- Lo so, ma la tensione sopportata ci ha anche regalato dei momenti intensi e direi che la nostra vita intima ne &egrave stata arricchita in modo eccitante.
G- Si, non lo nego. Scusa, ma sai che io metto sempre le mani avanti. Tu continueresti?
M- Solo se siamo insieme a volerlo.
G- Ok, cominciamo a parlarne. Poi si vedrà, se la cosa prende una certa piega, lo sai che poi mi faccio coinvolgere.
Come vedresti la prossima esperienza?
M- Ci ho pensato, ma davvero non saprei. Tu come te la sei figurata?
G- Vorrei fare qualcosa di diverso, con un uomo diverso. Non vorrei comunque fare l’amore.
M- Per l’uomo diverso non c’&egrave problema. La limitazione ai giochi, senza penetrazione, sta bene. Qualcosa di diverso, Ok, ma cosa? Le possibilità sono molto ampie, ma bisognerebbe partire da qualche indizio. Quale situazione ti potrebbe coinvolgere ed eccitare più di altre?
G- Altre coppie?
M- Ti piacerebbe davvero?
G- No, lo dico solo per te.
M- Ok, allora non c’&egrave problema. A me non interessa. Voglio dire a me eccita da morire vederti con un altro uomo, la presenza di una donna cui dovrei dedicarmi, sarebbe da un lato piacevole (se ne vale la pena), ma mi distoglierebbe da te, da quello che stai facendo, per cui preferisco un singolo. Ma a te sta bene?
G- Si, mi piace che tu sia li con me, intendo che tu stia controllando la situazione, che mi guardi. Mi da sicurezza.
M- Ok allora. Un singolo. La situazione adesso. Il tranquillo salotto di casa o un’altra scena?
G- Non sarà rischioso?
M- Escludiamo case altrui, così come locali pubblici, auto e via dicendo. Ma potrebbe essere una camera d’albergo, magari in un bel posto, non la periferia di Milano. Magari un week end al mare od altro.
G- Si, potrebbe. Sarebbe una buona soluzione.
M- Mi piacerebbe qualcosa di non pianificato. Non so, partire con un piano, ma senza la sicurezza di fare qualcosa.
G- In che senso.
M- Non so bene. Potrebbe essere una situazione pianificata, ma senza cercare prima l’uomo, se lo troviamo la cosa succede, altrimenti sarà per la prossima volta.
G- Mmmh’..mi sembra un po’ troppo fantasioso. Come faresti a coinvolgere qualcuno, così, senza preavviso e per di più imponendogli dei limiti?
M- Hai ragione, sembra difficile. E se tu, questa volta, fossi’.assente?
G- Scusa?
M- No aspetta. Una situazione in cui tu sia li, ma apparentemente incosciente od addormentata. Una situazione in cui lui si senta libero di osare.
G- Ma come sarebbe possibile?
M- Aspetta, un po’ alla volta ci possiamo arrivare. Scegliamo un uomo, ovviamente dovrà avere delle caratteristiche consone.
G- Del tipo?
M- Be, dovrà andarti bene (nel senso che non dovrai fare degli sforzi in quel senso), ma non dovrà essere un genio, altrimenti potrebbe capire la situazione.
G- No grazie.
M- Ma scusa, con il precedente ci hai forse parlato? Vedi i vantaggi. L’essere addormentata, per esempio, ci darebbe la possibilità di imporre delle forti limitazioni, senza dover spiegare altro.
G- Vale a dire che io dormirei, questo mi tocca ed io continuerei a dormire? Ma dai’..
M- Ok, e se tu prendessi delle medicine? Per esempio dei sonniferi? La cosa diventerebbe plausibile.
G- Fino ad un certo punto. Non penso si possa dormire se qualcuno ti apre le gambe e comincia ad accarezzarti.
M- Ok, ma il come succederà lo penseremo prima, sarò poi io a condurre il gioco.
G- Va bene, sentiamo la tua storia.
M- Non la so ancora bene, pensiamoci su. I particolari verranno da soli.
”””””””””
Marco restò irrequieto per tutto il giorno, la cosa lo eccitava molto. Gloria si divertiva a vederlo così silenzioso, sapeva a cosa stava pensando e non mancava di stuzzicarlo. Anche lei ci stava pensando e cominciava a sentirne gli effetti.
La sera dopo aver fatto l’amore con una intensità diversa, Marco le disse:
M- Sai, comincio a vedere la trama della nuova avventura.
G- (ridendo) Si, l’ho capito da un po’ di cose. Comincia.
M- Ok, partiremo per una vacanza. Ma diversa dalle altre (loro erano soliti passare le vacanze viaggiando, da soli, senza gruppi o tour organizzati), ci concederemo una rilassante pausa stanziale: un villaggio od una crociera.
G- Che schifo.
M- Senti, un po’ di riposo ci farà bene. Relax totale per una settimana.
G- Meglio la crociera, almeno il panorama cambia ogni giorno. Ma perché la vacanza stanziale.
M- Perché dovremo trovare il personaggio, avvicinarlo, coinvolgerlo a poco a poco. Sarebbe impossibile (od almeno molto più difficile) farlo muovendosi in continuazione. Abbiamo bisogno di un ambiente costante.
G- Sei un diavolo.
M- Si, qualche volta ci penso anch’io.
G- Vai avanti.
M- Partiamo per questa crociera. Una coppia come tante. I primi giorni studieremo l’ambiente per identificare il soggetto. Come ti ho detto dovrà avere delle caratteristiche:
1) Innanzi tutto dovrà andare bene a te, intendo fisicamente e nell’insieme.
2) Sarebbe meglio fosse da solo (una compagna potrebbe creare dei problemi, ma forse non più di tanto)
3) Dovrà essere sensibile al tuo fascino (ma non credo sia un problema)
4) Io dovrò instaurare un minimo di rapporto con lui, che so, farci della conversazione, un po’ di sport, qualche confidenza. Tu, invece, di confidenza ne darai molta meno, dovrai apparire molto più riservata e chiusa. Questo perché io possa essere, tra i due, quello di cui lui si fida.
5) Lui non dovrà essere troppo sveglio, una cosa normale, altrimenti potrebbe mangiare la foglia.
Una volta scelto, se lo troveremo, incomincerà il suo coinvolgimento. Un gioco di confidenze, dapprima solo accennate, poi via via più personali in cui gli racconterò una storia, la nostra, tutta da costruire.
G- Mi piace, dimmi della nostra storia.
M- Vediamo, coppia felice, vita divertente, sessualmente aperta a nuove esperienze poi, per una ragione da decidere, un brutto esaurimento (tuo), la perdita di interesse per tutto quello che si faceva insieme, cure mediche, psicofarmaci. Sei in via di miglioramento, ma ancora sotto controllo e con la necessità di assumere dei potenti sonniferi per poter dormire. La nostra vita intima &egrave ai minimi storici, ma ci vogliamo bene e restiamo insieme. Tuttavia mi mancano i giochi che eravamo soliti praticare (scambi di coppie, ecc.)
G- Ok, continuo io’.. allora” magari una sera, dopo che la mogliettina vi ha lasciato prima per andare a dormire, la proposta di fargli dare un’occhiata e, visto che ci siamo”. la vuoi toccare?
M- Già, &egrave così. Cosa ne dici?
G- Sono eccitata da morire.
M- Davvero?
G- Si, davvero.
””””””””””””..
Una sera, al rientro a casa.
G- Ciao amore, sono passata in agenzia. Ho chiesto per una crociera, tra maggio e giugno c’&egrave solo l’imbarazzo della scelta.
M- Racconta.
G- Per una settimana la scelta &egrave fra Egeo e Mediterraneo Occidentale. Voglio dire: Italia-Grecia-Turchia, oppure Italia-Tunisia-Spagna.
M- Scegli tu, a me vanno bene entrambe.
G- Ok, allora Grecia e Turchia. Per la cabina, se sei d’accordo, direi una classe più alta, quelle standard sembrano proprio piccole.
M- Perfetto. Periodo.
G- Meglio fine giugno, sarà più caldo. Tu come sei messo a ferie?
M- (ridendo) Con tutti gli arretrati che ho potrei stare via un mese ma poi mi caccerebbero.
G- Ci penso io a prenotare?
M- Fantastico. Chi cucina stasera?
”””””””””””””
Metà giugno. Fra pochi giorni partiranno. Hanno prenotato un volo interno sino alla città da cui salperà la loro nave. Nelle settimane precedenti sono tornai spesso sui motivi che li ha spinti al viaggio, sempre arricchendo la storia di nuovi particolari, ma sempre per il piacere di divertirsi ed eccitarsi parlandone e non veramente per fissare i dettagli di qualcosa che, sapevano, non potevano decidere in anticipo.
Casa. Aeroporto. Un volo breve. Aeroporto. Taxi. Il porto.
Pur avendo viaggiato molto era la loro prima crociera. La nave, vista da vicino, era imponente.
I passeggeri salivano a gruppetti, lo spettacolo era dei più eterogenei.
Coppie, famiglie, qualche singolo. Gente elegante, ma anche vacanzieri grossolani e vistosi, insomma un piccolo esercito male assortito che si sarebbe trovato a condividere gli spazi della nave per una settimana.
Per fortuna solo una settimana- aggiunse Marco.
Effettivamente non era certo il tipo di vacanza che avrebbero scelto in condizioni normali, ma questa volta la ragione era il gioco e, questo, prevaleva su tutto. D’altronde speravano solo in qualche giorno di bel tempo, un po’ di abbronzatura, buon cibo e delle belle dormite.
Dopo un po’ di confusione furono condotti alla loro cabina. Ampia, ben decorata, soffice moquette sul pavimento, arredi in legno abbinati al colore blu dei tessuti, un letto matrimoniale appoggiato alla parete. Un oblò sul mare. Un piccolo bagno privato completava l’alloggio. Si sistemarono. L’appuntamento ufficiale era per l’aperitivo con il comandante e poi la cena di presentazione.
Marco odiava queste cose e Gloria lo capiva perfettamente.
Si prepararono per tempo, abiti eleganti sportivi, Marco indossò una cravatta con la giacca di cotone. Gloria un abito blu con un cardigan bianco.
A tavola trovarono i posti già assegnati, i tavoli erano da dieci. Fecero la conoscenza dei loro commensali: 2 coppie (una più anziana ed una più giovane di loro), 2 amici (freschi neo-laureati in viaggio premio) e due donne singole sui cinquant’anni. La cena fu un po’ noiosa, data anche la scarsa propensione a socializzare di Marco, qualche momento interessante emerse nella conversazione con i 2 amici, entrambi svegli.
Marco tuttavia si guardava intorno ed anche Gloria faceva vagare lo sguardo sui tavoli vicini.
Dopo cena girarono un po’ per la nave, esplorandola tanto per cominciare a conoscere i percorsi.
Alla fine tornarono in cabina.
G- Che te ne pare? Per me faremo solo una settimana di riposo.
M- Aspettiamo un paio di giorni per dirlo. Tu che impressione hai?
G- E’ definitivamente una vacanza che non fa per noi. I 2 ragazzi, quello alto non &egrave male.
M- Si, ma sono in due, ed anche ammettendo di riuscire a coinvolgerne solo uno, la prima cosa cha farebbe sarebbe quello di raccontare tutto all’amico. E giocare con tutti e due &egrave una cosa che non abbiamo messo in conto.
G- Assolutamente d’accordo.
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La mattina dopo erano più ottimisti, si recarono al ristorante per la colazione, poi andarono alla ricerca di un posto al sole. La giornata era bella, erano in navigazione diretti a sud, Gloria era di buon umore, la sua pelle, già abbronzata, ne sarebbe uscita uniformata e pronta per l’estate.
Giornali, creme, libri. Non mancava nulla.
Marco le teneva compagnia, ma ogni tanto spariva, faceva dei giretti per poi ricomparire sulla sdraio di fianco a lei.
Pranzo leggero, Gloria incominciava a rilassarsi ed era meno attenta a quello che le succedeva intorno.
Alla fine del pomeriggio tornarono in cabina per riposare e prepararsi per la cena.
G- Tutto bene?
M- Si, amore. Oggi ho girato un po’, ho conosciuto della gente.
G- Interessante?
M- Questa sera, dopo cena, vorrei presentarti ad un paio di persone.
G- Interessanti?
M- Lo deciderai tu.
G- mmmmm’.perché fai il misterioso? Ti odio.
M- No che non mi odi. Lo sai.
G- Si, lo so bene. Andiamo a letto?
M- E la cena? Ok, un po’ di ritardo non guasterà certo l’appetito.
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Finita la cena, Marco le dice che ha appuntamento con delle persone conosciute in giornata, si troveranno per bere qualcosa al bar della piscina. Si incamminano. Gloria indossa ancora un abito, questa volta bianco in cotone, più corto del precedente, sul davanti &egrave chiuso da una fila di bottoni per tutta la lunghezza, in alto ed in basso qualche bottone lasciato aperto rivela le gambe già abbronzate ed un accenno di scollatura.
G- Devo ricordarmi di essere un po’ spenta e poco socievole.
M- Solo quanto basta, amore.
Arrivano, Marco si dirige verso un tavolo dove siedono 4 persone. Vedendolo arrivare due di questi lo salutano. Si presentano, Marco introduce Gloria. A Marco non sfuggono i loro sguardi ammirati.
I due uomini conosciuti nel pomeriggio sono Carlo, 56 anni, vedovo, abitudinario delle crociere, non alto, leggermene soprappeso, ma nell’insieme curato, abiti di qualità e Giovanni, 48 anni, divorziato da un anno, fisicamente in forma, ma meno curato nel vestire.
Carlo viaggia da solo. Giovanni insieme ad una coppia di amici, che siedono con loro.
Gloria recita molto bene la sua parte, &egrave come si sforzasse di essere socievole, ma alterna momenti di partecipazione ad altri di silenzio. Di tanto in tanto, chinandosi per prendere il bicchiere dal tavolino, la scollatura si apre e lascia intravedere il seno di Gloria, che non indossa il reggiseno.
Gli occhi dei due uomini sono attenti e non si perdono lo spettacolo.
Carlo &egrave un chiaccherone, bancario, dopo la perdita della moglie cerca di godersi la vita. Le crociere ed il calcio sono le sue passioni. Giovanni &egrave meno brillante, ragioniere in una società, sta cercando di ritrovare un equilibrio dopo il divorzio.
Dopo circa una mezz’ora Gloria si alza e scusandosi, saluta e torna in camera dicendo a Marco di fermarsi pure con gli amici. Quando Gloria si &egrave allontanata, Carlo chiede a Marco se la moglie si sente poco bene. Marco risponde di no, grazie, &egrave solo un po’ esaurita ed ha bisogno di riposare. Dopo poco, saluta tutti e, con la scusa di controllare che Gloria stia bene, la raggiunge.
M- Ciao amore, tutto OK.
Gloria sta uscendo dal bagno, indossa un accappatoio. Si avvicina a lui e lo bacia.
G- Si, tutto bene. Com’&egrave andata?
M- Ok, ma dimmi tu. Come ti sono sembrati?
G- Niente di speciale, ma per quello che devono fare vanno bene.
M- Non mi sembri convinta, domani cercheremo ancora.
G- Ok, vediamo se si trova qualcun altro. Ma davvero, questi potrebbero andare. Quello alto, divorziato, come si chiama’..Giovanni? OK, mi sembra un po’ spento. L’altro, Carlo”.. il bancario, beh, non &egrave certo il mio tipo, &egrave un po’ di quelli che sanno tutto loro, un po’ borioso e, di certo, non un genio. Però l’idea che mi guardi’.nuda,”..insomma mi eccita. E’ così distante da me, da noi, che il fatto di mostrarmi a lui, il fatto che lui possa per un breve momento anche toccarmi, non mi disturba. Anzi, come ti ho detto, mi eccita.
M- Mi stupisci, stai diventando molto sicura di te. Ti amo.
G- Lo so, mi sento padrona della situazione, non ho paura con te.
””””””””””””””’
I due giorni successivi videro cementarsi il rapporto tra Marco e Carlo. Mentre Gloria passava le sue giornate al sole, Marco si divideva tra lei e le attività con Carlo, un po’ di corsa al mattino, il pranzo insieme (Gloria non pranzava quasi), un caff&egrave, una nuotata.
Quando Marco si attardava con Gloria, Carlo passava a cercarlo (non mancando mai di ammirare il corpo di lei coperto da minuscoli bikini). Lei salutava, ma raramente riuscivano ad avviare una conversazione che andasse al di là dei convenevoli.
La sera si ritrovavano insieme in qualche bar della nave e Gloria, in genere, li lasciava prima della mezzanotte, per andare a dormire. Marco lasciava passare una mezz’ora, poi con la scusa di non lasciarla sola la raggiungeva e la informava sull’andamento del suo lavoro.
In soli 2 giorni il rapporto con Carlo era diventato molto confidenziale e Marco lo aveva già informato dei ‘problemi’ di Gloria. Decisero che la terza sera Marco si sarebbe fermato più a lungo con Carlo, avrebbe fatto in modo che, con l’aiuto di qualche bicchiere, lui venisse a sapere della loro vita precedente la crisi depressiva di Gloria, dei loro trascorsi un po’ trasgressivi, di quanto si fossero divertiti insieme e di quanto, questi trascorsi, mancassero ora a Marco.
Così fecero, Carlo ascoltò le confidenze di Marco, gli disse che lo invidiava per la bellezza della moglie e per quello che avevano fatto insieme. Il suo atteggiamento convinse Marco che il loro piano stava funzionando.
Tornato da Gloria la trovò addormentata ma, al suo arrivo, lei si svegliò e volle sapere tutto.
M- Ci siamo amore. Lui &egrave quasi pronto. Stasera l’ho sorpreso un poco, credo non immaginasse nemmeno possibili le cose che gli ho raccontato (scambi di coppie, rapporti a tre, ecc.), devo lasciargli il tempo di riprendersi, poi tornerò sull’argomento.
G- La crociera dura 6 giorni, domani &egrave il quarto. Come pensi di fare?
M- L’ultima sera ci sarà la festa di gala, sarà impossibile organizzare qualcosa. Quindi sarà per il quinto giorno, cio&egrave dopodomani. Quella sera mi fermerò ancora con lui sino a tardi, poi lo porterò qui. Tu farai finta di dormire.
G- Sai, mentre ti aspettavo ho pensato che potrei dargli un piccolo assaggio di cosa lo aspetterebbe, tanto per indebolire eventuali resistenze.
M- Cosa voi dire? Disse Marco incuriosito.
G- Voglio dire che se tu, domani, riuscissi a farlo passare di qui con una scusa, potrei farmi trovare, per caso, in un abbigliamento un po”.come dire”intimo?
M- (sorridendo) Caspita, ma mi chiedo che donna stai diventando.
G- La tua, amore.
M- Ok, come vuoi fare?
”””””””””’..
L’indomani, dopo pranzo Marco e Carlo si diressero verso il ponte dove Gloria stava prendendo il sole, lei era sdraiata prona, il reggiseno sulla schiena era slacciato ed il sedere coperto da un costume minuscolo.
Carlo non riusciva a staccare gli occhi dal corpo di lei.
Ordinarono un caff&egrave, quando arrivò il cameriere Gloria si sollevò leggermente per allacciarsi il reggiseno e Carlo pot&egrave scorgere un suo seno quasi per intero. Cercò di rimanere calmo, ma quella visione l’aveva turbato.
Dopo averlo bevuto, Marco e Carlo incominciarono a chiacchierare mentre Gloria disse loro che andava a nuotare in piscina. Passarono circa 20 minuti, poi Marco disse- Accidenti, ma dove &egrave andata a finire mia moglie? Ti va di fare una nuotata, così la andiamo a cercare (sapeva che Carlo era solito pranzare vestito e non aveva con se il costume).
Carlo gli rispose che si, andava bene, ma avrebbe dovuto passare dalla camera per prendere il suo costume.
Allora Marco aggiunse- OK, ma per favore, visto che ci passi davanti, ti spiacerebbe fermarti nella mia cabina e prendere il mio ricambio? L’ho lasciato appoggiato sul letto. Io intanto vada avanti a vedere dov’&egrave finta Gloria, sto cominciando a preoccuparmi. Tieni le mie chiavi, il numero &egrave sulla chiave. Grazie, ci vediamo fra un attimo.
Detto questo si alzò e si diresse verso la piscina.
Carlo prese le chiavi e si diresse verso la sua cabina. Effettivamente avrebbe potuto evitare di passare dalla camera di Marco, ma la via più diretta attraversava quel corridoio.
Andò subito alla sua camera, recuperò il costume, poi sulla via del ritorno si fermò alla camera di Marco, infilò la chiave, la fece girare, aprì la porta ed entrò. Subito scorse il costume sul letto, si diresse per raccoglierlo ma, mentre lo prendeva, sentì l’acqua della doccia scorrere nel bagno. Si girò istintivamente. La porta del bagno era aperta e, sotto la doccia, nuda, stava Gloria. Lei gli voltava le spalle, era chinata in avanti, intenta ad insaponarsi le gambe che aveva leggermente aperte, non si era accorta di nulla, il rumore dell’acqua aveva coperto il suo ingresso Lui si bloccò troppo imbarazzato per muoversi, il suo sguardo non abbandonava il sedere di lei, ben esposto al suo sguardo. Lei allungò un braccio per prendere un flacone e lui pot&egrave scorgere il profilo di un seno. Era troppo, Carlo si precipitò verso l’uscita, chiuse la porta piano, cercando di non farsi sentire. Poi si fermò nel corridoio, il fiato in gola, il cuore che batteva come un martello pneumatico, sudato e rosso in viso.
Gli ci vollero parecchi minuti per riprendersi. Tornò al ponte e raggiunse Marco in piscina. Cercando di assumere un tono disinvolto gli chiese se avesse trovato Gloria. Marco scosse la testa, ma disse che lei aveva lasciato un messaggio, chiedeva loro di aspettarla al bar, voleva mangiare qualcosa.
Gloria li raggiunse poco dopo. Scusandosi, era andata in bagno e poi era passata dalla camera a fare una doccia. Carlo sbiancò, ma si sentì subito meglio quando vide che Marco non aveva sentito, stava parlando con il cameriere. Comunque prese una scusa e li lasciò soli. Appuntamento per la sera al bar.
M- Allora com’&egrave andata.
G- Credo tutto bene, avevo lasciato aperta la porta del bagno, l’acqua scorreva, quando mi hai chiamato sul cellulare io ero dietro quella porta, nuda ad aspettare che arrivasse. Sai che per guardare nel bagno bisogna essere vicini al letto. Lui entrando non si &egrave accorto subito di me, ha dovuto arrivare al letto e poi girandosi mi ha visto. Io gli giravo le spalle, ero chinata ed avevo sistemato un piccolo specchio da trucco in un angolo del bagno, così potevo vedere nella stanza, e lui era li, fermo, che mi guardava. Mi sono girata un attimo di profilo con il corpo, alzando il braccio, così che potesse vedermi il seno. Tu dove sei andato?
M- Io ero sceso dietro di lui ed ero all’inizio del corridoio, non si sa mai. Quando l’ho visto uscire e chiudere la porta della camera sono tornato subito in piscina. Vieni, torniamo in camera, ho una voglia pazza di te.
G- Anch’io sono eccitata da morire.
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Quella sera trascorse come le altre, Gloria rientrò prima, ma Marco la raggiunse presto.
Il quinto giorno ci fu un leggero cambiamento nel comportamento di Carlo, cercava ogni pretesto per restare o per tornare vicino a dove Gloria prendeva il sole. Faceva il disinvolto parlando con Marco o leggendo un giornale, ma non perdeva occasione per guardarla. Marco e Gloria se ne accorsero immediatamente ma non fecero nulla per distoglierlo, anzi Gloria, di tanto in tanto, si stirava al sole. Oppure alzava le gambe e faceva qualche esercizio, esibendosi in uno spettacolo ad uso e consumo del loro ospite. Sia girandosi prona e slacciando il reggiseno per abbronzare la schiena, sia ritornando poi supina, non mancava di farlo sempre dalla parte dove Carlo stava seduto, in modo che lui potesse scorgere la curva del seno quando staccava il suo busto dal lettino.
Arrivò l’ora di cena. Si salutarono e tornarono in camera per prepararsi.
G- Come ti &egrave sembrato?
M- Mi sembra che lui sia proprio partito. Oggi saresti riuscita ad eccitare una mummia. Hai voglia di fare l’amore?
G- Ti sembra il caso di domandarlo?
”””””””””””””””””.
G- Come facciamo stasera?
M- Beh, tu torni come al solito, io mi fermerò con lui sino a che non sarà pronto. Tu ci aspetterai fingendo di dormire. Io gli dirò che prendi tante di quelle pastiglie che non ti sveglierebbe nemmeno un cannone.
G- Cosa mi metterò? Cosa succederà poi, comincio ad essere un po’ nervosa?
M- Stai tranquilla amore. Direi che dovresti metter la giacca di un pigiama maschile, uno di quelli che usi spesso, con i bottoni. Sotto direi niente.
G- Niente?
M- Si, sarebbe poco pratico toglierti le mutandine mentre stai dormendo. Insomma, va bene sonno pesante, ma c’&egrave un limite.
G- (ridendo), Ok e poi?
M- Tu sarai sotto la coperta, sdraiata sulla schiena. Asseconda quello che gli permetterò di fare, voglio dire, se ti tocca una gamba tu muoviti come per scacciare un fastidio, ma fa in modo che le gambe si aprano. Se cercherò di farti girare, tu mettiti su un fianco. Se poi ti spingerò prona, tu lasciati cadere. Fa in modo che sembri naturale.
G- Ok, ma cosa gli permetterai di fare.
M- Nulla di più di quanto tu non abbia già fatto sino ad oggi, anzi, data la situazione molto meno credo. Comunque non posso dirlo adesso, si vedrà al momento. Se poi tu, ad un certo punto, vorrai interrompere basta che simuli un colpo di tosse o qualcosa di simile. Va bene? Ti fidi?
G- Si, va bene.
””””””””””
La cena finì, si ritrovarono al bar. C’era altra gente quella sera. Alle 23,30 Gloria, come al solito salutò ed andò in camera. Marco si alzò e si sedette vicino a Carlo, ordinarono ancora da bere. Incominciarono a parlare tra loro, restando un po’ in disparte dal resto del gruppo. Poco alla volta la gente salutava e se ne andava a dormire, dopo un’ora erano soli. Avevano bevuto qualche bicchiere, un po’ più del solito, ma nulla di esagerato. Marco, simulando uno stato di leggera ebbrezza, diventò più loquace. Incomincio a parlare di se e di Gloria. Di come era bello fare l’amore con lei prima del periodo di crisi. Gli parlò del corpo della moglie, entrò in particolari intimi. Carlo lo stava ad ascoltare, leggermente sudato. Marco gli domandò cosa pensasse di Gloria. Carlo rispose che era effettivamente una bellissima donna e confessò che spesso si trovava a guardarla mentre era sdraiata al sole.
Bevvero ancora un paio di bicchieri. La conversazione diventò ancora più intima. Marco descrisse (improvvisando al momento) alcune delle loro presunte esperienze sessuali passate, insistette in particolare su quelle che avevano visto Gloria impegnata con lui ed un altro uomo. Le reali esperienze precedentemente fatte con Gloria, lo aiutarono a descrivere i dettagli delle scene.
Carlo stava in silenzio, ma non perdeva una parola. Poi, all’improvviso, gli chiese se non fosse geloso di una così bella moglie, mentre veniva guardata e toccata da uno sconosciuto.
Marco gli rispose che no, non solo non era geloso, ma ne traeva un’eccitazione tale da poterla ricordare per settimane, ogni volta rinnovando il piacere provato. Era il momento, Marco avvicinò la testa a quella di Carlo ed, abbassando la voce, gli disse- Vorresti guardarla?
Carlo lo fissò, in silenzio, aveva la fronte imperlata di sudore. Sei sicuro?- gli disse.
M- Si, sono sicuro, mi piacerebbe che tu la guardassi.
C- E se poi lei si sveglia?
M- Ogni sera Gloria prende tante di quelle medicine per dormire che non si sveglierebbe neanche se la chiamassimo. Fidati, lo so bene. Allora, la vuoi vedere?
C- Mi piacerebbe.
M- Allora andiamo.
Era tardi, si alzarono e si diressero verso i ponti inferiori. Giunti davanti alla cabina di Marco si fermarono, Marco gli disse di fare piano. Gloria stava sicuramente dormendo e non si sarebbe svegliata, ma comunque meglio non fare rumore. Aprì la porta e chiamò piano- Gloria, Gloria?
Nessuna risposta. Entrarono.
La camera era silenziosa, tranquilla. Una lieve penombra dava un senso di intimità all’ambiente. L’unica lampada accesa era quella del comodino di Gloria e spandeva una luce calda sul letto e sul corpo della donna addormentata.
Lei era sdraiata supina, sotto le coperte si indovinava il profilo del suo corpo disteso, una gamba piegata di lato.
Carlo non respirava quasi più, era nervoso.
Marco gli disse di calmarsi, erano li, Gloria dormiva, aveva un respiro regolare, non si sarebbe svegliata. Andò verso il letto e si inginocchiò di fianco ad esso. Accarezzò il volto di Gloria. Gli disse di avvicinarsi.
Carlo si portò di fianco a lui, Marco gli disse di sedersi sul letto, di fianco alla moglie.
Poi gli chiese ancora- Non &egrave bella?
C- Si, &egrave bellissima.
M- Vorresti vederla?
C- Come vederla?
M- Intendo, vorresti vederla nuda?
Fu come se Carlo non avesse capito la precedente offerta, come fosse colpito da qualcosa di fisico. Restò a bocca aperta. Davvero vuoi che la guardi nuda?
M- Si, certo. Mi farebbe piacere. Allora ti va?
C- ‘.si’.si
Marco si chinò sul letto ed incominciò a spostare le lenzuola che coprivano il corpo della moglie. Le abbassò sino alle anche, facendo alzare Carlo per un attimo. Gloria aveva le braccia abbandonate lungo i fianchi, indossava un giacca da pigiama maschile (come avevano deciso) di cotone blu con sottili righe bianche.
Il suo petto si sollevava in un respiro regolare.
Marco gli disse- Apri i bottoni del pigiama.
Carlo si abbassò verso di lei e, con le dita tremanti, incominciò ad aprire i bottoni della giacca. Aveva caldo ed era rosso in viso. Li aprì tutti, poi si fermò e guardò Marco.
Lui gli disse- Adesso apri la giacca.
Carlo obbedì. Alla luce della lampada apparve il busto di Gloria. I seni era nudi, morbidi, i capezzoli scuri. Carlo li guardava affascinato. Marco gli disse che poteva toccarli, piano. Carlo allungò una mano e la appoggiò sul seno di Gloria. Lo prese tutto nella sua mano ed incominciò a palparlo. Marco gli disse di fare piano e con delicatezza, non voleva che lei si svegliasse. Carlo allentò la pressione, la sua mano si muoveva sul seno della donna, ne tastava la consistenza, passava da un seno all’altro, le toccava i capezzoli. Questi, esposti e stuzzicati, non tardarono ad indurirsi. Marco gli disse- Guarda, anche dormendo il suo corpo reagisce. Le sta piacendo. Ma devi essere più delicato, guarda me.
Così dicendo allungò una mano ed incomincio ad accarezzare il seno della moglie nel modo che a lei piaceva di più. Carezze lente, leggere, soffici massaggi, dita che percorrono le aureole, che indugiano sui capezzoli. Gloria emise un gemito di piacere.
M- Vedi come fare, devi essere più dolce.
C- Ho capito. Ed allungò ancora una volta le sue mani sul corpo della donna, questa volta toccandola più dolcemente.
Marco lo lasciò fare per qualche minuto, poi gli disse- Scopri le gambe ora.
Carlo si alzò, prese il bordo della coperta fermo alla vita della donna ed incominciò a tirarlo verso i piedi del letto.
La coperta scendendo, scopriva poco a poco il corpo di Gloria, quando arrivò alla fine della giacca del pigiama, l’uomo si accorse che la donna sotto non indossava nulla, ne pigiama ne biancheria. Rimase senza fiato nel vedere il ventre nudo ed il triangolo di peli, scuri e ben curati, che coprivano il suo sesso. Scendendo ancora la coperta aveva rivelato le sue belle gambe, abbronzate e sottili. Una allungata e distesa, l’altra (quella verso il bordo dove stava Carlo) piegata verso l’esterno con il piede appoggiato al ginocchio della gamba distesa. In questo modo, del tutto naturale, Gloria era completamente aperta ed esposta agli sguardi di chi avesse voluto guardarla.
Carlo lasciò cadere la coperta ai piedi del letto, gli occhi fissi sul corpo di lei.
Marco gli disse di sedersi, di stare calmo.
Si mise vicino a lui e gli disse di toccare le gambe di Gloria.
Lui esitò un attimo, poi memore della lezione, appoggiò delicatamente una mano sul ginocchio della donna ed incominciò a farla scorrere verso l’alto. Era la gamba piegata verso l’esterno, questo fece in modo che la mano, salendo, si avvicinasse al sesso di Gloria. Si fermò poco prima, guardò Marco.
Questi gli sorrise e gli disse- Si, puoi toccarlo, ma non entrare, fai piano.
Carlo mosse la mano, le sue dita furono sulle labbra del sesso. Si fermarono, ne assaporavano il calore e la forma. La donna ebbe un sospiro e si mosse leggermente. Carlo ritirò la mano.
Non ce la faccio più ‘ disse Carlo- Sono distrutto.
M- In che senso?
C- Vedi, non ho mai visto o toccato una donna così. Si, mia moglie era una brava persona, ma il sesso,’. solo doveri. Dopo, quando sono rimasto solo, ho avuto un paio di avventure, ma sono un po’ imbranato e non hanno funzionato.
Ora che ho davanti tua moglie, così’così’.E’ troppo.
Marco notò solo allora l’evidente eccitazione che l’uomo tentava inutilmente di celare coprendo i pantaloni con la mano sinistra. Ebbe un moto di compassione.
Gli disse- Senti Carlo, capisco. Cosa posso fare per te?
C- Nulla, tu mi racconti di qualcosa che avevi e che ora ti manca. Io ho compreso solo ora che manca anche a me, la differenza &egrave che io non l’ho mai avuto.
Marco rimase sorpreso dalla franchezza e dalla lucidità dell’uomo.
Carlo si alzò e si diresse verso la porta, salutando disse a Marco- Grazie, davvero. Non dimenticherò mai questa serata, ma non me la sento di restare. Ciao.
””’.
Gloria aprì gli occhi, aveva sentito tutto ovviamente ed era rimasta anche lei sorpresa e dispiaciuta della reazione di Carlo.
M- Non me lo sarei aspettato, &egrave una brava persona e più intelligente del previsto.
G- Mi spiace per lui, la cosa sembrava funzionare. Quando mi ha toccato il sesso ero così eccitata che sarebbe bastato poco per farmi venire.
M- Senti, non so come, ma mi piacerebbe fare qualcosa per lui, ma non so cosa.
G- Fare qualcosa come?
M- Non so. Mi spiace finisca così. Avrebbe dovuto essere un qualcosa di positivo per tutti, per noi il nostro gioco, per lui il piacere di averti guardato e toccato. Invece per lui sembra sia stato un tormento.
Gloria rimase in silenzio per alcuni minuti, poi disse- Forse possiamo fare qualcosa per lui, dopo tutto sono d’accordo con te, &egrave una brava persona e si &egrave dimostrato corretto. Mi fa tenerezza. Forse io posso fare qualcosa per lui.
M- Cosa vuoi dire?
G- Ascoltami, se sei d’accordo, domani gli parlerai, gli dirai che al mattino, quando mi sono svegliata, mi hai raccontato tutto. Di quello che avete fatto a mia insaputa, di come siete entrati qui per spiarmi, di come tu mi hai esibita a lui e gli hai permesso di toccarmi. Gli dirai che all’inizio io mi sono arrabbiata, ma poi ho capito e ti ho perdonato.
Gli dirai che mi hai raccontato della sua disperazione. Gli dirai che, se lui vorrà, lo aspetterò qui, nella nostra camera alle 15.
M- Ma cosa vuoi fare?
G- Voglio chiedergli scusa. Voglio che gli rimanga un bel ricordo di noi.
M- Vuoi fare l’amore con lui?
G- No, non così tanto, ma gli lascerò fare quello che lui ha fatto questa notte ad una donna addormentata.
M- Io ovviamente non potrò esserci, lui non accetterebbe.
G- Si, lo credo anch’io, ma come si potrebbe fare, io ti vorrei qui.
M- Rischi non credo ce ne siano, ormai credo di conoscerlo, &egrave una persona equilibrata ed &egrave un timido.
G- Lo penso anch’io, ma non c’&egrave modo perché tu sia presente? Magari di nascosto?
M- E dove? Nel bagno non c’&egrave posto e gli armadi sono troppo piccoli. Del resto non mi piace nascondermi. Dovrai fare da sola, ma se vuoi, per sicurezza, potremmo lasciare il cellulare aperto in chiamata.
G- No, mi sembra eccessivo, ma sicuramente lo terrò a portata di mano con il tuo numero impostato, se dovesse servire basterà che prema il tasto di invio.
M- Comunque, per sicurezza, cercherò di passare qui davanti con una certa frequenza”.Vorrei esserci, ti amo.
G- Anch’io ti amo, da morire.
””””””””””””””’.
Il mattino, dopo colazione, andarono sul ponte, al solito posto. Carlo non si fece vedere, così Marco decise di andarlo a cercare. Lo trovò dopo mezz’ora, era in un altro bar, seduto da solo, leggeva un giornale.
M- Ciao, tutto OK?
C- Ciao, va bene, grazie.
M- Senti avrei bisogno di parlarti.
C- Dimmi pure.
Marco gli raccontò tutto quello che aveva stabilito con Gloria, si scusò per quanto era successo, gli disse che Gloria aveva capito.
C- Gran donna tua moglie.
Gli disse anche che Gloria voleva scusarsi, gli disse che lei lo avrebbe aspettato nella loro cabina alle 15, per farsi perdonare.
Carlo lo guardò perplesso- Cosa vuole dire, perché vuole incontrarmi? (ma conosceva già la risposta, il cuore gli batteva all’impazzata).
Marco gli sorrise- Non so bene, sai come sono le donne, ma se fossi in te ci andrei.
””””””””””””..
Le 15 in punto. Carlo &egrave davanti alla cabina di Marco. E’ nervosissimo, le mani sudate. Non riesce a decidersi, sta pensando di tornare indietro quando, all’improvviso, la porta della cabina si apre, &egrave Gloria, lo vede e gli dice- Buongiorno Carlo, ho sentito un rumore ed ho pensato fosse lei.
Lei indossa un accappatoio bianco, ha i capelli bagnati, freschi di doccia, &egrave bellissima.
G- Vuole entrare?
Carlo entra, un po’ impacciato e rimane in piedi al centro della camera.
Lei chiude la porta, poi va a sedersi sul letto.
G- Vede Carlo, Marco questa mattina mi ha raccontato tutto. All’inizio mi sono arrabbiata, ma poi abbiamo parlato a lungo e devo dire che lo amo troppo per non perdonarlo. Gli ultimi tempi sono stati un po’ difficili per noi, ma ci vogliamo bene e passeremo anche questo.
So che Marco le ha raccontato molto di noi, ma vorrei essere chiara su un punto: &egrave vero, ci siamo divertiti insieme, nel farlo, talvolta, siamo andati molto al di la dei limiti normalmente accettati dalla morale corrente. Ho toccato e sono stata toccata da altri uomini, ma l’amore l’ho sempre fatto solo con lui, mio marito e so che anche per lui &egrave così.
Non &egrave questione di morale, ognuno vive in base a quello che sente. Marco ed io sentiamo nello stesso modo e ci va bene così.
Carlo la guardava. La stava ascoltando. Le disse- Perché ha voluto che venissi qui? Per dirmi queste cose?
G- No, non soltanto. Ho parlato con Marco, ci sentiamo in colpa con lei. Crediamo che il sesso debba sempre essere fonte di gioia e di piacere, altrimenti perde il suo significato.
Le ho chiesto di venire per farci perdonare, ma non solo. Questa notte lei ha accarezzato una donna che non c’era. Ha privato se stesso del piacere di toccare un corpo che risponde alle sue carezze, e lei della tenerezza che comporta l’essere oggetto di tante attenzioni.
Vorrei che lei ripetesse ora, quello che ha fatto questa notte. Per favore’.. venga ‘ e così dicendo gli andò incontro e gli tese una mano.
Carlo era molto teso, tuttavia si mosse e prese la sua mano.
Lei lo accompagnò verso il letto poi, con naturalezza si sdraiò dicendogli- Vieni, siediti di fianco a me.
Carlo sedette al suo fianco, sul bordo del letto. Teneva lo sguardo basso, impacciato, non sapeva cosa fare.
Gloria, dolcemente, gli prese una mano, la portò verso il petto e la infilò nell’apertura dell’accappatoio, appoggiandola sul suo seno. Carlo la stette a guardare poi, sentendo il contato della sua pelle calda, incominciò ad accarezzarle il petto. Gloria, sorridendo, aprì l’accappatoio e si offrì al suo sguardo.
Sentiva della tenerezza nei confronti di quell’uomo, non provava nessuna vergogna per la situazione che stava vivendo. Voleva che lui la toccasse e che provasse piacere nel farlo. Voleva che lui sentisse che desiderava le sue carezze, che lui imparasse a toccarla nel modo giusto. Sentiva la mancanza di Marco, avrebbe voluto che lui fosse li, ma per Carlo sarebbe stato troppo, troppo in una volta sola.
Carlo protese anche la seconda mano e con entrambe le palpava i seni, più dolcemente che nella notte, quasi avesse paura di farle male. Lui si chinò per baciarla, ma lei lo prevenne. Gli appoggiò una mano sul viso e gli disse- No Carlo, non posso. I baci e l’amore sono solo per Marco.
Lui assentì con la testa, senza parlare. Intanto continuava a massaggiarle i seni, le sue dita si fermavano sui capezzoli, correvano sulle aureole, come aveva visto fare da Marco la notte precedente. Gloria chiuse gli occhi e si abbandonò ai suoi tocchi. Le piaceva.
Dopo qualche minuto una mano di Carlo lasciò il seno e prese a scendere lentamente, arrivata all’altezza dell’ombelico trovò la strada sbarrata dalla cintura che teneva ancora l’accappatoio chiuso sui fianchi di Gloria. Si fermò.
Lui alzò la testa e la guardò con aria interrogativa. Lei sorrise- Perché non lo apri?
Incoraggiato dalle sue parole, portò le mani sul nodo e lo sciolse. Lentamente scostò i bordi dell’accappatoio. Lei sotto era nuda, aveva le gambe accostate, ma il triangolo dei peli del pube era ben in vista, come le sue belle gambe abbronzate.
Lei sollevò il busto dal letto, appoggiandosi sui gomiti e, guardandolo, gli disse- Beh, ti piaccio?
C- Sei bellissima.
Una mano dell’uomo si appoggiò al suo ventre a scese sul pube cercando di forzare l’apertura delle gambe.
Gloria lo richiamò- Piano, Carlo, piano,”.con dolcezza.
C- Scusa, ma sai’..sono un po’ imbranato.
Gloria sorrise, si alzò a sedere sul letto, si chinò in avanti e sovrappose la sua mano a quella di lui- Lasciati guidare, poi farai da solo.
Incominciò a far scorrere la sua mano sulle parte superiore delle sue cosce, lentamente, ogni tanto si fermava ed aumentava la pressione in modo che la mano di Carlo esercitasse una carezza più profonda, poi ripartiva. Percorse le gambe quasi per intero, poi ritornò indietro. Carlo si lasciava guidare, il suo viso a pochi centimetri dal seno di lei, i capezzoli gonfi ed eretti per l’eccitazione, era come stordito. Risalendo con le mani sempre soprapposte guidò quella di Carlo verso l’interno delle cosce, allargando un po’ le gambe. Carlo, dalla sua posizione proprio sopra il bacino della donna, poteva vedere ormai la vulva di Gloria. Le mani risalirono ancora e lei allargò maggiormente le gambe accompagnando la mano di lui ad appoggiarsi sulla sua vagina. Lei emise un gemito e si abbandonò all’indietro sul letto dicendo- Continua tu, ti prego. Fai piano.
Carlo si mosse con delicatezza, come aveva chiesto lei, appoggiò l’intera mano sulla vulva ed aumentò un poco la pressione, gli piaceva il calore che emanava da lei.
Gloria aveva piegato leggermente le ginocchia, piegandole verso l’esterno, era completamente aperta per lui.
Carlo si chinò per guardarla in mezzo alle gambe e ripet&egrave- Sei bellissima.
Aiutandosi con due dita della mano sinistra aprì le labbra della vulva e, delicatamente, incominciò ad introdurre il medio della destra.
Gloria non si sentiva ancora pronta, ma non voleva ferirlo. Gli disse- Carezzami un po’ li, prima di entrare completamente. Mi piace moltissimo.
Carlo, felice di sentire che a lei piacevano le sue carezze, fece passare più volte il dito sulle labbra. Lei si risollevò, gli guidò il dito sulla clitoride e gli disse- Qui, &egrave da qui che incomincia il mio piacere.
Lui guardò ancora, poi incominciò a passare il dito dove lei gli aveva mostrato, nel modo che gli aveva detto.
Gloria incominciò ad ansimare, era più eccitata per la situazione in se che per la perizia di Carlo. Tuttavia i suoi tocchi, ormai delicati, cominciavano a farsi sentire.
Lei avvertì le prime avvisaglie del piacere che aumentava, gli disse- Ora Carlo, ora. Infilami un dito dentro, fai piano, muovilo avanti ed indietro.
L’uomo obbedì e, separate nuovamente le labbra con la sinistra, la penetrò lentamente con un dito. Gloria, sentendolo entrare, emise un gemito. Quando lui incominciò a muovere la mano lei ebbe come uno spasmo per intensità delle sensazioni che stava provando, cercò con le sue dita la clitoride ed incominciò a masturbarsi piano, assecondando il ritmo della mano di Carlo.
Poco dopo incominciò a venire, si contrasse e con la mano libera afferrò un braccio dell’uomo e lo strinse. La bocca aperta in un grido muto.
Passata il culmine dell’orgasmo chiese a Carlo di fermarsi- Ma tieni la mano li, per un momento. Lasciami riprendere un poco.
Carlo passò un braccio intorno alle sue spalle e la strinse.
Restarono così per qualche tempo, poi Gloria si sciolse dall’abbraccio, allungò una mano e la posò sul sesso di Carlo, la cui erezione tendeva la stoffa dei pantaloni.
G- Come stai? E’ ora che mi prenda io cura di te.
Carlo, imbarazzato, le rispose- No Gloria. Va bene così. Oggi mi hai regalato dei momenti meravigliosi. Va bene così. Sei meravigliosa.
G- Guarda Carlo che lo voglio davvero, non lo dico con leggerezza, tanto per dire.
Carlo rimase in silenzio, abbassò lo sguardo- Davvero lo vuoi?
G- Si, lasciamelo fare, vedrai che ti piacerà.- disse lei incominciando a massaggiarlo delicatamente da sopra i pantaloni.
Carlo sospirò, si accomodò meglio sul letto (sempre seduto sul bordo) e le rispose- Va bene, quello che decidi va bene. Posso toccarti mentre mi accarezzi?
G- Certo che puoi toccarmi, dove vuoi.
Gloria si mise in ginocchio di fianco a Carlo, aiutandosi con le due mani, slacciò i pantaloni dell’uomo ed estrasse il suo membro, rigido e gonfio. Per poterlo accarezzare meglio gli fece abbassare i pantaloni e l’intimo. Lui la lasciava fare, quando lei incominciò a muovere la mano lungo l’asta, l’uomo allungò una mano sulle sue cosce e l’avvicinò alla vulva. Lei allargò le ginocchia per favorirlo. La mano di Carlo raggiunse la vagina e la penetrò ancora, lentamente, con un dito.
Gloria ebbe una contrazione e strinse il dito dell’uomo dentro di se, accelerò contemporaneamente il movimento della mano sul membro. Carlo incominciò a respirare affannosamente, lei capì che era vicino, aumentò ancora il ritmo e con l’altra mano scese a toccargli i testicoli. Pochi secondi e l’uomo esplose, alcuni schizzi la raggiunsero sull’addome e sulle gambe. Ridendo gli fece i complimenti.
Dopo qualche momento di tenerezza si ricomposero, una veloce doccia e cominciarono a rivestirsi. Lei indossò l’accappatoio.
Salutandola, sulla porta, lui le disse- So, dopo la crociera non ci vedremo più, grazie di tutto, davvero. Ti mando Marco.
Raggiunto il ponte trovò Marco che leggeva, si avvicinò e gli disse- Ciao Marco, Gloria sta bene, va da lei, ha bisogno di te ora. Gran donna.

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