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Trio

Racconto 8 – Gloria e Marco. Divertissement.

By 10 Giugno 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

RACCONTO 8 ‘ Gloria e Marco. Divertissement.
(dedicato a FataDiGhiaccio)

Poche settimane dopo, una sera, rientrando da una festa con amici.
G- Sai Marco, avevi ragione. I discorsi fatti due settimane fa, dopo il film, continuano a girarmi nella testa. Rimango sempre abbastanza fredda verso certe situazioni un po’ estreme, ma mi &egrave venuta una gran voglia di fare qualcosa di diverso. Di cercare delle situazioni un po’ insolite, così tanto per divertirci senza dover superare i nostri limiti.
M- Devo dire che anch’io avrei voglia di giocare un po’. Hai in mente qualcosa?
G- Torniamo a casa e andiamo al computer. Ricordo che ogni tanto si trovano delle proposte strane. Seguiremo l’inspirazione del momento.
”””””””””
Mezz’ora dopo, indossati abiti comodi, sono seduti davanti allo schermo.
M- Allora, scartiamo tutti i messaggi che definirei standard ed andiamo a cercare proposte insolite.
Vediamo, ecco qui, a questi piace il cinema: uno che propone di incontrare una coppia nel buio di una sala per corteggiare lei sotto gli occhi del marito”.. Eccone un altro, più esplicito, sempre al cinema, ma l’intento &egrave di accarezzarti e farti godere, sempre con me al fianco”Questo addirittura vorrebbe portarti nei servizi del locale per possederti mentre io mi godo il film in sala””
Che ne dici?
G- Mi stai intrigando.
M- Dici davvero?
G- Perché no? La cosa mi divertirebbe. Ovvio, lasciamo perdere quello che mi vorrebbe portare nei bagni, ma in sala, con te di fianco, il massimo che possono fare &egrave di toccarmi le gambe.
M- Non credere, dai per certo che arriveranno a toglierti le mutandine e penetrarti con le dita. Te la sentiresti?
G-”Credo di si. Con te vicino si.
M- Ok, continuiamo. Voce: massaggi.
Il primo, massaggiatore professionista si propone per trattamenti personalizzati e stimolanti””’Un altro, come sopra, sia in studio che a casa nostra””’.Un altro ancora, non professionista ma molto abile, week end e sere”” Che dici ora?
G- Anche qui direi che si può fare.
M- Whow, mi stai sorprendendo. Ma dov’&egrave finita la ragazza timida che ho sposato?
G- Spiritoso.
M- Dai scherzo, sai bene che la cosa mi stimola davvero.
G- C’&egrave dell’altro?
M- Vediamo, cambio sito.
Anche qui cinema, massaggiatori’.ecco: proprietario di albergo offre ospitalità’.si, come minimo avrà installato una telecamera per poi guardarsi i filmini con gli amici.
Poi anche, proprietario di ristorante che offre ambientazione insolita’.,ma te lo immagini, magari in cucina.
Cambiamo ancora”’.
Questo sito non l’avevo mai visto, sembra piuttosto piccolo. Vediamo. Guarda questo: proprietario di boutique abbigliamento, marchi di alto livello, cerca coppia (di bella presenza) la cui signora sia interessata, nelle ore di chiusura del negozio, a provare capi delle marche più esclusive. La condizione richiesta &egrave che lui si occuperà personalmente della prova degli abiti, intimo compreso, che avverrà nei camerini, ovviamente alla presenza del marito, si garantisce massima serietà ecc. ecc.
Ehi questo si che &egrave interessante- Disse Gloria ridendo- Non ho mai tempo per andare a guardare le vetrine e fare un po’ di shopping come si deve, qui potrei fare tutto con calma.
M- Ti interessa davvero?
G- Beh, ammetterai che &egrave insolito. Con i requisiti giusti potrebbe essere anche divertente.
M- Hai chiaro che cosa potrebbe significare?
G- Direi che mi aiuterà a togliere ed indossare vestiti, intimo compreso diceva. Quindi mi vedrà nuda, le sue mani mi sfioreranno, qualche toccatina qua e là. Credo sia tutto.
M- Si, credo anch’io, poi sarai tu a decidere. OK, allora vediamo intanto di chi si tratta.
L’annuncio dava un indirizzo mail, chiedeva foto della signora.
Marco scelse una foto di Gloria in costume, ne oscurò il viso e la allegò ad un breve messaggio di presentazione.
M- Ecco, &egrave fatto. Aspettiamo e vediamo cosa succede.
””””””””””””’..
Passarono due giorni. Una sera Marco controllò la casella di posta con l’indirizzo creato appositamente per i loro giochi e trovò un nuovo messaggio. Lo aprì.
M- Gloria, vieni, l’uomo del negozio ha risposto.
Era un messaggio di presentazione. Innanzi tutto li ringraziava per la risposta. Era un uomo di 62 anni, ben portati diceva, il suo negozio era uno dei più importanti di B, piccola ma prospera città di provincia. In zona centrale ed esclusiva. (Allegava foto degli interni ed un elenco dei marchi venduti. Effettivamente, se veritiere, si trattava di un negozio di alto livello. L’ambiente dava un’impressione di raffinatezza ed eleganza). Ripeteva il testo del messaggio con la precisazione che il suo negozio aveva, accanto all’abbigliamento, una sezione dedicata all’intimo, calze e costumi da bagno e che la signora avrebbe potuto scegliere liberamente i capi da provare, ma anche accettare i suoi consigli e suggerimenti. La condizione era che lui avrebbe partecipato attivamente alle prove, vestendo e svestendo la signora ed apportato i necessari aggiustamenti sui capi indossati per raggiungere il risultato migliore. I limiti del gioco comunque sarebbero stati decisi dalla coppia, lui si rimetteva alle loro decisioni.
Ovviamente, il tutto si sarebbe svolto nelle ore di chiusura del negozio, sia per evitare la presenza delle commesse che per fruire di una totale tranquillità. L’uomo offriva l’alternativa tra una sera della settimana (dopo le 20) oppure quella festiva (la domenica). Attendeva una risposta.
La città era piuttosto distante dalla loro, ma in una zona turistica, per cui decisero che avrebbero potuto dedicare un week end e fare una gita.
Decisero che il momento migliore, per questo appuntamento un po’ insolito, sarebbe stato la domenica, nella tarda mattinata, avrebbero così avuto modo di fare un breve sopralluogo il giorno precedente, di sabato pomeriggio, quando il negozio sarebbe stato aperto, per verificare che le informazioni fornite dall’uomo fossero veritiere.
Marco le chiese se l’età dell’uomo non costituisse un problema, ma Gloria rispose che, per quello che avrebbe dovuto fare e se lui fosse stato persona curata e discreta, no, non le avrebbe dato fastidio.
Marco rispose chiedendo alcune informazioni più dettagliate ed una foto dell’uomo. Costui inviò una sua foto a figura intera, dal volto coperto. Non alto, leggermente soprappeso, abiti di buona fattura, non si poteva capire altro.
Stabilirono una data, una domenica alle 10,30.
””””””””’
Il sabato precedente l’appuntamento, arrivarono nella città. Presero alloggio in un albergo centrale. Nel pomeriggio uscirono per fare due passi, con calma ed in totale relax.
La cittadina era bella, il centro antico molto ben tenuto. Non era grande e le mura medievali la circondavano ancora quasi completamente. Fu facile trovare la via del negozio, era la strada principale che tagliava a metà il centro. I migliori negozi erano li. Non lontano dalla piazza centrale trovarono il locale. Era effettivamente un grande negozio di 5 vetrine, all’angolo di un palazzo antico. I capi esposti rappresentavano il meglio di quello che poteva offrire il mondo della moda e dell’abbigliamento. Una vetrina era interamente dedicata all’intimo ed ai costumi da bagno. Gloria indugiò a lungo davanti ai capi esposti, Marco, cercando di guardare all’interno, ebbe modo di vedere numerosi clienti entrare ed uscire dal negozio, in genere donne, tutte piuttosto eleganti. Vide numerose commesse indaffarate e scorse un uomo, le cui sembianze combaciavano con la foto ricevuta. Non era alto, pochi capelli, portava sottili baffetti grigi, nonostante gli abiti curati ed i modi gentili non si poteva certo dire un adone.
Gloria, persa nella contemplazione delle ultime proposte moda, non si era accorta di nulla. Marco preferì non deluderla.
Poco dopo, seduti in un caff&egrave.
M- Allora che mi dici?
G- Il negozio &egrave favoloso, direi che sono proprio contenta.
M- E se lui fosse una delusione?
G- Sai, dalla foto non mi aspetto certo uno splendore, e poi deve solo farmi provare degli abiti!
M- (ridendo) Ho come l’impressione che la tua passione per i vestiti stia prendendo il sopravvento sul vero motivo per cui siamo venuti.
G- (ridendo a sua volta). Hai ragione. Lo sai quanto mi piace andare per negozi e fare shopping. Qui mi si offre un’occasione unica. Comunque non dimentico la ragione del viaggio. Ecco, la possibilità di abbinare le due cose comincia ad eccitarmi, molto. Proverò delle cose bellissime ed in più ci sarà un uomo che mi aiuterà a farlo, dedicandosi completamente a me, spogliandomi, accarezzandomi, rivestendomi. L’età non ha importanza, il fatto che sia un bassetto con un po’ di pancia non importa. E’ più importante che sia gentile, delicato, un po’ esteta. Il mondo in cui si muove &egrave un mondo di eleganza, di stile. L’idea che quest’uomo mi sfiori, slacci i bottoni della mia camicia, chiuda una cerniera sulla mia schiena, mi tolga e mi infili un reggiseno, delle mutandine leggerissime, delle calze velate; beh, mi eccita da morire. Il fatto che, poi, dovrà ripeterlo più volte, mi da’ come una vertigine.
M- Bene, sono eccitato anch’io. Non ci resta che aspettare domani.
”””””””””””’
Domenica mattina. Fanno colazione presto, come d’abitudine. Alle 9,00 Gloria &egrave già in camera per prepararsi. Ha portato il meglio del suo guardaroba. Indossa un completo intimo blu notte, reggiseno a balconcino in raso con mutandine molto sgambate, calze autoreggenti velatissime dello stesso colore e con la fascia alta come piacevano a Marco, dei comodi pantaloni di lana, camicetta di seta blu ed un cardigan di cachemire. Scarpe dal tacco basso. Come al solito, discreta, elegante, impeccabile.
Escono e si incamminano verso la piazza, poca gente per la strada, si fermano in un bar per un caff&egrave.
Alle 10,30, puntuali, sono davanti al negozio. Marco chiama il numero di cellulare ricevuto dall’uomo. Lui risponde subito, &egrave già nel negozio, li sta aspettando. Un attimo dopo la sua figura si materializza dall’altro lato della porta di cristallo, apre, li fa entrare.
Lui- Buongiorno, benvenuti.
E’ l’uomo che Marco aveva scorto il giorno precedente. Almeno 5 centimetri più basso di Gloria, una pancetta evidente, ma modi discreti, ben vestito con un completo grigio e cravatta blu, pochi capelli corti e grigi, baffetti, mani curate e piuttosto pelose.
Gloria guarda l’uomo, non da’ a vedere il proprio disappunto (si aspettava qualcosa di meglio date le descrizioni ricevute) e ricambia il saluto con una stretta di mano. Resta a guardare Marco che parla con lui..
Nonostante la delusione sulla persona, l’idea di quello che sarebbe successo di li a poco, l’immagine di lei nuda nelle mani di quest’uomo la colpì come una sferzata. Sentì un brivido lungo la schiena.
L’uomo era molto gentile, fece loro togliere i cappotti e li poggiò su un divano dell’ingresso. Aveva preparato delle paste e delle bevande, entrambi rifiutarono gentilmente.
Lui- Allora venite, vi faccio vedere il negozio. E si mosse precedendoli verso i locali attigui.
Era effettivamente un esercizio di alto livello, grande ed arredato con molto gusto.
Oltre l’ingresso, il negozio si articolava in 4 grandi stanze sulle cui pareti erano disposte le diverse collezioni di abbigliamento in vendita. Tutte le 4 stanze erano disposte attorno ad un quinto locale, dove c’erano i camerini. Questa stanza era il cuore del negozio. Ampia, molto luminosa, soffice moquette color tortora sul pavimento.
Grandi specchi ricoprivano tutte le pareti, nascondendo i piccoli camerini e gli armadi in cui riporre i capi in prova. Al centro della stanza un grande tavolo antico, in legno massiccio, su di esso un vaso con una bella composizione floreale. Ai suoi lati un divano e due poltrone in cuoio marrone.
Gloria e Marco si complimentarono con lui per l’eleganza ed il buon gusto degli arredi.
L’uomo ne fu compiaciuto e chiese a Gloria da dove volesse cominciare.
Gloria- Ho visto moltissime cose belle, mi fido di lei.
Lui- Bene. Vede, mancando poco più di un mese al Natale, potrà vedere collezioni di abbigliamento invernale, ma ho molte clienti che sono solite passare le vacanze Natalizie in paesi caldi, per cui tengo sempre una piccola collezione di capi estivi, per le loro esigenze dell’ultimo momento. Non me ne sono mai pentito.
Più tardi le mostrerò anche le collezioni di intimo e mare, ma direi di cominciare dagli articoli più pesanti: cappotti, impermeabili e giacche.
Gloria- Va benissimo.
Lui- Venite, vi prego.
Li guidò in una delle stanze attigue dove, appesi ordinatamente lungo le pareti, stavano parecchie decine di capispalla, divisi per marchio.
Lui- Prego, sono a sua disposizione, scelga quelli che preferisce.
Gloria non riuscì a nascondere un moto di felicità, sembrava una bambina di fronte ad un negozio di giocattoli, congiunse le mani davanti alla bocca e si guardò intorno. Dopo pochi istanti puntò decisa verso un gruppo di capi del suo stilista preferito.
Lui (con voce compiaciuta)- Lo sapevo, sentivo che avrebbe cominciato da lì. Lo stile di A. le si addice pienamente. Anzi, se non erro, i pantaloni che indossa sono della sua ultima collezione.
Gloria girò il viso verso di lui e gli sorrise- Si, ha ragione. Sono suoi.
Cominciavano a capirsi, parlavano la stessa lingua. Marco si mise in disparte, interessato.
L’uomo si portò vicino a Gloria e la guardava mentre lei passava i capi, li osservava attenta, ne posò un paio addosso al suo corpo. Poi indicò un cappotto e disse- Vorrei provare questo.
Lui- Certamente, che taglia porta? Direi una 42.
Gloria- Esattamente.
L’uomo estrasse il cappotto ed apertolo, lo offrì a Gloria che si girò ed infilò le braccia nelle maniche.
Lui la aiutò a chiudere i bottoni, le passò le mani sui fianchi, leggere, per eliminare una piega, poi si fece da parte.
Gloria sostò davanti ad un specchio, si osservò criticamente, si voltò di spalle e di profilo.
Lui- Le sta bene, ma secondo me ha una linea troppo classica per lei. Io le suggerirei un taglio più moderno.
Gloria si voltò stupita, era esattamente quello che stava pensando. Non le succedeva spesso di trovare gente tanto competente. Gli sorrise ancora, cominciava a piacerle quel tipo.
Gloria- Si ha ragione, vediamo questo allora.
Lui pronto la aiutò a sfilare il capo indossato e le porse, nello stesso modo, il nuovo.
Anche qui, dopo che lei l’ebbe indossato, lui fece scorrere le mani sulle spalle e poi sui fianchi di lei sino alle anche.
Gloria- Questo e molto bello.
Lui- Si le sta meglio.
In breve Gloria provò altri 2 cappotti e, di seguito un impermeabile ed alcune giacche.
Dopo circa mezz’ora avevano terminato il reparto dei capispalla. L’uomo si rivolse a Gloria dicendo- Passiamo ora all’abbigliamento da giorno, (ed in tono confidenziale), le riservo gli abiti da sera alla fine.
A Gloria brillavano gli occhi, si sentiva bene, l’uomo riusciva a farla sentire a sua agio. Aveva 62 anni e non certo un fisico che colpiva, ma aveva modi educati ed eleganti, oltre che un innato buon gusto. E soprattutto sapeva, certamente per esperienza, trattare le donne come Gloria, conquistandone la fiducia.
Marco seguiva interessato lo svolgersi del loro rapporto, vedeva bene come sua moglie, inizialmente diffidente e delusa, avesse cominciato ad ascoltare la sua guida, a fidarsi dei suoi consigli. Il gioco prometteva sviluppi interessanti.
L’uomo guidò Gloria in un’altra stanza. Più grande, qui si trovavano le collezioni da giorno.
Anche qui Gloria incominciò a guardare i vari gruppi di capi appesi, ne parlava con l’uomo che la consigliava seguendone lo stile. Di tanto in tanto, su indicazione della donna, lui prendeva un abito oppure una camicia o dei pantaloni e li appendeva ad un piccolo espositore su ruote che era nella stanza. Quando Gloria terminò la sua selezione lui le disse: Bene, ora venga, andiamo nei camerini per provare le sue scelte.
La precedette nel grande locale centrale trascinando con se l’espositore con i capi selezionati.
Entrarono nel locale, Marco silenziosamente prese posto sul divano, per guardare la moglie doveva stare semi-girato, ma il gioco di specchi moltiplicava le loro figure, permettendogli di assistere a quanto sarebbe successo da diversi punti di vista.
Gloria si fermò, era arrivato il momento, la scelta dei vari abiti l’aveva distratta, ma ora si rendeva conto che, per provarli, avrebbe dovuto spogliarsi, anzi, secondo i patti, lui avrebbe dovuto spogliata.
Un momento di imbarazzo. L’uomo, certamente preparato, intervenne con pacatezza e decisione, prese una camicia tra quelle scelte da Gloria e si avvicinò a lei per mostrarle dei dettagli. In questo modo riuscì, ancora una volta, a risvegliare il suo interesse. Poco dopo, terminato l’inciso, ormai al suo fianco, le disse- Ma ora direi che abbiamo parlato troppo, non la vuole provare?
Gloria lo guardò, seria, poi accennò un sorriso e rispose- Non sono venuta per questo?
L’uomo le sorrise a sua volta, posò la camicia sulla gruccia e disse- Oggi il negozio &egrave chiuso, nessuno ci disturberà, se siete d’accordo non utilizzeremo i camerini, ma staremo in questa sala, che &egrave più luminosa. Inoltre suo marito potrà assistere alla prova comodamente dal suo divano.
Gloria assentì con il capo.
Lui- Venga, signora, si avvicini. Aggiunse lui.
Gloria lo raggiunse e si fermò, in piedi, davanti a lui, al loro fianco stava l’espositore con i capi da provare.
L’uomo con naturalezza e senza aspettare troppo (per abbreviare l’imbarazzo iniziale) allungò le mani ed incominciò a slacciare i bottoni del cardigan partendo dal basso, contemporaneamente (sempre con l’intento di alleggerire l’atmosfera) commentava- Alcuni dei capi che indossa sono stati in vendita anche qui. Ha molto gusto signora. Potrebbe tranquillamente essere una delle mie clienti.
Gloria gli era grata per questi diversivi in un momento di tensione (per lei), e gli rispose, scherzando- Beh, casa nostra &egrave un po’ distante, ma chissà!
L’uomo terminò di slacciare il cardigan e l’aiutò a sfilarlo dalle braccia. Le sue mani si spostarono sulla camicetta della donna ed incominciarono ad aprire i bottoni. Gloria era ancora tesa, ma lui molto professionale, calmo. Senza fretta aprì la camicetta e la sfilò.
Gloria rimase con il solo reggiseno davanti a lui, un balconcino essenziale che le alzava ed esponeva i seni. Nonostante la temperatura nella stanza fosse piuttosto alta, i suoi capezzoli erano eretti e visibili attraverso la stoffa. Arrossì visibilmente.
L’uomo rimase tranquillo, la guardò e si complimentò per la sua bellezza, ma senza indulgere troppo (erano solo all’inizio e lei era ancora nervosa, ci voleva un po’ di tempo). Prese il nuovo indumento da provare, una camicetta di seta e, apertolo, glielo porse.
Gloria, sollevata, si affrettò ad infilare le braccia nelle maniche, l’uomo le girò davanti e prese a chiudere i bottoni, sfiorandole i seni con le nocche delle dita.
Entrambi commentarono la bellezza del disegno e dei colori, dopo qualche minuto lui le chiese- Continuiamo?
Gloria assenti con il capo.
L’uomo tornò ad aprire la camicia e lei ne indossò un’altra.
I primi 3 capi erano, appunto, delle camicie, Gloria si stava abituando ai suoi tocchi delicati, agli sfioramenti, ad essere vestita e subito dopo svestita dalle sua mani. Non si sentiva più nervosa.
Il capo successivo era un abito di maglia, L’uomo le tolse dapprima la camicia, poi guardandola disse- Dovrei toglierle i pantaloni ora, permette? Senza attendere la risposta, lentamente allungò le mani sulla cintura che li sorreggeva.
Gloria allargò leggermente le braccia per favorire il suo lavoro. Lui le aprì la cintura e fece scorrere la cerniera che chiudeva i pantaloni sul fianco, incominciò ad abbassare i pantaloni.
Apparvero le minuscole mutandine, poi la pelle delle cosce, la fascia di pizzo delle autoreggenti e le sue lunghe gambe inguainate nelle calze blu.
Gloria si appoggiò con una mano allo schienale del divano (appena dietro di lei) e, sollevando alternativamente i piedi, lo aiutò a sfilare i pantaloni.
Anche ora l’uomo, per non imbarazzare ulteriormente Gloria non si soffermò più di tanto a guardarla, ma non pot&egrave fare a meno di notare le bellissime gambe e le proporzioni del suo corpo, diritto di fronte a lui, coperto solo dall’intimo, che esaltava la sua innata eleganza e femminilità.
Si inginocchiò davanti a lei e tenne aperto l’abito affinché ci infilasse i piedi, poi lo fece risalire lungo il suo corpo, sfiorandone le gambe ed i fianchi, l’aiutò ad infilare le maniche e lo chiuse sulla sua schiena.
L’abito era decisamente bello ed entrambi ne convennero.
Gloria, dopo il momentaneo imbarazzo, si stava abituando alla situazione. L’uomo era gentile ed esperto, aveva poi un naturale talento per il suo lavoro, a cui abbinava una personalità decisa e modi squisiti, doti che compensavano abbondantemente la mancanza di una forte presenza fisica.
Era il turno, ora di due gonne.
L’uomo l’aiutò a sfilare l’abito di maglia, quando lei rimase, ancora una volta, con indosso solamente la biancheria intima, lui si fermò un attimo a guardarla e disse- Signora, mi creda, faccio questo lavoro da molti anni e, tra le mie clienti, ci sono delle donne molto avvenenti, ma mi complimento per la sua bellezza. Il suo corpo ha delle proporzioni perfette.
Gloria arrossì un poco, imbarazzata, ma le parole dell’uomo ed il suo atteggiamento non l’avevano disturbata.
Accennò un- Grazie. Ed allargando le braccia fece un giro su se stessa per permettergli di guardarla-
Quando si fermò, nella posizione di partenza, sorrideva.
L’uomo le porse una delle gonne, ma fece anche un cenno verso la camicetta di Gloria, appesa li vicino, nel caso lei volesse coprirsi indossandola.
Gloria si sentiva bene, era calma, rilassata. Fece un cenno cortese con la mano, sarebbe rimasta così, con la sola biancheria. Provò le due gonne. Entrambe sottolineavano i suoi fianchi stretti e slanciavano ancor di più il suo busto seminudo. Quando terminò l’uomo appese le gonne e tornò a girarsi verso di lei.
Lui- Ora lascio a lei la scelta, rimangono gli abiti da sera, la piccola collezione estiva oppure preferisce passare all’intimo ed alle collezioni mare?
Gloria era preparata alla domanda, rispose senza fretta- La collezione estiva non mi interessa, non abbiamo in programma viaggi esotici a breve. Se non le spiace passerei agli abiti da sera, mi piacciono molto.
Lui- Come vuole. Gli abiti da sera sono in questa stanza.
Si avvicinò ad una parete e fece scorrere uno specchio scoprendo così un armadio capiente. Gli armadi si alternavano ai camerini di prova e tutti erano rivestiti da grandi specchi. L’effetto combinato di tutti questi specchi rimandava all’infinito le immagini dei presenti e dava alla stanza una luce ed un ampiezza imprevedibile.
In questo modo l’uomo aprì numerosi armadi.
Anche ora Gloria si trovò di fronte ad un offerta ampia dei migliori capi presenti sul mercato.
Si avvicinò e prese a far scorrere le mani sulle stoffe, nonostante indossasse solo mutandine e reggiseno, si muoveva disinvolta e completamente a proprio agio. Sia l’uomo che Marco la guardavano, ammirati dalle proporzioni del suo corpo, dal suo seno e dal suo sedere, pochissimo coperti, dalle sue gambe eleganti e snelle.
Gloria si muoveva con grazia. Ad un certo punto prese un abito, lo estrasse dall’armadio e si voltò verso di loro, era raggiante- Comincerò con questo, ne ho sempre sognato uno così.
Era un abito lungo, da gran sera, color blu notte, copriva interamente il suo corpo, modellandolo. L’abito andava infilato dal basso, l’uomo si inginocchiò davanti a lei e lo tenne aperto, aiutandola ad infilarci i piedi, poi, sollevandosi lentamente, lo fece risalire lungo le sue gambe sfiorandole con le mani, di tanto in tanto si fermava per aggiustare una piega. Gloria sentì le sue dita appoggiarsi alla coscia, sopra il bordo delle calze e poi, ancora, sul suo ventre. Sentì premere sul seno. Poi lui passò dietro di lei per chiudere un gancio, prima però infilò una mano dentro l’abito, sul fianco, anche qui per eliminare un presunto difetto, la spinse in avanti, sino quasi ad arrivare al seno di cui sfiorò la base.
Il decolt&egrave era chiuso, sul collo, da un collarino, le maniche lunghe erano di tulle e facevano intravedere la pelle delle sua braccia. Le stava bene, ma era decisamente troppo impegnativo e severo, ne convennero entrambi.
Sfilato e riappeso l’abito Gloria ne indicò un altro dicendo- Ho tenuto questo per ultimo, &egrave il mio preferito.
Era un abito da cocktail, semplicissimo, nero, la gonna si apriva leggermente sino a sopra il ginocchio, decolt&egrave bordato di raso che lasciava le spalle scoperte, maniche corte..
L’uomo glielo porse, lei lo indossò facilmente, quasi senza avvalersi del suo aiuto.
Prima ancora di potersi guardare allo specchio tuttavia Gloria notò nel viso dell’uomo un segno di disapprovazione, alzò gli occhi in cerca di una risposta e la trovò immediatamente.
Dalla scollatura dell’abito, che lasciava le spalle completamente scoperte, uscivano le spalline del reggiseno. Ovviamente andava indossato con un intimo diverso oppure senza reggiseno.
L’uomo la guardava, con aria interrogativa. Gloria arrossì leggermente, capiva che ora il gioco era alle ultime battute e che l’uomo era prossimo a cogliere il frutto delle sue fatiche.
Lui disse- Preferisce tenerlo oppure lo togliamo?
Gloria, non senza imbarazzo, rispose piano- Lo toglierei, cosa dice?
Lui, alla risposta della donna, sembrò riacquistare sicurezza, rispose- Sono d’accordo, permetta che l’aiuti. E, senza aggiungere altro, girò dietro di lei. La cerniera che chiudeva l’abito sulla schiena era ancora aperta, l’uomo ne allargò i bordi sulle sue spalle e, lentamente, fece scendere l’abito lungo le sue braccia.
Gloria sfilò le braccia dall’abito e restò a busto scoperto, il vestito fermo sulle anche.
L’uomo aprì piano il gancetto del reggiseno, poi tornò davanti a lei.
Gloria era ferma, le braccia lungo i fianchi, il respiro accelerato, immobile con il cuore in tumulto, aspettava le sue mosse.
Lui le si pose di fronte, alzò le mani e, prese le spalline del reggiseno, le abbassò lungo le braccia. Il reggiseno si staccò da lei, rivelando le sue mammelle agli occhi dell’uomo che le fissò a lungo.
I capezzoli, esposti all’aria e per effetto dell’eccitazione che si stava impadronendo di Gloria, non tardarono ad indurirsi.
L’uomo si riscosse, le prese il corpetto del vestito (fermo sui fianchi) e lo sollevò, aiutandola ad infilare le braccia nelle maniche. Nel far questo, tuttavia, le sue dita, ora più audaci, sfiorarono ripetutamente seni e capezzoli, con l’effetto di farli rizzare ancora di più. Passò poi dietro e chiuse la lampo sulla schiena.
Entrambi guardarono il risultato nello specchio di fronte a loro.
Gloria si sentiva splendida e trovò la conferma negli occhi dell’uomo che la fissava senza parole. Visibilmente colpito.
Effettivamente il semplice abitino nero sottolineava la sua figura sottile e ne esaltava l’eleganza.
L’uomo fece alcun passi indietro, facendo scorrere il suo sguardo sulla figura della donna.
Poi la guardò in viso e disse- Veramente ci sarebbe un altro particolare che stona, ma basterebbe poco per cambiarlo.
Gloria, incuriosita chiese- Quale sarebbe?
Lui- Le sue calze blu, per quanto scure, non si intonano all’abito nero.
Lei si guardò allo specchio, effettivamente a così breve distanza non l’aveva notato, ma si ricordò bene delle calze indossate e ne convenne con l’uomo. Cosa propone?- disse.
Lui di rimando- Ho certo quello che fa per lei. Aprì un altro cassetto, in un armadio vicino. Era pieno di confezioni di calze, ne trasse alcune buste e le porse a Gloria dicendole- Scelga pure, io consiglierei il nero, ma anche un colore grigio scuro potrebbe andare. Ce ne sono di velate, a rete sottile e con armature jacquard.
Gloria le scelse a rete sottile, nere, autoreggenti.
L’uomo si guardò intorno, andò verso il tavolo, prese una sedia e tornò verso di lei dicendo- Venga, si sieda pure, così starà più comoda mentre le cambierò le calze.
A sua volta la donna guardò intorno a se, dietro di lei, a pochi passi, c’era il divano su cui stava seduto Marco, in silenzio. Per un attimo i loro sguardi si incrociarono, Gloria vi lesse l’intesa di sempre. Si sentì meglio. Indietreggiò e si sedette sul soffice bracciolo del divano, dando la schiena a Marco. Disse all’uomo- Preferisco stare qui se non le spiace.
Lui, di rimando- Nessun problema. Prese la confezione di calze e l’aprì, avvicinandosi a Gloria.
La donna sedeva sul bordo esterno del bracciolo, i piedi appoggiavano per terra, le gambe leggermente aperte.
L’uomo mise un ginocchio a terra, davanti a lei, l’altra gamba era piegata in avanti verso la donna.
Si chinò appena, prese delicatamente una caviglia e le sollevò la gamba, sfilò la scarpa appoggiando il piede di lei sul suo ginocchio. Gloria si spostò leggermente all’indietro, appoggiando una mano sullo schienale del divano per bilanciarsi.
L’uomo circondò con le mani il ginocchio sollevato della donna e cominciò a farle risalire lungo la sua gamba. In questo modo la gonna veniva spinta verso l’alto scoprendo, poco a poco, la coscia.
Arrivarono al bordo di pizzo delle calze. Una mano si ferma mentre l’altra continua ad avanzare leggera sulla parte interna della coscia, ne assapora la morbidezza, si ferma poco prima dell’inguine, le dita stringono un poco la pelle in una carezza profonda. Lui alza lo sguardo verso di lei, Gloria &egrave un poco tesa, ma tuttavia la situazione non le spiace.
L’uomo le chiede di tenere il bordo della gonna sollevato, così da permettergli di sfilare la calza. Lei obbedisce.
Le mani di lui si portano al bordo di pizzo e, lentamente, lo arrotolano verso il basso, sfilando la calza dalla gamba di Gloria, non mancando tuttavia di accarezzare delicatamente il polpaccio, la parte posteriore del ginocchio e la caviglia di lei.
Prende poi una calza dalla nuova confezione, la apre e piano la infila sul piede poi più su, facendola risalire a ricoprire la gamba che aveva, poco prima, denudato. Stende la calza lentamente, fermandosi si tanto in tanto per aggiustarla. Arrivato a metà coscia, l’uomo infila alcune dita all’interno del bordo di pizzo e, delicatamente, tira la calza verso l’alto per distenderla bene lungo la gamba di Gloria. Così facendo, tuttavia, il dorso di una mano si appoggia in modo decido all’inguine della donna che segue il suo lavoro e che sente crescere il languore.
Ripete poi l’operazione sull’altra gamba, Gloria ora, quasi senza rendersene conto, ha allargato un poco la posizione dei piedi, così da agevolare i suoi movimenti.
L’uomo &egrave ora più deciso, sempre delicato e lento, ma più audace.
Dopo aver infilato la seconda calza indugia con le mani sulle gambe della donna..
Gloria sente le sue dita risalire all’interno delle cosce ed accarezzare brevemente il suo sesso attraverso le mutandine, l’altra mano, da dietro palpeggiava lentamente una natica.
Gloria &egrave stordita, le continue attenzioni avevano sensibilizzato il suo corpo ed ora, nonostante si sentisse ancora un po’ imbarazzata (le era passato per la testa che quest’uomo aveva, più o meno, l’età di suo padre), il suo cuore aveva cominciato a battere più veloce.
L’uomo si staccò piano da lei, si alzò in piedi e la invitò a guardarsi nuovamente allo specchio, per controllare il risultato finale. Gloria apprezzò nuovamente il corto abito da cocktail indossato con le calze appropriate, ma la sua testa era ora distratta dalle sensazioni che aveva incominciato a provare sotto le carezze e gli sfioramenti dell’uomo.
Così, quando poco dopo costui le chiese se volesse continuare a provare alcuni pezzi di biancheria intima, lei rispose- Sono un po’ stanca, ma vorrei provare ancora qualcosa di speciale, solo una cosa ancora, scelga lei, ora mi conosce abbastanza, mi fido.
L’uomo sorrise compiaciuto- Ho molte cose che le starebbero benissimo, cercherò quello che mi sembra più adatto al suo stato d’animo di ora. E si allontanò per andarlo a prendere.
Gloria si chinò verso Marco, lo baciò sulla bocca e gli disse- Effettivamente sono un po’ stanca, ma anche così nervosa. Lui &egrave riuscito, con i suoi modi gentili, mai invadente, ad eccitarmi terribilmente. Ho voglia di fare l’amore con te.
Marco (ridendo)- Piacerebbe anche a me, ma ora sui nelle sue mani, il gioco non &egrave ancora finito, il nostro comincerà più tardi. Ora tocca a te decidere.
G- Si, lo so. Non sono sicura che mi potrò fermare.
M- Allora non farlo. Nessun problema con lui?
G- No, se guarderò te negli occhi.
L’uomo stava tornando, sorrideva e portava con se un cofanetto. Si rivolse a Gloria- Ho scelto il meglio, sono certo che le piacerà.
Depose il cofanetto sul tavolo, lo aprì, prese dal suo interno un piccolo indumento e lo aprì per mostrarlo a Gloria.
Era un reggiseno di seta, un leggero raso di color pesca, le coppe a triangolo, con la fibbia di chiusura posta davanti, in mezzo ai seni. Le spalline ed il nastro posteriore erano di raso ricamato. La linea, i particolari, la qualità delle stoffe e della manifattura erano eccellenti.
Gloria lo prese tra le mani e dopo averlo esaminato disse- E’ stupendo, veramente bello. Direi che la mia fiducia &egrave stata ben risposta. Potrei vedere anche le mutandine?
L’uomo prontamente gliele porse.
Anche il secondo pezzo superò l’esame della donna. Un paio di culotte piuttosto sgambato sopratutto sul lato posteriore, ricamato sui bordi.
Lui- Sono contento che sia di suo gradimento. Vuole provarlo?
Per la prima volta lei lo guardò in viso, fissandolo negli occhi (l’uomo sentì un brivido lungo la schiena)- Si.
Gloria arretrò di un passo, venendosi a trovare quasi contro lo schienale del divano, si fermò ed allargò leggermente le braccia, quasi un invito per l’uomo che doveva ora toglierle l’abito e la biancheria che ancora portava.
Marco si era girato per poter osservare la scena da vicino, ma i numerosi specchi gli consentivano di vedere quanto stava accadendo da diverse angolazioni.
L’uomo si avvicinò a Gloria, si portò alle sue spalle ed aprì la cerniera sulla schiena poi, lentamente aprì il vestito sulle sue spalle e cominciò a farlo scendere sulle braccia. Si spostò davanti a lei, abbassò ancora il corpetto scoprendo il seno di Gloria. I suoi occhi si fermarono sui seni per un lungo attimo, poi si riscosse, prese una mano della donna e l’aiutò a sfilare una manica, ripeté l’operazione con l’altro braccio.
Ora la parte superiore del vestito appoggiava sui suoi fianchi, il suo busto era nudo davanti all’uomo.
Lui si fermò per guardarla, allungò una mano e passò lentamente le dita su un capezzolo già indurito dall’eccitazione, prese una mammella nel palmo e la strinse leggermente. Gloria aveva gli occhi socchiusi, il respiro accelerato. Aveva appoggiato le mani sullo schienale del divano, il busto leggermente inclinato poggiava sulle braccia distese dietro di lei.
Si offriva ormai senza difese ai suoi sguardi, alle sue mani.
Dopo queste brevi carezze, lui decise di continuare. Spostò le mani sui fianchi della donna e cominciò a sfilare l’abito abbassandolo sotto le anche, da lì fu più facile farlo scendere lungo le gambe, scoprendo poco a poco, il ventre ed il sedere (che le sue mani percorsero lentamente), la parte alta delle cosce (lasciate scoperte dalle calze autoreggenti) e le lunghe gambe fasciate nelle calze. Sfilò l’abito dai piedi della donna.
Gloria ormai si era totalmente abbandonata, tuttavia quando sentì le mani dell’uomo appoggiarsi sul bordo delle mutandine e comprese che, preso, sarebbe stata nuda davanti a lui, fu presa da un improvviso attacco di panico, peraltro subito controllato, ma il suo cuore ebbe un sussulto.
Lui non si era accorto di nulla, infilò le dita nel bordo elastico e, lentamente, fece scendere l’indumento sulle gambe, scoprendo i riccioli scuri che coprivano il sesso di Gloria. Lei si sentì avvampare, ma non si mosse.
L’uomo la liberò dalle mutandine alzandole, uno alla volta i piedi. Durante queste operazioni, dalla sua posizione, inginocchiato di fronte a lei, poteva chiaramente vedere il pube ed oltre, dove i peli si diradavano lasciando scoperte le grandi labbra.
Quando lei fu nuda, anche ora lui non poté esimersi dal guardarla, sempre in modo discreto, ma molto più sicuro di se, ormai sentiva che lei non si sarebbe più sottratta.
Una mano risalì lungo l’interno delle gambe e si appoggiò lieve sulla sua vagina. Solo un contatto, una lieve pressione per sentirne il calore, la morbidezza della carne.
Poi l’uomo si alzò, piano, le prese una mano e vi depose un bacio dicendole- E’ bellissima, non abbia paura.
Gloria apprezzò questo ulteriore gesto di cortesia e di delicatezza. Ormai lo sapeva, non si sarebbe più fermata.
Lui prese i due pezzi di lingerie che aveva mostrato a Gloria poco prima, gli ultimi che lei avrebbe provato.
Le infilò prima le culotte, aggiustandole delicatamente sulla vita ed in mezzo alle gambe.
Fu la volta poi del reggiseno, chiuso il fermaglio posto davanti, lui infilò una mano all’interno delle coppe per alzarle il seno ed aumentare il volume del decolt&egrave.
Lei si guardò allo specchio, indossava le autoreggenti nere a rete fine e la nuova biancheria. Effettivamente le stavano molto bene.
Tuttavia si sentiva stanca, la sua testa era concentrata su quello che sarebbe successo da li a poco, sulla soddisfazione, ormai non più procrastinabile, che il suo corpo reclamava.
Era tesa, nervosa, eccitata.
L’uomo era quasi di fronte a lei, fermo, la guardava.
Lei ricambiò il suo sguardo. Non ci fu bisogno di aggiungere altro.
Lentamente Gloria si voltò verso lo schienale del divano su cui stava suo marito, girato verso di loro, si piegò appoggiando il torace sulla spalliera, raggiunse Marco con la testa e lo baciò a lungo.
Marco capì- Sei pronta? Le chiese piano.
Si- rispose lei.
Distese le braccia ai lati, sulla spalliera del divano, appoggiò la fronte sulla spalla del marito e si fermò, in attesa.
L’uomo li guardava, vedeva la donna da dietro, piegata sul marito, il sedere esposto coperto solo da un minuscolo pezzetto di seta, le lunghe gambe distese e leggermente aperte inguainate nelle autoreggenti nere.
Era indeciso sul da farsi. Guardò Marco che, in silenzio, gli fece un cenno di assenso con il capo.
Lui si riscosse. Si avvicinò alla donna. Appoggiò le mani sui suoi fianchi e percorse la schiena sino alle spalle, una carezza lenta, una pressione decisa. Le mani dell’uomo scesero dalle spalle sino sotto le ascelle e da li scivolarono sui seni che strinsero attraverso la stoffa.
Gloria, il cui corpo era tesissimo in attesa spasmodica del primo contatto, emise un gemito soffocato.
Le sue dita si incontrarono sulla fibbia che teneva chiuso il reggiseno al centro del torace e la aprirono. Per via della posizione i seni, non più costretti dall’indumento, scesero morbidi a riempire le sue mani.
L’uomo li palpò piano, a lungo,stuzzicando i capezzoli con le dita.
Gloria sospirava e gemeva piano, con la bocca vicino all’orecchio di Marco gli diceva- Mi piace da impazzire Marco, sto quasi per venire da come mi sta toccando.
Le mani abbandonarono i seni e percorsero i fianchi sino alle anche, suscitando brividi di piacere nella donna.
Arrivate al bordo delle mutandine scivolarono sotto il bordo elastico e, piano, cominciarono ad abbassarle.
La liberò dell’indumento alzandole, uno ad uno, i piedi. Da qui, le sue mani risalirono piano lungo le gambe, accarezzandole attraverso le calze e poi, superato il bordo di pizzo che le reggeva, mentre una di esse si fermava ad accarezzare la pelle morbida della coscia, l’altra raggiunse il sesso di Gloria appoggiandosi ad esso.
Gloria non riuscì a soffocare un altro gemito. Le dita dell’uomo percorsero le labbra sino al ventre, per poi tornare a percorrerlo a ritroso sino all’ano.
L’uomo sentì chiaramente l’eccitazione di Gloria, le labbra già umide si socchiudevano sotto le sue dita.
Al passaggio successivo l’indice ed il medio della sua mano destra scivolarono in lei, umida, pronta, accogliente.
Gloria fu scossa da un tremito e gemette ancora.
L’uomo non poté trattenersi ancora, le sue mani abbandonarono la donna e raggiunsero la cintura dei pantaloni., cominciando ad aprirla.
Gloria sentendo le mani allontanarsi chiese a Marco- Cosa succede, dove va?
Marco- Ti vuole prendere, si sta preparando. Ti amo.
Anch’io ti amo, da morire- rispose la donna chiudendo gli occhi e preparandosi a ricevere l’uomo che per ore l’aveva accarezza, spogliata e toccata, portandola a desiderare di essere presa, senza più curarsi del suo aspetto, del fatto che ora stava nuda, china davanti a lui, offerta ed esposta alle sue mani ed ai suoi occhi, che lui si stesse preparando per affondare dentro il suo corpo davanti agli occhi i Marco.
L’uomo aprì rapidamente i pantaloni, li lasciò cadere sulle caviglie ed abbassò i boxer che indossava. La sua erezione emerse prepotente, dura, tesa. Il suo sesso non molto lungo, ma piuttosto largo, il glande completamente scoperto e proteso verso il sesso indifeso della donna.
Avanzò un poco, con una mano diresse il suo membro verso il grembo di Gloria, l’altra mano socchiuse le grandi labbra.
Il sesso si appoggiò tra di esse, una breve pressione e fu dentro di lei.
Gloria si inarcò per l’intensità della sensazione. Lo sentì farsi largo dentro di se, allargarla, senza incontrare resistenze.
Poi lui cominciò a muoversi, all’inizio lentamente, per dare modo alla vagina di adattarsi, poi dopo qualche istante, prese a pompare con un ritmo più veloce.
Gloria incominciò a godere, non sentì nemmeno l’orgasmo arrivare, si trovò all’improvviso immersa nel piacere. Ormai gemeva senza sosta.
L’uomo era resistente, di tanto in tanto si chinava su di lei e raggiungeva con una mano i seni che palpava per poi raddrizzarsi e riportare le mani sui fianchi e sul sedere di Gloria, allargandolo ed accarezzandola nella fenditura.
Intanto non cessava di muoversi dentro di lei.
Le dita di Gloria artigliavano il divano, la sua bocca ansimava vicino al viso di Marco, il capo sulla sua spalla.
L’uomo aumentò il ritmo, Gloria rispose con un gemito più alto.
Accelerò ancora, poche spinte e la donna capì, dai suoi tremiti che era vicino.
All’improvviso lo sentì uscire ed appoggiare il membro alla base della schiena, le mani bloccavano i suoi fianchi, subito dopo avvertì il calore del seme spargersi sul suo corpo.
Era esausta. Sentì l’uomo ritirarsi da lei, udì i suoi passi allontanarsi.
Alzò le braccia ed abbracciò Marco- Ti amo, ti amo, ti amo.

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